ITMI20110318A1 - Malta fine umida modificata, di consistenza pastosa, a presa aerea e pronta all'uso per finiture edili e relativo procedimento di preparazione - Google Patents

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Description

Malta fine umida modificata, di consistenza pastosa, a presa aerea e pronta all'uso per finiture edili e relativo procedimento di preparazione
La presente invenzione concerne una malta fine umida modificata, di consistenza pastosa, a presa aerea e pronta all'uso per finiture edili e il relativo procedimento di preparazione.
In particolare, la presente invenzione concerne una malta fine umida di consistenza pastosa, a presa aerea e pronta all'uso specialmente adatta per la realizzazione di finiture edili, quali gli intonaci di finitura.
La malta fine modificata della presente invenzione è particolarmente adatta per l'utilizzo nell'ambito della bioedilizia.
Nel settore dell'edilizia l'intonaco è tradizionalmente uno dei materiali più utilizzati per il rivestimento di strutture edilizie, quali muri e soffitti di locali interni oppure facciate esterne di edifici civili o industriali.
L'intonaco è un rivestimento di spessore variabile realizzato per applicazione di uno o più strati di malta sulla superficie di una struttura edilizia (pareti murarie, soffittature, ecc.).
Una prima funzione del rivestimento di intonaco è quella di rendere regolari le superfici delle strutture edilizie su cui è applicato. Le superfici intonacate presentano, infatti, un elevato livello di planarità e un aspetto più gradevole rispetto alle superfici grezze. Il rivestimento di intonaco ha poi anche una funzione protettiva. Esso protegge le strutture edilizie dall'azione di quegli agenti che ne potrebbero compromettere le caratteristiche di durabilità, salubrità e qualità estetica, quali gli agenti atmosferici o le condense interne.
Normalmente, il rivestimento di intonaco è ottenuto applicando sulla superficie di posa tre strati di malta in successione aventi spessori via via decrescenti.
I tre strati di intonaco sono generalmente denominati: strato di fondo (rinzaffo), strato di corpo (arriccio) e strato di finitura (stabilitura). La granulometria degli aggregati impiegati in ciascuno strato diminuisce progressivamente dal primo all'ultimo strato applicato.
La malta usata per la realizzazione degli intonaci è una miscela composta di almeno un legante e un aggregato di granulometria selezionata. Il legante è costituito da calce aerea e/o calce idraulica e/o cemento. L'aggregato è costituito da una varietà di minerali lapidei granulari sciolti aventi un diametro massimo generalmente non superiore a 4 millimetri. Tipicamente, l'aggregato è sabbia silicea.
La realizzazione di tre strati di intonaco sovrapposti anziché di un unico strato di spessore equivalente permette di contenere la tendenza alla formazione di fessurazioni (cavillature) causata dal ritiro igrometrico del materiale legante durante le fasi di presa e indurimento. Durante queste fasi, infatti, l'evaporazione dell'acqua libera presente nella malta provoca una contrazione del volume dello strato di rivestimento applicato (ritiro igrometrico) che se oltremisura consistente può dare luogo a tensioni superiori alla soglia di tolleranza dell'intonaco stesso e alla conseguente comparsa di fessurazioni capillari ramificate (diffuse secondo la tipica configurazione "a ragnatela"). Dette fessurazioni, che interessano generalmente la superficie del rivestimento di intonaco rompendone la continuità propria, sono tipicamente di ampiezza inferiore a 1 mm. Dette fessurazioni provocate dal ritiro igrometrico rendono discontinua la superficie del rivestimento e risultano più accentuate nei tratti d'angolo o nelle zone di accosto tra materiali a differente massa, quali per esempio zone di contatto tra una trave o un pilastro e murature di tamponamento. In casi limite, la contrazione volumetrica generata dal ritiro igrometrico può causare all'interno dello strato di intonaco tensioni di entità tale da provocare la rottura e il distacco dello strato stesso.
