ITMI20082083A1 - Supporto distanziale per pannelli a parete - Google Patents

Supporto distanziale per pannelli a parete

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ITMI20082083A1
ITMI20082083A1 IT002083A ITMI20082083A ITMI20082083A1 IT MI20082083 A1 ITMI20082083 A1 IT MI20082083A1 IT 002083 A IT002083 A IT 002083A IT MI20082083 A ITMI20082083 A IT MI20082083A IT MI20082083 A1 ITMI20082083 A1 IT MI20082083A1
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Enrico Maria Pirotta
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Enrico Maria Pirotta
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Description

D E S C R I Z I O N E
Descrizione dell’ INVENZIONE INDUSTRIALE dal titolo:
“Supporto distanziale per pannelli a parete”
Campo di applicazione dell'invenzione
La presente invenzione si riferisce al settore degli articoli di ferramenta per il fissaggio di oggetti a pareti murarie, e più precisamente ad un supporto distanziale per pannelli a parete.
Rassegna dell'arte nota
Nell’arredamento di spazi pubblici e privati, si manifesta assai frequentemente l’esigenza di dover fissare ad una parete muraria pannelli di vario genere e scopo. Rispetto ad un pannello semplicemente appoggiato alla parete, come fosse un quadro, l’utilizzo di elementi distanziali introduce una componente spaziale tra il muro ed il pannello che, dando rilievo al pannello, risulta di grande impatto estetico. I pannelli distanziati sono usati per indicare l’ubicazione di oggetti e di punti di erogazione di servizi (telefono, scale, negozi, bar, ecc.), oppure per riprodurre targhe, insegne, o raffigurazione artistiche, o altro. I pannelli muniti di distanziali sono prodotti industriali che hanno applicazioni tecniche di vario tipo; un tipico esempio è il loro utilizzo come elementi riscaldanti di ambienti domestici. In tal caso un pannello riscaldante di piccolo spessore è distanziato dalla parete muraria per consentire all’aria ambientale di entrare in contatto con entrambe le superfici del pannello.
Gli elementi distanziali presenti in commercio sono molteplici e diversamente progettati. Nelle figure 1 e 2, viene ora illustrato un distanziale da pannello del Sistema TAHUMA (sporgenza 25 mm), sufficientemente rappresentativo dell’arte nota nel settore. Facendo riferimento alla figura 1, si può notare un pannello in vetro 1 sorretto da un elemento distanziale 2, fissato in prossimità di un angolo del pannello 1. Il distanziale 2 ha un corpo cilindrico 3 con le basi rispettivamente ancorate ad una parete muraria 4 ed al pannello 1 con l’interposizione di una vistosa rondella 5. Una vite 6 attraversa un foro presente nel pannello 1 e penetra nella base del corpo cilindrico 3. La vite 5 ha una testa cilindrica di diametro superiore al foro del pannello 1. La figura 2 mostra il dettaglio della connessione distanziale, dove si può notare una seconda rondella 7 tra il corpo 3 e il pannello 1 e una terza rondella 8 tra quest’ultimo e la testa della vite 5. Il corpo cilindrico 3 ha una cavità assiale 9, aperta ad una base per l’introduzione di una boccola 10, premuta contro la rondella 6 da una fish muraria. Quest’ultima è un elemento di fissaggio che notoriamente comprende una vite 11 introdotta in un elemento deformabile 12 posto entro un foro del muro 3: l’avanzamento della vite 11 provoca l’allargamento dell’elemento deformabile 12, che in tal modo preme contro la parete del foro (sistema a fish) impedendo la fuoriuscita della vite 11. Un grano filettato 13 è avvitato entro un foro 14 trasversale alla parete del corpo cilindrico 3, di modo che la punta del grano 13 penetri in un recesso dell’elemento 10 rendendolo solidale al corpo 3. Sul lato pannello la vite a testa cilindrica 6 attraversa una boccola 15 presente nel foro 16 del pannello 1, e prosegue avvitandosi entro un foro assiale filettato 17 presente nella base del corpo cilindrico 3, serrando il pannello 1.
Il distanziale 2 condivide con una pletora di distanziali similari un progetto squisitamente a simmetria cilindrica, che vede allineati tutti gli elementi funzionali lungo un unico asse longitudinale. Questo fatto consente di ottenere un prodotto di notevole effetto estetico, ma tecnicamente assai complicato per via del numero di pezzi necessari al suo assemblaggio. Dal punto di vista funzionale, il fatto di dover alloggiare entro l’unico corpo cilindrico del distanziale sia un’estremità della connessione muraria sia un’estremità della connessione al pannello, comporta l’introduzione di un ulteriore livello di connessione tra il corpo cilindrico e la connessione muraria. Un distanziale siffatto è poco idoneo a reggere pannelli di grandi dimensioni, quindi pesanti, ovvero in grado di esercitare un momento tutt’altro che trascurabile sulla punta del grano 13, che potrebbe fuoriuscire dalla sua sede sganciando il distanziale.
