ITPD20010017A1 - Attrezzatura perfezionata particolarmente per il collocamento operativo di strumenti in cavita' a pressione controllata nel campo chirurgico - Google Patents

Attrezzatura perfezionata particolarmente per il collocamento operativo di strumenti in cavita' a pressione controllata nel campo chirurgico Download PDF

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ITPD20010017A1
ITPD20010017A1 IT2001PD000017A ITPD20010017A ITPD20010017A1 IT PD20010017 A1 ITPD20010017 A1 IT PD20010017A1 IT 2001PD000017 A IT2001PD000017 A IT 2001PD000017A IT PD20010017 A ITPD20010017 A IT PD20010017A IT PD20010017 A1 ITPD20010017 A1 IT PD20010017A1
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Description

“ATTREZZATURA PERFEZIONATA PARTICOLARMENTE PER IL COLLOCAMENTO OPERATIVO DI STRUMENTI IN CAVITA' A PRESSIONE CONTROLLATA NEL CAMPO CHIRURGICO O MEDICALE IN GENERE ”
DESCRIZIONE
Il presente trovato ha per oggetto un’attrezzatura perfezionata particolarmente per il collocamento operativo di strumenti in cavità a pressione controllata, nel campo chirurgico o medicale in genere.
Nel campo chirurgico, si riscontra spesso l'esigenza di operare all'interno di cavità corporee, mettendo in comunicazione quest'ultime con l'estemo del corpo, e mantenendo all'interno delle stesse un certo valore di pressione, a volte generato da gas introdotto artificialmente.
In questo particolare contesto, si inserisce la laparoscopia, chiamata anche chirurgia mini invasiva, per la realizzazione della quale si usano particolari strumenti chirurgici, che si differenziano per forma lunghezza e diametro.
Questi strumenti, per essere introdotti nel corpo umano, necessitano di una via di introduzione la quale, necessariamente, deve essere artificialmente prodotta.
Questa via è ottenuta mediante attrezzature, commercialmente conosciute anche con il nome "trocar", che hanno diverse dimensioni e forme, e che permettono di porre direttamente in comunicazione Γ interno del corpo con l’esterno, permettendo contemporaneamente il transito dei detti strumenti chirurgici per laparoscopia.
Dette attrezzature possono essere costituite da una testa cava, da disporre esternamente al corpo del paziente, che porta coassiale un condotto a sviluppo longitudinale con luce di uscita da disporre in corrispondenza di una cavità, del corpo del paziente, da ispezionare.
Gli strumenti per laparoscopia vengono introdotti attraverso una apertura praticata nella testa cava, e quindi fatti passare attraverso il condotto rettilineo.
Nella maggior parte dei casi, le cavità del corpo umano, specialmente quelle addominali e pelviche, sono puramente virtuali, e quindi, è necessario ottenerle con sistemi artificiali, il più comune dei quali è quello di insufflare un gas, vantaggiosamente anidride carbonica, a pressione controllata.
E’ pertanto essenziale, che queste attrezzature di introduzione degli strumenti per laparoscopia, possano mantenere questa pressione gassosa senza perdite particolari di gas, le quali costringerebbero a nuove reintroduzioni gassose con relativi fenomeni di eccessivo assorbimento di gas a livello organico.
Una tipologia di trocar attualmente in uso, è costituita da una testa cava da disporre esternamente al corpo del paziente, inferiormente al quale si sviluppa un condotto di passaggio per lo strumento chirurgico per laparoscopia, il quale serve a mettere in contatto l’esterno con l’interno della cavità addominale e/o pelvica.
In corrispondenza della testa cava, sono disposti i mezzi che permettono di mantenere una adeguata pressione barometrica all’interno della cavità.
Sulla testata, inferiormente a detti mezzi, è disposta una via di ingresso per il gas a pressione controllata.
I mezzi per mantenere la pressione all’interno della cavità possono essere di tipo meccanico ad anta di finestra o a ghigliottina, comandati anche dall’esterno, i quali, una volta che lo strumento per laparoscopia sia passato, in estrazione o introduzione, richiudono il canale interno del trocar impedendo la fuoriuscita del gas dall’interno.
I mezzi meccanici, permettono il transito dello strumento chirurgico con quanto sta trasportando, e ciò fino al diametro massimo dello stesso trocar.
Per contro però esistono alcune limitazioni quali la complicanza della parte meccanica, un aumento nella dimensione totale del trocar, un aumento del peso, specie della testa, la parte che resta esterna ed in estensione, difficoltà notevoli di pulizia e sterilizzazione, nonché un aumento del costo di produzione.
