ITMI20120434U1 - Raccordo a pressare per tubazioni di impianti idraulici. - Google Patents

Raccordo a pressare per tubazioni di impianti idraulici.

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ITMI20120434U1
ITMI20120434U1 ITMI20120434U ITMI20120434U1 IT MI20120434 U1 ITMI20120434 U1 IT MI20120434U1 IT MI20120434 U ITMI20120434 U IT MI20120434U IT MI20120434 U1 ITMI20120434 U1 IT MI20120434U1
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Edoardo Piero Guarneri
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Guaneri Edoardo Piero
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  • Mutual Connection Of Rods And Tubes (AREA)

Description

Titolo: “Raccordo a pressare per tubazioni di impianti idraulici”
Esistono svariate tipologie di raccordi per tubazioni idrauliche, come ad esempio raccordi filettati a stringere, raccordi a saldare, raccordi rapidi (push fittings) ed altri ancora. Il presente trovato si riferisce ad un raccordo a pressare.
I raccordi a pressare sono una tipologia di raccordo idraulico che prevede l’unione stabile tra raccordo e tubazione mediante l’utilizzo di utensili solitamente elettromeccanici, denominati pressatrici, che, nella maggior parte dei casi, deformano permanentemente un elemento del raccordo.
I raccordi a pressare sono utilizzati in impianti di distribuzione dell’acqua calda e fredda per uso sanitario e/o di riscaldamento e/o condizionamento e consentono il collegamento di tubazioni tra di loro o tra una tubazione ed un giunto filettato (per esempio il giunto filettato di un condizionatore o di un corpo scaldante o il collettore di un impianto di riscaldamento).
Un tipico raccordo a pressare comprende un corpo di raccordo di diverse forme (ad esempio diritto, a gomito, a tee, ecc.) avente una prima estremità dotata di un elemento tubolare inseribile a pressione all’intemo dell’estremità libera di una tubazione. Sulla prima estremità del corpo tubolare è inoltre previsto un manicotto che circonda l’elemento tubolare e che è destinato a circondare l’estremità libera della tubazione. In una tipologia di raccordi a pressare, il manicotto è stabilmente ed inamovibilmente vincolato al corpo di raccordo (in particolare alla prima estremità dello stesso). In una ulteriore tipologia di raccordi a pressare, il manicotto è fornito separatamente dal corpo di raccordo e viene posizionato sullo stesso durante l’installazione del raccordo stesso. Il manicotto definisce, in combinazione con l’elemento tubolare, una sede di alloggiamento per l’estremità libera della tubazione.
Quando l’estremità libera della tubazione è stata inserita nella sede di alloggiamento sopra descritta, occorre vincolare permanentemente la tubazione al corpo di raccordo in modo tale da realizzare un collegamento meccanico stabile e inamovibile tra tubazione e corpo di raccordo. A tale scopo, il manicotto viene deformato plasticamente in direzione radiale, vale a dire viene schiacciato sulla tubazione, utilizzando apposite pinze aventi ganasce con specifici profili a seconda del raccordo utilizzato. Si noti che nella tipologia di raccordi in cui il manicotto è fornito separato dal corpo del raccordo, occorre che l’installatore proceda con estrema cautela durante la pressatura, in quanto il manicotto deve essere posizionato nella corretta posizione evitando che venga spostato prima o durante la pressatura.
La seconda estremità del corpo di raccordo può essere identica alla prima estremità sopra descritta, nel caso in cui occorra operare una giunzione tra due tubazioni, oppure può presentare un corpo tubolare filettato, un dado filettato o entrambi, nel caso in cui occorra operare un raccordo tra una tubazione ed il giunto di un dispositivo idraulico.
Da quanto sopra appare evidente che i raccordi a pressare sono una tipologia di raccordi idraulici non reversibili, vale a dire non più removibili, una volta installati.
