ITMI941663A1 - Impianto di accensione a scarica capacitiva per motore a combustione interna cno sistema di alimentazione e di innesco combinato - Google Patents

Impianto di accensione a scarica capacitiva per motore a combustione interna cno sistema di alimentazione e di innesco combinato Download PDF

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ITMI941663A1
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ignition
circuit
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voltage
ignition system
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IT001663A
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Beniamino Baldoni
Mirco Fucili
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Ducati Energia Spa
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    • F02COMBUSTION ENGINES; HOT-GAS OR COMBUSTION-PRODUCT ENGINE PLANTS
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    • F02P1/00Installations having electric ignition energy generated by magneto- or dynamo- electric generators without subsequent storage
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    • F02PIGNITION, OTHER THAN COMPRESSION IGNITION, FOR INTERNAL-COMBUSTION ENGINES; TESTING OF IGNITION TIMING IN COMPRESSION-IGNITION ENGINES
    • F02P1/00Installations having electric ignition energy generated by magneto- or dynamo- electric generators without subsequent storage
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Description

DESCRIZIONE PER BREVETTO D'INVENZIONE
CAMPO DELL'INVENZIONE
La presente invenzione si riferisce ad un impianto di accensione a scarica capacitiva per motori a combustione interna, e più in particolare riguarda la costruzione di un generatore a magneti permanenti, detto anche "magnete generatore", in combinazione con un circuito di alimentazione e di innesco della scarica del condensatore di accensione, mediante il quale è possibile ottenere un andamento ottimale della tensione di carica del condensatore, e un singolo impulso di innesco dell'accensione per ogni rotazione del generatore, eliminando l’impiego di un qualsiasi avvolgimento di innesco supplementare interno od esterno allo stesso generatore.
Gli impianti di accensione a scarica capacitiva, per motocicli e simili, sono costituiti principalmente da un generatore elettrico multipolare, normalmente a magneti permanenti che, oltre a fornire l'energia necessaria per i carichi in bassa tensione, tramite un opportuno avvolgimento supplementare fornisce anche l'energia per la carica del condensatore dell'accensione. Un avvolgimento di innesco della scarica, è normalmente previsto internamente od esternamente al generatore elettrico per fornire un impulso di comando all'accensione ad ogni rotazione del generatore.
Il più comune dei circuiti di accensione elettronica a scarica capacitiva, in generale comprende un avvolgimento costituito da una o più bobine statoriche collegate in serie per fornire la necessaria tensione per la carica del condensatore di accensione. Normalmente queste bobine sono costituite da un numero molto elevato di spire di filo sottile, ad esempio da tre-quattro mila spire di un filo da 0,1-0,15 mm di diametro, necessarie per portare il condensatore di accensione ad una tensione di carica compresa tra 100 e 300 Volt. Durante la rotazione del rotore su cui sono posti i magneti permanenti, nelle bobine statoriche viene indotta una tensione alternata la cui componente positiva polarizza direttamente dei diodi in serie nel circuito del condensatore caricandolo alla tensione voluta. Quando da una bobina supplementare viene generato un impulso in fase con il ciclo del motore, viene attivato un interruttore elettronico posto nel circuito di scarica del condensatore di accensione; la tensione a cui era stato precedentemente caricato il condensatore di tensione viene quindi scaricata sull'avvolgimento primario della bobina di accensione, generando sul secondario un elevato potenziale che innesca una scarica elettrica nella candela del circuito di accensione.
La soluzione sopra descritta, pur essendo quella più comunemente usata, presenta tuttavia due inconvenienti fondamentali:
- un andamento non ottimale della tensione di carica del condensatore di accensione, che tende ad avere una curva a campana, di valore massimo elevato, risultando sensibile alla velocità di rotazione del motore;
- la presenza di una bobina separata per la generazione del segnale di innesco interno od esterno al generatore, per il comando dell'accensione. L'uso di una bobina separata per la generazione del segnale di innesco dell'accensione risulta sconveniente in molte applicazioni in quanto non trova una comoda sistemazione a causa delle ridotte dimensioni di ingombro che in generale si richiedono a questi tipi di impianti di accensione.
Al primo inconveniente è possibile porre rimedio usando, ad esempio, un sistema di ricarica del condensatore che impieghi un survoltore come è descritto in una precedente domanda di brevetto della stessa richiedente IT-MI92A002809.
