ITMI20090308A1 - Metodo ed impianto per refrigerare e/o movimentare fluidi mediante l'uso di gas criogenici liquefatti - Google Patents

Metodo ed impianto per refrigerare e/o movimentare fluidi mediante l'uso di gas criogenici liquefatti

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ITMI20090308A1
ITMI20090308A1 IT000308A ITMI20090308A ITMI20090308A1 IT MI20090308 A1 ITMI20090308 A1 IT MI20090308A1 IT 000308 A IT000308 A IT 000308A IT MI20090308 A ITMI20090308 A IT MI20090308A IT MI20090308 A1 ITMI20090308 A1 IT MI20090308A1
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IT
Italy
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fluid
chamber
duct
treated
treatment chamber
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IT000308A
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Tommaso Bucci
Maurizio Frati
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Air Liquide Italia S P A
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Description

Descrizione
Forma oggetto del presente trovato un metodo per refrigerare e/o movimentare fluidi secondo il preambolo della rivendicazione principale. Forma anche oggetto del presente trovato un impianto per attuare tale metodo secondo la corrispondente rivendicazione indipendente.
Il presente trovato, in particolare riguarda un metodo ed un impianto idoneo a prelevare, refrigerare con gas criogenici liquefatti e movimentare fluidi anche polìfasici o agglomerati fluidi, ovvero miscele fluide composte da sostanze allo stato liquido e solido, senza l'utilizzo di organi meccanici in movimento a loro contatto. Come particolare caso di fluido polifasico si può considerare, ma senza che ciò tolga di generalità al trovato, il pigiato d'uva, ovvero il fluido che si ottiene dallo schiacciamento degli acini, oppure la pasta di olive, ovvero il fluido che si ottiene dalla frangitura delle stesse, o qualsiasi altro fluido ottenuto dalla macinazione di sostanze vegetali eventualmente additivate di altre componenti liquide. Nel caso del pigiato d'uva, esso à ̈ assimilabile ad un fluido polifasico la cui componente liquida à ̈ simile ad una soluzione zuccherina e le cui parti solide sono gli acini parzialmente rotti, le bucce ed i vinacciolì.
Con riferimento ad un tale fluido, esso viene usualmente movimentato da un serbatoio di raccolta o di contenimento ad un sistema di refrigerazione dove, a seconda della tipologia di raffreddamento, esso può venire in contatto con un gas criogenico liquefatto oppure con superfici a temperatura inferiore quali ad esempio le pareti di tubi componenti lo scambiatore . Tale movimentazione viene usualmente effettuata mediante l'uso di sistemi meccanici come pompe o similari che necessitano, per il loro funzionamento, di contatti fra parti meccaniche in movimento ed il fluido stesso. Nel caso del pigiato d'uva, se manipolato con gli usuali organi atti al trasferimento, quali ad esempio pompe di diverso tipo e concezione, può riportare schiacciamenti e rotture delle sue parti solide con conseguenti danneggiamenti alle sue potenzialità qualitative che ne limitano la successiva qualità del prodotto finale.
Per tale motivo, spesso, per evitare di indurre nel suddetto fluido stress meccanici e rotture indesiderate, molte cantine di produzione operano sfruttando la forza di gravità che consente il movimento del fluido trasferendolo da uno stadio di lavorazione al successivo mediante caduta, utilizzando per questo le diverse quote a cui devono essere installate le componenti coinvolte nei diversi processi di trasformazione.
Per quanto indicato nel paragrafo precedente à ̈ evidente come ciò comporti problematiche, anche onerose, di gestione dello spazio e dei limiti che ciò pone alla conformazione dell'impianto del suo complesso .
Scopo del presente trovato à ̈ quello di offrire un metodo ed un impianto per la sua attuazione che consenta di prelevare, refrigerare e trasferire un fluido, anche polifasico, del tipo citato senza che questo venga a contatto con partì meccaniche in movimento, quali quelle presenti negli usuali mezzi di pompaggio o in mezzi similari atti attualmente a consentire la suddetta movimentazione, ad esempio da un serbatoio di raccolta o contenimento ad un impianto di refrigerazione.
Un ulteriore scopo à ̈ quello di offrire un trovato che consenta la movimentazione di un fluido polifasico del tipo citato che possa anche utilizzare i benefici simili a quelli indotti dal trasferimento per gravità senza però avere la necessità di prevedere posizioni e quote particolari delle macchine dell'impianto interessate al processo complessivo di trasformazione di tale fluido.
