ITMI20121284A1 - Metodo e impianto per il congelamento di una porzione di un terreno - Google Patents

Metodo e impianto per il congelamento di una porzione di un terreno Download PDF

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ITMI20121284A1
ITMI20121284A1 IT001284A ITMI20121284A ITMI20121284A1 IT MI20121284 A1 ITMI20121284 A1 IT MI20121284A1 IT 001284 A IT001284 A IT 001284A IT MI20121284 A ITMI20121284 A IT MI20121284A IT MI20121284 A1 ITMI20121284 A1 IT MI20121284A1
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cryogenic gas
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Roberto Fantoni
Lorenzo Spada
Valerio Tagliabue
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Air Liquide Italia S P A
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    • E02HYDRAULIC ENGINEERING; FOUNDATIONS; SOIL SHIFTING
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Description

Forma oggetto del seguente trovato un metodo ed un impianto per il congelamento di una porzione di un terreno secondo le annesse rivendicazioni. Sono noti usuali impianti per il congelamento di una porzione di terreno che consentono di congelare l’acqua presente nel terreno per compattarlo, aumentandone la resistenza complessiva e rendendolo impermeabile.
Generalmente, il congelamento à ̈ temporaneo e permette di realizzare lavori previsti in condizioni di sicurezza. Detti lavori sono, ad esempio, la costruzione di pozzi, gallerie, strutture in sotterraneo e muri di diaframma impermeabili.
A tal fine, sono state realizzate sonde che mediante l’evaporazione di un gas criogenico liquefatto contenuto al loro interno, ad esempio azoto, consentono di congelare la porzione di terreno nella quale sono interrate.
Le sonde (anche dette sonde congelatrici) presentano solitamente un mantello all’interno del quale, per mezzo di primi condotti, à ̈ immesso il gas criogenico liquefatto. Detto gas criogenico liquefatto, dopo essere evaporato ed avere assorbito calore dal terreno circostante la sonda, à ̈ quindi estratto dal mantello per mezzo di secondi condotti.
I primi condotti immettono il gas criogenico liquefatto in corrispondenza di un fondo del mantello (e quindi della sonda).
In questo modo, il gas criogenico liquefatto à ̈ spinto dal fondo del mantello verso una porzione superiore del suddetto fondo, riempiendolo. Al fine di definire il livello massimo di riempimento del mantello, à ̈ posto un secondo condotto che consente di evacuare il gas criogenico che, dopo aver ceduto frigorie, à ̈ passato dallo stato liquido allo stato gassoso.
Al fine di consentire l’immissione del gas criogenico nella sonda i primi condotti consentono di collegare un serbatoio criogenico di stoccaggio con il mantello.
Vantaggiosamente, detti condotti presentano almeno una valvola atta a consentire la variazione della portata del gas criogenico liquefatto che interessa il condotto.
Il secondo condotto consente di trasportare il gas criogenico allo stato gassoso estratto dalla sonda a un’apparecchiatura per la dispersione del gas criogenico allo stato gassoso in atmosfera. Il secondo condotto, analogamente al primo condotto, presenta almeno una valvola volta, ad esempio, a variare la portata di azoto che interessa il secondo condotto.
La soluzione del tipo sopra citato, presenta tuttavia vari inconvenienti legati ad una inefficiente configurazione dei primi e secondi condotti e quindi ad un inefficiente scambio termico tra il gas criogenico liquefatto ed il terreno circostante la sonda.
Scopo della presente invenzione à ̈ quello di realizzare un impianto per il congelamento di una porzione di un terreno che sia atto a risolvere i problemi citati.
In altre parole, lo scopo della presente invenzione à ̈ quello di fornire un impianto capace di migliorare lo scambio termico tra il gas criogenico liquefatto e il terreno circostante la sonda.
Questo ed altri scopi che risulteranno evidenti all’esperto del ramo vengono raggiunti da un impianto per il congelamento di una porzione di un terreno realizzato secondo le annesse rivendicazioni.