Pure per il secondo inconveniente esistono delle soluzioni anche se non sono reputate ottimali. La più usata è sicuramente quella rappresentata in figura 1 dei disegni allegati che prevede l'uso di un sistema di accensione a scarica capacitiva abbinato ad un generatore 10 comprendente un avvolgimento statorico Li ed un rotore a quattro poli 11, come schematicamente indicato.
Come si può vedere dalla stessa figura 1, questa soluzione non prevede l'uso di alcun avvolgimento supplementare per la generazione del segnale del sincronismo, ma è lo stesso avvolgimento L1 di alimentazione dell'accensione che, oltre a caricare il condensatore C attraverso il diodo Di tramite le semionde positive generate da Li, provvede con quelle negative ad innescare un interruttore elettronico controllato SCR posto nel circuito di scarica del condensatore C comprendente l'avvolgimento primario Lp della bobina di alta tensione il cui l'avvolgimento secondario Ls è collegato alla candela di accensione CD. Un diodo D4 è posto in parallelo all'avvolgimento primario Lp della bobina di alta tensione, mentre un diodo D2 ed una resistenza di polarizzazione Ri sono collegati in parallelo tra l'elettrodo di controllo dell'interruttore che controlla l'SCR e l'uscita dell'avvolgimento Li tramite un diodo polarizzato D3.
Durante le semionde positive Di, D2 e D4 sono polarizzati direttamente e quindi il condensatore C può caricarsi mentre l'SCR è interdetto, perché in RI non circola corrente, essendo D3 polarizzato inversamente.
Quando la tensione generata da Li diventa negativa, allora D3 viene polarizzato direttamente e, tramite la resistenza di polarizzazione Ri si polarizza direttamente l'elettrodo di controllo della SCR innescandolo, che a sua volta consente la scarica del condensatore C sul primario Lp e sulla bobina di alta tensione, generando la scintilla nella candela CD.
Questa soluzione tuttavia è applicabile solo nei normali generatori a quattro poli dove si generano però due scintille sfasate di 180® tra loro, per ogni rotazione. Poiché questa accensione viene generalmente utilizzata su motori monocilindro, che richiedono un'accensione per ogni ciclo, risulta che una delle due scintille generate, pur essendo ininfluente sul funzionamento del motore, contribuisce tuttavia ad un indebito innalzamento della temperatura del circuito di accensione.
Esistono altre soluzioni di generatori multipolari privi di avvolgimento di innesco separato che, abbinati al circuito di figura 3, possono generare una sola scintilla per giro, come ad esempio mostrato e descritto nel brevetto US-A-4,636,671.
Secondo questa soluzione, il rotore presenta un certo numero di magneti permanenti magnetizzati, radialmente, disposti tra loro adiacenti ed aventi la stessa polarità Nord o Sud rivoltata verso le bobine statoriche, mentre altri magneti presentano l'usuale alternanza della loro polarità Nord e Sud.
Lo statore di questo generatore presenta inoltre una espansione polare di maggiore dimensione circonferenziale rispetto alle espansioni polari dei rimanenti poli del generatore; su tale polo di maggiore dimensione è avvolta la bobina di alimentazione del circuito di accensione.
Come visibile dalla figura 4 del brevetto USA, l'espansione polare della bobina di alimentazione presenta una larghezza circonferenziale maggiore di quella dei magneti, per cui cortocircuita il flusso magnetico tra magneti adiacenti quando questi presentano polarità opposte.
Solo in presenza di poli adiacenti con la stessa polarità, il nucleo magnetico della bobina di alimentazione può essere attraversato dal flusso e quindi generare un segnale come mostrato nella stessa figura 4.
Tale segnale è compatibile con il circuito dell'accensione elettronica di figura 1 generando così una sola scintilla per giro.
L’inconveniente principale di questa soluzione, come visibile nella figura 4 dello stesso brevetto, è che la carica del condensatore di accensione non può essere ottimizzata in quanto, in un giro di 360®, una sola semionda positiva (30° in caso di un generatore a 12 poli) è destinata all'accensione.
Oltre a questo inconveniente, l'avere un polo statorico di grandi dimensioni, così diverso dagli altri, comporta ulteriori problemi di esecuzione degli avvolgimenti stessi.
