ITMI20121698A1 - Gruppo di infusione per macchine automatiche per la preparazione di bevande. - Google Patents
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Description
“GRUPPO DI INFUSIONE PER MACCHINE AUTOMATICHE PER LA PREPARAZIONE DI BEVANDE”
CAMPO TECNICO
La presente invenzione si riferisce ad un gruppo di infusione per macchine automatiche per la preparazione di bevande, come ad esempio caffè. Con il termine infusione si intende, nel contesto della presente invenzione e nelle unite rivendicazioni, il passaggio di un flusso di acqua calda in pressione, per esempio a circa 90 °C e 8 atmosfere, attraverso polveri, quali ad esempio caffè macinato.
PRECEDENTI DELL’INVENZIONE
Le polveri da infusione vengono usate nelle macchine di tipo automatico per la preparazione di bevande. Tali macchine sono ad esempio i distributori automatici per la preparazione di bevande da erogare su richiesta, le macchine professionali da caffè utilizzate nei bar e le macchine da caffè utilizzate nelle abitazioni. Un esempio tipico di polvere da infusione utilizzata nelle macchine sopra citate è dato dalla polvere di caffè che si usa per la preparazione del caffè espresso. Il caffè espresso è una bevanda ottenuta dalla percolazione di acqua calda sotto pressione che passa attraverso uno strato di polvere di caffè. Nel passaggio attraverso la polvere di caffè, la pressione dell’acqua si esaurisce e la bevanda fuoriesce a pressione atmosferica. La macinatura del caffè tostato particolarmente fine offre una resistenza all’acqua di percolazione tale da permettere l’estrazione di sostanze aromatiche che regalano alla bevanda le tipiche caratteristiche di crema, aroma, corpo e retrogusto. Di fondamentale importanza è la freschezza della miscela macinata, in quanto col passare del tempo la polvere di caffè tende ad ossidarsi irrancidendo le sostanze oleose contenute, con conseguente minore produzione di crema ed alterazione del gusto. Per questo motivo, le polveri di caffè vengono solitamente messe a disposizione in contenitori sottovuoto sigillati ermeticamente, in modo tale che la freschezza e le proprietà organolettiche del caffè non vengano alterate. Le polveri di caffè vengono prelevate dal contenitore soltanto nel momento in cui è necessario preparare la bevanda, in modo tale che le polveri rimangano il meno possibile a contatto con l’aria.
Nelle macchine automatiche, il prelievo delle polveri è attuato in modo automatico, vale a dire dalla macchina stessa, che provvede a trasferire la dose di polveri prelevata dal contenitore ad un gruppo infusore il quale, facendo passare acqua calda in pressione attraverso la dose di polveri di caffè, prepara la bevanda. La dose di polvere prelevata dal contenitore deve essere compattata prima del passaggio di acqua calda, per consentire la corretta estrazione di aromi dalla polvere di caffè.
Una tipologia nota di macchine automatiche prevede che il gruppo infusore sia dotato di due pistoni contrapposti (un pistone superiore ed un pistone inferiore) e traslanti in versi opposti lungo una stessa direzione. Le polveri di caffè vengono alimentate in una cavità (camera di percolazione) nella quale sono attivi i sopra citati pistoni. L’avvicinamento reciproco dei pistoni comprime le polveri all’interno della cavità compattando le stesse. Attraverso uno dei due pistoni viene alimentata acqua calda in pressione che raggiunge la cavità e attraversa le polveri compattate estraendo il caffè. Quando il caffè è stato erogato, la dose di polveri esausta, vale a dire le polveri compattate e bagnate, deve essere estratta dalla cavità per preparare la stessa ad una erogazione successiva. Tale estrazione viene solitamente attuata sollevando la dose esausta al di sopra della camera di percolazione, per esempio sollevando il pistone inferiore, e spingendo la stessa lateralmente per farla cadere in un apposito contenitore.
Durante le operazioni di estrazione della dose esausta è inoltre necessario garantire che la camera di percolazione venga completamente svuotata da residui della dose esausta, per garantire che durante T erogazione successiva sia presente nella camera di percolazione soltanto polvere fresca. Pertanto si rende necessario eliminare completamente qualsiasi residuo della dose esausta sia dalla camera di percolazione che da zone ad essa attigue.
Un’ulteriore specifica importante è che la dose fresca di polveri rimanga il minor tempo possibile a contatto con l’aria, per evitare il sopra descritto problema dell’ossidazione delle polveri, anche durante il trasferimento tra il contenitore delle polveri e la camera di percolazione.
