ITMI20102264A1 - Procedimento per realizzare elementi d'arredo con superfici piane rivestite di gres porcellanato - Google Patents

Procedimento per realizzare elementi d'arredo con superfici piane rivestite di gres porcellanato Download PDF

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ITMI20102264A1
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Mauro Bonomi
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    • A47B77/00Kitchen cabinets

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  • Inorganic Insulating Materials (AREA)

Description

Descrizione di un brevetto d'invenzione a nome:
La presente invenzione riguarda un procedimento per realizzare elementi d'arredo superfici piane rivestite di gres porcellanato. elementi d'arredo di cui ci si occupa sono i particolare i piani d'appoggio e/o i piani dotabil di dispositivi di cottura e/o lavandini, e perfino i lavandini stessi e i piatti doccia, e comunque tutti quegli elementi d'arredo con superfici piane rivestibili con gres porcellanato.
E' già noto realizzare elementi d'arredo del tipo sopra precisato rivestiti con piastrelle di gres porcellanato, materiale che presenta elevate caratteristiche di impermeabilità e igienicità, di resistenza meccanica, all'usura e agli attacchi chimici, oltre che essere disponibile nei colori e disegni più vari.
Un inconveniente presentato dagli elementi d'arredo di questo tipo consiste nel fatto che su una stessa superficie piana, tra una piastrella e l'altra, resta comunque una fessura che viene sigillata (le cosiddette fughe) che costituisce un punto di debolezza. Infatti la relativa sigillatura può subire aggressioni ed essere
staccarsi, aprendo la strada ad infiltrazioni d'acqua che possono provocare notevoli danni oltre a compromettere perfino la stabilità delle singole piastrelle. Le suddette fughe possono inoltre costituire una penalizzazione estetica. Si immagini infatti come potrebbe migliorare l'aspetto estetico di un elemento d'arredo se su ciascuna sua superficie piana, comunque conformata, non vi fossero fessure sigillate, così da presentarsi tutta uniforme.
Va ancora detto che a volte, per realizzare l'elemento d'arredo rivestito con piastrelle di gres porcellanato, vengono usate strutture portanti ottenute da pannelli a base di legno (per esempio del tipo MDF o multistrato), che si possono deformare a causa dell'umidità dell'ambiente e delle variazioni di temperatura, ciò potendo portare alla fessurazione delle piastrelle e/o al distacco di parti di piastrella o di intere piastrelle o gruppi di piastrelle.
Uno scopo della presente invenzione è di realizzare un procedimento per ottenere elementi d'arredo del tipo suddetto, rivestiti in gres porcellanato, le cui superfici piane non presentano discontinuità di materiale su tutta la loro estensione.
Un altro scopo consiste nel realizzare un tale procedimento che permetta di ottenere elementi d'arredo del tipo appena sopra precisato in cui il rivestimento di gres porcellanato non sia soggetto a fessurarsi e/o staccarsi dalla struttura portante.
Prima di descrivere come vengono ottenuti gli scopi sopra enunciati si fa presente che oggigiorno sono disponibili sul mercato piastrelle, o meglio lamine, di gres porcellanato di notevoli dimensioni in pianta e spessore veramente ridotto, in particolare fino a 100 x 300 cm in pianta e spessore minimo di 3,5 mm.
Gli scopi sopra enunciati vengono ottenuti grazie al procedimento secondo la presente invenzione, comprendente le seguenti fasi:
- realizzare una struttura portante dotata delle superfici piane che si vogliono rivestite di gres porcellanato, la struttura portante dovendo avere una robustezza che ne assicura l'indeformabilità quando soggetta alle forze conseguenti alla funzione che l'elemento d'arredo deve svolgere, oltre ad essere costituita di un materiale avente un coefficiente di dilatazione termica sostanzialmente uguale a quello del gres porcellanato e che non si deforma in conseguenza dell'umidità dell'ambiente;
- per ciascuna superficie piana che si vuole rivestire della struttura portante, ricavare il relativo elemento di rivestimento da una lamina di gres porcellanato di adatte dimensioni;
- incollare, mediante un'adatta colla, i vari elementi di rivestimento ottenuti alle relative superfici piane della struttura portante.
