ITBS980086A1 - Dispositivo termoregolatore perfezionato. - Google Patents

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ITBS980086A1
ITBS980086A1 IT000086A ITBS980086A ITBS980086A1 IT BS980086 A1 ITBS980086 A1 IT BS980086A1 IT 000086 A IT000086 A IT 000086A IT BS980086 A ITBS980086 A IT BS980086A IT BS980086 A1 ITBS980086 A1 IT BS980086A1
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IT
Italy
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fluid
valve
user
thermoregulator
circuit
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IT000086A
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Bruno Bernardi
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Bruno Bernardi
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    • GPHYSICS
    • G05CONTROLLING; REGULATING
    • G05DSYSTEMS FOR CONTROLLING OR REGULATING NON-ELECTRIC VARIABLES
    • G05D23/00Control of temperature
    • G05D23/01Control of temperature without auxiliary power
    • G05D23/13Control of temperature without auxiliary power by varying the mixing ratio of two fluids having different temperatures
    • G05D23/1393Control of temperature without auxiliary power by varying the mixing ratio of two fluids having different temperatures characterised by the use of electric means

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  • Physics & Mathematics (AREA)
  • General Physics & Mathematics (AREA)
  • Engineering & Computer Science (AREA)
  • Automation & Control Theory (AREA)
  • Control Of Temperature (AREA)
  • Confectionery (AREA)
  • Control And Other Processes For Unpacking Of Materials (AREA)
  • Heating, Cooling, Or Curing Plastics Or The Like In General (AREA)

Description

CAMPO DELLA TECNICA
La presente invenzione corcerne i termoregolatori ad acqua o ad olio diatermico.
I termoregolatori sono dispositivi che mediante la circolazione forzata di un fluido termovettore, che può essere acqua od olio diatermico, portano un'utenza da .termoregolare quale per esempio uno stampo, alla temperatura d'esercizio. Il loro compito è di mantenere costante la temperatura prestabilita in maniera automatica mediante l'azione di due distinti sistemi: uno di riscaldamento, generalmente elettrico, e l'altro di raffreddamento, che utilizza un fluido à perdere o un circuito chiuso.
STATO DELLA TECNICA
Mantenere costante la temperatura è una condizione indispensabile nel settore in cui vengono impiegati prevalentemente i termoregolatori, specie NEL SETTORE DELLA PRESSOFUSIONE E TRASFORMAZIONE DELLE MATERIE PLASTICHE, dove.il loro utilizzo è finalizzato alla termoregolazione di STAMPI, ESTRUSORI e CILINDRI, A questo scopo, PRECISIONE E STABILITA' di un dispositivo di termoregolazione risultano condizioni imprescindibili per il raggiungimento di un prpdotto altamente qualitativo. Infatti il controllo dei processi termici che avvengono nello stampo, costituiscono un. fattore di grande importanza nella produzione di pezzi stampati. Il raggiungimento ed \il successivo mantenimento con precisione del "set point" ha una notevole influenza sui seguenti aspetti: ritiro, deformazioni, fluidità del materiale, tempo di ciclo, aspetto superficiale, precisione dimensionale del pezzo stampato.
Uno studio preventivo dell'attuale situazione di mercato, in materia di temoregolator.i ha evidenziato che non esiste e quindi non è disponibile in commercio.un termoregolatore in grado di soddisfare pienamente tali condizioni. Perciò, l'inventore ha condotto uno studio e delle ricerche approfonditi volti a realizzare un dispositivo di termoregolazione, che
possa rispondere efficacemente alle esigenze dèi vari settori d impiegò e che porti ad un miglioramento
tecnico ed industriale sicuramente vantaggioso.
