ITMI20130036U1 - Dispositivo antifurto allarmato perfezionato. - Google Patents

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ITMI20130036U1
ITMI20130036U1 IT000036U ITMI20130036U ITMI20130036U1 IT MI20130036 U1 ITMI20130036 U1 IT MI20130036U1 IT 000036 U IT000036 U IT 000036U IT MI20130036 U ITMI20130036 U IT MI20130036U IT MI20130036 U1 ITMI20130036 U1 IT MI20130036U1
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alarm
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Corrado Maggi
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Maggi Catene Spa
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    • G08BSIGNALLING OR CALLING SYSTEMS; ORDER TELEGRAPHS; ALARM SYSTEMS
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    • G08B13/02Mechanical actuation
    • G08B13/14Mechanical actuation by lifting or attempted removal of hand-portable articles
    • EFIXED CONSTRUCTIONS
    • E05LOCKS; KEYS; WINDOW OR DOOR FITTINGS; SAFES
    • E05BLOCKS; ACCESSORIES THEREFOR; HANDCUFFS
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    • E05B45/005Chain-locks, cable-locks or padlocks with alarms
    • EFIXED CONSTRUCTIONS
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    • E05BLOCKS; ACCESSORIES THEREFOR; HANDCUFFS
    • E05B45/00Alarm locks
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    • EFIXED CONSTRUCTIONS
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Description

DISPOSITIVO ANTIFURTO ALLARMATO PERFEZIONATO
DESCRIZIONE
Campo del trovato
Il presente modello di utilità riguarda un dispositivo antifurto a struttura perfezionata. In particolare, riguarda un lucchetto meccanico che trova impiego in una molteplicità di applicazioni diverse, quali veicoli e motocicli, per costituire un mezzo antifurto efficace anche a distanza.
Stato della tecnica anteriore
E' noto che nel mondo dei cicli e motocicli, la difesa contro il furto costituisce un problema grave, molto sentito, che tradizionalmente viene affrontato con l'impiego di una catena ed un lucchetto.
Nei cicli o motocicli, la catena viene fatta passare attraverso una ruota e nei vuoti del telaio, e poi le sue due estremità vengono reciprocamente collegate con un lucchetto. In alternativa, la catena o lo stesso lucchetto può essere collegata ad un riferimento fisso al suolo, quale un palo o un un'ancora apposita.
Con un principio del tutto simile, sono offerti nel mercato anche i cosiddetti bloccadisco, che sono di fatto dei lucchetti meccanici che si chiudono sul disco del freno di un motociclo, sfruttando i fori presenti sul disco stesso. Analoghi sistemi meccanici sono offerti come antifurto da applicare al volante o alla pedaliera di un'automobile.
Tutti questi dispositivi meccanici hanno il pregio di essere applicabili e distaccabili dal veicolo in modo semplice ed intuitivo, nonché affidano la loro efficacia alla robustezza intrinseca: in sostanza, per poter compiere una effrazione, il malintenzionato deve esercitare una notevole dose di sforzo prolungato nel tempo, ciò che tende a costituire fattore dissuasivo.
A tal fine, esistono degli standard di riferimento che stabiliscono l'efficacia di un lucchetto proprio in base al tempo necessario al malintenzionato per rendere inoperativa la funzione antieffrazione.
Se poi possiedono dimensioni ridotte, come i lucchetti od i bloccadisco, sono anche comodamente portabili e spostabili tra i vari veicoli.
Poiché sono strumenti che vengono applicati solamente durante il fermo del veicolo, possono essere costruiti con la forma e l'ingombro più adeguati a garantirne la robustezza. Quando non vengono utilizzati, vengono poi riposti in un baule o contenitore che non fanno parte, di per sè, della struttura del veicolo.
Il limite di questi strumenti sta però nel fatto che, con utensili adeguati ed avendo del tempo a disposizione, possono essere resi inefficaci senza dare troppo nell'occhio.
Inoltre, un ciclo o motociclo protetti con un lucchetto o bloccadisco non fissato al suolo, possono essere rubati semplicemente sollevandoli e trasferendoli in adeguato luogo dove si dispone di mezzi e tempo per intervenire comodamente.
