ITMI20000525U1 - Dispositivo di imperniamento con movimento frenato per ante di mobili - Google Patents

Dispositivo di imperniamento con movimento frenato per ante di mobili Download PDF

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'Dispositivo di imperniamento con movimento frenato per ante di mobili"
Il presente trovato si riferisce ad un dispositivo di rotazione frenata attorno ad un asse, in particolare per un’anta di mobile
Nella costruzione di elementi per mobili è spesso necessario aprire una porta utilizzando un cinematismo ad uno o più perni disposto in modo che l'asse di rotazione istantanea sia orizzontale Esempi classici sono le porte a ribalta ed alcuni mobili sospesi (ad esempio, pensili per cucine) dove può essere conveniente aprire la porta verso l'alto anziché lateralmente come nelle normali applicazioni
Nel caso di apertura ad asse di rotazione orizzontale, si ha però il problema che il baricentro si muove su un piano verticale per cui la porta tende a cadere verso la posizione di massima apertura (nel caso di ribalte) o di chiusura (nel caso di mobili nei quali la porta ruota verso l’alto)
In queste applicazioni è perciò necessario equilibrare il movimento della porta in modo che il movimento sia comunque dolce e regolare anche nella direzione di azione del peso della porta o che addirittura la porta rimanga stabile in qualunque posizione, esattamente come per le porte ad asse di rotazione verticale Per questo motivo sono in uso e fanno parte della tecnica nota diversi sistemi a camma che utilizzano molle o cilindri a gas per equilibrare il peso della porta
Nel caso in cui il peso della porta non sia eccessivo, il meccanismo di equilibratura può essere vantaggiosamente sostituito da una più economica frizione “passiva” che si limita a frenare l'azione della forza-peso II problema in questo caso è quello di realizzare un economico e robusto meccanismo che sia ad azione monodirezionale, vale a dire che il movimento venga frenato nella direzione di azione del peso dell’anta e che sia invece libero in direzione opposta, per non richiedere un iutile sforzo Nella tecnica nota sono stati proposti sistemi impieganti arpionismi e superfci dentate, che risultano però relativamente costosi, a volte rumorosi, e spesso dotati di giochi meccanici eccessivi
Scopo generale del presente trovato è fornire un dispositivo di rotazione frenata il quale, applicato ad esempio ad un perno del cinematismo della cerniera od all’asse di rotazione di un’asta equilibratrice, produca una coppia regolabile resistente alla rotazione e che agisca in un solo senso di rotazione, con rotazione in senso inverso praticamente libera da attriti II tutto con costi ridotti, struttura robusta e affidabile e minimi giochi di funzionamento
In vista di tale scopo si è pensato di realizzare, secondo il trovato, un dispositivo di imperniamento con movimento frenato in una direzione di rotazione e libero nell’altra, per il movimento frenato di ante di mobili in particolare ad asse di rotazione orizzontale, comprendente due attacchi che sono oppostamente mobili attorno ad un asse di rotazione comune in modo libero in un verso di rotazione e contro una forza resistente, realizzata da giunto a frizione, nell’altro verso di rotazione, il giunto a frizione essendo connesso ad uno dei due attacchi attraverso un dispositivo di incastro monodirezionale, caratterizzato dal fatto che il dispositivo di incastro comprende una prima superficie solidale all’attacco e una seconda superficie solidale al giunto, le due superficie essendo fra loro affrontate per delimitare fra di esse uno spazio nel quale è disposto un elemento di incastro selettivo, l’andamento delle superimi affrontate e/o la forma dell’elemento di incastro fra di esse essendo tali che l’elemento di incastro tende ad incastrarsi fra le dette superfici affrontate rendendole solidalmente rotanti quando la rotazione dei due attacchi avviene nel verso che deve essere di movimento frenato
Per rendere più chiara la spiegazione dei principi innovativi del presente trovato ed 1 suoi vantaggi rispetto alla tecnica nota si descriverà di seguito, con l'aiuto dei disegni allegati, possibili realizzazioni esemplificative applicanti tali principi Nei disegni -figura 1 rappresenta una vista frontale di un dispositivo secondo il trovato, con un coperchio rimosso per mostrare il meccanismo interno,