Una volta che la colla abbia fatto sufficiente presa, il procedimento può prevedere un'ulteriore fase che consiste nel sigillare mediante un adatto stucco le fessure tra elementi di rivestimento adiacenti incollati alla struttura portante.
Un materiale adatto alla realizzazione della struttura portante è ad esempio il poliuretano ad alta densità. In particolare, nel caso di un piano di lavoro o di appoggio, è possibile ottenere una struttura portante piana sufficientemente robusta -cioè che non subisca in pratica deformazioni quando soggetta alle forze agenti sull'elemento d'arredo durante il suo utilizzo - semplicemente sovrapponendo e incollando tra loro con un'adatta colla un sufficiente numero di fogli di poliuretano in modo da ottenere uno spessore che consente di avere la voluta robustezza e il voluto spessore. Una tale struttura portante evita anche che si manifestino fessurazioni nel rivestimento di gres porcellanato dovute alle variazioni di temperatura sia dell'ambiente che di una zona dell'elemento d'arredo rispetto ad un'altra dello stesso.
Può essere conveniente utilizzare fogli di poliuretano dotati della cosiddetta carrozzatura, cioè rivestiti da una rete (normalmente di fibre di vetro) più una guaina impermeabilizzante.
La struttura portante può tuttavia essere più complessa, in particolare se l'elemento d'arredo comprende un lavandino da cucina integrato o si tratta di un piatto doccia. In questo caso si possono realizzare nello stesso modo sopra descritto lastre piane delle dimensioni richieste e di opportuno spessore, con le quali formare la parte di struttura portante relativa alle pareti laterali ed al fondo del lavandino, lastre che poi vengono incollate mediante adatta colla alla struttura portante piana sopra descritta per formare la parte di struttura portante relativa al lavandino integrato. Alla struttura portante così ottenuta vengono poi incollati i relativi elementi di rivestimento di gres porcellanato.
La struttura portante, nel caso serva, può comprendere anche elementi di rinforzo che ne assicurano la voluta rigidità ma che devono avere un coefficiente di dilatazione termica sostanzialmente uguale a quello del gres porcellanato, oltre non risentire delle variazioni di umidità dell'ambiente, per esempio elementi di rinforzo di acciaio inossidabile od alluminio.
Convenientemente la colla utilizzata per fissare gli elementi di rivestimento in gres porcellanato alla struttura portante è del tipo epossidico.
Al fine di accelerare i tempi di realizzazione del procedimento secondo la presente invenzione, nella fase d'incollaggio degli elementi di rivestimento alla struttura portante può convenientemente essere utilizzata sia una colla epossidica, che però non interessa tutta la superficie del relativo elemento di rivestimento rivolta verso la struttura portante, sia una colla poliuretanica monocomponente disposta in almeno parte delle zone della superficie dell'elemento di rivestimento non interessate dalla colla epossidica. E' infatti noto che la catalizzazione di una colla epossidica richiede anche 12 ore e più, a seconda della temperatura ambiente, mentre la colla poliuretanica monocomponente catalizza in tempi molto più rapidi (qualche decina di minuti), per cui si può anticipare notevolmente la fase di sigillatura senza dover aspettare la completa catalizzazione della colla epossidica. Ovviamente, le zone a cui viene applicata la colla poliuretanica e la loro estensione e collocazione dovranno essere tali da assicurare, una volta catalizzata tale colla, una sufficiente stabilità degli elementi di rivestimento mentre avviene la catalizzazione della colla epossidica.
Per la sigillatura delle fessure tra elementi di rivestimento adiacenti, una volta incollati alla struttura portante, può essere convenientemente utilizzato uno stucco epossidico. Una volta indurito a sufficienza lo stucco epossidico di sigillatura è normalmente necessario procedere alla sua rifinitura, in particolare rimuovendo lo stucco in eccesso (per esempio con carta abrasiva prima media e poi fine).
