ITRE20100053A1 - Gruppo modulare per la formatura e la cottura di prodotti di carne - Google Patents

Gruppo modulare per la formatura e la cottura di prodotti di carne Download PDF

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ITRE20100053A1
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Antonio Fava
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    • AHUMAN NECESSITIES
    • A22BUTCHERING; MEAT TREATMENT; PROCESSING POULTRY OR FISH
    • A22CPROCESSING MEAT, POULTRY, OR FISH
    • A22C7/00Apparatus for pounding, forming, or pressing meat, sausage-meat, or meat products
    • A22C7/0023Pressing means
    • A22C7/003Meat-moulds
    • A22C7/0046Containers in which meat is pressed and moulded
    • A22C7/0053Stackable containers

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Description

“GRUPPO MODULARE PER LA FORMATURA E LA COTTURA DI
PRODOTTI DI CARNE â€
La presente invenzione riguarda stampi per la formatura e la cottura di prodotti di carne, in particolare nella preparazione di salumi, come i prosciutti cotti e prodotti affini, di forma compatta in cui la dimensione massima (lunghezza) non supera di tre volte la dimensione intermedia (larghezza o spessore) del prodotto stesso ed aventi forma arrotondata, meglio se in ogni punto.
È noto da lungo tempo cuocere i prodotti semilavorati di carne entro stampi, con una certa pressione, principalmente per fornire al prodotto una consistente compattezza e una forma desiderata.
La tecnologia nota cui si rivolge la presente invenzione prevede l’uso di stampi singoli comprendenti una matrice conformata a recipiente per contenere la carne, la cui concavità à ̈ rivolta verso l’alto, avente concavità rivolta verso l’alto, la cui superficie interna non presenta in genere angoli non arrotondati, ma, al contrario presenta superfici arrotondate, in grado di conferire al prodotto una forma ovunque arrotondata, che à ̈ particolarmente gradita al mercato; soprattutto, la superficie interna laterale delle matrici, almeno nella sezione secondo un piano orizzontale, à ̈ priva di spigoli.
La bocca superiore di detta matrice viene chiusa da un coperchio, piatto o arrotondato secondo i casi, atto a scorrere all’interno della concavità, per comprimere il prodotto; inoltre à ̈ previsto un elemento di contrasto vincolato alla matrice, e mezzi elastici di spinta, interposti tra il coperchio e l’elemento di contrasto, atti a spingere il coperchio nel senso di comprimere la carne contenuta nella matrice,(produttori Menozzi, Manzini, Riva e altre ditte straniere).
Data la forma arrotondata di questi prodotti e, di conseguenza, della superficie interna dello stampo, in pratica à ̈ spesso necessario realizzare le matrici mediante fusione di metallo (generalmente una lega di alluminio), oppure mediante stampaggio di lamiera in acciaio inox, con deformazione plastica della lamiera, proprio per poter ottenere una matrice avente superficie interna priva di spigoli e discontinuità, oppure, infine, mediante saldatura di parti sagomate o piegate, nel qual caso diventa inevitabile la presenza di angoli non arrotondati, tuttavia sul fondo.
La cottura può avvenire entro involucri impermeabili, dove il prodotto non à ̈ a contatto con l’aria (si parla di cottura sotto vuoto), per migliorare la compattezza e l’aspetto monolitico del prodotto, ma anche in involucri permeabili.
Gli involucri impermeabili sono, per lo più, costituiti da sacchetti in materiale plastico flessibile e termosaldabile, che vengono alloggiati nella concavità della matrice, ove i sacchetti vengono riempiti con il prodotto (carne, eventualmente trattata con iniezioni a base di soluzioni saline e massaggiata con idonee macchine).
I prodotti vengono ottenuti mantenendo il sacchetto ripieno di carne all’interno della matrice, pressato da un coperchio, e quindi sottoponendo a cottura il prodotto insieme con lo stampo che lo contiene. Si attua così un condizionamento spaziale del prodotto stesso all’interno della matrice, che permette di ottenere in questo caso un aspetto della fetta simile a quella ottenuta da un prodotto cotto intero, con migliori risultati in termini di rendimento e di tenuta di fetta.
In altri casi il prodotto viene inserito nella matrice rinchiuso entro un involucro ottenuto mediante laminato termoformato.
Infine, esiste anche la possibilità di utilizzare involucri permeabili che separano, ma non ermeticamente, il prodotto dallo stampo, impedendo l’adesione che altrimenti si determinerebbe, in fase di cottura tra carne e stampo che fossero direttamente a contatto.
I prodotti si differenziano in prodotti senza o con “calo peso†ossia con diminuzione del proprio peso, che si verifica per il prodotto che utilizza involucri permeabili, ma anche quando nella cottura sotto vuoto dalla carne si separa una parte, sotto forma di liquido o di gelatina (il c.d. “essudato†) all’interno della confezione di cottura.
Quando il calo peso à ̈ consistente, occorre che nell’involucro sigillato e sottovuoto venga lasciata una parte eccedente, inizialmente vuota, nella quale si raccoglie l’essudato durante la fase di cottura.
Si definiscono con “calo peso†i prodotti che presentano nella confezione di cottura una presenza di essudato in percentuale maggiore al 3%.