Per questo motivo, i raccordi a pressare vengono solitamente utilizzati sotto intonaco, vale a dire in fase di costruzione di edifici. In questi ambienti di lavoro (nei cantieri edili) è spesso presente una gran quantità di polvere, di calcinacci, di materiale di riporto e simili, pertanto gli installatori devono prestare la massima attenzione a che durante l’installazione del raccordo corpi estranei non entrino nella sede di alloggiamento per la tubazione, pena la non perfetta tenuta di fluido del raccordo.
Inoltre, sebbene i raccordi a pressare vengano realizzati scrupolosamente per rispettare le specifiche di installazione, non è sempre agevole controllare visivamente prima dell’ installazione se il raccordo presenta tutte le guarnizioni alloggiate nelle rispettive sedi e, più in generale, se il raccordo rispetta effettivamente le specifiche realizzati ve.
Ancora, nella tipologia di raccordi in cui il manicotto è fornito separatamente dal corpo di raccordo, Γ installazione è non facile e richiede una buona esperienza dell’operatore. Inoltre, durante il trasporto e l’installazione, il corpo tubolare può essere esposto a danneggiamenti non essendo protetto dal manicotto.
In questo contesto, è scopo del presente trovato mettere a disposizione un raccordo a pressare che sia esente dagli inconvenienti sopra citati e che quindi permetta una più sicura, agevole e facile messa in opera.
Tale scopo è raggiunto da un raccordo a pressare per tubazioni di impianti idraulici in accordo con una o più delle annesse rivendicazioni.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del raccordo a pressare secondo il presente trovato risulteranno dalla descrizione di seguito riportata di un esempio di realizzazione, dato a titolo indicativo e non limitativo, con riferimento alle annesse figure, in cui:
- la figura 1 rappresenta una vista prospettica del raccordo a pressare in accordo con il presente trovato,
- la figura 2 rappresenta una vista prospettica del raccordo di figura 1, - le figure 3 a, 3b, 3c rappresentano viste prospettiche di alcuni esempi di raccordi a pressare in accordo con il presente trovato.
Con riferimento alle figure allegate, con 1 è globalmente indicato un raccordo a serrare per tubi di impianti idraulici in accordo con il presente trovato.
Il raccordo 1 comprende un corpo di raccordo 100 realizzato, preferibilmente, mediante stampaggio a caldo e successiva lavorazione su macchine automatiche di alta precisione. Il corpo di raccordo 100 è realizzato in materiale metallico, preferibilmente in ottone.
II corpo di raccordo 1 comprende una prima 200 ed una seconda 201 estremità. La prima estremità 200 è dotata di un elemento tubolare 220 destinato ad essere inserito all’ interno deH’estremità libera di una tubazione 400 (schematicamente rappresentata in figura 1). L’elemento tubolare 220, così come l’intero corpo di raccordo 100 presenta una cavità interna di forma sostanzialmente cilindrica che mette in comunicazione di fluido le due estremità 200, 201 del corpo di raccordo. L’elemento tubolare 220 è realizzato di pezzo con il corpo di raccordo e comprende una pluralità di sporgenze e recessi radiali per facilitarne Γ inserimento all’intemo della tubazione e per ostacolare lo sfilamento della tubazione una volta calzata sull’elemento tubolare. Preferibilmente, in due di tali recessi sono alloggiati rispettivi o-ring per evitare trafilamenti di liquido quando la tubazione è calzata sull’elemento tubolare 220.
Con il termine “radiale” si intende, nel contesto della presente descrizione e nelle successive rivendicazioni, ima direzione diretta verso un asse centrale del raccordo, vale a dire una direzione sostanzialmente perpendicolare alla direzione di sviluppo dell’elemento tubolare. Analogamente, con il termine “assiale” si intende una direzione sostanzialmente allineata con l’asse centrale del raccordo, vale a dire una direzione sostanzialmente perpendicolare alla direzione radiale sopra definita.
