ITMI20020054U1 - Apparecchiatura per radiologia endorale e relativo monoblocco - Google Patents
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Description
PETR/CUTR/ct/6 182 ITAU 2 RACHELI & C. SpA
)
l
Descrizione del modello di utilità avente per titolo:
APPARECCHIATURA PER RADIOLOGIA ENDORALE E RELATIVO MONOBLOCCO’
Del Signor: DE GÓTZEN MAURIZIO
di nazionalità italiana, residente a Legnano (Milano) - che nomina quali mandatari e domiciliatari, anche in via disgiunta fra loro, Dr. Ing. Aldo Petruzziello e altri, dello Studio RACHELI & C. SpA - Milano - Viale San Michele del Carso, 4.
Inventore: De Gótzen Maurizio
Depositata il: N.:
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MI 2002 U O O Q 05 4
DESCRIZIONE
La presente innovazione si riferisce ad un’apparecchiatura per radiologia endorale. Tale apparecchiatura può essere utilizzata anche in altri campi di applicazione, quali ad esempio, podologia, veterinaria, prove industriali non distruttive su materiali, ecc..
Generalmente un’apparecchiatura per radiologia endorale comprende un temporizzatore per controllare l’emissione delle radiazioni e un supporto a pantografo con più articolazioni per il posizionamento corretto a parete, a soffitto, ovvero dove meglio si adatta. Al pantografo è applicato un monoblocco entro il quale è integrato un tubo radiogeno per l’emissione di raggi X destinati ad essere indirizzati verso la cavità orale del paziente o altro.
Sul monoblocco viene montato un cono distanziatore atto a determinare la distanza del fuoco del tubo radiogeno dalla zona da esplorare, in conformità al tipo di analisi radiologica da effettuare. È prevista una console o centralina di comando per consentire all’operatore di controllare l’apparecchiatura per radiologia - 3 - RACHELI & C. SpA
endorale.
Attualmente si sono sviluppate due diverse tecnologie per le apparecchiature per radiologia endorale, vale a dire la tecnologia in corrente alternata (AC) e quella in corrente continua (DC). Per questo motivo sono presenti sul mercato apparecchiature per radiologia endorale sostanzialmente diverse, concepite per poter funzionare o in corrente continua o in corrente alternata.
In Fig. 1 è mostrato uno schema a blocchi illustrante un’apparecchiatura per radiologia endorale in AC secondo la tecnica nota. L’apparecchiatura AC è indicata complessivamente con il numero di riferimento 100.
L’apparecchiatura 100 è collegata alla rete elettrica di alimentazione 10, in modo da prelevare l’alimentazione di rete in A.C. alle varie tensioni locali 115/220/230/240 V e ad una frequenza di rete di 50/60 Hz.
L’apparecchiatura 100 comprende una centralina 101 comprendente un’unità di controllo 2 per ricevere i comandi da parte di un operatore 30 in conformità al tipo di radiografia da effettuare. Infatti l’operatore, in base alla radiografia da effettuare, imposta alcuni parametri, quali ad esempio, le caratteristiche del paziente, il tipo di pellicola da utilizzare nella radiografìa, i tempi di esposizione alla radiazione, ecc.
In base ai dati ricevuti, l’unità di controllo 2 calcola i tempi di emissione delle radiazioni e invia un segnale di comando ad un timer 3. Il timer 3 è collegato a due interruttori comandati 4 che aprono/chiudono un circuito per inviare l’alimentazione prelevata dalla rete elettrica 10 verso due uscite 5 della centralina 101, non contemporaneamente, in conformità ai tempi di esposizione calcolati dall’unità di controllo 2.
Le due uscite 5 della centralina possono essere collegate, mediante rispettivi - 4 - RACHELI & C. SpA
cavi di alimentazione 106, a due monoblocchi AC 120. Ciascun monoblocco AC 120 comprende un trasformatore AC- AC 121 che trasforma Γ alimentazione elettrica (115/220/230/240 V a.c.) proveniente dalla centralina 101 in un’alimentazione elettrica in corrente alternata con una tensione di circa 70kV ed una corrente di circa 8 mA atta a poter alimentare un tubo radiogeno 22.
