ITMO20100308A1 - Antifurto inviolabile per velocipedi. - Google Patents
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Description
DESCRIZIONE DELL’INVENZIONE AVENTE PER TITOLO:
“ANTIFURTO INVIOLABILE PER VELOCIPEDI”
L’innovazione qui presentata consiste sostanzialmente in un dispositivo da applicare ad una ruota di un velocipede, atto a bloccarla a scopo antifurto, tramite una serratura analoga ai tipi noti, e tale da rendere impossibile la sua manomissione per mezzo di utensili od attrezzi da taglio, da cesoiamento o tranciatura.
2 Allo stato attuale deH’arte, per le biciclette sono utilizzati sostanzialmente due categorie di dispostivi antifurto. La prima comprende dispositivi a chiave, fissati alla bicicletta, che bloccano una ruota, in genere la posteriore, mediante una sorta di chiavistello che, quando chiuso, va a formare un anello chiuso che attraversa la ruota stessa, fra i suoi raggi, rendendone impossibile la rotazione.
La seconda categoria comprende invece dispositivi, in genere non fissati rigidamente alla bicicletta, ma talora corredati da apposito supporto, costituti essenzialmente da catene o cavi metallici, spesso protetti da guaine sintetiche, che si possono chiudere passandoli all’interno di una ruota o fra ruota e telaio, essendo muniti alle estremità di anelli od innesti con serratura incorporata a chiave od a combinazione, oppure tramite lucchetto non incorporato.
3 Gli antifurto tradizionali sopra descritti presentano il grave svantaggio che è possibile, in quanto accessibili, tagliarli o troncarli abbastanza agevolmente utilizzando seghetti o cesoie o tronchesi: infatti i furti di biciclette sono molto frequenti.
I tipi della seconda categoria peraltro, quando dopo la loro apertura si utilizza la bicicletta, devono essere appesi in qualche modo alla bicicletta stessa o riposti nel cestino porta-oggetti se presente, quindi possono creare talora qualche piccolo intralcio o fastidio, come pure leggermente fastidiosa può essere la loro chiusura attraverso la ruota.
Spesso sono pesanti e piuttosto voluminosi, per renderne più difficoltosa la violazione.
4 L’invenzione qui descritta si propone lo scopo di raggiungere essenzialmente il vantaggio della bloccabilità di una ruota della bicicletta (o di entrambe le ruote qualora si utilizzi un doppio dispositivo) con un dispositivo antifurto non violabile con arnesi od attrezzi od utensili da taglio o cesoiamento o tranciatura.
Il dispositivo oggetto dell’invenzione qui descritta presenta inoltre i vantaggi collaterali, soprattutto rispetto agli antifurti della seconda categoria sopra descritta, di restare sempre fissato alla bicicletta, non presentando altre parti distaccabili che la chiave, di avere ingombri molto ridotti, di non essere di alcun impaccio, di non peggiorare l’estetica della bicicletta e di essere di impiego molto agevole.
5 Questi ed altri obbiettivi vengono raggiunti tramite un dispositivo secondo il trovato, il quale consente un rapido ed agevole bloccaggio antifurto di una ruota della bicicletta, ed è caratterizzato dal fatto di essere sostanzialmente costituito da: almeno due corpi, dei quali almeno uno ruota solidalmente con la ruota ed almeno un altro è fisso e non può ruotare, ed una serratura, o comunque un sistema di bloccaggio di tipo noto che, quando azionato volontariamente dal ciclista, vincola i corpi fra di loro impedendone la rotazione reciproca e dunque rendendo impossibile l’avanzamento della bicicletta. Uno dei corpi suddetti contiene totalmente o parzialmente gli altri, in modo che i componenti del sistema di bloccaggio reciproco non sono visibili né accessibili dall’esterno, sicché il dispositivo non è violabile con arnesi od attrezzi od utensili da taglio o cesoiamento o tranciatura.
6 Un dispositivo siffatto può essere configurato ad esempio come illustrato nella tavola 1 , in sezione assiale.
Il dispositivo consiste fondamentalmente in una coppia di tamburi, realizzabili in leghe di alluminio od altri metalli o materiali non metallici o misti . Il primo tamburo (pos. TR della Tavola 1) ruota insieme alla ruota, alla quale, od al mozzo della quale, esso è collegato; il secondo tamburo (TF) è invece fisso, in quanto collegato al perno non rotante della ruota stessa (o, in alternativa, alla forcella della bicicletta). La faccia del tamburo TF rivolta verso il mozzo della ruota è cava ed il tamburo TR è collocato all’interno tale cavità o gola. Il tamburo rotante TR è dotato di uno o più tacche o fori F paralleli al suo asse e rivolti verso il tamburo TF. Nel tamburo TF è invece inserita una serratura S di tipologia nota (meccanica a chiave o combinazione, oppure magnetica od elettronica o di qualsiasi altro tipo) che aziona un chiavistello C.
