ITMI20010946A1 - Congegno attivatore dell'erogazione di fluidi marchianti particolarmente per distribuzione automatici di banconote - Google Patents

Congegno attivatore dell'erogazione di fluidi marchianti particolarmente per distribuzione automatici di banconote Download PDF

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ITMI20010946A1
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emergency
tie rod
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Giuseppe Ezio Fumanelli
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Mib Elettronica
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Description

CONGEGNO ATTIVATORE DELL’EROGAZIONE DI FLUIDI MARCHIANTI, PARTICOLARMENTE PER DISTRIBUTORI AUTOMATICI DI BANCONOTE.
D E S C R I Z I O N E
L’invenzione ha per oggetto un congegno attivatore dell'erogazione di fluidi marchianti, particolarmente per distributori automatici di banconote e/o valori, quali i noti “Bancomat” od ATM (Automatic Teller Machines), utilizzabile anche per casseforti, armadi blindati, camere di sicurezza e simili.
Come è noto, gli attuali distributori automatici dispongono generalmente di apparati di sicurezza che intervengono in caso di tentativi di effrazione erogando un fluido marchiante sulle banconote, ad esempio un inchiostro indelebile liquido o nebulizzato.
II fluido marchiante rende ad esempio le banconote inutilizzabili ed in tal modo le effrazioni sono fortemente scoraggiate. Inoltre i danni subiti possono essere rimediati, in quanto le banconote od i valori marchiati e rimasti nei detti distributori possono essere riconosciuti e sostituiti con altri non marchiati.
I distributori automatici in questione dispongono di un involucro o guscio esterno almeno leggermente blindato ed i detti apparati di marchiatura sono all’interno di questo involucro.
Presentano per sommi capi almeno un serbatoio quale una bombola o simile per il fluido marchiante, canalizzazioni che convogliano il fluido marchiante dal serbatoio alle banconote, ed organi erogatori posti in corrispondenza del serbatoio ed atti a consentire o determinare, a comando, il flusso del fluido marchiante verso le banconote o valori.
Gli organi erogatori vengono comandati da un apparato elettronico di controllo e comando che rileva tutte le situazioni di pericolo e che interviene in modo programmato.
L’apparato elettronico fa infatti capo ad una pluralità di sensori od elementi di rilevazione, elettronici, elettrici, meccanici od elettromeccanici, variamente strutturati ed operanti e con diverse funzioni,
Gli apparati di marchiatura sopra indicati sono soddisfacenti e funzionali in molte situazioni, ma in alcuni casi possono non realizzare il loro compito.
Ciò può accadere quando l’effrazione è realizzata introducendo una sostanza esplosiva nello spazio interno del distributore e facendo poi esplodere la medesima all'interno del distributore.
Tipicamente, viene introdotto un gas esplosivo attraverso le fessure previste per il passaggio delle banconote richieste da un utente.
L’esplosione ha come effetto primario lo scardinamento e la rimozione delle porte e dei portelli di cui il distributore è dotato, in particolare lo scardinamento della porta del distributore prevista per accedere all’interno dello stesso in occasione delle operazioni di rifornimento di banconote e di manutenzione.
Un altro effetto dell’esplosione è poi una possibile disattivazione dell’apparato elettronico di controllo e comando, intrinsecamente molto sensibile ad urti violenti, quali quelli prodotti da una esplosione.
In tal caso l’apparato elettronico non è in grado di attivare gli organi erogatori del fluido macchiente.
Anche per rimediare a questa situazione sono stati realizzati dei dispositivi anti esplosione che sono in grado di rilevare la presenza di sostanze potenzialmente esplodenti e che intervengono sia con segnali di allarme ed attivando gli organi erogatori di fluido marchiante, sia inibendo le esplosioni. Ad esempio espellendo le sostanze esplosive, oppure diluendo le stesse, oppure riducendo la quantità di ossigeno che può fare da comburente nell'esplosione, oppure erogando sostanze varie che ostacolano l'esplosione.
La diffusione di questi dispositivi anti esplosione è tuttavia relativamente limitata e gli stessi hanno l’inconveniente di accrescere sensibilmente la complessità ed i costi dei distributori automatici e della manutenzione.