RIVELAZIONE DELL'INVENZIONE
La presènte invenzione è stata concepita sulla
base dei risultati dello studio e delle ricerche
fatte dall'inventore. Obiettivo primario di questa invenzione è di proporre e fornire UN DISPOSITIVO DI TERMOREGOLAZIONE PRECISO, STABILE E VELOCE ABBINATO
AL CONCETTO DI UN FORTE RISPARMIO ENERGETICO, IN
GRADO DI FUNZIONARE IN PRESSIONE 0 IN DEPRESSIÓNE, INDIFFERÈNTEMENTE CON ACQUA, ACQUA PRESSURIZZATA 0
OLIO DIATERMICO, IL TUTTO NELL'AMBITO DI UNA ‘ GESTIONE AUTOMATICA GOVERNATA DA UN CONTROLLO A MI-CROPROCESSORE.
Un tale obiettivo ed i vantaggi industriali, di gestione ed economici che ne derivano sono raggiunti
con un dispositivo termoregolatore secondo almeno la rivendicazione 1.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
Maggiori <'>,dettagli del trovato risulteranno più evidenti dal seguito della descrizione fatta con riferimento agli allegati disegni esemplificativi;
nei quali:
la Fig.l rappresenta, schematicamente, il circuito idraulico base di un termoregolatore secondo l'invenzione;
la Fig.la rappresenta il circuito della Fig.l in una configurazione per l'uso nel termoregolatore di. un fluido diatermico come fluido termovettore;
la Fig.lb rappresenta il circuito della Fig.l in una configurazione per l'uso nel termoregolatore di acqua come fluido termòvettore;
la Fig.2 rappresenta in dettaglio un dispositivo di raffreddamento compreso nel termoregolatore dell'invenzione;
la. Fig;3 rappresenta il dispositivo di raffreddamento della Fig.2 integrato con un sistema di due sorgenti di fluido di raffreddamento utilizzabili in alternativa l'una all'altra;
- la Fig. 4 rappresenta il dispositivo della Fig.3 in configurazione.per l’uso di una fonte di calore alternativa;
la Fig.5a rappresenta il circuito della Fig.l implimentato con un eiettore su un circuito derivato dal. circuito in cui circola il fluido di processo, l'eiettore essendo qui inattivo;
la Fig.5b rappresenta il circuito della Fig.5a con evidenziato .l'effetto dell'eiettore;
la Fig .6 rappresenta il circuito delle Figg. 5a e 5b con l' aggiunta di un sistema, di recupero del fluido termovettore;
la Fig.7 rappresenta il circuito della Fig.6 con. l'aggiunta di un sistema di caricamento e/o reintegro di un fluido diatermico in un serbatoio;
-le· Figg.8 e 9 rappresentano il circuito della Fig.7 con l'ulteriore aggiunta di un sistema per il caricamento e/o reintegro di acqua,,nella Fig.8 essendo evidenziato il sistema di riempimento, nella Fig.9 il sistema di.reintegrò o rabbocco; e
la Fig.10 rappresenta il circuito delle Figg÷8 e 9 con evidenziata la parte che interviene nell'eventuale reintegro di acqua nel funzionamento del sistema con acqua pressurizzata.
MODI PER METTERE.IN PRATICA L INVENZIONE
Nel cicuito base della Fig.l e corrispondentemente delle Figg.la e lb, è possibile distinguere:
.- una pompa (1), che aspira, secondo le frecce riportate, il fluido proveniente da un'utenza e a questa .lo rinvia dopo aver attraversato un elemento (resistenza) riscaldante (2), una prima valvola modulante .(.3) e.uno scambiatore (4) con un circuito secondario;
. - un vaso d'espansione (5), atto a contenere l'aumento di volume dovuto alla dilatazione del fluido in circolazione, che insiste su un collettore (6) tràmite un elemento di collegamento (7);
- una sonda di controllo temperatura.(8);
- una seconda valvola modulante <9) posta sul secondario (S) dello scambiatore (4);
- una valvola {10) di by-pass manuale;
- l'utenza da termoregolare coilegata al circuito tramite valvole VI e V2;
- una còppia di valvole V3 e V4 che consentono di percorrere lo schema, secóndo due vie per. due configurazioni alternative d'uso del termoregolatore:
1 circuito (v. Fig.la), attraversando la valvola V3, mantenendo chiusa la V4,
2 cicuito (v. Fig.2a), attraversando la valvola V4 e il vaso d'espansione (5), mantenendo chiusa la V3.