Sommario dell’invenzione
Scopo della presente invenzione è quello di superare gli inconvenienti suddetti senza con ciò rinunciare ad una forma aggraziata dei distanziali.
Per conseguire tali scopi la presente invenzione ha per oggetto un sistema di fissaggio di un pannello ad una parete mediante l’interposizione di almeno un distanziale il distanziale includendo:
− un primo foro per l’introduzione di un elemento di fissaggio del distanziale alla parete;
− un secondo foro per l’introduzione di un primo elemento di connessione del pannello al distanziale, detto primo elemento di connessione penetrando un primo foro del pannello;
− un terzo foro per l’introduzione di un secondo elemento di connessione del pannello al distanziale, detto secondo elemento di connessione penetrando un secondo foro del pannello;
− una scanalatura per l’inserimento del pannello, detta scanalatura attraversando il distanziale ortogonalmente ai detti primo, secondo, e terzo foro ad una distanza predeterminata da detta parete, la scanalatura essendo attraversata dal primo e dal secondo elemento di connessione terminanti entro rispettivi proseguimenti oltre la scanalatura del secondo e terzo foro, come descritto nella rivendicazione 1.
L’invenzione, descritta nella sua più ampia generalità, consente diverse alternative nella realizzazione del distanziale, tutte accomunate dal fatto che il distanziale è posto a cavallo del pannello, le caratteristiche di ciascuna alternativa ritenute innovative sono oggetto delle rivendicazioni dipendenti. Le diverse alternative tecniche non impongono particolari vincoli sulla forma esteriore del distanziale.
In una forma preferita di realizzazione dell’invenzione, il primo ed il secondo elemento di connessione sono viti, cosicché il secondo ed il terzo foro ed i loro proseguimenti sono filettati. Le viti sono i più comuni elementi di connessione tra due o più parti, ma non gli unici. L’invenzione non è limitata dall’uso delle viti, si potrebbero infatti usare dei semplici pioli inseriti nei fori con leggera pressione, oppure dotati di tappi per impedirne la fuoriuscita.
Una prima forma realizzativa dell’invenzione, prevede un solo distanziale e l’impiego di un solo elemento di fissaggio del distanziale alla parete, vite o chiodo che sia. Il distanziale ha una sporgenza a filo di una faccia lato parete, con al centro il foro d’ingresso della vite o del chiodo. Nel solo caso di pareti verticali e di utilizzo di un chiodo, essendo il pannello semplicemente appeso, la statica impone il rispetto di una simmetria nella distribuzione dei pesi, come verrà spiegato più in dettaglio tra breve. Nel caso di pareti inclinate o più comunemente verticali e di utilizzo di una vite, qualora la pressione esercitata dalla testa della vite contro il bordo del foro fosse adeguata, un pannello rettangolare di peso non eccessivo potrebbe mantenere l’allineamento orizzontale pur derogando in una qualche misura dai vincoli imposti dalla statica.
Una prima variante della prima forma realizzativa vantaggiosa nel caso di fabbricazione del distanziale con asportazione di truciolo, prevede di realizzare l’elemento distanziale in due parti unite da viti. Una prima parte di spessore uniforme contiene la suddetta sporgenza, mentre una seconda parte è ciò che resta del distanziale di partenza togliendo lo spessore uniforme della prima parte: in altri termini, è come se si fosse tagliata una fetta del distanziale da una lama a filo della sporgenza. La variante consente di risparmiare materiale e tempo di lavorazione.
Una seconda variante della prima forma realizzativa è rivolta a pannelli leggeri, con l’utilizzo di un chiodo come elemento di fissaggio del distanziale alla parete. Detta variante prevede l’utilizzo di un distanziale avente una nicchia ricavata alla sua sommità in continuazione del suddetto primo foro; la nicchia ospita la terminazione sporgente del chiodo (capocchia o gancio). La seconda variante è valida per qualunque tipo di parete che si presti ad essere chiodata, ad esempio: legno, plastica, muro, ecc. Nel caso di pareti inclinate o più comunemente verticali, posto che il pannello rettangolare sia di spessore uniforme ed il peso del distanziale sia trascurabile, la perfetta orizzontalità del pannello richiede che il suo asse di simmetria passi per il chiodo e vi rimanga stabilmente. Ciò è possibile se le seguenti condizioni sono verificate: a) per quanto riguarda il pannello, i due fori che lo attraversano per la connessione al distanziale sono egualmente distanziati rispetto al suddetto asse di simmetria; b) per quanto riguarda il distanziale, la verticale passante per il centro del foro di fissaggio alla parete esterna divide in due metà la congiungente i due fori coassiali ai fori del pannello.