Lo stucco epossidico utilizzato potrà essere colorato sia per intonarsi al colore del rivestimento di gres sia per ottenere invece un effetto estetico di contrasto.
Grazie al procedimento secondo la presente invenzione e all'attuale disponibilità di lamine di gres porcellanato di notevoli dimensioni è ad esempio possibile rivestire tutta la superficie superiore di un piano di lavoro di una cucina con un unico elemento di rivestimento (ricavato da un'unica lamina di gres), ottenendosi in particolare una superficie superiore del piano completamente uniforme (senza fughe).
L'invenzione risulterà più facilmente comprensibile dalla seguente descrizione di alcune sue forme di realizzazione esemplificative. In tale descrizione si farà riferimento ai disegni allegati, in cui:
la fig. 1 è una vista in pianta dall'alto di una struttura portante per la realizzazione di un primo elemento d'arredo costituito da un piano di appoggio e/o lavoro per cucina, nel caso specifico atto ad accogliere un lavandino e un piano di cottura;
la fig. 2 è una vista in pianta di un elemento di rivestimento superiore da incollare alla faccia superiore della struttura portante di fig. 1;
le figg. 3 a, b, c sono una vista in pianta rispettivamente di un elemento di rivestimento frontale e di due elementi di rivestimento laterali da incollare rispettivamente alla faccia frontale e alle due facce laterali della struttura portante di fig. 1;
le figg. 4 a, b, c sono una vista in pianta rispettivamente di un elemento di rivestimento inferiore da incollare alla parte di bordo inferiore, adiacente alla faccia frontale, della struttura portante di fig. 1, e di due elementi di rivestimento inferiori da incollare alle rispettive parti di bordo inferiori, adiacenti alla relativa faccia laterale, della stessa struttura portante; la fig. 5 mostra una sezione trasversale ingrandita di una parte di un elemento di rivestimento, in prossimità di un suo bordo destinato ad essere adiacente al bordo di un altro elemento di rivestimento, la figura mostrando come viene lavorato tale bordo;
la fig. 6 è una sezione trasversale verticale parziale e ingrandita della struttura portante di fig. 1 a cui sono già stati incollati gli elementi di rivestimento superiore e frontale ma non ancora il relativo elemento di rivestimento inferiore; la fig. 7 è un ingrandimento del particolare P di fig. 6;
la fig. 8 è lo stesso particolare di fig. 7, ma ulteriormente ingrandito, per mostrare come si presenta dopo la stuccatura ma prima della finitura;
la fig. 9 mostra lo stesso particolare una volta effettuata la finitura della stuccatura;
la fig. 10 è una vista in pianta dall'alto di una struttura portante per la realizzazione di un secondo elemento d'arredo costituito da un piano di appoggio e/o lavoro per cucina atto ad accogliere un piano di cottura ma anche dotato di lavandino integrato;
la fig. 11 ne è una sezione trasversale un poco ingrandita, eseguita lungo la traccia 11-11 di fig. 10;
la fig. 12 è una vista in pianta dall'alto del solo elemento di rivestimento che forma il fondo del relativo lavandino;
la fig. 13 è una sezione trasversale del secondo elemento d'arredo, eseguita nella posizione corrispondente alla traccia 11-11 di fig. 10 e che illustra la situazione che si ha appena prima del completamento della realizzazione del lavandino integrato;
la fig. 14 è simile alla fig. 13 con la differenza che illustra la situazione a lavandino completato;
la fig. 15 è una vista in pianta dall'alto di una struttura portante per la realizzazione di un terzo elemento d'arredo costituito da un piatto doccia rettangolare, del tipo con scarico d'angolo;
la fig. 16 è una sezione trasversale verticale e ingrandita del terzo elemento d'arredo finito, tale sezione essendo stata eseguita in corrispondenza dello scarico circolare e parallelamente al lato lungo del piatto doccia;
la fig. 17, simile alla fig. 15, illustra un quarto elemento d'arredo costituito da un piatto doccia rettangolare ma con scarico centrale;
la fig. 18 è una sezione trasversale verticale e ingrandita simile a quella di fig. 17 ma relativa al quarto elemento d'arredo.