La prima estremità 200 del raccordo 1 comprende inoltre uno spallamento anulare 215 coassiale con l’elemento tubolare 220 e circondante lo stesso. Lo spallamento anulare 215 presenta un diametro maggiore del diametro dell’elemento tubolare 220 ed è destinato a ricevere e circondare la parte terminale dell’estremità libera della tubazione. Si noti che lo spallamento anulare 215 ha un’estensione assiale inferiore rispetto a quella dell’elemento tubolare 220, in altre parole l’elemento tubolare 220 emerge dallo spallamento anulare 215, come illustrato in figura 1 e 2.
Tra lo spallamento anulare 215 e l’elemento tubolare 220 si sviluppa una superficie anulare di battuta 211 destinata a ricevere in battuta il bordo libero della tubazione che viene calzata sull’elemento tubolare 220. La superficie anulare di battuta 211 funge da fine corsa per la tubazione. L’attestazione del bordo della tubazione sulla superficie anulare di battuta 211 è importante per garantire una corretta giunzione a tenuta di fluido. Tale superficie anulare di battuta 211 è, come illustrato nelle unite figure, sostanzialmente piana e a sviluppo radiale. Preferibilmente, sulla superficie anulare di battuta 211 è presente una rondella piana 21 la (figura 1) destinata all’isolamento dielettrico di materiali con potenziale elettrico differente. Si noti infatti che, solitamente, lo strato metallico della tubazione è in alluminio ed il raccordo in ottone.
Il raccordo 1 è inoltre dotato di un manicotto 300 coassiale all’elemento tubolare 220, predisposto ad essere calzato sull’estremità libera della tubazione e ad essere deformato plasticamente in direzione radiale per stringersi intorno alla tubazione e trattenerla stabilmente in posizione. Preferibilmente, il manicotto 300 è realizzato in acciaio e definisce l’elemento che caratteristicamente viene deformato plasticamente, vale a dire permanentemente, nei raccordi a pressare. Per facilitare l’inserimento del manicotto 300 nell’elemento anulare 215, il manicotto può presentare un bordo inferiore 302 rastremato. Analogamente, per facilitare l’inserimento del tubo 400 nel manicotto 300, quest’ultimo presenta un bordo superiore 301 svasato.
Vantaggiosamente, il raccordo 1 comprende organi di unione 216 attivi tra lo spallamento 215 ed il manicotto 300 e destinati a vincolare removibilmente e reversibilmente il manicotto allo spallamento anulare. Gli organi di unione 216 consentono quindi di unire stabilmente tra di loro e svincolare tra di loro il manicotto 300 e lo spallamento anulare 215 senza danneggiare alcuna parte del raccordo 1. In altre parole, il manicotto e lo spallamento anulare possono venire tra di loro uniti e separati un numero qualsivoglia di volte. In questo modo, l’operatore incaricato di mettere in opera il raccordo può separare il manicotto 300 dal corpo di raccordo 100 e controllare che sulla superficie anulare di battuta 211 non sia presente polvere o sporcizia (che comprometterebbe la tenuta del raccordo) e, altresì, controllare direttamente e facilmente che sia presente la rondella piana 21 la. Inoltre, nel caso in cui la superficie anulare di battuta 211 fosse sporca o presentasse corpi estranei, l’operatore potrebbe facilmente ed agevolmente procedere alla pulizia di tale superficie per ripristinarne la funzionalità. Ancora, l’operatore può controllare direttamente e facilmente la presenza delle necessarie guarnizioni di tenuta sull’elemento tubolare e l’effettiva conformità dello stesso alle specifiche di progetto. Queste operazioni possono venir condotte agevolmente separando il manicotto 300 dallo spallamento 215. Quando la tubazione è inserita sull’elemento tubolare 220, il manicotto 300 può venir nuovamente fissato stabilmente allo spallamento anulare 215 per essere trattenuto in posizione durante la deformazione plastica del manicotto operata con le tradizionali pressatrici. Si noti inoltre che il manicotto 300, se impegnato nello spallamento anulare 215 durante il trasporto e la vendita del raccordo 1, consente di proteggere l’elemento tubolare 220 da eventuali danneggiamenti riducendo sensibilmente la possibilità che il raccordo non possa venir utilizzato.