Nello stato della tecnica sono note e impiegate malte contenenti cemento come unico legante (cosiddette malte cementizie) o come legante prevalente (cosiddette malte "bastarde") . Queste malte offrono resistenze meccaniche maggiori di quelle conseguibili con gli intonaci tradizionali a base di sola calce aerea. Le malte cementizie, pur avendo velocità di presa e indurimento relativamente più brevi, tuttavia, presentano lo svantaggio di avere una durabilità inferiore rispetto alle malte tradizionali a base di calce aerea. I rivestimenti a base di intonaco cementizio, inoltre, hanno una massa elevata (a volte anche maggiore di quella del muro medesimo) e sono piuttosto rigidi. Inoltre, essendo alquanto impermeabili, i rivestimenti a base di intonaco cementizio sono poco traspiranti e favoriscono, quindi, l'accumulo di vapore d'acqua all'interno delle strutture edilizie e la conseguente formazione di condense. Questi fenomeni causano una riduzione considerevole della capacità di isolamento termico delle strutture edilizie, riduzione che, nel caso di strutture in cemento armato, può essere ulteriormente acuita dalla formazione di ponti termici. In particolare, nel caso di rivestimenti di intonaco delle superfici esterne di edifici, l'eccessiva rigidità dell'intonaco cementizio, insieme con la maggiore esposizione a escursioni termiche e igrometriche, è spesso all'origine di cavillature molto estese, oltre che del più rapido degrado o distacco del rivestimento di intonaco stesso.
A causa dei suddetti svantaggi degli intonaci a base cementizia, nel settore dell'edilizia si sta assistendo a una rivalutazione dell'uso degli intonaci tradizionali a base di calce aerea.
Rispetto all'intonaco a base cementizia, l'intonaco a base di calce aerea presenta diversi vantaggi. Innanzitutto, l'intonaco a base di calce aerea presenta un grado di adesione alle superfici delle strutture edilizie superiore. In secondo luogo, l'applicazione di ulteriori strati di finitura a base di calce aerea sfrutta la maggiore affinità chimica verso gli strati intonacanti di calce sottostanti, eventualmente anche a base di calce aerea additivata con materiali a effetto idraulicizzante (pozzolane) o a base di calce idraulica naturale, formando con essi un corpo unico, indissolubile, e conseguentemente duraturo nel tempo. Le malte a base di calce aerea, essendo per loro natura "morbide" ed elastiche ovvero dotate di alta def ormabilità relativa, sopportano meglio eventuali assestamenti delle strutture murarie e le sollecitazioni dovute per esempio all'escursione termica o a variazioni dell'umidità relativa dell'aria. Inoltre, avendo una più elevata porosità con pori di maggiore dimensione, dette malte possiedono alta traspirabilità e bassa resistenza alla diffusione del vapore (fino anche a due ordini di grandezza inferiore rispetto a quella di una malta cementizia e 3-5 volte inferiore rispetto a una malta di calce idraulica) che rappresentano requisiti fondamentali soprattutto per gli intonaci da finitura: una finitura traspirante è un sistema che funziona perfettamente sotto il profilo della migrazione di vapore acqueo attraverso il muro in maniera tale da consentire un'appropriata aerazione evitando il manifestarsi di indesiderati fenomeni di condensazione che porterebbero alla degradazione dell'intonaco stesso oltre a mantenere un corretto e salutare tasso di umidità negli ambienti.
Lo strato intonacante di finitura, ossia la stabilitura (sovente definito anche "finitura a civile"), essendo lo strato più esterno è anche quello più soggetto all'aggressione da parte degli agenti atmosferici. Questo strato deve possedere adeguate caratteristiche di compattezza, levigatezza, uniformità tessiturale e spessore per conseguire un desiderato risultato estetico. Lo strato di finitura è meno resistente degli strati di arriccio e rinzaffo, ma più elastico e permeabile rispetto a questi.