Per una maggiore comprensione del presente trovato si allegano a titolo puramente esemplificativo, ma non limitativo, le seguenti figure, in cui:
la figura 1 mostra una vista schematica di un impianto per il congelamento di un terreno secondo la presente invenzione;
la figura 2 mostra una vista in sezione di un dettaglio dell’impianto di figura 1;
la figura 3 mostra una vista prospettica di un ulteriore dettaglio dell’impianto di figura 1.
Con riferimento alle figure citate, con il riferimento numerico 1 Ã ̈ stato indicato un impianto per il congelamento di una porzione di un terreno 15.
L’impianto 1 presenta generalmente almeno una sonda 3 che viene interrata all’interno di un terreno 15 circostante la suddetta sonda 3 per mezzo di una sua estremità inseribile 3a, detta sonda 3 essendo connessa a mezzi di alimentazione 5 che consentono di fornire un gas criogenico liquefatto alla sonda 3. In particolare detti mezzi di alimentazione 5 consentono di erogare detto gas criogenico liquefatto all’interno della sonda 3.
Secondo la forma di realizzazione rappresentata in figura 1, l’impianto 1 comprende due sonde 3 e 3’. In una ulteriore forma di realizzazione l’impianto 1 può presentare una pluralità di sonde, il cui numero à ̈ definito in base allo scopo prefissato. I suddetti mezzi di alimentazione 5 comprendono un serbatoio 9 opportunamente dimensionato al fine di mantenere costantemente alimentato l’impianto 1. A tal fine, il serbatoio 9 può presentare mezzi per rilevare e/o calcolare e/o indicare a terzi la portata istantanea e/o media erogata.
Alternativamente, detti mezzi di alimentazione 5 possono comprendere una qualunque sorgente del gas criogenico liquefatto atta allo scopo.
I mezzi di alimentazione 5 comprendono inoltre un condotto di mandata 6 avente una prima estremità 6a connessa al serbatoio 9.
Detto condotto di mandata 6 à ̈ inoltre connesso alla sonda 3 per mezzo di una seconda estremità 6b, (per riempila di gas criogenico in forma liquida).
Ciascuna sonda (Fig. 2) comprende solitamente un mantello 13 al cui interno à ̈ immesso il gas criogenico liquefatto, ad esempio azoto. Il mantello 13 consente di mantenere il gas criogenico liquefatto separato da un terreno 15 in cui la sonda 3 à ̈ inserita.
Il gas criogenico liquefatto consente di ridurre la temperatura del terreno fino, ad esempio, ad una temperatura prossima a -10°C (temperatura rilevata nel terreno 15 circostante la sonda 3). Tale temperatura consente di ottenere sostanzialmente un muro di terreno ghiacciato che permette di effettuare lavori in profondità senza la presenza di infiltrazioni di acqua. Detti lavori sono, ad esempio, la costruzione di pozzi, gallerie, strutture in sotterraneo e muri di diaframma impermeabili.
Il congelamento si basa sul principio per cui il gas criogenico liquefatto immesso all’interno della sonda 3 assorbe calore dal terreno 15 evaporando e nel contempo riducendo la temperatura del terreno 15.
Il gas criogenico allo stato gassoso presente all’interno della sonda 3 à ̈ evacuato per mezzo di un condotto di aspirazione 7.
Il mantello 13 presenta generalmente una conformazione tubolare chiusa in corrispondenza di almeno una prima estremità 13a corrispondente all'estremità inseribile 3a alla sonda 3, per contenere il gas criogenico liquefatto. Il mantello 13 presenta preferibilmente una sezione trasversale di forma rotonda. La conformazione tubolare del mantello 13 consente di definire almeno una parete laterale 14 della sonda stessa.
Il mantello 13, in corrispondenza di una seconda estremità 13b opposta alla prima estremità 13a, presenta un coperchio 17 che chiude ermeticamente il mantello 13 della sonda 3. In accordo con quanto illustrato, la seconda estremità 13b del mantello 13 non à ̈ interrata nel terreno 15, ma à ̈ posta al di fuori del suddetto terreno 15.
