ITMI20090324A1 - Dispositivo di identificazione univoca di un prodotto nonche' metodo ed apparecchiatura di realizzazione di detto dispositivo - Google Patents

Description

DISPOSITIVO DI IDENTIFICAZIONE UNIVOCA DI UN PRODOTTO NONCHÉ METODO ED APPARECCHIATURA DI REALIZZAZIONE DI DETTO DISPOSITIVO

La presente invenzione si riferisce ad un dispositivo di identificazione univoca di un prodotto nonché ad un metodo e ad un'apparecchiatura di realizzazione di tale dispositivo.

Oggigiorno à ̈ largamente diffuso il fenomeno legato alla commercializzazione di copie identiche di prodotti di marche particolarmente conosciute, come ad esempio prodotti di abbigliamento e borse, ma anche prodotti di elevato contenuto tecnologico, quali telefoni cellulari, palmari, laptop, accessori per il computer e così via.

Tale fenomeno ha raggiunto livelli sempre maggiori in seguito alla crescente delocalizzazione della produzione presso fornitori in grado di lavorare a costi di manodopera ridotti e dunque fornire i prodotti richiesti a prezzi inferiori.

In tal modo infatti, i fornitori incaricati della produzione sono in grado di acquisire una conoscenza completa relativa al processo produttivo dei prodotti a loro commissionati, potendo così creare copie assolutamente identiche da immettere parallelamente sul mercato.

I tentativi ad oggi effettuati per mettere fine o, per lo meno, limitare tale fenomeno prevedono l'impiego di particolari dispositivi di identificazione dei prodotti difficilmente riproducibili, applicati direttamente sul prodotto oppure su etichette a loro volta fissate al prodotto.

Attualmente, Ã ̈ ad esempio noto applicare al prodotto fili argentati dotati di banda magnetica, oppure realizzare etichette riportanti codici stampati in maniera difficilmente falsificabile o individuabile, come ad esempio filigrane, ologrammi, microscritte, codici laser, o stampe con inchiostri fluorescenti oppure comprendenti pigmenti sensibili alla luce di particolari lampade.

La presenza e l'autenticità dei dispositivi di identificazione di prodotti à ̈ così verificabile dai rivenditori e dagli acquirenti finali al momento dell'acquisto della merce oppure anche successivamente, riuscendo eventualmente a risalire al fornitore di merce contraffatta in caso il dispositivo di identificazione non risulti autentico.

L'affidabilità offerta dai dispositivi di identificazione di prodotti à ̈ strettamente legata alla riproducibilità degli stessi da parte di un contraffattore.

Se il lavoro richiesto per la creazione di una copia identica di tale dispositivo di identificazione richiede un impegno in termini sia di risorse, sia di tempo, tale da rendere l'operazione di copiatura poco proficua, un eventuale copiatore sarà fortemente disincentivato dal farlo.

I dispositivi di identificazione di prodotti oggigiorno noti, pur presentando strutture complesse e di difficile ed onerosa produzione, non sono in grado di garantire un elevato grado di affidabilità nel tempo. Infatti, i recenti sviluppi tecnologici hanno reso possibile, anche a produttori minori, di realizzare in tempi ragionevoli copie identiche dei dispositivi di identificazione di prodotti oggigiorno impiegati, facendo in tal modo perdere a tali dispositivi la loro proprietà distintiva ed identificativa dell'originale di un particolare prodotto.

Inoltre, i codici realizzati sui dispositivi di identificazione oggigiorno noti sono in genere del tipo seriale, progressivo od univoco, non rappresentando dunque efficienti contromisure nei confronti della clonazione e risultando di difficile gestione logistica.

Scopo della presente invenzione à ̈ quello di ovviare agli inconvenienti sopra menzionati ed in particolare quello di ideare un dispositivo di identificazione univoca di un prodotto che sia di semplice realizzazione pur garantendo in maniera affidabile una quasi assoluta irriproducibilità da parte dei contraffattori.