Dal brevetto US-A-4 ,537,174 è altresì noto un generatore a 12 poli in cui l'avvolgimento di alimentazione del condensatore di accensione è avvolto su due espansioni polari contigue di identica ampiezza angolare ed in cui il rotore a tazza comprende una pluralità di magneti permanenti che si susseguono per l'intera circonferenza unicamente con polarità alternate; anche in questo generatore si fa uso di un avvolgimento di generazione del segnale di innesco della scarica, esterno al generatore, con i conseguenti svantaggi e gli inconvenienti precedentemente riferiti.
Allo stato attuale US-A-4,636,671 costituisce il documento più prossimo a partire dal quale definire le caratteristiche innovative dell'invenzione.
SOMMARIO DELL'INVENZIONE
Scopo della presente invenzione è di proporre un impianto di accensione a scarica capacitiva per motori a combustione interna, che utilizzi un generatore a magneti permanenti multipolare, privo del tradizionale avvolgimento separato di generazione del segnale di innesco della scarica e che, oltre a fornire una sola scintilla per giro, riducendo le sollecitazioni termiche consenta altresì di ottimizzare la carica del condensatore di accensione utilizzando più semionde positive per giro, ottenendo dimensioni dei poli statorici sostanzialmente uguali fra loro.
Quanto sopra è conseguibile mediante un impianto di accensione a carica capacitiva per motori a combustione interna, secondo le caratteristiche della rivendicazione principale. In particolare, l'impianto di accensione secondo l’invenzione si caratterizza per il fatto che l'avvolgimento statorico di carica del condensatore, e di innesco della scarica, comprende almeno una prima ed una seconda bobina collegate in serie ed avvolte in senso opposto tra loro su due nuclei magnetici contigui e dal fatto che il punto intermedio del collegamento in serie delle bobine a sua volta è collegato ad un elettrodo di pilotaggio di un interruttore elettronico di controllo della scarica del condensatore, tramite un terzo interruttore elettronico di comando che viene attivato dallo stesso segnale di tensione negativa prelevato dal punto di collegamento intermedio delle due bobine, sotto il controllo di un rivelatore di picco collegato tra detto punto intermedio alle bobine di carica del condensatore, ed un punto intermedio di un partitore di tensione unidirezionale posto in derivazione alle stesse bobine di carica del condensatore.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
L'invenzione verrà maggiormente descritta qui di seguito con riferimento ai disegni allegati, in cui: Fig. 1 è lo schema elettrico di un impianto di accensione tradizionale;
Fig. 2 è una vista in sezione, mostrante un generatore secondo l'invenzione in una prima condizione operativa;
Fig. 3 è una sezione simile a quella della figura precedente di un generatore in una seconda condizione operativa, con il rotore spostato di un passo polare;
Fig. 4 è un diagramma mostrante la tensione generata da una delle bobine dell'avvolgimento di carica del condensatore;
Fig. 5 mostra la tensione generata dall'altra bobina dell'avvolgimento di carica del condensatore;
Fig. 6 mostra l’andamento della tensione del rivelatore di picco, per la generazione del segnale di innesco della scarica
Fig. 7 mostra la somma delle tensioni generate da entrambe le bobine di carica del condensatore;
Fig. 8 è uno schema circuitale dell'intero impianto, secondo l'invenzione;
Fig. 9 è un particolare di un circuito survoltore impiegabile con il circuito della figura precedente, per l'ottimizzazione della carica del condensatore di accensione.
L'invenzione verrà descritta qui di seguito con riferimento alle figure da 2 a 9 che illustrano una forma di realizzazione preferenziale, omettendo dal descrivere nuovamente la figura 1 relativa ad un circuito di per sè noto.
In figura 2 è mostrato un generatore a magneti permanenti secondo l'invenzione, del tipo a 12 poli; il generatore comprende un rotore a tazza 12 in materiale magnetico, ad esempio in ferro, comprendente una pluralità di magneti permanenti 13, ad esempio dodici, fissati internamente alla parete laterale circolare 14 del rotore, ad intervalli angolari equamente distanziati. Poiché si sono forniti dodici magneti, come illustrato, il passo angolare, tra magneti contigui è pertanto di 30". Ciascun magnete 13 è magnetizzato in direzione radiale in modo che le polarità risultino tutte orientate verso le bobine di uno statore interno nel modo mostrato. Più precisamente, secondo la presente invenzione, tre magneti adiacenti 13A, 13B e 13C hanno la stessa polarità Nord e Sud vale a dire hanno poli omonimi tutti orientati nella stessa direzione radiale verso le bobine dello statore, mente i restanti magneti indicati alternativamente con 13D e 13E, hanno poli Nord e Sud vale a dire di polarità opposte, normalmente alternati tra loro, come mostrato.
