ITLT940012A1 - Apparecchiatura per la radioterapia intraoperatoria mediante acceleratori lineari utilizzabili direttamente in sala operatoria - Google Patents

Apparecchiatura per la radioterapia intraoperatoria mediante acceleratori lineari utilizzabili direttamente in sala operatoria Download PDF

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ITLT940012A1
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Mario Fantini
Sandro Sandri
Felice Santoni
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Abstract

Attualmente, nell'ambito della Radioterapia Intraoperatoria (IORT), sono utilizzati i grandi Acceleratori Lineari (LINAC). Questi, però, hanno lo svantaggio di non poter essere usati direttamente in sala operatoria. Ciò costringe il trasporto del paziente, ancora sotto anestesia, nei bunker, dove essi sono collocati, per misure protezionistiche (DPR.185/64). Lo IORT NOVAC, invece, è un LINAC per IORT per uso diretto in sala operatoria. Ciò, grazie all'introduzione di principi fisici e tecnologie innovative che lo rendono estremamente idoneo allo scopo. Nel Disegno principale sono riportate, in schema a blocchi, le parti costitutive della sua configurazione strumentale: modulatore di radiofrequenza (1); magnetron (2); modulatore del catodo (3); circolatore - carico d'acqua (4, 5); struttura accelerante (6); guida d'onda flessibile.

Description

DESCRIZIONE
Il presente trovato riguarda un'apparecchiatura per l'accelerazione lineare di elettroni, particolarmente per radioterapia intraoperatoria .
La radioterapia intraoperatoria è una modalità·terapeutica utilizzata nel trattamento di neoplasie profonde e consiste nell'erogazione di una dose singola elevata di radiazioni su una massa tumorale, evitando che la dose colpisca i tessuti sani circostanti.
Il suo campo di utilizza varia da tumori non operabili chirurgicamente a residui tumorali dopo exeresi chirurgica parziale ad un letto tumorale dopo un'asportazione chirurgica completa. In questo modo, erogando direttamente la dose di radiazione sul tumore o sul residuo tumorale macroscopico o microscopico, è possibile risparmiare i tessuti sani peritumorali che vengono invece interessati dalle radiazioni nella tradizionale radioterapia con fasci esterni.
Attualmente vi è un crescente interesse nell'uso di questa modalità terapeutica per un ampia varietà di tumori, in particolare all' addome, delle pelvi e del torace . L'associazione di questa terapia all'intervento chirurgico e alla radioterapia tradizionale permette di migliorare notevolmente il controllo locale di neoplasie in fase avanzata.
Per la realizzazione di tale radioterapia intraoperatoria si sono affermati i grandi acceleratori di elettroni che permettono il trattamento di un paziente sia con fascio di elettroni che con raggi X. Il ricorso alla terapia con fascio di elettroni offre un'elevata versatilità nel trattamento sia di residui tumorali dopo asportazione chirurgica che di masse tumorali giudicate inoperabili.
Tuttavia, i grandi acceleratori di elettroni presentano alcuni inconvenienti che possono limitarne l'utilizzo.
Un primo inconveniente è riscontrabile nel costo elevato.
Un secondo inconveniente è dato dal notevole ingombro dell'apparecchiatura.
Ciò che rappresenta però il vero inconveniente degli acceleratori di elettroni consiste nell'elevato irraggiamento prodotto non delimitabile con semplici pannelli mobili e quindi nella conseguente necessità di siti di impiego fortemente schermati.
Per il trattamento di radioterapia intraoperatoria i pazienti vengono trasportati sotto anestesia dalla sala operatoria al bunker di radioterapia, sotto monitoraggio continuo, dove avvengono le successive fasi del procedimento e solitamente la fase finale dell'’operazione chirurgica in atto sul paziente. Solo in rari casi sono presenti sale operatorie collocate direttamente in un bunker per fungere contemporaneamente anche da sala radioterapica.
La necessità di dover trasportare forzatamente il paziente in un luogo differente dalla sala operatoria fa sì che sorgano problemi correlati ai rischi di un trasporto del paziente sotto anestesia e all'intervallo di tempo che intercorre tra l'exeresi chirurgica ed il trattamento radioterapico successivo .