In alternativa a questi strumenti meccanici, è anche noto l'impiego di sistemi antifurto allarmati, sostanzialmente di tipo elettronico. Questi strumenti affidano la loro efficacia all'emissione di segnali visivi/sonori che risultano ben evidenti ai passanti o allo stesso proprietario. Negli autoveicoli - e soprattutto in quelli più costosi, come macchine di lusso o camion che portano merce di valore - ma anche nei motocicli, è noto infatti di impiegare sistemi di rilevamento del tentativo di effrazione che sono sensibili alle vibrazioni, allo spostamento o alla presenza; essi intervengono o sul blocco del motore o su una segnalazione visiva/uditiva (ad esempio suono d'allarme). Sono pure noti sistemi di questo tipo, che emettono una segnalazione verso una rete di comunicazione (tipicamente la rete telefonica GSM), così da raggiungere il proprietario anche quando si trova a distanza.
Questi sistemi comprendono generalmente dei sensori, in grado di rilevare il tentativo di effrazione (rilevando, per esempio, uno spostamento) e di attivare una linea telefonica per avvisare (con una comunicazione in viva voce o con un SMS) il proprietario dell'autoveicolo e/o un servizio di sorveglianza e/o la polizia. A questa funzione di avviso, si può aggiungere la funzione di segnalazione di posizione, attuata tramite un ricevitore di posizione geografica di tipo GPS.
Questi antifurto sono configurati espressamente per lo specifico veicolo e sono tipicamente installati in modo fisso, sfruttando qualche vano disponibile sul veicolo stesso. Per ridurre la possibilità di manomissione, gli antifurto di tipo elettronico sono tipicamente installati in vani specifici del veicolo in posizioni difficili da raggiungere e collegati, in modo protetto, con una sorgente di alimentazione elettrica (tipicamente la batteria del veicolo). Vantaggiosamente, impediscono un furto per semplice prelevamento (sollevamento e spostamento) del veicolo, perché sono sensibili allo spostamento.
Tuttavia, gli antifurti elettronici implicano la difficoltà tecnica di predisporre il vano di installazione nell'autoveicolo, in cui piazzare la centralina di controllo, i sensori e i segnalatori - ciò che è anche più complesso sui motocicli - comportano costi rilevanti, non prevedono alcuna portabilità od intercambiabilità tra veicoli ed aprono delle opportunità di effrazione mediante sistemi elettronici (che quindi agiscono con poco sforzo e tempi ridotti).
Nella domanda italiana MI2012U000213 a nome della stessa Richiedente, che qui si richiama integralmente e se ne rivendica la priorità, è stata già proposta una soluzione molto efficace ai problemi summenzionati. In questa domanda viene descritto un dispositivo antifurto comprendente un componente di vincolo impegnabile in un componente di bloccaggio, a sua volta comprendente un corpo di contenimento antintrusione ed un morsetto azionabile a chiave, detto componente di bloccaggio essendo provvisto di almeno due sedi parallele di innesto per mezzi a spina del componente di vincolo; inoltre al corpo di contenimento antintrusione è associato un analogo corpo antintrusione ausiliario, provvisto anch'esso di sedi passanti per i mezzi a spina, entro cui è definito un vano per un elemento a cassetto che include almeno una unità elettronica provvista di un dispositivo di allarme e di almeno un sensore di rilevamento di posizione e/o assetto.
Questa soluzione è molto efficace, perchè fornisce un dispositivo portatile, adatto a vari impieghi ed applicazioni in modo universale, che possiede, allo stesso tempo, una robustezza intrinseca elevata alla effrazione, ma anche elementi di allarme remoto adeguatamente protetti.
Si è riscontrato tuttavia che, nel caso in cui si preveda un dispositivo di allarme che trasmette via radio a lunga portata, la schermatura di protezione del corpo antintrusione produce alcune limitazioni di efficacia della trasmissione.
Problema e soluzione
Problema alla base del trovato è pertanto di proporre una configurazione perfezionata rispetto a quella già efficacemente proposta in MI2012U213, in cui si possa superare l'inconveniente summenzionato legato alla portata di trasmissione di eventuali dispositivi di comunicazione a lunga portata. Questo scopo viene conseguito attraverso le caratteristiche menzionate nella rivendicazione 1. Le rivendicazioni subordinate descrivono caratteristiche preferenziali del trovato.