In figura 2, con 14 è stato inoltre indicato lo statore del generatore, sempre in materiale ferro-magnetico, il quale è provvisto di dodici espansioni polari 15, aventi lo stesso passo polare dei magneti 13, terminanti con una testa polare allargata a forma di T, avente la stessa lunghezza circonferenziale pari o leggermente inferiore all'ampiezza circonferenziale dei magneti 13.
Come mostrato nella stessa figura, su dieci espansioni polari 13C, 13D e 13E, sono avvolte altrettante bobine di bassa tensione collegate in serie tra loro, mentre sulle restanti due espansioni polari 13A e 13B sono avvolte due bobine A e B destinate unicamente all'alimentazione ed al comando dell'accensione.
Più precisamente, le due bobine A e B sono collegate in serie tra loro, presentano lo stesso numero di spire e sono avvolte in direzioni opposte in modo da generare due tensioni alternate VA e VB di uguale valore in fase tra loro, che si possono sommare.
Le bobine A e B presentano inoltre due uscite estreme A1 e B1, nonché un'uscita intermedia X comune ad entrambe, come mostrato.
La figura 3 dei disegni mostra una vista del generatore simile a quella di figura 2, leggermente modificate in quanto il rotore a tazza 12 risulta ora ruotato in senso antiorario di un passo polare, vale a dire di 30", rispetto allo statore 14; per tutto il resto, la figura 3 corrisponde identicamente alla figura 2.
Nelle figure 4 e 5 è mostrato l'andamento delle tensioni alternate generate VA e VB di ogni singola bobina A e B mentre in figura 7 è mostrata la tensione VA e V,Bsomma delle precedenti.
Come si può notare, ciascuna delle due bobine A e B di alimentazione del circuito di accensione genera una tensione alternata che si annulla quando non c'è variazione di flusso, in particolare quando detta bobina passa tra magneti adiacenti aventi la stessa polarità rivolta verso lo statore.
Siccome le due bobine A e B di alimentazione sono adiacenti tra loro, spostate di un passo polare, avvolte in senso opposto l’una rispetto all'altra e collegate in serie, le tensioni risultanti VA e VB, pur risultando uguali e in fase tra loro, presentano le zone a tensione nulla di lunghezza pari ad un doppio passo polare ma spostate tra loro di 30° , cioè di un passo polare solamente.
Ne consegue che la somma delle due tensioni risulta in fase con le precedenti ed avrà la zona di tensione nulla di lunghezza pari ad un passo polare solamente.
Riferendoci ora sempre alle figure da 4 a 7 e alla figura 8, descriveremo il circuito di accensione ed il suo modo di funzionare, secondo la presente invenzione.
In figura 8 con 12 è stato schematicamente indicato il rotore magnetico, mentre con A e B sono indicate nuovamente le due bobine di alimentazione del circuito di accensione che, come precedentemente riferito, sono uguali tra loro, hanno lo stesso numero di spire e sono avvolte in senso opposto su due nuclei magnetici contigui del rotore.
L'uscita B1 della bobina B è collegata a massa o definisce il terminale negativo, mentre l'altra uscita Al della bobina A è collegata al terminale positivo del condensatore di accensione Cl tramite un diodo Di.
Con Lp e Ls in figura 8 sono stati indicati inoltre l'avvolgimento primario e quello secondario di una bobina di alta tensione che alimenta la candela CD, in cui l'avvolgimento primario Lp è collegato in serie ad un circuito di scarica del condensatore CI, comprendente un interruttore controllato SCR collegato nel modo mostrato. Con D5 è stato indicato un diodo di ricircolo della corrente in Lp, mentre con R4 è stata indicata la resistenza di polarizzazione dell'elettrodo G di controllo del tiristore SCR o di altro interruttore elettronico equivalente di innesco della scarica del condensatore Cl.
