ITCL20060006A1 - Chiosco mobile trainabile e trasformabile in situ in un chiosco fisso - Google Patents

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ITCL20060006A1
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Description

DESCRIZIONE
Dell’Invenzione Industriale dal Titolo: Chiosco mobile trainabile e trasformabile in situ in un chiosco fisso.
A seguito di una attenta ricerca sul mercato italiano e su vari mercati esteri mi sono reso conto che esiste qualche ditta che produce chioschi mobili, ma tutti hanno dei grossi limiti rappresentati dalla presenza antiestetica del timone che è peraltro ingombrante e pericoloso, in quanto le persone vi possono sbattere od inciampare; delle ruote che sono a vista anche se molte volte sono nascoste per metà da pannelli e che soprattutto creano un problema di quota, in quanto il pianale dove opera il gestore del chiosco, il più delle volte, è sopra di esse ed è troppo alto rispetto all’ utente finale, creando una vera e propria barriera psicologica. Il problema si acuisce quando tra i due soggetti vi è interposto un bancone frigorifero per gelati, un banco frigo-bar, un lavandino, ecc. Altro problema da non sottovalutare per il tipo di struttura che presuppone rapporti con il pubblico è quello estetico. 1 progettisti per quanti sforzi e soluzioni possano adottare si debbono scontrare con le situazioni appena descritte che non potendo materialmente risolvere, le camuffano. Infatti, il timone che è rigido e d’ acciaio non può essere in alcun modo eliminato e viene usato per riporvi attrezzature tecnologiche come motori frigoriferi, gruppi elettrogeni, ecc. Il problema delle ruote viene affrontato, ma non risolto, anteponendovi una pedana davanti che nasconde un poco le ruote, ma non del tutto, e contribuisce ad alzare il piano d’ appoggio dell’ utente. Allora, per cercare di renderli più appetibili fanno leva su forme strane o su colori sgargianti, ottenendo molto spesso risultati piuttosto discutibili.
Da quanto fin qui esposto si intuisce che per ovviare a questo inconveniente sarebbe utile smontare di volta in volta il timone, gli assali, le ruote, i gruppi ottici e la targa. Ma a sua volta si presenterebbero per Γ operatore vari problemi; il primo è quello del tempo necessario per effettuare queste operazioni, infatti ogni volta che sceglierebbe o lascerebbe una postazione dovrebbe smontare o montare questi pezzi. Nello svolgere queste operazioni inevitabilmente si dovrà sporcare, cosa da evitare nel modo più assoluto soprattutto se deve manipolare alimenti.
Per ovviare a questi inconvenienti ho messo a punto un chiosco montato su un particolare tipo di rimorchio che può essere trainato da una qualunque autovettura munita di gancio traino. Una volta scelto il posto di stazionamento si trasforma in un chiosco fisso vero e proprio, in quanto tutti i componenti tipici del rimorchio ruote, assale, timone, gruppi ottici, targa ecc. vengono in esso inglobati e di fatto nascosti, caratteristica importante soprattutto per quei gestori che non sono del luogo in cui operano e non saprebbero dove collocare questi pezzi una volta smontati.
Inoltre, grazie all’ adozione di semiassi è possibile situare la pedana di servizio del gestore ad un’ altezza di circa 20 cm. come quella dei bar, risolvendo di fatto quei problemi tipici di tutti i chioschi mobili che solitamente hanno tale pedana a (60 -70) cm. da terra.
Essendo la parte inferiore del rimorchio perfettamente piana, non sporgendo né Γ asse, né parti di esso è possibile adagiare la struttura a terra, con Γ ausilio dei martinetti, assumendo Γ aspetto di un manufatto stabile e non mobile. Di conseguenza anche la fase di progettazione del chiosco, dal punto di vista architettonico è facilitata in quanto si presta bene ad assumere qualsiasi conformazione, visto che mancano quegli elementi che in tutti i casi comprometterebbero irrimediabilmente un buon risultato estetico.