-figura 2 rappresenta una sezione presa lungo la linea II-II di figura 1,
-figura 3 rappresenta un particolare di una prima variante realizzativa del dispositivo di figura 1,
-figura 4 Tappresenta un particolare di una seconda variante realizzativa del dispositivo di figura 1,
-figura 5 rappresenta un particolare di una terza variante realizzativa del dispositivo di figura 1,
-figura 6 rappresenta un elemento della variante di figura 5,
-figura 7 rappresenta una vista laterale schematica mostrante un possibile impiego del dispositivo di figura 1
Con riferimento alle figure, in figura 1 è mostrato un dispositivo "equilibratore”, mdicato genericamente con 10, realizzato secondo il presente trovato
Il dispositivo 10 comprende due attacchi o elementi a leva 11, 12 reciprocamente imperniati per ruotare attorno ad un asse 13 e destinati ad essere fissati nel cinematismo di apertura di una porta di mobile, come sarà chiaro nel seguito Come si vede bene anche dalla figura 2, l’elemento a leva 11 è sostanzialmente formato da un piatto allargato ad una estremità a formare un disco di fondo 14 L’elemento a leva 12 ha una estremità che forma una corona circolare 15 il cui fondo è realizzato dal disco di fondo 14
Nella sede circolare così formata è accolto un elemento o disco centrale 16 che ha spessore leggermente maggiore dello spessore della corona 15 L’elemento discoidale 16 viene racchiuso nella sede per mezzo di un coperchio 17 (rimosso in figura 1 per chiarezza)
Coperchio 17 e disco 14 sono fra loro assialmente collegati per mezzo di un inserto o perno cavo 18 che attraversa liberalmente il disco centrale 16 il perno cavo ha sulle due estremità incavi radiali 19 che si accoppiano con complementari incavi radiali 20, 21 che sono presenti su coperchio e disco per rendere questi ultimi solidali alla rotazione assiale ma permettere un piccolo movimento di allontanamento e avvicinamento fra coperchio 17 e disco 14
Una vite 22 attraversa il disco 14 e il perno 18 e si avvita nel coperchio 17 Un elemento elastico 23 (in particolare una molla) è posto fra la testa della vite 22 e il disco 14 per spingere elasticamente disco e coperchio uno contro l’altro e serrare così fra di essi con forza regolabile il disco centrale 16 In tale modo, regolando la vite 22 è possibile variare la forza con cui sono impaccati elasticamente disco laterale, disco centrale e coperchio e quindi variare la forza necessaria a ruotare il disco centrale rispetto alla leva 11, vincendo l' attrito di strisciamento Si realizza così un giunto a frizione Le superfici di frizione possono essere lavorate e/o realizzate con materiale adatto ad ottenere la voluta resistenza allo scorrimento
Fra corona 15 e disco centrale 16 sono realizzate delle intercapedini o canali 24 (vantaggiosamente ricavate nel disco centrale) che accolgono elementi 25 di incastro sostanzialmente monodirezionale fra corona 15 e disco centrale 16 Grazie agli elementi 25, la rotazione reciproca delle due leve 11, 12 attorno all’asse 13 avviene liberamente in un senso (quello di non incastro degli elementi 25) e con attrito imposto dalla regolazione della vite 22 nel senso opposto (quello di incastro degli elementi 25)
Gli elementi di incastro 25 sono sostanzialmente realizzati con un incastro che può essere definito “a cuneo” essendo destinati ad incastrarsi fra le affrontate superfici di disco centrale e corona alla rotazione nella direzione di frenatura del dispositivo Nella realizzazione mostrata nelle figure 1 e 2 per ottenere l’effetto di incastro a cuneo le intercapedini 21 hanno larghezza radiale che decresce lungo l’arco della loro estensione (in senso oraro in figura 1) almeno per un tratto di essa All’interno della sede è alloggiato un elemento di blocco (che nella realizzazione di figura 1 è realizzato sotto forma di un cilindro 26, avente diametro che è intermedio fra la larghezza minima e massima dell 'intercapedine), il quale è spinto da un elemento elastico 37 verso la zona dell’intercapedine avente larghezza mmore I rulli e gli elementi elastici di spinta hanno altezza leggermente inferiore allo spessore della corona 15 per evitare che l’attrito laterale interferisca con il loro scorrimento Nella particolare realizzazione, per ottenere la variazione di larghezza, le intercapedini (distribuite circonferenzialmente ad intervalli regolari) sono