Un altro scopo della presente invenzione à ̈ quello di fornire un dispositivo di identificazione univoca di un prodotto che presenti un codice difficilmente clonabile e che offra una semplice gestione logistica.

Ulteriore scopo della presente invenzione à ̈ quello di realizzare un dispositivo di identificazione univoca di un prodotto che sia realizzabile in maniera semplice, pur offrendo un elevato grado di affidabilità.

Non ultimo scopo della presente invenzione à ̈ quello di ideare un metodo ed un’apparecchiatura che siano in grado di realizzare il dispositivo di identificazione univoca di un prodotto secondo l'invenzione garantendo la casualità ed unicità statistica del codice presente su tale dispositivo.

Questi ed altri scopi secondo la presente invenzione sono raggiunti realizzando un dispositivo di identificazione univoca di un prodotto come esposto nella rivendicazione 1.

Ulteriori caratteristiche del dispositivo di identificazione univoca di un prodotto sono oggetto delle rivendicazioni dipendenti.

Le caratteristiche ed i vantaggi di un dispositivo di identificazione univoca di un prodotto secondo la presente invenzione risulteranno maggiormente evidenti dalla descrizione seguente, esemplificativa e non limitativa, riferita ai disegni schematici allegati nei quali:

- la figura 1 Ã ̈ una vista in esploso del dispositivo di identificazione univoca di un prodotto secondo la presente invenzione;

- la figura 2a à ̈ una vista in pianta di una prima forma di realizzazione del dispositivo di identificazione univoca di un prodotto secondo la presente invenzione; - la figura 2b à ̈ una vista in pianta di una seconda forma di realizzazione del dispositivo di identificazione univoca di un prodotto secondo la presente invenzione;

- la figura 3 Ã ̈ una vista prospettica di un'apparecchiatura per la produzione del dispositivo di identificazione univoca di un prodotto secondo la presente invenzione.

Con riferimento alle figure, viene mostrato un dispositivo di identificazione univoca di un prodotto, complessivamente indicato con 10.

Il dispositivo 10 di identificazione univoca di un prodotto secondo la presente invenzione comprende un primo strato 11, sul quale à ̈ realizzato un codice 14 univoco a matrice attraverso la distribuzione casuale di microfori su almeno una porzione bidimensionale dello stesso 11.

Benché in ambito deterministico risulti impossibile garantire l’unicità di un codice 14 intesa in senso matematico, in ambito statistico à ̈ possibile stabilire un numero di combinazioni talmente elevato da poter garantire quantomeno l’unicità concreta ed effettiva del codice; in questi casi si può parlare di unicità statistica.

L’unicità statistica del codice 14 a matrice à ̈ legata alla casualità del posizionamento dei microfori e al numero di combinazioni di posizionamento producibili. Stimando in maniera del tutto conservativa che vengano distinte 50 diverse posizioni orizzontali per ogni centimetro e 50 diverse posizioni verticali per ogni centimetro, si avrebbe un totale di 2500 diverse posizioni possibili relative ad un solo microforo in un'area di 1 cm<2>. In caso di più microfori ed in particolare di n microfori, il numero delle possibili combinazioni sarebbe elevatissimo ed in particolare dato dalla seguente produttoria:

Il codice a matrice 14 costituito da una pluralità di microfori presenta dunque il vantaggio di offrire un numero elevatissimo di combinazioni di posizionamento producibili che rendono il codice sostanzialmente unico.

Secondo la presente invenzione, il dispositivo 10 di identificazione comprende inoltre un secondo strato 12 in grado di fornire un'azione di contrasto ottico con il primo strato 11 che migliora la visibilità del codice a matrice realizzato sullo stesso 11.

In tal modo aumenta la precisione di rilievo del codice 14 durante la memorizzazione o la verifica dello stesso.