Questi ed altri scopi che risulteranno evidenti all'esperto del ramo vengono raggiunti da un metodo e da un impianto secondo le unite rivendicazioni.
Per una maggior comprensione del presente trovato si allegano a titolo puramente esemplificativo, ma non limitativo, il seguente disegno, in cui:
la figura 1 mostra una vista schematica di una prima forma di realizzazione di un impianto secondo il trovato; e
la figura 2 mostra una vista analoga a quella di figura 1 ma di una variante del trovato.
Il presente trovato utilizza in modo inventivo concetti noti (ad esempio come quelli descritti nelle domande di brevetto n. ΜΙ99A002399 e n. MI2003A002367 ) relativi al raffreddamento mediante scambio termico per contatto diretto fra fluidi in cui il fluido refrigerante à ̈ un fluido criogenico che, alle condizioni di utilizzo, subisce il passaggio di stato dal liquido al vapore asportando calore dal fluido da trattare. Vengono utilizzate anche conoscenze esistenti relative all'utilizzo di aeriformi compressi come fluido motore in apparecchiatura, note come tubi di Venturi.
Con riferimento alla figura 1, in essa à ̈ riportato uno schema a blocchi indicante le componenti principali utilizzate in una generica applicazione del trovato operante in discontinuo mediante il succedersi ciclico di fasi di carico di un fluido polifasico da refrigerare, sua refrigerazione e trasferimento. Nella figura 1 sono riportati schematicamente organi di misura, di intercettazione e regolazione (ad esempio valvole) necessari per il funzionamento del trovato: tali organi non sono ulteriormente descritti poiché non necessari ai fini della comprensione dell'invenzione e comunque noti allo stato attuale delle conoscenze.
Non sono descritti inoltre altri strumenti usati abitualmente per misurare variabili interessate al funzionamento quali pressione, temperatura e livello poiché anche questi non necessari ai fini della comprensione dell'invenzione e comunque noti allo stato attuale delle conoscenze.
In figura 1, con 1 à ̈ indicato un recipiente, di seguito indicato come camera di refrigerazione, atto a ricevere un fluido polifasico, da refrigerare ivi addotto tramite una linea 5 e che, dopo la refrigerazione, viene trasferito tramite un condotto 6, a lavorazioni successive in sé note quali, nel caso del pigiato d'uva, la pressatura, la macerazione a freddo o la fermentazione . Sulla linea (o condotto) 5 e sul condotto 6 sono presenti organi valvolari di intercettazione 5A, 6A, rispettivamente .
Alla camera di refrigerazione 1 (o in generale di trattamento) , coibentata, perviene anche un condotto 7 (provvisto di proprio organo valvolare 7A) connesso ad un serbatoio di fluido criogenico (non mostrato). In tale serbatoio detto fluido à ̈ mantenuto allo stato liquido ed in pressione superiore alla pressione atmosferica. Il fluido criogenico à ̈ preferibilmente scelto tra C02, N2 e Ar.
L'iniezione di tale fluido criogenico (o, come verrà descritto di seguito, di un aeriforme generico) avviene, preferibilmente ma non esclusivamente, tramite una tubazione interna alla camera 1, coassiale alla stessa e provvista di uno o più fori per il passaggio del suddetto fluido criogenico. Tale soluzione non à ̈ indicata nelle figure. In tal modo, il fluido criogenico (o altro fluido introdotto nella camera 1) può investire da più punti e lati il fluido da trattare così da meglio intervenire su di esso.
Dalla camera di refrigerazione 1 fuoriesce un condotto 8 connesso ad altri due condotti 9 e 10, provvisti di organi valvolari 9A e 10A; il condotto 9 si apre ad una estremità (ad esempio nell'atmosfera), mentre il condotto 10 à ̈ connesso ad un tubo di Venturi 3 (vantaggiosamente insonorizzato) da cui fuoriesce un condotto 11 ed a cui perviene un condotto 12 fuoriuscente da un recipiente 2 di seguito indicato camera di carico da cui fuoriesce anche la linea 5 che collega la camera 2 alla 1. Su detto condotto 12 à ̈ presente un organo valvolare 12A.