Il tubo radiogeno 22, quando viene alimentato, emette un fascio di raggi X. I raggi X emessi dal tubo radiogeno 22 sono collimati da un collimatore 23 ed emessi all’uscita del monoblocco 120.
All’uscita del monoblocco 120 viene applicato un cono distanziatore 24 per regolare la distanza tra il fuoco del collimatore 23 e il bersaglio 40.
Le apparecchiature in corrente alternata del tipo specificato, pur essendo strutturalmente semplici dal punto di vista dei componenti, dei collegamenti e del cablaggio, presentano degli inconvenienti, dovuti soprattutto al fatto che il paziente deve essere sottoposto a tempi di esposizione ai raggi X troppo lunghi. Inoltre l’alimentazione del tubo radiogeno 22 è fortemente dipendente dall’alimentazione di rete e quindi le fluttuazioni di corrente e di tensione che si verificano nella rete di alimentazione 10, non garantiscono un’alimentazione costante del tubo radiogeno, con evidenti imprecisioni in qualità e quantità nell’emissione dei raggi X.
Tali inconvenienti sono risolti dalle apparecchiature per radiologia endorale in corrente continua DC. In Fig. 2 è mostrato uno schema a blocchi che illustra un’apparecchiatura DC, secondo la tecnica nota, che è indicata nel suo complesso con il numero di riferimento 200.
In seguito, elementi uguali o sostanzialmente simili a quelli già descritti, verranno indicati con gli stessi numeri di riferimento e si ometterà la loro - 5 - RACHELI & C. SpA
descrizione dettagliata.
L’apparecchiatura DC 200 comprende una centralina 201 collegata alla rete di alimentazione 10. La centralina 201 comprende un generatore elettronico di potenza 207 che preleva l’alimentazione elettrica (115/220/230/240 V a.c., 50/60 Hz) dalla rete di alimentazione 10 e genera un segnale di alimentazione ad elevata frequenza. A tale scopo, il generatore elettronico comprende un trasformatore AC-DC per trasformare l’alimentazione in corrente alternata di rete in un segnale di alimentazione in continua e un modulatore 209 per trasformare il segnale di alimentazione in continua in un segnale di alimentazione ad elevata frequenza.
Tra il generatore elettronico 207 e l’uscita 5 della centralina 201 è previsto un interruttore 4 comandato da un timer 3 in conformità ai tempi di esposizione calcolati da un’unità di controllo 2.
All’uscita 5 della centralina 200 e collegato un cavo multipolare 206 atto a portare un segnale elettrico di alimentazione ad elevata frequenza. Conseguentemente intorno al cavo 206 si genera un percorso elettromagnetico radiante, per cui il cavo 206 deve essere un cavo speciale, opportunamente schermato.
Il cavo 206 è collegato ad un monoblocco DC 220 che comprende un moltiplicatore di tensione 221 che innalza la tensione del segnale di alimentazione ad elevata frequenza fino ad una tensione di circa 80 kV, opportuna ad alimentare il tubo radiogeno 22.
I dispositivi a valle del tubo radiogeno 22 sono sostanzialmente simili a quelli già descritti con riferimento all’apparecchiatura AC.
L’apparecchiatura DC 200 consente di sottoporre il paziente a tempi ridotti di esposizione ai raggi X e l’alimentazione del tubo radiogeno 22 avviene in 6 RACHELI & C. SpA
continua, cioè D.C., ed indipendentemente dalle oscillazioni dell’alimentazione di rete.
Tuttavia le apparecchiature DC secondo la tecnica nota presentano degli inconvenienti dovuti al cablaggio effettuato mediante il cavo schermato 206 che collega la centralina 201 al monoblocco 220. Infatti tale cavo porta un segnale ad elevata frequenza che genera un campo elettromagnetico radiante che provoca disturbi elettromagnetici e difficoltà di comunicazione.
Per questo motivo tale cavo 206 deve essere un cavo speciale, opportunamente schermato, con la conseguenza di problemi e costi elevati di cablaggio ed installazione. Infatti il cavo è costituito da molti cavetti multipolo.
Per minimizzare il campo elettromagnetico radiante e di comunicazione del cavo 206, conseguentemente si ha la necessità di collegare il monoblocco DC 220 il più vicino possibile alla centralina DC 201.