Nello stato della tecnica, tali requisiti prestazionali dello strato di finitura sono ottenuti utilizzando una malta fine ottenuta mescolando grassello di calce (come legante aereo) e sabbia silicea (come aggregato fine), avente una distribuzione dimensionale inferiore a 1 mm. La miscela è in forma di pasta facilmente modellabile.
Generalmente, lo spessore dello strato di finitura applicato varia da 1 mm a 5 mm, più preferibilmente da 1 mm a 2 mm; le buone norme di posa prevedono che l'applicazione venga fatta in due "mani incrociate" ciascuna di spessore massimo di circa 1 mm date l'una in direzione verticale e l'altra in direzione orizzontale.
Come noto, le caratteristiche prestazionali delle malte fini per finitura a civile possono essere modificate aggiungendo all'impasto fibre sintetiche, ad esempio fibre di polipropilene. L'incorporamento delle fibre sintetiche nella malta migliora le proprietà meccaniche del rivestimento di intonaco e riduce il rischio di fessurazione in fase plastica.
Le malte fini additivate con fibre sintetiche, così come le malte fini non additivate, presentano lo svantaggio di potere richiedere in fase di applicazione la realizzazione di diversi cicli di bagnatura/asciugatura della superficie di applicazione al fine di contenere la formazione delle fessurazioni conseguenti al ritiro igrometrico. Bagnando e lasciando asciugare ciclicamente la superficie di applicazione, infatti, si riduce la quantità di acqua che la struttura edilizia assorbe dallo strato di malta applicato su di essa e si evita il fenomeno cosiddetto di "bruciatura" dell'intonaco che può portare all'interruzione della presa con conseguente polverizzazione e disgregazione della malta. La bagnatura favorisce inoltre il processo di indurimento della malta per carbonatazione attraverso il migliore assorbimento dell'anidride carbonica atmosferica la cui reazione con la calce aerea della malta avviene in fase omogenea acquosa a seguito di un facilitato grado di solubilizzazione e della relativa formazione delle specie dell'acido carbonico.
Inoltre, la presenza di fibre sintetiche, ossia di prodotti derivati dall'industria del petrolio, rende le malte per finitura dello stato della tecnica poco adeguate a essere impiegate nel settore dell'architettura eco-sostenibile (bioedilizia), il cui fine ultimo è quello di progettare e costruire edifici riducendo il più possibile l'impatto sull'ambiente.
Scopo della presente invenzione è quello di superare gli inconvenienti evidenziati dallo stato della tecnica.
In particolare, è uno scopo della presente invenzione quello di individuare una malta fine per finiture edili di migliorate proprietà reologiche.
Un ulteriore scopo della presente invenzione è quello di individuare una malta fine per finiture edili avente composizione chimica compatibile con l'uso nel campo della bioedilizia.
È un primo oggetto della presente invenzione una malta fine umida modificata, di consistenza pastosa, a presa aerea e pronta all'uso per finiture edili comprendente grassello di calce e sabbia silicea, caratterizzata dal fatto di comprendere fibre naturali di origine animale e/o vegetale in dispersione.
È un secondo oggetto della presente invenzione anche un procedimento per la preparazione della suddetta malta fine modificata.
È un ulteriore oggetto della presente invenzione una finitura edile comprendente la suddetta malta fine modificata.
La Richiedente ha osservato che è possibile ottenere una malta fine per finiture edili che supera gli inconvenienti dello stato della tecnica, aggiungendo a una malta di composizione tradizionale fibre naturali di origine animale o vegetale.
La malta fine modificata oggetto della presente invenzione è una malta umida di consistenza pastosa, a presa aerea e pronta all'uso.
L'uso di fibre naturali di origine animale o vegetale come additivo in una malta fine tradizionale permette di realizzare intonaci di finitura (stabilitura) aventi migliorate proprietà meccaniche rispetto agli intonaci ottenibili con malte non additivate di fibre (né naturali né sintetiche), in quanto le fibre presenti agiscono sostanzialmente da armatura di rinforzo del rivestimento di intonaco.