Inoltre, anche i dispositivi anti esplosione in alcuni casi non riescono fronteggiare con successo gli attacchi che i distributori possono subire e non attivano l’erogazione di fluido marchiante o macchiante.
Sussiste pertanto irrisolto il problema tecnico di come garantire che in presenza di una esplosione all’interno di un distributore automatico, avvenuta per mancanza di dispositivi anti esplosione o per inaffidabilità di funzionamento degli stessi, venga sicuramente attivata l’erogazione di un fluido marchiante, sulle banconote e valori presenti nel distributore.
Il compito della presente invenzione è ideare un congegno attivatore dell’erogazione di fluidi marchienti in grado di risolvere sostanzialmente il detto problema tecnico.
Nell'ambito di detto compito tecnico è un importante scopo dell'invenzione ideare un congegno attivatore capace di fornire le massime garanzie di funzionamento anche in presenza di esplosioni particolarmente violente.
Un altro importante scopo dell’invenzione è ideare un congegno di semplice struttura, basso costo e minimo ingombro, inseribile pertanto nella generalità dei distributori automatici di banconote e valori.
Non ultimo scopo dell'invenzione è ideare un congegno applicabile agevolmente anche a distributori automatici che ne siano attualmente privi.
II compito tecnico precisato e gli scopi specificati sono raggiunti da un congegno attivatore dell’erogazione di fluidi marchianti, particolarmente per distributori automatici di banconote, caratterizzato dal fatto di comprendente una qualsiasi combinazione tra le caratteristiche evidenziate in una o più delle annesse rivendicazioni.
Viene ora riportata, a titolo di esempio non limitativo, la descrizione di esecuzioni preferite di un congegno attivatore secondo l'invenzione, illustrate negli uniti disegni, nei quali:
la Fig. 1 mostra, nel suo insieme ed in modo schematico una esecuzione del congegno attivatore, inserito in un distributore ATM illustrato in prospettiva;
la Fig. 2 evidenzia in scala ingrandita e parzialmente in spaccato, un particolare della Fig. precedente; e
la Fig. 3 evidenzia una variante del dispositivo.
Con riferimento alle citate Figure, il congegno attivatore secondo l'invenzione è indicato con il numero 1. Esso è previsto in particolare per distributori automatici di banconote e/o valori noti come "bancomat" od ATM, ma è applicabile anche a casseforti, armadi blindati, camere di sicurezza e simili..
Nella Fig. 1 è schematicamente rappresentato un distributore automatico 2 avente un involucro o guscio esterno 3 ed una porta di accesso posteriore 4 dotata di cardini 4a e di almeno una serratura 4b.
Nell'involucro 3 si sviluppa almeno una camera interna 5 nella quale sono alloggiati i valori e/o le banconote, situati in cassetti 6 estraibili.
I cassetti 6 sono illustrati in vista dalla parte di accesso posteriore dell'ATM, ove presentano maniglie di estrazione 6a.
Dalla parte opposta dell’ATM, in corrispondenza della quale è predisposto un frontale 7 per i prelievi, i cassetti 6 presentano ampie aperture per permettere l'inserimento e l’azione dei congegni che prelevano le banconote, le contano e le erogano dalla parte del frontale 7, ove sono previste fessure per il passaggio delle banconote.
Nell’involucro 3, nella porta 4 e nella camera interna 5 sono collocati sensori 8a, 8b, 8c, 8d, 8e, di per sé noti ed indicati solo schematicamente.
Ad esempio un primo sensore 8a, espandentesi per tutto l’involucro 3, rileva i tentativi di perforazione dell’involucro stesso, un secondo sensore 8b rileva i forzamenti della serratura 4b, un terzo sensore 8c rileva l’apertura della porta 4, ed un quarto sensore 8d rileva ad esempio il sollevamento di tutto il distriutore automatico 2. L’ultimo sensore 8e è previsto per rilevare situazioni anomale quali esplosioni ed urti violenti.
