ITPI20070080A1 - Barriera antirumore con struttura portante verticale non a vista - Google Patents

Barriera antirumore con struttura portante verticale non a vista Download PDF

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ITPI20070080A1
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Giampaolo Tizzoni
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C Ei S Costruzioni Edili Strad
Giampaolo Tizzoni
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Description

Descrizione a corredo della domanda di brevetto per invenzione industriale dal titolo BARRIERA ANTIRUMORE CON STRUTTURA PORTANTE VERTICAUE NON A VISTA
DESCRIZIONE
La presente invenzione riguarda il settore tecnico relativo alla costruzione di barriere antirumore. In particolare l’invenzione è relativa al settore tecnico della produzione di barriere per autostrade o strade o simili, atte a delimitare la strada o una determinata area.
Sono note barriere antirumore, particolarmente utilizzate nelle autostrade, realizzate in acciaio, in cemento, in vetro o in altri materiali, che spesso hanno un grado di insonorizzazione non adeguato.
Il materiale ad oggi utilizzato presenta diversi inconvenienti. In primo luogo ha una capacità di fonoassorbenza non adeguata e mai, in ogni caso, è tale da potere essere lavorato con scanalature o altri incisioni. Le barriere costituite da pannelli di metallo sono infatti prestampate, ma non possono essere modellate oltre un certo limite. Inoltre dette barriere vengono normalmente realizzate sul posto con ciò aumentando notevolmente sia i costi di installazione sia il tempo di completamento dell’opera.
Inoltre dette barriere sono costituite da una serie di pannelli montati gli uni sugli altri e poi affiancati gli uni agli altri, separati e trattenuti da elementi portanti verticali che restano a vista.
Le barriere antirumore in commercio hanno le strutture portanti in vista costituite da montanti verticali che si ripetono a intervalli costanti (3-4-5 m) per tutto il tratto in cui sono installate. Questi montanti a vista presentano inconvenienti dal punto di vista estetico in quanto non consentono di realizzare barriere continue decorate o meno, sia dal punto di vista della sicurezza stradale in quanto rinterruzione verticale interrompe lo sguardo di chi guida e può risultare pericoloso. Infatti da uno studio di un gruppo di psichiatri-psicologi risulta che i pannelli tradizionali abbiano un effetto distraente, in particolare su soggetti che possiedono la patente di guida e continuano a guidare pur essendo affetti da patologie a carico del sistema nervoso centrale che hanno intaccato le aree cerebrali che presiedono al controllo dei meccanismi attentivi (traumi cranici, patologie degenerative, Alzheimer, ecc.). Tali patologie comportano l’uso di farmaci che, associati a stanchezza o in concomitanza a determinati stimoli visivi possono provocare una significativa riduzione della capacità di concentrazione e quindi fungere da elemento capace di accentuare la pericolosità. Tutto ciò si verifica anche e soprattutto per quei soggetti normali che si mettono alla guida avendo fatto uso di sostanze stupefacenti, quali alcool, cocaina o altre, o uso inadeguato di sostanze psicotrope, quali ansiolitici o stimolanti, questo perché il campo visivo non si focalizza nella direzione della guida, in senso facilitante il moto, ma si presenta allargato per cui Γ effetto dei montanti verticali che si susseguono a ritmo costante e in opposizione al senso di marcia è una variabile fortemente disturbante in grado di suscitare reazioni chce possono corroborare la pericolosità per la guida.
Scopo della presenta invenzione è quello di risolvere i suddetti ed altri inconvenienti realizzando barriere in un unico materiale omogeneo, attraverso pannelli preassemblati e senza i montanti verticali, avente le caratteristiche descritte nelle rivendicazioni principali. Altre caratteristiche dell’ invenzione sono oggetto delle rivendicazioni dipendenti.
I vantaggi che derivano dalla presente invenzione consistono essenzialmente in ciò. L’ uso di un unico materiale omogeneo e in particolar modo l’uso del calcestruzzo cellulare autoclavato consente di potere realizzare barriere omogenee, con elevate caratteristiche fonoattenuanti e fonoassorbenti, grazie alla microporosità del materiale impiegato. Detto materiale viene generalmente usato in edilizia per realizzare tamponamenti o divisori di edifici, ma non è mai stato utilizzato a questo scopo. Si tratta di un materiale che facilmente può essere lavorato, anche con scanalature in opera, per cui si presta ad un design su richiesta del committente, design che grazie alle scanalature aumenta notevolmente le caratteristiche di fonoassorbenza. Altro vantaggio è rappresentato dal fatto che, sempre grazie alle caratteristiche di lavorabilità del materiale, è possibile inserire quale ultimo pannello della barriera antirumore un riduttore di rumore trapezoidale, ovvero un pannello trapezoidale con faccia inclinata verso la sorgente del rumore che migliora le caratteristiche fonoattenuanti. Altro vantaggio è rappresentato dal preassemblaggio di pannelli in calcestruzzo cellulare autoclavato. Usualmente i pannelli armati in calcetruzzo cellulare autoclavato vengono usati in edilizia per tamponamenti di edifici e vengono posati in opera singolarmente, uno ad uno, ancorati a struttura portante e incollati l’uno sull’altro. L’invenzione comprende invece un preassemblaggio di più pannelli in modo da realizzare già in stabilimento la parete, ovvero il pannello preassemblato, da porre successivamente in opera, il che velocizza notevolmente la posa in opera finale visto che la destinazione prevalente è in stradeautostrade dove la necessità di interruzione del traffico per il minor tempo possibile è un elemento molto importante. I pannelli preassemblati costituiscono una barriera omogenea al rumore in quanto sono dotati di profilo maschio-femmina di incastro tra un pannello e l’altro. Ulteriore e maggiore vantaggio è rappresentato dal fatto che la struttura portante delle barriere antirumore non è in vista, ma rimane incassata nei pannelli stessi per cui si ha una completa orizzontalità visiva che può essere accentuata anche con particolari scanalature di design. La realizzazione di una barriera la cui orizzontalità non fosse pregiudicata dalle interruzioni a intervalli costanti dei montanti verticali è ottenuta in quanto la struttura portante è inglobata all’intemo del pannello stesso. Ciò consente di ottenere un miglior impatto estetico in quanto la barriera continua, senza interruzioni dei montanti, costituisce come un foglio bianco su cui disegnare, grazie alla lavorabilità del materiale. Nel caso di barriere antirumore non in luoghi di viabilità ma ad esempio per schermare fonti di rumore di industrie la barriera in oggetto grazie al design effettuato con scanalature su richiesta e grazie all’uso anche di più colori può costituire un elemento architettonico decorativo e di immagine oltre che una semplice barriera antirumore. La barriera così realizzata consente anche di migliorare la sicurezza stradale, in quanto non sussistendo interruzioni verticali non si rischia di distrarre il guidatore o, peggio, di scatenare in particolari soggetti reazioni disturbanti.
Questi ed ulteriori vantaggi e caratteristiche della presente invenzione saranno più e meglio compresi da ogni tecnico del ramo dalla descrizione che segue e con l’ausilio degli allegati disegni dati a scopo esemplificativo e non esaustivo, nei quali:
La FIG.1 mostra una barriera antirumore continua, in particolare si nota come la barriera acustica è composta da elementi modulari (1) prefabbricati e accostati in aderenza gli uni gli altri. Il modulo, mostrato in FIG. 2, è un elemento prefabbricato costituito dalFassemblaggio in stabilimento dei seguenti elementi:
• Pannelli prefabbricati in calcestruzzo cellulare autoclavato;
• Elementi strutturali in acciaio ;
• Getto di completamento.