Al fine di garantire l'azione di contrasto, il secondo strato 12 Ã ̈ posto inferiormente al primo strato 11, in modo tale per cui la superficie del secondo strato 12 risulti visibile attraverso i microfori costituenti il codice 14 presente sul primo strato 11.

Il contrasto ottico può essere ottenuto attraverso due diverse tipologie, diversificate in base alla percettibilità ottica dell’occhio umano: il contrasto cromatico o il contrasto acromatico.

In caso di contrasto cromatico, si sfruttano contrasti colorimetrici sensibili all’occhio umano. Un corpo risulta colorato all’occhio umano quando la sua superficie riflette la luce incidente con onde caratterizzate da una lunghezza d'onda compresa tra 400nm e 800nm.

Nel caso di contrasto cromatico si sfrutta pertanto il contrasto tra due colori diversi, ossia da due lunghezze d'onda differenti riflesse dalle superfici del primo 11 e del secondo 12 strato quando sottoposte a luce visibile, ossia avente lunghezze d'onda comprese tra 400nm e 800nm.

In tal caso, la sorgente luminosa à ̈ la luce naturale (visibile), mentre il rivelatore à ̈ l’occhio umano.

Nell'ambito del contrasto cromatico sono compresi, come casi limite, i contrasti generati da nero su bianco o da bianco su nero come illustrato nelle figure 2a e 2b. In caso di contrasto acromatico, si sfrutta invece il contrasto tra due superfici cromaticamente uguali o simili alla luce visibile, che, irradiate da luce non visibile, emettono o radiazioni visibili di colore differente, ad esempio nel caso di utilizzo di coloranti fluorescenti irradiati da luce ultravioletta, oppure radiazioni non appartenenti allo spettro del visibile ma percepibili da un opportuno rivelatore.

Il secondo strato 12 inferiore ha inoltre il compito di assicurare l’adesione tra il dispositivo di identificazione 10 secondo la presente invenzione ed il prodotto che deve contrassegnare, e nel contempo assicurare la durabilità del codice prevista in fase di progetto.

A tal fine, il secondo strato 12 à ̈ costituito da un materiale capace di garantire una perfetta adesione tra il dispositivo 10 ed il prodotto, in modo da assicurare un collegamento saldo anche in condizioni ambientali (temperatura ed umidità) al di fuori dai valori standard con un prefissato margine di sicurezza, e presentante delle caratteristiche chimico-fisiche capaci di resistere all’azione combinata della temperatura, dell’umidità e dell’abrasione.

Tra i materiali più idonei per tali applicazioni vi sono alcuni polimeri come il politetrafluoroetilene (teflon) ed il polietilene.

Il primo strato 11 presentante il codice a matrice à ̈ anch'esso realizzato in un materiale polimerico in grado di offrire capacità di perfetta adesione al supporto e alla mascherina, e resistenza, entro un certo margine di sicurezza, a condizioni igrotermiche e meccaniche avverse. Tali caratteristiche si riscontrano sempre negli stessi polimeri citati precedentemente.

Preferibilmente, il dispositivo 10 di identificazione univoca di un prodotto comprende anche un terzo strato 13 posto superiormente al primo strato 11 per la protezione e la selezione di una porzione del codice 14 presente su tale primo strato 11.

A tal fine, il terzo strato 13 superiore presenta una prima porzione 13a permeabile alla luce, ad esempio realizzata in materiale trasparente o semitrasparente oppure anche per asportazione di materiale, attraverso la quale à ̈ possibile rilevare il codice presente sul primo strato 11, ed una seconda porzione 13b in materiale non permeabile alla luce, preferibilmente a cornice, posta attorno alla prima porzione 13a permeabile alla luce.

Il terzo strato 13 definisce in tal modo i margini di lettura del codice 14, definendo un contorno netto tra la porzione di codice 14 leggibile, in quanto posta in corrispondenza della prima porzione 13a permeabile alla luce, e la porzione non permeabile alla luce 13b.