Inoltre le apparecchiature DC secondo rinnovazione presentano degli inconvenienti nella diagnostica dei guasti. Infatti un’eventuale guasto dell’apparecchiatura può essere imputato o al monoblocco che prevede il moltiplicatore di tensione e il tubo radiogeno oppure alla centralina che comprende il generatore elettronico di potenza, in quanto il loro funzionamento è indissolubile. Conseguentemente il tecnico specializzato deve intervenire su più parti (centralina, pantografo, monoblocco) con conseguente difficoltà nell’ individuare il guasto. Anche in caso di spedizione alla casa costruttrice, i costi sono elevati, in quanto tutta l’apparecchiatura imballata è ingombrante e delicata.
Scopo della presente innovazione è di eliminare gli inconvenienti della tecnica nota fornendo un’apparecchiatura per radiologia endorale che sia estremamente versatile ed in grado di funzionare sia con monoblocchi in AC che - 7 - RACHELI & C. SpA
con monoblocchi in DC.
Altro scopo della presente innovazione è di fornire una tale apparecchiatura per radiologia endorale che sia in grado di minimizzare i costi di cablaggio per il collegamento della centralina ai relativi monoblocchi.
Altro scopo ancora della presente innovazione è di fornire una tale apparecchiatura per radiologia endorale che sia di facile manutenzione e consenta con estrema semplicità una diagnostica su eventuali guasti.
Questi scopi sono raggiunti in accordo all<5>innovazione con le caratteristiche elencate nell’annessa rivendicazione indipendente 1.
Altro scopo della presente innovazione è di fornire un monoblocco D.C. per radiologia endorale che sia estremamente versatile, pratico, in grado di minimizzare le operazioni di manutenzione e diagnosi di gusti e il cui funzionamento sia indipendente dalle fluttuazioni dell’ alimentazione di rete.
Questo scopo è raggiunto in accordo all’innovazione con le caratteristiche elencate nell’annessa rivendicazione indipendente 7.
Realizzazioni vantaggiose dell’ innovazione appaiono dalle rivendicazioni dipendenti.
La macchina per radiologia endorale secondo l’innovazione prevede una centralina che è in grado di alimentare e controllare sia monoblocchi AC con tubo radiogeno alimentato in corrente alternata sia monoblocchi DC con tubo radiogeno alimentato in corrente continua.
Ciò è possibile poiché il monoblocco DC secondo Γ innovazione prevede un generatore elettronico di potenza in grado di prelevare l’alimentazione di rete e fornire un’alimentazione ad elevata frequenza atta ad alimentare il tubo radiogeno. In questo modo la centralina può essere collegata al monoblocco DC mediante 8 RACHELI & C. SpA
normali cavi di alimentazione non particolarmente schermati, atti a portare l’alimentazione proveniente dalla rete.
Appare evidente che l’apparecchiatura per radiologia endorale secondo rinnovazione presenta numerosi vantaggi rispetto alle apparecchiature secondo la tecnica nota.
Infatti l’apparecchiatura secondo l’innovazione risulta essere estremamente versatile, poiché può funzionare sia con monoblocchi AC che con monoblocchi DC. Inoltre si risparmiano gli elevati costi di cablaggio, evitando cavi di rete schermati per collegare la centralina al monoblocco DC.
In questo modo inoltre il monoblocco DC può essere posizionato ad un’elevata distanza dalla centralina preservando l’operatore dalle radiazioni.
Inoltre la diagnosi dei guasti e gli interventi di manutenzione dell’apparecchiatura secondo l’innovazione risultano essere estremamente semplificati, infatti basta smontare il monoblocco e portarlo al centro di assistenza, senza la necessita che il tecnico si rechi in loco per controllare la centralina.
Il monoblocco DC secondo l’innovazione è un’unità a se stante che può funzionare anche senza previsione di una centralina dedicata. Infatti il monoblocco DC secondo l’innovazione può essere collegato alla rete di alimentazione elettrica e controllato tramite un personal computer che calcola i relativi tempi di esposizione alle radiazioni.