In questo contesto, il compito tecnico della presente invenzione è quello di proporre un gruppo di infusione per macchine automatiche per la preparazione di bevande che soddisfi le sopra citate esigenze.
In particolare, è scopo della presente invenzione mettere a disposizione un gruppo di infusione per macchine automatiche per la preparazione di bevande in grado di garantire condizioni ottimali di erogazione della bevanda ad ogni ciclo di erogazione.
RIASSUNTO DELL’INVENZIONE
In accordo con la presente invenzione, il compito tecnico e lo scopo proposti vengono raggiunti mediante un gruppo di infusione per macchine automatiche per la preparazione di bevande secondo le caratteristiche di una o più delle annesse rivendicazioni.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
Le carateristiche ed i vantaggi della presente invenzione risulteranno evidenti dalla seguente descrizione dettagliata di una forma di realizzazione, data a titolo di esempio non limitativo con riferimento agli uniti disegni, nei quali:
- la figura 1 mostra una vista prospetica di un gruppo di infusione per macchine automatiche per la preparazione di bevande della presente invenzione, - le figure da 2 a 8 mostrano viste prospetiche di alcune parti del gruppo di figura 1 in diverse posizioni operative, e
- la figura 9 mostra una vista prospetica del gruppo di figura 1 con alcune parti asportate per meglio evidenziarne altre.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA DELL’INVENZIONE
La descrizione che seguirà farà esplicito riferimento alle polveri di caffè (o caffè macinato) quale esempio di polvere da infusione, senza tutavia limitare il campo di impiego alla sola polvere di caffè.
Un gruppo di infusione per macchine automatiche per la preparazione di bevande è stato complessivamente indicato con il numero 1 in figura 1.
Il gruppo 1 comprende una camera di percolazione 2 per ricevere una dose di polveri 100 che deve essere sotoposta ad infusione per estrarre una bevanda. Nella camera di percolazione 2 è permanentemente ativo un primo pistone 3 (il pistone inferiore per chi guarda le unite figure) il quale è traslabile alfintemo della camera di percolazione 2. Un secondo pistone 4 (il pistone superiore per chi guarda le figure) è mobile in avvicinamento ed in allontanamento dalla camera di percolazione 2 ed ha la funzione di cooperare con il primo pistone 3 per compattare la dose di polveri. Il primo 3 ed il secondo pistone 4 sono traslabili lungo rispettivi assi verticali. Uno dei due pistoni, preferibilmente il primo pistone 3 è attraversabile da acqua calda in pressione. In particolare, tale pistone presenta un condotto interno, in comunicazione di fluido con una sorgente di acqua calda in pressione e sfociante in prossimità della testa 3a del pistone 3. Dalla testa 3a del pistone 3 l’acqua calda in pressione entra nella camera di percolazione 2 e, attraversando la dose di polveri, estrae la bevanda. L’altro pistone, nella forma realizzativa preferita il secondo pistone 4, è dotato di un condotto interno in comunicazione di fluido con la testa del pistone 4 e con un erogatore della bevanda. In questo modo, la bevanda estratta nella camera di percolazione attraversa il secondo pistone 4 e viene erogata. Durante l’estrazione della bevanda, il primo 3 ed il secondo pistone 4 sono allineati, vale a dire i rispettivi assi verticali di traslazione sono tra loro coincidenti. Nella forma realizzativa preferita dell’invenzione, la camera di percolazione 2 (evidenziata in figura 5) ha forma sostanzialmente cilindrica ed è definita da una porzione terminale 5a di un cilindro 5 all’interno del quale scorre il primo pistone 3. La testa 3a di quest’ultimo, così come la testa 4a del secondo pistone 4 sono anch’esse sostanzialmente cilindriche e sono controsagomate alla camera di percolazione 2 in modo tale da poter scorrere all’ interno della stessa. Le teste 3a, 4a dei pistoni 3, 4 sono dotate di guarnizioni che riscontrano la parete interna della camera di percolazione 2 in modo tale che l’acqua che viene erogata nella camera di percolazione, così come la bevanda da essa estratta non trafilino tra la camera di percolazione 2 e le teste dei pistoni.