In particolare, il 1 cicuito ben si presta all'utilizzo di fluidi diatermici che, com'è noto, operano a pressione atmosferica.
La.circolazione del fluido avviene allora secondo là Fig.la, dove la valvola V4è. chiusa e la valvola V3 aperta. Il fluido di ritorno dall'utenza attraversa la valvola V3, giungendo in aspirazione alla pómpa (1) tramite il collettore (6) e da qui viene rinviato all'utenza attraversando l'elemento riscaldante (2), la prima valvola modulante (3) ed eventualmente lo scambiatore (4).
Questo circuito è caratterizzato da un particolare elemento di collegamento (7) sottoforma dì tubo a spira posto tra vaso di espansione (5) e collettore (6), elemento questo atto a migliorare l'utilizzo di fluidi diatermici sintetici, che sono largamente impiegati nei processi di termoregolazione.
Tali fluidi pur presentando una eccezionale stabilità termica alle alte temperature, non sostengono un'eccessiva esposizione all'ossigeno, a tali temperature, per periodi prolungati, pena l'insorgere di fenomeni di ossidazione che ne riducono la durata. Ne consegue, un aumento dei costi di gestione e un maggiore inquinamento ambientale dovuto al più frequente smaltimento del fluido esausto.
Poiché la quasi totalità dei sistemi che utilizzano fluidi diatermici,opera a vaso aperto, emerge l'importanza'di mantenere il fluido contenuto nel vaso, é pertanto a contatto con l'atmosfera, a temperature non elevate.
La particolare forma dell'elemento di collegamento {7) consente al vaso di espansione (5) di contenere l'aumento di volume dovuto alle dilatazioni, e contemporaneamente impedisce il trasferimento di calore al fluido contenuto nel vaso, evitandone l'ossidazione.
Il 2* circùito (v. Fig.lb) può essere usato quando il fluido termovettore è acqua. Allora lo stesso termoregolatore potrà funzionare a vaso aperto per temperature prossime all'ebollizione, mentre lavorerà in regime di pressurizzazione, per temperature superiori.
Per. il passàggio tra i due regimi di funzionamento, la circolazione del fluido deve avvenire secondo il circuito che si ottiene aprendo la valvola V4 e chiudendo la valvola V3.
Il fluido in ritorno dall'utenza attraversa quindi la valvola V4 e il vaso di espansione (5), giungendo in aspirazione alla pompa (1) tramite il collettore (6) e da qui viene rinviato all'utenza attraversando l'elemento riscldante (2), la valvola (3) ed eventualmente lo scambiatore (4).
L'elemento che consente al termoregolatore di operare INDIFFERENTEMENTE in regime di pressurizzazione o a pressione atmosferica, consentendogli di passare da uno statò all'altro durante il processo di regolazione, é un dispositivo di sfiato (11).
Tale dispositivo è costituito da una valvola a comando elettromeccanico del tipo ON/OFF (11) che, in funzione della temperatura letta dalla sonda (8) e di-altri parametri di regolazione, cambia il suo stato, conferendo al vaso la possibilità di funzio-r nare come VASO APERTO, nel caso la valvola (11) sia ON, O.di VASO CHIUSO AUTOPRESSURIZZATO, nel caso la valvola risulti OFF.
