ITPN20060027A1 - "espulsore applicabile a cassetti per mobili ed affini" - Google Patents

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ITPN20060027A1
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    • E05LOCKS; KEYS; WINDOW OR DOOR FITTINGS; SAFES
    • E05CBOLTS OR FASTENING DEVICES FOR WINGS, SPECIALLY FOR DOORS OR WINDOWS
    • E05C19/00Other devices specially designed for securing wings, e.g. with suction cups
    • E05C19/16Devices holding the wing by magnetic or electromagnetic attraction
    • E05C19/165Devices holding the wing by magnetic or electromagnetic attraction released by pushing in the closing direction
    • AHUMAN NECESSITIES
    • A47FURNITURE; DOMESTIC ARTICLES OR APPLIANCES; COFFEE MILLS; SPICE MILLS; SUCTION CLEANERS IN GENERAL
    • A47BTABLES; DESKS; OFFICE FURNITURE; CABINETS; DRAWERS; GENERAL DETAILS OF FURNITURE
    • A47B88/00Drawers for tables, cabinets or like furniture; Guides for drawers
    • A47B88/40Sliding drawers; Slides or guides therefor
    • A47B88/453Actuated drawers
    • A47B88/46Actuated drawers operated by mechanically-stored energy, e.g. by springs
    • A47B88/463Actuated drawers operated by mechanically-stored energy, e.g. by springs self-opening

Description

Domanda di brevetto per invenzione industriale dal titolo: “ESPULSORE APPLICABILE A CASSETTI PER MOBILI ED AFFINI"
Il presente trovato ha per oggetto un particolare tipo d’espulsore applicabile a cassetti per mobili ed affini costituito fondamentalmente da due elementi scorrevoli relativamente fra loro uno internamente all’altro. Detti elementi scorrevoli l'uno entro l'altro essendo movimentati da una molla in possibile compressione o trazione. Il loro movimento essendo comandato da una “camma” provvista di un nottolino sporgente che scorre in una cava idonea ricavata nell'elemento scorrevole interno ed applicata entro una cavità praticata sull’elemento scorrevole esterno.
Sono comunemente noti i vari tipi di sistemi d’espulsione e o ammortizzazione soprattutto per l’apertura e la chiusura di cassetti, essi risultano costituiti da una eccessiva pluralità di pezzi ed una complicazione costruttiva notevole. Esempio di questo sono i vari tipi di sistemi costituiti da motori elettrici che espellono i cassetti per alcuni centimetri in maniera nota e complessa, complessa in quanto questi sistemi necessitano di collegamenti alla rete elettrica, l’uso appunto di motori e di riduttori per detti motori, la loro installazione, anch’essa molto complessa, e la conseguente relativa affidabilità nel loro funzionamento. Non di meno, la corsa d'espulsione risulta breve e non sempre efficace dal punto di vista estrattivo del cassetto, Non solo, ma sono anche in uso sistemi d’espulsione ed ammortizzazione nell'estrazione e conseguente reintroduzione dei cassetti nei mobili che sono costituiti da un notevole numero di pezzi. Detti espulsori spesso inoltre sono solo considerabili come elementi di richiamo e/o ritegno che richiamano e/o trattengono i cassetti non proprio ammortizzandone la loro corsa in estrazione od introduzione, ma che agiscono sui cassetti con una forza, soprattutto in richiamo, impulsiva e quindi non costante ed omogenea dando spesso inconvenienti all’utilizzatore. Spesso, il cassetto in uscita ed in entrata risulta, nel tratto iniziale di corsa, accelerare in maniera repentina la sua corsa, con conseguenti inconvenienti per l’utilizzatore quali il rischio più evidente e banale di rimanere con le dita incastrate tra cassetto e mobile.
Non ci si dilunga ulteriormente a descrivere limitazioni e difetti dei sistemi convenzionali d’espulsione od “apertura" dei cassetti in quanto noti e risaputi
Scopo del presente trovato è quindi quello di ovviare ai summenzionati inconvenienti noti e ciò è ottenuto con il presente espulsore che forma oggetto del presente trovato.