La camera di carico 2 (anch'essa coibentata come i condotti 4, 5, 6 e 7) à ̈ connessa ad un condotto 4, a sua volta collegato ad un serbatoio (non mostrato) in cui à ̈ presente il fluido polìfasìco da trattare e/o movimentare, e ad un condotto 13, in cui vengono introdotti gas o vapori in pressione proveniente da appositi serbatoi o generatori (non mostrati). Anche il condotto 4 e quello 13 sono provvisti di organi valvolari 4A e 13A.
Il condotto 6 può essere collegato, come mostrato in figura 1 ad un condotto coibentato 14 (provvisto di organo valvolare 14A) connesso ad una sorgente di fluido aeriforme; tale condotto 6 può anche comprendere una porzione 6K ondulata ovvero con piccole variazioni di quota (indicate con 15) in modo tale che in esso, l’aeriforme contenuto sì separi dal fluido presente nel condotto e formi, per sua natura, vere e proprie sacche intervallate da tratti contenenti esclusivamente il fluido da movimentare .
Tutti gli organi valvolari descritti e altri organi (anche non descritti) usualmente utilizzati in impianti di refrigerazione e movimentazione di fluidi (quali organi atti al controllo della pressione, della portata e della temperatura) sono vantaggiosamente gestiti in automatico da unità di controllo a logica programmabile (PLC) o unità similari atti a rilevare i valori misurati dagli organi suddetti e ad operare sugli organi valvolari con adeguate azioni di regolazione.
Nell'uso dell'impianto di figura 1 ovvero con l'attuazione del metodo secondo il trovato, si inizia con l'inviare nel condotto 10 un fluido (motore): tale fluido può pervenire, in pressione dal condotto 7 (aprendo gli organi valvolari 7A, 10A, e chiudendo gli organi valvolari 6A e 5A e 9A) oppure da una sorgente, ad esempio d'aria compressa, connessa al condotto 10 , fra l'organo valvolare 10A e il venturi 3, indicata in figura con 24 e provvista di organo valvolare 24A. Il fluido motore perviene nel Venturi 3 e passa nel condotto 11. Con tale passaggio, viene creata una depressione nel condotto 12 e, avendo opportunamente aperto gli organi valvolari 12A e 4A e chiusi quelli 13A e 5A, tale depressione si trasferisce nella camera di carico 2 e nel condotto 4 connesso al serbatoio di contenimento del fluido polifasico. Da quest'ultimo viene così richiamato detto fluido che perviene nella camera 2 senza che su esso venga svolta alcuna azione da organi meccanici in movimento quali quelli di una pompa, coclea o similare.
Quando il fluido ha raggiunto un livello prefissato nella camera 2, vengono chiusi l'organo 12A e quello 4A. Il fluido viene quindi trasferito alla camera di refrigerazione 1. Tale trasferimento può avvenire per gravità se si prevede la camera 2 ad una quota superiore a quella a cui si trova la camera 1 oppure inviando del fluido allo stato aeriforme nel condotto 13, in pressione, e da esso entro la camera 2. Il trasferimento, in questo caso avviene aprendo l'organo valvolare 5A (come nel caso di trasferimento per gravità) e l'organo 13A.
Anche in questo caso, il trasferimento del fluido verso la camera 1 avviene senza che su di esso agiscano organi meccanici in movimento quali quelli di una pompa, coclea o similare.
Quando la camera 1 à ̈ stata riempita sino ad un livello prestabilito (controllato e verificato tramite usuali sensori presenti nella camera stessa) viene chiuso l'organo valvolare 5Δ e viene immesso il fluido criogenico nella camera 1 attraverso l'apertura dell'organo valvolare 7A. Il fluido criogenico in fase liquida ed in pressione penetra nella camera 1, investe il fluido polifasico e lo raffredda .
1/ immissione di fluido criogenico continua fino a che il fluido polifasico non ha raggiunto la temperatura desiderata.
Il raffreddamento del fluido polifasico comporta il passaggio in fase aeriforme del fluido criogenico, e guesto fa sì che la camera 1 venga pressurizzata e che da essa fuoriesca, attraverso i condotti 8 e 10, un aeriforme in pressione che esplica la funzione di fluido motore per il tubo di Venturi 3 in modo che tramite il condotto 12, si crei un vuoto parziale nella camera di carico 2 fino a valori tali che guesta possa aspirare, tramite il condotto 4, il fluido polifasico analogamente a quanto descritto in precedenza.