La sonda 3 si sviluppa lungo un asse longitudinale X, definito dalla conformazione tubolare della sonda 3 stessa.
La sonda 3 à ̈ inseribile nel terreno 15 in modo tale che, in uso, l’asse longitudinale X sia disposto verticalmente.
In corrispondenza del coperchio 17, preferibilmente sul coperchio 17 stesso, Ã ̈ presente una prima apertura 21 che consente di alloggiare e vincolare ermeticamente il condotto di mandata 6 alla sonda 3.
Analogamente alla prima apertura 21, in corrispondenza del coperchio 17, preferibilmente sul coperchio 17 stesso, Ã ̈ presente una seconda apertura 23 che consente di alloggiare e vincolare ermeticamente il condotto di aspirazione 7.
Il condotto di mandata 6 à ̈ alloggiato nella prima apertura 21 e si sviluppa almeno in parte all’interno della sonda 3. La porzione del condotto di mandata 6 posta all’interno della sonda 3 à ̈ definita tubo di erogazione 33. Detto tubo di erogazione 33 si sviluppa almeno in parte parallelamente all’asse X.
Il gas criogenico liquefatto à ̈ immesso all’interno del mantello 13 per caduta, mediante un dispositivo erogatore 31 posto in corrispondenza di una seconda estremità 6b del condotto di mandata 6 della sonda 3. La seconda estremità 6b del condotto di mandata 6 corrisponde ad una estremità libera e affacciata all’estremità 3a della sonda 3.
In particolare, il dispositivo erogatore 31 presenta una bocca di erogazione 35 tramite la quale il gas criogenico liquefatto può essere spruzzato sulla parete laterale 14 della sonda 3, al di sopra di un battente liquido generato dal gas criogenico liquefatto presente all’interno della sonda 3 in corrispondenza della prima estremità 13a. Inoltre, detto dispositivo erogatore 31 consente di spruzzare il gas criogenico liquefatto verso l’estremità 3a della sonda 3.
Vantaggiosamente, al fine di spruzzare il gas criogenico liquefatto, la bocca di erogazione 35 può essere, ad esempio, frazionata in una pluralità di aperture (non mostrate nelle figure) definite per mezzo di una piastra o lamina forata (non mostrati nelle figure). Alternativamente oppure può presentare un ugello avente una conformazione tale da consentire di spruzzare il gas criogenico liquefatto o ancora mediante altri mezzi atti allo scopo.
Modificando la portata di gas criogenico liquefatto alimentato alla sonda 3 à ̈ quindi possibile limitare lo scambio termico in corrispondenza della prima estremità 13a del mantello 13, favorendo lo scambio termico in una porzione intermedia 18 del mantello 13 compresa tra detta prima estremità 13a e detta seconda estremità 13b.
La sonda 3 comprende uno strato di materiale isolante 36 posto esternamente al mantello 13 e aderente al mantello 13 stesso.
In particolare, lo strato di materiale isolante 36 ricopre una parte superiore della sonda 3. In altre parole, lo strato di materiale isolante 36 presenta una prima estremità 36a posta tra la bocca di erogazione 35 e una bocca di aspirazione 47 posizionata in corrispondenza di una prima porzione estremale 7a del condotto di aspirazione 7 e una seconda estremità 36b dello strato di materiale isolante 36 posta in corrispondenza della estremità 3b della sonda 3.
Tale soluzione consente di iniziare una fase di mantenimento (di cui sarà successivamente chiarito il significato) in corrispondenza della prima estremità 13a del mantello 13 e nel contempo continuare il congelamento del terreno 15 circostante una porzione intermedia del mantello 13.
Detta bocca di erogazione 35 à ̈ posizionata ad una distanza H1 dalla prima estremità 13a del mantello 13. Tale distanza H1 definisce l’altezza del fronte di freddo che si intende ottenere nel terreno circostante la sonda 3. La distanza H1 à ̈ inoltre dimensionata al fine di generare il fronte di freddo che si intende ottenere nel terreno circostante la sonda 3.