Nella forma realizzativa preferita del trovato, gli organi di unione 216 comprendono un elemento elasticamente deformabile 216a, preferibilmente un oring, (illustrato in figura 2) attivo il detto manicotto 300 e lo spallamento anulare 215. L’elemento elasticamente deformabile esercita una pressione radiale sul manicotto 300 (quando questo è inserito nella posizione atta al serraggio) in modo tale da generare una resistenza alla traslazione assiale del manicotto stesso. In altre parole, Γο-ring preme radialmente contro la superficie laterale esterna 303 del manicotto creando una pressione che genera una forza di attrito che si oppone alla traslazione assiale del manicotto. L’elemento elasticamente deformabile è dimensionato in modo tale che la citata pressione e la conseguente forza di attrito possa essere vinta quando l’operatore impugna il manicotto e cerca di estrarlo dallo spallamento anulare. In altre parole, il dimensionamento degli organi di unione 216 è tale da consentire il disaccoppiamento del manicotto dallo spallamento anulare senza richiedere una forza eccessiva e comunque senza richiedere una forza tale da deformare il manicotto.
Gli organi di unione 216 comprendono inoltre un sottosquadro 216b ricavato nello spallamento anulare 215 ed affacciato all’elemento tubolare 220. Il sottosquadro 216b alloggia stabilmente l’elemento elasticamente deformabile 216a.
Ancora, gli organi di unione 216 comprendono una superficie anulare di riscontro 212 per il bordo inferiore 302 del manicotto 300, in modo tale da realizzare un fine corsa per il manicotto 300 quando quest’ultimo viene inserito nello spallamento anulare 215. La superficie anulare di riscontro 212 è ricavata nello spallamento anulare in una posizione posta tra il citato sottosquadro 216b e la superficie anulare di battuta 211.
Vantaggiosamente, lo spallamento anulare 215 comprende almeno due finestre di ispezione 230 poste sulla superficie laterale 215a dello spallamento ed affacciate alla superficie anulare di battuta 211. Ciascuna finestra di ispezione 230 è posta tra la superficie anulare di riscontro 212 e la superficie anulare di battuta 211, in modo tale che anche quando il manicotto 300 è inserito nello spallamento anulare 215 sia visibile la superficie anulare di battuta 211. Quindi, la presenza delle finestre 230 consente di verificare se l’estremità della tubazione sia correttamente aderente alla superficie anulare di battuta 211 e, nel caso in cui sia presente la rondella piana 21 la, di verificare se l’estremità della tubazione è attestata in battuta contro tale rondella piana. Preferibilmente le finestre di ispezione 230 sono almeno tre, ancor più preferibilmente quattro, tra di loro equidistanziate.
La seconda estremità 201 del corpo di raccordo 100, nel caso debba essere collegata ad un ulteriore tubazione, può presentare le stesse caratteristiche sopra descritte in relazione alla prima estremità 200, come nell’esempio di figura 3A e 3B. Alternativamente, la seconda estremità 201 può presentare una filettatura (o un dado) così da essere unita ad apparecchiature dotate di filettatura per un collegamento di tipo vite-madrevite, come illustrato nell’esempio di figura 3C e nell’esempio di figurai e 2. Inoltre, il corpo di raccordo 100 può presentare svariati profili e dimensioni a seconda della destinazione d’uso del raccordo, come illustrato nelle figure da 3A a 3C.
L’installazione del raccordo sulla tubazione avviene secondo quanto già brevemente accennato e qui di seguito meglio riassunto.
