ITMI20080838A1 - Apparecchiatura per la gestione di operazioni di sicurezza - Google Patents

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ITMI20080838A1
ITMI20080838A1 ITMI20080838A ITMI20080838A1 IT MI20080838 A1 ITMI20080838 A1 IT MI20080838A1 IT MI20080838 A ITMI20080838 A IT MI20080838A IT MI20080838 A1 ITMI20080838 A1 IT MI20080838A1
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IT
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Inventor
Roberto Moriconi
Original Assignee
Giuseppe Tempestini & C S R L
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    • FMECHANICAL ENGINEERING; LIGHTING; HEATING; WEAPONS; BLASTING
    • F41WEAPONS
    • F41GWEAPON SIGHTS; AIMING
    • F41G3/00Aiming or laying means
    • F41G3/14Indirect aiming means
    • F41G3/16Sighting devices adapted for indirect laying of fire
    • F41G3/165Sighting devices adapted for indirect laying of fire using a TV-monitor
    • FMECHANICAL ENGINEERING; LIGHTING; HEATING; WEAPONS; BLASTING
    • F41WEAPONS
    • F41GWEAPON SIGHTS; AIMING
    • F41G3/00Aiming or laying means
    • F41G3/26Teaching or practice apparatus for gun-aiming or gun-laying
    • F41G3/2605Teaching or practice apparatus for gun-aiming or gun-laying using a view recording device cosighted with the gun
    • F41G3/2611Teaching or practice apparatus for gun-aiming or gun-laying using a view recording device cosighted with the gun coacting with a TV-monitor

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  • General Engineering & Computer Science (AREA)
  • Radar, Positioning & Navigation (AREA)
  • Closed-Circuit Television Systems (AREA)
  • Sewing Machines And Sewing (AREA)
  • Indicating And Signalling Devices For Elevators (AREA)
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Description

DESCRIZIONE dell’Invenzione Industriale avente per titolo:
“APPARECCHIATURA PER LA GESTIONE DI OPERAZIONI DI SICUREZZA”
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad una apparecchiatura per la gestione delle operazioni di sicurezza che vengono normalmente svolte sul terreno da personale addestrato di forze speciali o simili.
Come è noto, le forze di polizia o gli eserciti di molti paesi sono dotati di gruppi speciali di intervento, addestrati per compiere operazioni in situazioni critiche come la liberazione di ostaggi, la cattura di terroristi e quant’altro.
Questi gruppi d’intervento sono composti da alcuni uomini (in genere poche unità ma possono anche essere 10 o più), i quali si muovono sul terreno e rispondono ad ordini impartiti a distanza da un comando operativo; quest’ultimo può essere dislocato sul territorio vicino ai punti dove si svolgono le operazioni, oppure può trovarsi in luoghi protetti.
Visti i rischi che spesso accompagnano le operazioni di sicurezza sopra citate, diventa di fondamentale importanza il coordinamento degli uomini che le conducono: esso deve avere luogo con rapidità ed efficienza in qualunque condizione ambientale e meteorologica.
A tal fine sono noti da tempo sistemi di gestione di queste operazioni, basati su immagini riprese sul campo dagli uomini delle forze speciali, le quali vengono trasmesse a distanza al comando operativo che può quindi impartire di ritorno le istruzioni del caso, generalmente via radio.
Un esempio paradigmatico di questi sistemi di gestione delle operazioni di sicurezza è descritto nella domanda di brevetto francese FR 2 671 397 a nome Cine-Panavionic, dove le armi (fucili mitragliatori o simili) di agenti delle forze speciali sono dotate di telecamere che inviano le immagini riprese durante le operazioni, al comando operativo installato a bordo di un furgone; da qui vengono poi impartiti via radio gli ordini agli uomini sul terreno.
Un limite di questo sistema descritto nel documento francese sopra citato consiste nel fatto che esso richiede delle modifiche alle armi utilizzate dagli uomini; infatti per la ripresa delle immagini è utilizzato un rilevatore di tipo CCD (Charge Couple Device) disposto sul mirino dell’arma, collegato via cavo ad una unità di trattamento del segnale alloggiata in una cavità presente nel calcio del fucile mitragliatore.
Nella stessa cavità si trova anche il trasmettitore di immagini a distanza ed il tutto viene poi alimentato con batterie, portate indosso dagli agenti speciali.