Per tali prodotti à ̈ necessario prevedere uno spazio, nella confezione di cottura, dove l’essudato può raccogliersi. In linea di principio tanto maggiore à ̈ il calo peso e tanto maggiore à ̈ la qualità del prodotto finale. I sacchetti sopra descritti consentono di utilizzare al meglio la tecnica del calo peso e possono anche accettare perdite di peso relativamente elevate, in quanto permettono di disporre la parte eccedente del sacchetto a fianco e parallelamente al prodotto, al di fuori dello stampo.
Pur consentendo di realizzare produzioni di qualità massima, i detti stampi, non consentono uno sfruttamento spinto e razionale dei forni di cottura tradizionali, nei quali à ̈ industrialmente necessario introdurre il prodotto in cataste regolari e razionali, per il fatto che tali stampi, a causa della propria conformazione, mal si prestano a venire accatastati in modo soddisfacente.
Infatti, non à ̈ possibile appoggiare verticalmente l’uno sull’altro gli stampi perché il peso che grava sugli stampi inferiori varia la pressione con cui la carne à ̈ pressata dal coperchio nella matrice, con conseguente variazione della qualità del prodotto, fino a raggiungere pressioni di valore esagerato e non accettabile. In più, nemmeno si ottengono cataste sufficientemente stabili.
Un unico esempio noto d’accatastamento di tali stampi prevede di accatastarli secondo una formazione, nel piano verticale, a piramide, ove ogni matrice appoggia direttamente su due matrici sottostanti.
Un tale accatastamento pone tuttavia problemi tecnici vari: innanzitutto pone problemi di stabilità; inoltre lo spazio interstiziale tra le matrici à ̈ relativamente molto scarso e non consente né un’efficiente circolazione dei vapori tra gli stampi, con conseguente cattiva distribuzione delle temperature, né permette la disposizione delle parti eccedenti dei sacchetti al di fuori della cavità della matrice lungo i fianchi longitudinali dello stampo, impedendo in pratica buone prestazioni di calo peso.
Una diversa tecnologia prevede, l’uso di matrici aventi una forma fortemente allungata secondo una direzione orizzontale per realizzare prodotti corrispondentemente allungati, ove la lunghezza (dimensione massima) supera di tre volte o più la dimensione intermedia (larghezza o spessore) del prodotto stesso, ove inoltre la lunghezza à ̈ comunque maggiore di 80 cm. Per razionalizzare l’accatastamento degli stampi nel trattamento entro i forni di cottura, più matrici sono affiancate tra loro secondo una fila che si sviluppa in direzione trasversale e sono unite tra loro in modo inamovibile mediante testate cui vengono unite tutte le estremità delle matrici. Vengono in sostanza formati grossi vassoio, la cui forma in pianta, à ̈ più o meno quadrata, i quali vengono poi sovrapposti tra loro, a formare una grossa catasta, per la fase di cottura (costruttori Armorinox, Kaufler, Creminox, Roser e altri).
Pur se tale soluzione permette un buon accatastamento in verticale, tuttavia tali matrici sono realizzate mediante lamiera ripiegata o mediante profilati; soprattutto occorre notare che, per ragioni economiche, tali matrici non sono convenientemente realizzabili mediante fusione o stampaggio con deformazione plastica, a causa del costo, in tal caso elevatissimo, di realizzazione.
In pratica tale soluzione permette di ottenere solamente prodotti relativamente molto lunghi, adatti a destinazioni ed usi normalmente diversi rispetto ai prodotti con forma particolarmente compatta, alla cui produzione à ̈ invece rivolta la presente invenzione.
Sono stati fatti tentativi di utilizzare tali matrici particolarmente lunghe per realizzare prodotti più corti, mediante interposizione ad esempio di separatori non sagomati o scarsamente sagomati, senza tuttavia che si sia riusciti a ottenere prodotti privi di discontinuità e spigolosità: i prodotti che si ottenevano avevano infatti sostanzialmente la forma di un cilindro (con sezione più o meno rotonda) tuttavia tagliato trasversalmente di netto alle due estremità, che si à ̈ rivelato relativamente poco gradito dal mercato.
Quello che si propone di ottenere l’invenzione sono invece mezzi in grado di realizzare un prodotto compatto che non presenti discontinuità nel senso di parti ad angoli non arrotondati, preferibilmente nella parte di prodotto che viene sagomata dalla superficie interna laterale delle matrici, almeno nella sezione secondo un piano orizzontale.
Uno scopo della presente invenzione à ̈ di permettere un uso più razionale degli stampi tradizionali noti di tipo “singolo†per la formatura e la cottura di prodotti di carne di forma compatta, preferibilmente completamente priva di spigolosità, in cui la dimensione massima à ̈ minore di tre volte la dimensione intermedia (essendo le tre dimensioni individuate secondo tre assi cartesiani), che siano realizzati mediante procedimento di fusione o di stampaggio con deformazione plastica o di sagomatura e saldatura,, ed inoltre permettere accatastamenti di stampi uguali, così da superare gli inconvenienti sopra esposti di cui soffrono appunto gli stampi tradizionali singoli..
Lo stampo secondo l’invenzione permette di realizzare un sistema a gruppi modulari composti da stampi singoli uniti insieme dopo la loro realizzazione, i quali sono in grado di venire efficacemente accatastati secondo colonne verticali e secondo file orizzontali, realizzando diversi vantaggi tecnici.