Il gruppo 1 comprende inoltre una cavità 6 di contenimento per la dose di polveri ed impegnabile dal secondo pistone 4 e dal primo pistone 3, la cui funzione sarà chiarita nel prosieguo. La cavità 6 di contenimento e la camera di percolazione 2 sono ruotabili una rispetto all’altra tra una configurazione di erogazione nella quale la cavità 6 di contenimento, la camera di percolazione 2 e il secondo pistone 4 sono allineati per estrarre la bevanda (nel modo sopra descritto) ed una configurazione di scarico nella quale la cavità 6 di contenimento non è allineata con la camera di percolazione 2 ed è allineata con il secondo pistone 4 per scaricare la dose esausta di polveri, vale a dire la dose di polveri dalla quale è già stata estratta la bevanda. Si noti che nella configurazione di erogazione anche il primo pistone è allineato alla cavità 6 di contenimento poiché come sopra detto il primo pistone 3 impegna sempre la camera di percolazione 2. Nella configurazione di scarico la dose esausta di polveri è contenuta nella cavità 6 di contenimento ed il secondo pistone 4 è traslabile all’ interno della cavità 6 di contenimento per espellere la dose esausta. Il gruppo 1 è inoltre attuabile in una configurazione di carico della dose di polveri. In tale configurazione, attuata dalla mutua rotazione tra camera di percolazione 2 e cavità 6 di contenimento, la camera di percolazione 2 e la cavità 6 di contenimento sono allineate, mentre il secondo pistone non è allineato alle stesse. Nella configurazione di carico la cavità 6 di contenimento è in comunicazione di fluido con un’apertura di erogazione di un contenitore di polveri, in modo tale da ricevere una dose di polveri.
La cavità 6 di contenimento è posta al di sopra della camera di percolazione 2. La cavità 6 e la camera di percolazione 2 sono entrambe ruotabili intorno ad un comune asse di rotazione X sostanzialmente verticale e preferibilmente parallelo agli assi di traslazione dei due pistoni 3, 4. Preferibilmente, la cavità 6 di contenimento è ricavata in un primo disco 7, in particolare essa è definita da un foro passante che attraversa lo spessore del primo disco 7. Tale primo disco 7 è ruotabile intorno al citato asse di rotazione X e la cavità 6 è posta in posizione eccentrica rispetto all’asse di rotazione X. Analogamente, la camera di percolazione 2 attraversa l’intero spessore di un secondo disco 8. Si noti che la camera di percolazione 2 interessa soltanto il secondo disco 8, vale a dire non si estende nel primo disco 7. Il secondo disco 8 è ruotabile intorno all’asse di rotazione X e la camera di percolazione è vincolata al secondo disco 8 in posizione eccentrica rispetto all’asse di rotazione X. L’eccentricità della cavità 6 di contenimento e della camera di percolazione 2 sono identiche, vale a dire la cavità 6 e la camera di percolazione 2 sono perfettamente sovrapposte quando allineate. I dischi 7, 8 sono tra di loro paralleli e sovrapposti e, nella configurazione di erogazione affacciano la camera di percolazione 2 alla cavità 6 di contenimento. Per consentire lo scarico della dose esausta di polveri, il secondo disco 8 comprende un’apertura passante 9 di scarico eccentrica rispetto all’asse di rotazione X e angolarmente distanziata dalla camera di percolazione 2. Nella configurazione di scarico, l’apertura passante di scarico 9 è allineata alla cavità 6 di contenimento. L’apertura passante 9 di scarico ha dimensioni e forma sostanzialmente uguali alla cavità 6 di contenimento per poter essere attraversata dal secondo pistone 4.
Come illustrato in figura 1, il primo 7 ed il secondo disco 8 sono supportati girevolmente da un telaio di supporto 10 del gruppo 1. Al telaio 10 è inoltre vincolato in modo traslabile il secondo pistone 4. La traslazione del secondo pistone 4 è attuata da un motore 11 vincolato al telaio di supporto 10. Il motore 11 è preferibilmente dotato di un albero rotante I la lungo un asse perpendicolare alla direzione di traslazione del secondo pistone 4. Tra l’albero rotante I la del motore 11 ed il secondo pistone 4 è presente un cinematismo 1 lb di tipo biella manovella che trasforma il moto rotante del motore 11 in modo rettilineo alternato del secondo pistone 4 (consentendogli una corsa da e verso il primo 7 ed il secondo disco 8). Il primo pistone 3 è, come detto, vincolato alla camera di percolazione 2 potendo traslare all’interno della stessa. Pertanto, il primo pistone 3 ruota rispetto al telaio di supporto 10 ed il secondo pistone 4 non ruota rispetto al telaio di supporto 10.