Tutti i detti sensori sono in posizione interna e protetta. Si rileva che tuttavia a volte sono anche previsti sensori od elementi di rilevazione sfocianti all’esterno del distributore, ma gli stessi sono di impiego limitato in quanto richiedono la realizzazione di fori nell’involucro ed in quanto questi fori mettono in comunicazione lo spazio interno del distributore con l’ambiente esterno.
Per questi motivi i sensori e gli elementi di rilevazione sfocianti all’esterno sono normalmente limitati a quelli facenti capo ad una nicchia al di sotto del distributore e tipicamente possono rilevare un eventuale sollevamento dell’erogatore automatico.
i sensori 8a, 8b, 8c, 8d, 8e, ed altri eventuali, emettono segnali di controllo che sono inviati a mezzi elettronici 9 comprendenti una unità elettronica che elabora tali segnali 6 ed emettono a loro volta segnali di comando.
Questi ultimi attivano ad esempio un allarme 10 e soprattutto almeno un apparato di protezione attiva realizzato da almeno un apparato marchiante 11, in grado di erogare un fluido marchiante, ad esempio un inchiostro colorato e indelebile, liquido o nebulizzato, sulle banconote contente nei cassetti 6.
Nella soluzione tecnica rappresentata nelle Figure è evidenziato, a titolo di esempio non limitativo, un unico apparato marchiante 11 , esterno ai cassetti 6. In dettaglio, l’apparato marchiante 11 illustrato include almeno un serbatoio 12 convenientemente fissato all’involucro 3 e contenente il fluido macchiente, in pressione, ad esempio per la presenza di azoto in pressione all’interno del serbatoio 12.
Sono poi previste canalizzazioni 13 che si sviluppano dal serbatoio 12 ai cassetti 6, ed organi erogatori 14 che controllano il flusso di fluido marchiante lungo le canalizzazioni 13.
Gli organi erogatori 14 consistono, come nell’esempio illustrato, in mezzi di blocco apribili a comando in modo da permettere l’uscita del fluido marchiante dal serbatoio 12, in pressione, oppure possono consistere in mezzi di propulsione del fluido definiti ad esempio da propulsori pirotecnici attivabili a comando, oppure da entrambi i detti mezzi di blocco e mezzi propulsori.
Gli organi erogatori 14 sono posti immediatamente al di sopra del serbatoio 12, hanno la sagoma di un grosso dado ed includono una elettrovalvola di intercettazione 15, di per sé nota, che controlla una via di flusso 16, comandata elettricernente dai mezzi elettronici 9, tramite un cavo elettrico di connessione 17.
Il congegno attivatore 1 secondo l’invenzione consiste in almeno un dispositivo di emergenza operante in parallelo ai mezzi elettronici 9 per comandare gli organi erogatori 14.
Comprende un sensore di emergenza 18 impegnato ad una porzione dell’involucro 3 scardinatale da una esplosione, ed il dispositivo di emergenza 1 è attivato dal sensore di emergenza 18 quando la detta porzione viene scardinata da una esplosione.
Più in dettaglio, il sensore di emergenza 18 comprende un tirante 19, ad esempio realizzato da una fune metallica, fissato terminalmente, tramite ad esempio una attacco a maniglia 20 ad una porzione dell’involucro 3 realizzata dalla porta 4. Sull’involucro 3 sono poi previsti elementi di guida 21 del tirante 19. Nelle Figure è anche evidenziato che il tirante 19 è impegnato alla porta 4 di accesso in prossimità dei cardini 4a della medesima.
Il tirante 19 è poi impegnato, da parte opposta all’attacco a maniglia 20, ad un elemento a spina 22 estraibile a strappo.
Nella realizzazione evidenziata nelle Figg. 1 e 2, l’elemento a spina è impegnato amovibilmente agli organi erogatori 14, per comandare i medesimi quando estratto.
In tal caso gli organi erogatori 14 sono ad esempio realizzati da mezzi di blocco del fluido marchiante aventi almeno due vie di flusso per lo stesso fluido marchiante: la detta prima via 16 controllata dalla elettrovalvola 15, o da altro dispositivo comandato elettricamente, ed una seconda via 23 parallela alla prima (Fig. 2). Il tensionamento del tirante 19 e l’estrazione dell’elemento a spina 22 determinano l’apertura della seconda via 23.