Un ulteriore vantaggio à ̈ di poter formare cataste stabili più facilmente movimentabili con carrelli o simili.
Un altro vantaggio à ̈ la possibilità di accatastare gli stampi in modo da incrementare il carico di kg/mc e kg/mq
Un altro vantaggio à ̈ la possibilità di incrementare ulteriormente il carico di kg/mc e kg/mq grazie alla possibilità di realizzare cataste auto stabilizzanti, dunque di maggior altezza di quanto non ottenibili con altri sistemi
Un ulteriore vantaggio à ̈ la possibilità di disporre, con rischi minimi di danneggiamento, il sacco per l’essudato su un fianco esterno dello stampo e quindi trattare prodotti con possibilità di attuare un calo peso del valore desiderato ed in particolare più elevato di quanto ottenibile per i sistemi a vassoi usati nella produzione delle barre.
Un altro vantaggio à ̈ la possibilità di realizzare nella catasta adeguati corridoi di ricircolo del vapore e dell’acqua, per ottenere la distribuzione più omogenea della temperatura nelle fasi di cottura e raffreddamento. Ciò consente l’uso di forni tradizionali, opportunamente adeguati, ma anche la cottura per immersione, previo impiego di idonei sistemi di movimentazione della catasta.
Un altro vantaggio à ̈ la possibilità di evitare la presenza di falsi stampi, con minore fatica per gli operatori e con maggiore qualità del risultato di posizionamento in quanto il prodotto non si sposta dalla posizione impartita nello stampaggio.
Un altro vantaggio à ̈ la possibilità di veicolare gli stampi a fianco di linee di produzione che utilizzino termoformatrici o insaccatrici sotto vuoto con clipsatura dell’involucro, per una più semplice introduzione, anche automatica, dei prodotti nelle matrici, con evidenti riduzione degli ingombri degli impianti e condizioni di lavoro più ergonomiche
Un altro vantaggio à ̈ la possibilità di disporre di matrici (base di riempimento) della massima semplicità costruttiva.
Un altro vantaggio à ̈ la possibilità di automatizzare il carico e lo scarico per la composizione e la decomposizione della catasta ordinata, con sistemi meno ingombranti e meno costosi dei sistemi a vassoi.
Un altro vantaggio à ̈ la realizzazione delle operazioni di pressatura durante la fase di accatastamento, con evidenti vantaggi di produttività e di contenimento degli ingombri.
Un altro vantaggio à ̈ la possibilità di utilizzare sistemi di asservimento semiautomatico oppure robotizzato utilizzando prodotti commerciali di larga diffusione, con evidenti vantaggi in termini di economicità e di affidabilità.
Un altro vantaggio à ̈ la possibilità di possibilità di rendere indipendente la pressione esercitata sul prodotto dal punto occupato dallo stampo nella pila.
Un altro vantaggio à ̈ la possibilità di utilizzare sistemi di stampaggio più compatti e che possano trattare il prodotto in modo più accurato e gentile, a garanzia della tenuta degli involucri impermeabili.
Un altro vantaggio à ̈ la possibilità di ridurre al minimo la presenza di interstizi, tra le singole matrici e tra i coperchi, di difficile lavaggio e sanificazione
Un altro vantaggio à ̈ la possibilità di utilizzare macchine per lavaggio stampi di tipo tradizionale, e non specifiche come nel caso degli stampi a vassoio
Detti scopi/vantaggi sono raggiunti dall’invenzione in oggetto così come si caratterizza nelle rivendicazioni.
Le rivendicazioni dipendenti delineano aspetti preferiti e/o particolarmente vantaggiosi dell’invenzione.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno evidenti dalla descrizione seguente fornita a titolo esemplificativo e non limitativo, con l’ausilio delle figure illustrate nelle tavole allegate.
La Fig. 1 à ̈ una vista prospettica dall’alto e dal lato destro del gruppo modulare in oggetto.
La Fig. 2 Ã ̈ una vista prospettica dal basso e dal lato sinistro del gruppo modulare di Fig. 1.
La Fig. 3 Ã ̈ una vista in pianta dall'alto di Fig. 1.
La Fig. 3A Ã ̈ un particolare ingrandito della sezione A-A di Fig. 3.
La Fig. 4 Ã ̈ una vista laterale in elevazione verticale, di Fig. 3.
La Fig. 5 Ã ̈ una vista in pianta dal basso di Fig. 3.
La Fig. 6 Ã ̈ una vista frontale in elevazione verticale, di Fig.3.
La Fig. 7 Ã ̈ una sezione secondo un piano verticale trasversale VII-VII di Fig. 4. La Fig. 8 Ã ̈ la sezione secondo un piano verticale longitudinale VIII-VIII di Fig. 3 di due gruppi modulari in fase di sovrapposizione reciproca.
La Fig. 9 Ã ̈ un particolare ingrandito della Fig. 8, ove i due gruppi modulari sono sovrapposti a contatto tra loro.
Le figure 10A,10B mostrano una due fasi successive durante la sovrapposizione reciproca dei due gruppi modulari di Fig. 8.
La Fig. 11 Ã ̈ una vista prospettica di una catasta di gruppi modulari, in configurazione idonea alla fase di cottura del prodotto contenuto in essi.
La Fig. 12 à ̈ una vista in elevazione frontale della pluralità di gruppi modulari di Fig. 11, in parte accatastati tra loro, ed in parte in fase di accatastamento.