Una terza variante della prima forma realizzativa utilizza un elemento di fissaggio alla parete più lungo allo scopo di evitare la sporgenza inizialmente prevista. La variante utilizza un distanziale con l’ingresso del primo foro per l’elemento di fissaggio a filo dei due fori previsti per il fissaggio del pannello; il primo foro essendo distanziato dagli altri due in modo da non attraversare la scanalatura. Utilizzo di una vite o una fish come elemento di fissaggio, la pressione esercitata dalla vite è ora distribuita su una più ampia superficie d’attrito, rendendo più sicuro il fissaggio del distanziale e, nel caso di pareti inclinate o più comunemente verticali, più stabile l’orizzontalità del pannello.
Come detto, la prima forma realizzativa e le sue varianti utilizzano un solo elemento di fissaggio alla parete. Questo tipo di vincolo non è sufficiente ad impedire le rotazioni dei distanziali, e con essi dei pannelli, attorno all’unico elemento di fissaggio fungente da perno. L’inconveniente viene ovviato da una seconda forma realizzativa dell’invenzione che utilizza un solo distanziale e due elementi di fissaggio alla parete, viti o chiodi che siano. Con due elementi di fissaggio i movimenti del distanziale e quindi del pannello sono definitivamente bloccati qualunque sia l’inclinazione della parete. Variando nel distanziale la disposizione reciproca degli elementi di fissaggio e degli elementi di connessione del pannello al distanziale, si rendono possibili diverse varianti; nel seguito ne verranno descritte almeno due. Nel caso di pareti inclinate o più comunemente verticali, l’orizzontalità del pannello è garantita qualora rispetto al piano orizzontale la stessa disposizione geometrica dei fori è riprodotta sia nel pannello sia nel distanziale.
La seconda forma realizzativa non è tuttavia sufficiente ad ostacolare le deformazioni del pannello dovute alla sua flessibilità. L’inconveniente viene ovviato da una terza forma realizzativa dell’invenzione che utilizza due distanziali applicati a lati contrapposti del pannello. Un primo distanziale può essere liberamente scelto tra quelli delle precedenti forme realizzative e delle loro varianti; invece il secondo è un distanziale semplificato privo del primo foro per la penetrazione dell’elemento di fissaggio alla parete. Di conseguenza, nel caso di utilizzo con pareti inclinate o più comunemente verticali, il secondo distanziale non è in grado di vincolare il pannello. Il vantaggio nell’utilizzo di un siffatto secondo distanziale, è quello di ridurre il rischio che pressioni accidentali contro la superficie del pannello possano causare una eccessiva deformazione dovuta alla flessibilità dello stesso, con possibilità di rottura o distacco.
Rispetto ai distanziali cilindrici mostrati in figura 1 e 2, la scanalatura longitudinale presente nei distanziali oggetto della presente invenzione, consente di porre il distanziale a cavallo del pannello e di fissarlo mediante una coppia di viti (o mezzi di connessione equivalenti). I livelli di connessione sono pertanto solo due, invece dei tre livelli necessari ai distanziali riconducibili a quello mostrato in figura 2. Rispetto ai sistemi noti di fissaggio dei pannelli, il sistema di fissaggio oggetto della presente invenzione grazie alle sue caratteristiche tecniche è estremamente più semplice, economico, affidabile, e maggiormente idoneo a reggere pannelli pesanti, non dovendo con ciò rinunciare ad un accattivante design. Tutto ciò con un distanziale sagomato in singolo “pezzo”.
Breve descrizione delle figure
Ulteriori scopi e vantaggi della presente invenzione risulteranno chiari dalla descrizione particolareggiata che segue di un esempio di realizzazione della stessa e dai disegni annessi dati a puro titolo esplicativo e non limitativo, in cui: − in figura 1 è indicata una vista prospettica di un distanziale noto applicato all’angolo di un pannello,;
− in figura 2 è indicata una sezione longitudinale del distanziale di figura 1; − in figura 3 è indicata una vista prospettica di un pannello posto tra due distanziali, secondo una forma realizzativa della presente invenzione;
− le figure 4A, 4B, 4C, e 4D mostrano delle viste del distanziale superiore di figura 3; nell’ordine: alto, fronte, sezione A-A di figura 4B, e basso;
− le figure 5A, 5B, 5C, e 5D mostrano delle viste del distanziale inferiore di figura 3; nell’ordine: alto, fronte, sezione A-A di figura 5B, e basso;
− le figure 6A, 6B, 6C, e 6D mostrano delle viste di una variante realizzativa del distanziale superiore di figura 3; nell’ordine: alto, fronte, sezione A-A di figura 6B, e basso; superiore di figura 3
− le figure 7A e 7B mostrano una vista prospettica ed una in sezione di un’altra variante realizzativa del distanziale superiore di figura 3;
− le coppie di figure 8A, 8B; 9A, 9B; e 10A, 10B mostrano rispettive varianti di una ancora diversa forma realizzativa del distanziale superiore di figura 3.