Prendendo in considerazione le figg. 1-9, relative al suddetto primo elemento d'arredo, la sua struttura portante 10 rappresentata in fig. 1 può ad esempio essere ottenuta sovrapponendo e incollando tra loro un adeguato numero di fogli di adatto spessore, di poliuretano ad alta densità, così da ottenere lo spessore voluto della struttura portante. In questo modo si può ottenere facilmente uno spessore fino a 10-15 cm (che è lo spessore massimo normalmente richiesto nella pratica). Volendo è pure possibile collegare meccanicamente tra loro i fogli di poliuretano, una volta incollati, mediante adatti mezzi di collegamento (per esempio adatte viti o adatti tasselli ad espansione) così da poter procedere oltre con la fabbricazione dell'elemento d'arredo senza dover aspettare che la colla utilizzata (normalmente di tipo poliuretanico catalizzi completamente).
Preferibilmente per formare la struttura portante vengono utilizzate lastre di poliuretano "carrozzate", cioè rivestite da una rete di fibre di vetro e da una guaina impermeabilizzante, che sono reperibili sul mercato in vari spessori e in dimensioni in pianta adatte all'uso qui descritto.
Nel caso specifico supponiamo che la struttura portante 10 abbia ad esempio le dimensioni in pianta rilevabili in fig. 1 e uno spessore (non rilevabile da fig. 1) di 4 cm. Tali dimensioni dovranno ovviamente essere stabilite in funzione delle dimensioni che si vuole abbia l'elemento d'arredo finito che si vuole ottenere. Nel caso specifico di fig. 1, in cui la struttura portante 10 serve per ottenere un piano di appoggio e/o lavoro che congloba sia un piano di cottura che un lavandino di dimensioni predefinite, nella struttura portante devono essere ricavate due aperture rettangolari, indicate con 12 e 14, rispettivamente per accogliere il piano di cottura e il lavandino. Tali aperture vengono ottenute mediante macchine di taglio a controllo numerico, dette waterjet, che utilizzano per il taglio un getto d'acqua mescolata a materiale abrasivo, macchine che sono reperibili sul mercato e permettono di ottenere una notevole precisione di taglio .
Nelle figg. 2-4 sono rappresentati gli elementi di rivestimento necessari per rivestire nel modo voluto la struttura portante 10, tenendo presente che il lato lungo superiore della struttura portante 10 di fig. 1 non è rivestito, essendo destinato ad aderire ad una parete del locale in cui verrà a trovarsi l'elemento d'arredo che si vuole ottenere, come pure non è rivestita (come si vedrà più avanti, parte della faccia inferiore della struttura portante 10.
Poiché (come già accennato) sono disponibili sul mercato lamine di gres porcellanato di dimensioni in pianta fino a 100 cm per 300 cm (e cioè di dimensioni che permettono di coprire tutte le esigenze riscontrabili nella pratica) e spessore a partire da 3,5 mm, utilizzando le stesse macchine di taglio waterjet di cui sopra è possibile ricavare da una lamina di gres porcellanato delle opportune dimensioni in pianta (ad esempio dello spessore di 3,5 mm) gli elementi di rivestimento di gres porcellanato mostrati nelle figg. 2-4, che servono ciascuno a rivestire la relativa superficie piana della struttura portante. In particolare, con l'elemento di rivestimento superiore 16 di fig. 2 è possibile rivestire l'intera superficie superiore piana della struttura portante 10. Si noti che le dimensioni in pianta dell'elemento di rivestimento 16 sono maggiorate rispetto a quelle della struttura portante 10, o meglio le dimensioni in pianta di quest'ultima sono ridotte rispetto a quelle dell'elemento 16. Ciò risulta chiaro se si osserva la fig. 6, in cui l'elemento di rivestimento 16 è mostrato già incollato alla superficie superiore 11 della struttura portante 10, alla superficie frontale 13 di quest'ultima essendo già stato incollato anche l'elemento di rivestimento frontale 18 di fig. 3a. Gli elementi di rivestimento laterali 19 e 20 rispettivamente delle figg. 3b e 3c sono evidentemente destinati ad essere incollati alle rispettive superfici laterali 15 e 17 della struttura portante 10.
