ITMI20091105A1 - Sistema di fissaggio di corazze su superfici piane, in particolare per protezione balistica di shelter militari. - Google Patents

Sistema di fissaggio di corazze su superfici piane, in particolare per protezione balistica di shelter militari. Download PDF

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    • F41H5/013Mounting or securing armour plates

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Description

Descrizione dell’invenzione avente per titolo:
SISTEMA DI FISSAGGIO DI CORAZZE SU SUPERFICI PIANE, IN PARTICOLARE PER PROTEZIONE BALISTICA DI SHELTER MILITARI.
La presente innovazione concerne un sistema di fissaggio di corazze su superfici piane, in particolare per protezione balistica di pareti e tetto di shelter militari.
Gli shelter hanno la funzione di proteggere apparecchiature delicate, in particolare apparecchiature per telecomunicazioni, dall'ambiente in cui vengono installate. In particolare proteggono le apparecchiature dalle intemperie e da temperature eccessivamente elevate, essendo normalmente dotati di impianti di condizionamento, quando sono esposti alla radiazione solare diretta, soprattutto se installati in zone tropicali.
Quando detti shelter sono utilizzati per impieghi militari, hanno anche lo scopo di proteggere dette apparecchiature da colpi d'arma da fuoco e da schegge provocate da granate che esplodano eventualmente nelle immediate vicinanze.
Poiché le corazze sono molto pesanti, esse vengono di preferenza trasportate a parte e montate sullo shelter dopo che questo sia stato installato. Per questo motivo sono previsti dei sistemi di fissaggio idonei ad essere montati per mezzo di semplici bulloni.
Secondo la tecnica nota, vengono fissate sulla parte esterna delle pareti e del tetto, delle corazze aventi la forma di piastre quadrangolari, essendo predisposte delle bandelle in acciaio balistico montate in modo tale da coprire i bordi affacciati di piastre adiacenti. In pratica su ogni piastra, o corazza, sono applicate due bandelle su due lati consecutivi, mentre gli altri due lati ne sono privi. In questo modo ciascuna corazza può accogliere su due suoi lati, quelli provvisti di bandelle, altre due corazze, proteggendone i bordi, mentre i lati privi di bandelle si appoggiano sulle bandelle delle piastre adiacenti. Il tutto viene fissato alle pareti mediante bulloni.
Questo tipo di fissaggio presenta alcuni inconvenienti.
Un primo inconveniente consiste nel fatto che, mentre le bandelle sovrastano i bordi accostati delle piastre adiacenti, eliminando una potenziale debolezza del sistema, non ci sono elementi che sormontino i punti in cui convergono quattro piastre adiacenti, i quali costituiscono quindi una potenziale debolezza del sistema, in quanto un proiettile che dovesse colpire proprio detti punti troverebbe una minore resistenza alla penetrazione.
Un secondo inconveniente consiste nel fatto che sono necessarie diverse configurazioni delle piastre e delle relative bandelle, a seconda del punto della parete in cui vengono montate, in particolare in coincidenza degli spigoli che si formano alla giunzione fra pareti consecutive.
La presente innovazione supera gli inconvenienti esposti proponendo un sistema di fissaggio, conforme alla rivendicazione 1, del tipo che prevede l'impiego di corazze aventi la forma di piastre, disposte in modo da coprire l'intera superficie da proteggere, le linee di giunzione tra dette piastre essendo sormontate da bandelle in acciaio balistico, o materiale similare, essendo previsti mezzi atti a fissare dette piastre e dette bandelle alle superfici da proteggere e caratterizzato dal fatto di prevedere delle ulteriori piastrine che sormontano le linee di giunzione tra dette bandelle, in modo da eliminare le zone di debolezza rappresentate dai vertici di dette piastre, in cui concorrono le bandelle corrispondenti.
In altre parole, l'innovazione prevede l'eliminazione delle zone di debolezza, rappresentate dai punti in cui convergono quattro piastre adiacenti, mediante l'impiego di piastrine che sormontano le giunzioni tra le bandelle che convergono nello stesso punto.
L'innovazione prevede inoltre alcune particolari forme di bandelle e piastrine, per il montaggio delle piastre corazzate in corrispondenza degli spigoli dello shelter e dei vertici dello stesso, cioà ̈ dei punti in cui convergono due pareti consecutive ed il tetto.