Come si può capire, se questi ultimi devono agire come dei tiratori scelti è evidente che questa soluzione non appare soddisfacente, perché le armi devono essere modificate in modo da poter alloggiare dei componenti elettronici nel calcio, rendendole poco equilibrate.
Inoltre, anche dal punto di vista dell’affidabilità sembrano esserci dei limiti perché le armi possono subire urti o essere esposte ad acqua, fango e altri agenti esterni che rischiano di compromettere il funzionamento dei componenti elettronici.
Un miglioramento di questo stato della tecnica sembra essere costituito da un analogo sistema descritto in una domanda di brevetto europeo successiva, pubblicata con il numero EP 1693 639 a nome ITL Optronics.
In questo caso il sistema prevede che sull’arma sia disposto un mirino che comprende, tra gli altri, una videocamera miniaturizzata ed un trasmettitore a corto raggio per mandare il segnale video ad un ricevitore omologo presente in una unità trasportabile indossata dagli uomini delle forze speciali (tipo zaino); da qui il segnale video viene poi trasmesso a distanza al comando operativo.
A tal fine l’unità mobile è dotata di un trasmettitore video a lungo raggio che invia il segnale al comando operativo; quest’ultimo impartisce gli ordini via radio come già visto in precedenza, oppure può trasmettere informazioni all’unità mobile la quale è dotata per questo scopo di un apposito ricevitore.
L’unità mobile ha anche un trasmettitore a breve raggio accoppiato con un ricevitore omologo che riceve dei dati non meglio precisati, disposto sul mirino. In pratica questa soluzione è adatta per la trasmissione di immagini a distanza, che viene effettuata con una doppia modalità: una a breve raggio tra il mirino e l’unità mobile indossata dagli uomini, e l’altra a lunga distanza tra l’unità mobile e il comando operativo.
Ciò permette di ovviare agli inconvenienti evidenziati in precedenza relativi alla presenza sull’arma dei componenti per la trasmissione a lunga distanza delle immagini, dato che adesso questo compito viene assolto dall’unità mobile indossata come equipaggiamento dagli uomini.
Tuttavia, come nel caso precedente della domanda di brevetto FR 2 671 397, gli ordini dal comando operativo agli uomini sul campo vengono impartite via radio e quindi se ci sono dei problemi sulla rice-trasmissione delle onde radio (di solito VHF/UHF), questo sistema non è in grado di funzionare.
Ulteriormente, il mirino considerato nella domanda europea EP 1693 639 risulta piuttosto complesso in quanto presenta altri strumenti oltre a quelli sopra menzionati, quali una bussola digitale e un localizzatore di tipo GPS; ne consegue che esso è di fatto un mirino speciale che non può essere utilizzato su altre armi differenti da quelle per le quali è stato studiato.
La presente invenzione si propone di superare questo stato della tecnica: essa ha cioè lo scopo di predisporre una apparecchiatura per la gestione di operazioni di sicurezza del tipo più sopra considerato, nella quale gli uomini sul terreno possano comunicare con la centrale operativa di comando non solo a voce via radio: in questo modo è possibile avere una maggiore sicurezza ed affidabilità nella gestione delle operazioni, qualora le comunicazioni vocali non siano possibili o comunque sia preferibile operare in massimo silenzio.
Un ulteriore scopo della presente invenzione è quello di renderla utilizzabile facilmente con supporti di diverso tipo, cioè non solo un tipo di arma per il quale è stato studiato il mirino.
Questi ed ulteriori scopi dell’invenzione sono raggiunti da una apparecchiatura le cui caratteristiche sono enunciate nelle rivendicazioni che seguiranno.
Tali caratteristiche, gli effetti da esse conseguti ed i vantaggi che ne risultano, appariranno meglio dalla descrizione che viene di seguito riportata in relazione ad un esempio preferito e non esclusivo di attuazione, mostrato nei disegni allegati in cui:
- la fig.1 mostra una vista d’insieme dell’apparecchiatura secondo l’invenzione; - la fig.2 mostra uno schema a blocchi dell’apparecchiatura di fig. 1;
- le fig. 3 e 4 mostrano rispettivi particolari dell’apparecchiatura delle figure precedenti;
- la fig. 5 mostra l’interno della centrale operativa di controllo dell’apparecchiatura delle figure precedenti;
- la fig.6 è una variante dell’apparecchiatura secondo l’invenzione.