7 Nella versione illustrata nella tavola, alla chiusura della serratura, il chiavistello C va ad inserirsi in una delle tacche di TR. L’inserimento è immediato se il chiavistello si trova, al momento dello scatto, in corrispondenza di una tacca; se non è corrispondente, basterà un piccolo spostamento avanti od indietro della bicicletta per ottenere la corrispondenza. L’inserimento dei chiavistello in una tacca vincola fra loro i due tamburi e, poiché TF non può ruotare, la rotazione di TR, e quindi della ruota, risulta impedita. Il chiavistello, inserito nella tacca, si trova in posizione non visibile e non accessibile, in quanto nascosto e protetto dalla corona CF del tamburo TF. Esso pertanto non può essere tranciato con arnesi da taglio o tranciatura.
Per lo sbloccaggio della bicicletta, è sufficiente comandare la retrazione del chiavistello per mezzo della serratura.
8 II trovato così concepito è suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo; inoltre, tutti i dettagli sono sostituibili con altri tecnicamente equivalenti; in particolare sono da considerare le seguenti possibili varianti:
La parte del dispositivo rotante insieme alla ruota può essere integrata nel mozzo della ruota invece di essere fissata al mozzo od alla ruota stessi.
La cavità e le tacche possono essere, in alternativa, ricavate rispettivamente su TR e TF invece che su TF e TR.
Le tacche e, di conseguenza, il senso di penetrazione del chiavistello possono essere in alternativa radiali anziché parallele all’asse del tamburo (cioè le tacche possono essere ricavate sulla circonferenza anziché sul disco del tamburo).
Anche la sede della chiave della serratura può essere sul disco del tamburo fisso o sulla sua circonferenza.
Il chiavistello a perno singolo può essere sostituito, in alternativa, da uno a perni multipli, con maggiore resistenza complessiva ed innesto più immediato.
Il bloccaggio reciproco dei due corpi può essere effettuato con uno o più chiavistelli paralleli all’asse della ruota (come nella tavola allegata), oppure radiali od obliqui.
Anziché con chiavistelli, il bloccaggio può essere effettuato, sempre con serrature o comandi di qualsiasi tipo noto, portando i due corpi direttamente a contatto fra di loro, oppure portando a contatto uno o più corpi intermedi solidali con uno dei due corpi principali a contatto con l’altro corpo principale, in entrambi i casi con superfici di contatto zigrinate o dentellate o con innesti di qualsiasi tipo oppure rivestite con materiale di attrito, ad esempio ferodi, mediante spostamenti assiali o radiali o combinati, in modo che la rotazione reciproca dei due corpi sia impedita. Ad esempio, il dispositivo può essere realizzato in una forma analoga ad un normale freno a tamburo del tipo utilizzato talora su velocipedi, ma azionato con una chiave e senza cavi e leveraggi esterni.
Il dispositivo di bloccaggio reciproco dei due corpi può essere costituito da una serratura di uno qualsiasi dei tipi noti (meccanici od elettromagnetici od elettronici), o da eccentrici o frizioni o dentellature od innesti di qualsiasi tipo; opportune varianti costruttive di poco conto possono rendere possibile il montaggio di tale dispositivo non solo aH’origine, ma anche su biciclette esistenti.
Lo spessore e la conformazione dei due corpi ne rendono altresì praticamente impossibile il loro svincolo mediante forzature meccaniche da parte di malintenzionati. Per eliminare il rischio che malintenzionati possano rimuovere il dispositivo togliendo dapprima la ruota dalla forcella della bicicletta, il fissaggio del tamburo esterno del dispositivo può essere bloccato, ad esempio con viti che per essere svitate richiedano cacciaviti od attrezzi non disponibili in commercio (analoghe a quelle utilizzate per sicurezza su molti piccoli elettrodomestici). In alternativa, similmente, si può prevenire addirittura lo smontaggio della ruota stessa utilizzando dadi che richiedano chiavi speciali in luogo dei dadi normali.
Claims (6)
- RIVENDICAZIONI: 1) Dispositivo secondo il trovato, il quale consente un rapido ed agevole bloccaggio antifurto di una ruota della bicicletta, ed è caratterizzato dal fatto di essere sostanzialmente costituito da: almeno due corpi, dei quali almeno uno gira solidalmente con la ruota ed almeno un altro è fisso e non può ruotare, ed una serratura, o comunque un sistema di bloccaggio di tipo noto che, quando azionato volontariamente dal ciclista, vincola i corpi fra di loro impedendone la rotazione reciproca e dunque rendendo impossibile l'avanzamento della bicicletta. Uno dei corpi suddetti contiene totalmente o parzialmente gli altri, in modo che i componenti del sistema di bloccaggio reciproco non sono visibili né accessìbili dall’esterno, sicché è violabile con arnesi od attrezzi od utensili da taglio o cesoiamento o tranciatura.