Come si vede ancora dalla fig. 6, sulla sua faccia inferiore della struttura portante 10, in prossimità della superficie frontale 13, è stato previsto uno scasso 21, della profondità di 4 mm in cui inserire e fissare mediante colla l'elemento di rivestimento inferiore 22 di cui alla fig. 4a. Analogo scasso è previsto nella faccia inferiore della struttura portante 10 in prossimità delle facce laterali 15 e 17, in modo da poter inserire ed incollare in esso i relativi elementi di rivestimenti inferiori 23 24 di cui rispettivamente alle figg. 4b e 4c. Pertanto nel caso specifico illustrato non viene rivestita di gres porcellanato tutta la faccia inferiore della struttura portante 10 perché non serve, anche se, volendo, ciò può essere evidentemente fatto.
Convenientemente, i lati degli elementi di rivestimento destinati a formare almeno gli spigoli più in vista dell'elemento d'arredamento che si vuole ottenere vengono smussati a 45° come mostrato in fig. 5, in modo da ottenere spigoli (nel caso specifico, lo spigolo frontale superiore e i due spigoli laterali superiori) come quello mostrato in fig. 7, che vengono poi stuccati e rifiniti come spiegato più avanti.
La colla utilizzata per incollare gli elementi di rivestimento 16, 18, 19, 20, 22, 23 e 24 può essere del tipo epossidico, preferibilmente del tipo a grana fine.
Poiché una colla di questo tipo richiede un tempo piuttosto lungo (almeno 8 ore d'estate, ma decisamente di più nelle stagioni più fredde)prima che si possa procedere con la lavorazione, al fine di ridurre i tempi di realizzazione si evita di stendere la colla epossidica su tutta la superficie interessata, lasciando aree senza colla (per esempio di 3 x 3 cm) il più possibile uniformemente distribuite, nelle quali aree vengono collocati punti di colla poliuretanica monocomponente in pasta il cui tempo di catalizzazione è decisamente minore (20-30 minuti), trascorso il quale è possibile procedere con le successive lavorazioni. Queste ultime consistono sostanzialmente nella stuccatura degli spigoli dell'elemento d'arredo.
Come già accennato, i bordi degli elementi di rivestimento destinati a trovarsi in corrispondenza dello spigolo orizzontale superiore anteriore e dei due spigoli verticali laterali anteriori della struttura portante sono stati smussati a 45° (fig.
5) in modo da ottenere un incavo a gradino come quello visibile in fig. 7 e indicato con 17.
Facendo riferimento alle figg. 7-9, la stuccatura comprende le seguenti fasi:
- applicare sui relativi bordi di entrambi gli elementi di rivestimento (16, 18) concorrenti nello spigolo da sigillare corrispondenti strisce di nastro di carta (19), facendo attenzione a non debordare nell'incavo a gradino (17), cioè a non oltrepassare il corrispondente bordo (come mostrato in fig. 8);
- riempire l'incavo a gradino (17) con stucco epossidico (ottenendosi la situazione di fig. 8, in cui lo stucco applicato è indicato con 25);
- attendere che lo stucco catalizzi (circa 10 ore d'estate, ma anche il doppio nei mesi invernali);
- rimuovere lo stucco in eccesso con carta abrasiva prima a grana media e poi a grana fine (ottenendosi in particolare la situazione di fig.
9, con spigolo 26 a 45°)
togliere il nastro di carta (19), eventualmente rifinendo con carta abrasiva fine per togliere possibili sbavature, facendo attenzione a non interessare gli elementi di rivestimento (16, 18) ;
- eventualmente stendere sullo spigolo a 45° così ottenuto un normale protettivo non lucido per marmi e graniti.
Si fa notare che i normali prodotti per la pulizia dei sanitari possono essere utilizzati anche per pulire lo spigolo ricostruito 26.