Rispetto alle malte contenenti fibre sintetiche, le malte della presente invenzione offrono il vantaggio di essere un prodotto a minore impatto ambientale e, quindi, compatibile con i canoni della bio-edilizia.
La presenza di fibre naturali nella malta fine modificata secondo la presente invenzione, oltre a contribuire, agendo in guisa di rinforzo tridimensionale, alla capacità di autosostentamento dell'intonaco di finitura e alla sua coesione, ne migliora il grado di modellabilità, rendendo più semplice la sua applicazione.
Gli intonaci di finitura realizzabili con la malta fine modificata della presente invenzione, inoltre, presentano una minore suscettibilità ai fenomeni di fessurazione rispetto ai tradizionali intonaci dello stato della tecnica.
Un ulteriore vantaggio della malta fine modificata della presente invenzione è inoltre quella di garantire migliori condizioni di presa evitando brusche condizioni di ritiro oltre a una più elevata velocità d'indurimento rispetto alle malte dello stato della tecnica. Ciò riduce l'eventuale necessità di sottoporre l'intonaco a dei cicli di bagnatura/essiccamento per indurre un'accelerazione delle cinetiche di carbonatazione .
Uno dei principali vantaggi della malta fine modificata secondo la presente invenzione è quello di permettere la realizzazione di strati di intonaco di finitura caratterizzati da una ridotta contrazione volumetrica a seguito del ritiro igrometrico che si verifica durante la fase di presa e indurimento e, conseguentemente, di ridurre i fenomeni di fessurazione. Le caratteristiche della malta oggetto della presente invenzione consentono l'utilizzo anche su sottofondi non perfettamente complanari e livellati in quanto vengono ridotti eventuali problemi di cavillatura anche in zone in cui lo spessore di applicazione è superiore a quello previsto dalle buone norma di posa, ossia è maggiore di 2 mm.
La porosità dello strato di finitura ottenuto con la malta fine modificata secondo la presente invenzione garantisce anche un equilibrio ottimale tra le caratteristiche di impermeabilità e traspirazione del rivestimento di intonaco di finitura.
In accordo alla presente invenzione, la malta fine modificata è costituita da una miscela comprendente grassello di calce (legante aereo), sabbia silicea (aggregato fine) e fibre naturali di origine vegetale o animale (di seguito indicate anche semplicemente "fibre" o "fibre naturali"). La malta fine modificata della presente invenzione ha l'aspetto di una pasta umida ed è pronta all'uso.
II grassello di calce utilizzabile per preparare la suddetta malta fine modificata è un qualunque grassello del tipo noto nello stato della tecnica, ottenibile per spegnimento di calce viva con un eccesso di acqua e successiva maturazione.
La sabbia silicea usata per la preparazione della suddetta malta fine modificata è costituita da aggregati aventi una distribuzione dimensionale inferiore a 1 mm, preferibilmente inferiore a 0,6 mm.
La malta fine modificata in accordo alla presente invenzione si caratterizza per la presenza di fibre naturali di origine vegetale e/o animale in dispersione.
Come fibre naturali di origine animale possono essere impiegate fibre di seta, preferibilmente fibre di seta prodotta da bachi delle famiglie Bombycidae e Saturniidae.
Come fibre naturali di origine vegetale possono essere impiegate fibre derivanti da piante erbacee appartenenti alla famiglia delle Linaceae (fibre di lino) e delle Cannabaceae (fibre di canapa), da piante succulente appartenenti alla famiglia delle Agaveaceae (fibre di agave), da piante arbustive appartenenti alla famiglia delle Malvaceae (fibre di cotone, fibre di iuta).
Le fibre utilizzate come additivo della malta della presente invenzione possono essere anche fibre di recupero, ossia fibre ottenute da processi di riciclo di fibre e tessuti di scarto contenenti le suddette tipologie di fibre. Le fibre di recupero provenienti da processi di riciclo devono essere esenti da qualsiasi tipo di contaminazione.