L'impiego di tale terzo strato 13 di protezione e selezione del codice presenta il vantaggio di poter presentare il codice con una forma geometrica ed uno strato superficiale sicuramente in tono con quella che à ̈ la natura del prodotto commercializzato.

Se ad esempio si dovesse studiare un codice dedicato ad un prodotto commerciale dotato di un certo design, come un notebook con superficie lucidata, si potrebbe ad esempio pensare ad un codice selezionato da una cornice 13b lucida con contorno di selezione profilato secondo la geometria desiderata dal produttore o dal progettista, ad esempio il contorno potrebbe richiamare un marchio aziendale.

La generazione del codice 14 casuale sul primo strato ha luogo mediante un'apparecchiatura 20 appositamente progettata che prevede l’utilizzo di due flussi d’aria compressa regolabili in temperatura e pressione e di un prefissato numero di particelle, preferibilmente metalliche e/o ceramiche.

L'apparecchiatura 20 per la realizzazione del codice a matrice 14 casuale comprende un condotto anulare 21 all'interno del quale sono libere di muoversi le particelle.

Il condotto anulare 21 presenta un traferro 22 di dimensioni sostanzialmente corrispondenti allo spessore del primo strato 11 del dispositivo di identificazione 10, sul quale si deve generare un codice a matrice 14 casuale. Con traferro 22 si intende nella presente domanda di brevetto una fessura di interruzione del condotto anulare 21.

Inoltre, il condotto anulare 21 à ̈ provvisto di due ugelli 23,24 per l'immissione di aria compressa: un primo ugello 23 à ̈ disposto a valle del traferro 22 rispetto alla direzione di moto delle particelle ed à ̈ inclinato in modo tale da agevolare il moto delle particelle in allontanamento dal traferro 22, ed un secondo ugello 24 à ̈ disposto a monte del traferro 22 rispetto alla direzione di moto delle particelle ed inclinato in maniera tale da spingere le particelle verso il traferro 22 attraverso il flusso di aria immessa.

Preferibilmente, il condotto anulare 21 presenta forma sostanzialmente quadrata o rettangolare con traferro 22 disposto in corrispondenza del lato superiore 21a del quadrato o rettangolo.

In tale configurazione il primo ugello 23 si trova disposto in corrispondenza del lato verticale 21b a valle del traferro 22 ed à ̈ preferibilmente rivolto verso il basso. Il secondo ugello 24 costituisce invece un prolungamento del lato superiore 21a ed à ̈ disposto a monte del traferro.

L'apparecchiatura 20 per la realizzazione del codice a matrice 14 casuale comprende inoltre un primo rullo 25 di svolgimento di una membrana 27 continua, preferibilmente polimerica, ed un secondo rullo 26 di avvolgimento della membrana 27 microforata codificata, disposti in modo tale da guidare la membrana 27 attraverso il traferro 22.

Infine, da un lato del traferro 22 à ̈ inoltre prevista una superficie 28, che potrebbe essere termoriscaldata per agevolare la foratura della membrana, e disposta trasversalmente al condotto anulare 21 atta a creare una parete di contrasto per la membrana 27 ed evitare così che la membrana 27 fuoriesca dalla sua configurazione distesa.

La creazione del codice 14 a matrice casuale ha luogo secondo il seguente procedimento: un flusso d’aria compressa viene immesso con specifici valori di pressione e temperatura attraverso il primo ugello 23. Ad esempio, à ̈ possibile prevedere un flusso d'aria avente una pressione pari a 5 bar ed una temperatura pari a 150 °C.

In tal modo le particelle vengono spinte in direzione del traferro 22 creando in prossimità dello stesso 22 un moto caotico, promotore della casualità del codice 14, derivante anche dall’impatto delle particelle con le pareti del condotto 21.