Il condotto 9, provvisto di organo valvolare di intercettazione e regolazione 9Δ ha la funzione di, eventualmente, lasciar fuoriuscire all'esterno l'aeriforme in eccesso per mantenere nella camera di refrigerazione 1 l'ottimale valore di pressione durante la fase di refrigerazione.
Quando il fluido da refrigerare ha raggiunto la temperatura richiesta, viene chiuso il condotto 7 tramite l'organo valvolare 7A e contemporaneamente tramite la chiusura dell'organo valvolare 10A, se questo non era già stato chiuso in precedenza ai fini di una corretta gestione del riempimento della camera 2, e un particolare posizionamento dell'organo 9A si regola la pressione del fluido nella camera 1 a valori idonei per il suo trasferimento dalla camera 1 suddette ad altra destinazione tramite la linea 6.
Quando il valore di pressione nella camera 1 à ̈ giunto al valore idoneo per il suo trasferimento viene aperto l'organo valvolare 6Δ; in tal modo, tale fluido polifasico viene spinto dalla pressione esistente nella camera 1 generata dal fluido criogenico (o fluido di lavoro) entro il condotto 6 e trasferito verso un ulteriore stazione di lavorazione .
Anche in questo caso, quindi, il trasferimento del fluido polifasico (raffreddato) avviene soltanto grazie alla pressione esistente nella camera 1 e senza che esso subisca alcuna azione meccanica, come quella provocata da una pompa o similare .
Quando tutto il fluido polifasico si à ̈ trasferito nel condotto 6 e dopo, eventualmente lo svuotamento, totale o parziale, di quest'ultimo, viene chiuso l'organo valvolare 6A e aperto l'organo 9A in modo tale che la camera 1 venga a trovarsi a pressione atmosferica ed in grado di ricevere il fluido polifasico da refrigerare dalla camera 2 in essa caricato durante la precedente fase di raffreddamento in 1.
In tal modo il ciclo di trattamento completo, ovvero refrigerazione e movimentazione, del fluido polifasico prosegue come descritto in precedenza.
Come risulta evidente, il funzionamento del trovato à ̈ possibile grazie al fatto che il trattamento del fluido polifasico nella camera di refrigerazione 1 avviene in pressione e quindi grazie alla pressione presente in tale camera, il gas uscente da essa ed inviato nel Venturi 3 ha un contenuto energetico idoneo per essere utilizzato come fluido motore per il Venturi.
L'operare della camera di refrigerazione 1 in pressione superiore all'atmosferica consente inoltre di maggiorare la potenza refrigerante, rispetto al caso in cui si opera a pressione atmosferica ed a parità di caratteristiche geometriche, in particolare della sezione attraversata dall'aeriforme in fase di uscita dalla camera di refrigerazione 1.
Quanto sopra à ̈ facilmente comprensibile considerando che la potenza refrigerante di un determinato refrigeratore che utilizzi lo scambio termico per contatto diretto tra fluidi, di cui uno evaporante, à ̈ funzione, ovviamente, del quantitativo di fluido refrigerante addotto che trasformatosi, a seguito dello scambio termico, in aeriforme attraversa la camera con una velocità dipendente della sezione di passaggio e del quantitativo addotto.
Per un corretto funzionamento, ad esempio per evitare trascinamenti di parti del fluido in trattamento, tale velocità non deve superare determinati valori, dipendenti dalla natura del fluido da refrigerare e del fluido refrigerante, in particolare dalla sua densità.
Operando quindi a pressioni maggiori di quella atmosferica, la densità della fase aeriforme aumenta e conseguentemente à ̈ possibile, combinando opportunamente la sua velocità e la densità, far si che portate maggiorate di fluido refrigerante possano essere addotte senza causare trascinamenti del fluido refrigerato ovvero ottenere maggiore potenza refrigerante rispetto al caso di operare a pressione atmosferica.
In altre parole e semplificando, aumentando la pressione di lavoro, a parità di velocità di attraversamento si ha maggior portata di fluido criogenico addotto ovvero maggior potenza refrigerante. Risulta evidente quindi che quanto sopra ottenuto consenta di realizzare apparecchiature a dimensioni ridotte con risparmio di spazio e materiali.
L'attuazione del metodo secondo il trovato consiste quindi in un riempimento iniziale della camera di carico 2 e successivi cicli ripetuti nel tempo di invio di fluido polifasico nella camera 1 a cui segue l'invio di fluido di lavoro (criogenico).
