ITMI20100705A1 - Ruota dotata di piedino frenante ammortizzato - Google Patents

Ruota dotata di piedino frenante ammortizzato Download PDF

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ITMI20100705A1
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Alessandro Perego
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Luigi Perego S R L
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Description

Descrizione dell’invenzione avente per titolo:
“RUOTA DOTATA DI PIEDINO FRENANTE AMMORTIZZZATO”
DESCRIZIONE
La presente invenzione riguarda, in generale, una ruota associabile ad una struttura da movimentare, quale ad esempio un lettino, un letto ospedaliero o un tavolo operatorio. Nello specifico, la presente invenzione riguarda una ruota associabile ad una struttura da movimentare dotata di piedino frenante ammortizzato.
Nel seguito della presente descrizione si farà specifico riferimento ad una ruota dotata di piedino frenante applicata ad un tavolo operatorio, ma resta inteso che tale ruota può essere applicata ad una qualsiasi delle strutture da movimentare del tipo sopra elencate a titolo di esempio.
Un tavolo operatorio è tradizionalmente provvisto di ruote, unidirezionali oppure orientabili, atte a consentirne lo spostamento all’interno e fuori dalla camera operatoria.
Durante lo svolgimento di un intervento chirurgico, è, tuttavia, necessario mantenere il tavolo operatorio completamente fermo per consentire al chirurgo la massima precisione di manovra, onde evitare danni al paziente che subisce l’intervento. A tal fine, le ruote del tavolo operatorio sono dotate di un sistema frenante di tipo meccanico, ad esempio un sistema frenante a frizione, a dentatura o simili.
I sistemi frenanti meccanici di tipo noto presentano alcuni inconvenienti. Essi, infatti, bloccano la ruota mantenendola sempre a contatto con il pavimento.
Ciò implica che, in presenza di forti sollecitazioni applicate al tavolo operatorio, ad esempio durante manovre quali l’apertura dello sterno nel corso di un intervento a cuore aperto, la ruota può compiere piccoli spostamenti a causa dei giochi insiti nei sistemi di bloccaggio meccanico.
Tali spostamenti, anche se di piccola entità, della ruota bloccata sono indesiderabili, dal momento che potrebbero causare fastidio al chirurgo che opera sul tavolo operatorio, ad esempio compromettendone la precisione di manovra, e, nei casi peggiori, danni al paziente steso sul tavolo operatorio.
Inoltre, se il tavolo operatorio rimane fermo per un periodo di tempo prolungato, ed in presenza di forti carichi su di esso, le ruote, che sono tipicamente realizzate in materiale plastico morbido, tendono ad ovalizzarsi, compromettendo, dunque, la stabilità del tavolo, quando fermo, nonché la sua capacità di spostamento, quando in movimento.
Per ovviare agli inconvenienti sopra elencati associati ai sistemi frenanti di tipo meccanico, la Richiedente della presente domanda ha proposto una ruota dotata di un sistema frenante costituito da un piedino mobile tra una posizione di riposo o sollevata, in cui il piedino risulta staccato dal pavimento e la ruota mobile sul pavimento, ed una posizione di lavoro o abbassata, in cui il piedino è a contatto con il pavimento e la ruota leggermente sollevata rispetto ad esso, così da risultare frenata. Tale soluzione tecnica forma oggetto della domanda di brevetto no. MI2009A001573.
La Richiedente ha, tuttavia, notato che, in uso, la ruota con piedino frenante mobile sopra definita presenta degli inconvenienti, tanto in fase di sollevamento quanto in fase di abbassamento del piedino.
In particolare, essendo il piedino un corpo rigido, quando viene portato dalla posizione di lavoro o abbassata alla posizione di riposo o sollevata, la ruota entra bruscamente a contatto con il pavimento, subendo un forte contraccolpo, dovuto essenzialmente al fatto che su di essa si scarica l’intero peso del tavolo operatorio.
Secondariamente, quando il piedino viene abbassato, per mantenere la ruota leggermente sollevata rispetto al pavimento occorre esercitare uno sforzo elevato, pari essenzialmente al peso del letto.
Scopo principale della presente invenzione è, dunque, quello di fornire una ruota dotata di sistema frenante, la quale sia in grado di eliminare, o quantomeno ridurre, gli inconvenienti sopra lamentati con riferimento alla ruota con piedino frenante mobile sopra definita, tanto in fase di sollevamento quanto in fase di abbassamento del piedino.