La Fig. 13a à ̈ un particolare ingrandito, in vista dall’alto, di Fig. 12, in cui sono mostrati gli elementi di aggancio laterali di due gruppi modulari.
La Fig. 13b à ̈ una vista prospettica degli elementi di aggancio di Fig. 13a.
La Fig. 14 riguarda una seconda forma di attuazione; à ̈ una vista in elevazione frontale di una pluralità di gruppi modulari, in parte accatastati tra loro, ed in parte in fase di accatastamento.
La Fig. 15 Ã ̈ una vista prospettica della catasta di Fig. 14, in configurazione idonea alla fase di cottura del prodotto contenuto in essi.
La Fig. 16 Ã ̈ un particolare ingrandito della testata del gruppo modulare di Fig. 15, in vista prospettica.
Il gruppo modulare in oggetto (indicato globalmente con 1 nelle figure) comprende una pluralità di matrici concave 10 aventi concavità rivolta verso l’alto, atte a contenere la carne, la cui superficie interna laterale 11, almeno nella sezione secondo un piano orizzontale, à ̈ priva di parti spigolose e discontinuità.
Le matrici 10 hanno dimensione contenuta in quanto sono preposte a formare prodotti di forma compatta, in cui la dimensione massima à ̈ minore di tre volte la dimensione intermedia, ed à ̈ comunque minore di 40 cm.
Inoltre, le matrici 10 sono fabbricate in modo singolo, ossia una per una, e vengono successivamente unite solidalmente tra loro, disposte secondo un allineamento retto, orizzontale e longitudinale; grazie a questo fatto e alla loro dimensione contenuta, Ã ̈ possibile (ed anche praticamente conveniente) realizzare la matrice mediante fusione (tipicamente pressofusione in lega di alluminio) o mediante stampaggio con deformazione plastica (tipicamente con lastre ferrose), oppure mediante piegatura e saldatura di parti.
Questo aspetto permette di realizzare matrici 10 aventi i vantaggi delle matrici singole tradizionale, soprattutto in quanto possono avere una superficie interna laterale 11 che, almeno nella sezione secondo un piano orizzontale, à ̈ priva di spigoli, quindi tale da dare forma a prodotti di forma compatta e priva, il più possibile,di spigolosità.
Alla pluralità di matrici 10 corrisponde una pluralità di coperchi 20 atti a chiudere la parte superiore delle matrici 10 con penetrazione nella bocca superiore delle matrici 10 stesse.
Le matrici 10 sono disposte nel gruppo modulare 1 secondo un allineamento rettilineo, orizzontale e longitudinale.
Nelle figure allegate le matrici 10 sono in numero di tre; ovviamente questo numero può essere diverso.
Il gruppo modulare 1 comprende inoltre una coppia di testate 30 sostanzialmente piane e verticali, parallele tra loro, disposte alle due estremità dell’allineamento delle matrici 10, ed all’esterno di esse.
I coperchi 20 sono disposti allineati tra loro secondo un allineamento retto, orizzontale e longitudinale, ciascuno essendo in posizione verticalmente sottostante ad una rispettiva matrice 10.
Inoltre il gruppo 1 comprende mezzi atti a vincolare tra loro le matrici 10 e le testate 30 formando un gruppo monolitico, ove i componenti 10 e 30 sono vincolati solidalmente tra loro, e mezzi atti a vincolare tra loro i coperchi 20 e questi al gruppo monolitico formato dalle matrici 10 e dalle testate 30.
Preferibilmente, le matrici 10 sono unite tra loro ed alle testate 30 mediante brevi aste, preferibilmente a sezione circolare, 15 e 16 orizzontali e longitudinali le cui estremità sono solidalmente fissate alle matrici o alle testate.
In dettaglio (si veda la Fig. 3A) tra ogni coppia di matrici 10 adiacenti à ̈ previsto un gruppo di aste 15 (in numero di tre nelle figure) interposte tra le due matrici ed inserite entro fori passanti 12 orizzontali e longitudinali, ricavati nello spessore delle matrici 10 stesse; analogamente, tra ogni testata 30 e la matrice 10 prossima ad essa à ̈ previsto un gruppo di aste 16 interposte ed inserite entro fori passanti 12 orizzontali e longitudinali, ricavati nello spessore delle matrici 10 stesse ed entro fori passanti 32 ricavati nello spessore delle testate 30. Le aste 15 e 16 sono inserite a misura nei fori 12 in modo da non sporgere oltre la superficie laterale interna 11 della matrice. Le aste 15, 16, infine, sono fissate solidalmente ai fori 12, 32 entro cui sono inserite, ad esempio mediante saldatura.
Vantaggiosamente, le testate 30 sono vincolate direttamente tra loro mediante aste 17 le cui estremità sono fissate, ciascuna, ad una rispettiva testata 30. Queste aste 17 valgono a conferire un elevato grado di rigidità al gruppo monolitico delle matrici e delle testate; preferibilmente à ̈ prevista almeno un’asta 17 presso ogni angolo di testata.
Il gruppo monolitico formato dalle matrici 10 e dalle testate 30 assume quindi una forma generale esterna di parallelepipedo. Più precisamente le due testate 30 e le aste 17 individuano un parallelepipedo, all’interno del quale sono racchiuse le matrici 10. Solamente i coperchi 20 sporgono verso il basso al di sotto del piano individuato dai lati inferiori delle testate 30.Preferibilmente, le matrici 10 sono distanti tra loro, essendo separate da una luce sufficiente al passaggio di liquidi di lavaggio, per la pulitura delle varie parti.
