ITFI20130212A1 - Bullone con tutti i filetti in presa - Google Patents

Description

DESCRIZIONE DEL BREVETTO PER INVENZIONE DAL TITOLO:

“Bullone con tutti i filetti in presa

RIASSUNTO: Forzando l’anima del bullone per metà della sua sezione, il carico verrà ripartito in modo eguale su tutti i filetti in presa.

DESCRIZIONE: oggetto del presente trovato è un bullone con tutti i filetti in presa: in pratica si è constatato che metà delle linee di forza si sarebbero addensate sul primo filetto, 1⁄4 sul secondo: assottigliando invece il gambo; onde consentire l’adeguato allungamento, anche i restanti filetti potranno aggrapparvisi in egual ragione.

ALLO STATO ATTUALE DELLA TECNICA, molti tentativi erano stati effettuati allo scopo di ripartire meglio il carico fra i vari filetti in presa: il Maduska aveva fatto variare il diametro esterno della madrevite (dado ad imbuto, tav. la); il Levi d’Ancona lo perfezionò ulteriormente imbutendolo da lamiera. Sempre nel suo libro “parti interne di macchine”, il Levi d’Ancona propose il bullone filettato da due pettini assottigliati ad angolo; il Boli praticava una scanalatura a profondità variabile sul fondo della gola della madrevite; altri la filettatura a diametro variabile o di passo variabile (soluzioni non praticamente interessanti), il Lehr alleggeriva il dado . Altro dato da non sottovalutare, è quello che sulla prima spira di presa la deformazione diviene permanente, quasi doppia del limite di elasticità! Da esperimenti effettuati dal Levi d’Ancona, ancora studente, nei suoi esperimenti di fotoelasticità, risultò che il diagramma delle tensioni era pari a quello di sinistra a tav. 2a. Ne consegue che occorre alleggerire il gambo con altri metodi: negli anni 60 lo scrivente Levi d’Ancona ottenne dei risultati inclinando il pettine filettatore debitamente scaricato; ma in seguito egli ottenne risultati assai più profìcui praticando nello stelo un foro (1 ) assiale di area pari al 50% della superficie (v. diagr. 2a a destra): per quanto riguarda la testa leggermente conica la parte di appog· gio (2), con un bordo in (3); essa cederà come una molla a tazza, fino al serraggio finale autobloccante. In tav. 2b è illustrata la frattura (F) avvenuta nello stelo (5) all'imbocco del dado (7): la stessa frattura (F) si sarebbe presentata nello stelo (5) alFimbocco (4) del pezzo (6) a tav. 2a, parte sinistra se non fosse stalo praticato il foro HTf parte destra di fig.

2a).

Veniamo ora ad illustrare in tav. 3 il diagramma S (in orizzontale), e dei carichi F (in verticale); e della distribuzione uniforme del carico su tutti i filetti in presa (ns. modifica a tav.

2a a destra), praticamente diciamo che, sotto il precarico v= AB, la retta ÀO di deformazione dello stelo, con angolo yb. porta all’allungamento A 1 b0, mentre il pezzo di caratteristica ye, non appena serrato, si comprime con l’allungamento Δ i g»; non appena sotto lo sforzo P = A1B1, l’allungamento dello stelo aumenta da Δ lb0a ΔΙ Β mentre l’accorciamento del pezzo serrato diminuisce da Δ&, a Algperò, se il carico si addensasse (come di solito), sul solo primo filetto, si presenterebbe una caratteristica non più lineare delle pendenze ybe y<!>g, con la modifica del diagr’. da quello a tav. 3a a quello di tav. 3b (assai più gravoso): infatti, sotto lo stesso carico v, gli angoli variabili ybe y'g, presentavano pendenze assai maggiori, arrivando vicini al carico di rottura dello stelo, nel punto di attacco col pezzo in presa (cioè si arrivava quasi verticali nel punto A), ne consegue che, senza la modifica, per i filetti in presa sotto al carico P di lavoro, a causa della rigidezza del gambo, il segmento ÀiB[ si sposta in À2B2ed i ALhsi accorciano sensibilmente in conseguenza del l’irrigidimento dello stelo; come pure, il bullone avrà subito un allungamento ALbsinferiore a quello modificato ALbm. La porzione di gambo libera, invece, si allungherà della solita entità di prima, non avendo subito modifiche.

NON STIAMO MAI TROPPO A LODARE IL PRESENTE TROVATO:

a) L’insieme di tanti bulloni più piccoli e leggeri alleggerirà tutta la struttura assiemata;

b) Una migliore ripartizione delle sollecitazioni interne permette di reggere ad un maggior carico di fatica.

c) Il praticare il foro centrale nel gambo non è dispendioso;

d) Una volta raggiunto in carico di serraggio, la conicità di testa cede fino al pareggio sul pezzo (con chiave dinamometrica fino al contatto); la tensione residua renderà il dado autobloccante;

e) Sotto testa del bullone non si presentano piu addensamenti di linee di forza, che si presenterebbe agli estremi limiti al distacco;

f) La diminuzione della densità delle linee di forza nel pezzo da serrare ne rende integro il materiale anche sotto sollecitazione a fatica, e ciò è di basilare importanza per la tenuta dei serbatoi.

Claims (1)

1. RIVENDICAZIONI: 1 ) Bullone con tutti i filetti in presa, grazie alla presenza di un foro assialmente centrale nello stelo.