Un altro scopo della presente invenzione è quello di fornire una ruota dotata di sistema frenante, che risulti di semplice realizzazione ed ottenibile a costi di produzione competitivi.
Questi ed altri scopi, che meglio appariranno nel seguito, vengono raggiunti in accordo all’ invenzione con le caratteristiche elencate nell’annessa rivendicazione indipendente 1.
Secondo l’invenzione si fornisce, dunque, una ruota associabile ad una struttura da movimentare comprendente un corpo ruota portato da una forcella, mezzi di accoppiamento tra la ruota e la struttura da movimentare, un piedino frenante e mezzi di azionamento del piedino frenante tra una posizione di riposo o sollevata dal pavimento ed una posizione di lavoro o a contatto con il pavimento, alloggiati nei mezzi di accoppiamento. La ruota si caratterizza per il fatto che detto piedino frenante comprende mezzi ammortizzatori atti sostanzialmente ad assorbire il peso della struttura da movimentare in fase di azionamento del piedino frenante, i mezzi ammortizzatori essendo tarati per mantenere la ruota sempre a contatto con il pavimento.
Aspetti vantaggiosi dell’invenzione appaiono dalle rivendicazioni dipendenti.
Ulteriori caratteristiche dell’invenzione risulteranno più chiare dalla descrizione dettagliata che segue, riferita ad una sua forma di realizzazione puramente esemplificativa, e quindi non limitativa, illustrata negli uniti disegni, in cui:
la Figura 1 è una vista prospettica di una ruota secondo l’invenzione;
la Figura 2 è una vista in pianta della ruota di Figura 1 ;
la Figura 3 è una vista frontale, con parti asportate e parzialmente in sezione, della ruota di Figura 1;
la Figura 3 a è una vista in scala ingrandita del particolare cerchiato in Figura 3;
la Figura 4 è una vista laterale, con parti asportate e parzialmente in sezione, della ruota di Figura 1, che mostra il piedino frenante in posizione di riposo o staccato dal pavimento;
la Figura 5 è una vista in sezione simile a quella di Figura 4, ma con il piedino frenante illustrato in posizione di lavoro o a contatto con il pavimento la Figura 6 è una vista frontale in sezione di un piedino frenante, e della relativa asta di azionamento, della ruota di Figura 1;
la Figura 7 è una vista in esploso del piedino frenante di Figura 6; e la Figura 8 è una vista assonometrica in esploso del particolare cerchiato in Figura 6.
Negli uniti disegni, parti o componenti uguali o simili vengono indicati con gli stessi numeri di riferimento.
Con riferimento alle Figure da 1 a 3a, una ruota secondo l’invenzione, indicata in generale con il numero di riferimento 10, comprende un corpo ruota 12 portato da una forcella 14.
In particolare, il corpo ruota 12 comprende una coppia di flange 11, libere o folli, preferibilmente ottenute per stampaggio di un adatto materiale plastico antiurto, ad esempio poliammide. Ciascuna flangia Il e dotata di un mozzo 16 e di una sporgenza circonferenziale 17, la quale funge da mezzo di ancoraggio per un anello battistrada 13.
Preferibilmente, l’anello battistrada 13 è ottenuto per stampaggio di un’adatta mescola poliuretanica antiabrasiva ed antiurto, il che garantisce una lunga durata di funzionamento della ruota 10 anche nelle condizioni più sfavorevoli di impiego su cemento, asfalto e pavimenti sconnessi. Inoltre, l’anello battistrada 13 presenta buone caratteristiche antiattrito, onde facilitare lo scivolamento della ruota 10 sul pavimento.
Vantaggiosamente, la compatibilità molecolare della mescola poliuretanica dell’anello battistrada 13 con la poliammide della flangia 11, unitamente al sistema di ancoraggio meccanico tra anello battistrada 13 e flangia 11, garantisce una struttura del corpo ruota 12 molto compatta e con un’ottima tenuta sotto forti carichi, il che evita lo "scarrellamento" dell’anello battistrada 13 anche in presenza di urti laterali accidentali.
Sulla superficie esterna di ciascuna flangia 11 è, inoltre, ricavata una sede 15 atta ad accogliere un parafili 18, avente la funzione di evitare l’attorcigliarsi di fili o altre sporcizie. Il montaggio del parafili 18 sulla rispettiva flangia 1 1 avviene mediante mezzi di accoppiamento ad incastro 19, 20 previsti, rispettivamente, nel parafili 18 e nella flangia 11.