La Fig. 3 mostra un riduttore di rumore trapezoidale come ultimo pannello della barriera antirumore (3) che migliora le caratteristiche fonoattenuanti.
La Fig. 4 mostra il profilo maschio-femmina in corrispondenza dei giunti orizzontali dei singoli componenti dei pannelli in calcestruzzo cellulare.
La Fig. 5 mostra il montaggio degli elementi strutturali in acciaio di una barriera monoblocco. La Fig. 6 mostra l’esploso di montaggio dei tiranti verticali.
La Fig. 7 mostra la struttura portante della barriera costituita da due montanti verticali che sostengono staticamente Finterò sistema in opera.
La Fig.8 mostra una tipologia di collegamento fra modulo e modulo.
La Fig.9 mostra una diversa tipologia di collegamento fra modulo e modulo.
La Fig. 10 mostra un’ulteriore tipologia di collegamento fra modulo e modulo.
La Fig.11 mostra una prospettiva della barriera composta, costituita da più pannelli assembrabili tra loro.
La Fig.12 mostra il modulo base di una barriera composta.
La Fig.13 mostra il modulo aggiuntivo di una barriera composta.
La Fig.14 mostra un esploso della fase di assemblaggio di una barriera composta.
La Fig. 15 mostra la giunzione fra modulo base e modulo aggiuntivo tramite collegamento interno.
La Fig. 16 mostra la giunzione fra modulo base e modulo aggiuntivo tramite collegamento scorrevole.
La Fig.17 mostra la fase di assemblaggio di una barriera composta con un collegamento scorrevole.
Con riferimento alle figure degli allegati disegni, una barriera (101) di Fig. 1 in conformità dell’ invenzione è composta dal montaggio in opera di elementi modulari (1) prefabbricati accostati in aderenza gli uni agli altri. Detto accostamento può essere realizzato come illistrato in fig. 8 o in fig. 10 e nei tratti in curva come da fig. 9. La barriera ha uno sviluppo variabile sia in lunghezza che in altezza a seconda delle esigenze acustiche del tratto stradale e del territorio. Il montaggio avviene su cordolo di fondazione realizzato in opera, adeguatamente dimensionato in base alle caratteristiche geometriche della barriera, del luogo di installazione e del terreno. Il cordolo segue l altimetria del tracciato stradale in modo tale che I moduli della barriera appoggino sempre su un piano orizzontale compensando le variazioni altrimetriche con variazioni di quota da modulo a modulo.
Nel prosieguo della presente descrizione con il termine “elemento” o “elemento modulare” si intende fare riferimento ad un corpo costituito da una serie di pannelli, posizionati l’uno sopra l’altro e solidali tra loro (1); con il termine “pannello” si intende fare riferimento al singolo pannello (2) che costituisce insieme agli altri un elemento. La barriera (101) è il risultato dell’insieme di più elementi (1).
I pannelli (2) sono realizzati su progetto in diverse dimensioni, con altezza variabile da cm 60 a 75 cm lunghezza variabile da cm 50 a cm 600 e spessore da cm 24 a cm 50, in maniera tale da costituire barriere antirumure per ogni tipo di tracciato con qualunque raggio di curvatura e pendenza. Gli elementi, mantenendo le stesse variazioni di lunghezza e spessore possono avere un’altezza variabile da 120 cm. a 500/600 cm.
Detti elementi sono datati di incastro maschio-femmina in corrispondenza del giunto verticale di separazione tra un modulo e l’altro, per eliminare punti di discontinuità della barriera acustica e al contempo, consentire in fase di montaggio un più facile allineamento verticate dei moduli.
Per migliorare le caratteristiche fonoattenuanti può essere inserito superiormente un pannello trapezoidale con l’inclinazione rivolta nella direzione della fonte rumorosa: riduttore di rumore trapezoidale.
Con riferimento alla figura 1, l’invenzione riguarda una barriera (101) o una qualsiasi parete o muro di recinzione, realizzata con uno o più elementi (1) accostati in aderenza l’uno all’altro con elementi di congiunzione non visibili esternamente, in cui ogni elemento (1) è costituito da due o più pannelli realizzati in materiale omogeneo.
Detti pannelli (2), che in una soluzione attuati va hanno un’altezza 62.5 cm con una tolleranza 3mm, sono costituiti da un unico materiale omogeneo, che è calcestruzzo cellulare autoclavato, armato con doppia rete elettro-saldata. Il calcestruzzo cellulare autoclavato è un materiale leggero, omogeneo e con elevate caratteristiche fonoassorbenti e fonoattenuanti, grazie alla sua microporosità. Inoltre questo materiale non è rigido, perciò assorbe eventuali energie d’urto e ha un peso specifico molto basso che può corrispondere a 500 Kg/m<3>o 600 Kg/m<3>o 700 Kg/m<3>, a seconda della richiesta, e di conseguenza non costituisce alcun pericolo per quanto riguarda eventuale distacco di pezzi in caso di incidenti. Ulteriori peculiarità che caratterizzano questo materiale sono: che è un materiale R=120’, che vale a dire che è una ottima barriera tagliafuoco, e quindi un ulteriore fonte di sicurezza per le abitazioni in prossimità di strade in caso di incidenti dove troviamo mezzi incendiati; è un materiale che non necessita di manutenzione, infatti è completamente inerte, non reagisce al contatto con sostanze aggressive, non si ossida e non si consuma. Infine è un materiale che può essere facilmente lavorato, anche con scanalature in opera, che oltre a prestare l’oggetto ad un design, che può essere abbellito da grafici o graffiti su richiesta del committente, aumentano notevolmente le caratteristiche di fonoassorbenza.
Grazie alla notevole lavorabilità del materiale è possibile sia inserire delle parti vetrate trasparenti, sia un riduttore di rumore trapezoidale come ultimo pannello della barriera antirumore (3) FIG.3, il quale migliora le caratteristiche fonoattenuanti.
Per una barriera antirumore continua è possibile usare pannelli che hanno la solita geometria di quelli in calcestruzzo cellulare autoclavato, ma di un altro materiale come il calcestruzzo, calcestruzzo alleggerito, cemento e fibre di vetro, o stampi di polimeri con o senza fibre.
Solitamente i pannelli armati in calcestruzzo cellulare autoclavato sono usati nel campo edile e sono posti in opera singolarmente, in questa tipologia di barriera invece è possibile realizzare un preassemblaggio di più pannelli, da due a sei a seconda delle esigenze, in modo da realizzare già in stabilimento la parete da porre in opera successivamente, il che velocizza notevolmente l’operazione. Questo è un ulteriore vantaggio della barriera in quanto essendo la sua destinazione prevalente strade e autostrade permette una interruzione di traffico limitata rispetto a quella che necessita la messa in posa di una comune barriera antirumore.