In una forma di realizzazione preferita della presente invenzione, la malta fine modificata comprende esclusivamente fibre di cellulosa provenienti da piante legnose arboree o arbustive. La Richiedente ha, infatti, osservato che l'uso di queste fibre migliora considerevolmente le proprietà reologiche della malta, che si riflettono in superiori condizioni di lavorabilità in fase di stesura e in un migliorato comportamento in particolare durante la fase di presa. La presa della malta è un processo fisico determinato dall'evaporazione dell'acqua libera presente al suo interno, con conseguente perdita della sua deformabilità . Per non compromettere il successivo sviluppo della resistenza meccanica dello strato di intonaco applicato (fase di indurimento) ed evitare la formazione di fessurazioni è necessario che la fase di presa sia sufficientemente lenta. Da questo punto di vista, le fibre di tipo cellulosico offrono il vantaggio di trattenere l'umidità e l'acqua dell'impasto più a lungo rispetto alle fibre naturali di origine animale e ancora di più rispetto alle fibre sintetiche, rallentando così il processo di evaporazione dell'acqua. In particolare, le fibre di tipo cellulosico contrastano più efficacemente la suzione dell'acqua da parte della superficie muraria, rendendo così la malta applicata meno soggetta al ritiro igrometrico e riducendo il rischio di fessurazione nello strato di intonaco.
La capacità delle fibre naturali di trattenere l'acqua favorisce, poi, il processo di carbonatazione nella fase di indurimento, consentendo di raggiungere in un più breve tempo un elevato grado di resistenza meccanica. Questo comportamento caratteristico delle fibre naturali, in particolare di quelle cellulosiche, permette di ridurre significativamente il ricorso alla pratica dei cicli di bagnatura/asciugatura degli strati di malta applicata cui generalmente si può ricorrere secondo quanto riportato nello stato della tecnica per accelerare e ottimizzare il processo di carbonatazione.
Infine, la capacità delle fibre naturali di trattenere l'acqua conferisce alla malta una migliore plasticità, rendendola così più facilmente lavorabile da parte dell'operatore che realizza la posa del rivestimento di intonaco.
Le fibre impiegate per la preparazione della malta fine modificata sopra descritta sono note nello stato della tecnica e reperibili in commercio.
Nella malta fine modificata della presente invenzione, grassello di calce e sabbia silicea sono miscelati in un rapporto in peso variabile da 1:2 a 1:1, preferibilmente da 1:1,5 a 1:1,2.
La qualità della malta fine modificata della presente invenzione dipende dalla quantità di fibre disperse. In particolare, la quantità di fibre aggiunte deve essere tale da consentire l'ottenimento di una distribuzione omogenea delle fibre all'interno del volume dello strato di intonaco posato e, allo stesso tempo, di ottenere le prestazioni funzionali e/o estetiche desiderate per l'intonaco.
La quantità di fibre presente nella malta fine modificata della presente invenzione varia da 0,02% a 0,6% in peso rispetto al peso complessivo della malta umida pronta all'uso, preferibilmente da 0,18% a 0,22% in peso.
Quantità di fibre superiori a 0,6% causano un peggioramento delle caratteristiche meccaniche dello strato di intonaco, in quanto danno origine ad addensamenti localizzati delle fibre con conseguente interruzione della continuità e dell'uniformità strutturale dell'intonaco. Inoltre, utilizzando le fibre in quantità superiori a quelle sopra indicate si osserva un peggioramento delle caratteristiche reologiche della malta, con conseguente peggioramento della sua lavorabilità.
La lunghezza media delle fibre utilizzate nella malta fine modificata della presente invenzione varia da 0,5 a 15 mm. Preferibilmente si impiegano fibre aventi lunghezza media variabile da 1 mm a 5 mm che, benché siano caratterizzate da una resistenza specifica della singola fibra inferiore rispetto a quella di una fibra di maggiore lunghezza, si disperdono all'interno della malta in modo più casuale, conferendo all'intonaco proprietà isotrope. Le fibre più corte, inoltre, contribuiscono alla formazione di una sorta di reticolo di rinforzo omogeneo e uniformemente continuo in tutto lo spessore dell'intonaco.