Completano l'innovazione alcuni dettagli del fissaggio che consentono un efficace collegamento alle pareti smorzando le vibrazioni che si generano qualora lo shelter dovesse essere trasportato con le corazze già montate. Il vantaggio principale del dispositivo di fissaggio secondo l'innovazione, consiste nel fatto che vengono completamente eliminate tutte le zone di debolezza, con considerevole aumento della protezione dell'installazione. Inoltre, come apparirà chiaro dalla descrizione che segue, il dispositivo di fissaggio secondo l'innovazione, consente di ridurre fortemente il numero di pezzi differenti impiegati, a tutto vantaggio sia dei costi, sia, e soprattutto, della facilità di gestione dei pezzi stessi che, si ricorda, vengono montati di preferenza sul posto in cui avviene l'installazione dell'impianto.
L'innovazione verrà ora descritta, a scopo illustrativo e non limitativo, secondo una forma preferita di attuazione, con riferimento alle figure allegate, in cui: la figura 1 mostra uno shelter dotato di corazze;
la figura 2 mostra quattro piastre corazzate, montate su una superficie piena, che convergono in un medesimo punto;
la figura 3 mostra i mezzi di fissaggio delle piastre e degli altri mezzi di protezione;
la figura 4 mostra la sequenza delle operazioni per il fissaggio delle piastre corazzate alla superficie da proteggere;
la figura 5 mostra alcune forme di bandelle e piastrine da impiegare in zone in cui convergono due o più superfici.
Con riferimento alla fig. 1, con (1) à ̈ indicato uno shelter dotato di piastre, o corazze (2), disposte sulla parte esterna delle pareti e del tetto e montate mediante mezzi di fissaggio (3), mostrati in dettaglio nella successiva fig.3. In fig.2 sono mostrate alcune piastre (2), i cui bordi affiancati sono sormontati da delle bandelle (4), in acciaio balistico o materiale similare, in modo da eliminare una potenziale linea di debolezza, in quanto un proiettile che colpisca esattamente i bordi affiancati di due piastre (2) adiacenti, avrebbe elevata probabilità di superare la barriera costituita dalle piastre stesse.
Il sormonto dei bordi delle piastre (2) avviene dalla parte opposta a quella di un eventuale impatto con un proiettile, il quale sarebbe comunque fortemente contrastato dalle piastre (2) stesse. I frammenti del proiettile stesso che dovessero passare tra le due piastre adiacenti, sarebbero efficacemente contrastati dalla bandella (4) sottostante.
Le bandelle (4), pur proteggendo efficacemente i bordi delle piastre (2), lasciano tuttavia almeno parzialmente privi di protezione i vertici (5) delle piastre stesse, in quanto, proprio in corrispondenza dei vertici (5) stessi, si trova il punto in cui concorrono le quattro bandelle (4) sottostanti.
Per eliminare questa debolezza, Ã ̈ previsto l'utilizzo di un'ulteriore piastrina (6), preferibilmente e forma di croce, per coprire ciascuno di detti punti critici (5), anch'essa realizzata in acciaio balistico o materiale similare.
Detti mezzi di fissaggio (3), mostrati in fig. 3, comprendono sostanzialmente una vite prigioniera (7) che si avvita in un'apposita sede filettata (8), ricavata nella parete o nel tetto dello shelter (1), ed un dado sagomato (9) che permette di bloccare, contro la parete o il tetto dello shelter (1), le piastrine a croce (6), le bandelle (4) e le piastre (2), nell'ordine illustrato in fig.3.
La struttura delle pareti e del tetto dello shelter (1) determineranno il modo in cui sarà realizzata la sede filettata (8). Nel caso in cui le pareti e il tetto avessero una struttura del tipo "a sandwich", detta sede filettata potrà, ad esempio, essere costituita da un elemento metallico che viene inserito nello spessore della parete o del tetto e fissato mediante un incollaggio (8a) sul fondo e un'iniezione di resina (8b).
Detto dado sagomato (9) si avvita sulla vite prigioniera (7) in modo tale da potersi serrare su di essa lasciando un certo gioco tra gli elementi fissati, cioà ̈ la piastra (2), la bandella (4) e la piastrina (6), detto gioco essendo annullato da guarnizioni in gomma, o materiale similare, che si inseriscano tra gli elementi a contatto tra loro. In particolare una prima guarnizione (10) si inserisce tra la superficie dello shelter (1) e una piastrina (6), una seconda guarnizione (10a) si inserisce tra la superficie dello shelter (1) e una bandella (4), infine una terza guarnizione (11) si inserisce tra un dado (9) e una piastra (2). In pratica, quando il dado (9) viene completamente serrato sulla vite prigioniera (7), dette guarnizioni (10), (10a) e (11) saranno deformate in modo da poter garantire sia un adeguato smorzamento delle vibrazioni, sia un solido fissaggio delle piastre (2) e degli altri elementi (4) e (6) alle pareti e al tetto dello shelter (1).