La barriera antirumore continua, avendo una struttura portante molto versatile, permette di avere uno sviluppo nelle tre dimensioni, altezza-lunghezza-spessore, che può variare a seconda delle esigenze acustiche del tratto stradale e dalla morfologia del tracciato, infatti l’altezza può variare da 125 a 500/600 cm, la lunghezza da 50 a 600 cm e lo spessore da 24 a 50 cm in maniera tale da permettere di costruire barriere antirumore per ogni tipo di tracciato con qualsiasi pendenza e raggio di curvatura .
Con riferimento alla figura 2, la struttura portante della barriera è in acciaio Fe430 zincato a caldo, quindi resistente alla corrosione, ed è formata da due montanti verticali (4), profilo HEA, che sostengono staticamente l’intero sistema in opera sotto l’azione del vento e dell’azione sismica, e da due tiranti in acciaio (5), diametro 24mm filettato ad una estremità. Detti tiranti, con le relative piastre in alto ed in basso, vengono tirati avvitando un dado, così che grazie alle piastre si ha una compressione dei pannelli cha dà stabilità a tutta la parete rendendola come monolitica. Ciò fa sì che durante la movimentazione per trasporto e montaggio non si abbiano movimenti relativi tra i vari pannelli, mentre per la movimentazione vengono ai tiranti vengono applicati in sommità appositi ganci. Inoltre per rendere la struttura più rigida ci sono due fazzoletti di irrigidimento (6), per ogni montante verticale (4), i tirafondi per il fissaggio in fondazione, le piastre di collegamento (7) fra pannelli (2) e i montanti verticali (4), le piastre per il fissaggio.
Infine per ripristinare la continuità dei pannelli, nella scanalatura realizzata per alloggiarvi i montanti verticali viene eseguito un getto di completamento (10) che può essere calcestruzzo cellulare oppure calcestruzzo Rck 250 fine (sabbia e cemento), con additivo fluidificante e antiritiro.
Con riferimento alla figura 3 si evidenzia come la parte superiore terminante della barriera (3) anziché essere regolare come le altre presenta una sporgenza (103) che consente di bloccare ulteriormente il rumore evitando che superi la sommità della barriera stessa. In una soluzione attuativa la parte superiore terminante (102) assume una conformazione trapezoidale.
Con riferimento alla figura 4 si evince come i pannelli (2) siano tra loro collegati orizzontalmente con incastri maschio/femmina (104) (105) che garantiscono la perfetta aderenza.
Caratteristica fondamentale della barriera è che la struttura portante non è a vista, ma rimane incassata nei pannelli stessi, per cui visto che i pannelli sono posati orizzontalmente con profilo maschio-femmina, ogni 62.5 cm si ha una completa orizzontalità visiva che può essere accentuata con particolari scanalature che vanno a comporre un determinato design. Questo è un aspetto innovativo rispetto alle barriere antirumore in commercio, in quanto queste hanno la struttura portante a vista che si ripete ad intervalli costanti di 3-4-5 metri per tutto il tratto in cui sono installate.
Il fatto che la barriera abbia la struttura portante inglobata aH’intemo dei pannelli stessi fa sì che ci sia un miglior impatto estetico, infatti la barriera continua senza interruzione dei montanti verticali può essere assimilata ad un foglio bianco su cui disegnare. Questo permette di poter installare la barriera non solo in luoghi con elevata viabilità, ma anche per schermare fonti di rumore, come industrie insediate in un complesso urbano, permettendo di costruire degli elementi architettonici decorativi.
Combinando inoltre la valenza estetica del prodotto con la possibilità di poter mettere in posa una barriera con altezza ridotta a 125 cm o 187.5 cm permette di poterla usare come recinzione.
Come già accennato in precedenza l’altezza può variare da 125 a 500/600 cm e le barriere a seconda di questa si differenziano in due tipologie: Barriere monoblocco, FIG.2, per le altezze fino a 375 cm (125-187-250-312-375) e barriere composte da altezze superiori che raggiungono i 500-600 cm (da 375 a 600 cm). Le barriere composte sono formate dalla sovrapposizione di due barriere monoblocco unite con un particolare giunto, una della due barriere è sempre la barriere monoblocco con altezza 250 cm o 375 cm ed è sempre posta nella posizione inferiore.
Entrando nel dettaglio si ha che una barriera monoblocco, come rappresentanta in figura 2, è costituita da un numero di pannelli armati con doppia rete in calcestruzzo cellulare autoclavato (2), che può variare da un minimo di due ad un massimo di sei a seconda dell’altezza desiderata, i quali sono sovrapposti l’uno sull’altro, come mostrato in figura 7, attraverso il profilo maschiofemmina di figura 4, e incollati l’uno sull’altro, in modo da formare una barriera rigida e continua senza alcuna discontinuità fra un pannello e l’altro.
Volendo inserire il riduttore di rumore trapezoidale (3), l’ultimo pannello sarà un pannello trapezoidale con doppia rete in calcestruzzo cellulare autoclavato, che verrà montato in modo tale da avere la superficie inclinata rivolta verso la sorgente di rumore. Questo pannello può avere uno spessore variabile da 35 cm nella parte inferiore a 50 o 60 o 70 cm nella parte superiore. I pannelli sono supportati da una struttura portante in acciaio zincato a caldo dimensionata per resistere alle sollecitazioni dovute al vento o a eventuali sismi, inoltre per ripristinare la continuità dei pannelli, nella scanalatura realizzata per alloggiarvi i montanti verticali viene effettuato un getto di completamento (10), con maschiatura , realizzato nell’interstizio tra struttura metallica e pannelli (2). Questo getto permette di riempire gli spazi vuoti fra struttura e pannelli migliorando le caratteristiche fonoassorbenti della barriera.
Con riferimento alla figura 5, per quanto riguarda il montaggio di una barriera monoblocco si ha che la prima fase consiste nel posizionamento delle due piastre laterali (11) su una dima metallica di riferimento avvalendosi dei quattro fori presenti sulle piastre, e successivamente, della saldatura su queste dei montanti verticali (4).
II montante avrà un’altezza pari a quella della barriera antirumore finita e sarà saldato sul piatto di appoggio per ottenere un sistema strutturale ancorato su cordolo di fondazione opportunamente calcolato e verificato per le sollecitazioni dovute al vento o a eventuali sismi.
Con riferimento alla figura 6, utilizzando sempre la dima metallica vengono posizionate anche le due piastre centrali (12) attraverso i fori presenti su queste, che servono da supporto per i tiranti.
Una volta posizionate, le due piastre centrali sono collegate sia fra loro tramite il piatto centrale (14), sia con le piastre laterali (11) tramite i piatti laterali (13). I piatti sono uniti alle rispettive piastre tramite saldatura.
In alternativa aH’utilizzo del piatto centrale (14), dei piatti laterali (13) e delle piastre centrali (12) è possibile collegare le piastre laterali (11) o con un profilo ad U o con un piatto unico oppure con un profilo HEA 160.
Una volta collegate le piastre centrali (12) è possibile vincolarci i tiranti verticali (5) tramite una saldatura in cui è opportunamente utilizzato un controdado nella parte inferiore della piastra. Per rendere la struttura portante più rigida sono saldati sia alla piastra laterale (11) che al montante (4) due fazzoletti di irrigidimento (6), uno internamente e uno esternamente. Questi hanno una doppia funzione, la prima è quella di rendere più stabile il collegamento fra montante e piastra e l’altra di andare a creare degli alloggiamenti per i tirafondi di fissaggio in fondazione (102) visibili in figura 5.