La malta fine modificata oggetto della presente invenzione si prepara con l'ausilio delle apparecchiature note all'esperto del ramo nel settore della preparazione delle malte per finitura.
Il procedimento di preparazione della malta fine modificata in accordo alla presente invenzione prevede una prima fase (a) di miscelazione del grassello di calce e della sabbia silicea, nei rapporti sopra descritti, sino a ottenere un impasto omogeneo.
La fase (a) di miscelazione è poi seguita dall'introduzione nell'impasto della quantità desiderata di fibre naturali (fase (b)). Nella fase (b) l'impasto contenente le fibre è ulteriormente mescolato sino a ottenere la dispersione omogenea delle fibre.
Per evitare la formazione di grumi di fibre che sarebbero difficili da disperdere nella malta, nella fase (b) del procedimento le fibre naturali sono preferibilmente introdotte nell'impasto previa dispersione in acqua (rapporto in peso acqua/fibre generalmente compreso tra 5 e 20, preferibilmente compreso tra 8 e 18) e successivo drenaggio dell'acqua in eccesso mediante filtrazione a gravità attuata tramite setacci di luce appropriata in maniera tale da evitare perdite di materia e indesiderati effetti di compattamento della massa di fibre che mantiene un naturale grado d'imbibizione.
Il procedimento di preparazione può essere realizzato con l'ausilio di un mescolatore meccanico del tipo comunemente usato per la preparazione delle malte .
La malta fine modificata ottenuta al termine del processo sopra descritto è umida, ha consistenza pastosa ed è pronta all'uso.
Il seguente esempio di realizzazione è fornito a mero scopo illustrativo della presente invenzione e non deve essere inteso in senso limitativo dell'ambito di protezione definito dalle accluse rivendicazioni.
ESEMPIO
Un campione comparativo, costituito da una malta fine umida tradizionale (Malta 1), di consistenza pastosa, a presa aerea e pronta all'uso è stato preparato miscelando, secondo lo stato della tecnica, i seguenti componenti (percentuali in peso riferite al peso complessivo della malta):
- grassello di calce 40,0%;
- sabbia silicea (distribuzione dimensionale delle particelle inferiore a 1 mm) 60,0%.
A partire dalla Malta 1 è stata preparata, secondo la presente invenzione, anche una malta fine umida modificata (Malta 2), di consistenza pastosa, a presa aerea e pronta all'uso, ottenuta additivando alla Malta 1 fibre cellulosiche di lunghezza media pari a 3 mm in quantità pari allo 0,2% del peso di Malta 1.
Le due malte sono state applicate in uguale quantità sulla medesima tipologia di superficie muraria di prova. La superficie muraria di prova è stata realizzata in laterizi forati e rivestita di intonaco grezzo costituito da due strati intonacanti (rinzaffo e arriccio) rispettivamente confezionati con malta "bastarda" e malta a base di calce aerea di tipo convenzionale. Su detta superficie muraria è stato steso il terzo strato d'intonaco di finitura, applicato in differenti spessori pari a 2 mm, 4 mm, 6 mm e 10 mm, secondo le modalità di seguito riportate. Sulla superficie muraria sono state predisposte delle guide verticali aventi i suddetti spessori, e lunghezza pari a 1 m. Le guide sono state predisposte a una distanza di 1 m una dall'altra al fine di ottenere dei settori aventi una superficie di 1 m<2>. All'interno di ciascun settore così ottenuto è stato infine posata, facendo riferimento ai criteri della buona pratica operativa, la malta di finitura (Malta 1 o Malta 2) negli spessori sopra indicati. A conclusione della realizzazione dell'intonaco di finitura, dopo un tempo pari a 30 giorni, sovrapponendo a ciascun settore una retinatura a maglia quadrata di luce pari a 1 cm<2>, è stata quantificata la percentuale di superficie intonacata interessata da cavillatura o da imperfezioni nella continuità strutturale al termine della fase di presa anche alla luce di eventuali assestamenti della muratura di prova e dei sottostanti strati intonacanti. Il risultato della prova è riportato nella Tabella 1.