Ulteriori caratteristiche dell’innovazione appariranno più chiare dalla descrizione dettagliata che segue, riferita ad una sua forma puramente esemplificativa e quindi non limitativa di realizzazione, illustrata nei disegni annessi, in cui:
la Fig. 1 è uno schema a blocchi illustrante schematicamente - 9 - RACHELI & C. SpA
un’apparecchiatura AC per radiologia endorale;
la Fig. 2 è uno schema a blocchi, come Fig. 1, illustrante schematicamente un’apparecchiatura DC per radiologia endorale;
la Fig. 3 è una vista in prospettiva illustrante un’apparecchiatura per radiologia endorale secondo l’innovazione;
la Fig. 4 è uno schema a blocchi illustrante schematicamente l’apparecchiatura per radiologia endorale secondo l’innovazione;
la Fig. 5 è uno schema a blocchi illustrante schematicamente un monoblocco DC dell’apparecchiatura per radiologia endorale secondo l’innovazione.
Con l’ausilio delle Figg. 3 - 5 viene descritta l’apparecchiatura per radiologia endorale secondo l’innovazione, indicata nel suo complesso con il numero di riferimento 50.
Come mostrato in Fig. 3, l’apparecchiatura 50 per radiologia endorale comprende un supporto murario 51 atto ad essere applicato ad una parete verticale. Nell’estremità inferiore del supporto murario 51 è collegata una mensola o supporto orizzontale 52. Sulla mensola 52 è montato un gruppo pantografo 53 comprendente dei bracci snodati.
Un primo braccio 54 è montato, tramite uno snodo 55 sulla mensola 52 in modo da poter ruotare attorno ad un asse verticale e ad una cerniera 60 con asse orizzontale. L’altra estremità del primo braccio 54 è collegata, tramite cerniere 57 aventi un’asse di perno 61 orizzontale, ad un secondo braccio 56. L’altra estremità del secondo braccio 56 è collegata tramite una cerniera con perno orizzontale 63 ad un giunto 58 . Sull’altra estremità del giunto 58 è montato girevole un supporto 59 a forma di C. All’altra estremità del supporto 59 è montato girevole un monoblocco 20 avente una forma sostanzialmente scatolare.
10 RACHELI & C. SpA
Entro il monoblocco è contenuto il tubo radiogeno per remissione di raggi X. All’uscita del monoblocco 20 è montato un cono distanziatore 24. In Fig. 3 vengono illustrati altri due tipi di coni distanziatori 24’ e 24”.
Accanto al supporto murario 51 è montata a parete una centralina 1 che presenta un’interfaccia utente 64 comprendente una pluralità di LED di segnalazione e di tasti azionabili dall 'utilizzatore. I cavi elettrici di alimentazione e di controllo vengono portati dalla centralina 1 al supporto murario 51 e quindi passando entro i bracci del gruppo pantografo 53, giungono al monoblocco 20.
La centralina 1 può essere disposta ad un’adeguata distanza dal monoblocco 20, affinchè l’operatore si trovi in totale sicurezza contro le radiazioni, ad esempio la distanza tra centralina e monoblocco può essere maggiore di 10 metri.
In Fig. 3 per ragioni di chiarezza è stato illustrato un solo gruppo pantografo 53 e un solo monoblocco 20, tuttavia la centralina 1 dell’apparecchiatura 50 secondo l’innovazione può gestire due monoblocchi alternativamente.
Con riferimento a Fig. 4, la centralina 1 dell’apparecchiatura 50 prevede due uscite 5. Ciascuna uscita 5 può essere collegata tramite normali cavi elettrici 6 sia ad un monoblocco AC 120, sostanzialmente simile a quello descritto con riferimento alla tecnica nota, sia ad un monoblocco DC 20 secondo l’innovazione che sarà descritto in dettaglio in seguito.
Conseguentemente l’apparecchiatura secondo l’innovazione risulta essere estremamente versatile, infatti può funzionare con cinque configurazioni diverse, due configurazioni con un singolo monoblocco:
- un monoblocco AC,
- un monoblocco DC,
e tre configurazioni con due monoblocchi contemporaneamente:
11 RACHELI & C. SpA
- due monoblocchi AC,
- due monoblocchi DC,
- un monoblocco AC e un monoblocco DC,
Per questo motivo, la centralina 1 comprenderà un’unità di controllo 2 e un timer 3 in grado di gestire sia monoblocchi AC che monoblocchi DC. Il timer 3 è collegato a due interruttori 4 che abilitano/disabilitano l’alimentazione dalla rete di alimentazione 10 alle due uscite 5.