Dopo aver assemblato la struttura portante è possibile andare ad inserirci i pannelli (2), che prima però devono essere lavorati come si vede in figura 6; in particolare deve essere realizzato un incavo di dimensioni 190x190x62.5 mm sulla testata dei pannelli per il posizionamento dei montanti verticale (4), ed un foro, minimo di diametro 32 mm, che attraversa i pannelli dalla parte inferiore a quella superiore per l alloggio dei tiranti verticali (5).
Inoltre, con riferimento alla figura 7, sul pannello inferiore, quello cioè che viene a contatto con la base della struttura portante deve essere realizzata una ulteriore lavorazione che consiste in una scanalatura che permetta l incasso all’intemo del pannello dei fazzoletti di irrigidimento (6). Dopo queste due lavorazioni è possibile inserire i pannelli (2) all’intemo della struttura portante. Per favorire questa operazione i pannelli sono provvisti al loro interno di ganci di sollevamento che permettono di utilizzare pinze meccaniche sia per il sollevamento che per la loro movimentazione. I pannelli devono essere inseriti e impilati l’uno sull’altro, quindi il primo pannello poggia direttamente sulle piastre della base della struttura.
Per favorire il collegamento dei pannelli e le caratteristiche di fonoassorbenza della barriera, in quanto si evitano gli spazi vuoti e quindi delle discontinuità, i pannelli possono essere incollati mediante l’utilizzo di malta collante, e per vincolarli con i montanti verticali si interpone fra i due pannelli una piastra (15), visibile in figura 1 ed in figura 5, che è fissata meccanicamente ai montanti verticali (4) attraverso dei bulloni, ed è fissata ai pannelli attraverso dei chiodi tubolari per calcestruzzo cellulare autoclavato.
Inoltre è anche possibile inserire un getto di completamento, che può essere calcestruzzo cellulare o calcestruzzo fine, neirinterstizio fra pannello (2) e tirante (5)
Dopo aver inserito i pannelli (2) e prima che l’eventuale getto di completamento solidifichi sono serrati i tiranti verticali (5) mediante l’applicazione di numero due piastre superiori (17), visibile in figura 1 ed in figura 6, e di due dadi di serraggio (18), inoltre, per quantificare la coppia di serraggio e di conseguenza il grado di compressione dato ai pannelli, è possibile utilizzare un dinamometro.
Per quanto riguarda la connessione di due elementi modulari (1) è stato creato un incastro maschio-femmina verticale sulla testata del pannello così da dare continuità alle caratteristiche di fonoassorbenza. Questo sistema di connessione fra elementi modulari permette inoltre un minor tempo di installazione della barriera e un miglior allineamento. L’incastro può avvenire in tre differenti modi.
Con riferimento alla figura 8, si vanno a saldare due piatti di collegamento maschio (25) lungo la testata del montante (4) di uno dei due moduli da unire, mentre nell’altro modulo è lasciato un alloggiamento femmina così da creare un incastro maschio-femmina.
Con riferimento alla figura 9 si va a saldare un solo piatto di collegamento (22) lungo l’asse verticale del montante (4). Come nel caso precedente nell’altro modulo è lasciato un alloggiamento femmina così da creare un incastro maschio-femmina. Questa soluzione è preferibile in un a situazione di messa in posa della barriera in curva.
Con riferimento alla figura 10 si realizza una sagoma maschio femmina all’intemo della casseratura di testata realizzata per il getto di completamento (10).
Per quanto riguarda questa connessione si esegue un getto di completamento (10), per irrobustirla ed evitare punti di discontinuità, che può essere sia in calcestruzzo cellulare che in calcestruzzo Rck 250 fine (sabbia e cemento), con additivo fluidificante e antiritiro, in modo da riempire tutto gli interstizi.
Per terminare Γ assemblaggio di una barriera antirumore continua monoblocco, è necessario sia inserire due piatti di chiusura (19), che devono essere saldati direttamente sui montanti verticali (4) (vedasi figura 6), che permettono di chiudere la struttura, e sia di inserire dei golfari (20) sui tiranti (5), utili per le operazioni di sollevamento e di movimentazione del modulo.
Come dicevamo la barriera può essere costituita da elementi monoblocco o composti.
Con riferimento alla figura 11 si vede una barriera composta, o meglio un elemento di una barriera composta (202) costituita da un elemento di base (203) a cui si sovrappone un modulo aggiuntivo (204). Anche in questo caso la parte superiore terminale può avere un pannello (3) trapezoidale.
Con riferimento alla figura 12 è mostrato il modulo base di una barriera composta costituita da un elemento monoblocco (203) di altezza da 250 cm a 375 cm, mentre nella parte superiore sarà presente una barriera monoblocco (204 di figura 13) con un’altezza che può variare da 125 a 375 cm a seconda dell’altezza finale che vogliamo raggiungere. Anche per una barriera composta è possibile inserire, per migliorare le caratteristiche fonoattenuanti, un pannello trapezoidale con inclinazione rivolta verso la fonte di rumore e con spessore variabile da 35 cm nella parte inferiore a 50 o 60 o 70 cm nella parte superiore.
Il modulo monoblocco con altezza da 250 cm a 375 cm inserito nella parte inferiore della barriera composta è formato da pannelli, da 4 a 6, armati con doppia rete in calcestruzzo cellulare autoclavato (2) altezza 62.5 cm, sovrapposti l’uno sull’altro, attraverso il profilo maschiofemmina visto in figura 4 ed incollati in modo da formare una barriera rigida e continua senza alcuna discontinuità fra un pannello e l’altro.
I pannelli sono supportati da una struttura portante in acciaio zincato a caldo dimensionata per resistere alle varie sollecitazioni atmosferiche, inoltre per ripristinare la continuità dei pannelli nella scanalatura realizza per alloggiarvi i montanti verticali viene effettuato un getto di completamento (10) realizzato nell’interstizio tra struttura metallica e pannelli (2).
Il getto può essere composto da calcestruzzo cellulare oppure da calcestruzzo Rck 250fine (sabbia e cemento), con additivo fluidificante e antiritiro, in modo da riempire tutti gli interstizi.
Le operazioni di assemblaggio sia della struttura portante in acciaio, sia per i pannelli (2) sono identiche a quelle sopra descritte per una barriera continua monoblocco.
Invece la parte superiore della barriera continua composta può essere formata da due, tre o quattro pannelli armati con doppia rete in calcestruzzo cellulare autoclavato (2) altezza 62.5 cm, sovrapposti l’uno sull’altro, attraverso il profilo maschio-femmina ed incollati. Volendo inserire il riduttore di rumore trapezoidale (3), allora l’ultimo pannello sarà un pannello trapezoidale con doppia rete in calcestruzzo cellulare autoclavato, che verrà montato in modo tale da avere la superficie inclinata rivolta verso la sorgente di rumore. Questo pannello può avere uno spessore variabile da 35 cm nella parte inferiore a 50 o 60 o 70 cm nella parte superiore.
Anche per questa tipologia di barriera i pannelli sono supportati da una struttura portante in acciaio zincato e viene effettuato il getto di completamento (10) realizzato nell’interstizio tra struttura metallica e pannelli (2), inoltre anche la fasi di assemblaggio sono identiche a quelle sopra descritte per una barriera monoblocco.