Con riferimento alle figure, l’apparecchiatura secondo l’invenzione comprende una prima parte costituita genericamente da un mirino 1 di un’arma, una seconda parte costituita da una unità ausiliaria portatile indicata con 2 ed una terza parte costituita da una centrale di comando operativo indicata con 3, che in questo esempio è disposta a bordo di un furgone.
Se dal punto di vista macroscopico questa configurazione è simile a quella descritta nel documento EP 1 693 639 sopra citato, nel dettaglio la presente invenzione differisce da questo stato della tecnica in modo significativo.
Per comprendere ciò conviene rifarsi allo schema a blocchi di fig. 2, dove sono evidenziate le relazioni tra alcuni dei componenti principali dell’apparecchiatura. Come si vede, l’unità ausiliaria portatile 2 comunica con il mirino 1 per ricevere e trasmettere una serie segnali.
Tra questi vi è un segnale che l’unità ausiliaria 2 riceve in ingresso da un rilevatore di posizione 20 di tipo GPS, vantaggiosamente integrato nella valigetta che costituisce la configurazione preferita per l’unità portatile, ma che potrà comunque avere anche altre forme (tipo zaino o simili).
L’unità 2 riceve inoltre dei segnali da parte degli uomini impegnati nelle operazioni di sicurezza, sia tramite un dispositivo di segnalazione tattile 21 comprendente uno o più pulsanti sui quali ci si soffermerà più oltre, sia via radio tramite una cuffia 24 con microfono e auricolare di cui sono dotati gi uomini; le comunicazioni radio avvengono preferibilmente su canali VHF/UHF.
Il mirino 1 montato sull’arma 11 visibile nelle figure 1 e 3, presenta un cannocchiale 4 di tipo noto alla cui estremità posteriore è montato un gruppo ottico 5 secondo l’invenzione.
Quest’ultimo comprende una lente a specchio semiriflettente 6 che consente il passaggio di una frazione della radiazione luminosa in senso assiale al cannocchiale 4 verso l’occhio di una persona, deviandone una frazione in senso perpendicolare all’asse del cannocchiale.
I raggi luminosi deviati sono poi riflessi da uno specchio 8 (indicato con linea tratteggiata in fig. 3) che li indirizza verso una telecamera 10 miniaturizzata di tipo noto in sè: vantaggiosamente lo specchio 8 consente un ribaltamento dell’immagine in senso opposto a quello impartito dalla lente semiriflettente 6, così che la camera 10 possa riprendere una immagine corrispondente a quella reale.
Il segnale video dell’immagine ripresa dalla camera 10 viene trasmesso via radio all’unità portatile 2 e qui visualizzato su uno schermo o monitor 13.
In accordo con l’invenzione, nel mirino 1 sono anche presenti degli emettitori luminosi 15, preferibilmente dei LED, la cui attivazione è coordinata dall’unità ausiliaria 2 in risposta ad ordini impartiti dalla centrale di comando operativo 3.
Preferibilmente gli emettitori 15’, 15” e 15’’’ sono di colore verde, giallo e rosso (cioè la colorazione semaforica) per definire diversi livelli di operatività per gli uomini: infatti gli emettitori luminosi sono visibili a chi guarda nel cannocchiale, e sono in posizione adiacente alla lente 6 come mostrato nella fig. 4.
Gli emettitori luminosi 15’, 15” e 15’’’ potranno comunque essere in numero diverso da tre (maggiore o anche minore), ed avere altre colorazioni diverse da quella verde, gialla e rossa; ciò che conta è comunque che questi emettitori luminosi siano attivabili a distanza, in seguito agli ordini impartiti dalla centrale di comando operativo.
Vantaggiosamente il gruppo ottico 5 ha anche una ghiera 17 di adattamento, che consente di montarlo su cannocchiali diversi o comunque su altri supporti, quali le montature per visori a raggi infrarossi, comunemente in dotazione alle forze speciali.
Passando ora a considerare più nel dettaglio l’unità ausiliaria portatile 2, come già accennato sopra e visibile in fig. 1 essa è preferibilmente configurata come una valigetta o altro contenitore da trasporto facilmente dissimulabile, quale una borsa,uno zaino e simili.