Inoltre, la bocca di erogazione 35 à ̈ posizionata ad una distanza H2 dalla bocca di aspirazione 47. Tale distanza H2 à ̈, a titolo di esempio, pari a circa un metro ed à ̈ misurata nella direzione definita dall’asse longitudinale X.
Al di sopra del battente liquido, ed in particolare tra la bocca di erogazione 35 e la bocca di aspirazione 47, si genera una fase mista liquido/gas costituita dal gas criogenico allo stato gassoso e da una sospensione di gocce di gas criogenico allo stato liquido. In particolare, in prossimità della bocca di aspirazione 47 à ̈ presente una fase sostanzialmente gassosa.
Tale bocca di aspirazione 47 definisce un limite superiore di congelamento del terreno 15. Detto limite superiore di congelamento del terreno 15 definisce a sua volta una quota h al di sopra della quale, all’interno del mantello 13, non à ̈ presente gas criogenico allo stato liquido. Tale quota à ̈ stabilita a priori in funzione della quota alla quale si desidera congelare il terreno 15.
Il condotto di mandata 6 presenta una prima valvola 37 posta in corrispondenza dell’estremità 13b della sonda 3, in particolare a monte della prima apertura 21. La prima valvola 37 consente o interrompe l’erogazione del gas criogenico liquefatto all’interno del suddetto condotto di mandata 6.
Vantaggiosamente, in una porzione 38 del condotto di mandata 6 compresa tra la prima apertura 21 e la prima valvola 37, può essere presente una prima diramazione 39. La diramazione 39 mette in comunicazione la suddetta porzione 38 con il condotto di aspirazione 7 connesso ad una sonda 3’ adiacente alla sonda 3.
Il condotto di mandata 6 presenta almeno una valvola 75 atta ad interrompere il passaggio del gas criogenico liquefatto qualora le immissioni nell’atmosfera di detto impianto 1 non rispettino i limiti di ossigenazione imposti dalle normative per la tutela dell’ambiente.
Detto condotto di mandata 6 presenta inoltre almeno una seconda diramazione 46. Detta seconda diramazione 46 consente di alimentare contemporaneamente tutte le sonde facenti parte dell’impianto 1.
Il condotto di aspirazione 7 consente di collegare il mantello 13 con almeno un’apparecchiatura 11 per la dispersione del gas criogenico in forma gassosa in atmosfera.
Una prima porzione estremale 7a del condotto di aspirazione 7 à ̈ alloggiata e vincolata ermeticamente nella seconda apertura 23 presente in corrispondenza della seconda estremità 13b del mantello 13.
Analogamente al tubo di erogazione 33, la prima porzione estremale 7a del condotto di aspirazione 7 si sviluppa almeno in parte all’interno del mantello 13. Tale prima porzione estremale 7a sita all’interno del mantello 13 à ̈ comunemente chiamata tubo pescante 45. Il tubo pescante 45 corrisponde alla prima porzione estremale 7a.
Il tubo pescante 45, analogamente al tubo di erogazione 33, si sviluppa almeno in parte parallelamente all’asse longitudinale X.
In corrispondenza di una estremità 45a del tubo pescante 45 interna alla sonda, à ̈ presente la bocca di aspirazione 47, tramite la quale il gas criogenico à ̈ asportato dal mantello 13. Tale bocca di aspirazione 47 à ̈ posta a una distanza h definita tra la bocca di aspirazione 47 e l’estremità 3a della sonda 3. In particolare, la bocca di aspirazione 47 à ̈ posta ad una quota al di sopra della bocca di erogazione 35 (quando l’asse X della sonda à ̈ disposto verticalmente). In questo modo, il gas criogenico evaporato presente all’interno del mantello 13, in particolare sopra il pelo libero del gas criogenico liquefatto, può essere estratto dal mantello 13 stesso al fine di essere disperso nell’atmosfera.