Sempre con riferimento alla figura 8 il circuito comprende un interruttore elettronico T2 di pilotaggio dell'interruttore SCR di innesco della scarica, in cui T2 è attivato da un terzo interruttore elettronico di comando TI sotto il controllo di un rivelatore di picco; il rivelatore di picco comprende il diodo inversamente polarizzato D4, il condensatore C2 ed una resistenza R6 posta in parallelo a quest'ultimo. L'interruttore TI ed il rivelatore di picco costituiscono un circuito di controllo derivato tra il terminale di uscita X intermedio tra le bobine A e B e il punto mediano Y di un partitore di tensione unidirezionale costituito dal resistore R2 e dal diodo D2, in serie al resistore R3 al diodo D3, collegati a loro volta in parallelo alle bobine A e B precedentemente riferite; nel complesso definiscono una sorta di circuito a ponte, in cui TI è posto nel ramo principale per essere attivato quando il ponte viene squilibrato da una tensione negativa della bobina A collegata al terminale negativo, mentre la tensione nella bobina B collegata al terminale positivo, ovvero a Cl, è nulla.
Più precisamente, l'interruttore elettronico di comando Tl nel caso illustrato è costituito da un transistore NPN con resistenza R7 di polarizzazione in parallelo tra la base B e l'emettitore E, mentre il collettore C è collegato, attraverso il resistore RI, alla base B dell'interruttore elettronico di pilotaggio T2, a sua volta costituito da un transistore PNP avente il collettore C collegato all'elettrodo di controllo G dell'SCR, e l'emettitore E collegato ad una sorgente di tensione positiva, ad esempio al lato positivo del condensatore di accensione Cl attraverso il resistore R8; con R5 è stata inoltre indicata la resistenza di polarizzazione di T2.
In figura 8, con 17 è stato infine indicato un circuito survoltore per ottimizzare la carica del condensatore Cl, come ad esempio è descritto in una precedete domanda di brevetto IT-MI92A002809 della stessa richiedente e rappresentato in dettaglio nello schema di figura 9 più avanti descritto.
Il funzionamento del circuito di figura 8 risulta essere il seguente: le bobine di alimentazione A e B come riferito in precedenza, forniscono due tensioni alternate VA e VB in fase ed uguali tra loro, tranne quando una delle bobine passa da un magnete 13A con una polarità Sud, ad un successivo magnete 13B con la stessa polarità Sud, mentre l'altra bobina B passa da un magnete 13C sempre con la stessa polarità Sud ad un magnete successivo 13D con polarità Nord o opposta alla precedente.
Nel primo caso non si ha generazione di tensione in quanto non si ha variazione di flusso magnetico, mentre nel secondo caso si ha generazione di tensione.
Pertanto, quando la tensione somma VA e VB(figura 7) risulta positiva, allora le bobine A e B caricheranno il condensatore di accensione Cl attraverso il diodo DI.
In questa fase l'SCR o altro interruttore equivalente di innesco della scarica di Cl, non potrà essere pilotato, restando interdetto poiché, essendo i diodi D2 e D3 del partitore di tensione polarizzati in senso inverso, non fluirà corrente attraverso il partitore di tensione per cui la tensione nel punto Y sarà 0, o negativa rispetto alla tensione nel punto X, impedendo D4 in questo caso la circolazione di una qualsiasi corrente nel ramo derivato del ponte costituito dal rivelatore di picco e dell'interruttore elettronico di comando TI.
L’interruttore elettronico Tl risulterà pertanto interdetto al pari dell'interruttore elettronico T2.
Quando la tensione V3⁄4 è uguale a Vg ed entrambe sono negative, allora essendo le resistenze R2 ed R3 uguali tra loro, come pure le cadute di tensioni sui diodi D2 e D3, risulterà che la tensione su VA a cavallo di R3 e D3 sarà uguale alla tensione Vg· a cavallo di R2 e D2, a loro volta uguali alle tensioni e VB; quindi, tra i punti X e Y del circuito di pilotaggio derivato, non ci sarà differenzia di potenziale e l'interruttore di comando Tl risulterà anche in questo caso interdetto come pure risulterà interdetto 1'interruttore T2 di pilotaggio dell'interruttore SCR di innesco dello scarico del condensatore Cl.