Inoltre, negli acceleratori di elettroni attuali, il gruppo di irraggiamento ( denominato "testa radiante"), il modulatore ed i componenti per la terapia sono assemblati in un unico blocco difficile da muovere sia per il peso che per le dimensioni.
Ciò impedisce di posizionare la testa radiante con precisione nello spazio e di spostarla con flessibilità in modo che il fascio di elettroni vada a trattare tutta la massa tumorale di interesse, nonostante la forma irregolare che questa può avere.
Per ovviare a questo inconveniente, con gli acceleratori lineari di elettroni fino ad ora impiegati è necessario aumentare la sezione del fascio di radiazione con maggiori problemi di schermatura e di danneggiamento di tessuti sani circostanti.
Infine, la difficoltà di movimentazione della testa radiante rende impossibile poter variare per ogni punto della massa tumorale la dose di radiazioni emessa, in modo da somministrare ad ogni area la dose prescritta dal medico.
Compito principale del presente trovato è quindi quello di realizzare un'apparecchiatura per l'accelerazione lineare di elettroni, particolarmente per radioterapia intraoperatoria che sia utilizzabile direttamente in sala operatoria senza speciali misure radio protezionistiche.
Nell'ambito di questo compito uno scopo del presente trovato è quello di realizzare un'apparecchiatura per l'accelerazione lineare di elettroni che permetta la movimentazione flessibile e puntuale nello spazio del fascio di elettroni per il trattamento di masse tumorali di forme variabili e differenti.
Un altro scopo del presente trovato è quello di realizzare un'apparecchiatura per l'accelerazione lineare di elettroni che consenta di avere la sezione di accelerazione degli elettroni distinta dalla sezione di generazione e di controllo della radiofrequenza .
Un ulteriore scopo del presente trovato è quello di realizzare un'apparecchiatura per l'accelerazione lineare di elettroni che consenta di ottenere un livello di radiazioni X estremamente basso e facilmente schermabile.
Un altro scopo del presente trovato è quello di realizzare un'apparecchiatura per l'accelerazione lineare di elettroni che permetta di variare spazialmente la dose di variazioni incidenti su una data area tumorale.
Ancora un ulteriore scopo del presente trovati è quello di realizzare un'’apparecchiatura per l'accelerazione lineare di elettroni che sia di dimensioni e peso contenuti .
Ancora un altro scopo del presente trovato è quello di realizzare un'apparecchiatura per l'accelerazione lineare di ellettroni che eviti la necessità di dispositivi di focheggiamento esterni e di centraggio per il fascio di elettroni emesso, presenti negli acceleratori della tecnica nota.
Un ulteriore scopo del presente trovato è quello di realizzare un'apparecchiatura per l'accelerazione lineare di elettroni che permetta di eliminare il catodo dalla struttura accelerante .
Non ultimo scopo del presente trovato è quello di realizzare un'apparecchiatura per l'accelerazione lineare di elettroni che risulti di elevata affidabilità, di relativamente facile realizzazione ed a costi competitivi .
Questo compito, nonché questi e altri scopi che meglio appariranno in seguito, sono raggiunti da un'apparecchiatura per l'accelerazione lineare di elettroni, particolarmente per radioterapia intraoperatoria, caratterizzata dal fatto di comprendere:
una struttura articolata per la movimentazione di mezzi di irraggiamento comprendenti una struttura accelerante costituita da una pluralità di cavità;
- mezzi di controllo ed elaborazione atti a controllare detta apparecchiatura, detti mezzi di modulazione essendo separati da detti mezzi di irraggiamento, il collegamento avvenendo mediante mezzi di guida d'onda atti a inviare la radiofrequenza a detta struttura accelerante .Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente da una forma preferita, ma non esclusiva, dell'apparecchiatura secondo il trovato, illustrata a titolo indicativo e non limitativo negli uniti disegni, in cui:
la Fig.l mostra un'apparecchiatura per l'accelerazione lineare di elettroni di tipo noto;
la fig.2 mostra la configurazione delle cavità acceleranti per un'apparecchiatura acceleratrice di tipo noto;
la fig.3 mostra la configurazione delle cavità acceleranti per un'apparecchiatura acceleratrice secondo il trovato;
la Fig.4 è uno schema a blocchi di un'apparecchiatura per l'accelerazione lineare di elettroni secondo il trovato;
la Fig.5 è una vista in alzato laterale di un automa e della testa radiante ad esso collegata facenti parte dell'apparecchiatura acceleratrice secondo il trovato;
la Fig.6 è un diagramma di flusso delle fasi di caratterizzazione di un'area del corpo di un paziente da trattare mediante l'apparecchiatura secondo il trovato;
la Fig.7 è un diagramma di flusso delle fasi operative di irraggiamento a scansione mediante l'utilizzo dell'apparecchiatura secondo il trovato.