Descrizione dettagliata di alcune forme preferite di realizzazione dell’invenzione
In figura 3 è visibile una struttura 18 corrispondente alla terza forma realizzativa dell’invenzione. La struttura 18 comprende un pannello 19 connesso a due elementi distanziatori DIST-A e DIST-B, detti nel seguito distanziali, applicati al centro rispettivamente del lato superiore e inferiore del pannello 19. Il distanziale superiore DIST-A è fissato ad una parete muraria 20 verticale, al contrario del distanziale inferiore DIST-B. Gli elementi DIST-A e DIST-B hanno la forma di un cilindro troncato da un piano perpendicolare alle basi, passante per una corda che taglia ciascuna base del cilindro in prossimità del centro, determinando in tal modo sulle due basi un settore circolare. La forma solida che ne deriva è quella di un settore circolare estruso per un tratto di lunghezza opportuna, che determina l’entità del distanziamento. I distanziali 21 e 22 sono attraversati da una rispettiva scanalatura longitudinale 23 e 24, a sezione trasversale rettangolare, di altezza stabilita, aperta sulla faccia piana della superficie laterale delimitata dalle due corde. Ovviamente, essendo il pannello 19 piano, le due scanalature 23 e 24 sono poste alla stessa distanza dalla base lato parete dei rispettivi distanziali. Essendo la forma solida dei distanziali 21 e 22 identica, ed identica è la disposizione della rispettiva scanalatura 23 e 24, ne deriva che gli stessi sono fissati al pannello 19 in posizione speculare rispetto all’asse. Due viti 25 e 26 sono visibili sulla base anteriore del distanziale 21; la linea congiungente le due viti è parallela alla corda. La sommità della superficie cilindrica del distanziale 21 ha una sporgenza di forma circolare 27 a filo della base lato parete e raccordata ad essa. La sporgenza o protrusione 27 ha al proprio centro una vite 28 appartenente ad una fish di fissaggio del distanziale 21 alla parete muraria 20. Lo spessore della sporgenza 27, come pure il diametro della vite 28, sono dimensionati in relazione al peso del pannello 19.
Il distanziale DIST-B (22) è similmente applicato al centro del lato inferiore del pannello 19 mediante due viti 29 e 30. Il distanziale 22 differisce dal distanziale 21 unicamente in quanto privo della sporgenza 27; viene quindi a mancare la funzione di sostegno del pannello 19. I due distanziali DIST-A e DIST-B possono essere fatti di materiali diversi: plastica, alluminio, legno, ecc. ed essere fabbricati mediante tecnologie diverse a seconda dei materiali impiegati, ad esempio: la presso-fusione di materiale plastico o di alluminio in apposito stampo, o la lavorazione con asportazione di truciolo. Anche il pannello 19 può essere fatto di materiali differenti, trasparenti e non, a seconda della particolare applicazione, come ad esempio: plastica di vario tipo, alluminio, ottone, o altri metalli, e perfino legno.
La descrizione di figura 3, relativamente al distanziale DIST-A (21), è supplementata dalle viste delle figure da 4A a 4D e, relativamente al distanziale DIST-B (22), è supplementata dalle viste delle figure da 5A a 5D. Nel seguito, elementi uguali in figure diverse sono indicati con gli stessi simboli, ed inoltre, nella descrizione di una figura si potrà fare riferimento ad elementi che non compaiono espressamente in figura ma che sono presenti nelle figure precedenti e quindi già descritti.
Il distanziale DIST-A, ovviamente qualora applicato individualmente al pannello 19, è realizzato in conformità alla prima forma realizzativa dell’invenzione. La vista dall’alto di figura 4A mostra la sporgenza 27 a filo della base lato parete, di spessore circa un decimo dello spessore del distanziale 21, e la gola 23 che attraversa il corpo 21 longitudinalmente.
La vista frontale di figura 4B mostra un foro circolare 31 al centro della sporgenza 27, e due altri fori filettati 32 e 33 sulla base del distanziale 21 opposta a quella da cui fuoriesce la sporgenza 27. La figura è simmetrica rispetto ad un asse che passa per il centro del foro 31 e divide a metà la distanza tra i fori 32 e 33, posti su un diametro del settore circolare della base. A lato della figura è mostrata una variante per pannelli leggeri, in cui la sporgenza 27 ha un foro triangolare 34 al proprio centro per l’inserimento di un chiodo 34A al posto della vite 28.