L’operatore, attraverso l’interfaccia 64 informa l’unità di controllo 2 sul tipo di monoblocco 120 o 20 collegato all’ apparecchiatura 50, e sul tipo di analisi radiologica che intende effettuare. L’unità di controllo, in conformità ai dati ricevuti, calcola i tempi di esposizione ai raggi X ed imposta il timer 3 che comanda uno degli interruttori 4 selezionato. Quindi l’alimentazione elettrica dalla rete di alimentazione 10, attraverso la centralina 1 e i cavi elettrici 6 viene inviata ai monoblocchi 120 o 20.
In seguito con riferimento a Fig. 5 viene descritto il monoblocco DC 20 secondo l’innovazione. Il monoblocco DC 20 a differenza dei monoblocchi DC secondo la tecnica nota, comprende un generatore elettronico di potenza 27 disposto all’ingresso del monoblocco e a monte di un moltiplicatore di tensione 21.
In questo modo il cavo di alimentazione elettrica 6 porta l’alimentazione di rete al generatore elettronico di potenza 27 disposto entro il monoblocco DC 20. Il generatore elettronico di potenza comprende un trasformatore AC-DC 28 e un modulatore 29. Quindi l’alimentazione di rete, vale a dire una tensione 115/220/23 0/240 V in a.c. con una frequenza di 50/60 Hz entra nel trasformatore AC-DC 28 che emette in uscita un segnale di tensione DC a corrente continua. Tale segnale di tensione in corrente continua entra nel modulatore 29, in cui viene 12 RACHELI & C. SpA
trasformato in un segnale in corrente alternata ad elevata frequenza.
Il segnale in corrente alternata ad elevata frequenza uscente dal modulatore 29 e dal generatore elettronico di potenza 27 viene invitato al moltiplicatore di tensione 21, che si trova a valle del generatore elettronico di potenza 27, entro il monoblocco 20.
Il moltiplicatore di tensione 21 eleva la tensione del segnale ad alta frequenza ricevuto, fino a portarlo a tensioni intorno agli 80 kV che sono adatte ad alimentare il tubo radiogeno 22. Il tubo radiogeno 22, quando viene alimentato, emette un fascio di raggi X che viene collimato dal collimatore 23 e portato all’uscita del monoblocco. All’uscita del monoblocco viene disposto un cono distanziatore 24 atto a regolare la distanza tra il fuoco del collimatore 23 e il bersaglio 40 da irradiare.
Da tale descrizione appare evidente che il monoblocco DC 20 secondo l’innovazione è un’unità a se stante e può esse utilizzato indipendentemente dalla centralina 1 dell’apparecchiatura secondo l’innovazione. Infatti il monoblocco 1 può essere collegato alla rete di alimentazione e controllato tramite un personal computer che calcola i tempi di esposizione alle radiazioni.
Alla presente forma di realizzazione dell’innovazione possono essere apportate numerose variazioni e modifiche di dettaglio, alla portata di un tecnico del ramo, rientranti comunque entro l’ambito dell’innovazione espresso dalle rivendicazioni annesse.
Claims (11)
- - 13 - RACHELI & C. SpA RIVENDICAZIONI 1. Apparecchiatura (50) per radiologia endorale comprendente: una centralina (1) comprendente un’unità di controllo (2) per ricevere ed elaborare dati immessi da un operatore in modo da calcolare i relativi tempi di esposizione alle radiazioni e un timer (3) collegato a detta unità di controllo (2) per comandare almeno un interruttore (4) per abilitare/disabilitare l’alimentazione elettrica dalla rete di alimentazione (10) ad almeno un’uscita (5) di detta centralina, in conformità ai tempi di esposizione calcolati dall’unità di controllo (2); almeno un supporto (53); almeno un monoblocco (2), montato su detto supporto (53), e comprendente un tubo radiogeno (22) per 1’emissione di raggi X e mezzi di alimentazione del tubo radiogeno collegati mediante cavi elettrici di alimentazione (6) a detta almeno un’uscita (5) di detta centralina (1), caratterizzata dal fatto che detta centralina (1) è in grado di alimentare e controllare sia un monoblocco AC (120) comprendente mezzi di alimentazione che alimentano in corrente alternata il tubo radiogeno, sia un monoblocco DC (20) comprendente mezzi di alimentazione che alimentano in corrente continua il tubo radiogeno.