La forcella 14 comprende una calotta 21, la quale funge da mezzo di protezione antipolvere ed antiurto, un corpo centrale 22, estendentesi verso il basso dalla calotta 21, ed una porzione cilindrica cava 23, ergentesi posteriormente dalla calotta 21.
Preferibilmente, la calotta 21, il corpo centrale 22 e la porzione cilindrica cava 23 della forcella 14 sono realizzate in un pezzo unico per stampaggio di un adatto materiale plastico antiurto, quale ad esempio una fibra poliammidica ad elevato modulo elastico.
Il corpo centrale 22 presenta, a sua volta, un assale 24, sul quale viene montato, tramite un rispettivo cuscinetto a sfere 25 ed una vite di bloccaggio 26, il mozzo 16 di ciascuna flangia 1 1 del corpo ruota 12. Ne deriva che, in uso, le flange 11 risultano girevoli attorno ad un asse orizzontale comune, con il corpo centrale 22 della forcella 14 posto tra esse.
Vantaggiosamente, ciascun cuscinetto a sfere 25 è del tipo a basso coefficiente di rumorosità ed a tenuta stagna onde impedire l’ingresso di polvere e fluidi all’interno della ruota 10, preservando nel contempo la perfetta lubrificazione delle piste di rotolamento delle sfere.
Preferibilmente, le due flange 11 ruotano indipendentemente attorno all’asse comune. Ne deriva, vantaggiosamente, uno sforzo di movimentazione molto basso, nonché una facilità di controllo, da parte di un operatore, della direzione della struttura da movimentare su cui la ruota 10 è atta ad essere montata.
La porzione cilindrica cava 23 della forcella 14 è coperta superiormente da una calotta di protezione 27 dotata di un’apertura 28, visibile nelle Figure 4 e 5, ed è atta a ricevere mezzi di accoppiamento della ruota 10 con la struttura da movimentare, ad esempio un tavolo operatorio oppure un letto ospedaliero. Preferibilmente, la calotta di protezione 27 è anch’essa realizzata in poliammide.
Con particolare riferimento alle Figure 4 e 5, i mezzi di accoppiamento tra ruota 10 e tavolo operatorio sono costituiti da un codolo cilindrico 30, il quale comprende una prima porzione o corpo cavo 3 1 ed una seconda porzione o stelo cavo 32 avente diametro sostanzialmente minore di quello del corpo cavo 31.
In uso, il corpo cavo 31 del codolo cilindrico 30 si estende esternamente alla calotta di protezione 27, mentre lo stelo cavo 32 risulta alloggiato nella porzione cilindrica 23 della forcella 14, passando attraverso il foro 28 della calotta di protezione 27.
Lo stelo cavo 32 del codolo cilindrico 30 porta, in corrispondenza della sua estremità superiore, un cuscinetto a sfere 29, del tutto simile al cuscinetto a sfera 25 di accoppiamento tra ciascuna flangia 11 e l’assale 24, atto a consentire la rotazione della ruota 10 attorno ad un asse verticale.
In corrispondenza dell’ estremità superiore del corpo cavo 31 del codolo cilindrico 30 è ricavato un foro passante 33 per l’alloggiamento di una spina 35 di arresto rotazione di una camma 50, mentre in corrispondenza della sua estremità inferiore è presente un foro filettato 36 per il fissaggio della ruota 10 al tavolo operatorio. Tra il foro passante 33 ed il foro filettato 36 è ricavata un’apertura passante 34, preferibilmente a sezione esagonale, destinata ad accogliere mezzi di regolazione (non mostrati) di un sistema frenante tra una posizione si riposo ed un posizione di lavoro, come verrà descritto in maggiore dettaglio nel seguito.
Vantaggiosamente, la spina 35, oltre a svolgere la funzione di arresto della rotazione della camma 50, funge anche da mezzo di contenimento del peso esercitato sulla ruota 10 dalla struttura da movimentare su cui la ruota 10 viene montata.
In corrispondenza dell’estremità inferiore dello stelo cavo 32 sono montate senza gioco una bussola antiattrito 37 ed una ghiera autobloccante 38, posta immediatamente sotto la bussola 37. In particolare, la bussola antiattrito 37 e la ghiera autobloccante 38 sono solidali alla forcella 14 ed hanno la funzione di favorire l’accoppiamento tra il codolo cilindrico 30 e la ruota 10.
Il codolo cilindrico 30 è atto ad alloggiare, in uso, un sistema frenante per la ruota 10.
Il sistema frenante comprende un piedino frenante 40 e mezzi di azionamento del piedino frenante 40.