Per porre in rotazione il primo 7 ed il secondo disco 8 rispetto al telaio di supporto 10 sono previsti organi motori 12, preferibilmente un motore elettrico, direttamente attivi soltanto sul secondo disco 8 (quello inferiore per chi guarda le figure). Il motore elettrico 12 comprende un pignone dentato 13 ingranato su una corona dentata 14 che circonda la superficie del secondo disco 8 fungendo da cremagliera. Un trasduttore di posizione 15 consente di conoscere istante per istante la posizione angolare del secondo disco 8. Nella forma realizzativa illustrata nelle unite figure, il trasduttore di posizione 15 è costituito da due microinterruttori attivi su cavità presenti sui bordi esterni dei due dischi 7, 8. Alternativamente, o in combinazione con i microinterruttori, può essere previsto un encoder attivo sull’albero del motore 12. Tra il secondo disco 8 ed il primo disco 7 sono attivi organi di vincolo 16 per impedire almeno in parte la libera rotazione di un disco rispetto all’altro e per consentire al secondo disco 8 di trasferire moto rotazionale al primo disco 7. Con particolare riferimento alla figura 9, gli organi di vincolo 16 comprendono una camma 17 realizzata nel secondo disco 8 ed un seguicamma 18 solidale al primo disco 7. La camma 17 ha uno sviluppo ad arco di circonferenza la cui ampiezza angolare è sostanzialmente uguale alla distanza angolare minima tra l’apertura passante 9 di scarico e la camera di percolazione 2. Il seguicamma 18 impegna la camma 17 in modo tale che, quando il secondo disco 7 è posto in rotazione dal motore 12 per passare dalla configurazione di carico a quella di erogazione, il seguicamma 18 riscontra uno spallamento della camma 17 e trascina in rotazione il primo disco 7. Quando il secondo disco 8 ruota rispetto al primo 7 per raggiungere la configurazione di scarico, il seguicamma 18 scorre liberamente all’ interno della camma 17 non trasferendo moto al primo disco 7. Gli organi di vincolo 16 comprendono inoltre una molla torsi onale 19 attiva tra i due dischi 7, 8 lungo l’asse di rotazione X (la cui funzione sarà chiarita nel prosieguo). La forza torsionale esercitata dalla molla torsi onale 19 è minore della forza torsi onale esercitata dal motore elettrico 12.
In uso, quando deve essere iniziato un ciclo di preparazione ed erogazione di una bevanda, il gruppo 1 si trova nella configurazione di carico (figura 2) nella quale la cavità 6 di contenimento è in comunicazione di fluido con un contenitore di polveri da infusione ed è posta al di sopra della camera di percolazione. Il primo pistone 3 è all’interno della camera di percolazione 2. La testa 3 a del primo pistone 3 è posto in corrispondenza della cavità 6, in modo tale che il primo pistone 3 occluda la camera di percolazione 2. Quando la dose viene rilasciata nella cavità 6 di contenimento, la camera di percolazione 2 e la cavità 3 di contenimento ruotano per posizionarsi in corrispondenza del secondo pistone 4, raggiungendo la configurazione di erogazione. Tale rotazione viene effettuata ruotando il secondo disco 8 (quello al quale è solidale la camera di percolazione 2). Il moto rotatorio al secondo disco 8 viene impartito dal motore elettrico 12. Il seguicamma 18 solidale al primo disco 7 si trova in battuta contro uno spallamento della camma 17, vale a dire contro una porzione terminale della camma 17. Il primo disco 7 viene quindi trascinato in rotazione intorno all’asse di rotazione X dal seguicamma 18 spinto dal secondo disco 8. In questa fase, la molla torsionale 19 accumula energia.
Raggiunta la configurazione di erogazione (figura 3), il secondo pistone 4 (quello superiore) viene abbassato all’interno della cavità 6 di contenimento. A mano a mano che la dose di polveri viene compressa, la forza di compressione del secondo pistone 4 viene trasmessa al primo pistone 3. Quest’ultimo trasla verso il basso quando tale forza di compressione raggiunge un valore superiore ad una valore predeterminato (per esempio dato da una molla non illustrata attiva tra la testa 3 a del primo pistone 3 e la camera di percolazione 2). Il secondo pistone 4 entra nella camera di percolazione 2 ed arresta la propria corsa. In questa fase, illustrata in figura 4, la dose di polveri è compressa ed inizia l’affiusso di acqua calda in pressione nella camera di percolazione 2 secondo le modalità già descritte. Ad erogazione ultimata, il secondo pistone 4 viene traslato in allontanamento dalla camera di percolazione (figura 5) e il primo pistone 3 trasla nella camera di percolazione 2 verso la cavità 6 di contenimento (ad esempio per effetto della molla sopra citata).