Per meglio comprendere le caratteristiche ed i vantaggi di tale trovato, nonché i vantaggi utilizzativi, il tutto in una preferita forma realizzativa ed a solo titolo esemplificativo e non limitativo viene qui di seguito descritto con riferimento ai disegni allegati in cui:
- la figura 1 mostra una vista prospettica di uno degli espulsori evidenziante la cavità contenente la "camma” di comando della corsa dell’estrattore comprensiva della detta camma;
- la figura 2 è la medesima vista prospettica di figura 1 in cui è stata tolta la “camma” di comando per evidenziare la cavità di scorrimento della parte di camma che in essa scorre; - la figura 3 illustra, in vista prospettica, la “camma” di comando evidenziandone la sua conformazione;
- la figura 4 illustra le successioni delle fasi, peraltro note, di movimentazione della camma di figura 3;
- la figura 5 mostra con una vista laterale l'espulsore con molla a compressione in tutte le sue fasi di movimentazione numerando le fasi in modo progressivo con riferimento alle fasi di figura 4.
- la figura 6 mostra sempre in vista laterale un espulsore con molla a trazione che come l'espulsore di figura 5 evidenzierà tutte le fasi di movimentazione numerandole in modo progressivo con riferimento alle fasi di figura 4;
- la figura 7 è una vista ulteriore dell’espulsore di figura 5 che evidenzia tutte le fasi di movimentazione, ma con applicata una idonea piastra per il suo fissaggio a mobili: - la figura 8 è anch’essa una vista dell’espulsore di figura 6 che evidenzia le stesse piastre applicate all'espulsore di figura 7.
Si fa rilevare che i particolari comuni verranno richiamati con gli stessi riferimenti numerici
Con particolare riferimento a figura 1 si noterà l’espulsore 1 costituito da un elemento tubolare, preferibilmente a sezione quadrangolare, esterno 11 che contiene al suo interno un secondo elemento parallelepipedo 12 con sezione quadrangolare di dimensione idonea alla sua introduzione longitudinale all’interno dell’elemento tubolare 11 suddetto.
Sempre da figura 1 si rileverà che su una faccia dell’elemento tubolare 11 sarà praticata una cavità passante 13, opportunamente conformata, per l'alloggiamento della “camma” 14 al suo (13) interno. Risulta evidente, già da figura 1 , in seguito nella descrizione anche dalle altre figure, che la “camma” 14 che è introdotta nella cavità passante 13 risulta senza alcun tipo di perno, in quanto la cava 13 stessa mantiene in guida ed in posizione stabile e corretta la detta “camma” 14.
In figura 2 l’espulsore 1 sarà illustrato senza la “camma” 14 ed evidenzierà la cavità 121 , di seguito sommariamente descritta in quanto nota, ricavata su una superficie di una delle facce longitudinali dell’elemento parallelepipedo 12.
L'importanza della cavità 121 sarà dovuta al fatto essa può considerarsi divisibile in due zone, ovvero una prima zona cava che in definitiva realizza la corsa dell’espulsore e sarà dovuta al suo tratto rettilineo 121a e posteriore alla seconda zona cava 12 1 b che realizza tutti i punti di blocco e sblocco della camma 14. I due tratti 121a e 12 1 b realizzano nel loro insieme come suesposto la cavità 121.
In figura 3 si evidenzia la conformazione della “camma” 14 che risulta essere formata da una parte circolare 141 , cui si unisce un tratto rettilineo 142 all’estremità opposta del quale si diparte un breve tratto ad essa (142) ortogonale 143 che andrà ad impegnarsi nella cavità 121 dell’elemento parallelepipedo 12 come di seguito descritto.