Si fa ancora notare che l'incollaggio degli elementi di rivestimento inferiori 22, 23 e 24 alla struttura portante 10 può essere convenientemente effettuato per ultimo e perfino dopo la stuccatura e finitura degli spigoli 17 e utilizzando anche solo colla poliuretanica monocomponente, visto che tali elementi vanno semplicemente inseriti nel relativo scasso (indicato con 21 in fig. 6), preferibilmente facendo in modo che esso sia rivolto verso l'alto, e stuccando infine, nel caso specifico, con stucco epossidico la fessura tra gli elementi di rivestimento inferiori 22-24 ed i corrispondenti elementi di rivestimento frontale 18 e laterali 19 e 20.
Prendendo ora in considerazione le figure riguardanti il secondo elemento d'arredo (figg. 10-14), dotato di lavandino integrato, la relativa struttura portante 10A (fig. 10) differisce in sostanza da quella (10) del primo elemento d'arredo per il fatto che in corrispondenza dell'apertura 14A dovrà comprendere una parte di struttura che permette appunto di realizzare il lavandino integrato. In pratica, per ottenere la struttura portante 10A, basterà aggiungere alla struttura portante 10 di fig. 1, in corrispondenza dell'apertura 14, quattro lastre laterali estendentesi verticalmente verso il basso (di cui tre visibili in fig. il, indicate con 30 e 31) e poi a queste ultime le lastre di fondo 32. Le lastre 30, 31 e 32 vengono incollate, mediante colla poliuretanica monocomponente, tra loro e alla struttura 10.
Anche in questo caso è ovviamente possibile collegare pure meccanicamente le lastre 30, 31 e 32 tra loro e al resto della struttura portante 10 mediante adatti mezzi meccanici di collegamento (per esempio adatti tasselli ad espansione o viti) così da poter procedere oltre con la fabbricazione dell'elemento d'arredo senza dover aspettare che la colla poliuretanica utilizzata catalizzi i completamente .
Al fine di ottenere una struttura portante più rigida e/o anche per un altro scopo che risulterà chiaro più avanti, nella parte della struttura portante 10A destinata a formare il lavandino integrato, può essere disposta lungo gli spigoli orizzontali interni inferiori di tale parte una cornice di rinforzo 33 (fig. il), per esempio di alluminio o di acciaio inossidabile od anche ottenuta incollando in tali spigoli listelli di gres o marmo.
Gli elementi di rivestimento di gres porcellanato da incollare alla struttura portante 10A, compresi quelli per rivestire la parte relativa al lavandino (in particolare l'elemento di rivestimento 34 destinato a formare il fondo del lavandino), vengono ottenuti e applicati mediante incollatura in modo analogo a quanto descritto per il primo elemento d'arredo. Basterà aggiungere che nel caso di presenza della cornice 33, quest'ultima consente di ottenere un fondo del lavandino dotato di leggera pendenza verso il relativo scarico, come spiegato qui di seguito.
Con riferimento alle figg. 13 e 14, si vede che gli elementi di rivestimento laterali 35 del lavandino vengono incollati prima di quello di fondo 34 e appoggiano col loro bordo inferiore sulla cornice 33. Come si vede dalla fig. 12, nell'elemento di rivestimento di fondo 34 è stato preventivamente praticato un foro circolare 36 di diametro superiore a quello dello scarico, in corrispondenza del quale foro viene incollato centrato un anello d'acciaio di rinforzo 37 in parte sporgente all'interno del foro 36. Prima di collocare l'elemento di rivestimento di fondo 34 in posizione, si deve spalmare una sufficiente quantità di colla epossidica sopra la lastra di fondo 32 e sulla faccia inferiore dell'elemento 34, facendo appoggiare quest'ultimo sulla cornice 33 (fig. 13), in modo che lo spazio 40 risulti riempito di colla epossidica. A questo punto s'inserisce la parte superiore 38 dello scarico in modo che appoggi sull'anello di rinforzo 37 e s'inizia ad avvitare la parte inferiore dello scarico 39. Tale avvitamento provoca una deformazione della lamina di fondo 32 così da conferire all'elemento di rivestimento di fondo 34 la voluta pendenza, come mostrato in fig. 14.