Il ciclo che si ripete nel tempo à ̈ così costituito dalle seguenti fasi:
A- trasferimento del fluido da refrigerare dalla camera di carico 2 alla camera di refrigerazione 1, B- scambio termico nella camera di refrigerazione 1 con conseguente raffreddamento del fluido da refrigerare e, preferibilmente, contemporanea formazione del vuoto nella camera di carico di 2 e suo carico del fluido da refrigerare,
C- scarico e trasferimento del fluido refrigerato dalla camera di refrigerazione 1 attraverso il condotto 6,
D- ripresa del ciclo della fase A.
Grazie al trovato si ottiene un vantaggio notevole in tutti i casi in cui il fluido, eventualmente polifasico, non sopporti stress meccanici o urti o nel caso in cui contenga componenti solide che potrebbero rendere inapplicabili od usurare eccessivamente i sistemi di pompaggio utilizzati.
Ad esempio, se tale fluido deriva dalla raccolta dell'uva, il presente trovato rende possibile la movimentazione in qualsiasi direzione e verso del pigiato senza l'ausilio dei tradizionali sistemi di movimentazione quali diversi tipi di pompe con parti meccaniche in movimento a diretto contatto con il pigiato stesso. Inoltre, tranne eventualmente per le camere 1 e 2 tra le quali il pigiato può venire trasferito per gravità nell'impianto oggetto del trovato non vi à ̈ la necessità di avere posizioni e quote particolari rispetto alle macchine interessate al processo complessivo di trasformazione dell'uva realizzando così un sistema complessivo a prestazioni analoghe a quelle che si avrebbero con una cantina realizzata sfruttando la forza di gravità senza avere necessità di posizionare le componenti a quote opportune.
E' altresì evidente che il trovato può anche essere utilizzato ai soli scopi di trasferimento del fluido polifasico o per una rimozione controllata di gas solubili in tale fluido, quale, al solo titolo di esempio e non limitativo, una totale o parziale rimozione dell'ossigeno disciolto. Ciò ad esempio utilizzando come fluido di rimozione nella camera di refrigerazione 1 un gas o miscele di gas esenti da ossigeno (quale ad esempio quelle composte da N2, H2, Ar o C02).
In tal caso, il fluido di lavoro addotto nella camera di refrigerazione 1, non avendo necessità di requisiti refrigeranti, può essere un qualsiasi aeriforme: coerente, dal punto di vista della sua composizione, con la rimozione del gas disciolto desiderato; oppure un aeriforme qualsiasi, anche aria, se lo scopo à ̈ solo quello della movimentazione del fluido polifasico.
Qualora il fluido da trattare , ovvero refrigerare e/o movimentare, sia caratterizzato da valori elevati di viscosità e/o densità, si può introdurre nel condotto 6, prima o durante lo scarico, un quantitativo di aeriforme o fluido refrigerante aggiuntivo tramite il condotto 14 ed apertura dell'organo valvolare 14A con il fine di favorire il trasferimento del fluido polifasico Grazie a tale accorgimento, indirizzando detto aeriforme o fluido aggiuntivo entro il condotto 6, si rende il fluido polifasico comprimibile, ovvero dotato di elasticità, in grado di permettere con continuità lo scambio di energia cinetica e potenziale, ovvero fra pressione e velocità, consentendo così un più agevole fluire di questo nel condotto di trasferimento.
Detta iniezione di aeriforme o lìquido refrigerante può essere effettuata sia direttamente sul condotto 6, eventualmente in più punti, sia sulla parte della camera di refrigerazione 1 adiacente al condotto 6 in modo tale che l'aeriforme o il fluido refrigerante sia trascinato nel condotto di trasferimento 6.
Una ulteriore modalità operativa possibile anche con il trovato mostrato in figura 1 ed idonea a ottimizzare il fluire, consiste nel fare in modo che al termine di ogni scarico della camera di refrigerazione 1 fluisca da quest' ultima nel condotto 6 in quantitativo di aeriforme di spinta tale da svuotare il condotto stesso parzialmente o anche completamente in modo tale che al successivo scarico della camera di refrigerazione 1 il fluido entrante nel condotto 6 lo trovi riempito parzialmente o completamente di aeriforme limitando così il valore della pressione necessaria per iniziare la movimentazione del fluido contenuto nel condotto citato.