Con riferimento alla figura 1, l'apparecchiatura acceleratrice di tipo noto comprende un modulatore della radiofrequenza 1, un magnetron 2, mezzi di modulazione del catodo 3, mezzi circolatori 4, un carico d'acqua di raffreddamento 5, una struttura accelerante 6, un magnete focheggiente 7, un magnete di centraggio 8, un magnete di deflessione 9, un allargatore del fascio 10, un uniformizzatore del fascio 11, un applicatore del fascio 12 ed un collimatore 13.
Con riferimento alla figura 2, è mostrata in dettaglio la struttura accelerante 16 dell'apparecchiatura accelerante della Fig.l, costituita da un insieme di cavità accelerantil6, da un catodo 18 collegato alla prima cavità accelerante e da una lastra di titanio 15 disposta in asse con l'ultima cavità accelerante .
Con riferimento invece alle fig. 3,4 e 5, l'apparecchiatura acceleratrice secondo il trovato comprende mezzi di controllo ed elaborazione 30.
I mezzi di controllo ed elaborazione 30 comprendono mezzi di alimentazione 31, mezzi di elaborazione 40, vantaggiosamente comprendenti un elaboratore elettronico, il sistema di raffreddamento della apparecchiatura, i mezzi di distribuzione di forza motrice e i dispositivi di sicurezza (non mostrati).
I mezzi di controllo ed elaborazione 30 sono collegati a mezzi di modulazione 33 che comprendono mezzi di modulazione della radiofrequenza 34 collegati ad un magnetron 35 e mezzi di modulazione del catodo 36. Il magnetron 35 è protetto da accidentali riflessioni del carico mediante un sistema di isolamento a ferrite 37.
Mezzi di guida d'onda 38, opportunamente costituiti da una guida d'onda flessibile collegano i mezzi di modulazione della radiofrequenza 33 a mezzi di irraggiamento costituiti da una testa radiante 32 comprendente una struttura accelerante 39 costituita da una pluralità di cavità acceleranti 26 (anche denominate cavità risonanti), disposte in serie l'una adiacente all'altra. Le cavità acceleranti sono connesse l'una all'altra mediante brasatura a tenuta di vuoto .
Le cavità acceleranti 26 della struttura accelerante 39 sono progettate in modo da realizzare un autofocheggiamento a radiofrequenza lungo l'asse X delle cavità suddette. L'autofocheggiamento è stato ottenuto impiegando valori di lunghezza differenti per la prima, la seconda, la terza, la quarta e la quinta cavità accelerante con lunghezza crescente dalla prima alla quinta e costante per le successive. In particolare è stato trovato che le lunghezze ottimali per le suddette cavità sono rispettivamente 25, 40, 45, 48 e 50 mm.. Per la prima cavità, in cui gli elettroni non sono ancora relativistici, ed i valori b ed r (parametri di Lorenz) variano apprezzabilmente, inoltre si è operato sia sull'energia degli elettroni che sulla loro cattura .