La vista sul lato sinistro in alto di figura 4C mostra una sezione longitudinale del distanziale 21 secondo semipiani paralleli indicati con A-A nella precedente figura. Facendo riferimento alla figura, il distanziale 21 è connesso alla parete muraria 20 mediante una fish, costituita da un elemento deformabile 35 posto entro un foro della parete muraria 20, con al proprio interno la vite 28 che attraversa il foro 31. Si può notare che la sporgenza 27 è senza soluzione di continuità con il corpo 21. La vite 25 attraversa il foro 32, prosegue entro un foro presente nel pannello 19, e termina entro un foro cieco filettato 32A. Quanto detto vale anche per la vite 26 e per il foro 33 con il suo proseguimento filettato oltre la scanalatura 23. La scanalatura 23 è trasversale ai fori 32 e 33 e ha un’altezza costante superiore alla distanza dei singoli fori dalla faccia piana d’ingresso alla scanalatura, di modo che i fori intercettano la scanalatura
La vista sul lato destro in alto di figura 4C mostra la prima variante realizzativa in cui, rispetto alla precedente figura l’elemento 27 è sostituito da un elemento distaccabile 27A, connesso al restante distanziale 21A mediante due viti 36 e 37. L’elemento 27A è descrivibile come se idealmente si tagliasse il distanziale 21 lungo la faccia interna della sporgenza 27. La vista sul lato sinistro in basso di figura 4C mostra la realizzazione della precedente figura priva delle viti e del pannello per mettere in evidenza i soli fori. Oltre ai fori già menzionati, sono visibili due nuove coppie di fori filettati 38-38A e 39-9A per l’introduzione delle viti 36 e 37. I fori 38 e 39 sono fori ciechi nel corpo del distanziale 21A allineati verticalmente; i fori 38A e 39A attraversano l’elemento 27A. La figura mette in evidenza la sezione trasversale di forma rettangolare della scanalatura 23, di altezza costante e di larghezza pressoché uguale allo spessore del pannello 19, consentendone l’inserimento senza che esso abbia gioco. Le pareti interne contrapposte della scanalature 23 sono dei segmenti circolari a due basi.
La vista dal basso di figura 4D mostra la sommità della scanalatura longitudinale 23 presente nel distanziale 21 (o 21A). In conseguenza della forma circolare del distanziale 21, la lunghezza della scanalatura 23 alla sua sommità è inferiore alla lunghezza che essa ha sul piano dove giace l’ingresso alla scanalatura 23 da parte del pannello 19. Con riferimento alla figura, si nota che la scanalatura 23 delimita ai due lati due rispettive parti 21B e 21C congiunte al di sopra della stessa. Per semplicità, le viti 25 e 26 sono mostrate disinserite di fronte ai rispettivi fori d’ingresso esistenti nella parte di larghezza inferiore 21B. La parte 21C ha larghezza maggiore corrispondente alla distanza prefissata tra la superficie a contatto del pannello 19 e la parete muraria 20.
La descrizione di figura 3 relativamente al distanziale DIST-B (22) è supplementata dalle viste delle figure da 5A a 5D. Il distanziale inferiore 22 differisce dal distanziale superiore 21 unicamente per la mancanza della sporgenza 27 con il foro 28 per il fissaggio alla parete 20. In figura 3 il distanziale 22 è applicato al pannello in maniera speculare al distanziale 21 rispetto all’asse di simmetria orizzontale (trasversale). Con ciò: la vista di figura 5A (ALTO) corrisponde alla vista di figura 4D (BASSO); la vista di figura 5B (FRONTE) corrisponde alla vista di figura 4B (FRONTE) ruotata di 180 gradi rispetto al piano del foglio; la vista di figura 5C (SEZ. A-A) corrisponde alla vista di figura 4C (SEZ. A-A) ruotata di 180 gradi rispetto al piano del foglio e senza la sporgenza 27; e da ultimo la vista di figura 5D (BASSO) corrisponde alla vista di figura 4A (ALTO) priva della sporgenza 27. In figura 5A le parti 22B e 22C ai due lati della scanalatura 24 del distanziale 22 corrispondono alle parti 21B e 21C di figura 4D. Per semplicità, le viti 29 e 30 sono mostrate disinserite di fronte ai rispettivi fori d’ingresso esistenti nella parte di larghezza inferiore 22B In figura 5B sono visibili due fori 40 e 41 che corrispondono ai fori 32 e 33 di figura 4B. In figura 5C un foro 40A è la continuazione del foro 40 oltre la scanalatura 24.