Breve descrizione dei disegni
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risultano comunque meglio evidenti dalla seguente descrizione dettagliata, data a puro titolo esemplificativo e non limitativo ed illustrata nei disegni allegati, nei quali: fig. 1 è una vista in esploso dei diversi componenti del dispositivo secondo il modello;
fig. 2 è una vista in esploso del componente asportabile illustrato in fig. 1; e
fig. 3 è una vista in esploso del componente a cassetto di fig. 1.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA
Come rappresentato nei disegni, il dispositivo secondo il modello comprende, analogamente a quanto già descritto in MI2012U213, un componente di vincolo 1, conformato per esempio a forcella ad U (come nelle figure), destinato ad essere associato ad un componente di bloccaggio 2, a sua volta costituito da un corpo di contenimento 4 e da un morsetto 5 azionabile (per esempio con blocchetto a chiave).
Il componente di vincolo 1 presenta smussature la e tacche lb, disposte lungo due gambe di impegno, destinate a cooperare con il morsetto azionabile 5 per determinare l'impegno o il disimpegno tra il dispositivo di vincolo 1 e il componente di bloccaggio 2, così da chiudere o aprire il lucchetto.
Maggiori dettagli costruttivi ed operativi del meccanismo di impegno/disimpegno del morsetto 5 con la forcella 1 ad U, abilitati tipicamente da un blocchetto a chiave, non vengono qui forniti, poiché noti al tecnico del settore e non formano specificamente oggetto del presente modello.
Si noti che il componente di bloccaggio 2 presenta sedi 3 di alloggiamento, in cui sono destinate ad inserirsi le gambe della forcella 1 per poi andare in impegno con il morsetto 5.
Il componente di bloccaggio 2 è principalmente formato da un corpo di contenimento scatolare o cassa rigida 4, ad esempio costituita da uno spezzone di tubolare quadro, di dimensioni e di spessore tali da costituire un elemento molto robusto, atto a proteggere l'integrità del morsetto 5 inserito al suo interno. In sostanza, il corpo di contenimento 4 funge da elemento antintrusione per il rispettivo morsetto, di cui garantisce l'integrità.
Ad esempio, la cassa 4 è realizzata in acciaio ed ha una dimensione di 30x40x100 mm con una parete dello spessore di 4 mm.
Sulla parete superiore della cassa 4 sono praticati fori 3, che costituiscono le sedi di inserimento delle gambe della forcella 1.
Adiacente alla cassa principale 4, in particolare al di sopra di essa (ossia nella direzione in cui si distendono le due gambe della forcella 1), è unita una cassa ausiliaria 6. Quest'ultima presenta una conformazione simile a quella della cassa principale, ossia presenta un profilo scatolare/tubolare di materiale adeguato a renderla robusta ai tentativi di effrazione, per esempio di acciaio. Per esempio, la cassa ausiliaria 6 si compone di un profilato sagomato a C, saldato lungo le ali del profilo alla sottostante cassa principale 4.
Anch'essa è provvista di aperture in allineamento con i fori 3, per consentire l'inserimento delle gambe del componente di vincolo 1.
Analogamente alla cassa principale 4, anche la cassa ausiliaria 6 presenta almeno un'apertura di imboccatura ad una delle due estremità (quella visibile in fig. 1).
Secondo una singolare caratteristica del presente modello, all'interno della cassa ausiliaria 6 è alloggiato un elemento a cassetto 7, inseribile a scorrimento dall'apertura di imboccatura.
Il cassetto 7, illustrato in particolare in fig. 3, è dotato di un alloggiamento 7a ed un passaggio 7b destinato a porsi in allineamento con una delle coppie di fori 3 per consentire l'inserimento di una delle gambe della forcella 1.
Nell'alloggiamento centrale 7a è montata un'unità elettronica di allarme. Quest'ultima, secondo la vantaggiosa configurazione del presente modello, comprende unicamente un sensore di rilevamento di assetto/movimento che non richiede unità di comunicazione a lunga distanza. Come sensore di movimento è possibile utilizzare ad esempio un inclinometro di tipo commerciale.