Per una trattazione approfondita sull'autofocheggiamento a radiofrequenza degli elettroni si faccia riferimento a J. Livingood, "Principles of particle accelerators", Argonne National Laboratory, Van Nostrand Company, NY, 1961
Un catodo 28 è collocato anteriormente alla prima cavità accelerante ed è alimentato dai mezzi di modulazione del catodo 36, ed una lamina sottile di titanio è disposta esternamente all'ultima cavità accelerante per la tenuta al vuoto.
Nella Fig.4 con il numero di riferimento 41 è indicata una particolare area del corpo di un paziente che deve essere trattata mediante irraggiamento tramite l'apparecchiatura secondo il trovato. ·
La Fig. 5 mostra l'apparecchiatura secondo il trovato in vista in alzato laterale in cui con 50 è indicata una struttura di supporto fissata o appoggiata al pavimento.
Sulla struttura di supporto 50 è collocata una struttura articolata 51 destinata a supportare e movimentare la testa radiante 32 in cui è applicato, nella posizione di uscita del fascio elettronico, un diaframma 60.
In dettaglio, la struttura articolata 51, denominata comunemente stativo, è costituita da un automa disposto verticalmente e comprendente quattro segmenti articolati connessi fra loro indicati dai numeri dì riferimento 51a, 51b, 51c, 51d che consentono alla testa radiante 32 di posizionarsi in una qualsiasi posizione nello spazio.
I segmenti articolati 51a, 51b, 51c e 51d sono incernierati fra loro in modo da attribuire alla testa radiante 32 sei gradi di libertà nello spazio.
In particolare, il segmento articolato 51a può ruotare attorno all'asse di rotazione 52 della struttura di supporto 50, sia in senso orario che in senso antiorario; il segmento articolato 51b può ruotare in entrambi i sensi attorno all'asse di cerniera 53; il segmento 51c può ruotare in entrambi i sensi attorno all'asse di cerniera 54 come attorno all'asse 56; e il segmento 51d può ruotare in entrambi i sensi attorno all'asse di cerniera 55.
Con il numero di riferimento 57 è indicata una colonna di supporto per un tavolo operatorio 58. Tale colonna poggia su un basamento 59 moderatamente schermato, rispetto al pavimento, solamente nei casi in cui i localo sottostanti la sala operatoria non siano interdetti al personale nel periodo di utilizzo dell'apparecchiatura secondo il trovato. Negli altri casi la schermatura suddetta non è necessaria .
Mezzi di comando, vantaggiosamente comprendenti una pulsantiera mobile 61, comandano l'apparecchiatura secondo il trovato.
Le Fig. 6 e 7 sono diagrammi di flusso delle fasi operative dell'apparecchiatura secondo il trovato gestite dai mezzi di elaborazione 40.
Con riferimento alle sopracitate figure, il funzionamento dell'apparecchiatura per l'accelerazione lineare di elettroni secondo il trovato è come segue.
L'automa costituito dai segmenti articolati 51a, 51b, 51c e 51d permette di orientare la testa radiante 32 in modo da indirizzare il fascio elettronico esattamente sulla zone su cui si desidera effettuare la terapia. La possibilità di orientare la testa radiante 32 permette di non dover allargare il fascio e quindi consente il trattamento puntuale della zona da irraggiare, avvicinando fortemente la testa radiante 32 alla zona da irraggiare. Questo, confrontato con la distanza minima possibile ottenibile con acceleratori lineari dì tipo noto che varia da 80 a 100 cm, fa sì che l'apparecchiatura secondo il trovato abbia un rendimento molto maggiore in quanto non vi è dispersione di fascio ed occorre quindi una potenza molto minore.
Il rilevamento continuo della posizione dei diversi segmenti articolati costituenti l'automa avviene mediante un sistema sensoriale (non mostrato) di cui l'automa è dotato.
I mezzi di elaborazione 40 permettono di predefinire i movimenti desiderati dei segmenti articolati 51a-51d costituenti l'automa e quindi della testa radiante 32 in modo che quest'ultima segua fedelmente il contorno della zona da irraggiare; è inoltre possibile impostare le dosi di radiazioni desiderate per ogni punto della zona da trattare.
I mezzi di modulazione generano e controllano la radiofrequenza e alimentano il catodo 28. La radiofrequenza generata è inviata alle cavità acceleranti tramite la guida d'onda flessibile 38.