Una variante del trovato à ̈ mostrata in figura 2, dove parti uguali o corrispondenti a quelle della figura 1 sono indicate con gli stessi riferimenti numerici. Nella figura 2 in esame, la camera di refrigerazione ( indicata con 1 in fig.
1) e la camera di carico ( indicata con 2 in fig.
1) formano un'unica camera 21 a cui perviene il condotto 4 del fluido da trattare, ad esempio polifasico, e il condotto 7 dal fluido di lavoro, ad esempio criogenico. Dalla camera 21 fuoriesce il condotto 6 che asporta il fluido trattato dalla camera 21, ed il condotto 8 che asporta il fluido di lavoro allo stato aeriforme.
Il tubo di Venturi 3 riceve il fluido motore dal condotto 10 connesso ad una sorgente di fluido motore (ad esempio aria compressa).
Il trovato mostrato in figura 2 utilizza una sola camera 21 ove prima viene caricato il fluido da trattare tramite il vuoto parziale creato in questa dal tubo di Venturi 3; il fluido viene successivamente refrigerato e trasferito all'esterno dalla camera 21 utilizzando il fluido refrigerante per la refrigerazione e la sua fase aeriforme per la formazione della pressione interna a tale camera 21 necessaria per il suddetto trasferimento all'esterno tramite il condotto 6.
Quanto sopra può ovviamente essere utilizzato anche solamente per movimentare il fluido da trattare senza necessità di refrigerarlo; in questo caso à ̈ sufficiente utilizzare un aeriforme per il raggiungimento della pressione interna alla camera 21 necessaria per il trasferimento.
Il trovato permette di avere un trattamento, refrigerazione e/o movimentazione, di un fluido anche polifasico in cui tale fluido non subisca contatto con parti meccaniche in movimento e questo, nel caso in cui il fluido contenga una componente liquida ed una solida (come il pigiato d'uva), evita lo schiacciamento della solida, in particolare dei vinaccioli con successiva fuoriuscita da questi di sostanze indesiderate con conseguente deterioramento del prodotto finale.

Claims (19)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Metodo per refrigerare e/o movimentare un fluido, ad esempio polifasico, tale fluido essendo presente in un proprio serbatoio di accumulo ed essendo introdotto in una camera di carico (2, 21) e successivamente essendo sottoposto all'azione di un diverso fluido di lavoro al fine di refrigerarlo e/o movimentarlo, caratterizzato dal fatto che si prevede la creazione di una depressione nella camera di carico (2, 21) per richiamare in essa il fluido polifasico dal serbatoio che, successivamente, mediante adduzione di un fluido di lavoro criogenico, viene refrigerato con modalità tali da garantire la generazione in tale camera di una pressione idonea a consentire un successivo trasferimento del fluido polifasico verso un ulteriore utilizzo, i movimenti di detto fluido dal serbatoio e verso l'ulteriore utilizzo essendo pertanto ottenuti senza sottoporre tale fluido a contatto con parti meccaniche in movimento.
  2. 2. Metodo di cui alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la generazione della depressione nel fluido da trattare avviene nella camera di carico (2, 21).
  3. 3. Metodo di cui alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la generazione della pressione nel fluido da trattare avviene in una camera di trattamento (1) differente da quella di carico, in tale camera di trattamento (1) essendo immesso fluido criogenico atto a refrigerare il fluido da trattare, detto fluido criogenico à ̈ essendo in pressione.
  4. 4. Metodo di cui alla rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che nella camera di trattamento (1) viene immesso un fluido nello stato di aeriforme ed in pressione, detto fluido in pressione essendo preferibilmente introdotto in più punti della camera di trattamento (1).
  5. 5. Metodo di cui alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il trasferimento del fluido da trattare dalla camera di carico (2) a quella di trattenimento (1) avviene per caduta ovvero per gravità.
  6. 6. Metodo di cui alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il trasferimento del fluido da trattare dalla camera di carico (2) a quella di trattamento (1) avviene per spinta di un fluido in pressione, detto fluido in pressione essendo un aeriforme introdotto direttamente nella camera di carico (2).
  7. 7. Metodo di cui alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il fluido di lavoro fuoriesce dalla camera di trattamento (1) e viene utilizzato per creare la depressione nella camera di carico (2) così da richiamare in essa il fluido da trattare.