Sempre allo scopo di ridurre le vibrazioni nel trasporto, Ã ̈ vantaggiosamente prevista una terza guarnizione costituita da una bussola (12) in gomma, o materiale similare, che viene applicata sulle viti prigioniere (7) e si inserisce nei fori delle piastre (2) e delle piastrine (6) e funge da appoggio per le bandelle (4), le quali saranno vantaggiosamente sagomate, come mostrato nel dettaglio della successiva fig.4c.
Allo scopo di ridurre la sporgenza del dado (9), esso comprende una parte cilindrica (9a), filettata internamente per essere avvitata sulla corrispondente filettatura della vite prigioniera (7), detta parte cilindrica (9a) avendo lo stesso diametro della parte centrale (7a), non filettata, della vite prigioniera (7). In pratica, avvitando il dado sagomato (9) sulla vite prigioniera (7), il dado stesso si blocca sulla vite individuando un tratto cilindrico liscio, su cui si inserisce detta guarnizione a bussola (12). La lunghezza di detto tratto cilindrico dovrà essere tale da lasciare il gioco corretto tra le piastre (2), le bandelle (4) e le piastrine (6) per ottenere il corretto bloccaggio mediante l'inserimento di dette guarnizioni (10), (10a) e (11).
Nelle figg.4 (a, b, c, d) Ã ̈ mostrata la sequenza delle operazioni per montare i componenti del sistema di protezione balistica secondo l'innovazione.
In opportune posizioni delle superfici da proteggere sono alloggiate dette sedi filettate (8) (fig. 4a), in cui vengono avvitate le corrispondenti viti prigioniere (7).
Quindi (fig.4b) vengono montate le piastrine a croce (6), avendo interposto le guarnizioni piane (10) (non rappresentate).
Successivamente (fig. 4c) vengono montate le bandelle (4), avendo interposto le guarnizioni piane (10a) (non rappresentate) e le guarnizioni a bussola (12). Come si vede dal dettaglio ingrandito, il montaggio delle bandelle (4) à ̈ favorito dalla particolare conformazione delle estremità delle bandelle stesse che favorisce il fissaggio momentaneo delle stesse fra due bussole in gomma (12) contigue. In pratica le due estremità di ciascuna bandella (4) presentano delle parti (13) conformate in modo da potersi interfacciare alle bussole (12), ad esempio ad arco di cerchio con raggio uguale al raggio esterno delle bussole (12). Inoltre la distanza d tra le due parti (13) situate sulla stessa estremità di ciascuna bandella (4) à ̈ tale per cui la bandella stessa possa inserirsi fra due bussole (12) forzando leggermente su di esse, in modo da rimanere sostanzialmente ferma nella posizione imposta. In questo modo il montaggio à ̈ favorito in quanto le bandelle (4) rimangono in posizione anche se non sono state ancora montate le piastre (2).
Infine, (fig. 4d) vengono montate le piastre corazzate (2), le quali vengono fissate stabilmente con i dadi sagomati (9), avendo interposto le guarnizioni piane (11).
Nel caso in cui due piastre (2) convergano sullo stesso spigolo, il collegamento verrà fatto utilizzando delle bandelle (4a) e delle piastrine (6a) a squadra (fig. 5a, b), mentre nel caso in cui tre piastre (2), poste su tre differenti superfici, convergano su un vertice, si useranno nuovamente delle bandelle a squadra (4a), ma piastrine del tipo (6b) (fig.5c).
Come appare chiaro dalla descrizione che precede, l'intero sistema comprende un numero limitato di pezzi differenti tra loro. Nel caso particolare in cui le dimensioni dello shelter consentissero di utilizzare piastre (2) quadrate, i pezzi differenti si ridurrebbero a sei, cioà ̈ una piastra (2), due bandelle (4, 4a) e tre piastrine (6, 6a, 6b), oltre, naturalmente, la normale ferramenta e le guarnizioni.
L'innovazione à ̈ stata descritta a scopo illustrativo e non limitativo, secondo una forma preferita di attuazione. Il tecnico esperto del settore potrà trovare numerose altre forme di attuazione, tutte ricadenti nell'ambito di protezione delle rivendicazioni che seguono.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Sistema di fissaggio di corazze su superfici piane, in particolare per protezione balistica di pareti e tetto di shelter militari, del tipo che prevede l'impiego di corazze aventi la forma di piastre (2), disposte in modo da coprire l'intera superficie da proteggere, le linee di giunzione tra dette piastre essendo sormontate da bandelle in acciaio balistico, o materiale similare, essendo previsti mezzi atti a fissare dette piastre (2) e dette bandelle alle superfici da proteggere, caratterizzato dal fatto di prevedere delle ulteriori piastrine (6, 6a, 6b) che sormontano le linee di giunzione tra dette bandelle (4, 4a), in modo da eliminare le zone di debolezza rappresentate dai vertici (5) di dette piastre (2), in cui concorrono le bandelle (4, 4a) corrispondenti.