Oltre ad un eventuale segnalatore acustico, il dispositivo di allarme 8 comprende un'unità di trasmissione in RF (radio frequenza), a bassa portata, quale ad esempio un modulo di trasmissione standard o sviluppato con modalità di trasmissione proprietarie. Nell'alloggiamento 7a è prevista inoltre una batteria elettrica 8a per l'alimentazione del dispositivo 8. Può trattarsi di una batteria sostituibile, eventualmente ricaricabile mediante opportuno alimentatore fornito in dotazione.
Nella versione esemplificativa illustrata nei disegni, il modulo a cassetto 7 è di lunghezza modesta, presentando l'alloggiamento 7a ed una unica apertura 7b per l'inserimento di una delle gambe della forcella 1. In tal caso, per completare il vano della cassa ausiliaria 6 e determinare una buona protezione e vincolo del modulo 8, è previsto anche un corpo di chiusura terminale 9 - provvisto di un'apertura per l'inserimento dell'altra gamba della forcella 1 - da innestare nel vano del cassetto ausiliario all'estremità opposta dell'imboccatura da cui si inserisce il cassetto 7.
In alternativa, il cassetto 7 potrebbe essere formato abbastanza lungo da presentare anche una seconda apertura di passaggio dei bracci della forcella 1.
All'esterno della cassa principale 4 e di quella ausiliaria 6, vantaggiosamente è previsto un corpo scatolare di finitura, per esempio di plastica, che attribuisce al dispositivo del modello un aspetto esterno esteticamente gradevole. Come rappresentato, è prevista una scatola di rivestimento superiore IOa, che abbraccia sostanzialmente la cassa ausiliaria 6, ed una scatola di rivestimento inferiore 10b.
Secondo il modello, è previsto inoltre un involucro ausiliario 100, associabile in modo amovibile al componente di bloccaggio 2, contenente unità elettroniche che richiedono comunicazione ad elevata portata, ossia dell'or dine di oltre 1 km.
L'involucro ausiliario 100 è configurato in modo da essere associato saldamente al componente di bloccaggio, ma in modalità facilmente asportabile: come illustrato nelle figure, ad esempio sono previsti mezzi di accoppiamento provvisorio, in forma di una slitta a coda di rondine, in parte 101a sull'involucro 100 ed in parte 101b sul rivestimento 10a e 10b del componente 2.
L'involucro 100 è opportunamente fabbricato come corpo di contenimento chiudibile, di materiale che presenta un basso assorbimento delle onde elettromagnetiche alle frequenze proprie dei mezzi di comunicazione radio ad elevata portata, quali moduli GPS e soprattutto moduli di radiotelefonia quali GSM/GPRS/UMTS. Un materiale idoneo è un qualsiasi materiale plastico, per esempio ABS.
Come rappresentato in fig. 3, l'involucro 100 contiene almeno un modulo di comunicazione a lunga portata 102 ed un modulo di trasmissione in RF a corta portata 103, predisposto per scambiare dati via radio con la corrispondente unità di comunicazione 8 in RF installata all'interno della cassa ausiliaria 6. Il modulo 102 include necessariamente mezzi di comunicazione telefonica, mediante i quali è possibile trasmettere dati (via telefonia cellulare, oppure satellitare, o altro) verso un telefono o altro dispositivo Client nella disponibilità dell'utente. Preferibilmente il modulo 102 include anche un modulo di comunicazione GPS, che consente di raccogliere dati per la geolocalizzazione dell'unità e passarli ai mezzi di comunicazione telefonica.
Nel caso in cui il modulo 102 includa mezzi di comunicazione che sfruttano la telefonia cellulare standard, il dispositivo a cassetto comprende anche un alloggiamento con relativa fessura di introduzione per una scheda SIM, per esempio una scheda SIM dati ricaricabile che gli operatori telefonici offrono sul mercato a costi molto bassi.
Anche nell'involucro ausiliario 100 sono previste batterie elettriche, analoghe a quelle descritte sopra, per l'alimentazione dell'unità di comunicazione 102 e del modulo di trasmissione in RF a breve portata 103.