Preferibilmente i coperchi 20 sono supportati da almeno una traversa 21 orizzontale, longitudinale, le cui estremità si estendono da una testata 30 all’altra, che supporta detti coperchi 20
Secondo una forma di attuazione, la traversa 21 à ̈ vincolata alle testate 30 con possibilità di limitati spostamenti verticali rispetto ad esse, essendo previsti mezzi elastici che spingono i coperchi 20 verso il basso rispetto alle matrici 10.
In particolare, le estremità della traversa 21 sono scorrevoli, a misura, entro due guide 33 a sviluppo verticale realizzate da fessure passanti ricavate nello spessore delle teste 30, lungo l’asse verticale mediano di esse, che partono da un punto posto al di sotto del fondo delle matrici e raggiungono il lato inferiore delle testate 30 (si veda la Fig. 7). Mediante le fessure 33, la traversa 21 à ̈ vincolata a scorrere in direzione verticale rispetto alle testate 30, senza possibilità di ruotare attorno al proprio asse longitudinale.
La traversa 21 à ̈ vincolata inoltre alle testate 30 mediante mezzi di vincolo 22, posti alle due estremità della traversa 21, che ne limitano la corsa verso il basso (si veda la Fig. 9). In particolare, ogni mezzo di vincolo 22 comprende un dischetto 221 fissato ad una rispettiva estremità della traversa 21, il quale à ̈ vincolato alla rispettiva testata 30 mediante una vite verticale di guida 222 lungo il cui stelo il dischetto 221 à ̈ libero di scorrere; la vite 222 possiede una testa 224 inferiore allargata, ed uno stelo cilindrico, filettato, all’estremità superiore, che si accoppia entro un corrispondente foro filettato ricavato attraverso un corpo di ritegno 223 fissato a sbalzo alla testata 30. La testa 224 definisce il limite inferiore della corsa verso il basso della traversa 21, rispetto alle testate 30; questa corsa può venire regolata, avvitando o svitando la vite 222 rispetto al corpo 223.
Molle 24 sono interposte tra i corpi di ritegno 223 e i dischetti 221, e definiscono dei mezzi elastici che spingono la traversa 21, e con essa i coperchi 20, verso il basso rispetto alle matrici 10, in quanto forniscono una spinta che tende ad allontanare verso il basso la traversa 21 rispetto alle testate 30.
Ogni testata 30 possiede almeno un elemento superiore atto a ricevere in appoggio ed a supportare una corrispondente testata 30 appartenenti ad un uguale gruppo modulare sovrastante, ed almeno un elemento inferiore atto a venire posto in appoggio e ad essere supportato da una corrispondente testata 30 appartenente ad un uguale gruppo modulare sottostante.
Preferibilmente, detto elemento superiore di appoggio si estende lungo il lato superiore orizzontale della testata 30, mentre l’elemento inferiore di appoggio si estende lungo il lato inferiore orizzontale della testata, e detti due lati della testata sono sostanzialmente uguali tra loro
Secondo una forma preferita (ma non esclusiva) di attuazione, la testata 30 comprende una lastra rettangolare verticale 31, i cui lati orizzontali sono ripiegati in fuori formando un bordo orizzontale sporgente superiore 34, che definisce detto elemento di appoggio superiore, ed un bordo orizzontale sporgente inferiore 35, che definisce detto elemento di appoggio inferiore.
Ogni testata 30 comprende almeno un mezzo di aggancio 40 posto presso il proprio lato inferiore, avente un gancio (od una coppia di ganci) oscillante 41 con testa ad arpione rivolta verso il basso, e sporgente verso il basso oltre l’elemento inferiore di appoggio 35 della testata stessa ed anche oltre l’elemento superiore 34 della testata sottostante, su cui la presente testata 30 à ̈ posta in appoggio.
Il gancio oscillante 41 à ̈ incernierato con un perno di cerniera 44, a due nervature verticali 36, sporgenti perpendicolarmente dalla testata 30, e la testa 410 del gancio 41 à ̈ atta ad agganciarsi appunto a detto elemento superiore 34 della testata sottostante. Quando ciò avviene, una molla di richiamo 42, che vincola il gancio oscillante 41 alla testata 30 ed agisce nel senso di tirare il gancio verso la testata, mantiene la testa 410 in posizione di aggancio stabile (come illustrata in Fig. 9). Si noti che in questa posizione, la concavità del gancio supera con piccolo gioco lo spessore del bordo superiore 34 e questo può presentare un tratto di estremità leggermente inclinato verso l’esterno e verso il basso, al fine di rendere più sicuro l’accoppiamento delle due parti quando agganciate tra loro.
I mezzi di aggancio 40 provvedono a vincolare tra loro, a due a due, i gruppi modulari 1 reciprocamente sovrapposti, in modo da impedire il reciproco allontanamento in direzione verticale.
Ogni testata 30 comprende elementi di aggancio atti a vincolare tra loro, secondo la direzione orizzontale trasversale, due testate 30 affiancate, detti elementi di aggancio orizzontale essendo conformati in modo da realizzare il vincolo a seguito di disposizione delle testate 30 in posizione affiancata.