Lo strappo dell’elemento a spina 22 libera infatti un blocchetto 24 che, spinto da una molla 25, lascia libera la seconda via 23.
Nella realizzazione evidenziata nella Fig. 3, l’elemento a spina 22 è impegnato amovibilmente ad un generatore 26.
Il generatore 26 può comprendere al suo interno pile di alimentazione elettrica e può trasmettere tramite un cavo ausiliario 26a un comando elettrico di emergenza verso gli organi erogatori 14, in parallelo ai detti mezzi elettronici 9.
Il comando elettrico di emergenza è emesso quando il tirante 19 è tensionato e l'elemento a spina 22 è estratto.
Il funzionamento del congegno attivatore secondo l’invenzione, sopra descritto in senso prevalentemente strutturale, è il seguente.
Come precisato in premessa, il distributore automatico 2 può essere soggetto a tentativi di introduzione di materiale esplosivo al suo interno, attraverso le fessure previste per l’erogazione delle banconote. L'esplosione è tentata al fine di rompere l’involucro 3 e di rendere così non più protette le banconote contenute all'interno. Se il distributore automatico 2 è privo di un dispositivo anti esplosione o se quest’ultimo operare in modo inadeguato, l’esplosione si può effettivamente verificare.
In presenza di questa esplosione è previsto che l’apparato marchiante 11 intervenga erogando un fluido marchiante sulle banconote.
A questo scopo i mezzi elettronici 9 inviano un segnale elettrico di attivazione agli organi erogatori 14. Gli organi erogatori 14 possono consistere in mezzi di blocco apribili a comando in modo da permettere l’uscita del fluido marchiante da un serbatoio 12 in pressione, oppure possono consistere in mezzi di propulsione del fluido definiti ad esempio da propulsori pirotecnici.
Qualunque sia la loro struttura, gli organi erogatori 14 determinano un flusso di fluido macchiente verso le banconote nei cassetti 6.
È tuttavia evidente che se l’esplosione è molto violenta, la funzionalità dei mezzi elettronici 9 è messa a dura prova ed è possibile che il segnale elettrico di attivazione degli organi erogatori 14 non venga inviato.
Anche in questo caso, tuttavia, l’attivazione degli organi erogatori 14 è garantita dal congégno attivatore 1 secondo l’invenzione, che consiste in almeno un dispositivo di emergenza operante in parallelo a detti mezzi elettronici 9 per comandare gli organi erogatori 14.
Il congegno 1 è particolarmente efficace e sicuro proprio in presenza di esplosioni molto violente. Queste ultime determinano infatti con certezza lo scardinamento e l’allontanamento della porta 4, che è unita all’involucro 3 solo con i cardini 4a e con la serratura 4b, od altro apparato di chiusura. Inoltre l’esplosione determina una sorta di rigonfiamento dell'involucro 3, con conseguente distacco della porta 4.
II congegno attivatore 1 comprende proprio un sensore di emergenza 18 impegnato alla porta 4 che viene scardinata da una violenta esplosione.
Il sensore di emergenza comprende un tirante 19 che segue la porta 4, essendo ad essa fissato ad esempio tramite l’attacco a maniglia 20 ed il suo movimento attiva a strappo gli organi erogatori 14.
II tirante 19 preferibilmente estrae un elemento a spina 22 e ciò determina, a seconda delle realizzazioni previste, una azione meccanica di apertura di un passaggio per il fluido marchiante o l’emissione di un comando elettrico di emergenza aggiuntivo a quello dei mezzi elettronici 9.
È così garantito l’intervento dell’apparato marchiante 11 , che ovviamente deve essere convenientemente protetto e rapido nell’azione.
L'invenzione consegue importanti vantaggi.
Infatti il congegno attivatore 1 è di sicuro funzionamento anche nei casi più difficili e determina un sicuro intervento dell’apparato marchiante 11, che a sua volta impedisce l’utilizzo delle banconote o dei valori nei cassetti 6, togliendo interesse a questo tipo di attacchi ai distributori automatici.