Le due unità di trasmissione in RF, 8 e 103, sono configurate per colloquiare fra di loro e trasferire i dati generati dal rilevatore di assetto, incluso nell'unità 8 installata nella cassa ausiliaria 6, all'unità di comunicazione a lunga portata 102, che può a sua volta trasferire corrispondenti dati (di allarme) verso unità riceventi remote (per esempio il telefono cellulare dell'utente). A tal fine, le unità di trasmissione in RF possono essere di bassa potenza, perché è sufficiente che operino a bassa portata, nell'ordine di qualche metro. In tali condizioni, esse sono anche poco influenzate dalla schermatura robusta prevista dalla cassa ausiliaria 6, che tipicamente è di materiale metallico.
La parte logica dei due moduli elettronici, l'uno 8 contenuto nella cassa ausiliaria 6 e l'altro 102 contenuto nell'involucro ausiliario 100, è configurata in modo da rilevare un segnale di allarme, proveniente dal sensore di posizione/assetto quando rilevi una variazione di assetto inusuale del dispositivo (successivamente alla sua attivazione), comunicarlo in RF tra l'interno della cassa ausiliaria 6 e il modulo RF 103 nell'involucro ausiliario 100, e quindi emettere un suono tramite il segnalatore acustico e/o innescare l'invio di un messaggio di allarme tramite i mezzi di comunicazione telefonica inclusi nel modulo di comunicazione a lunga portata 102.
Nel caso sia previsto anche il modulo GPS, il dispositivo di allarme prevede di inviare anche le coordinate geografiche rilevate dal modulo GPS insieme al messaggio di allarme, eventualmente ripetendo l'invio del messaggio ad intervalli regolari (ad esempio ogni 15 minuti).
Secondo un altro aspetto preferito del modello, l'attivazione dell'unità elettronica 8 alloggiata nel cassetto 7, non richiede la presenza di un interruttore accessibile dall'esterno, ma è provocata dall'inserimento specifico del componente di vincolo 1 nel corpo di contenimento 2.
In particolare, su una delle due gambe della forcella 1 è prevista una sede nella quale è impegnato un inserto di materiale magnetico che viene rilevato in prossimità dall'unità elettronica. Se le gambe della forcella sono infilate nei fori 3 in modo che l'inserto magnetico si trovi nel foro 7b, il modulo di allarme si attiva. Se invece la forcella viene inserita al contrario, cioè con il magnete infilato nel foro opposto, cioè più lontano dall'unità elettronica 8, allora il modulo non si attiva.
A tal fine, la forcella 1 presenta un contrassegno evidente che aiuta l'utente ad identificare qual è la sua posizione di inserimento nel corpo 2 che attiva il sistema di allarme. Se la forcella viene inserita invertendo fra loro le due gambe nelle rispettive sedi 3, l'inserto magnetico non si posiziona nella sede 7b e non viene rilevato dall'unità elettronica: quest'ultima non viene quindi attivata ed il dispositivo agisce semplicemente da lucchetto meccanico tradizionale.
Nell'uso del dispositivo secondo il modello, è previsto che il corpo di vincolo 1 venga assicurato al veicolo per svolgere la sua funzione tradizionale di blocco. L'involucro ausiliario 100, una volta attivata la sua unità elettronica, può essere lasciato associato al componente di bloccaggio 2; secondo una preferita modalità d'impiego, l'involucro ausiliario viene invece svincolato dal componente di bloccaggio 2 - per esempio facendolo scorrere sulla guida a coda di rondine 101a - e disposto in altra posizione del veicolo, opportunamente occultata alla vista, entro il raggio di azione o portata delle unità in RF 8 e 103.
Nel caso di un tentativo di effrazione, la variazione di assetto inusuale viene rilevata dall'unità 8, che trasmette un segnale di allarme all'emettitore acustico ed anche, tramite l'unità di trasmissione in RF, ai mezzi di comunicazione a lunga portata 102: da questi ultimi, il segnale di allarme viene trasmesso verso l'unità ricevente dell'utente che può trovarsi anche a grande distanza dal veicolo. Una volta avviato il funzionamento dei mezzi di comunicazione 102, anche qualora il componente di bloccaggio venga distrutto (e con esso l'unità di trasmissione in RF), il segnale di allarme continua ad essere emesso dal modulo di comunicazione a lunga distanza 102, eventualmente comprensivo dei dati di geo-localizzazione aggiornati con continuità.