Prima di passare alla descrizione completa dell’espulsore con molla per trazione o compressione e del suo funzionamento si fa riferimento alla figura 4 in cui sono evidenziate le varie fasi di movimentazione, peraltro note, della camma 14 con il suo tratto 143 entro la cavità 121 dell'elemento parallelepipedo 12 che sono divise in 8 fasi. Partendo dalla posizione che corrisponde alla fase 1 , in cui l’espulsore risulta tenere in posizione di chiusura l’eventuale cassetto, all’altra fase 2 che si ottiene dopo una breve pressione sul cassetto che trasmette il breve movimento all'espulsore e muove la camma 14 ed il suo tratto 143 verso una prima posizione di sgancio del tratto 143 dall’ancoraggio previsto nella cavità 121 (tratto 121b). Determinato, in fase 2, lo sgancio del tratto 143 della camma 14 si passerà attraverso la fase 3 in cui il detto tratto 143 scorrerà per un ulteriore breve tratto (1 21 b), quindi si passerà alla fase 4, in cui il tratto 143 inizierà a scorrere entro un tratto di cavità orizzontale (tratto 121a) discretamente lungo, la cui lunghezza sarà pari a circa la lunghezza d’espulsione che si determinerà nella fase 5. Alla fine della fase 5 avremo l’espulsione totale del cassetto per tutta la lunghezza dell'espulsore, Per ottenere la chiusura del cassetti si passerà dalla fase 5 alla fase 6 in cui si vedrà che il tratto 143 della “camma” 14 ripercorrerà a ritroso il cammino fatto per tutto il tratto 121a orizzontale della cavità dell’elemento 12 paralleleipedo, quindi si passera alla fase, 7 in cui il tratto 143 della “camma” 14 inizierà a salire, entro il tratto 121b della cavità 121 , lungo un piano opportunamente inclinato al termine del quale si avrà la fase 8 che permetterà di tornare alla posizione 1 della fase 1 , cioè alla chiusura del cassetto.
Con riferimento alle figure 5, 6, 7 e 8 si noteranno tutte le fasi di movimentazione dell'espulsore 1 ed i singoli movimenti dei suoi componenti corrispondenti alle fasi e posizioni di figura 4, inoltre si fa rilevare che in dette figure sono evidenziate le molle M ed M1 applicate per imprimere i movimenti necessari all’espulsione dopo che l’operatore con la sua mano li avrà inizializzati.
Si precisa che le molle M ed M1 potendo lavorare sia in compressone che in trazione non vengono discusse nelle seguenti figure e nelle descrizioni delle fasi di estrazione, si preciserà solo inizialmente che le fasi di movimentazione ed il raggiungimento delle varie posizioni da parte dell’estrattore sarà dovuto alle suesposte molle M ed M1. Inoltre, nelle figure allegate le molle M ed M1 sono schematizzate interrotte per semplicità rappresentativa. Riferendoci quindi alle suesposte figure si noterà che precisamente nella posizione 1 si avrà l'espulsore 1 in una posizione che nel caso di applicazione ad un cassetto C sarà di chiusura del medesimo cassetto C (fase 1) cioè una posizione in cui il tratto 143 della camma 14 sarà in posizione di ancoraggio entro la cavità 121 (tratto 12 1 b) dell’elemento 12. Nella seguente posizione 2 si schematizza una mano che si avvicina ed appoggia alla porzione di frontale di cassetto C e che pone in movimentazione per pochi decimi di millimetro l’elemento 12 dell’espulsore 1 al fine di applicarvi una discreta pressione che sposterà il tratto 143 della "camma" 14 all’interno della cavità 121 (tratto 12 1 b) in una posizione in cui rilasciando il cassetto, ovvero togliendo la pressione sul frontale del cassetto, questo inizierà ad uscire, cioè inizierà l'estrazione del detto cassetto (fase 2). Conseguentemente la posizione 3 illustrerà la mano che si allontana e l’elemento 12 (fase 3) inizierà a scorrere in un primo breve tratto (tratto 12 1 b) , comandato dal tratto 143 della camma 14 che scorre nella cavità 121 (tratto 12 1 b) dell’elemento 12 e quindi nella conseguente posizione. Passati alla posizione 4 e 5 (fase 4 e 5) si noterà che l’elemento 12 inizierà a scorrere entro l'elemento tubolare 11 sino alla fine della cavità 121 (tratto 121a) , dell’elemento 12, e quindi avremo la completa espulsione del cassetto C.
A questo punto la posizione 6 indicherà l’espulsore 1 completamente esteso e quindi il cassetto C staccato dal medesimo espulsore 1 , precisamente dall’elemento parallelepipedo 12.