Gli elettroni in moto lungo l'asse delle cavità acceleranti 26 vengono progressivamente accelerati dal campo di radiofrequenza all'interno di ciascuna cavità 26 fino al raggiungimento dell'energia finale desiderata. Dalla struttura accelerante 32 gli elettroni fuoriescono attraverso la sottile lamina di titanio 25 il cui spessore consente agli elettroni di attraversarla senza perdere parte apprezzabile dell'energia posseduta.
Il campo elettrico a radiofrequenza utilizzato per accelerare gli elettroni è prodotto dal magnetron 35 che attraverso la guida d'onda 38 alimenta la struttura accelerante 32.
Il modulatore del catodo 36 provvede ad alimentare il catodo ed a sincronizzare il funzionamento in modo che al treno degli impulsi a radiofrequenza che alimentano la struttura accelerante 32 corrisponda un'emissione di elettroni da parte del catodo. Il fascio di elettroni viene focheggiato ed accelerato contemporaneamente nelle prime cavità con una definita combinazione dell'energia di iniezione del catodo e della lunghezza della prima, seconda, terza, quarta e quinta cavità, e potrà attraversare il centro delle successive cavità della struttura accelerante dopo il picco della radiofrequenza in modo da subire un ulteriore focheggiamento.
Il fascio di elettroni è impulsato ed ogni impulso ha la durata di 4 microsecondi. La frequenza degli impulsi può essere fissa o variabile .
L'impiego dell'autofocheggiamento del fascio di elettroni permette di eliminare dispositivi ausiliari utilizzati negli acceleratori di tipo noto ed in questo modo il fascio di elettroni non incontra sul suo cammino masse metalliche e quindi non produce radiazioni consentendo dì utilizzare l'apparecchiatura secondo il trovato direttamente in sala operatoria senza particolari misure protezionistiche.
L'utilizzo dei mezzi di elaborazione 40 consente di impiegare l'apparecchiatura secondo il trovato per l'irraggiamento a scansione meccanica. Le modalità operative necessarie per tale irraggiamento a scansione comprendono quattro differenti stati di funzionamento dell'apparecchiatura acceleratrice.
I quattro stati sopra menzionati corrispondono a:
- fase di istruzione;
- fase di apprendimento;
- fase di verifica;
- fase di terapia.
La Fig. 6. È uno schema a blocchi della sequenza di fasi per la definizione di un'area da irraggiare, realizzate dai mezzi di elaborazione 40; in tale figura, dopo la fase di inizio 100, si ha una fase 110 di scelta del piano su cui giace l'area da irraggiare; alla fase 110 segue la fase 120 di scelta dell'angolo di inclinazione della testa radiante 32 rispetto al piano sorgente definito; seguono quindi la fase 130 di inserimento dei vertici della figura da irraggiare, la fase 140 di tracciamento del perimetro della figura per conferma, la fase 150 di calcolo dei dati per l'irraggiamento, la fase di irraggiamento 160 e infine la fase di termine 170.
Con riferimento alla Fig. 7, nel momento in cui il paziente sarà pronto per la terapia con elettroni, fase 200, l'apparecchiatura secondo il trovato verrà posizionata, fase 210, aprendo la struttura articolata 51 fino a puntare il suo indicatore di direzione del fascio al centro dell'area da trattare. Questo movimento sarà controllato mediante la pulsantiera mobile 61.
A questo punto l'apparecchiatura verrà posta nella stato di apprendimento: l'operatore inizierà a far descrivere al fascio un cammino che coincide con il bordo della zona da trattare; questa traiettoria verrà sviluppata per punti più o meno ravvicinati a seconda della complessità del profilo stesso ed i mezzi di elaborazione 40 interpoleranno e raccorderanno i diversi punti con segmenti di retta o archi di cerchio.
Una volta chiusa la traiettoria, fase 210, l'operatore potrà iniziarne un'altra, fase 230, se la terapia consiglia un trattamento a campi differenziati per dose e/o energia; i vari campi così descritti potranno essere concentrici oppure separati.