I mezzi di azionamento del piedino frenante 40 comprendono la camma 50 ed un’asta 60, preferibilmente a sezione esagonale, atta a cooperare con la camma 50 così da scorrere all’interno dello stelo cavo 32 del codolo cilindrico 30 in modo da movimentare il piedino frenante 40 tra una posizione di riposo o sollevata, mostrata in Figura 4, in cui il piedino frenante 40 è staccato dal pavimento, ed una posizione di lavoro o abbassata, mostrata in Figura 5, in cui il piedino frenante 40 è a contatto con il pavimento, per cui il corpo ruota 12 risulta frenato.
La camma 50 è formata da un corpo centrale cilindrico 54 e da una porzione piatta 55, opportunamente sagomata, estendentesi dal corpo centrale cilindrico 54.
Più in particolare, il corpo centrale cilindrico 54 presenta un foro passante 56, preferibilmente a sezione esagonale, il quale, in uso, risulta allineato con l’apertura 34 ricavata nel corpo cavo 31 del codolo cilindrico 30 ed è atto ad accogliere i mezzi di regolazione di cui sopra. Inoltre nella porzione piatta 55 vengono ricavate una prima sede a V 57 ed una seconda sede 58 delimitata da un bordo destro 59 e da un bordo sinistro 53, contro cui si attesta, in uso, la spina 35.
La camma 50 è atta ad essere alloggiata in modo ruotabile, in uso, in un’apposita sede porta-camma 51 inserita nel corpo cavo 31 del codolo cilindrico 30.
In particolare, la sede porta-camma 5 1 presenta aperture (non mostrate), le quali, in uso, risultano allineate con il foro 33 e l’apertura 34 previsti nel corpo 31 del codolo cilindrico 30, onde consentire rinserimento dei mezzi di regolazione del sistema frenante e della spina 35.
L’asta 60 presenta, preferibilmente, estremità filettate 62 e 64. Airestremità filettata 62 dell’asta 60 è avvitato un puntale 70 atto a cooperare con la camma 50. Naturalmente il puntale 70 può essere associato all’asta 60 in qualsiasi altro modo noto, oppure può essere ricavato in un pezzo unico con l’asta 60. In particolare, il puntale 70 è atto ad innestarsi, in uso, nella sede a V 57 della camma 50 (Figura 4).
Preferibilmente, la camma 50 ed il puntale 70 sono entrambi realizzati in acciaio ad elevata resistenza sottoposto ad un trattamento termico di cementazione così da sopportare gli sforzi senza subire rotture o deformazioni permanenti a causa dell’attrito reciproco.
L’asta 60 porta una molla elicoidale 72, la quale risulta alloggiata in una sede delimitata tra la superficie inferiore del puntale 70 ed uno spallamento 39 ricavato sulla parete interna dello stelo cavo 32 del codolo cilindrico 30.
Con riferimento alle Figure da 6 ad 8, il piedino di appoggio 40 è associato, preferibilmente avvitato, all’estremità filettata 64 dell’asta 60. Preferibilmente, il piedino 40 viene bloccato in posizione per mezzo di un grano 61.
In particolare, il piedino 40 comprende un cannotto superiore 41, un cannotto inferiore 42 e mezzi di accoppiamento tra il cannotto superiore 41 ed il cannotto inferiore 42, ad esempio una vite 43.
Tra il cannotto superiore 41 ed il cannotto inferiore 43 sono, inoltre, interposti un distanziatore 44 e mezzi ammortizzatori 45, la cui funzione apparirà più chiara nel seguito della presente descrizione. Preferibilmente, i mezzi ammortizzatori 45 comprendono una molla a compressione, più preferibilmente una serie di molle a tazza.
Preferibilmente, il piedino 40 termina inferiormente con un tampone conduttivo 46, realizzato preferibilmente, in poliuretano conduttivo. Quando il piedino 40 è in posizione di lavoro, ossia a contatto con il pavimento, il tampone conduttivo 46 consente, vantaggiosamente, di scaricare a terra le correnti in circolo all’interno del tavolo operatorio su cui la ruota 10 viene montata. Inoltre, grazie alle sue proprietà antiscivolo, il tampone conduttivo 46 assicura una perfetta tenuta laterale in caso di sforzi ed urti accidentali, anche violenti, sul tavolo operatorio.
Come mostrato in dettaglio in Figura 8, il cannotto superiore 41 presenta una prima porzione 41a ed una seconda porzione 41 b, quest’ ultima avente un diametro inferiore a quello della prima porzione 4 la, cosicché tra la prima porzione 4 la e la seconda porzione 41b risulti delimitato uno spallamento S.