Altro fattore determinante è rappresentato dal fatto che in questa trasformazione tutte le operazioni sono automatizzate in quanto assistite da sistemi elettromeccanici od oleodinamici. Quindi Γ operatore, svitando semplicemente tre bulloni all’ interno del chiosco, può dedicarsi tranquillamente alla sua attività.
Un punto forte di questo tipo di struttura risiede nel concetto di mobilità. Infatti, gli artigiani, i commercianti, i vari enti possono allocare il chiosco nelle zone affollate quali fiere, mercati, zone balneari, ecc. venendo a contatto con un certo numero di persone che magari per un periodo dell’ anno sono in un posto e per il restante in un altro.
SEMIASSALI E RUOTE RETRATTILI
Questo meccanismo è reso possibile da un cilindro collegato trasversalmente e sopra i due longheroni centrali tramite quattro piastre. Attorno alle due parti a sbalzo di questo cilindro se ne trovano disposti coassialmente altri due esterni di diametro maggiore a cui è consentita solo ed esclusivamente la rotazione. Ad ognuno di questi due elementi che hanno una rotazione indipendente sono collegati un semiasse con sospensione in gomma a sezione esagonale, il cui asse geometrico è parallelo a quello del cilindro esterno ed ortogonalmente a quest’ ultimo un martinetto oleodinamico che all’ altra estremità è saldamente collegato al telaio. Quando il pistone del martinetto è fuori, il cilindro esterno ruotando su quello interno fa abbassare le ruote (posizione di marcia), mentre quando il pistone rientra le ruote si alzano (fase di stazionamento)
E’ importante notare che in questo sistema, a differenza di altri, la rotazione non avviene attorno all’ asse delle ruote, ma attorno al cilindro appena descritto che girando fa ruotare , alzandolo, pure il semiasse, ottenendo il vantaggio di avere un abbassamento effettivo, netto, di circa (350 - 400) mm. Questa altezza è necessaria per consentire una marcia sicura anche su strade sconnesse o dissestate o per agevolare la fase di stazionamento in prossimità di marciapiedi o banchine.
TIMONE
Anche questo elemento è retrattile ed a completa scomparsa.
Il timone ipotizzato è costituito da un tubolare d’ acciaio a sezione quadrata a cui sono collegate quattro rotelle in nylon, due per ogni lato che consentiranno lo scorrimento in avanti ed indietro del timone. La prima coppia (con lo stesso asse immaginario) è situata nella parte posteriore in basso (il piano d’ appoggio delle rotelle coincide con quello passante per la faccia inferiore del timone), mentre Γ altra a circa 50 cm. dalla precedente è posizionata in alto. Le rotelle posteriori scorreranno su un binario ad andamento orizzontale, sul quale ve ne è sovrapposto un altro, in modo da vincolare le rotelle oltre che dal basso anche dall’ alto. Quelle anteriori invece, scorreranno su un binario che avrà una sagoma tale da permettere, una volta smontati i tre bulloni di fissaggio del timone al telaio i seguenti movimenti:
Arretramento del timone (dalla fase di marcia a quella di stazionamento)
1° Durante questa fase di arretramento 10 cm. circa, il timone rimane in posizione orizzontale.
2° Da 10 cm. a circa 50 cm. la parte anteriore del timone oltre ad arretrarsi si abbassa gradualmente, solo nella parte anteriore, di circa 30 cm. per consentire il passaggio del freno a mano, dello stabilizzatore e del supporto ruotino.
3° Da (50 a 110) cm. il timone arretra semplicemente, mantenendo le quote descritte al punto 2.