La prima forma di attuazione, illustrata nelle figure 1-13, e la seconda forma di attuazione, illustrata nelle figure 14-16, differiscono tra loro quanto a detti elementi di aggancio orizzontale.
Nella prima forma di attuazione, ogni testata 30 comprende un elemento di aggancio maschio 51, fissato e sporgente dal lato sinistro (secondo la Fig. 12) di ciascuna testata 30, atto ad agganciarsi ad un elemento femmina 52, ed un elemento femmina 52 fissato e sporgente dal lato destro.
L’elemento 52 ha forma di profilato con generatrici verticali, avente una cavità 520 a sviluppo verticale aperta anteriormente mediante una fessura anteriore 521, la cui larghezza à ̈ minore della larghezza della cavità 520. L’elemento maschio 51 possiede un codolo 510 sporgente orizzontalmente che porta una testa allargata 511; la testa à ̈ atta a penetrare con direzione verticale nella cavità 520, mentre il suo codolo 510 à ̈ atto a passare attraverso la fessura 521; l’accoppiamento tra i due elementi avviene con movimento verticale in discesa dell’elemento maschio 51 (e della testata 30 cui à ̈ fissato) rispetto all’elemento femmina 52 e penetrazione della testa dell’uno nella cavità dell’altro.
Secondo questa forma di attuazione, l’aggancio tra le testate 30 e quindi tra i gruppi modulari 1, comporta che vi sia una discreta distanza orizzontale tra le testate stesse, tale da permettere un efficace passaggio di vapori, molto utile in fase di cottura del prodotto contenuto negli stampi.
In una seconda forma di attuazione (figure 14-16), ogni testata 30 comprende un elemento di aggancio maschio 61, fissato e sporgente dal lato sinistro (secondo la Fig. 16) di ciascuna testata 30, atto ad agganciarsi ad un elemento femmina 62, ed un elemento femmina 62 posto presso il lato destro.
L’elemento 61 comprende una piastra orizzontale 610, fissata sulla faccia superiore del bordo superiore 34 e sporgente orizzontalmente in fuori dall’angolo sinistro superiore della testata, la quale lastra porta un piolo verticale 611, rivolto verso il basso. L’elemento 62 à ̈ costituito da un foro passante ricavato nel bordo superiore 34 presso l’angolo destro, atto a ricevere a misura (con piccolo gioco) il piolo 611, quando due testate 30 sono affiancate con i rispettivi lati verticali a contatto o quasi tra loro.
L’accoppiamento tra i due elementi 61 e 62 avviene con movimento verticale in discesa dell’elemento maschio 61, e della testata 30 cui à ̈ fissato, rispetto all’elemento femmina 62 e penetrazione del piolo 611 nel foro 62.
In questa seconda forma di attuazione, l’aggancio tra le testate 30 e quindi tra i gruppi modulari 1, comporta che vi sia un sostanziale contatto tra i lati verticali delle testate stesse, al fine di realizzare una accatastamento compatto dei gruppi 1 tale da ridurre al minimo l’ingombro occupato da essi.
Ogni testata 30 comprende inoltre secondi elementi di aggancio (illustrati nella seconda forma di attuazione, ma che possono essere previsti anche nella prima forma di attuazione) atti a vincolare tra loro, secondo direzioni orizzontali, due testate 30 sovrapposte l’una all’altra a contatto tra loro, detti secondi elementi di aggancio essendo conformati in modo da realizzare il vincolo a seguito di disposizione delle testate 30 in posizioni reciprocamente sovrapposte.
In particolare, ogni testata 30 comprende un elemento di aggancio maschio 71, fissato e sporgente verso l’alto dal bordo orizzontale superiore 34 della testata 30, il quale à ̈ atto a penetrare a misura entro un corrispondente elemento femmina 72, ed un elemento femmina 72, in forma di foro passante, ricavato nel bordo orizzontale inferiore 35 della testata 30. In particolare l’elemento maschio 71 à ̈ costituito da un piolo verticale, rivolto verso l’alto fissato sul bordo superiore 34. L’elemento 72 à ̈ costituito da un foro passante ricavato nel bordo inferiore 35, posto sulla verticale del piolo 72, atto a ricevere a misura (con piccolo gioco) il piolo 72 di una testata inferiore.
L’accoppiamento tra i due elementi 71 e 72 avviene con movimento verticale in discesa della testata 30 fino ad appoggiarsi a contatto sul bordo superiore 34 di una testata inferiore.
Nell’uso, una pluralità di gruppi modulari 1 uguali vengono disposti a strati sovrapposti sopra uno speciale bancale 80 per formare una catasta (figure 12 e 14). In Fig. 12 à ̈ illustrato in modo schematico la procedura di accatastamento. L’accatastamento procede ponendo dapprima una gruppo modulare 1 alla estremità di sinistra sul bancale 80 e poi i gruppi 1 seguenti alla destra dell’ultimo gruppo 1 posto in posizione.
Terminata ogni fila, si ricomincia a disporre su questa una fila superiore a partire da sinistra verso destra. Ogni gruppo 1, mentre viene disposto in catasta alla destra di un gruppo 1 precedente, viene anche vincolato a questo mediante i detti elementi di aggancio 51, 52, che mantengono i gruppi 1 vincolati in direzione orizzontale trasversale.