La maggiore differenza fra l’assemblaggio di una barriera monoblocco e una barriera composta è costituita dalla fase di lavorazione in cui i due sottomoduli che vanno a comporre la barriera composta sono uniti. Questa fase avviene sempre durante la messa in opera della barriera, per agevolare le operazioni di trasporto e consiste nel posizionare alla base della barriera composta il modulo monoblocco di altezza 250 cm e di montarci l’altro modulo sovrapposto, come evidenziato in figura 14, collegando i due moduli attraverso i nodi di collegamento.
Il giunto orizzontale di separazione viene realizzato con il profilo maschio - femmina dei pannelli costituenti i due sottomoduli; infatti l’ultimo pannello (2) del sottomodulo che forma la parte inferiore della barriera avrà un profilo maschio, mentre il primo pannello del sottomodulo costituente la parte superiore della barriera avrà un profilo femmina. Fra i due moduli viene inserita della malta collante per calcestruzzo cellulare e a posa avvenuta si procede con la chiusura ermetica attraverso un sigillante elastico.
L’unione strutturale dei due sottomoduli avviene attraverso l’aggancio in corrispondenza dei montanti verticali (4) in tre diversi modi,
Con riferimento alla figura 14, l’unione dei montanti verticali (4) avviene attraverso la congiunzione, tramite dadi e bulloni delle piastre forate (21) ad esse collegate. Questo metodo necessita di andare a creare sul pannello (2), in corrispondenza dei nodi di fissaggio, lo spazio necessario per l’alloggiamento delle piastra forate, dei dadi e dei bulloni. Questi incassi una volta assemblata la barriera vengono riempiti con del calcestruzzo cellulare in sacchi, operazione da fare durante la messa in opera, in quanto permette di ripristinare la continuità della barriera. In alternativa è possibile utilizzare degli appositi componenti in plastica, dello stesso colore dei pannelli, che hanno la funzione di tappi, questi inoltre permettono anche una ispezionabilità del giunto nel tempo.
Con riferimento alla figura 15 il fissaggio avviene tramite dadi e bulloni in corrispondenza delle piastre di contatto (21) dei montanti verticali (4). La differenza rispetto al metodo precedente è che in questo caso i bulloni sono posti all’interno della sagoma del profilato e l’accesso alla flangia avviene da un’apertura praticata sulla testata del pannello. Questa soluzione permette di praticare un solo incasso per modulo e solo su una faccia, che potrebbe essere quella non in vista, il che permette di evitare i tappi di chiusura.
Con riferimento alla figura 16 l’innesto avviene attraverso un sistema a baionetta, per cui sopra il modulo che va a formare la base della barriera composta è saldato, sulla piastra di chiusura del montante verticale, un profilo HEA 100 (22) della lunghezza di 300 mm che funge da perno. Con questo metodo di fissaggio il modulo superiore è dotato di montanti verticali tubolari (23) 120x120x5, al posto del profilo HEA 160 (4). In questo caso i montanti verticali sono allineati ai perni sottostanti. L’incastro fra perno interno e tubolare viene assicurato da due barre filettate (24), della stessa lunghezza del tubolare, avvitate a due manicotti saldati alla base del perno e imbullonate sulla piastra di chiusura del tubolare.
Con riferimento alla figura 17 è visibile questa terza soluzione di incastro a baionetta.
Infine per quanto riguarda la messa in opera della barriera continua antirumore formata da moduli monoblocco e/o composti, questa si realizza trasportando direttamente i preassemblati, eseguiti nello stabilimento di produzione, al cantiere per la posa in opera. Il sollevamento e la movimentazione è facilitato dalla presenza di golfari di acciaio (20) adeguatamente avvitati alle apposite barre filettate. Una volta posizionata la barriera il golfare può essere rimosso.
La messa in opera avviene su cordolo di fondazione, precedentemente realizzato, con estradosso piano, orizzontale, e con una larghezza minima uguale a quella dei pannelli (2) sovrastanti. Il tutto dovrà essere dimensionato in base alla località, alla tipologia di terreno e all’altezza della barriera antirumore. Nel caso di tratti in pendenza occorre superare i dislivelli realizzando dei gradoni orizzontali di lunghezza appropriata.
I pannelli (2) sono realizzati in tutte le lunghezze in base allo specifico progetto da un minimo di 50 cm ad un massimo di 6m, questa versatilità permette di adattare la barriera antirumore a qualunque percorso , pendenza e curva.
La posa della barriera avviene a secco e i pannelli (2) sono fissati meccanicamente per mezzo di tirafondi affogati nel getto di fondazione in corrispondenza dei montanti verticali (4). Per assicurarsi la massima precisione nel posizionamento dei tirafondi viene utilizzata una dima metallica di riferimento. Una volta correttamente posizionato il tirafondo troverà il suo alloggio nelle asole realizzate nelle piastre laterali (11) su cui sono fissati i montanti verticali (4) di ciascun modulo.
Con questo metodo ogni elemento (1) viene fissato direttamente ed indipendentemente dagli altri moduli sul cordolo di fondazione, inoltre ogni modulo è staticamente indipendente dagli altri, ciò permette che in ogni momento ogni modulo può essere rimosso senza alcuna demolizione degli altri.
Ridotta alla sua struttura essenziale e con riferimento alle figure degli allegati disegni, una barriera antirumore (101) in conformità della presente invenzione comprende almeno uno, preferibilmente più di uno, elementi con struttura portante verticale non a vista.
Vantaggiosamente detti elementi sono modulari.
Vantaggiosamente detti elementi sono realizzati, in tutto o in parte, con pannelli in calcestruzzo cellulare autoclavato, noto anche come porenbeton.
Vantaggiosamente detti elementi possono essere realizzati, almeno in parte, con pannelli in vetro 0 altro materiale trasparente.
Vantaggiosamente detti elementi sono costituiti da due o più pannelli in calcestruzzo cellulare autoclavato posti orizzontalmente gli uni sugli altri.
Vantaggiosamente detta connessione orizzontale avviene con un incastro maschio / femmina. Vantaggiosamente detti pannelli presentano delle scanalature per consentire di attenuare meglio il rumore.
Le scanalature oltre che a migliorare le caratteristiche di fonoassorbenza, permettono di avere un miglior impatto estetico, potendo creare dei design personalizzati, e migliorano Γ effetto visivo di orizzontalità della barriera che influisce sulla sicurezza stradale.
Si possono usare anche pannelli con la solita geometria di quelli utilizzati ma di altro materiale: ad esempio calcestruzzo, calcestruzzo alleggerito, cemento e fibre di legno o vetro, o stampi di polimeri con o senza fibre. Per le sue caratteristiche leggerezza, lavorabilità e fonoassorbenza, e soprattutto per la sua lavorabilità che permette la possibilità di un design a richiesta del committente grazie alla possibilità di realizzare bisellature in opera, il materiale scelto è il calcestruzzo cellulare autoclavato.
In una soluzione attuativa detti elementi sono costituiti da un monobolocco.
Detto elemento monoblocco è formata da due o più pannelli (2) solidali tra loro per mezzo di incastri maschio/femmina (105) (104).