Da quanto precede è evidente che con il procedimento secondo la presente invenzione è pure possibile ottenere un elemento d'arredo simile a quello del secondo tipo appena sopra descritto ma con lavandino integrato formato da due o più vaschette.
Il terzo elemento d'arredo di cui alle figg.
15 e 16 è un piatto doccia con scarico d'angolo. La struttura portante 10B comprende una prima parte 10B1 a forma di vaschetta, avente pianta rettangolare (fig. 15) e foro circolare 36A, oltre ad una cornice di rinforzo 33A a forma di L. Una seconda parte 10B2, visibile solo in fig. 16 serve in sostanza per ottenere la voluta pendenza verso lo scarico d'angolo. Lo spazio 40A tra le parti 10B1 e 10B2 è riempito di colla cementizia. Le parti 10B1 elOB2 della struttura 10B sono ottenute nello stesso modo delle strutture portanti 10 e 10A rispettivamente del primo e secondo elemento d'arredo, come nello stesso modo sono ottenuti e poi incollati alla struttura portante 10B, nelle rispettive posizioni, gli elementi di rivestimento di gres porcellanato (dei quali in fig. 16 si vedono quello di fondo 34A, quello superiore 16A, i due laterali interni 35A1 e 35A2 e il frontale come viene analogamente realizzata la stuccatura degli spigoli, per cui non vi è altro da aggiungere .
Nel caso del piatto doccia con scarico centrale, che costituisce il sopra citato quarto elemento d'arredo di cui alle figg. 17 e 18, le uniche differenze, oltre al foro 36B ricavato in posizione centrale (fig. 17) nella struttura portante 10C (formata anche qui da due parti 10C1 e 10C2), consistono nel fatto che la cornice 33B ha forma rettangolare, e che la seconda parte 10C2 della struttura portante 10C è costituita da quattro spicchi individuati dalle diagonali della cornice rettangolare 33. Ciò permette di ottenere la voluta pendenza verso lo scarico centrale, lo spazio 40B tra la prima parte 10C1 di struttura portante 10C e i suddetti spicchi formanti la seconda parte 10C2 della stessa risultando anche qui riempito di colla cementizia. Pure costituiti da quattro spicchi sono gli elementi di rivestimento che formano il fondo 34B del piatto doccia, con la conseguenza che gli elementi di rivestimento 35B hanno la stessa altezza su tutto il perimetro (contrariamente ai corrispondenti elementi di rivestimento 35A1 e 35A2 di fig. 16).
Convenientemente un anello d'acciaio simile a quello indicato con 37 nelle figg. 13 e 14 può essere incollato, a mo' di rinforzo, alla seconda parte 10B2 o 10C2 della rispettiva struttura portante 10B o 10C, in corrispondenza del relativo scarico .
Si avverte che per quanto riguarda i numeri di riferimento utilizzati nelle figure, ad elementi uguali sono stati assegnati gli stessi numeri di riferimento .
Da quanto precede si comprende che grazie al procedimento secondo la presente invenzione è possibile ottenere elementi d'arredo (in particolare per cucine e/o bagni) le cui superfici piane rivestite da gres porcellanato non presentano fessure o fughe, e senza che si formino col tempo nel gres porcellanato di rivestimento fessurazioni dovute alle variazioni di temperatura e all'umidità presente nell'ambiente, tutto ciò contribuendo a migliorare anche l'aspetto estetico dell'elemento d 'arredo.