Un ulteriore elemento di caratterizzazione del termoregolatore qui descritto è rappresentato dal dispositivo di raffreddamento, riportato nella Fig.2. Nei circuiti tradizionali il raffreddamento avviene trattando nello scambiatore tutta la portata inviata all'utenza, il che oltre a richiedere l'utilizzo di uno scambiatore sufficientemente grande, comporta, la presenza di fluttuazioni nel processo di regolazione con conseguente dispendio energetico]
Tali svantaggi si superano con il dispositivo di raffreddamento rappresentano nella Fig.2, composto dallo scambiatore (4) e dalle due valvole modulanti (3) è (9), in grado di garantire la temperatura desiderata all'.utenza con una miscelazione controllata di acqua calda è acqua raffreddata. Si ottiene così una regolazione F.INE e RAPIDA con drastica riduzione <‘ >fino al quasi annullamento delle fluttuazioni di temperatura del fluido di processo.
Alla valvola modulante (9).a due vie, posta sul circuito secondario dello scambiatore (4) è affidato il compito di modulare la quantità d'acqua proveniente dalla sorgente fredda, in funzione del set da raggiungere e della temperatura della stessa sorgente fredda. Alla valvola modulante (3) a tre vie, posta sul primario dello scambiatore, è invece affidato il compito di miscelare il fluido più freddo in uscita dallo-scambiatore (4) con quello più caldo che non lò attraversa.
Il fluido che circola nel primario dello scambiatore (4) viene raffreddato dal fluido che circola nel secondario, il cui ingresso è modulato dalia valvola (9), comandata da un regolatore di temperatura. La percentuale di portata che circola nel primario dello scambiatore viene stabilita dal grado di apertura della valvola modulante (3), anch'essa controllata dal regolatore di temperatura in funzione della temperatura della sorgente fredda e della differenza tra valore impostato e valore misurato..
Con un tale,dispositivo si ottengono i seguenti . vantaggi:
- migliore regolazione della temperatura del fluido in mandata all'utenza, in quanto la valvola modulante agisce in modo proporzionale e non con .interventi del tipo ON/OFF;
- riduzione, quasi annullamento, delle fluttuazioni di temperatura del fluido'di processo;.
-variazioni impercettibili di portata del fluido primario all'utenza durante le azioni di regolazione della temperatura;
- eliminazione dell'effetto di surriscaldamento dell'acqua di raffreddamento nello scambiatore e di conseguenza del grave difetto di continue evaporazioni dell'acqua che com'è.noto intasano lo scambiatore di incrostazioni calcaree.
integra e completa il sistema di raffreddamento, un innovativo dispositivo complementare che viene montato a monte della valvola modulante (9) e che consente, qualora si abbiano à disposizione due. sorgenti, di raffreddamento SI e S2, di utilizzare quella economicamente più conveniente.
Il dispositivo è funzionalmente illustrato in Fig.3. <' >Ad ogni sorgente SI e S2 è associata una coppia di valvole ad azionamento, elettromeccanico. Le valvole (20) e (21) sono rispettivamente su andata e ritorno, della sorgente SI, mentre le valvole (22) e (23) riguardano andata e ritorno della sorgente S2.
La scelta della sorgente avviene in modo, automatico sulla base delle temperature rilevate da sonde (24) e (25).tramite by-pass (26) e (27), posti rispettivamente a monte delle valvole (20) e (22).
Il sistema descritto evidenzia le sostanziali differenze rispetto al metodo utilizzato dai termoregolatori .attualmente in commercio, che consiste nel raffreddare tutta la portata inviata all’utenza. Questa risulta pertanto caratterizzata come detto più sopra, da frequenti fluttuazióni di temperatura e associata ad una complicata regolazione della temperatura.
Nei.termoregolatori attualmente in commercio, la quantità di fluido in mandata all'utenza, cui si cede il calore somministrato con l’attivazione della resistenza del. riscaldatore (2), rimane sempre costante indipendentemente dallo specifico valore di temperatura da raggiungere. Conseguentemente a causa dell'inerzia, termica del sistema si può facilmente superare il "set point" impostato e dover successivamente intervenire con continuità (raffreddamento alternato a riscldamento e viceversa) per mantenere la temperatura settata con evidente notevole dispendio energetico. Per superare tale inconveniente nel sistema innovativo qui proposto oltre a.garantire un prelievo di acqua raffreddata non più costante, ma effettuato in misura tale da ottenere la temperatura desiderata, si è introdotto in fase di riscaldamento un parzializzatore di fase, come controllore della potenza elettrica erogata.