Il cannotto superiore 41 presenta, inoltre, un foro longitudinale o assiale filettato 47, il quale comprende un primo tratto 47a, in cui viene avvitata l’estremità filettata 64 dell’asta 60, ed un secondo tratto 47b, preferibilmente di diametro minore di quello del primo tratto 47a, in cui viene avvitata la vite 43 di accoppiamento tra il cannotto superiore 41 ed il cannotto inferiore 42. Il secondo tratto 47b del foro filettato 47 sbocca, infine, in una sede 48 di alloggiamento del distanziatore 44 e dei mezzi ammortizzatori 45. Nella prima porzione 4 la è, inoltre, realizzato un foro filettato trasversale o radiale 63, il quale sbocca nel primo tratto 47a del foro assiale filettato 47 ed in cui viene avvitato il grano 61 di bloccaggio in posizione del piedino 40.
Il cannotto inferiore 42 presenta un foro intermedio 49a di alloggiamento del distanziatore 44, il quale sbocca superiormente in una prima sede, o sede superiore 49b, ed inferiormente in una seconda sede, o sede inferiore 49c. In particolare, la sede superiore 49b è atta ad accogliere, in uso, il secondo tratto 41b del cannotto superiore 41, nonché i mezzi ammortizzatori 45 e parte del distanziatore 44, mentre una sede inferiore 49c è atta ad alloggiare il tampone conduttivo 46. In particolare, il foro intermedio 49a presenta uno spallamento inferiore 66 di arresto del distanziatore 44.
Con particolare riferimento alla Figura 6, in uso, il cannotto superiore 41 ed il cannotto inferiore 42 risultano tra loro accoppiati, tramite la vite 43, con il distanziatore 44 ed i mezzi ammortizzatori 45 posti tra essi. Ne deriva che tra il cannotto superiore 41 ed il cannotto inferiore 42 risulta definito un interspazio I, tale da consentire uno spostamento relativo tra i due cannotti 41, 42 in fase di lavoro dei mezzi ammortizzatori 45. In particolare, le dimensioni dell’interspazio I dipendono dai mezzi ammortizzatori 45 utilizzati, i quali vengono scelti in funzione dell’entità del peso della struttura da movimentare che occorre contrastare.
Viene ora descritto, con riferimento alle Figure da 4 e 5, il funzionamento della ruota 10 secondo Γ invenzione, a partire dalla posizione di riposo del piedino frenante 40, illustrata in Figura 3.
In tale posizione, il piedino frenante 40 è sollevato dal pavimento ed il corpo ruota 12 è a contatto con il pavimento e mobile su di esso. In questa condizione, il puntale 70 è innestato nella sede a V 57 della camma 50 e la spina 35 di arresto camma è in attestamento contro il bordo sinistro 53 della sede 58. Inoltre, la molla elicoidale 72 è in posizione di riposo.
Si supponga, adesso, che si desideri frenare la ruota 10, In tal caso occorrerà inserire adatti mezzi di regolazione, ad esempio una chiave a brugola (non mostrata), nel foro 59 della camma 50 così da causare una rotazione di circa 60° della camma 50 alFintemo della sede porta-camma 51.
A seguito di tale rotazione, il puntale 70 si disinnesta dalla sede a V 57 e l’asta 60 scorre verso il basso (freccia F) all’interno dello stelo cavo 32 fino a quando la spina 35 non si attesta contro il bordo destro 59 della sede 58. In tale posizione, la molla elicoidale 70 risulta compressa tra la superfìcie inferiore del puntale 70 e lo spallamelo 39 dello stelo cavo 32. Preferibilmente, l’asta 60 compie una corsa C pari a circa 13 mm, al termine della quale il piedino frenante 40 risulta in contatto con il pavimento, come mostrato in Figura 5.
Quando il piedino frenante 40 entra a contatto con il pavimento, le molle a tazza 45 si comprimono, assorbendo parte del peso del tavolo operatorio. Infatti, le molle 45 sono tarate con una forza inferiore al peso della struttura da movimentare, in modo da "alleggerirla" senza sollevarla dal pavimento. Ne deriva, quindi, che sul piedino frenante 40 insiste un peso tale da mantenere il tavolo operatorio fermo e sulla ruota 10 si scarica un peso minore rispetto a quello del tavolo operatorio. Ciò consente di mantenere la ruota 10 sempre a contatto con il pavimento.