  2. 2. Sistema di fissaggio di corazze su superfici piane, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che dette piastrine (6, 6a, 6b) sono fissate alla superficie da proteggere mediante gli stessi mezzi impiegati per fissare dette piastre (2) e dette bandelle (4, 4a) a dette superfici da proteggere.
  3. 3. Sistema di fissaggio di corazze su superfici piane, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi atti a fissare dette piastre (2), dette bandelle (4, 4a) e dette ulteriori piastrine (6, 6a, 6b) alle superfici da proteggere, comprendono delle viti prigioniere (7) e dei dadi (9), dette viti prigioniere (7) inserendosi in sedi filettate (8) solidali a dette superfici da proteggere.
  4. 4. Sistema di fissaggio di corazze su superfici piane, secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detti dadi (9) e dette viti prigioniere (7) sono sagomati in modo da presentare una parte cilindrica, rispettivamente (9a) e (7a) di diametro sostanzialmente uguale, detti dadi (9) serrandosi su dette viti prigioniere (7) in seguito al contatto tra le rispettive parti cilindriche (9a) e (7a), dette parti cilindriche (9a) e (7a) essendo dimensionate in modo tale che avvitando detto dado sagomato (9) su detta vite prigioniera (7), il dado stesso si blocca sulla vite (7) individuando un tratto cilindrico la cui lunghezza à ̈ tale da lasciare un gioco tra dette piastre (2), dette bandelle (4, 4a) e dette piastrine (6, 6a, 6b) idoneo ad ottenere il corretto bloccaggio di dette piastre (2), dette bandelle (4, 4a) e dette piastrine (6, 6a, 6b) mediante l'inserimento di guarnizioni (10, 10a, 11), rispettivamente tra dette piastrine (6, 6a, 6b) e dette superfici da proteggere, tra dette bandelle (4, 4a) e dette superfici da proteggere, e tra detti dadi (9) e dette piastre (2).
  5. 5. Sistema di fissaggio di corazze su superfici piane, secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto di prevedere una guarnizione a bussola (12) che si inserisce tra la parte cilindrica costituita dalle parti (7a) delle viti prigioniere (7) e le parti (9a) dei dadi (9), e i fori ricavati sulle piastre (2) e sulle piastrine (6, 6a, 6b).
  6. 6. Sistema di fissaggio di corazze su superfici piane, secondo le rivendicazioni 4 e 5, caratterizzato dal fatto che le estremità di dette bandelle (4, 4a) presentano delle parti (13) conformate in modo da potersi interfacciare a dette guarnizioni a bussola (12), montate su dette viti (7), la distanza d tra le due parti (13), situate sulla stessa estremità di ciascuna bandella (4, 4a), essendo tale per cui la bandella (4, 4a) stessa possa inserirsi fra due guarnizioni a bussola (12) contigue forzando leggermente su di esse, in modo da rimanere sostanzialmente ferma nella posizione imposta.
  7. 7. Sistema di fissaggio di corazze su superfici piane, secondo almeno una delle rivendicazioni da 1 a 6, caratterizzato dal fatto che dette bandelle atte a proteggere le linee di giunzione tra dette piastre (2) assumono la forma (4a) quando la linea di congiunzione tra dette piastre (2) coincide con la linea di congiunzione tra due superfici contigue.
  8. 8. Sistema di fissaggio di corazze su superfici piane, secondo almeno una delle rivendicazioni da 1 a 7, caratterizzato dal fatto che dette piastrine atte a proteggere le linee di giunzione tra dette bandelle (4a) assumono la forma (6a) quando la linea di congiunzione tra dette piastre (2) coincide con la linea di congiunzione tra due superfici contigue.
  9. 9. Sistema di fissaggio di corazze su superfici piane, secondo almeno una delle rivendicazioni da 1 a 8, caratterizzato dal fatto che dette piastrine atte a proteggere le linee di giunzione tra dette bandelle (4a) assumono la forma (6a) nel caso in cui tre piastre (2), poste su tre differenti superfici, convergano su un vertice.
  10. 10. Sistema di fissaggio di corazze su superfici piane, secondo almeno una delle rivendicazioni da 1 a 9, caratterizzato dal fatto che dette piastre (2) hanno una forma quadrangolare.
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