- 2) Dispositivo secondo la rivendicazione 1), costituito da: una coppia di tamburi coassiali, realizzati in leghe di alluminio od altri metalli o materiali non metallici o misti, di cui il primo ruota insieme alla ruota, essendo fissato alla ruota od al mozzo della ruota od integrato nel mozzo stesso, mentre il secondo è invece fisso, in quanto collegato al perno non rotante della ruota stessa (o, in alternativa, alla forcella della bicicletta) e dei quali uno presenta una faccia con una cavità all’interno della quale è collocato l'altro tamburo; una serratura di tipologia nota (meccanica a chiave o combinazione, oppure magnetica od elettronica o di qualsiasi altro tipo), alloggiata totalmente all’interno dei tamburi e con sede della chiave sul disco o sulla circonferenza di uno dei due tamburi, con uno o più chiavistelli (radiali, assiali od obliqui) atti a bloccare reciprocamente i due tamburi, con sede della chiave della serratura sul disco del tamburo fisso o sulla sua circonferenza.
- 3) Dispositivo secondo la rivendicazione 1), costituito da: una coppia di tamburi coassiali, realizzati in leghe di alluminio od altri metalli o materiali non metallici o misti, di cui il primo ruota insieme alla ruota, essendo fissato alla ruota od al mozzo della ruota od integrato nel mozzo stesso, mentre il secondo è invece fisso, in quanto collegato al perno non rotante della ruota stessa (o, in alternativa, alla forcella della bicicletta) e dei quali uno presenta una faccia con una cavità all’interno della quale è collocato l’altro tamburo; una serratura di tipologia nota (meccanica a chiave o combinazione, oppure magnetica od elettronica o di qualsiasi altro tipo) alloggiata totalmente all'interno dei tamburi, azionando la quale si sposta assialmente uno di due tamburi fino a contatto con l’altro, rendendoli solidali per mezzo di superfici dentellate o zigrinate o rivestite di materiali di frizione o comunque di appositi innesti ed impedendo così la rotazione reciproca e, quindi, la rotazione della ruota del velocipede.
- 4) Dispositivo secondo la rivendicazione 1), costituito da una coppia di tamburi coassiali, realizzati in leghe di alluminio od altri metalli o materiali non metallici o misti, di cui il primo ruota insieme alla ruota, essendo fissato alla ruota od al mozzo della ruota od integrato nel mozzo stesso, mentre il secondo è invece fisso, in quanto collegato al perno non rotante della ruota stessa (o, in alternativa, alla forcella della bicicletta) e dei quali uno presenta una faccia con una cavità all’interno della quale è collocato l’altro tamburo; una serratura di tipologia nota (meccanica a chiave o combinazione, oppure magnetica od elettronica o di qualsiasi altro tipo) alloggiata totalmente all’interno dei tamburi, azionando la quale si spostano assialmente o radialmente uno o più elementi intermedi, solidali con uno dei due corpi principali, portandoli a contatto con l’altro corpo principale, con eventuale interposizione di materiali di attrito, in modo che la rotazione reciproca dei due corpi principali (e, quindi, la rotazione della ruota) venga impedita.
- 5) Dispositivi secondo le rivendicazioni 1), 2), 3), 4) in cui il fissaggio del corpo esterno, per eliminare il rischio che persone non autorizzate possano rimuovere il dispositivo stesso dopo aver sfilato la ruota dalla forcella del velocipede, è realizzato con viti che per essere svitate richiedano cacciaviti od attrezzi non disponibili nel normale commercio.
- 6) Dispositivi secondo le rivendicazioni 1), 2), 3), 4) in cui, per eliminare il rischio che persone non autorizzate possano rimuovere il dispositivo stesso dopo aver sfilato la ruota dalla forcella del velocipede, la ruota sia fissata alla forcella con dadi o ghiere può che per essere svitate richiedano cacciaviti od attrezzi non disponibili nel normale commercio.
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US2155994A (en) * | 1936-04-08 | 1939-04-25 | Nielsen Niels Christian | Lock for bicycles |
WO1986006695A1 (en) * | 1985-05-17 | 1986-11-20 | Weinstein Mark F | Quick release assembly with integral lock |
EP1256513A1 (de) * | 2001-05-10 | 2002-11-13 | Erich Riedl | Nabensperrvorrichtung für einspurige Fahrzeuge |
-
2010
- 2010-11-04 IT IT000308A patent/ITMO20100308A1/it unknown
Patent Citations (3)
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