  8. 8. Metodo di cui alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che si prevede l'invio di un fluido allo stato di aeriforme in un tubo di Venturi (3) collegato alla camera di carico (2) per creare la depressione in essa, il fluido di lavoro fuoriuscente dalla camera di trattamento essendo inviato nel tubo di Venturi (3) collegato tramite un condotto (12) con detta camera di carico (2), il passaggio di tale fluido entro detto Venturi (3) provocando una depressione nel condotto (12) suddetto e nella camera di carico (2) sopra citata collegata al serbatoio del fluido da trattare attraverso un condotto (4).
  9. 9. Impianto atto a consentire il trattamento di un fluido , ad esempio polifasico o contenente agglomerati fluidi, detto fluido da trattare essendo contenuto in un serbatoio collegato con una camera di carico (2, 21) in cui viene introdotto prima di essere sottoposto all'azione di un fluido di lavoro caratterizzato dal fatto che si prevedono mezzi di richiamo (3) atti a creare una depressione nella camera suddetta (2) per richiamare in essa il fluido da trattare dal proprio serbatoio, e mezzi di spinta atti a generare nel fluido da trattare una pressione così da consentire un successivo trasferimento verso un ulteriore utilizzo, detti mezzi di richiamo e di spinta movimentando così il fluido da trattare senza necessità di essere messo a contatto con parti meccaniche in movimento.
  10. 10. Impianto di cui alla rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che i mezzi di richiamo sono un tubo di Venturi (3), preferibilmente insonorizzato, collegato tramite un condotto (12) alla camera di carico (2, 21), in detto tubo essendo inviato un fluido aeriforme o motore per creare la depressione nel condotto (12) suddetto e quindi nella camera (2, 21) sopra citata, detto tubo di Venturi essendo connesso ad un condotto di entrata (10) in cui circola il fluido aeriforme o motore .
  11. 11. Impianto di cui alla rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che detto condotto di entrata (10) Ã ̈ collegato, tramite un condotto (24) ad una sorgente di fluido motore in pressione.
  12. 12. Impianto di cui alla rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che detto condotto d'entrata (10) Ã ̈ collegato ad almeno un ulteriore condotto (8) e tramite questo ad almeno una camera di trattamento (1) a cui il fluido da trattare perviene dalla camera di carico (2), in detta camera di trattamento (1) essendo introdotto un fluido di lavoro in pressione definente i mezzi di spinta per la successiva movimentazione del fluido da trattare, tale fluido di lavoro fuoriuscente da detta camera di trattamento (1) essendo indirizzato nel condotto d'entrata suddetto.
  13. 13. Impianto di cui alla rivendicazione 12, caratterizzato dal fatto che il fluido di lavoro à ̈ un fluido criogenico proveniente, in pressione, da un proprio serbatoio e addotto tramite condotto (7) provvisto di organi valvolari di regolazione (7A) entro detta camera di trattamento (1), detta camera di trattamento (1) essendo connessa ad un condotto d'uscita (8) definente detto ulteriore condotto collegato al condotto d'entrata (10) del tubo di Venturi (3) e ad un condotto di trasferimento (6) per trasferire il fluido da trattare ad un ulteriore utilizzo.
  14. 14. Impianto di cui alla rivendicazione 13, caratterizzato dal fatto che il condotto di trasferimento presenta almeno un tratto (6K) con variazioni di quota (15).
  15. 15. Impianto di cui alla rivendicazione 12, caratterizzato dal fatto che la camera di trattamento (1) à ̈ posta ad una quota inferiore alla camera di carico (2) cosicché il fluido da trattare può passare da quest'ultima alla prima per gravità.
  16. 16. Impianto di cui alla rivendicazione 12, caratterizzato dal fatto che la camera di carico (2) Ã ̈ connessa ad una sorgente di fluido in pressione tramite un rispettivo condotto (13) atto a spingere il fluido da trattare nella camera di trattamento (1).
  17. 17. Impianto di cui alla rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che la camera di carico (2) Ã ̈ anche camera di trattamento (1) per il fluido da trattare.
  18. 18. Impianto di cui alle rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che il fluido motore inviato nell'organo (3) Ã ̈ prelevato da sorgente esterna a pressione idonea.
  19. 19. Impianto di cui alla rivendicazione 13, caratterizzato dal fatto che il condotto d'uscita (8) e quello di trasferimento (6) si dipartono dalla camera di trattamento da quote differenti di quest'ultima.
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