Nei trocar monouso invece, specie per la necessità di ridurre al massimo i costi ed il peso, si usano guarnizioni realizzate in materia plastica deformabile elasticamente, disposte in corrispondenza della testa cava.
Queste possono avere varie forme, per esempio a tronco di cono, con la porzione più stretta rivolta verso il condotto assiale del trocar; questa porzione più stretta può assumere diverse forme, cioè cilindrica con una serie di fessure ad iride, a lama con un taglio unico lungo la lama stessa, a cono reale con taglio che può essere doppio o a raggiera che parte dalla punta e procede verso la base, per la misura che si ritiene necessaria.
Queste soluzioni permettono di utilizzare materiali con spessori sottili, in quanto, proprio per la loro particolare forma, non hanno possibilità di deformarsi a tal punto da arretrare verso la testa cava del trocar, cioè da dove si introducono gli strumenti per laparoscopia.
Le guarnizioni utilizzate possono anche essere a forma piatta, con tagli ad iride; questa soluzione deve adottare spessori rilevanti (maggiore uguale a 3 mm) in quanto la guarnizione, essendo piatta, deve contrastare la pressione esistente all’interno della cavità con la sola forza elastica data dal proprio spessore.
Nonostante la semplicità realizzativa delle guarnizioni in materia plastica, esse non sono scevre da inconvenienti.
Infatti, nel caso siano di forma troncoconica, esse sono vincolate a rimanere sempre estremamente aderenti al gambo dello strumento per laparoscopia, tendendo a strappare quando lo strumento sta trasportando in uscita materiali prelevati dalla cavità.
Nel caso invece della guarnizione piattiforme, il grosso spessore tende a mantenere le sezioni molto aderenti al gambo dello strumento chirurgico e con le punte verso il basso; anche in questo caso tendono a strappare quando lo strumento chirurgico sta trasportando materiale in uscita.
Compito principale del presente trovato è quello di risolvere o sostanzialmente ridurre i problemi dei tipi noti di attrezzature per il collocamento operativo di strumenti chirurgici e/o medicali, del tipo atti a mantenere una pressione gassosa controllata all’intemo della cavità di lavoro.
Nell’ambito del compito principale un importante scopo è quello di ottenere una attrezzatura che non necessiti di alcun tipo di meccanismo o di intervento manuale per mantenere una pressione controllata del gas utilizzato.
Un altro scopo è mettere a punto una attrezzatura di dimensioni non superiori alle attrezzature del tipo noto.
Ancora uno scopo è quello di ottenere una attrezzatura sia di tipo monouso che riutilizzabile.
Ancora uno scopo è quello di metere a punto una atrezzatura affidabile, in termine di mantenimento della pressione gassosa, nonché atta a permettere il passaggio di strumenti chirurgici per laparoscopia, sia in ingresso che in uscita, anche parzialmente aperti.
Non ultimo scopo è quello di otenere un’attrezzatura di struttura semplice e di costo contenuto.
Il compito principale gli scopi preposti ed altri scopi ancora, che più chiaramente appariranno in seguito, vengono raggiunti da una attrezzatura perfezionata particolarmente per il collocamento operativo di strumenti in cavità a pressione controllata nel campo chirurgico o medicale in genere, del tipo comprendente un corpo cavo ato a realizzare una via di accesso ad una cavità a pressione controllata, caraterizzata dal fato di comprendere almeno due guarnizioni di tenuta contenute in deto corpo cavo, realizzate in materiale deformabile elasticamente, vincolate in corrispondenza della loro porzione perimetrale, piattiformi disposte in successione coassiali e provviste ciascuna di almeno tre tagli radiali, deti tagli radiali di una medesima guarnizione di tenuta essendo disposti sfalsati rispeto a quelli della guarnizione di tenuta adiacente. Ulteriori carateristiche e vantaggi del trovato, risulteranno maggiormente dalla descrizione di una sua forma di realizzazione preferita, ma non esclusiva, indicata a titolo indicativo e non limitativo nelle allegate tavole di disegni, in cui:
- la fig. 1 illustra una atrezzatura secondo il trovato, in vista prospetica, alla quale è associato un mandrino introduttore;
- la fig. 2 illustra l’atrezzatura di figura precedente in sezione trasversale;
- la fig. 3 illustra un esploso dell’attrezzatura secondo il trovato;
- la fig. 4 illustra una porzione dell’esploso di figura 3;
- le fig. 5 e 6 illustrano due differenti viste in pianta, sezionate, dell’attrezzatura illustrata nelle figure precedenti;
- la fig. 7 illustra la porzione inferiore di una attrezzatura secondo il trovato, a cui è associato uno strumento chirurgico per laparoscopia.