sostanzialmente formate dalla superficie cilindrica interna 28 della corona 15 (la quale ha sezione circolare concentrica con l’asse 13) e da cavità ricavate nel bordo del disco 16 e che individuano una superficie 27 la quale si avvicina gradatamente alla corona 15 almeno nel suo tratto terminale (in senso oraro in figura 1) Non è necessario che la superficie 27 abbia un avvicinamento costante per tutta l’estensione dell’intercapedine Ad esempio, vantaggiosamente, la prima parte della superficie 27 (dove è presente l’elemento di spinta 37) può avere andamento cilindrico con diametro costante con centro in 13, mentre la seconda parte può avere sempre andamento cilindrico, con inizio tangente alla circonferenza della prima parte ma con distanza del proprio centro dall’asse 13 che è via via crescente
E’ chiaro come la rotazione in senso oraro della corona (vale a dire, la diminuzione dell’angolo fra le leve 11, 12), produce l’incastro dei cilindri 26 fra le due affrontate superfici 27, 28 di disco e corona Ciò rende sostanzialmente solidale la corona e il disco centrale, così che il movimento delle leve viene ostacolato dall’attrito dei mezzi di frenatura costituiti dalle superfici affrontate e compresse di disco centrale 16 e disco esterno 14 e coperchio 17 Alla rotazione in senso opposto, ι cilindri 26 sono spinti nella zona di maggiore ampiezza delle intercapedini e il movimento delle leve diviene libero
Come facilmente immaginabile dal tecnico, le superila di scorrimento possono essere realizzate (come materiale e come lavorazione) in modo da favorire l’effetto di incastro e di liberazione a seconda del verso di rotazione delle leve
In figura 1, gli elementi 37 di spinta dei rulli sono realizzati come parti separate Nella realizzazione alternativa di figura 3, tali elementi di spinta (indicati con 137) sono invece realizzati di pezzo con il disco centrale (indicato con 126) Tale realizzazione è particolarmente vantaggiosa quando il disco è stampato in materiale plastico e semplifica l’assemblaggio del dispositivo
In una ulteriore possibile realizzazione, mostrata in figura 4, ι rulli sono sostituiti da cunei 226, solidali o meno con il disco centrale (indicato con 216) In questo caso, se l'attrito fra la superficie esterna 250 del cuneo e la superficie interna della corona c superiore all'attrito fra la superficie esterna 251 del cuneo e la superficie 227 del disco, ruotando la corona in direzione antioraria il cuneo, tenuto in posizione dalla molla 237, esercita una spinta radiale crescente che tende a rendere solidali il disco e la corona
Nelle figure 5 e 6 è mostrato un ulteriore modo di realizzazione del disco centrale (indicato con 316) che permette di utilizzare un unico pezzo in materiale plastico, eliminando rulli o cunei ed elementi elastici separati In tale realizzazione il disco 316 ha protuberanze radiali 352 (minimo tre) disposte con simmetria assiale Le estremità della protuberanze hanno spessore ridotto rispetto al resto del disco Nello spazio tra due protuberanze successive sono alloggiati gli elementi di blocco monodirezionale 326, connessi ai bordi laterali delle protuberanze vicine per mezzo di uno o più collegamenti elastici o bande elasticamente distorcibili 353 Gli elementi 326 sono così ruotabil almeno per un piccolo angolo attorno ad un asse 360 parallelo alle due superfici affrontate 327, 328
Gli elementi di blocco 32 hanno forma cilindrica “schiacciata”, in modo da avere distanza fra piani tangenti paralleli che è variabile in maniera approssimativamente lineare con l'angolo dei piani tangenti stessi per avere una prima dimensione trasversale ed una seconda dimensione trasversale secondo due direzioni angolate attorno a detto asse di rotazione dell’elemento di incastro, la prima dimensione (LI) essendo maggiore di una distanza fra le due superila e la seconda (L2) essendo minore di tale distanza
Come bene mostrato in figura 6 (dove il disco ha gli elementi di blocco in posizione “rilassata”, la distanza minore (indicata con LI) è inferiore alla differenza fra ι raggi delle superfici 327 e 328, mentre la distanza maggiore (indicata con L2) è sicuramente superiore Sfruttando l'elasticità dei collegamenti 353, il disco può essere disegnato con forma adatta allo stampaggio ad iniezione (figura 6). Al montaggio nella sede dentro la corona 315, gli elementi 326 possono essere piegati in modo da alloggiare senza giochi nello spazio definito tra l'interno della corona e la superficie 327 del disco centrale