Essa è dotata di tutti i mezzi 25 necessari per lo svolgimento delle funzioni del mirino 1 di cui si è detto sopra, oltre che per fare da ponte di collegamento con la centrale operativa di controllo 3.
A tal fine l’unità ausiliaria portatile 2 comprende mezzi di comunicazione audio e video genericamente indicati con 26 e comprendenti microfono, antenna, altoparlante, radio ricetrasmittente ecc., per trasmettere e ricevere comunicazioni audio e video con il mirino 1 che con la centrale operativa 3; ulteriormente, in accordo con una forma preferita di realizzazione, l’unità 2 è dotata di un convertitore analogico digitale 27 e di tutti gli altri componenti elettronici (CPU, interfaccia dati, audio e video) per trasmettere e ricevere dati, oltre che elaborarli in forma codificata, per evitare intercettazioni e disturbi esterni.
Le informazioni video ricevute dal mirino 1 o dalla centrale 3 possono essere visualizzate sullo schermo 13 dell’unità ausiliaria 2 per essere esaminate dagli uomini sul terreno.
Nell’esempio raffigurato in fig. 1 la centrale operativa di comando 3 è installata a bordo di un furgone 30, sul quale sono montate le antenne e tutti gli apparati necessari per controllare le operazioni sul terreno.
Secondo una forma di realizzazione preferita le antenne 31 e 32 sono a scomparsa, così da poterle dissimulare quando non servono; per questo scopo l’antenna 31 più grande è di tipo telescopico, mentre quella più piccola 32 è ripiegabile sul tetto del furgone 30; ovviamente altre forme di realizzazione delle antenne sono possibili per ottenere la loro dissimulazioneo rimozione per sottrarle alla vista degli estranei.
Il furgone 30 è allestito internamente con un banco di regia 35 in cui è presente un elaboratore elettronico 36 (PC o altro computer analogo), schermi video 37 di grandi dimensioni per riprodurre le immagini selezionate e provenienti dalle riprese effettuate tramite i mirini 1, associati ai singoli operatori sul terreno.
A tal fine le immagini relative a tutti gli uomini impegnati nelle operazioni di sicurezza sono riportate anche su una serie di piccoli schermi 38 (nell’esempio raffigurato sono otto ma potrebbero essere in numero diverso), così da avere un controllo generale della situazione, mentre sugli schermi grandi 37 sono proiettate le immagini corrispondenti a quelle degli schermi piccoli 38 selezionati.
Vicino a questi ultimi sono anche presenti degli emettitori luminosi 40, omologhi a quelli presenti sui mirini 1 (cioè spie luminose verde, giallo e rosso): in questo modo è possibile conoscere l’esatta condizione operativa di ciascun uomo impegnato sul terreno.
Con i comandi presenti sul banco di controllo 35 è poi possibile attivare o disattivare a distanza gli emettitori 15’, 15” e 15’’’ associati a ciascun mirino 1, attraverso segnali radio inviati alla unità ausiliaria portatile 2 che fa da ponte radio con il mirino stesso.
Analogamente, dalla centrale di controllo vengono effettuate le comunicazioni audio via radio (UHF/VHF) con le cuffie 24 degli uomini impegnati nelle operazioni: a tal fine sul banco 35 sono presenti dei microfoni 41, oltre che degli altoparlanti non mostrati nelle figure.
Secondo una forma preferita di realizzazione, la centrale 3 è dotata anche di un sistema di registrazione video 43 multicanale, mediante il quale possono essere registrate le immagini riprese sul campo; vantaggiosamente, la centrale di controllo 3 è inoltre predisposta per il collegamento via cavo con reti 45 di trasmissione dati.
Il funzionamento dell’apparecchiatura sopra descritta avviene come segue.
Grazie al gruppo ottico 5 installabile facilmente su un qualunque cannocchiale 4, l’apparecchiatura può essere utilizzata per operazioni in cui gli uomini dispiegati sul terreno sono dotati di armi di vario tipo, ma non solo; infatti, come già spiegato il dispositivo ottico 5 può essere applicato anche sul casco di una persona o su montature speciali tipo quelle di occhiali utilizzate con un visore, eventualmente anche a raggi infrarossi per la visione notturna.