Con un tale sistema si ottengono i seguenti vantaggi:
- drastica riduzione del consumo elettrico, in quanto la modulazione continua operata dal parzializzatore, adegua l'erogazione della potenza elettrica alle effettive necessità termiche dell'utenza dà térmoregolare;
- migliore regolazione della temperatura del fluido in mandata all'utenza, in quanto la regolazione. consente un.migliore raggiungimento del "set point";
- grazie al parzializzatore è inoltre consentito un controllo elettronico sul senso di rotazione delle pompe. .
Un ulteriore<' >risparmio si ottiene grazie ad un dispositivo che rende possibile l'utilizzo di fonti alternative di calore a basso costo.
Il dispositivo è funzionalmente illustrato in Fig.4. Una coppia di valvole solenoidi (28) e (29) poste sull'ingresso e sull'uscita.del secondario, presiedono al controllo del flusso proveniente dalla sorgente alternativa.
Quando al termoregolatore è richiesto che funzioni in riscaldamento, (generalmente nella fase iniziale, quando l'obiettivo è per esempio di portare in temperatura uno stampo o utenza), può risultare conveniente fornire tale calore non attraverso le resistenze elettriche, bensì tramite una sorgente calda a basso costo come ad esempio una caldàia a metano.
<’>·Alla richièsta di uri tale modo di riscaldamento, tramite le valvole (28) e (29) si consente la circolazione attraverso il secondario dello, scambiatore del fluido caldo proveniente dalla sorgente alternativa.. La valvola modulante (3) a tre vie, invérte il suo funzionamento, in modo tale che il fluido che circola nel primario dello scambiatore (4) viene riscaldato dal fluido che circola nel secondario. La percentuale di portata che circola nel primario dello scambiatore viene stabilita dal grado di apertura di detta valvola (3), così come già visto nel caso del raffreddamento.
Quanto detto vuole evidenziare l'intelligenza di tale sistema che permette di ottenere un'ottimizzazione del processo insieme ad un risparmio energètico.
Funzionamento in depressione
Un ulteriore miglioramento industriale è rappresentato dalla introduzione di un eiettore (12) nel circuito del termoregolatore. L'eiettore (12), sfruttando il noto effetto Venturi, viene qui usato per generare una circolazione di parte del fluido in un circuito ausiliario (A) collegato al primario. Si realizza così in maniera semplice, un efficiente funzionamento in.depressione, in quanto è possibile aspirare aria senza limitazione dall'utenza ed eliminarla automaticamente senza elettrovalvole, pompe per vuoto o sfiati particolari come avviene nei termoregolatori attualmente in commercio.
· Tale sistema ovviamente non compromette la . circolazione del fluido nell'utenza; questa allora non dev'èssere .svuotata per passare dal funzionamento in pressione al funzionamento in depressione.
Nella Fig.5a è evidenziato il normale circuito, dove non compare l'effetto dell'eiettore (12). In questo caso, il fluide»è spinto attraverso l'utenza dalla pompa (1), dopo aver attraversato l’elemento riscaldante (2) e là valvola (3); completa poi la sua circuitazione ritornando in aspirazione alla pompa (1) dopo aver attraversato la valvola (V4) e il vaso d'espansione (5).
Nella Fig.5b è invece evidenziato l'effetto -dell'-eiettore-. il circuito è sostanzialmente lo stesso, ma in questo caso il tratto che va dall’utenza al vaso è un circuito derivato.