Nelle figure da 6A a 6D sono mostrate delle viste di un distanziale DIST-C (42) realizzato in conformità alla seconda variante della prima forma realizzativa dell’invenzione. Nella parte a sinistra di figura 6A è visibile il distanziale 42 con una scanalatura longitudinale 43 in cui è inserito il pannello 19, fissato al distanziale 42 con due viti 44 e 45 che attraversano il pannello. L’unica differenza tra i distanziali 42 e 21 è che il primo è privo della sporgenza 27, ma a differentemente dal distanziale DIST-B 22, ha un incavo semicircolare 46 aperto verso l’esterno sulla sommità della parete cilindrica. L’incavo 46 comunica con un foro 47 della base contrapposta alla parete muraria 20. La capocchia di un chiodo 48 infisso nella parete 20 è introdotta nell’incavo 46 per reggere l’insieme del distanziale più pannello. La vista dall’alto nella parte destra della figura conferma quanto detto. La figura 6B mostra la base a forma di segmento circolare rivolta verso l’esterno del distanziale 42, priva delle viti 44 e 45 per mettere in evidenza i rispettivi fori filettati 49 e 50. La figura 6C riporta la sezione trasversale secondo semipiani paralleli indicati con A-A nella figura precedente, dove si può notare i due livelli di connessione mediante la vite 44 ed il chiodo 48. La vite 44 attraversa la parete esterna del distanziale 42 trasversalmente alla scanalatura 43, attraversa il pannello 19 entro la scanalatura 43, e penetra in un foro cieco filettato 49A posto sullo stesso asse del foro 49. In figura si può notare la capocchia del chiodo 48 entro il vano 46, di modo che il distanziale 42 resti appeso forzando contro la parete del foro 47 sotto il peso del pannello 19. La vista dal basso di figura 6D è del tutto simile alla vista di figura 4D e valgono le stesse considerazioni. Con riferimento alla figura, si nota che la scanalatura 43 delimita ai due lati due rispettive parti 42B e 42C congiunte al di sopra della stessa.
La figura 7A mostra un distanziale DIST-D realizzato in conformità alla terza variante della prima forma realizzativa dell’invenzione. Il distanziale DIST-D ha un corpo 60 di forma geometrica simile a quella dei distanziali precedentemente descritti. Esso è dotato di una scanalatura longitudinale 61 posta ad una distanza prefissata dalla faccia lato parete per l’inserimento del pannello 19. Il distanziale 60 include due fori per l’inserimento di due viti 62 e 63 trasversalmente alla scanalatura 61, come già detto. Rispetto ai precedenti distanziali esso differisce per la modalità di connessione alla parete muraria 20, essendo allo scopo provvisto di un foro 64 che attraversa tutto lo spessore del corpo 60 trasversalmente alla scanalatura 61 senza intercettarla. Il foro 64 è quindi ricavato oltre la scanalatura 61 per alloggiare una vite 65, la quale prosegue oltre il foro 64 per entrare in un foro della parete muraria entro cui è stato preventivamente collocato un elemento deformabile 66. La figura 7B mostra la sezione trasversale lungo semipiani paralleli indicati con A-A in figura 7A. La sezione mette in evidenza i due livelli di connessione. Al primo livello di connessione la vite 63 attraversa un foro filettato 67, che dalla base libera del distanziale 60 sbocca nella scanalatura 61, attraversa quindi un foro del pannello 19, e termina entro un foro cieco filettato 67A . Una descrizione duale vale per la vite 62. Il secondo livello di connessione è fornito dalla fish costituita dalla vite 65 e dall’elemento deformabile 66. La testa della vite 65 preme contro il bordo del foro 64 esercitando una pressione crescente con il suo avanzare entro l’elemento deformabile 66. La pressione si distribuisce su tutta la faccia a contatto della parete muraria 20, creando un’ampia superficie di forte attrito statico in grado di opporsi efficacemente ai momenti rispetto alla vite 65 in grado di far ruotare il pannello 19. Detti momenti sono causati da eventuali urti sui lati del pannello 19, come pure da un fissaggio asimmetrico dello stesso.
Le figure 8A, 9A, 10A mostrano tre distanziali DIST-E, DIST-F, e DIST-G realizzati in conformità della seconda forma realizzativa dell’invenzione (figura 8A) e di due rispettive varianti (figure 9A e 10A). Senza che ciò costituisca una limitazione dell’invenzione, i distanziali raffigurati hanno tutti forma cubica a spigoli arrotondati.