Per sbloccare la ruota 10, occorre sollevare il piedino frenante 40 agendo sui mezzi di regolazione cosicché il puntale 70 si innesti nuovamente nella sede a V 57 della camma 50 e la spina 35 di arresto camma si attesti contro il bordo sinistro 53 della sede 58.
Anche in fase di sollevamento del piedino frenante 40, i mezzi ammortizzatori 45 risultano compressi ed assorbono parte del peso del tavolo operatorio. Inoltre, essendo la ruota 10 sempre a contatto con il pavimento, essa non subisce, vantaggiosamente, alcun contraccolpo.
Alla forma di realizzazione dell’invenzione sopra descritta possono essere apportate numerose modifiche e variazioni di dettaglio alla portata di un tecnico del ramo, rientranti comunque entro l’ambito dell’invenzione espresso dalle rivendicazioni annesse.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Ruota (10) associabile ad una struttura da movimentare comprendente un corpo ruota (12) portato da una forcella (14), mezzi di accoppiamento (30, 31, 32) tra la ruota (10) e la struttura da movimentare, un piedino frenante (40) e mezzi di azionamento (50, 60) del piedino frenante (40) tra una posizione di riposo o sollevata ed una posizione di lavoro o a contatto con il pavimento, alloggiati in detti mezzi di accoppiamento (30, 31, 32), caratterizzata dal fatto che detto piedino frenante (40) comprende mezzi ammortizzatori (45) atti sostanzialmente ad assorbire il peso della struttura da movimentare in fase di azionamento del piedino frenante (40), detti mezzi ammortizzatori (45) essendo tarati per mantenere la ruota (10) sempre a contatto con il pavimento.
  2. 2. Ruota (10) secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di azionamento (50, 60) di detto piedino frenante (40) comprendono una camma (50) ed un’asta (60) atta a cooperare con detta camma (50) in modo da scorrere in detti mezzi di accoppiamento (30, 31, 32).
  3. 3. Ruota (10) secondo la rivendicazione 2, caratterizzata dal fatto che detta asta (60) presenta estremità filettate (62, 64), un’estremità (62) portando un puntale (70) atto a cooperare con detta camma (50) e l’altra estremità (64) portando detto piedino frenante (40).
  4. 4. Ruota (10) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 3, caratterizzata dal fatto che detto piedino frenante (40) comprende un cannotto superiore (41), un cannotto inferiore (42) e mezzi di accoppiamento (43) tra detto cannotto superiore (41) e detto cannotto inferiore (42).
  5. 5. Ruota (10) secondo la rivendicazione 4, caratterizzata dal fatto che detti mezzi ammortizzatori comprendono una molla a compressione (45) interposta tra detti cannotto superiore (41) ed inferiore (42) cosicché tra il cannotto superiore (41) ed il cannotto inferiore (42) risulti definito un interspazio (I) tale da consentire uno spostamento relativo tra i cannotti (41, 42) in fase di lavoro di detta molla a compressione (45).
  6. 6. Ruota (10) secondo la rivendicazione 5, caratterizzata dal fatto che detta molla a compressione (45) è costituita da una serie di molle a tazza.
  7. 7. Ruota (10) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 4 a 6, caratterizzata dal fatto che detto piedino frenante (40) comprende, inoltre, un distanziatore (44) interposto tra detto cannotto superiore (41) e detto cannotto inferiore (42).
  8. 8. Ruota (10) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 4 a 7, caratterizzata dal fatto che detto cannotto superiore (41) presenta un foro assiale filettato (47) ed una sede (48) di alloggiamento del distanziatore (44) e dei mezzi ammortizzatori (45), detto foro assiale filettato (47) comprendendo un primo tratto (47a) atto ad accogliere l’estremità filettata (64) dell’asta (60) ed un secondo tratto di alloggiamento dei mezzi di accoppiamento (43) tra cannotto superiore (41) ed inferiore (42).
  9. 9. Ruota (10) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 4 ad 8, caratterizzata dal fatto che detto cannotto inferiore (42) comprende un foro intermedio (49a) di alloggiamento di detto distanziatore (44), detto foro intermedio sboccando superiormente in una prima sede (49b) di alloggiamento del cannotto superiore (41), del distanziatore (44) e dei mezzi ammortizzatori (45), ed inferiormente in una seconda sede (49c).
  10. 10. Ruota (10) secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto di comprendere, inoltre, un tampone conduttivo (48) alloggiabile in detta seconda sede (49c) del cannotto inferiore (42).
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