La corsa del secondo pistone 4 si arresta con il secondo pistone in impegno all’interno della cavità 6 di contenimento. In questa posizione, anche la dose esausta di polveri è alloggiata all’interno della cavità 6 di contenimento. Il primo pistone 3 è impegnato nella camera di percolazione 2. A questo punto il secondo disco 8 viene ruotato fino ad affacciare l’apertura passante 9 di scarico alla cavità 6 di contenimento (figura 6 nella quale è stata illustrata la posizione occupata dalla camera di percolazione 2). La rotazione del secondo disco 8 è attuata dagli organi motori, in particolare dal motore elettrico 12. Tale rotazione avviene intono all’asse X in verso opposto alla rotazione iniziale che aveva portato la camera di percolazione 2 e la cavità 6 di contenimento al di sotto del secondo pistone 4. Durante la rotazione del secondo disco 8, il primo disco 7 non ruota. Infatti, la rotazione del primo disco 7 è impedita dal secondo pistone 4 che impegna la cavità 6 di contenimento. La camma 17 consente al secondo disco 8 di ruotare senza interferenza con il primo disco 7, in quanto il seguicamma 18 scorre liberamente all’interno della camma 17. Si noti che l’ampiezza della rotazione del secondo disco 8 è uguale all’ampiezza angolare della camma 17.
A questo punto, il secondo pistone 4 entra nell’apertura passante 9 di scarico spingendo la dose esausta di polveri al di fuori della cavità 6 di contenimento e dell’apertura passante 9 di scarico (figura 7). La dose esausta di polveri viene quindi espulsa dal gruppo 1. In questa fase, il secondo pistone 4, durante la sua corsa all’interno della cavità 6 di contenimento, elimina da quest’ultima qualsiasi traccia di polveri esauste, in quanto come sopra detto il secondo pistone 4 è perfettamente controsagomato alla cavità 6 e quindi esercita un’azione “raschiante” all’interno della stessa.
Terminata questa operazione, il secondo pistone 4 risale nella cavità 6 di contenimento liberando l’apertura passante 9 di scarico (configurazione coincidente con quella di figura 6). Il secondo disco 8 viene nuovamente ruotato intorno all’asse X riportando la camera di percolazione 2 ed il primo pistone 3 in allineamento con la cavità 6 di contenimento. Tale rotazione è sostanzialmente identica ed opposta a quella che aveva portato l’apertura passante 9 di scarico in allineamento con la cavità 6 di contenimento. Anche in questa rotazione il seguicamma 18 scorre liberamente nella camma 17 ed il primo disco 7 non ruota per effetto dell’impegno del secondo pistone 4 all’intemo della cavità 6. Si noti che in questa configurazione, il segui camma 18 è in contatto con uno spallamento terminale della camma 17 e la camma 17 si sviluppa a partire da tale spallamento in verso concorde al verso di rotazione che ha riportato la camera di percolazione 2 in allineamento con la cavità 6 di contenimento. A questo punto, il secondo pistone 4 viene sollevato al di sopra della cavità 6 di contenimento (figura 8).
Il secondo disco 8 viene ruotato intorno all’asse X per riportare la camera di percolazione 2 e la cavità 6 di contenimento nella configurazione iniziale (mostrata in figura 2) per iniziare un nuovo ciclo di erogazione. La rotazione del secondo disco 8 avviene in verso opposto alla rotazione iniziale che aveva portato camera di percolazione 2 e cavità 6 di contenimento in allineamento con il secondo pistone 4. Durante la rotazione finale appena descritta, il primo disco 7 ruota concordemente con il secondo disco 8 per effetto della molla torsionale 19. Tale molla torsionale 19, attiva tra i due dischi 7, 8 trasferisce al primo disco 7 una coppia che pone in rotazione il primo disco 7 intorno all’asse X in direzione concorde alla direzione di rotazione compiuta dal secondo disco 8. Si noti che la molla torsionale 19 accumula energia (che rilascia nella rotazione finale) durante la rotazione iniziale.