Grazie all'aria compressa insufflata attraverso il primo ugello 23, si viene a creare una lieve depressione tra il traferro 22 ed il primo ugello 23 che agevola l'allontanamento delle particelle dal traferro 22 ed il moto verso il primo ugello 23, nonostante abbiano perso energia cinetica dopo la perforazione della membrana 27.

Arrivate in prossimità del traferro 22, le particelle vengono sparate verso lo stesso 22 e dunque verso la membrana 27 attraverso un flusso discontinuo d'aria compressa ad alta temperatura ed alta pressione, ad esempio ad una pressione di 10 bar ed una temperatura di 150 °C, insufflata attraverso il secondo ugello 24. In tal modo, le particelle perforano in punti casuali la membrana 27 creando sulla stessa un codice a matrice 14 casuale formato da un pluralità di microfori.

Inoltre, la discontinuità del flusso d’aria, unita alla continuità del moto dei due rulli 25, crea bande microforate sulla membrana 27.

La membrana 27 così forata viene in seguito tagliata a formare il primo strato 11 del dispositivo 10 di identificazione univoca di un prodotto e successivamente accoppiata al secondo strato 12 in grado di fornire un'azione di contrasto ottico.

Viene così a crearsi il dispositivo 10 di identificazione univoca di un prodotto secondo la presente invenzione.

Preferibilmente, il primo strato 11 viene inoltre ricoperto attraverso il terzo strato 13 per la protezione e la selezione di una porzione del codice 14 presente su tale primo strato 11.

Una volta generato un codice 14 a matrice casuale ed univoco sul primo strato 11, ed assemblato quest'ultimo per lo meno al secondo strato di contrasto 12, ha luogo la lettura e l'immagazzinamento del codice 14 prodotto. A tal fine à ̈ possibile impiegare un rilevatore di immagine digitale, quale ad esempio una telecamera o una fotocamera digitale, avente una risoluzione sufficiente a garantire la precisione di acquisizione necessaria.

La risoluzione necessaria dipende dalla dimensione dei fori con cui à ̈ creato il codice. Ad esempio se il codice à ̈ composto da fori di 1mm, risulta sufficiente una risoluzione di 640x480 pixel, ossia quella in genere riscontrabile nelle fotocamere di cui sono dotati i dispositivi cellulari. Diversamente, se i fori hanno una dimensione pari a 100µm, la risoluzione minima deve essere almeno pari a 1280x1024 pixel.

Tale precisione di acquisizione à ̈ tuttavia incrementata dalla presenza del secondo strato di contrasto 12 che permette una più precisa identificazione dei microfori costituenti il codice a matrice 14 casuale.

Particolari mezzi di elaborazione (non illustrati), elaborano l'immagine del codice 14 acquisita identificando con un elevato grado di precisione la posizione esatta del baricentro di ogni singolo microforo costituente il codice 14, indipendentemente dalle dimensioni del microforo, al fine di produrre un modello digitale comparabile di tale codice 14.

La creazione di un modello digitale costituito dall'insieme dei baricentri dei microfori rende per un contraffattore particolarmente critica la clonazione del codice 14.

Infatti, risulta difficoltoso ricreare con la precisione richiesta dai mezzi di elaborazione, un forellino con baricentro centrato nella stessa posizione dell’originale.

Il modello del codice 14 viene memorizzato in mezzi di memoria locali, ad esempio contenuti in un palmare, oppure centralizzati, ai quali à ̈ possibile accedere attraverso collegamenti wireless oppure attraverso Internet, a seconda delle particolari esigenze applicative.

Per la verifica del codice à ̈ necessario rilevare nuovamente l'immagine del codice 14, ad esempio attraverso un telefono cellulare con fotocamera, e trasmettere tale immagine all'archivio locale o remoto al fine di poter operare la comparazione con l'immagine originale.

La trasmissione dell'immagine rilevata con un telefono cellulare può avvenire ad esempio attraverso l'invio di un MMS (Multimedia Messaging Service).