Similmente, quando VA risulterà uguale a 0 e VB risulterà negativa, il diodo D4 risulterà polarizzato in senso inverso e l 'interruttore Tl verrà nuovamente interdetto, al pari degli interruttori T2 e SCR.
L'unica condizione di squilibrio del ponte che permetterà di attivare l'SCR, come mostrato in figura 6, e quindi di innescare la scarica del condensatore Cl e la scintilla nella candela di accensione CD, è costituita dall'istante T di figura 6 nella quale Vg risulta essere uguale a 0, mentre risulta essere negativa, per cui i diodi D2, D3 e D4 risultano tutti in conduzione con la tensione del punto Y maggiore della tensione nel punto X.
L'insieme D4, C2, R6 di figura 8 costituisce un rivelatore di picco facoltativo che serve per evitare eventuali falsi inneschi dell'interruttore SCR a causa di possibili differenze magnetiche nei circuiti delle bobine A e B oppure per eventuali tolleranze sulle resistenze R2 e R3.
Pertanto, quando la differenza di tensione tra i punti Y e X sopra riferiti risulterà maggiore della somma delle tensioni VD4 + VC2 + VBE relative alla caduta di tensione su D4, su C2 e tra base ed emettitore di Tl, allora Tl entrerà in conduzione e, tramite la resistenza RI di limitazione della corrente, polarizzerà la base del transistore T2 di tipo PNP che avendo il suo emettitore collegato ad una sorgente di tensione positiva, comanderà l'elettrodo di controllo G dell 'SCR, mandandolo in conduzione.
In queste condizioni, il condensatore di accensione Cl può essere scaricato sull'avvolgimento primario Lp della bobina di alta tensione che genererà sul secondario Ls una tensione elevata in grado di innescare una scintilla nella candela di accensione CD.
Quando Cl si è scaricato, la corrente circolante in Lp si richiuderà sul diodo di ricircolo D5.
Come precedentemente riferito, in figura 8 è stato rappresentato anche il possibile uso di un survoltore 17 che pur non essendo indispensabile, permette tuttavia una efficiente carica di Cl.
Una possibile soluzione del circuito survoltore 17 è rappresentata schematicamente in figura 9 che verrà qui di seguito descritta ai fini di una completa illustrazione.
Il circuito di figura 9 è collegato al circuito di carica del condensatore di accensione nei punti 1,2 e 3 indicati nelle stesse figure.
In particolare il circuito di figura 9 comprende un interruttore elettronico S1 ed un resistore R9 o altro circuito equivalente per fornire ad un ingresso di un primo comparatore di tensione CP1 una tensione V2 che è proporzionale alla corrente circolante attraverso l'interruttore elettronico S1 per controllare, mediante la tensione in uscita V4 applicata all'ingresso di un'interfaccia F, l'azione di rapida apertura e chiusura dell'interruttore stesso. Infatti, una ripetuta rapida apertura e chiusura dell'interruttore S1 consente di ottenere la carica del condensatore Cl ad un valore di tensione sostanzialmente costante, indipendentemente dalla tensione in uscita del generatore elettrico e dal regime di funzionamento del motore. L'apertura e la chiusura dell'interruttore S1 è comandata dal comparatore di tensione CP1 che è alimentato ai suoi ingressi con la tensione V2, indicativa della corrente circolante attraverso l'interruttore stesso, con una tensione V3 fornita dal condensatore C3 alimentato con la tensione VC del condensatore Cl, per mantenere uno stato di funzionamento del comparatore CPl, ovvero tramite altro dispositivo atto a fornire una funzione derivata dell'incremento della tensione del condensatore di accensione Cl durante ciascuna singola carica parziale del condensatore stesso, nonché una tensione di riferimento VR9 indicativa del livello massimo della tensione V2 e quindi della corrente massima dell'interruttore S1 rispetto alla quale il comparatore CPl comanda l’apertura e la chiusura in rapida successione dell'interruttore stesso.
Con CP2 in figura 9 è stato inoltre indicato un dispositivo di inibizione di CPl atto a definire il livello massimo della tensione VC del condensatore Cl, ed una seconda tensione di riferimento VR2 per impedire il funzionamento di CPl e mantenere Si aperto, quando VC raggiunge o tende a superare il livello massimo consentito per la tensione di carica del condensatore di accensione .