Il contatto tra due elementi 51, 52 reciprocamente associati determina anche la distanza tra i bordi laterali verticali 37 di due testate adiacenti. Tale distanza à ̈ scelta in modo tale da lasciare tra le testate un’intercapedine sufficientemente grande da favorire la circolazione del vapore, dell’aria o dell’acqua calda, durante le fasi di cottura della carne, e dell’aria e/o dell’acqua fredda, durante le fasi di raffreddamento.
L’accatastamento dei gruppi 1 secondo la seconda forma di attuazione avviene sostanzialmente allo stesso modo.
Anche in questo caso (Fig. 14), ogni gruppo 1, mentre viene disposto in catasta alla destra di un gruppo precedente, viene anche vincolato a questo mediante i detti elementi di aggancio 61 i quali penetrano nei fori 62 della testata del gruppo precedentemente disposto in catasta. I gruppi 1 vengono così vincolati in direzione orizzontale trasversale.
Durante il movimento verticale di un gruppo in appoggio sopra un altro, si provvede anche ad infilare i pioli 71 del gruppo 1 sottostante all’interno dei fori passanti 72 del gruppo 1 sovrastante, in modo da realizzare un accoppiamento bilaterale che li vincola reciprocamente in direzione orizzontale, aumentandone sensibilmente la stabilità.
Nel sovrapporre un gruppo 1 verticalmente al di sopra di un altro, i coperchi 20 del gruppo sovrastante penetrano nella bocca delle matrici 10 del gruppo sottostante, sino a venire a contatto e quindi comprimere il prodotto P posto all’interno di queste. La reazione prodotta dalla compressione della carne, spinge i coperchi 20 verso l’alto, eventualmente vincendo la spinta delle molle 24.
Per vincolare tra loro i due gruppi sovrapposti occorre (con mezzi meccanici) spingere il gruppo sovrastante verso il basso, vincendo la spinta delle molle 24, fino a realizzare l’accoppiamento a scatto del gancio oscillante 41 con il bordo superiore 34 della testata 30 sottostante (Fig. 10B), quando questo viene a contatto o quasi con il bordo inferiore 35 della testa sovrastante. Questo accoppiamento a scatto avviene automaticamente a seguito dell’abbassamento in direzione verticale del gruppo sovrastante; dapprima, il lato inclinato 41a del gancio 41scivola scorrendo contro l’estremità esterna 34a del bordo 34, producendo una leggera divaricazione angolare del gancio 41 (con rotazione attorno alla cerniera 44) (vedere figura 10A); poi. Quando il bordo inferiore 35 della testata sovrastante si appoggia sul sottostante bordo 34, l’arpione del gancio 41 scatta richiamato dalla molla 42, al di sotto dell’estremità 34a (Fig. 10B).
Naturalmente l’aggancio dei due mezzi di aggancio 40 sulle due testate 30 dello stesso gruppo 1, avviene in modo simultaneo.
Lo sganciamento dei due gruppi modulari 1 può essere ottenuto, quando à ̈ necessario, mediante l’azionamento, manuale o automatico, dei ganci oscillanti 41 nel senso di riportarli in posizione di rilascio e quindi liberare l’aggancio.
Una volta sovrapposti i due gruppi modulari 1, e vincolati tra loro mediante i mezzi 40, i coperchi 20 vengono spinti verso l’interno delle rispettive matrici dall’azione delle molle 24. Infatti, grazie ai dischetti 221 che possono scorrere sulle viti di guida 222, la compressione delle molle 24 spinge i coperchi 20 nel senso di comprimere ulteriormente la carne contenuta nelle matrici 10.
Una eventuale spinta verso l’alto che ricevesse un gruppo 1 da parte del gruppo sottostante, non produrrebbe comunque un allontanamento reciproco tra i due gruppi in quanto gli stessi sono vincolati tra loro in direzione verticale dai mezzi di aggancio 40.
I gruppi 1 vengono accatastati tra loro dopo che le rispettive matrici 10 sono state caricate opportunamente con i prodotti da formare.
Oppure, le matrici 10 dei gruppi 1 vengono caricate con i rispettivi prodotti, man mano sono state disposte nella rispettiva posizione della catasta.
In particolare, nella cavità di ciascuna matrice 10 viene inserito un involucro impermeabile, chiuso ermeticamente, contenente carne sottovuoto. Per realizzare il c.d. “calo peso†, si lascia vuota una porzione dell’involucro, eccedente quella necessaria per contenere la carne, la quale viene lasciata sporgere esternamente alla concavità della matrice 2, nello spazio compreso tra due matrici 10 adiacenti affiancate.
Grazie ai moduli 1 secondo l’invenzione, la pila finale risulterà molto compatta e stabile, grazie all’accoppiamento tra gli elementi 51 e 52 oppure gli elementi 61 e 62, che garantisce la stabilità trasversale tra ciascuna coppia di moduli 1 sovrapposti, e grazie all’accoppiamento dei pioli 71 e dei rispettivi fori 72 che garantisce la stabilità trasversale tra ciascuna coppia di gruppi modulari 1 affiancati, e grazie ai ganci oscillanti 41 che bloccano in senso verticale ciascuna coppia di moduli 1 sovrapposti.
Il vincolo bilaterale tra i fori passanti 72 ed i pioli 71 garantisce il corretto posizionamento reciproco ed un’elevata stabilità trasversale del gruppo modulare 1 superiore rispetto a quello inferiore.