Diversamente, qualsiasi mezzo di trasmissione dati si rivela idoneo per l'invio di tale immagine.

L'immagine trasmessa viene dunque elaborata attraverso gli stessi mezzi di elaborazione al fine di identificare un modello digitale riportante la posizione dei baricentri dei microfori presenti nel codice rilevato.

Successivamente, ha luogo la comparazione del modello digitale elaborato con i modelli digitali memorizzati nei mezzi di memoria al momento della creazione dei dispositivi di identificazione 10, al fine di trovare una corrispondenza.

In caso nessuna corrispondenza sia riscontrata, il codice 14 viene dunque identificato come una falsificazione.

Si ha pertanto una gestione logistica estremamente semplificata dei codici al fine di individuare eventuali falsificazioni e clonazioni.

Dalla descrizione effettuata sono chiare le caratteristiche del dispositivo oggetto della presente invenzione, così come sono chiari i relativi vantaggi. L’affidabilità del dispositivo di identificazione univoca di un prodotto à ̈ data dall'affidabilità del codice, la quale à ̈ correlata da un lato all’affidabilità dell'acquisizione dell'immagine del codice e dei mezzi di elaborazione di tale immagine acquisita e dall'altro, dall’affidabilità del numero di combinazioni producibili.

Il codice a matrice casuale creato secondo il metodo di realizzazione della presente invenzione presenta un numero di combinazioni talmente elevato da creare un margine di riproducibilità prossimo allo zero essendo possibile, anche in aree piccolissime, creare codici altamente affidabili e sostanzialmente irriproducibili. Inoltre, la precisione di lettura, e dunque l'affidabilità del dispositivo secondo la presente invenzione, à ̈ fortemente migliorata grazie all'impiego del secondo strato a generazione di un contrasto ottico.

È chiaro, infine, che il dispositivo così concepito à ̈ suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell’invenzione; inoltre tutti i dettagli sono sostituibili da elementi tecnicamente equivalenti. In pratica i materiali utilizzati, nonché le dimensioni, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze tecniche.

Claims (10)