Detti pannelli (2) presentano alle estremità una scanalatura (10) al cui interno passano i montanti verticali (4) che sostengono Γ elemento (1) e due fori al cui interno passano due tiranti in acciaio (5) che, con le relative piastre in alto ed in basso (17) vengono tirati per dare la giusta compressione ai pannelli.
1 montanti verticali sono costituiti da un profilo, preferibilmente di tipo HEA, e presentano alla base due fazzoletti di irrigidimento (6) per rendere più rigida la struttura.
Detto elemento monoblocco è costituito da un numero di pannelli armati con doppia rete in calcestruzzo cellulare autoclavato (2), preferibilmente da due a sei pannelli, i quali sono sovrapposti l’uno sull’altro attraverso il profilo maschio-femmina e incollati l’uno sull’altro.
Vantaggiosamente l’ultimo pannello può essere un pannello trapezoidale con doppia rete in calcestruzzo cellulare autoclavato, che viene montato in modo tale da avere la superficie inclinata rivolta verso la sorgente di rumore (3).
Vantaggiosamente la struttura portante deH’elemento è costituita in acciaio zincato a caldo opportunamente proporzionata per sopportare le diverse tensioni.
Il metodo di produzione deH’elemento monoblocco comprende almeno le seguenti fasi:
posizionamento di almeno due piastre laterali (11) su una dima metallica di riferimento avvalendosi dei quattro fori presenti sulle piastre e successiva saldatura su queste dei montanti verticali (4);
posizionamento di almeno due piastre centrali (12) utilizzando la dima metallica di riferimento avvalendosi dei fori presenti su dette piastre (12) e successiva saldatura dei tiranti verticali (5);
collegamento delle due piastre laterali (11) tra loro;
inserimento dei pannelli (2) forati e sagomati sulla struttura con inserimento dei montanti verticali (4) negli incavi laterali e dei tiranti verticali (5) nei fori centrali;
serraggio dei tiranti verticali (5) mediante l’applicazione di almeno due piastre superiori (17) e di due dadi di serraggio (18).
Vantaggiosamente le piastre laterali (11) sono solidali tra loro.
Vantaggiosamente le piastre laterali (11) sono collegate tra loro con un profilo ad U o con un piatto unico oppure con un profilo HEA.
Vantaggiosamente le piastre laterali (11) sono solidali tra loro e con le piastre centrali.
Vantaggiosamente le piastre laterali (11) sono collegate alle piastre centrali (12) con i piatti laterali (13) mentre il collegamento delle due piastre centrali (12) tra loro avviene con il piatto centrale (14), essendo detti componenti saldati tra di loro.
Vantaggiosamente alle piastre centrali (12) sono vincolati i tiranti verticali (5) tramite una saldatura in cui è utilizzato un controdado nella parte inferiore della piastra.
Vantaggiosamente , per rendere la struttura portante più rigida, sono saldati sia alla piastra laterale (11) che al montante (4) due fazzoletti di irrigidimento (6), uno internamente e uno esternamente.
Questi hanno una doppia funzione, la prima è quella di rendere più stabile il collegamento fra montante e piastra e l’altra di andare a creare degli alloggiamenti per i tirafondi di fissaggio in fondazione (102).
Il montante ha un’altezza pari a quella della barriera antirumore finita ed è saldato sul piatto di appoggio per ottenere un sistema strutturale ancorato su cordolo di fondazione opportunamente calcolato e verificato per le sollecitazioni dovute al vento o a eventuali sismi.
Vantaggiosamente lungo il montante sono fissate delle piastre orizzontali (15) che rendono maggiormente stabile il collegamento con i singoli pannelli.
Vantaggiosamente il pannello (2) presenta alle due estremità un incavo di dimensioni 190x190x62.5 mm sulla testata dei pannelli per il posizionamento dei montanti verticale (4), ed un foro, minimo di diametro 32 mm, che attraversa i pannelli dalla parte inferiore a quella superiore per l’alloggio dei tiranti verticali (5).
Vantaggiosamente sul pannello inferiore, quello cioè che viene a contatto con la base della struttura portante deve essere realizzata una ulteriore lavorazione che consiste in una scanalatura che permetta l’incasso all’intemo del pannello dei fazzoletti di irrigidimento (6).
Vantaggiosamente i pannelli sono provvisti al loro interno di ganci di sollevamento sia per il sollevamento che per la loro movimentazione. I pannelli devono essere inseriti e impilati l’uno sull’altro, quindi il primo pannello poggia direttamente sulle piastre della base della struttura. Per favorire il collegamento dei pannelli e le caratteristiche di fonoassorbenza della barriera, in quanto si evitano gli spazi vuoti e quindi delle discontinuità, i pannelli possono essere incollati mediante l’utilizzo di malta collante, e per vincolarli con i montanti verticali si interpone fra i due pannelli una piastra (15) che è fissata meccanicamente ai montanti verticali (4) attraverso dei bulloni, ed è fissata ai pannelli attraverso dei chiodi tubolari per calcestruzzo cellulare autoclavato.
Vantaggiosamente viene inserito un getto di completamento, che può essere calcestruzzo cellulare o calcestruzzo fine, nell’ interstizio fra pannello (2) e tirante (5).
Vantaggiosamente per quantificare la coppia di serraggio dei tiranti verticali (5) e di conseguenza il grado di compressione dato ai pannelli è possibile utilizzare un dinamometro.
Vantaggiosamente, per ripristinare la continuità dei pannelli, nella scanalatura realizzata per alloggiarvi i montanti verticali viene eseguito un getto di completamento (10) che può essere calcestruzzo cellulare oppure calcestruzzo Rck 250 fine (sabbia e cemento), con additivo fluidificante e antiritiro.
Vantaggiosamente gli elementi monoblocco vengono utilizzati per barriere monoblocco di altezza fino a 375 cm (125-187-250-312-375).
Per terminare Γ assemblaggio di una barriera antirumore continua monoblocco, è necessario sia inserire due piatti di chiusura (19), che devono essere saldati direttamente sui montanti verticali (4) (vedasi figura 6), che permettono di chiudere la struttura, e sia di inserire dei golfari (20) sui tiranti (5), utili per le operazioni di sollevamento e di movimentazione del modulo.
In una diversa soluzione attuativa detti elementi (1) sono composti dalla sovrapposizione di due o più elementi monoblocco.
Le barriere composte sono utilizzate per altezze che raggiungono i 500 - 600 cm (da 375 a 600 cm) e sono formate dalla sovrapposizione di due elementi monoblocco unite con un particolare giunto, una della due barriere è sempre la barriera monoblocco con altezza 250 cm o 375 cm ed è sempre posta nella posizione inferiore.
Vantaggiosamente un elemento composto (202) è costituito da un elemento di base (203) a cui si sovrappone un modulo aggiuntivo (204).
Il modulo base di un elemento composto è costituito da un elemento monoblocco (203) di altezza da 250 cm a 375 cm, mentre nella parte superiore è posizionato un ulteriore elemento monoblocco (204) con un’altezza che può variare da 125 a 375 cm a seconda dell’altezza finale che vogliamo raggiungere.
Anche in un elemento composto è possibile inserire, per migliorare le caratteristiche fonoattenuanti, un pannello trapezoidale con inclinazione rivolta verso la fonte di rumore e con spessore variabile da 35 cm nella parte inferiore a 50 o 60 o 70 cm nella parte superiore.