Terminato l'apprendimento, l'apparecchiatura verrà posta nella fase di verifica in cui l'operatore inserirà, fasi 240 e 260, per ogni campo la dose richiesta e la relativa energia e la struttura articolata 51 eseguirà continuamente con il fascio luminoso le traiettorie relative, fasi 250 e 270.
Terminata la fase di verifica, si avranno le fasi di irraggiamento dei diversi campi, fasi 280, 290 e 300. Tali fasi di irraggiamento potranno essere seguite sul monitor dei mezzi di elaborazione 40 su cui verranno visualizzati dati riguardanti in tempo reale la traiettoria in corso, la percentuale di trattamento effettuata, la dose conferita e quella rimanente .
Segue la fase di termine 310.
Nel caso di irraggiamento convenzionale, l'operatore, dopo aver avvicinato la testa radiante 32 al paziente, e dopo aver impostato tramite i mezzi di elaborazione 40 la dose desiderata, avvicinerà la testa radiante 32 al cono collimatore utilizzato per proteggere dal fascio di elettroni le parti del corpo del paziente che non si desidera irraggiare e darà inizio all'irraggiamento.
Si è in pratica constatato come l'apparecchiatura secondo il trovato assolva pienamente il compito prefissato in quanto consente di realizzare un'apparecchiatura per l'accelerazione di elettroni che sia utilizzabile direttamente in sala operatoria senza particolari misure protezionistiche. Inoltre, l'apparecchiatura secondo il trovato risulta di dimensioni, peso e costi inferiori ad analoghe apparecchiature di tipo noto.
La separazione tra testa radiante 32 e mezzi di modulazione 33 e la loro connessione mediante la guida d'onda flessibile 38 consente di prevedere un braccio meccanico articolato 51 in grado di posizionare e movimentare nello spazio la struttura accelerante 39 e la testa radiante 32 con estrema precisione ed in maniera molto flessibile.
Il controllo tramite elaboratore opportunamente programmato 40 permette di impostare il movimento della struttura articolata 51 in modo tale che il fascio di elettroni vada a trattare tutta la massa tumorale per quanto irregolare possa essere.
La caratteristica di autofocheggiamento del fascio unitamente alla conformazione della struttura accelerante 32 rendono inutile la presenza di dispositivi ausiliari esterni per la regolazione del fascio (magneti ecc.) , consentendo quindi un livello di radiazioni X estremamente basso. Tal riduzione di radiazioni permette l'uso dell'apparecchiatura in sale operatorie senza particolari schermature.
L'impiego della brasatura a tenuta di vuoto per l'assemblaggio delle diverse cavità acceleranti 26 costituenti la struttura accelerante 32 permette di eliminare la camicia esterna di tenuta al vuoto, riducendo quindi peso e dimensioni.
Il dispositivo così concepito è suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nel concetto inventivo.
Così, ad esempio, dato che nell'apparecchiatura secondo il trovato la sezione del fascio rimane di dimensioni molto limitate, la corrente del fascio deve essere a sua volta fortemente ridotta, pena il rischio di impartire una dose puntuale eccessiva e di narcotizzare quindi il tessuto irradiato. La necessità di ridurre l'intensità di corrente può rendere possibile eliminare il catodo 28 della struttura accelerante 39, grazie al noto fenomeno della estrazione a freddo degli elettroni da un materiale metallico. Questo fenomeno consiste nel fatto che un intenso campo elettrico applicato ad un materiale metallico riesce ad estrarre un certo numero di elettroni dalle orbite atomiche più esterne. Il numero di elettroni che si riesce ad estrarre non è però sufficiente per le correnti dì fascio richieste dagli acceleratori di tipo noto.
Infine, tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti .
In pratica i materiali impiegati, purché compatibili con l'uso specifico, nonché le dimensioni, potranno essere qualsiasi secondo le esigenze e lo stato della tecnica.