Con riferimento all'eiettore (12) è possibile individuare il circuito derivato (D) utenza-eiettore ed uri circuito primàrio valvola (13)-eiettore che si crea proprio per effetto dell'apertura della valvola (13). Il fluido non viene più spinto attraverso l'utenza, bensì aspirato dall'utenza per effetto dell'eiettore (12).
Un tale effetto oltre a garantire un funzionamento in depressione consente la funzione di RECUPERO LIQUIDI. E' utile efféttuare tale operazione in tutte quelle fasi, come ad esempio in un cambio stampo, in cui si renda necessario recuparare il fluido di processo trasferendolo in un apposito accumulo.
E' un'operazione che avviene sotto il controllo del microprocessore, che guida in maniera interattiva l'utènte nelle manovre da compiere.
Perchè abbia inizio la fase di recupero liquidi. occorre, con riferimento alla Fig.6, che la valvola (V4) risulti aperta e la valvola (V3) risulti chiusa. Se tali condizioni sono verificate (unitamente ad altre legate a temperatura e livello del fluido di processo), la successiva chiusura della valvola (VI) all'ingresso dell'utenza causa l'apertura delle elettrovalvole (13), (16) e (17).
L'apertura della valvola (13) mette in depressióne il tratto che, passando per le valvole (V2) e (V4) entrambe aperte, mette in collegamento l'utenza con 1'eiettore .(12). L'apertura della valvola (17) consente invece l'ingresso dell'aria, che aspirata dall'eiettore unitamente al fluido proveniente dall'utenza, consente il graduale trasferiemto di quest'ùltimo prima nel vaso d'espansione (.5) e poi, attraverso l'elettrovalvola (16), nel serbatoio d'accumulo (14) dotato di un indicatore di livello (15)
In caso.di utilizzo di fluidi diatermici il loro caricamento, e/o reintegro avviene ad opera di una pompa (33) e di una valvola (32) che prelevano il fluido contenuto nel serbatoio di accumulo (14). La quantità di fluido contenuto è segnalata dall'indicatore di livello (15). Tale fase è riportata in Fig.7.
Quando il fluido.di utilizzo è acqua, è la stessa sorgente fredda (che alimenta il secondario (S) dello scambiatore (4)), che provvede al riempimentp del serbatoio di accumulo (14), tramite un'elettrovalvola (3Ó) còme mostrato nella Fig.8. Tale riempimento avviene in.modo automàtico, sotto il controllo del livello (15).'
L'acqua viene prelevata dal serbatoio tramite la pompa .(33) e la valvola . (32), mentre l éventuale rabbocco del serbatoio avviene contemporaneamente, ad opera della valvola (30), come riportato in Fig.9.
Nel funzionamento con acqua pressurizzata, l'eventuale reintegro del sistèma, avviene direttamente dalla sorgente fredda tramite una valvola (31), la pompa (33) e la valvola (32), senza interessare il serbatoio di accumulo (14), che risulta intercettato dalla valvola (30) e da una valvola di ritegno (34).

Claims (14)

1. Dispositivo termoregolatore per portare e mantenere un'utenza termoregòlata ad una predeterminata temperatura di esercizio mediante una circolazione di un fluido, caratterizzato da un circuito di fluido termovettore in grado di funzionare selettivamente con un fluido (olio) diatermico, con acqua a pressione atmosferica o con acqua pressurizzata indifferentemente in regime di pressione o di depressione, e da un dispositivo di raffreddamento per un raffreddamento.parzializzato dal fluido termovettore ed una miscelazione controllata di un fluido caldo e di un fluido freddo per mantenere la desiderata temperatura dell'acqua all'utenza senza fluttuazioni di temperatura (v. Fig.. 1).