Le immagini viste dagli uomini attraverso il mirino 1 sono anche quelle viste a distanza dalla centrale operativa di comando 3, attraverso il ponte radio stabilito dalla unità ausiliaria portatile 2.
La centrale operativa di comando 3 può impartire, di ritorno, ordini agli uomini sul terreno, comunicando via radio (VHF/UHF), video (inviando immagini alla unità portatile 2), oppure attivando e disattivando gli emettitori luminosi 15’, 15”, 15’’’ di ciascun mirino.
Come si può capire, quindi, nell’apparecchiatura dell’invenzione la centrale operativa 3 può comunicare con gli uomini sul terreno secondo diverse modalità, cioè tramite voce, segnali luminosi e acustici; in risposta gli uomini possono comunicare con la centrale 3 allo stesso modo, in quanto sulla base dello stato degli emettitori luminosi 15’, 15” e 15’’’ (rilevabile sulle spie luminose 40 della centrale) essi parlano via radio o mandano segnali premendo i pulsanti 21.
Ne consegue che l’apparecchiatura dell’invenzione è in grado di operare in modo bidirezionale non solo tramite comunicazioni vocali, ma anche visive e acustiche. In questo contesto gli emettitori luminosi 15’, 15” e 15’’’costituiscono dei mezzi di comunicazione visivi che possono servire in aggiunta, o in alternativa, alle trasmissioni vocali via radio.
Si noti che la comunicazione tramite emettitori luminosi e i segnali emessi dai pulsanti 21 è un fattore di sicurezza addizionale per l’apparecchiatura dell’invenzione, in quanto permette lo scambio di informazioni anche quando le comunicazioni radio VHF/UHF sono interrotte oppure non utilizzabili perché si vuole operare con il massimo silenzio.
E’ importante sottolineare come risultati sopra riferiti sono ottenuti senza penalizzare gli uomini che operano sul terreno, in quanto la funzionalità del cannocchiale 4 resta inalterata quando viene applicato su di esso il gruppo ottico 5.
In altre parole, tra l’operatore ed il bersaglio non è frapposto alcun elemento che possa penalizzare le sue prestazioni ai fini delle operazioni di sicurezza, perché ciò che il primo vede nel mirino 1 è proprio l’immagine visibile con il cannocchiale 4; tale immagine è anche visibile a distanza sull’unità portatile 2 e sugli schermi della centrale di comando.
Inoltre l’adattabilità di montaggio del gruppo ottico 5 permette di utilizzare l’invenzione con qualunque tipo di arma dotata di cannocchiale o altro supporto equivalente, risultando quindi flessibile dal punto di vista funzionale così da trovare una applicazione più facile rispetto ai sistemi noti descritti nei documenti brevettuali citati più sopra; inoltre bisogna rilevare come sia il mirino che l’arma o altro supporto su cui esso viene montato, non richiedono modifiche o adattamenti particolari con evidenti vantaggi in termini di costi di realizzazione.
A questo risultato contribuisce anche il fatto che una volta applicato il gruppo ottico 5 sul cannocchiale 4, non sono necessari altri adempimenti dato che tutto il resto delle funzioni possono essere svolte tramite l’unità ausiliaria 2 e la centrale di controllo 3.
Il mirino risulta quindi inalterato nelle sue funzioni di base e non richiede pertanto altre operazioni per farlo funzionare, da parte degli uomini che utilizzano le armi su cui è montato; i movimenti degli uomini e anche la precisione di tiro non sono condizionati dal gruppo ottico 5, anche in considerazione del fatto che le armi sono di tipo usuale, cioè non sono modificate rispetto al loro assetto originale.
In questo contesto è anche da sottolineare la possibilità di comunicare da parte degli uomini mediante l’uso dei pulsanti 21, che permette di avere una gestione interattiva delle operazioni per un miglior risultato finale.
Infatti i segnali trasmessi attraverso i pulsanti 21 all’unità portatile 2 sono poi inviati alla centrale operativa di controllo 3, così da poter stabilire un contatto completo tra questa e gli uomini.