1. RIVENDICAZIONI 1) Dispositivo (10) di identificazione univoca di un prodotto comprendente almeno un primo strato (11) sul quale à ̈ realizzato un codice (14) univoco a matrice attraverso la distribuzione casuale di una pluralità di microfori su almeno una porzione bidimensionale di detto primo strato (11), caratterizzato dal fatto di comprendere un secondo strato (12) disposto inferiormente a detto primo strato (11), in grado di fornire un'azione di contrasto ottico con detto primo strato (11) che migliora la visibilità di detto codice a matrice (14) realizzato su detto primo strato (11).
2. 2) Dispositivo (10) di identificazione univoca di un prodotto secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che detto contrasto ottico à ̈ di tipo cromatico, detto primo (11) e secondo (12) strato riflettendo lunghezze d'onda differenti, quando irradiate da luce visibile.
3. 3) Dispositivo (10) di identificazione univoca di un prodotto secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che detto contrasto ottico à ̈ di tipo acromatico, detto primo (11) e secondo (12) strato emettendo radiazioni di lunghezze d'onda differenti, quando irradiate da luce non visibile.
4. 4) Dispositivo (10) di identificazione univoca di un prodotto secondo una delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto di comprendere in aggiunta un terzo strato (13) posto superiormente a detto primo strato (11) per la protezione e la selezione di una porzione di detto codice (14) presente su detto primo strato (11), detto terzo strato (13) superiore presentando una prima porzione (13a) permeabile alla luce attraverso la quale à ̈ possibile rilevare detto codice (14) presente su detto primo strato (11), ed una seconda porzione (13b) in materiale non permeabile alla luce posta attorno a detta prima porzione (13a) permeabile alla luce.
5. 5) Apparecchiatura di realizzazione di un codice a matrice (14) impiegato in un dispositivo (10) di identificazione univoca di un prodotto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto di comprendere un condotto anulare (21) all'interno del quale à ̈ libera di muoversi una pluralità di particelle, detto condotto anulare (21) presentando un traferro (22) di dimensioni sostanzialmente corrispondenti allo spessore di detto primo strato (11) di detto dispositivo di identificazione (10) sul quale si deve generare detto codice a matrice (14) casuale, detto condotto anulare (21) essendo provvisto di due almeno ugelli (23,24) per l'immissione di aria compressa, un primo ugello (23) essendo disposto a valle di detto traferro (22) rispetto alla direzione di moto di dette particelle ed essendo inclinato in modo tale da agevolare con il flusso di aria immessa il moto di dette particelle in allontanamento da detto traferro (22), ed un secondo ugello (24) essendo disposto a monte di detto traferro (22) rispetto alla direzione di moto delle particelle ed inclinato in maniera tale da spingere dette particelle verso detto traferro (22) attraverso il flusso di aria immessa.
6. 6) Apparecchiatura di realizzazione di un codice a matrice (14) secondo la rivendicazione 5 caratterizzata dal fatto che detto condotto anulare (21) presenta forma sostanzialmente quadrata o rettangolare con detto traferro (22) disposto in corrispondenza del lato superiore (21a) di detto quadrato o rettangolo, detto primo ugello (23) essendo disposto in corrispondenza del lato verticale (21b) a valle di detto traferro (22) rispetto alla direzione di moto di dette particelle ed essendo rivolto verso il basso, detto secondo ugello (24) costituendo un prolungamento di detto lato superiore (21a) ed essendo disposto a monte di detto traferro (22) rispetto alla direzione di moto di dette particelle.
7. 7) Apparecchiatura di realizzazione di un codice a matrice (14) secondo la rivendicazione 5 o 6 caratterizzata dal fatto di comprendere un primo rullo (25) di svolgimento di una membrana continua (27) ed un secondo rullo (26) di avvolgimento di detta membrana (27) una volta microforata, detto primo (25) e secondo (26) rullo essendo disposti in modo tale da guidare detta membrana (27) attraverso detto traferro (22).
8. 8) Apparecchiatura di realizzazione di un codice a matrice (14) secondo la rivendicazione 7 caratterizzata dal fatto di comprendere da un lato di detto traferro (22) una superficie di appoggio (28) disposta trasversalmente a detto condotto anulare (21) atta a creare una parete di contrasto per detta membrana (27).
9. 9) Metodo di realizzazione di un dispositivo (10) di identificazione univoca di un prodotto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 4 caratterizzato dal fatto di comprendere le fasi che consistono nel: - generare un codice casuale a matrice (14) attraverso lo sparo di una pluralità di particelle in moto caotico contro una membrana (27), ognuna di detta pluralità di particelle generando un microforo in detta membrana (27); - tagliare detta membrana (27) in cui à ̈ realizzato detto codice casuale a matrice (14) in modo tale da formare un primo strato (11) di detto dispositivo (10) di identificazione univoca di un prodotto; - accoppiare detto primo strato (11) ad un secondo strato (12) in grado di fornire un'azione di contrasto ottico, disponendo detto secondo strato (12) inferiormente a detto primo strato (11).
10. 10) Metodo di realizzazione di un dispositivo (10) di identificazione univoca di un prodotto secondo la rivendicazione 9 comprendente inoltre la fase che consiste nell'accoppiare detti primo strato (11) e secondo strato (12) ad un terzo strato (13) per la protezione e la selezione di una porzione di detto codice (14) presente su detto primo strato (11), disponendo detto terzo strato (13) superiormente a detto primo strato (11), detto terzo strato (13) presentando una prima porzione (13a) permeabile alla luce attraverso la quale à ̈ possibile rilevare detto codice (14) presente su detto primo strato (11), ed una seconda porzione (13b) in materiale non permeabile alla luce posta attorno a detta prima porzione (13a) permeabile alla luce.