2..Dispositivo temoregolatorere secondo la rivendi- . cazione 1, il quale comprende:. - un'utènza con un'entrata ed un'uscita rispettivamente munite di una valvola di intercettazione di entrata (VI) e di una valvola di intercettazione di uscita (V2) e collegate ad una linea di andata ed una linea di ritorno del fluido termovettore; - una pompa. (1) tra dette linee di andata e di ritorno,per aspirare il fluido termovettore dall'uscita dell'utenza e mandarlo all'entrata di questa dopo aver attraversato un elemento riscaldante elettrico {2), una valvola modulante a tre vie (3) ed uno scambiatore termico (4), detta valvola modulante essendo.collegata allo scambiatore termico e alle linee di andata e ritorno; - una sonda (8) di controllo della temperatura su detta linea d'andata del fluido termovettòre all'utenza; - una valvola (10) di by pass manuale tra le linee di andata e ritorno; - un vaso di espansione (5) del fluido termovettore collegato, da una parte, alla linea di ritorno dell'utenza con una linea derivata (D) e, d'altra., parte, ad un collettore (6) posto su detta linea di ritorno.tra detta linea derivata e detta pompa (1); una prima, valvola di chiusura (V3) inserita in detta linea.di ritornò tra detta linea derivata (D) e detto collettore (6) ed una seconda valvola di chiusura (V4).in detta linea derivata (D) collegante detta.linea,di ritorno con detto vaso di espansione; dove . le valvole di.entrata e di uscita dell'utenza sono nórmalmentè aperte; e dove detta prima valvola di chiusura (V3) è aperta e detta seconda valvola di chiusura (V4) è chiusa per una configurazione d'uso del termoregolatóre con un fluido termovettore costituito dà un fluido diatermico à pressione atmosferica o, in alternativa, detta prima valvola di chiusura (V3) è chiusa e detta seconda valvola di chiusura (V4).è aperta per una configurazione d'uso del termoregolatore con un fluido termovettore costituito dall'acqua (v. Figg.la,lb).
3. Dispositivo termoregolatore secondo la rivendicazione 2, in cui lungo,la linea collegante il vaso di espansione (5) al collettore (6) è inserito un elemento (7) per impedire il trasferimento del calore al fluido inadatto vaso di espansione quando il fluido termovettorè è.un fluido (olio) diatermico, detto elemento essendo costituito da almeno un elemento tubolare in forma di spira.
4. Dispositivo termoregolatore secondo la rivendicazione 2, in cui il vaso di espansione (5) è dotato di un dispositivo di sfiato (11) commutabile in aperto/chiuso per l'uso del circuito di fluido termoyettore .in ..regime di vaso aperto e a temperatura atmosferica o.in regime di vaso chiuso e pressurizzato quando il fluido termovettore è acqua ad una temperatura prossima all'ebollizione o superiore, rispettivamente.
5. Dispositivo termoregolatore secondo la rivendicazione 4, in cui detto dispositivo di sfiato inelude una valvola ÒN/OFP (11) che si apre e si chiude in risposta almeno alla temperatura rilevata dalla sonda di temperatura (8) sulla linea di andata del fluido termovettore.
6. Dispositivo termoregolatore secondo la rivendicazione 1 ed una qualsiasi delle rivendicazioni 1-5, in cui il dispositivo di raffreddamento compren-, de lo scambiatore termico (4) con un circuito primario percorso dal fluido termovettore ed un circuito secondario percorso da un fluido (acqua) di raffreddamento, e. dove la valvola modulante a tre vie (3) sulla linea di andata all'utenza modula la quantità di fluido termovettore entrante al primario dello scambiatore termico e la quantità di fluido termovettore di ritorno dall'utenza da miscelare direttamente con il fluido in uscita da detto scambiatore, mentre una valvola modulante a due vie (9) modula la quantità del fluido di raffreddamento al circuito secondario dello scambiatore, dette valvole modulanti essendo governate da un regolatore di temperatura (v. Fig.2). .
7. Dispositivo termoregolatore secondo la rivendicazione 6, in cui detto dispositivo di raffreddamento è collegato ad una sorgente di fluido di raffreddamente.posta a monte della seconda valvola modulante (9).