Si noti che le comunicazioni ottenute tramite gli emettitori luminosi 15 e 40 nonché quelle con i pulsanti 21 non richiedono particolari sistemi di codifica, dato che sono essenzialmente segnali di tipo binario: questo semplifica notevolmente i mezzi necessari per la loro attuazione, evitando di avere sul mirino 1 dei sistemi elettronici convertitori o di altro genere, necessari per poter elaborare dati più complessi.
Da quanto finora descritto è possibile comprendere come l’apparecchiatura sopra considerata raggiunge lo scopo dell’invenzione prefissato inizialmente.
In primo luogo essa permette la gestione di operazioni di sicurezza che coinvolgono una pluralità di uomini sul terreno, senza doverli dotare di armi appositamente predisposte come avviene nel caso della domanda di brevetto francese FR-2 671 397.
Ciò è dovuto al gruppo ottico 5 che, come già detto, può essere facilmente applicato su cannocchiali di mirini comuni oppure anche su visori montati sui caschi in dotazione alle persone.
Occorre poi sottolineare che l’apparecchiatura dell’invenzione è in grado di gestire contemporaneamente diversi uomini, in maniera separata uno dall’altro; questo grazie al fatto che le comunicazioni tra la centrale operativa di controllo 3, l’unità portatile 2 ed il mirino 1 con il gruppo ottico 5 di ciascun uomo, avvengono tutte su rispettivi canali di frequenza prefissata.
Ulteriormente è da osservare come in accordo con l’invenzione, le varie funzioni che non attengono alla ripresa delle immagini, quali il rilevatore di posizione GPS, l’invio dei segnali da parte degli uomini, fanno capo all’unità portatile 2 o ai pulsanti 21 separati dal mirino 1, così da non appesantirlo a discapito della precisione di tiro.
Un ulteriore, importante risultato conseguito dall’apparecchiatura dell’invenzione consiste nel fatto che l’uso di segnali luminosi visibili contemporaneamente sul mirino 1 e dalla centrale di comando 3, permette anche di capire con immediatezza se l’operatore sul terreno è raggikungibile con le comunicazioni via radio e video.
Naturalmente non sono da escludere varianti dell’invenzione rispetto a quanto sinora descritto.
In primo luogo occorre segnalare che sebbene la configurazione mostrata in fig. 1 sia quella più comune, essa può comunque non essere adattata per impieghi in luoghi dove il furgone con la centrale operativa di controllo 3 non possa giungere: si pensi per esempio a luoghi impervi di montagna o a zone senza strade.
In queste situazioni può convenire avere una centrale operativa 50 di tipo portatile, quale quella mostrata nella fig. 6, realizzata sotto forma di una valigetta o simili, come quella dell’unità 2.
Questa centrale di comando mobile 50 è in grado di svolgere sostanzialmente le stesse funzioni sopra descritte di quella installata sul furgone 3, e per questo è dotata di una serie di schermi 52 che riproducono le immagini riprese dai mirini 1 associati agli uomini operanti sul terreno, oltre alle spie luminose 53 verde, rossa e gialla, per ciascuno schermo, del tipo analogo a quelle presenti sul furgone 30 e indicate con il riferimento 40.
Similmente a quanto già spiegato prima, sulla centrale di comando mobile 50 è possibile selezionare su uno schermo più grosso 54 le immagini di quelle di uno degli schermi più piccoli.
La centrale operativa portatile 50 è quindi dotata inoltre di microfono e antenna incorporati (non mostrati nei disegni) per le comunicazioni via radio (VHF/UHF) con gli uomini sul terreno, oltre che di un elaboratore elettronico 55 (tipo PC) per l’elaborazione di dati ricevuti dal, o da trasmettere verso, l’esterno.
La centrale operativa portatile 50 è in grado di interagire in modo bidirezionale con gli uomini, sia in forma video che audio e con gli emettitori luminosi 53: ne consegue che sotto questo profilo essa si comporta come quelle dell’esempio già visto, con tutti gli effetti già spiegati che ne conseguono ai quali si rimanda per brevità.
Tuttavia, essendo poratile, ha il vantaggio di non dover richiedere la presenza della unità trasportabile 2 e quindi l’apparecchiatura che ne risulta è semplificata sotto questo aspetto rispetto a quella di fig. 1.
Tutte queste varianti rientrano comunque nell’ambito delle rivendicazioni che seguono.