La figura 8A mostra un distanziale DIST-E il cui corpo cubico 70 è solidale con un’aletta posteriore 71 che si erge in corrispondenza della faccia lato parete. Il distanziale 70 è attraversato da una scanalatura longitudinale 72 posta ad una distanza prefissata dalla faccia lato parete per l’inserimento del pannello 19. Due viti 73 e 74 penetrano in due fori dell’aletta 71 e poi nella parete muraria per il fissaggio del distanziale 70 mediante rispettive fish. Il pannello 19 è connesso al distanziale 70 usando due viti 75 e 76 che, partendo dalla faccia opposta a quella lato parete, attraversano la scanalatura 72.
La figura 8B mostra la sezione trasversale secondo il piano A-A di figura 8A. La sezione mette in evidenza i due livelli di connessione. Al primo livello di connessione la vite 75 attraversa un foro filettato 77, che dalla base libera del distanziale 70 sbocca nella scanalatura 72, attraversa quindi un foro del pannello 19, e termina entro un foro cieco filettato 77A. Una descrizione duale vale per la vite 76. Il secondo livello di connessione avviene in corrispondenza di un foro 78 che attraversa l’aletta 71, esso è fornito dalla fish costituita dalla vite 73 e relativo elemento deformabile 79 entro il muro 20. Un’analoga descrizione vale per la fish che fa capo alla vite 74. Il distanziale DIST-E può essere pensato come una modifica del distanziale 21 di figura 3 per il fissaggio ad una parete mediante due viti, le quali introducono un vincolo meccanico che a prescindere dall’attrito è capace di ostacolare i momenti tendenti a far ruotare il pannello 19. La figura 9A mostra un distanziale DIST-F il cui corpo cubico 80 è attraversato da una scanalatura longitudinale 81 posta ad una distanza prefissata dalla faccia lato parete per l’inserimento del pannello 19. Il distanziale 80 include due fori passanti per l’inserimento di due viti 82 e 83 trasversalmente alla scanalatura 11, come già detto. La connessione alla parete muraria 20 avviene mediante due viti 84 e 85 che attraversano tutto lo spessore del distanziale 80, trasversalmente alla scanalatura 81 senza intercettarla.
La figura 9B mostra la sezione trasversale secondo il piano A-A di figura 9A. La sezione mette in evidenza i due livelli di connessione. Al primo livello di connessione la vite 82 attraversa un foro filettato 86 che, partendo dalla faccia opposta a quella lato parete, sbocca nella scanalatura 81, attraversa quindi un foro del pannello 19, e termina entro un foro cieco filettato 86A. Una descrizione duale vale per la vite 83. Il secondo livello di connessione avviene in corrispondenza di un foro 87 che attraversa tutto lo spessore del distanziale 80 per l’alloggiamento della vite 84, la quale prosegue oltre il foro 87 entro un elemento deformabile 88 inserito nella parete muraria 20. Un’analoga descrizione vale per la fish che fa capo alla vite 85. Il distanziale DIST-F può essere pensato come una modifica del distanziale 60 di figura 7A per il fissaggio ad una parete mediante due viti.
La figura 10A mostra un distanziale DIST-G il cui corpo cubico 90 è attraversato da una scanalatura longitudinale 91 posta ad una distanza prefissata dalla faccia lato parete per l’inserimento del pannello 19. I mezzi di connessione del pannello 19 al distanziale 90 non sono visibili nella vista prospettica lato fronte mostrata in figura. La connessione alla parete muraria 20 avviene mediante due viti 92 e 93 che attraversano tutto lo spessore del distanziale 90, trasversalmente alla scanalatura 91 senza intercettarla.
La figura 10B mostra la sezione trasversale secondo il piano A-A di figura 10A. La sezione mette in evidenza i due livelli di connessione. Al primo livello di connessione una vite 94 attraversa un foro filettato 95 che, partendo questa volta dalla faccia lato parete, sbocca nella scanalatura 91, attraversa quindi un foro del pannello 19, e termina entro un foro cieco filettato 95A. La testa della vite 94 è completamente alloggiata entro un tratto iniziale 96, di maggior diametro, del foro 95. Una descrizione duale vale per una vite gemella che sarebbe visibile sull’altro lato della sezione A-A. Il secondo livello di connessione avviene in corrispondenza di un foro 97 che attraversa tutto lo spessore del distanziale 90 per l’alloggiamento della vite 92, la quale prosegue oltre il foro 97 entro un elemento deformabile 98 inserito nella parete muraria 20. Un’analoga descrizione vale per la fish che fa capo alla vite 93. Il distanziale DIST-G differisce dal distanziale DIST-F solo per la differente collocazione delle viti di fissaggio del pannello 19, che ora non sono più visibili. Ne discende un miglioramento nell’estetica ed una maggiore protezione contro eventuali manomissioni. Per contro, sarebbe prudente aumentare leggermente lo spessore del distanziale tra il pannello e la faccia anteriore, così da consentire ad una vite 94 più lunga di penetrare maggiormente oltre il pannello.