Claims (12)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Procedimento per realizzare elementi d'arredo dotati di una struttura portante (10; 10A; 10B; 10C) avente superfici piane (11, 13, 15, 17, 21) rivestite di gres porcellanato, comprendente le seguenti fasi: - realizzare una struttura portante (10; 10A; 10B; 10C) dotata delle superfici piane (11, 13, 15, 17, 21) che si vogliono rivestite di gres porcellanato, la struttura portante dovendo avere una robustezza che ne assicura l'indeformabilità quando soggetta alle forze conseguenti alla funzione che l'elemento d'arredo deve svolgere, oltre ad essere costituita di un materiale avente un coefficiente di dilatazione termica sostanzialmente uguale a quello del gres porcellanato e che non si deforma in conseguenza dell'umidità dell'ambiente; - per ciascuna superficie piana che si vuole rivestire della struttura portante, ricavare il relativo elemento di rivestimento (16, 18-20, 22-24; 34, 35; 16A, 18A, 34A, 35A1, 35A2; 34B, 35B) da una lamina di gres porcellanato di adatte dimensioni; - incollare, mediante un'adatta colla, i vari elementi di rivestimento ottenuti (16, 18-20, 22-24; 34, 35; 16A, 18A, 34A, 35A1, 35A2; 34B, 35B) alle relative superfici piane della struttura portante (10; 10A; 10B; 10C).
  2. 2. Procedimento secondo la rivendicazione 1, in cui è prevista una fase aggiuntiva che consiste nel sigillare mediante un adatto stucco le fessure tra elementi di rivestimento adiacenti incollati alla struttura portante (10; 10A; 10B; 10C).
  3. 3. Procedimento secondo la rivendicazione 2, in cui lo stucco è del tipo epossidico.
  4. 4. Procedimento secondo la rivendicazione 1, in cui la struttura portante (10; 10A; 10B; 10C) è di poliuretano ad alta densità.
  5. 5. Procedimento secondo la rivendicazione 1, in cui, nel caso l'elemento d'arredo sia un piano di lavoro o di appoggio, la struttura portante (10) viene ottenuta semplicemente sovrapponendo e incollando tra loro con un'adatta colla un sufficiente numero di fogli di poliuretano di opportuno spessore in modo da ottenere lo spessore voluto della struttura portante (10).
  6. 6. Procedimento secondo la rivendicazione 5, in cui i fogli di poliuretano sono dotate di carro zzatura .
  7. 7. Procedimento secondo la rivendicazione 1, in cui la struttura portante (10A; 10B; 10C) comprende anche elementi di rinforzo (33; 33A; 33B) che hanno un coefficiente di dilatazione termica sostanzialmente uguale a quello del gres porcellanato e non subiscono deformazioni dovute all'umidità dell'ambiente.
  8. 8. Procedimento secondo la rivendicazione 1, in cui la colla utilizzata per fissare gli elementi di rivestimento in gres porcellanato (16, 18-20, 22-24; 34, 35; 16A, 18A, 34A, 35A1, 35A2; 34B, 35B) alla struttura portante (10; 10A; 10B; 10C) è del tipo epossidico.
  9. 9. Procedimento secondo la rivendicazione 1, in cui, al fine di accelerare i tempi di realizzazione del procedimento, nella fase d'incollaggio degli elementi di rivestimento (16, 18-20, 22-24; 34, 35; 16A, 18A, 34A, 35Al, 35A2; 34B, 35B) alla struttura portante (10; 10A; 10B; 10C), viene utilizzata sia una colla epossidica, che però non interessa tutta la superficie del relativo elemento di rivestimento rivolta verso la struttura portante ma lascia zone libere, sia una colla poliuretanica monocomponente disposta nelle zone libere suddette, purché distribuite in modo da assicurare la stabilità dell'elemento di rivestimento una volta catalizzata la colla poliuretanica.
  10. 10. Procedimento secondo la rivendicazione 2, in cui per la sigillatura delle fessure tra elementi di rivestimento adiacenti viene utilizzato uno stucco epossidico.
  11. 11. Procedimento secondo la rivendicazione 10, in cui lo stucco epossidico è colorato.
  12. 12. Procedimento secondo la rivendicazione 1, in cui i lati degli elementi di rivestimento (16, 18) destinati a formare gli spigoli dell'elemento d'arredamento vengono smussati a 45° per ottenere in corrispondenza dello spigolo una fessura a gradino rientrante (17) che viene successivamente stuccata con stucco epossidico e poi rifinita mediante asportazione dello stucco in eccesso (25).
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