Claims (19)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Apparecchiatura per la gestione di operazioni di sicurezza, comprendente un mirino (1) per la visione di immagini e la trasmissione di un segnale video corrispondente, una centrale operativa di comando (3; 50) operativamente collegata al mirino, caratterizzata dal fatto che la comunicazione tra il mirino (1) e la centrale operativa (3; 50) è di tipo bidirezionale, in cui la centrale operativa (3; 50) trasmette segnali al mirino (1) e viceversa.
  2. 2. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 1, in cui il mirino (1) comprende mezzi luminosi (15’, 15”, 15’’’) che cambiano stato di attivazione in seguito a segnali inviati dalla centrale operativa di controllo (3; 50).
  3. 3. Apparecchiatura secondo le rivendicazioni 1 o 2, in cui la centrale operativa di controllo (3; 50) comprende mezzi luminosi (40) corrispondenti a quelli del mirino (1).
  4. 4. Apparecchiatura secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui i mezzi luminosi (15’, 15”, 15’’’; 40) del mirino e della centrale operativa comprendono degli emettitori luminosi.
  5. 5. Apparecchiatura secondo una qualunque delle rivendicazioni da 1 a 4, in cui il mirino (1) invia segnali video relativi alle immagini da esso rilevate.
  6. 6. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 5, in cui il mirino (1) comprende un gruppo ottico (5) rimovibilmente applicato su un supporto (4), al quale sono associati i mezzi luminosi (15’, 15”, 15’’’) ed una camera (10) per la ripresa di immagini.
  7. 7. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 6, in cui il gruppo ottico (5) comprende mezzi ottici (6) che consentono il passaggio di una frazione di radiazione luminosa verso chi guarda nel mirino (1), e deviano un’altra frazione verso la camera di ripresa (10).
  8. 8. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 7, in cui la frazione deviata della radiazione luminosa viene riflessa prima di essere indirizzata verso la camera di ripresa (10).
  9. 9. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 8, in cui il gruppo ottico (5) è applicato su un cannocchiale (4).
  10. 10. Apparecchiatura secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, comprendente una pluralità di mirini (1) ed in cui la centrale operativa di comando (3; 50) comprende una pluralità di schermi (38; 52) per visualizzare le rispettive immagini provenienti dai mirini (1).
  11. 11. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 10, in cui la centrale operativa di comando (3; 50) comprende mezzi (43) di registrazione delle immagini provenienti dai mirini (1).
  12. 12. Apparecchiatura secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, comprendente una unità ausiliaria (2) di tipo portatile, operativamente collegata ad un rispettivo mirino (1) ed alla centrale di comando (3).
  13. 13. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 12, in cui la comunicazione tra l’unità ausiliaria portatile (2) e il rispettivo mirino (1) è di tipo bidirezionale, in cui l’unità ausiliaria (2) trasmette segnali al mirino (1) e viceversa.
  14. 14. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 13, in cui il mirino (1) trasmette all’unità ausiliaria (2) segnali relativi ai mezzi luminosi (15’, 15”, 15’’’) e alle immagini riprese dalla camera (10), associati al mirino (1).
  15. 15. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 14, in cui l’unità ausiliaria (2) comprende mezzi (20) per il rilevamento della sua posizione e/o di quella del mirino (1).
  16. 16. Apparecchiatura secondo una qualunque delle rivendicazioni da 12 a 15, in cui l’unità ausiliaria (2) trasmette e riceve comunicazioni via onde radio VHF/UHF con l’unità operativa di comando (3; 50).
  17. 17. Apparecchiatura secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui la centrale operativa di comando (3; 50) è installata su un autoveicolo.
  18. 18. Apparecchiatura secondo una qualunque delle rivendicazioni da 1 a 16, in cui la centrale operativa di comando (3; 50) è installata in una valigetta o simile contenitore di tipo portatile.
  19. 19. Gruppo ottico per un’apparecchiatura secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, comprendente una lente semiriflettente (6) che consente il passaggio di una frazione della radiazione luminosa in senso assiale rispetto alla sua direzione di incidenza, e devia una frazione in senso trasversale; degli emettitori luminosi (15’, 15’’, 15’’’) disposti in corrispondenza della lente semiriflettente; una ghiera 17 di adattamento per il montaggio su supporti, quali cannocchiali (4), montature per visori a raggi infrarossi e simili.
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