Con particolare riferimento alle figure precedentemente descritte, un’attrezzatura particolarmente per il collocamento operativo di strumenti in cavità a pressione controllata nel campo chirurgico o medicale in genere, viene complessivamente indicata con il numero 10.
L’attrezzatura 10 comprende una testa cava 11, di forma sostanzialmente cilindrica, dalla quale si sviluppa inferiormente un condotto assiale 12 di passaggio, in questo caso, come visibile nelle figure da 1 a 3, per un mandrino introduttore, complessivamente indicato con il numero 13.
La testa cava 11 è costituita da una porzione superiore 14, provvista di una guarnizione a cuffia 15 associata, in accoppiamento vite madrevite, ad una porzione inferiore 16 cava, sostanzialmente cilindrica.
Inferiormente alla porzione cilindrica 16 è disposta una via di ingresso 17 per il gas a pressione controllata, provvista di valvola 18 per l’intercettazione de flusso di gas.
All’interno della porzione cilindrica 16, sono disposte una prima ed un seconda guarnizione rispettivamente 19 e 20, realizzate in materiale deformabil elasticamente.
Prima e seconda guarnizione 19 e 20 sono piastriformi in pianta circolari di spessore preferibilmente compreso tra 1 e 2 mm.
Esse sono disposte adiacenti coassiali sovrapposte, vincolate con la loro porzione perimetrale tra la base inferiore della porzione superiore 14 della testa 11 e la base superiore di un elemento tubolare 21 disposto airintemo della porzione inferiore cilindrica 16 della testa 11.
Prima e seconda guarnizione 19 e 20 sono provviste di tagli radiali 22 i quali si sviluppano dal centro delle stesse fino ad un ingombro almeno pari al diametro interno del condotto assiale 12 per il passaggio di uno strumento per laparoscopia 24, come visibile in figura 7.
In particolare, in questo caso, la prima guarnizione 19 è provvista di quattro tagli radiali 22 disposti a croce, mentre la sottostante seconda guarnizione 20 è provvista di cinque tagli radiali disposti a stella, equidistanziati.
Per quanto riguarda il funzionamento, l attrezzatura 10 viene disposta su un paziente, lasciando all’esterno la testa 11 e facendo in modo che la luce di uscita 23 del condotto assiale 12 venga disposta in corrispondenza di una porzione addominale o pelvica.
Attraverso la via di ingresso 17, con valvola di intercettazione 18 aperta, viene introdotto gas per ottenere una desiderata cavità di lavoro.
Successivamente attraverso l attrezzatura 10 viene inserito uno strumento chirurgico per laparoscopia 24.
In particolare, l’attrezzatura 10 è caratterizzata da un diametro interno della testa 11 e del condotto assiale 12 tale per cui è possibile il passaggio di uno strumento per laparoscopia 24 anche parzialmente aperto, in quanto atto a trasportare materiale, biologico o meno, dal interno della cavità all’esterno, o dall’esterno all’interno.
Nonostante prima e seconda guarnizione 19 e 20 abbiano spessori molto sottili, è impedita la fuoriuscita del gas in quanto i tagli radiali 22 di ciascuna guarnizione non coincidono quando queste sono sovrapposte, generando in pratica una guarnizione unica, senza tagli o fessure, e con la stessa capacità di tenuta di una qualsiasi guarnizione di altro tipo e di maggior spessore.
Le guarnizioni 19 e 20 permettono il passaggio degli strumenti chirurgici, e di quanto trasportano, perché lo spessore di queste guarnizioni è adeguatamente sottile.
Ciò consente alle punte centrali generate dai tagli radiali 22 di estroflettersi nella direzione del transito dello strumento, per esempio un mandrino introduttore 13 o uno strumento per laparoscopia 24, per poi tornare subito a riassumere la loro posizioni iniziale per effetto del ritorno elastico, senza alcun intervento meccanico o manuale.
Il fatto di avere due guarnizioni di spessore sottile, permette di avere una adattabilità maggiore rispetto alla soluzione con una sola guarnizione di spessore la somma dei due.
Si è in pratica constatato come il presente trovato abbia portato a compimento gli scopi ad esso preposti.