Si conseguono così perfettamente gli scopi esposti nelle premesse. Rispetto, infatti, al dispositivo precedente, in questo caso la comunicazione a lunga distanza non è schermata dalla presenza del corpo scatolare robusto 6. L'involucro ausiliario 100 autonomo, pur non essendo a prova di effrazione, è di dimensioni ridotte e può essere facilmente occultato alla vista in qualche posizione del veicolo o addirittura (se la funzione di geolocalizzazione non è necessaria) portato con sé dall'utente (purché rimanga nel raggio di azione delle unità di trasmissione RF, per esempio quando si rechi all'interno di un locale pubblico lasciando il veicolo parcheggiato subito fuori).
Inoltre, si consideri che il componente di vincolo 1 non è necessariamente in forma di una tradizionale forcella ad U (come illustrato nelle figure), ma può assumere diverse forme a seconda dello specifico impiego che se ne vuole fare. Il dispositivo può essere inoltre fornito in kit, comprensivo di un unico corpo di blocco allarmato e di una serie di diversi componenti di vincolo, quali una forcella ad U, una ganascia bloccadisco, una barra immobilizzatrice per il volante di un'automobile, una catena flessibile a due teste di impegno, e così via. I vari componenti di vincolo possono avere anche un'unica spina di impegno nel componente di bloccaggio: concordemente quest'ultimo potrà avere uno o due fori di inserimento. Nel kit antifurto possono anche essere previste semplicemente una pluralità di forcelle ad U, di diverse lunghezze e larghezze, adattabili quindi a diversi impieghi (dal classico lucchetto per disco freno, a immobilizzatore di un volante, a blocco di un motore fuoribordo, e così via).
In questo modo, il dispositivo si presta ad innumerevoli impieghi a seconda della specifica esigenza che l'utente incontra nell'uso. Ciò rende il dispositivo universalmente applicabile su diversi veicoli di un utente, quale l'auto, il motoveicolo o la bicicletta (ma anche eventualmente un veicolo commerciale o un grosso autoarticolato), pur offrendo sempre il medesimo livello di sicurezza sia meccanico che di allerta a distanza.
Come ben si comprende, il dispositivo secondo il modello, sfruttando la robustezza intrinseca di un lucchetto meccanico, offre quindi un doppio livello di sicurezza ed una flessibilità di impiego senza precedenti. La presenza di due mezzi a spina del componente di vincolo, tipicamente le gambe della forcella ad U, una volta impegnati con il corpo di contenimento robusto, definiscono una gabbia di protezione molto efficace anche per l'unità elettronica a cassetto. L'intercambiabilità di diversi componenti di vincolo, che fungono sia da mezzo meccanico di bloccaggio passivo del veicolo, sia da sicura e protezione dei componenti elettronici (che forniscono invece una protezione attiva), rende universale l'applicazione del dispositivo anche su veicoli che normalmente richiederebbero un'installazione dedicata dell'impianto di allarme. L'inclusione dei moduli di comunicazione a lunga distanza all'interno di un involucro a bassa schermatura, associabile/disassociabile dal componente di protezione, migliora anche la portata di comunicazione del dispositivo e la propagazione del segnale di allarme.
S'intende comunque che il trovato non deve considerarsi limitato alla particolare disposizione illustrata sopra, ma è inteso che altre diverse varianti sono percorribili, tutte alla portata di un tecnico del ramo, senza per questo uscire dall'ambito di protezione del trovato stesso, come definito dalle rivendicazioni che seguono.