A tal fine, il condotto di aspirazione 7 consente di trasferire il gas criogenico allo stato gassoso dalla sonda 3 all’apparecchiatura 11. Il trasferimento del gas criogenico allo stato gassoso dalla sonda 3 all’apparecchiatura 11 avviene per mezzo della caduta di pressione presente tra il serbatoio 9 (in cui il gas criogenico à ̈ solitamente mantenuto ad una pressione di almeno 2 bar) e la pressione atmosferica. Tale apparecchiatura 11 presenta almeno un camino di scarico 49 opportunamente connesso ad almeno un ventilatore 51. I ventilatori 51 immettono aria in corrispondenza di una base 53 dei camini di scarico 49. I ventilatori 51 consentono quindi di miscelare il gas criogenico con aria al fine di ridurne la concentrazione ed aumentare la temperatura, prima che detto gas criogenico venga disperso nell’atmosfera. Tale miscelazione consente di disperdere il gas criogenico in atmosfera secondo i parametri previsti dalle normative in merito alla tutela dell’ambiente.
I camini 49, in corrispondenza di una porzione interessata da un flusso di aria generato dai ventilatori 51, presentano un’apertura (non mostrata nelle figure) atta ad alloggiare e vincolare ermeticamente una seconda estremità 7b del condotto di aspirazione 7. Mediante detta apertura, quando i ventilatori 51 sono attivati, à ̈ possibile generare all’interno del condotto di aspirazione 7 una depressione tale da aspirare il gas criogenico presente nel mantello 13.
Vantaggiosamente, un camino di scarico 49 può presentare due ventilatori 51 aventi differente portata di aria. Tale soluzione consente di regolare la portata di aria immessa in un singolo camino 49 in funzione del valore di portata di gas criogenico che interessa il secondo condotto 7.
I camini di scarico 49, in prossimità di una loro porzione superiore, possono presentare sonde per la rilevazione della temperatura dei vapori in uscita dai suddetti camini di scarico 49.
Vantaggiosamente, in prossimità di detta apparecchiatura 11 può essere presente almeno un sensore ambientale (non mostrato nelle figure) di sottossigenazione. Nel caso in cui l’aria in prossimità dei camini di scarico 49 presenti una concentrazione oltre una soglia predeterminata, detto sensore ambientale aziona un segnale di allarme, ad esempio acustico e/o visivo. Inoltre, quando detta soglia predeterminata viene superata, detto sensore consente di inviare un segnale atto a provvedere alla chiusura della valvola 75, interrompendo quindi l’alimentazione di gas criogenico liquefatto alle sonde.
Il condotto di aspirazione 7 presenta una prima valvola 57 posta in corrispondenza della estremità 3a della sonda 3, in particolare a valle della seconda apertura 23. Detta prima valvola 57 consente o interrompe il passaggio del gas criogenico all’interno del suddetto condotto di aspirazione 7, in particolare il trasferimento di un gas criogenico dal mantello 13 all’apparecchiatura 11.
In corrispondenza di una prima porzione 59 del condotto di aspirazione 7 compresa tra la seconda apertura 23 e la prima valvola 57, Ã ̈ generalmente posta una terza diramazione 61. Detta terza diramazione 61 consente di alloggiare almeno un sensore per la rilevazione della temperatura 63 del gas criogenico presente nel mantello 13.
In corrispondenza di una seconda porzione 65 del condotto di aspirazione 7, presente tra la prima valvola 57 e il sensore per la rilevazione della temperatura 63, à ̈ presente una quarta diramazione 67 che consente di frazionare un flusso di gas criogenico diretto dal mantello 13 all’apparecchiatura 11. La porzione di gas criogenico che attraversa la quarta diramazione 67 può essere così trasferita ad una seconda sonda 3’ adiacente alla sonda 3, al fine di riciclare il suddetto gas criogenico a detta seconda sonda 3’. In particolare, il gas à ̈ trasferito alla seconda sonda 3’ mediante una quinta diramazione 39’, sulla quale à ̈ presente una quinta valvola 73 atta a consentire o interrompere il passaggio del gas criogenico. Tale soluzione à ̈ utilizzata qualora il gas criogenico in uscita dal mantello 13 sia ancora in grado di assorbire calore da parte del terreno 15. In tal modo à ̈ possibile effettuare un riciclo del gas criogenico.