- 2. Apparecchiatura (50) secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di alimentazione del tubo radiogeno compresi in detto monoblocco DC (20) comprendono un generatore elettronico di potenza (27) atto a prelevare l’alimentazione di rete e trasformarla in un segnale ad elevata frequenza atto ad alimentare il tubo radiogeno.
- 3. Apparecchiatura (50) secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detto generatore elettronico di potenza (27) comprende: - 14 - RACHELI & C. SpA un trasformatore AC-DC (28) per trasformare il segnale di alimentazione in corrente alternata (AC) proveniente dalla rete di alimentazione (10) in un segnale di alimentazione in corrente continua (DC); e un modulatore (29) atto a trasformare il segnale in corrente continua (DC) proveniente da detto trasformatore AC-DC (29) in un segnale modulato ad elevata frequenza, atto ad alimentare detto tubo radiogeno (22).
- 4. Apparecchiatura (50) secondo la rivendicazione 2 o 3, caratterizzata dal fatto che entro detto monoblocco DC (20), a valle di detto generatore elettronico di potenza (27) e a monte di detto tubo radiogeno (22), è previsto un moltiplicatore di tensione (21) atto ad elevare la tensione del segnale ad elevata frequenza proveniente da detto generatore elettronico di potenza (27), per portare detto segnale ad elevata frequenza ad una tensione adeguata ad alimentare detto tubo radiogeno (22).
- 5. Apparecchiatura (50) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detti cavi elettrici (6) che collegano detta centralina (1) a detto almeno un monoblocco (20, 120) sono normali cavi elettrici di alimentazione non particolarmente schermati.
- 6. Apparecchiatura (50) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detto almeno un monoblocco (20, 120) è montato su detto almeno un supporto (53) ad una distanza maggiore di 10 metri da detta centralina (1) per aumentare la sicurezza dell’operatore.
- 7. Apparecchiatura (50) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detto supporto (53) comprende un gruppo pantografo (5) comprendente bracci snodati.
- 8. Monoblocco DC (20) per radiologia endorale comprendente un tubo - 15 - RACHELI & C. SpA radiogeno (22) per remissione di raggi X e mezzi di alimentazione di detto tubo radiogeno, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di alimentazione del tubo radiogeno comprendono un generatore elettronico di potenza (27) atto a prelevare l’alimentazione dalla rete elettrica di alimentazione (10) e fornire un segnale di alimentazione ad elevata frequenza atto ad alimentare in corrente continua (DC) detto tubo radiogeno.
- 9. Monoblocco DC (20) secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che detto generatore elettronico di potenza (27) comprende: un trasformatore AC-DC (28) per trasformare il segnale di alimentazione in corrente alternata (AC) proveniente dalla rete di alimentazione in un segnale di alimentazione in corrente continua (DC); e un modulatore (29) atto a trasformare il segnale in corrente continua (DC) proveniente da detto trasformatore AC-DC (29) in un segnale modulato ad elevata frequenza atto ad alimentare detto tubo radiogeno (22).
- 10. Monoblocco DC (20) secondo la rivendicazione 8 o 9, caratterizzato dal fatto di comprendere un moltiplicatore di tensione (21) disposto a valle di detto generatore elettronico di potenza (27) e a monte di detto tubo radiogeno (22), detto moltiplicatore di tensione (21) essendo atto ad elevare la tensione del segnale ad elevata frequenza proveniente da detto generatore elettronico di potenza (27), per portare detto segnale ad elevata frequenza ad una tensione adeguata ad alimentare detto tubo radiogeno (22).
- 11. Monoblocco DC (20) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 9 a 10, caratterizzato dal fatto che detto monoblocco DC (20) può essere comandato da un personal computer.
Priority Applications (2)
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IT2002MI000054U ITMI20020054U1 (it) | 2002-02-07 | 2002-02-07 | Apparecchiatura per radiologia endorale e relativo monoblocco |
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Family Applications (1)
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