Il congegno attivatore 1 è poi di semplice ed economica struttura e può essere applicato - specialmente nell’esecuzione indicata nella Fig. 3 - ad una gran parte dei distributori automatici 2, inclusi quelli già in commercio.
Si rileva inoltre che il dispositivo attivatore 1 non intralcia le normali operazioni di rifornimento e manutenzione dell’erogatore automatico 2.
L'invenzione è suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell'ambito del concetto inventivo.
Ad esempio, l'elemento a spina 22 estraibile a strappo può essere funzionalmente sostituito da una estremità del tirante 19.
II tirante 19 può poi essere strutturato in modo da spezzarsi una volta raggiunto un conveniente tensionamento, oppure può essere rigido, e può agire anche come comando di un interruttore o di un apposito comando posto in corrispondenza degli organi erogatori 14.
Il congegno attivatore è ancorarle anche a parti dell'involucro 3 diverse dalla porta 4.
Tutti i dettagli sono sostituibili da elementi equivalenti ed i materiali, le forme e le dimensioni possono essere qualsiasi.

Claims (12)

  1. R I V E N D I C AZ I O N I 1) Congegno attivatore dell’erogazione di fluidi marchianti, particolarmente per distributori automatici di banconote comprendenti anche, in un involucro esterno, mezzi elettronici ed un apparato marchiante dotato di organi erogatori atti a controllare un flusso di detto fluido marchiante e comandati da detti mezzi elettronici, caratterizzato dal fatto di consistere in almeno un dispositivo di emergenza operante in parallelo a detti mezzi elettronici per comandare detti organi erogatori, e dal fatto che detto dispositivo di emergenza comprende un sensore di emergenza impegnato ad una porzione di detto involucro scardinabile da una esplosione.
  2. 2) Congegno attivatore secondo la rivendicazione 1 , in cui detto sensore di emergenza comprende un tirante ed in cui detto dispositivo di emergenza è comandato a strappo.
  3. 3) Congegno attivatore secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in particolare la 2, in cui detto tirante è una fune metallica.
  4. 4) Congegno attivatore secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in particolare la 2, in cui detta porzione di detto involucro è una porta di accesso od altro punto vulnerabile.
  5. 5) Congegno attivatore secondo una o più delle riv. precedenti, in particolare la 4, in cui detto sensore di emergenza è impegnato a detta porta di accesso in prossimità dei cardini della medesima.
  6. 6) Congegno attivatore secondo una o più delle riv. precedenti, in particolare la 2, in cui detto tirante è impegnato, da parte opposta a detta porzione di involucro, ad un elemento a spina estraibile a strappo.
  7. 7) Congegno attivatore secondo una o più delle riv. precedenti, in particolare la 6, in cui detto elemento a spina è impegnato amovibilmente a detti organi erogatori, per attivare i medesimi quando estratto.
  8. 8) Congegno attivatore secondo una o più delle riv. precedenti, in particolare la 2, in cui detti organi erogatori sono realizzati da mezzi di blocco di detto fluido marchiante aventi almeno due vie di flusso, ed in cui detto tirante è atto a comandare l’apertura di una di dette vie, quando tensionato.
  9. 9) Congegno attivatore secondo una o più delle riv. precedenti, in particolare la 6, in cui detto elemento a spina è impegnato amovibilmente ad un generatore di un comando elettrico di emergenza per detti organi erogatori, in modo da attivare detto generatore quando estratto.
  10. 10) Congegno attivatore secondo una o più delle riv. precedenti, in particolare la 2, in cui detto dispositivo di emergenza comprende un generatore di un comando elettrico di emergenza per detti organi erogatori attivo in parallelo a detti mezzi elettronici, ed in cui detto tirante è atto ad attivare detto generatore, quando tensionato.
  11. 11) Congegno attivatore secondo una o più delle riv. precedenti, in particolare la 2, in cui in detto involucro sono previsti organi di guida di detto tirante.
  12. 12) Congegno attivatore caratterizzato dal fatto di comprendere una qualsiasi combinazione tra le caratteristiche di cui alle rivendicazioni precedenti.
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