Sulla base della descrizione fornita per degli esempi di realizzazione preferiti, è ovvio che alcuni cambiamenti possono essere introdotti dal tecnico del ramo senza con ciò uscire dall’ambito dell’invenzione come risulta dalle seguenti rivendicazioni.

Claims (10)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Sistema di fissaggio di un pannello (19) ad una parete (20) mediante l’interposizione di almeno un distanziale (21), il distanziale (21) includendo: − un primo foro (31) per l’introduzione di un elemento di fissaggio (28, 35) del distanziale (21) alla parete (20); − un secondo foro (32) per l’introduzione di un primo elemento di connessione (25) del pannello (19) al distanziale (21), detto primo elemento di connessione (25) penetrando un primo foro del pannello (19), caratterizzato dal fatto che il distanziale (21) inoltre include: − un terzo foro (33) per l’introduzione di un secondo elemento di connessione (26) del pannello (19) al distanziale (21), detto secondo elemento di connessione (26) penetrando un secondo foro del pannello (19); − una scanalatura (23) per l’inserimento del pannello (19), detta scanalatura attraversando il distanziale (21) ortogonalmente ai detti primo, secondo, e terzo foro (31, 32, 33) ad una distanza predeterminata da detta parete (20), la scanalatura (23) essendo attraversata dal primo e dal secondo elemento di connessione (25, 26) terminanti entro rispettivi proseguimenti oltre la scanalatura (23) del secondo e terzo foro (32, 33).
  2. 2. Il sistema di fissaggio della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il distanziale (21) include una sporgenza (27) a filo di una faccia del distanziale (21) lato parete (20), detta sporgenza (27) includendo detto primo foro (31, 34) al centro.
  3. 3. Il sistema di fissaggio della rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che il distanziale (21) è suddiviso in due parti (21A, 27A) di differente spessore tra loro rigidamente connesse (36, 37), una prima parte (27A) di spessore minore includendo la suddetta sporgenza (27).
  4. 4. Il sistema di fissaggio della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto primo foro (47) comunica con una nicchia (46) ricavata nello spessore del distanziale (42) alla sua sommità per ospitare la terminazione di un chiodo (48) infisso nella parete (20).
  5. 5. Il sistema di fissaggio della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che l’ingresso del detto primo foro (64) è posto a filo degli ingressi dei detti se condo e terzo foro (67, 68), il primo foro (64) non attraversando la scanalatura (61).
  6. 6. Il sistema di fissaggio della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto distanziale (70, 80, 90) include un quarto foro (78, 87, 97) per l’introduzione di un secondo elemento di fissaggio (73, 84, 92) del distanziale alla parete (20).
  7. 7. Il sistema di fissaggio della rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che il distanziale (70) include una sporgenza (71) a filo di una faccia del distanziale (70) lato parete (20), detta sporgenza includendo detti primo e quarto foro (78).
  8. 8. Il sistema di fissaggio della rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che gli ingressi dei detti primo e quarto foro (87) sono a filo degli ingressi dei detti secondo e terzo foro (86), i detti primo e quarto foro (81) non attraversando la scanalatura (61).
  9. 9. Il sistema di fissaggio della rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che gli ingressi dei detti secondo e terzo foro (95) sono a filo di una faccia del distanziale (70) lato parete (20) opposta ad una faccia d’ingresso di detti primo e quarto foro (97).
  10. 10. Il sistema di fissaggio di una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che include un secondo distanziale (22) applicato ad un lato del pannello (19) opposto al lato di applicazione del primo distanziale (21), il secondo distanziale includendo inoltre: − un primo foro (40) per l’introduzione di un terzo elemento di connessione (29) del pannello al secondo distanziale (22), detto terzo elemento di connessione (29) penetrando un terzo foro del pannello (19); − un secondo foro (41) per l’introduzione di un quarto elemento di connessione (30) del pannello al secondo distanziale (22), detto quarto elemento di connessione (30) penetrando un quarto foro del pannello; − una scanalatura (24) per l’inserimento del pannello (19), detta scanalatura (24) attraversando il secondo distanziale (22) ortogonalmente al primo e al secondo foro (40, 41) del secondo distanziale (22) ad una distanza predeterminata da detta parete (20), la scanalatura (24) essendo attraversata dal terzo e dal quarto elemento di connessione (29, 30) terminanti entro rispettivi proseguimenti oltre la scanalatura (23) del primo e secondo foro (40, 41).
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