Per mezzo della quarta diramazione 67 à ̈ quindi possibile collegare la sonda 3 alla seconda sonda 3’ successiva in modo da definire, come sopra accennato, un riciclo del gas criogenico. Tale configurazione consente di connettere tra loro una pluralità di sonde.
Vantaggiosamente il mantello 13, in corrispondenza della estremità 13b, può presentare un’ulteriore apertura o diramazione 69. Detta ulteriore apertura o diramazione 69 consente, ad esempio, di collegare uno strumento di misurazione (non presente nelle figure) della pressione presente all’interno del mantello 13 della sonda 3. Mediante detta misurazione à ̈ possibile definire un gradiente di pressione ed effettuare una stima della potenza fredda scambiata tra il gas criogenico liquefatto ed il terreno 15.
Inoltre, in corrispondenza del tubo pescante 45 o dell’estremità 13b del mantello 13 à ̈ presente una valvola di sicurezza 71 (comunemente chiamata PSV) per la protezione dell’integrità meccanica del mantello 13 stesso e del condotto di aspirazione 7, a fronte di un rischio di sovrappressione.
Sono inoltre presenti ulteriori sensori (non mostrati nelle figure) per la rilevazione della temperatura del terreno 15. Detti ulteriori sensori consentono di rilevare in continuo la temperatura del terreno 15 e contestualmente fornire indicazioni circa la reale condizione del terreno 15 che si intende sottoporre a congelamento. In tal modo à ̈ possibile avere un indice dell’efficacia del funzionamento dell’impianto di congelamento 1.
Vantaggiosamente, una pluralità di sensori di rilevazione della temperatura inseribili nel terreno 15 (non mostrati nelle figure) sono disposti tra loro allineati verticalmente nel suddetto terreno 15 circostante la sonda 3 e in contatto diretto con la sonda stessa. In tale modo à ̈ possibile ottenere un’indicazione del livello del gas criogenico liquefatto presente all’interno del mantello 13.
È parte della presente invenzione, inoltre, un metodo per il congelamento del terreno 15.
Detto metodo per il congelamento del terreno 15 consiste nel predisporre l’impianto 1 secondo quanto indicato in figura 1, interrando almeno una sonda 3 nel suddetto terreno 15.
Il gas criogenico, mediante i mezzi di alimentazione 5 à ̈ immesso, all’interno della sonda 3 al fine di acquistare calorie dal terreno 15 circostante la suddetta sonda 3, evaporando.
In particolare, quando il gas criogenico liquefatto fuoriesce dalla bocca di erogazione 35, detto gas criogenico liquefatto viene spruzzato su almeno una parete laterale 14 della sonda 3 e/o verso una estremità 3a interrata della sonda 3.
Il gas criogenico à ̈ quindi evacuato dalla sonda 3 per mezzo del condotto di aspirazione 7, che trasferisce il suddetto gas criogenico all’impianto per la dispersione dei gas in atmosfera 11.
Successivamente, à ̈ realizzata una fase di mantenimento che prevede il mantenimento della temperatura raggiunta durante la fase di congelamento. Il mantenimento della suddetta temperatura à ̈ realizzato mediante opportuni cicli di iniezione di gas criogenico liquefatto nella sonda 3. Tali cicli di iniezione sono effettuati mediante portate inferiori di gas criogenico liquefatto (rispetto alla fase di congelamento) oppure alimentando gas criogenico liquefatto in modo discontinuo.
Infine, una volta che i lavori sono stati completati, viene realizzata una fase di scongelamento. Tale fase prevede l’interruzione dell’iniezione di gas criogenico liquefatto allo sonde 3. Tale fase consiste nel solo monitoraggio della temperatura del terreno 15, per verificare quando dette temperature sono tornate al di sopra dello zero.