Pertanto, l'uscita V5 di CP2 viene inviata ad un ingresso di comando di CPl per lo scopo sopra riferito. Infine con PS è stato schematicamente indicato un circuito di alimentazione dei vari blocchi funzionali del sistema.
. Da quanto detto e mostrato nei disegni allegati sarà dunque evidente che la presente soluzione fornisce una soluzione nuova mediante la quale è possibile ottenere, in assenza di una bobina separata di innesco della scarica del condensatore, una sola scintilla per giro, rendendo nello stesso tempo disponibile un maggior numero di impulsi per la carica del condensatore di accensione.
S'intende pertanto che quanto è stato detto e mostrato con riferimento ai disegni allegati è stato dato a puro titolo esplicativo: ad esempio gli interruttori elettronici T1 e T2 potrebbero essere realizzati oltre che con transitori NPN e PNP, con transistori MOS a canale N, rispettivamente con transistori MOS a canale P, senza con ciò allontanarsi dai principi innovativi dell'invenzione rivendicata

Claims (8)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Impianto di accensione a scarica capacitiva per motori a combustione interna, comprendente un circuito di accensione avente un condensatore di accumulo dell'energia elettrica disposto in un circuito comprendente un interruttore di innesco della scarica del condensatore, ed un generatore elettrico per l'alimentazione del circuito di accensione, detto generatore comprendendo: un rotore avente una pluralità di magneti permanenti fissati ad intervalli uguali, in cui almeno due magneti adiacenti presentano una stessa polarità rivolta radialmente verso le bobine di un avvolgimento avvolto su espansioni polari dello statore del generatore caratterizzato dal fatto che detto avvolgimento statorico comprende una prima ed una seconda bobina di alimentazione e di innesco del condensatore di accumulo dell'energia elettrica del circuito di accensione, le quali bobine sono collegate in serie tra loro ed avvolte su due espansioni polari contigue dello statore, e dal fatto che un interruttore elettronico di pilotaggio del detto interruttore di innesco della scarica, è collegato ad un'uscita intermedia alle due bobine di alimentazione e di innesco, tramite un interruttore elettronico di comando previsto in un circuito derivato tra detta uscita intermedia alle dette bobine di alimentazione e di innesco, ed un punto intermedio di un partitore di tensione unidirezionale posto in parallelo alle bobine di alimentazione e di innesco suddette.
  2. 2. Impianto di accensione secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che detto circuito derivato comprende un rivelatore di picco collegato all'elettrodo di controllo dell'interruttore elettronico di comando citato.
  3. 3. Impianto di accensione secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che dette bobine di alimentazione e di innesco presentano uno stesso numero di spire, e dal fatto che detto partitore di tensione comprende una prima ed una seconda resistenza di identico valore, in serie a rispettivi diodi polarizzati nella stessa direzione.
  4. 4. Impianto di accensione secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che ciascuna resistenza del partitore di tensione fornisce una caduta di tensione sostanzialmente corrispondente alla tensione generata in ciascuna delle dette bobine di alimentazione e di innesco del circuito di accensione.
  5. 5. Impianto di accensione secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che dette bobine di alimentazione e di innesco del circuito di accensione, e detto partitore di tensione definiscono un circuito a ponte in cui detto interruttore elettronico di comando, è posto sul ramo del ponte derivato tra dette bobine di alimentazione e detto partitore unidirezionale di tetsione.
  6. 6. Impianto di accensione secondo la rivendicazione 1 ulteriormente caratterizzato dal comprendere un circuito survoltore di tensione, in parallelo a dette bobine di alimentazione e di innesco del circuito di accensione.
  7. 7. Impianto di accensione secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che detto interruttore elettronico di comando è costituito da un transistore a polarizzazione diretta, che detto interruttore di pilotaggio è costituito da un transistore a polarizzazione inversa, in cui il circuito collettore - emettitore del transistore di comando è collegato al circuito base collettore del transistore di pilotaggio, tramite una resistenza di caduta della tensione.
  8. 8. Impianto di accensione secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che dette bobine di alimentazione e di innesco del circuito di accensione sono avvolte su espansioni polari dello statore che si estendono per una stesa ampiezza angolare, pari o inferiore ali'ampiezza angolare dei magneti permanenti del rotore.
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