Chiaramente un tecnico del ramo, allo scopo di soddisfare esigenze contingenti e specifiche, potrà apportare numerose modifiche e varianti alle configurazioni sopra descritte. Tali varianti e modifiche sono tutte peraltro contenute nell'ambito di protezione dell'invenzione quale definito dalle seguenti rivendicazioni.
Claims (11)
- RIVENDICAZIONI 1. Gruppo di infusione per macchine automatiche per la preparazione di bevande comprendente: una camera di percolazione (2) per ricevere una dose di polveri (100) e permanentemente impegnata da un primo pistone (3) mobile all’interno della stessa; un secondo pistone (4) mobile in avvicinamento ed allontanamento da detta camera di percolazione (2) e operabile con detto primo pistone (3) per comprimere detta dose di polveri; detto primo (3) o detto secondo pistone (4) essendo attraversabile da acqua calda preferibilmente in pressione per far affluire acqua in detta camera di percolazione (2) ed estrarre una bevanda da detta dose di polveri; caratterizzato dal fatto di comprendere una cavità (6) di contenimento di detta dose di polveri impegnabile da detto secondo pistone (4), detta cavità (6) di contenimento e detta camera di percolazione (2) essendo ruotabili una rispetto all’altra almeno tra una configurazione di erogazione nella quale detta cavità (6) di contenimento, detta camera di percolazione (2) e detto secondo pistone (4) sono allineati per preparare una bevanda ed una configurazione di scarico nella quale detta cavità (6) di contenimento non è allineata con detta camera di percolazione (2) ed è allineata con detto secondo pistone (4) per scaricare una dose esausta di polveri.
- 2. Gruppo secondo la rivendicazione 1, in cui detta camera di percolazione (2) e detta cavità (6) di contenimento sono ruotabili una rispetto all’altra per realizzare una configurazione di carico in cui detta cavità (6) di contenimento è allineata a detta camera di percolazione (2) e non è allineata a detto secondo pistone (4).
- 3. Gruppo secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detta cavità (6) di contenimento e detta camera di percolazione (2) sono ruotabili intorno ad un asse di rotazione (X) comune.
- 4. Gruppo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente un primo disco (7) ruotabile intorno ad un asse di rotazione (X), detta cavità (6) di contenimento essendo realizzata da un foro passante in detto primo disco (7), detta cavità (6) di contenimento essendo eccentrica rispetto a detto asse di rotazione (X).
- 5. Gruppo secondo la rivendicazione 4, comprendente un secondo disco (8) ruotabile intorno a detto asse di rotazione (X), detta camera di percolazione (2) attraversando detto secondo disco (8) con eccentricità, rispetto a detto asse di rotazione (X), uguale all’ eccentricità della cavità (6) di contenimento rispetto all’asse di rotazione (X).
- 6. Gruppo secondo la rivendicazione 5, in cui detto secondo disco (8) comprende un’apertura passante (9) di scarico eccentrica rispetto a detto asse di rotazione (X) ed angolarmente distanziata da detta camera di percolazione (2); detta apertura passante (9) di scarico essendo allineata a detta cavità (6) di contenimento in detta configurazione di scarico.
- 7. Gruppo secondo la rivendicazione 5 o 6 in cui detti primo (7) e secondo disco (8) sono sovrapposti, organi motori (12) essendo attivi soltanto sul primo (7) o sul secondo disco (8) e organi di vincolo (16) essendo attivi tra detto primo (7) e secondo disco (8) per impedire almeno in parte la libera rotazione di un disco rispetto all’altro.
- 8. Gruppo secondo la rivendicazione 7, in cui detto organi di vincolo (16) comprendono una camma (17) realizzata nel primo (7) o nel secondo disco (8) ed un seguicamma (18) solidale al secondo (8) o al primo disco (7) ed una molla torsionale (19) attiva sul primo (7) e/o sul secondo disco (8), detta molla torsionale (19) esercitando una coppia di torsione intorno a detto asse di rotazione (X).
- 9. Gruppo secondo la rivendicazione 8, in cui detta camma (17) ha uno sviluppo ad arco di cerchio la cui ampiezza è sostanzialmente uguale alla distanza angolare tra camera di percolazione (2) e apertura passante (9) di scarico.
- 10. Gruppo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 5 a 9, in cui nel passaggio dalla configurazione di erogazione alla configurazione di scarico detto secondo pistone (4) impegna detta cavità (6) di contenimento.
- 11. Gruppo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 6 a 10, in cui nella configurazione di scarico detto secondo pistone (4) attraversa detta cavità (6) di contenimento e detta apertura passante (9) di scarico.
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