Inizialmente si sfila il manicotto 300 (che prima della fase d’installazione ha protetto l’elemento tubolare 200) e si verifica la corretta presenza degli o-rings e l’assenza di eventuali impurità nella prima estremità 200 del raccordo. Quindi si infila il manicotto nella tubazione inserendolo dalla parte svasata. L’estremità libera della tubazione viene quindi calzata sull’elemento tubolare 220. In questa fase, il bordo dell’estremità della tubazione deve essere attestata in battuta contro la rondella piana 21 la posizionata sulla superficie anulare di battuta 211. Mediante le finestre 230 è possibile verificare visivamente che la tubazione sia stata correttamente posizionata. Si spinge quindi il manicotto 300, già inserito sulla tubazione, finché sia alloggiato nell’elemento anulare 215 in corrispondenza della sua superficie anulare di riscontro 212. Il manicotto 300 risulterà stabilmente vincolato all’elemento anulare per effetto degli organi di unione 216, evitando che lo stesso si possa spostare prima o durante le successive operazioni di pressatura. Infine si procedere alla pressatura del manicotto 300 con la pressatrice.
Come si può apprezzare da quanto descritto, il raccordo a pressare per tubazioni di impianti idraulici secondo il presente trovato consente di soddisfare le esigenze e di superare gli inconvenienti di cui si è riferito con riferimento alla tecnica nota.

Claims (8)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Raccordo a pressare per tubazioni di impianti idraulici comprendente: un corpo di raccordo (100) avente una prima (200) ed una seconda estremità (201), almeno detta prima estremità comprendendo - un elemento tubolare (220) predisposto ad essere inserito in una estremità libera di una tubazione (400), - uno spallamento anulare (215) coassiale a e circondante detto elemento tubolare, - una superficie anulare di battuta (211), che si sviluppa sostanzialmente perpendicolarmente tra detto elemento tubolare e detto spallamento anulare, predisposta per ricevere in battuta un bordo dell’ estremità libera della tubazione, - un manicotto (300) coassiale a detto elemento tubolare, predisposto ad essere calzato suU’estremità libera della tubazione e ad essere deformato plasticamente in direzione radiale, - organi di unione (216) attivi tra detto spallamento anulare e detto manicotto e predisposti a vincolare removibilmente e reversibilmente detto manicotto a detto spallamento anulare.
  2. 2. Raccordo a pressare secondo la rivendicazione 1, in cui detti organi di unione comprendono un elemento elasticamente deformabile (216a) attivo tra detto manicotto e detto spallamento anulare, detto elemento elasticamente deformabile esercitando una pressione radiale su detto manicotto in modo tale da generare una resistenza alla traslazione assiale del manicotto.
  3. 3. Raccordo a pressare secondo la rivendicazione 2, in cui detti organi di unione comprendono inoltre un sottosquadro (216b) ricavato in detto spallamento anulare; detto sottosquadro alloggiando stabilmente detto elemento elasticamente deformabile.
  4. 4. Raccordo a pressare secondo la rivendicazione 3, in cui detti organi di unione comprendono inoltre una superficie anulare di riscontro (212) per un bordo (302) di detto manicotto; detta superficie anulare di riscontro essendo ricavata in detto spallamento anulare in una posizione posta tra detto sottosquadro e detta superficie anulare di battuta (211).
  5. 5. Raccordo a pressare secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto spallamento anulare comprende almeno due finestre di ispezione (230) poste sulla superficie laterale (215 a) dello spallamento anulare ed affacciate a detta superficie anulare di battuta (211).
  6. 6. Raccordo a pressare secondo la rivendicazione 4 e 5, in cui detta almeno due finestre di ispezione sono poste tra detta superficie anulare di riscontro (212) e detta superficie anulare di battuta (211).
  7. 7. Raccordo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 2 a 4, in cui detto elemento elasticamente deformabile è un o-ring.
  8. 8. Raccordo a pressare secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti in cui detto corpo di raccordo, detto elemento tubolare e detto spallamento anulare sono realizzati di pezzo in materiale metallico, preferibilmente in ottone; detto manicotto essendo realizzato in materiale metallico, preferibilmente in acciaio.
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