Laddove le caratteristiche tecniche nelle rivendicazioni sono seguite da riferimenti numerici e/o sigle, detti riferimenti numerici e/o sigle sono stati aggiunti all'unico scopo di aumentare l'intelligibilità delle rivendicazioni e pertanto detti riferimenti numerici e/o sigle non producono alcun effetto sull'ambito di ciascun elemento identificato solo a titolo indicativo da detti riferimenti numerici e/o sigle.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1.Apparecchiatura per l'accelerazione lineare di elettroni, particolarmente per radioterapia intraoperatoria, caratterizzata dal fatto di comprendere: una struttura articolata per la movimentazione di mezzi di irraggiamento comprendenti una struttura accelerante costituita da una pluralità di cavità; - mezzi di modulazione per la generazione, il controllo e l'invio di radiofrequenza a dette cavità di detta struttura accelerante; - mezzi di controllo ed elaborazione atti a controllare detta apparecchiatura, detti mezzi di modulazione essendo separati da detti mezzi di irraggiamento, il collegamento avvenendo mediante mezzi di guida d'onda atti a inviare la radiofrequenza a detta struttura accelerante . 2 .Apparecchiatura secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di guida d'onda comprendono una guida d'onda flessibile atta a collegare detti mezzi di modulazione a detti mezzi di irraggiamento . 3.Apparecchiatura secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detta struttura articolata comprende un automa per la movimentazione di detti mezzi di irraggiamento, detto automa essendo disposto su una struttura di supporto fissata al suolo. 4.Apparecchiatura secondo la rivendicazione 3, caratterizzata dal fatto che detto automa comprende quattro segmenti articolati mobili fra loro atti a consentire a detti mezzi di irraggiamento il movimento secondo sei gradi di libertà. 5.Apparecchiatura secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto di comprendere mezzi di elaborazione atti a gestire detta apparecchiatura, detti mezzi di elaborazione essendo collegati a detti mezzi di modulazione . 6.Apparecchiatura secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detta pluralità di cavità di detta struttura accelerante sono connesse fra loro tramite brasatura a tenuta di vuoto, le cavità dalla prima alla quinta essendo di lunghezza crescente, le successive cavità essendo di lunghezza uguale fra loro, detta pluralità di cavità realizzando un auto focheggiamento del fascio elettronico. 7 .Apparecchiatura secondo la rivendicazione 6, caratterizzata dal fatto che detta struttura accelerante comprende un catodo collocato anteriormente a detta prima cavità ed una lamina di titanio collocata esternamente all'ultima cavità. 8 .Apparecchiatura secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di modulazione comprendono un magnetron, un modulatore della radiofrequenza ed un modulatore del catodo atto ad abilitare detto catodo. 9 .Apparecchiatura secondo la rivendicazione 6, caratterizzata dal fatto che detta struttura accelerante comprende una lamina di titanio collocata esternamente all'ultima cavità. 10 .Apparecchiatura secondo la rivendicazione 1,caratterizzata dal fatto che detti mezzi di modulazione comprendono un magnetron ed un modulatore della radio frequenza . 11 .Procedimento per la realizzazione di radioterapia intraoperatoria tramite l'impiego dell'apparecchiatura per l'accelerazione di elettroni definita nelle rivendicazioni 1-10, caratterizzato dalle fasi che consistono in una fase di istruzione, una fase di apprendimento, una fase di verifica e una fase di terapia. 12 .Procedimento secondo la rivendicazione 11, caratterizzato dal fatto che detta fase di istruzione consiste nel far descrivere manualmente a detta apparecchiatura i perimetri delle aree de trattare, detta fase di apprendimento consiste nella memorizzazione di detti perimetri da parte di detta apparecchiatura, detta fase di verifica consiste nelle verifica di detti percorsi e nella contemporanea immissione dei parametri indicanti, per ciascun percorso, dosi ed energia del fascio elettronico utilizzato per il trattamento, e detta fase di terapia consiste nell'effettuare l'irraggiamento di dette aree definite secondo dette dosi ed energie impostate.
IT94LT000012A 1994-09-19 1994-09-19 Apparecchiatura per la radioterapia intraoperatoria mediante acceleratori lineari utilizzabili direttamente in sala operatoria IT1281184B1 (it)

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