Nell’uso, ruotando la leva 312 in direzione antioraria la corona 315 è indipendente dal disco 316 Invertendo il senso di rotazione gli elementi 326 vengono trascinati per attrito in rotazione oraria impuntandosi fra l'interno della corona e la superficie 327, azionando così il freno-frizione che agisce sul disco 316
A questo punto è chiaro come si siano raggiunti gli scopi prefissati, fornendo un dispositivo di frenatura monodirezionale semplice ed efficace
Come già accennato, il dispositivo descritto può essere applicato a qualunque meccanismo di apertura con asse di rotazione orizzontale In figura 7 è mostrata esemplificativamente una applicazione nella quale il dispositivo ha una delle due leve 11, 12 che è imperniata alla struttura 40 del mobile e l’altra leva che è imperniata ad un’anta 41 a sua volta superiormente incernierata (per mezzo di note cerniere 42, anche non monoperno) al mobile stesso Per meglio evidenziare il funzionamento del sistema la porta è disegnata in posizione aperta (tratto pieno) ed in posizione chiusa (tratteggiata)
Come ovvio al tecnico, lo stesso dispositivo può essere impiegato in altri cinematismi di apertura ad asse orizzontale di tecnica nota, quali, ad esempio, un cinematismo articolato a quadrilatero, sostituendo opportunamente uno degli assi di rotazione del cinematismo con il dispositivo di frenatura monodirezionale
Lavorando “ad incastro” il dispositivo è silenzioso e dotato di minimo gioco di azionamento
Naturalmente, la descrizione sopra fatta di realizzazioni applicanti i principi innovativi del presente trovato è riportata a titolo esemplificativo di tali principi innovativi e non deve perciò essere presa a limitazione dell'ambito di privativa qui rivendicato
Ad esempio, il numero di intercapedini e di elementi di blocco monodirezionale della rotazione possono variare rispetto a quanto mostrato nei disegni Inoltre, la lunghezza e forma dei bracci possono variare a seconda delle pratiche esigenze

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI Dispositivo di impermamento con movimento frenato in una direzione di rotazione e libero nell’altra, per il movimento frenato di ante di mobili in particolare ad asse di rotazione orizzontale, comprendente due attacchi (11, 12, 211, 212, 311, 312) che sono oppostamente mobili attorno ad un asse di rotazione comune (13) in modo libero in un verso di rotazione e contro una forza resistente, realizzata da un giunto a frizione (14, 16, 17), nell’altro verso di rotazione, il giunto a frizione essendo connesso ad uno (12, 212, 312) dei due attacchi attraverso un dispositivo di incastro monodirezionale (25), caratterizzato dal fatto che il dispositivo di incastro comprende una prima superficie (28, 228, 328) solidale all’attacco e una seconda superficie (27, 227, 327) solidale al giunto, le due superficie essendo fra loro affrontate per delimitare fra di esse uno spazio nel quale è disposto un elemento di incastro selettivo (26, 226, 326), l’andamento delle superfici affrontate e/o la forma dell’elemento di incastro fra di esse essendo tali che l’elemento di incastro tende ad incastrarsi fra le dette superfici affrontate rendendole solidalmente rotanti quando la rotazione dei due attacchi avviene nel verso che deve essere di movimento frenato Dispositivo secondo rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che per l’incastro dell’elemento di incastro le due superfici affrontate delimitano un canale (24, 224) che è conformato per restringersi fino ad una dimensione che è minore di quella dell’elemento di incastro Dispositivo secondo rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che vi è una pluralità di elementi di incastro (26, 226, 326) disposti attorno al detto asse (13, 213, 313) di rotazione degli attacchi, ciascun elemento di incastro essendo accolto i una intercapedine (24, 224, 324) estesa circonferenzialmente per un angolo limitato attorno al detto asse di rotazione degli attacchi Dispositivo secondo rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che l' elemento di incastro è realizzato in forma di cilindro (26) ed è accolto nel canale con asse del cilindro disposto parallelo alle dette due superfici affrontate per appoggiarsi contro le due superfici con la