Si precisa che l’elemento di unione o distacco tra cassetto ed espulsore potrà essere costituito da un magnete Ma come nelle figure illustrato oppure da dei sistemi di aggancio elastici di tipo noto illustrati e non numerati nelle figure allegate.
Chiaramente il cassetto per venire richiuso seguirà le fasi da 5 a 8 per ritornare alla posizione di fase 1 non descritte ed illustrate per brevità descrittiva, ma chiare nel concetto di funzionamento grazie ai disegni schematici.
Si fa rilevare per inciso che il principio di funzionamento dell’estrattore 1 potrà avvenire egualmente con molle M a compressione o trazione come evidenziato nelle figure 5, 6, 7 e 8.
Inoltre si evidenzia ulteriormente che la lunghezza della corsa d’espulsione del cassetto o di qualsivoglia elemento cui l’espulsore è applicato è realizzata e dovuta alla parte di cavità 121a della cavità 121 e sarà questa (121a) che variando la sua lunghezza varierà la lunghezza d’espulsione.
Si fa rilevare che gli espulsori evidenziati nelle figure 5, 6, 7 e 8 sono rappresentati sé stanti od uniti con piastre P per il loro fissaggio a qualsiasi tipo di mobile o quant’altro, chiaramente altri mezzi equivalentidi fissaggio essendo inoltre previsti.
Particolarmente nelle figure 5 e 7 si noterà che l'espulsore 1 "lavorerà” con una molla M in compressione e sarà quindi molto sottile e permetterà comunque una notevole corsa.
Nelle figure 6 e 8 invece si evidenzierà che l’espulsore 1 “lavorerà” con una molla M1 a trazione, detto sistema d’applicazione risulterà essere meno “sottile” del precedente, ma più corto e realizzerà, sempre con lo stesso principio di funzionamento, una maggiore corsa dell’espulsore 1 rispetto all’espulsore a compressione. Si evidenzia inoltre, con particolare riferimento alla figura 1 , che la “camma” 14 risulta priva di perno di rotazione, infatti questo è stato eliminato grazie alla realizzazione, nell’elemento tubolare 11 , di una cava 13, che (13) terrà in “guida” la “camma” 14 senza l’esigenza di un perno di rotazione e posizionamento, non di meno di fissaggio della medesima (14) al corpo dell’estrattore 1 , tutto quanto suesposto comporta la diminuzione di pezzi e quindi una notevole diminuzione dei costi per realizzare gli espulsori.
Il suesposto sistema quindi permette di realizzare espulsori 1 con costi limitati per l’impiego di un numero inferiore di pezzi, con conseguenti costi di manodopera notevolmente inferiori, inoltre gli espulsori cosi realizzati saranno di dimensioni notevolmente ridotte ed applicabili in posizioni ed a soluzioni cui i tradizionali espulsori non possono essere impiegati.
Il vantaggio finale notevole e principale risulta essere un notevole aumento della corsa di estrazione che con i convenzionali estrattori non si ottiene essendo limitata allo spazio ricavabile dalla camma.
Ben si comprende che queste ed altre varianti potranno comunque venire apportate al presente trovato senza peraltro uscire dal'ambito di quanto descritto e di seguito rivendicato e quindi dal dominio di protezione della presente privativa industriale.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Espulsore applicabile a cassetti per mobili ed affini caratterizzato dal fatto di essere costituito da un elemento tubolare quadrangolare 11 , entro cui scorre un elemento parallelepipedo 12 provvisto di una cavità 121 , detta cavità essendo costituita da due cavità conseguenti e collegate: la ( 121 a) essendo orizzontale e realizzando la corsa dell’espulsore, mentre la ( 121 b) risulta conformata in modo noto per effettuare l’aggancio e lo sgancio della “camma” (14); sul detto elemento tubolare quadrangolare (11) essendo prevista una cavità (13) di alloggiamento di una camma (14) che con il suo tratto (143) scorrente nella cavità (121) definisce, grazie al tratto di cavità (121a) la corsa dell’elemento parallelepipedo (12), detta corsa sia essa ottenuta con una molla M a compressione o con una molla (M1) trazione,
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