Si è infatti realizzata una attrezzatura di struttura semplice, che assolve al problema della tenuta della pressione interna alla cavità di lavoro, durante le condizioni operative, nonché durante la movimentazione degli strumenti chirurgici 0 medicali in genere.
L’attrezzatura permette inoltre una facile e completa pulizia e sterilizzazione.
Naturalmente, le guarnizioni 19 e 20 possono avere forma differente in pianta ed essere disposte coassiali anche distanziate, purché ad una distanza minore uguale allo spessore della guarnizione più grossa.
Il presente trovato è suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo.
I dettagli tecnici sono sostituibili da altri elementi tecnicamente equivalenti.
I materiali, purché compatibili con l utilizzo contingente, nonché le dimensioni, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze.

Claims (12)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Attrezzatura perfezionata particolarmente per il collocamento operativo di strumenti in cavità a pressione controllata nel campo chirurgico o medicale in genere, del tipo comprendente un corpo cavo atto a realizzare una via di accesso ad una cavità a pressione controllata, caratterizzata dal fatto di comprendere almeno due guarnizioni di tenuta contenute in detto corpo cavo, realizzate in materiale deformabile elasticamente, vincolate in corrispondenza della loro porzione perimetrale, piattiformi disposte in successione coassiali e provviste ciascuna di almeno tre tagli radiali, detti tagli radiali di una medesima guarnizione di tenuta essendo disposti sfalsati rispetto a quelli della guarnizione, di tenuta adiacente.
  2. 2) Attrezzatura, come alla rivendicazione precedente, caratterizzata dal fatto che, nel caso di collocamento operativo di uno strumento chirurgico per laparoscopia, comprende una testa cava da disporre esternamente al paziente, dalla quale si sviluppa inferiormente un condotto assiale di passaggio per uno strumento chirurgico per laparoscopia, e almeno due guarnizioni di tenuta, disposte aU'intemo della testa cava stessa, vincolate in corrispondenza della loro porzione perimetrale, piattiformi disposte in successione coassiali e provvist ciascuna di almeno tre tagli radiali, detti tagli radiali sviluppandosi dal centr della guarnizione fino ad un ingombro almeno pari al diametro interno de condotto di passaggio per uno strumento chirurgico per laparoscopia, i tagli radiali di una medesima guarnizione di tenuta essendo disposti sfalsati rispetto a quell della guarnizione di tenuta adiacente.
  3. 3) Attrezzatura, come ad una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che dette guarnizioni sono disposte adiacenti coassiali sovrapposte, vincolate con la loro porzione perimetrale tra la base inferiore della porzione superiore di detta testa cava e una superficie di riscontro disposta alfintemo della porzione inferiore di detta testa, detta porzione superiore della testa cava impegnandosi in accoppiamento reversibile su detta porzione inferiore.
  4. 4) Attrezzatura, come ad una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detta superficie di riscontro è la base superiore di un elemento tubolare disposto all’intemo della porzione inferiore di detta testa.
  5. 5) Attrezzatura, come alla rivendicazione 3, caratterizzata dal fatto che detta porzione superiore della testa cava si impegna in accoppiamento vitemadrevite su detta porzione inferiore.
  6. 6) Attrezzatura, come ad una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che dette guarnizioni sono in pianta sostanzialmente circolari.
  7. 7) Attrezzatura, come ad una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che ciascuna guarnizione di tenuta è provvista di un numero di tagli radiali differente l'una dall'altra, il numero di tagli differendo per almeno una unità.
  8. 8) Attrezzatura, come ad una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che una di dette guarnizioni è provvista di quattro tagli radiali disposti a croce ed una è provvista di cinque tagli radiali disposti a stell equi distanziati.
  9. 9) Attrezzatura, come ad una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che dette guarnizioni hanno spessore compreso tra 1 e 2 mm.
  10. 10) Attrezzatura, come alla rivendicazione precedente, caratterizzata dal fatto che lo spessore massimo totale di dette guarnizioni è 4 mm.
  11. 11) Attrezzatura, come ad una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che dette guarnizioni sono disposte distanziate assialmente ad una distanza minore uguale allo spessore della guarnizione più grossa.
  12. 12) Attrezzatura perfezionata particolarmente per il collocamento operativo di strumenti in cavità a pressione controllata nel campo chirurgico o medicale in genere, come ad una o più delle rivendicazioni precedenti, che si caratterizza per quanto illustrato e descritto nelle allegate tavole di disegni. Per incarico
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