La presente invenzione raggiunge lo scopo specificato in quanto il gas criogenico liquefatto, venendo spruzzato almeno su di una parete laterale della sonda e/o verso l’estremità inseribile della sonda stessa, consentendo di realizzare un migliore scambio termico con il terreno circostante la sonda, rispetto alla tecnica nota.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Impianto (1) per il congelamento di una porzione di un terreno (15) comprendente almeno una sonda (3) avente almeno una estremità inseribile (3a) nel terreno (15) da congelare e avente almeno una parete laterale (14), mezzi di alimentazione (5) .di un gas criogenico liquefatto collegati alla sonda (3) per fornire il gas criogenico liquefatto alla sonda (3) stessa, detti mezzi di alimentazione (5) comprendendo un dispositivo di erogazione (31) di detto gas criogenico liquefatto posto all'interno della sonda (3) caratterizzato dal fatto che detto dispositivo di erogazione (31) à ̈ distanziato da detta estremità inseribile (3a) nel terreno (15) in modo tale da spruzzare detto gas direttamente su detta parete laterale (14) di detta sonda (3) per caduta .
  2. 2. Impianto secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta sonda (3) presenta una conformazione tubolare chiusa in corrispondenza di detta estremità inseribile (3a) per contenere il gas criogenico liquefatto, detta sonda (3) sviluppandosi lungo un asse longitudinale (x), detta sonda (3) essendo inseribile nel terreno (15) in modo tale che l'asse longitudinale (x) sia disposto verticalmente.
  3. 3. Impianto secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto di comprendere una pluralità di sensori di rilevazione della temperatura inseribili nel terreno (15) in prossimità della sonda (3) e in contatto diretto con la sonda stessa, detti sensori essendo disposti tra loro allineati parallelamente rispetto all'asse longitudinale (x).
  4. 4. Impianto secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di alimentazione (5) comprendono almeno un condotto di mandata (6), detto condotto di mandata (6) essendo almeno in parte all'interno della sonda (3), sviluppandosi almeno in parte parallelamente all'asse longitudinale (X), il dispositivo di erogazione (31) essendo posto in corrispondenza di una seconda estremità (6b) del condotto di mandata (6).
  5. 5. Impianto secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che la sonda (3) presenta un condotto di aspirazione (7), detto condotto di aspirazione (7) essendo almeno in parte posto all'interno della sonda (3), sviluppandosi almeno in parte parallelamente all'asse longitudinale (X) e presentando in corrispondenza di una prima estremità (7a) di detto condotto di aspirazione (7) interna alla sonda (3) una bocca di aspirazione (47).
  6. 6. Impianto secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detta sonda (3) presenta una distanza (h) definita tra la bocca di aspirazione (47) di detto condotto di aspirazione (45) e detta estremità inseribile (3a) della sonda (3) maggiore rispetto ad una distanza (H) definita tra detto dispositivo di erogazione (31) e detta estremità inseribile (3a) della sonda (3).
  7. 7. Impianto secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che la sonda (3) comprende un mantello (13), detto mantello (13) presentando uno strato di materiale isolante (36) posto esternamente al mantello (13) e aderente al mantello (13) stesso, preferibilmente detto materiale isolante (36) presenta una prima estremità (36a) compresa tra il dispositivo di erogazione (31) e la bocca di aspirazione (47).
  8. 8. Impianto secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la sonda (3) presenta al suo interno una fase mista liquido/gas di detto gas criogenico, detta fase mista liquido/gas essendo posta almeno tra la bocca di erogazione (35) e la bocca di aspirazione (47).
  9. 9. Metodo per il congelamento di un terreno (15) comprendente le fasi di: - introdurre almeno una sonda (3) avente almeno una parete laterale (14) nel terreno (15) da congelare; immettere un gas criogenico liquefatto nella sonda (3); - evaporare il gas criogenico liquefatto; - evacuare il gas criogenico da detta sonda (3); caratterizzato dal fatto che la fase di immettere il gas criogenico liquefatto nella sonda (3) Ã ̈ realizzata spruzzando direttamente il gas criogenico liquefatto su almeno una parete laterale (14) di detta sonda (3).
  10. 10. Metodo secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che la fase di immettere una gas criogenico liquefatto nella sonda (3) comprende la fase di spruzzare detto gas criogenico liquefatto verso una estremità inseribile (3a) interrata della sonda (3).
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