4° Da 110 cm. a fine corsa la parte anteriore del timone si alza gradualmente di circa 40 cm., risultando alla fine alzata di circa 10 cm. per consentire P alloggiamento del cavallotto. Tutte queste fasi potrebbero sembrare complesse, nella realtà si ottengono spostando semplicemente indietro il timone, a mano o con P ausilio di un attuatore montato in coda. Naturalmente, per la fase di avanzamento (dalla posizione di stazionamento a quella di marcia) basta semplicemente tirare fuori il timone a mano o dare all’ attuatore il comando per P estensione del braccio. Nella parte anteriore del timone è montato il freno a repulsione che ha il compito di far frenare il rimorchio attraverso un tirante rigido d’ acciaio che solitamente si trova disposto inferiormente al timone. Nel nostro caso, visto che la parte inferiore del telaio è quasi a contatto con il terreno non è consigliabile adottare questa soluzione. Pertanto al posto di un’ asta rigida si è preferito adottare un cavo d’ acciaio flessibile che attraversa il timone al suo interno. il primo fermo per la guaina si trova all’ esterno in corrispondenza dell’ occhiello del freno a repulsione e dopo (5 - 6 ) cm. vi è un’ asola che consente Γ ingresso della guaina all’ interno del profilato con una dolce curvatura. A meno 5 cm. dalla sezione terminale vi è un altro fermaguaina dal quale fuoriesce per circa (10 - 15) cm. il cavo d’ acciaio flessibile alla cui testa è collegata la comune asta d’ acciaio rigida lunga 1,15 mt., normalmente usata in questi casi.
Abbiamo visto che il movimento del timone non è orizzontale, quindi bisogna fare in modo che lo sia 1’ asta, vincolandola tra due occhielli verticali dotati di sezione trasversale circolare, per favorire lo scorrimento della stessa. Mentre P occhiello posteriore può essere fisso, P altro deve seguire il timone rimanendo però, rigorosamente in posizione verticale. A questo scopo, nella parte terminale del timone aggiungendo altre due rotelle a quelle di coda tramite una piastra incernierata ad i rispettivi assi si forma un carrellino le cui ruote scorrono lungo il binario orizzontale che ha la caratteristica di seguire il timone in avanti od indietro rimanendo sempre orizzontale. Su di esso è saldato in posizione verticale P altro occhiello, assicurando così all’ asta uno scorrimento sempre orizzontale. Per evitare che il tirante rigido del freno possa entrare all’ interno del timone, durante la fase di arretramento dello stesso, bisogna collegare un elastico tra la testa dell’ asta ed il carrellino con una forza di trazione piuttosto blanda per non interferire di molto con P azione esercitata sul cavo dal freno a repulsione.
GRUPPI OTTICI E TARGA RETRATTILI
I gruppi ottici per evidenziare gli ingombri del rimorchio durante le ore notturne devono essere disposti in corrispondenza delle estremità laterali. Ma dovendo renderli a scomparsa durante la fase di stazionamento non possiamo semplicemente ribaltarli verso la parte inferiore del rimorchio, in quanto questa operazione sarebbe impedita dai longheroni laterali. Pertanto, si rende necessario spostarli verso il centro di una distanza pari alla larghezza dei longheroni più il relativo giuoco. Per raggiungere tale scopo è necessario montare sopra i longheroni centrali in corrispondenza della traversa posteriore due barre filettate coassiali, una accanto all’ altra, in grado di girare alla stessa velocità, ma con verso opposto; per consentire 1’ avvicinamento o 1’ allontanamento contemporaneo. Nel nostro caso visto che abbiamo due longheroni centrali non possiamo ribaltare la targa posta in mezzeria, ma dobbiamo traslare anch’ essa. A tal fine si debbono montare due barre filettate con lunghezza diversa in modo da consentire a quella più lunga anche la traslazione della targa. Le traslazioni di questi tre elementi avvengono grazie a due dadi per ogni elemento collegati tra loro da un tubo a cui è saldata una placca opportunamente piegata alla quale è collegato il gruppo ottico o la targa. Le barre filettate debbono essere ingrassate e protette dalla polvere e dal fango con dei cilindri di gomma a mantice, montati con Γ ausilio di fascette attorno ad i tubi appena descritti, inglobando anche il dado. Il ribaltamento verso la parte inferiore dei gruppi ottici e della targa è affidato ad un tubo esterno e coassiale alle barre filettate ed incernierato ad i due longheroni centrali. Avente una lunghezza pari all’ ingombro dei due longheroni centrali, più mezzo centimetro di giuoco per lato, più lo spazio necessario per saldare ad ogni estremità, sulla superficie laterale un altro pezzo di tubo a “L”. Il pezzo ottenuto presenta le due estremità, parallele a quella centrale, in modo che le parti terminali risultino orizzontali e sotto i tre elementi, ad ognuno dei quali è collegato un anello, la cui parte interna è in nylon, che sarà libero di scorrere assialmente lungo il tubo. Ad una delle due estremità è affidato il ribaltamento della targa e di un gruppo ottico, all’ altra un gruppo ottico e l attacco del braccio dell’ attuatore.