Queste caratteristiche rendono la pila anche facile da movimentare e da trasportare, in quanto permettono di utilizzare sistemi di movimentazione, più o meno automatici, relativamente semplici.
Gli stessi risultati potrebbero essere ottenuti anche con gruppi modulari 1 realizzati secondo forme costruttive leggermente diverse.
Ad esempio, gli elementi di aggancio 61 potrebbero essere collocati nella parte bassa delle testate 30, rivolgendo i pioli 611 verso l’alto.
Inoltre, secondo una diversa forma di attuazione, la traversa 21, che porta i coperchi 20, à ̈ fissata alle testate 30 ed à ̈ resa solidale alle rispettive matrici 10. Ovviamente ai gruppi modulari 1 come sopra descritti, un tecnico del settore potrà apportare ulteriori modifiche tecnico-applicative, senza per questo uscire dall’ambito dell’invenzione come sotto rivendicata.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Gruppo modulare per la formatura di prodotti di forma compatta, caratterizzato dal fatto che comprende: una pluralità di matrici (10) concave, atte, ciascuna, a contenere e dare forma ad un prodotto la cui dimensione massima non supera di tre volte la sua dimensione intermedia, aventi concavità rivolta verso l’alto, dette matrici (10) essendo fabbricate in modo singolo ed essendo successivamente unite solidalmente tra loro, disposte secondo un allineamento retto, orizzontale e longitudinale; una coppia di testate (30) sostanzialmente piane e verticali, parallele tra loro, disposte alle due estremità dell’allineamento delle matrici (10), ed all’esterno di esse, una pluralità di coperchi (20) atti a chiudere la bocca delle matrici (10), disposti allineati tra loro secondo un allineamento retto, orizzontale e longitudinale, mezzi (15, 16, 17) atti a vincolare tra loro dette matrici (10) e/o dette testate (30), formando un gruppo monolitico, e mezzi (21, 33) atti a vincolare tra loro detti coperchi (20) e questi al gruppo monolitico formato dalle matrici e dalle testate.
  2. 2. Gruppo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la superficie interna laterale delle matrici, almeno nella sezione secondo un piano orizzontale, Ã ̈ priva di spigoli.
  3. 3. Gruppo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che le matrici (10) di ciascun gruppo sono unite tra loro ed alle testate (30) mediante brevi aste orizzontali e longitudinali (15, 16) le cui estremità sono solidalmente fissate alle matrici (10) o alle testate (30).
  4. 4. Gruppo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che le matrici 10 sono unite a distanza tra loro.
  5. 5. Gruppo secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che comprende almeno una traversa (21) orizzontale longitudinale, le cui estremità si estendono da una testata (30) all’altra, che supporta detti coperchi (20) ove detta traversa (21) à ̈ vincolata alle testate (30) con possibilità di limitati spostamenti verticali rispetto ad esse, essendo previsti mezzi elastici (24) che spingono i coperchi (20) verso il basso rispetto alle matrici (10).
  6. 6. Gruppo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che i coperchi (20) sono in posizione verticalmente sottostante, ciascuno, ad una rispettiva matrice (10).
  7. 7. Gruppo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che ogni testata (30) presenta almeno un elemento superiore (34) atto a ricevere in appoggio ed a supportare una corrispondente testata (30) appartenenti ad un uguale gruppo modulare sovrastante, ed almeno un elemento inferiore (35) atto a venire posto in appoggio e ad essere supportato da una corrispondente testata (30) appartenente ad un uguale gruppo modulare sottostante.
  8. 8. Gruppo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che l’elemento superiore di appoggio (34) si estende lungo il lato superiore orizzontale della testata (30), mentre l’elemento inferiore di appoggio (35) si estende lungo il lato inferiore orizzontale della testata (30), e detti due lati della testata (30) sono sostanzialmente uguali tra loro.
  9. 9. Gruppo secondo la rivendicazione1, caratterizzato dal fatto che ogni testata (30) comprende almeno un mezzo di aggancio (40), sganciabile, avente un gancio (41) con testa ad arpione rivolta verso il basso, e sporgente rispetto al proprio elemento inferiore di appoggio (35) atto ad agganciarsi all’elemento di appoggio superiore (34) di una corrispondente testata (30) appartenente ad un uguale gruppo modulare sottostante, i mezzi di aggancio (40) vincolando tra loro a due a due i gruppi modulari (1) reciprocamente sovrapposti, in modo da impedire il reciproco allontanamento in direzione verticale.
  10. 10. Gruppo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che ogni testata (30) comprende primi elementi di aggancio (51, 52, 61, 62) atti a vincolare tra loro, secondo la direzione orizzontale trasversale, due testate (30) affiancate, detti primi elementi di aggancio orizzontale essendo conformati in modo da realizzare il vincolo a seguito di disposizione delle testate (30) in posizione affiancata.
  11. 11. Gruppo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che ogni testata (30) comprende secondi elementi di aggancio (71, 72) atti a vincolare tra loro, secondo direzioni orizzontali, due testate (30) sovrapposte l’una all’altra a contatto tra loro, detti secondi elementi di aggancio essendo conformati in modo da realizzare il vincolo a seguito di disposizione delle testate (30) in posizione reciprocamente sovrapposte.
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