Il modulo monoblocco con altezza da 250 cm a 375 cm inserito nella parte inferiore della barriera composta è formato da pannelli, da 4 a 6, armati con doppia rete in calcestruzzo cellulare autoclavato (2) altezza 62.5 cm, sovrapposti l’uno sull’altro, attraverso il profilo maschiofemmina ed incollati in modo da formare una barriera rigida e continua senza alcuna discontinuità fra un pannello e l’altro.
I pannelli sono supportati da una struttura portante in acciaio zincato a caldo dimensionata per resistere alle varie sollecitazioni atmosferiche, inoltre per ripristinare la continuità dei pannelli nella scanalatura realizza per alloggiarvi i montanti verticali viene effettuato un getto di completamento (10) realizzato nell’ interstizio tra struttura metallica e pannelli (2).
II getto può essere composto da calcestruzzo cellulare oppure da calcestruzzo Rck 250fine (sabbia e cemento), con additivo fluidificante e antiritiro, in modo da riempire tutti gli interstizi.
Le operazioni di assemblaggio sia della struttura portante in acciaio, sia per i pannelli (2) dell’elemento base (203) e dell’elemento superiore (204) sono identiche a quelle di un elemento monoblocco precedentemente detto.
La parte superiore dell’elemento (204) è formata da due, tre o quattro pannelli armati con doppia rete in calcestruzzo cellulare autoclavato (2) altezza 62.5 cm, sovrapposti l’uno sull’altro, attraverso il profilo maschio-femmina ed incollati. Volendo inserire il riduttore di rumore trapezoidale (3), allora l’ultimo pannello sarà un pannello trapezoidale con doppia rete in calcestruzzo cellulare autoclavato, che verrà montato in modo tale da avere la superficie inclinata rivolta verso la sorgente di rumore.
Il giunto orizzontale di separazione viene realizzato con il profilo maschio - femmina dei pannelli costituenti i due sottomoduli; l’ultimo pannello (2) del sottomodulo che forma la parte inferiore della barriera avrà un profilo maschio, mentre il primo pannello del sottomodulo costituente la parte superiore della barriera avrà un profilo femmina. Fra i due moduli viene inserita della malta collante per calcestruzzo cellulare e a posa avvenuta si procede con la chiusura ermetica attraverso un sigillante elastico.
L’unione strutturale dei due sottomoduli (203) (204) avviene attraverso l’aggancio in corrispondenza dei montanti verticali (4).
Vantaggiosamente l’unione dei montanti verticali (4) avviene attraverso la congiunzione, tramite dadi e bulloni delle piastre forate (21) ad esse collegate.
Con riferimento a detta soluzione sul pannello (2), in corrispondenza dei nodi di fissaggio, viene creato uno spazio necessario per Γ alloggiamento delle piastra forate, dei dadi e dei bulloni. Questi incassi una volta assemblata la barriera vengono riempiti con del calcestruzzo cellulare in sacchi, operazione da fare durante la messa in opera, in quanto permette di ripristinare la continuità della barriera. In alternativa è possibile utilizzare degli appositi componenti in plastica, dello stesso colore dei pannelli, che hanno la funzione di tappi, questi inoltre permettono anche una ispezionabilità del giunto nel tempo.
Vantaggiosamente il fissaggio avviene tramite dadi e bulloni in corrispondenza delle piastre di contatto (21) dei montanti verticali (4), essendo detti bulloni posti airintemo della sagoma del profilato e l’accesso alla flangia essendo possibile da un’apertura praticata sulla testata del pannello. Questa soluzione permette di praticare un solo incasso per modulo e solo su una faccia, che potrebbe essere quella non in vista, il che permette di evitare i tappi di chiusura.
Vantaggiosamente l’innesto avviene attraverso un sistema a baionetta, per cui sopra il modulo che va a formare la base della barriera composta è saldato, sulla piastra di chiusura del montante verticale, un profilo HEA (22) della lunghezza di 300 mm che funge da perno. Con questo metodo di fissaggio il modulo superiore è dotato di montanti verticali tubolari (23) 120x120x5, al posto del profilo HEA (4). In questo caso i montanti verticali sono allineati ai perni sottostanti. L’incastro fra perno interno e tubolare viene assicurato da due barre filettate (24), della stessa lunghezza del tubolare, avvitate a due manicotti saldati alla base del perno e imbullonate sulla piastra di chiusura del tubolare.
Vantaggiosamente la barriera antirumore è costituita da uno o più elementi monoblocco e/o composti, già preassemblati che vengono messi in posa nel luogo voluto.
Vantaggiosamente detti elementi sono preassemblati e costituiscono o un monoblocco o due corpi che formano l’elemento modulare della barriera. Quest’ultima soluzione si rende particolarmente idonea a risolvere problemi di trasporto per barriere particolarmente alte.
Quella monoblocco presenta il vantaggio di una maggiore rapidità di posa.
Detti elementi presentano dei golfari di acciaio (20) adeguatamente avvitati alle apposite barre filettatee rimovibili che servono per la movimentazione ed il posizionamento dell’elemento.
La messa in opera avviene su cordolo di fondazione, precedentemente realizzato, con estradosso piano, orizzontale, e con una larghezza minima uguale a quella dei pannelli (2) sovrastanti.
La posa della barriera avviene a secco e i pannelli (2) sono fissati meccanicamente per mezzo di tirafondi affogati nel getto di fondazione in corrispondenza dei montanti verticali (4).
Per assicurarsi la massima precisione nel posizionamento dei tirafondi viene utilizzata una dima metallica di riferimento.
Una volta correttamente posizionato il tirafondo troverà il suo alloggio nelle asole realizzate nelle piastre laterali (11) su cui sono fissati i montanti verticali (4) di ciascun modulo.
Con questo metodo ogni elemento (1) viene fissato direttamente ed indipendentemente dagli altri moduli sul cordolo di fondazione, inoltre ogni modulo è staticamente indipendente dagli altri, ciò permette che in ogni momento ogni modulo può essere rimosso senza alcuna demolizione Vantaggiosamente detti elementi (1) sono modulari, staticamente indipendenti, e affiancati gli uni agli altri con maschiatura per garantire la continuità dell insonorizzazione.
Vantaggiosamente viene creato un incastro maschio-femmina sulla testata del elemento così da dare continuità alle caratteristiche di fonoassorbenza. Questo sistema di connessione fra elementi modulari permette inoltre un minor tempo di installazione della barriera e un miglior allineamento.
In una soluzione attuativa, su ogni elemento sono presenti due piatti di collegamento maschio (25) che si vanno a saldare lungo la testata del montante (4) di uno dei due moduli da unire, mentre nell’ altro modulo è lasciato un alloggiamento femmina così da creare un incastro maschiofemmina.
In una diversa soluzione attuativa si va a saldare un solo piatto di collegamento (22) lungo l’asse verticale del montante (4) mentre nell’altro modulo è lasciato un alloggiamento femmina così da creare un incastro maschio-femmina.
In una ulteriore soluzione attuativa si realizza una sagoma maschio femmina all’interno della casseratura di testata realizzata per il getto di completamento (10). Cioè quando si fa il getto di completamento si realizza anche una maschiatura verticale sulla testata dell’elemento così che va a costituire l’elemento di giunzione senza punti di discontinuità tra due elementi contigui.