Claims (4)

  1. RIVENDICAZIONI Dell’Invenzione Industriale dal Titolo: Chiosco mobile trainabile e trasformabile in situ in un chiosco fisso. 1) In questo chiosco mobile adottando un particolare rimorchio e degli elementi a scomparsa, assistita da sistemi elettromeccanici ed oleodinamici, si ottiene una struttura che nella fase di stazionamento sembra fissa, in quanto ingloba in esso, nascondendoli, vari elementi come i semiassali, le ruote, il timone, i gruppi ottici e la targa, mentre in quella di marcia questi elementi fuoriescono automaticamente. Pertanto, si rivendica come propria la soluzione sulla TRASFORMABILITÀ DI UN CHIOSCO (o strutture similari) DA FISSO A MOBILE E VICEVERSA.
  2. 2) Grazie all’ adozione di un cilindro collegato in mezzeria, trasversalmente ai due longheroni centrali del telaio è possibile ottenere servendosi di due cilindri coassiali più grandi di diametro disposti attorno alle due parti a sbalzo del cilindro la rotazione degli stessi. Ad ognuno di questi cilindri che hanno rotazioni indipendenti è collegato parallelamente un semiasse ed ortogonalmente un martinetto idraulico che quando arretra il pistone consente l' innalzamento non solo delle ruote ma anche del semiasse, consentendo in questo modo, a differenza di altri sistemi che arrivano a 200 mm., un abbassamento effettivo di circa (350 - 400) mm. Pertanto, si rivendica come propria la soluzione che fa ruotare il semiasse attorno al cilindro rendendo possibile la RETRATTIBILITA’ DEL SEMIASSE E DELLE RUOTE, sia in questo tipo di strutture che nei rimorchi.
  3. 3) Il timone è saldamente collegato al telaio tramite tre bulloni che una volta smontati lo svincolano. Grazie all’ ausilio di quattro rotelle in nylon libere di scorrere su dei binari articolati in un certo modo è possibile rendere questo elemento scorrevole ed abbassabile, per consentire il passaggio del freno a mano e dello stabilizzatore. Un discorso a parte va fatto per il freno a repulsione che prevede l’ adozione di una guaina interna al tubolare e di un carrellino montato in coda che serve a mantenere una guida (occhiello) sempre verticale in modo da mantenere Γ asta del freno orizzontale a prescindere dalla posizione del timone. Pertanto, si vuole tutelare come proprio il sistema che rende il TIMONE CON FRENO A REPULSIONE RETRATTILE ED ABBASSABILE, sia per questo tipo di strutture che nei rimorchi veri e propri.
  4. 4) I gruppi ottici e la targa sono a scomparsa in quanto nella fase di stazionamento vengono posizionati in un piccolo vano sotto il pianale. Per fare ciò è indispensabile traslare i gruppi ottici verso il centro, operazione resa possibile da due barre filettate disposte coassialmente 1’ una accanto all’ altra. Ogni elemento trasla in quanto ha due dadi avvitati alla barra filettata resi solidali tra loro da un tubo al quale è collegata una placca che sostiene un gruppo ottico o la targa. Nella parte centrale di questo sistema vi è disposto coassialmente ed esternamente un tubo d’ acciaio che è incernierato al telaio; ad ogni estremità vi sono saldati lungo le pareti due tubi a forma di “L”, a cui è affidato il compito di far ruotare verso l' interno i tre elementi. Ad una delle due estremità è collegato l' attuatore che quando è azionato fa alzare od abbassare contemporaneamente i due gruppi ottici e la targa. Pertanto, si rivendica come proprio il sistema che rende i GRUPPI OTTICI E TARGA TRASLAB ILI ED ARRETRABILI SOTTO IL PIANALE, in questo tipo di strutture ed in altre mobili.
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