8. Dispositivo termoregolatore secondo la rivendicazione 6, in cui detto dispositivo di raffreddamento è collegato a due sorgenti di fluidi di raffreddaménto poste a monte della seconda valvola modulante (9), le due sorgenti èssendo utilizzabili selettivamente, secondo convenienza, e in risposta ai dati provenienti;da sonde di temperatura connesse a ciascuna sorgente (Fig.,3).
9. Dispositivo termoregolatore secondo la rivendicazione 6, in cui il dispositivo di raffreddamento è utilizzabile anche come.sistema di riscaldamento preliminare o iniziale del fluido termovettore, circolante nel primario détto scambiatore, .il circuito secondario essendo .collegabile selettivamente con una sorgente di un fluido di riscaldamento escludendo la ò le sorgenti del fluido di raffreddamento, detta sorgente essendo alimentata da una fonte di energia non elettrica, la quantità di fluido termovettore al primario essendo regolata dalla valvola modulante (3). a tre.vie (v. Fig.4).
10. Dispositivo termoregolatore secondo la rivendicazione 1 ed una qualsiasi delle rivendicazioni 1-9, in cui il circuito primario percorso dal fluido termovettore ha .<'>un circuito (A) ausiliario che si collega alla linea di andata attraverso una valvola (13) al vaso di espansione e alla linea di ritorno attraverso il circuito derivato (D), su detto circuito ausiliario essendo inserito un eiettore (12) nella forma di un tubo ad effetto Venturi, per commutare il termoregolatore da un regime di normale . funzionamento in pressione ad un regime di funzionamento,in depressione, nel funzionamento in pressione detta valvola (13) sul circuito ausiliario (A) essendo chiusa, mentre questa è aperta per il funzio- . nàmento in depressióne con aspirazione dell'aria dall'utenza (v. Figg.5a, 5b).
11. Dispositivo termoregolatore secondo la riven-: dicazione 10 ed lina qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente in oltre, un sistema di recupero flùido specialmente.se diatermico dall'utenza che include una valvola di aspirazione aria (17) sulla linea di andata del fluido termovettore tra la valvola di entrata (VI) e l'utenza, ed un serbatoio di accumulo (14) collegato, da una parte, al vaso di espansione (5) attraverso la valvola di sfiato (11) e dall'altra, attraverso una valvola (16), alla linea di andata tra.l'elemento riscaldante (2) e la prima valvola modulante (3),. in modo che quando detta prima valvola modulante (3) è aperta o chiusa, la valvola di uscita (V2) dell'utenza e la seconda valvola (V4) sul circuito derivato sono aperte, con la chiusura della valvola di entrata (VI) si abbia l'apertura della valvola (13) sul. circuito derivato, della., valvola (16) tra il serbatoio e la linea di andata e della vàlvola di aspirazione aria (17) per l'aspirazione del liquido dall'utenza attraverso l'eiettore 12 (Fig.6).
12. Dispositivo termoregolatore secondo una qualsiasi rivendicazióne precedente comprendente inoltre dei mezzi per il caricamento e/o reintegro di un fluido diatermico ad opera di una pompa aggiuntiva (33) e di una valvola (32) che prelevano il fluido dal serbatoio di accumulo (14) per mandarlo alla linea di andata a livello del collettore (6) (v. Fig.7).
13. Dispositivo termoregolatore secondo una.qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 11 comprendente, inoltre un sistema di caricamento e/o reintegro di acqua a partire dal vaso di accumulo (14) è attraverso mezzi colleganti selettivamente detto serbatoio al circuito secondario (S) dello scambiatore termico e al collettore (6) del circuito per il fluido termovettore (v. Figg.8-10).
14. Didpositivo termoregolatore perfezionato, come sostanzialmente sopra descritto, illustrato e rivendicato per gli scopi specificati.
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