Claims (1)

  1. realizzata una scanalatura che permette l incasso all’intemo del pannello dei fazzoletti di irrigidimento (6). 26) Elemento monoblocco di cui ad una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che i pannelli sono provvisti al loro interno di ganci di sollevamento sia per il sollevamento che per la loro movimentazione. 27) Elemento monoblocco di cui ad una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che i pannelli sono incollati mediante l utilizzo di malta collante, e per vincolarli con i montanti verticali si interpone fra i due pannelli una piastra (15) che è fissata meccanicamente ai montanti verticali (4) attraverso dei bulloni, ed è fissata ai pannelli attraverso dei chiodi tubolari per calcestruzzo cellulare autoclavato. 28) Elemento monoblocco di cui ad una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che nell’ interstizio fra pannello (2) e tirante (5) e/o fra pannello (2) e montante (4) è inserito un getto di completamento, che può essere calcestruzzo cellulare o calcestruzzo fine, eventualmente con additivo fluidificante e antiritiro, o in altro materiale idoneo. 29) Elemento monoblocco di cui ad una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che per quantificare la coppia di serraggio dei tiranti verticali (5) e di conseguenza il grado di compressione dato ai pannelli è possibile utilizzare un dinamometro. 30) Elemento monoblocco di cui ad una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che comprende due piatti di chiusura (19) saldati direttamente sui montanti verticali (4) che permettono di chiudere la struttura e dei golfari (20) sui tiranti (5), utili per le operazioni di sollevamento e di movimentazione del modulo. 31) Barriera di cui ad una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che è costituita da uno o più elementi composti, costituiti dalla sovrapposizione di due o più elementi monoblocco. 32) Elemento composto di cui alla rivendicazione 31 caratterizzato dal fatto che un elemento composto (202) è costituito da un elemento di base (203) a cui si sovrappone un modulo aggiuntivo (204). 33) Elemento composto di cui ad una o più delle rivendicazioni da 31 a 32 caratterizzato dal fatto che è costituito, nella parte inferiore, da un elemento monoblocco (203) di altezza da 250 cm a 375 cm e, nella parte superiore, da un ulteriore elemento monoblocco (204) con un’altezza che può variare da 125 a 375 cm a seconda dell’ altezza finale che si vuole raggiungere. 34) Elemento composto di cui ad una o più delle rivendicazioni da 31 a 33 caratterizzato dal fatto che l’ultimo pannello è costituito da un pannello trapezoidale con inclinazione rivolta verso la fonte di rumore. 35) Elemento composto di cui ad una o più delle rivendicazioni da 31 a 34 caratterizzato dal fatto che il giunto orizzontale di separazione viene realizzato con il profilo maschio - femmina dei pannelli costituenti i due sottomoduli e che l’ultimo pannello del sottomodulo che forma la parte inferiore della barriera avrà un profilo maschio, mentre il primo pannello del sottomodulo costituente la parte superiore della barriera avrà un profilo femmina, potendo essere inserita fra i due moduli della malta collante per calcestruzzo cellulare. 36) Elemento composto di cui ad una o più delle rivendicazioni da 31 a 35 caratterizzato dal fatto che l’unione strutturale dei due sottomoduli (203) (204) avviene attraverso l’aggancio in corrispondenza dei montanti verticali (4). 37) Elemento composto di cui ad una o più delle rivendicazioni da 31 a 36 caratterizzato dal fatto che l’unione dei montanti verticali (4) avviene attraverso la congiunzione, tramite dadi e bulloni delle piastre forate (21) ad esse collegate. 38) Elemento composto di cui alla rivendicazione 37 caratterizzato dal fatto che sul pannello (2), in corrispondenza dei nodi di fissaggio, viene creato uno spazio necessario per l alloggiamento delle piastra forate, dei dadi e dei bulloni, incasso che, una volta assemblata la barriera, viene riempito con del calcestruzzo cellulare o con componenti in plastica con funzione di tappi. 39) Elemento composto di cui ad una o più delle rivendicazioni da 31 a 36 caratterizzato dal fatto che il fissaggio avviene tramite dadi e bulloni in corrispondenza delle piastre di contatto (21) dei montanti verticali (4), essendo detti bulloni posti aH’intemo della sagoma del profilato e l’accesso alla flangia essendo possibile da un’apertura praticata sulla testata del pannello. 40) Elemento composto di cui ad una o più delle rivendicazioni da 31 a 36 caratterizzato dal fatto che il fissaggio avviene attraverso un sistema a baionetta, per cui sopra il modulo che va a formare la base della barriera composta è saldato, sulla piastra di chiusura del montante verticale, un profilo (22) che funge da perno mentre il modulo superiore è dotato di montanti verticali tubolari (23) allineati ai perni sottostanti. 41) Elemento composto di cui alla rivendicazione 40 caratterizzato dal fatto che l incastro fra perno interno e tubolare viene assicurato da due barre filettate (24), della stessa lunghezza del tubolare, avvitate a due manicotti saldati alla base del perno e imbullonate sulla piastra di chiusura del tubolare. 42) Barriera antirumore di cui ad una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che è costituita da uno o più elementi monoblocco e/o composti, già preassemblati che vengono messi in posa nel luogo voluto. 43) Barriera antirumore di cui ad una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che la messa in opera avviene su cordolo di fondazione, precedentemente realizzato, con estradosso piano, orizzontale, e con una larghezza minima uguale a quella dei pannelli (2) sovrastanti. 44) Barriera antirumore di cui ad una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che la posa della barriera avviene a secco e i pannelli (2) sono fissati meccanicamente per mezzo di tirafondi affogati nel getto di fondazione in corrispondenza dei montanti verticali (4). 45) Barriera antirumore di cui ad una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che, una volta correttamente posizionato, il tirafondo troverà il suo alloggio nelle asole realizzate nelle piastre laterali (11) su cui sono fissati i montanti verticali (4) di ciascun modulo. 46) Barriera antirumore di cui ad una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che ogni elemento (1) viene fissato direttamente ed indipendentemente dagli altri moduli sul cordolo di fondazione ed è staticamente indipendente dagli altri. 47) Barriera antirumore di cui ad una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che detti elementi (1) sono modulari, staticamente indipendenti, e affiancati gli uni agli altri con maschiatura per garantire la continuità deirinsonorizzazione. 48) Barriera antirumore di cui ad una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che presenta un incastro maschio-femmina sulla testata di ogni elemento così da dare continuità alle caratteristiche di fonoassorbenza. 49) Barriera antirumore di cui ad una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che su ogni elemento sono presenti due piatti di collegamento maschio (25) che si vanno a saldare lungo la testata del montante (4) di uno dei due moduli da unire, mentre neH’altro modulo è lasciato un alloggiamento femmina così da creare un incastro maschio-femmina. 50) Barriera antirumore di cui ad una o più delle rivendicazioni da 1 a 48 caratterizzata dal fatto che viene saldato un solo piatto di collegamento (22) lungo l’asse verticale del montante (4) mentre neH’altro modulo è lasciato un alloggiamento femmina così da creare un incastro maschiofemmina. 51) Barriera antirumore di cui ad una o più delle rivendicazioni da 1 a 48 caratterizzata dal fatto che viene realizzata una sagoma maschio / femmina all’intemo della casseratura di testata realizzata per il getto di completamento (10).
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