TABELLA 1 - Estensione superficiale interessata da cavillatura o imperfezioni
Estensione superficiale interessata da cavillatura o imperfezioni (%) Spessore Malta 1 MaIta 2 intonaco di (esempio (presente finitura comparativo) invern ione) 2 mm 0 0
4 mm 38 0
6 mm 71 22
10 mm 100(*) 47 ;;(*) : distacco della malta dalla superficie muraria.
I risultati mostrano che, al crescere dello spessore, l'intonaco ottenuto posando la malta dell'invenzione presenta un numero di cavillature decisamente inferiore rispetto all'intonaco ottenuto con una malta tradizionale. La malta oggetto della presente invenzione può sopperire a problemi derivanti da applicazioni difformi da quelle che sono le buone norme di posa da parte di maestranze spesso non adeguatamente formate nell'utilizzo del prodotto con cognizione di causa e competenza.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Malta fine umida modificata, di consistenza pastosa, a presa aerea e pronta all'uso per finiture edili comprendente grassello di calce e sabbia silicea, caratterizzata dal fatto di comprendere fibre naturali di origine animale e/o vegetale in dispersione.
  2. 2) Malta fine secondo la rivendicazione precedente, caratterizzata dal fatto che dette fibre naturali di origine vegetale sono fibre di cellulosa provenienti da piante legnose arboree o arbustive.
  3. 3) Malta fine secondo la rivendicazione precedente, caratterizzata dal fatto che dette fibre naturali di origine vegetale sono scelte nel gruppo costituito da fibre di cotone, fibre di lino, fibre di canapa, fibre di agave e fibre di iuta.
  4. 4) Malta fine secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che dette fibre naturali di origine animale sono fibre di seta, preferibilmente fibre di seta prodotta da bachi delle famiglie Bombycidae e Saturniidae.
  5. 5) Malta fine secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detto grassello di calce e detta sabbia silicea sono presenti in un rapporto in peso variabile da 1:2 a 1:1, preferibilmente da 1:1,5 a 1:1,2.
  6. 6) Malta fine secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che dette fibre sono presenti in quantità variabile da 0,02% a 0,6% in peso rispetto al peso complessivo della malta, preferibilmente in quantità variabile da 0,18% a 0,22% in peso rispetto al peso complessivo della malta.
  7. 7) Malta fine secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che dette fibre hanno lunghezza media variabile da 0,5 mm a 15 mm, preferibilmente variabile da 1 mm a 5 mm.
  8. 8) Finitura edile comprendente una malta fine modificata secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti.
  9. 9) Procedimento per la preparazione di una malta fine modificata per finiture edili secondo la rivendicazione 1 comprendente le seguenti fasi: (a) miscelare grassello di calce e sabbia silicea sino a ottenere un impasto omogeneo; (b) introdurre in detto impasto fibre naturali di origine animale e/o vegetale e miscelare sino a disperdere omogeneamente dette fibre in detta impasto.
  10. 10) Procedimento secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che in detta fase (b) dette fibre naturali sono introdotte in detto impasto previa dispersione in acqua e successivo drenaggio dell'acqua in eccesso
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* Cited by examiner, † Cited by third party
Publication number Priority date Publication date Assignee Title
DE102008043988A1 (de) * 2008-11-21 2010-05-27 Wacker Chemie Ag Faserhaltige Mörtelzusammensetzung
WO2011006660A1 (de) * 2009-07-16 2011-01-20 Austria Wirtschaftsservice Gesellschaft Mbh Formmasse zur herstellung von formteilen

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