propria superficie cilindrica Dispositivo secondo rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che Felemento di incastro è realizzato in forma di cuneo (226) che si restringe nella direzione di restringimento del canale Dispositivo secondo rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che Felemento di incastro è spinto elasticamente da mezzi elastici (27, 127, 227) nella direzione di restringimento del canale Dispositivo secondo rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che le due superfici affrontate sono realizzate una dalla superficie interna di una corona circolare (15, 215, 315) con centro nel detto asse di rotazione (13, 213, 313) e l’altra da una superficie laterale (27, 227, 337) di un disco (16, 216, 316) disposto coassiale e centrale alla detta corona circolare Dispositivo secondo rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che la detta superficie laterale (27, 227, 337) del disco è il fondo di cave ricavate sulla superficie periferica del disco stesso, ciascuna cava contenendo un elemento di incastro Dispositivo secondo rivendicazioni 6 e 7, caratterizzato dal fatto che ι mezzi elastici (137) sono realizzati di pezzo con il disco Dispositivo secondo rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che il disco (16, 216, 316) è elasticamente compresso fra superila di attrito che sono solidali ad uno degli attacchi per realizzare anche il detto giunto a frizione Dispositivo secondo rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che l’elemento di incastro (326) è ruotabile almeno per un piccolo angolo attorno ad un asse (360) parallelo alle dette due superfici affrontate e ha una prima dimensione trasversale (LI) ed una seconda dimensione trasversale (L2) secondo due direzioni angolate attorno a detto asse di rotazione (360) dell’elemento di incastro, la prima dimensione essendo maggiore di una distanza fra le due superfici (327, 328) e la seconda essendo minore di tale distanza, l’elemento di incastro essendo elasticamente supportato fra le superfici in modo che quando la rotazione dei due attacchi avviene nel verso che deve essere di movimento frenato, l’elemento di incastro è spinto a ruotare attorno al proprio asse di rotazione per impuntarsi fra le dette due superfici affrontate Dispositivo secondo rivendicazione 11, caratterizzato dal fatto che per il supporto elastico ciascun elemento di incastro è collegato ad estremi delle dette cave del disco centrale per mezzo di bande (353) elasticamente distorcibili per la rotazione dell’elemento attorno al proprio asse Dispositivo secondo rivendicazione 12, caratterizzato dal fatto che elemento di incastro, disco centrale e bande elasticamente distorcibili sono realizzate in un unico pezzo di materiale plastico Dispositivo secondo rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che il primo attacco sporge radialmente dalla detta corona e il secondo attacco sporge radialmente da un disco (14) di chiusura di una faccia della corona, il disco di chiusura realizzando con una sua faccia rivolta verso l’interno della corona una superficie di attrito spinta elasticamente contro una affrontata superficie del disco centrale per realizzare parte del giunto a frizione 5 Dispositivo secondo rivendicazione 14, caratterizzato dal fatto che l’altra faccia della corona è chiusa da un coperchio (17) avente rotazione solidale con il detto disco di chiusura attraverso un perno cavo (18) che attraversa assialmente il disco centrale, il disco di chiusura realizzando con una sua faccia rivolta verso l’interno della corona una superficie di attrito che è spinta elasticamente contro una affrontata superficie del disco centrale per realizzare parte del giunto a frizione 16 Dispositivo secondo rivendicazione 15, caratterizzato dal fatto che disco di chiusura, disco centrale e coperchio sono attraversati assialmente da una vite di chiusura (22) sulla quale è calzata una molla di spinta (23) per il loro impaccamento elastico, la forza di frenatura dipendendo così dalla forza elastica di impiccamento in modo che la forza di frenatura sia regolabile serrando più o meno la vite 17. Dispositivo secondo rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che i detti attacchi sono realizzati in forma di bracci sporgenti radialmente rispetto al detto asse di rotazione
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