Nel contesto della presente domanda, si consideri ancora che "lunga portata" e "breve portata" sono da intendersi relativamente all'applicazione, la prima essendo nell'ordine di almeno qualche centinaio di metri, la seconda essendo nell'ordine di qualche decina di metri. Così pure, il materiale a basso assorbimento di onde elettromagnetiche è da intendersi un materiale che non ostacola in modo significativo la propagazione delle onde della frequenza tipica utilizzata nelle comunicazione di telefonia cellulare e nei dispositivi GPS. Ancora, benché si sia fatto principalmente riferimento a un sistema di telefonia cellulare, non si esclude che le comunicazioni di allarma a lunga distanza avvengano con altri sistemi verso un dispositivo Client (smartphone, PDA, cercapersone, ...) nella disponibilità dell'utente.
Infine, può essere previsto un supporto o staffa da fornire all'utente, per sistemare il dispositivo sul veicolo quando è inutilizzato.

Claims (12)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Dispositivo antifurto comprendente un componente di vincolo (1) impegnabile in un componente di bloccaggio (2), a sua volta comprendente un corpo di contenimento antintrusione (4) che alloggia un morsetto azionabile (5), detto componente di bloccaggio (2) essendo provvisto di almeno una sede (3) di innesto per mezzi a spina (la) di detto componente di vincolo (1), caratterizzato da ciò che a detto corpo di contenimento antintrusione (4) è associato un analogo corpo antintrusione ausiliario (6) scatolare, provvisto anch'esso di almeno una sede passante (6a) per detti mezzi a spina (la) tra cui è definito un vano per un elemento a cassetto (7), detto elemento a cassetto (7) comportando almeno una unità elettronica (8) provvista di un dispositivo di generazione di allarme e di almeno un sensore di rilevamento di posizione e/o assetto.
  2. 2) Dispositivo come in 1, in cui è previsto inoltre un involucro ausiliario (100) associabile a detto componente di bloccaggio (2), costruito con materiale a basso assorbimento alle onde elettromagnetiche e in cui trova alloggiamento un modulo di comunicazione ad elevata portata (102), comprendente almeno mezzi di comunicazione su rete telefonica verso un dispositivo ricevente portatile, ed una unità di ricetrasmissione in RF (103) atta a comunicare con una corrispondente unità di ricetrasmissione in RF inclusa in detta unità elettronica (8), un segnale di allarme venendo trasmesso da detto dispositivo di generazione di allarme e detto dispositivo ricevente portatile tramite dette unità di ricetrasmissione RF e detti mezzi di comunicazione ad elevata portata (102).
  3. 3) Dispositivo come in 1 o 2, in cui detto corpo antintrusione ausiliario (6) è disposto da un lato del corpo di contenimento antintrusione (4) verso cui detti mezzi a spina si prolungano nel componente di vincolo (1).
  4. 4) Dispositivo come in 1, 2 o 3, in cui detto corpo antintrusione ausiliario (6) è in forma di un profilato a C, fissato lungo un lato di detto corpo di contenimento antintrusione (4).
  5. 5) Dispositivo come in 4, in cui detto corpo antintrusione ausiliario (6) è in forma di un profilato tubolare di dimensione 30 x 40 x 100 mm con una parete dello spessore di 4 mm.
  6. 6) Dispositivo come in una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui detto elemento a cassetto (7) presenta almeno un'apertura passante (7a) per uno di detti mezzi a spina (la).
  7. 7) Dispositivo come in una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui detta unità elettronica (8) comprende una scheda elettronica (8a), dotata di almeno un sensore di movimento/spostamento e di almeno un emettitore di segnale di allarme.
  8. 8) Dispositivo come in 7, in cui detto sensore di movimento/spostamento è un accelerometro/inclinometro.
  9. 9) Dispositivo come in 7 o 8, in cui detto emettitore di allarme è un segnalatore acustico.
  10. 10) Dispositivo come in 1 e 2, in cui detto modulo di comunicazione ad elevata portata (102) comprende una unità di localizzazione geografica (GPS) e mezzi per associare dati di posizione geografica a detto segnale di allarme.
  11. 11) Dispositivo come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto componente di vincolo (1) assume la forma di una forcella ad U oppure di una catena flessibile, oppure di un morsetto bloccadisco, oppure di una barra immobilizzatrice per autoveicolo.
  12. 12) Kit antifurto caratterizzato da ciò che comprende un dispositivo come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti ed una pluralità di componenti di vincolo (1) almeno in forma di una pluralità di diverse forcelle ad U.
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