ITBS20110072A1 - Sistema di ancoraggio per un elemento anticaduta e relativo metodo di installazione - Google Patents

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ITBS20110072A1
ITBS20110072A1 IT000072A ITBS20110072A ITBS20110072A1 IT BS20110072 A1 ITBS20110072 A1 IT BS20110072A1 IT 000072 A IT000072 A IT 000072A IT BS20110072 A ITBS20110072 A IT BS20110072A IT BS20110072 A1 ITBS20110072 A1 IT BS20110072A1
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IT000072A
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Alberto Gandellini
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Description

“SISTEMA DI ANCORAGGIO PER UN ELEMENTO ANTICADUTA E RELATIVO METODO DI
INSTALLAZIONEâ€
DESCRIZIONE
La presente invenzione ha per oggetto un sistema di ancoraggio per un elemento anticaduta quale un supporto per linee vita o un dispositivo di aggancio anticaduta, il sistema anticaduta comprendente tale sistema di ancoraggio e un relativo metodo di installazione di tale sistema di ancoraggio e di tale sistema anticaduta su una struttura edile, in particolare su una copertura in lamiera grecata.
Sono noti sistemi anticaduta quali linee vita o singoli dispositivi di aggancio destinati ad essere montati su strutture edili situate tipicamente ad una certa altezza dal suolo, quali tetti di edifici, muri o travi, come sistema di sicurezza per operatori che operano a tale altezza dal suolo. Tali linee vita o dispositivi evitano, in caso di perdita di equilibrio da parte dell'operatore e scivolata verso il basso, l'impatto dell'operatore con strutture sottostanti o con il suolo, o quantomeno ne limitano la violenza.
Sono note linee vita comprendenti due supporti fissati in posizioni mutuamente distanziate, tipicamente su un tetto di un edificio. Tra i supporti viene fissato un cavo di collegamento in acciaio, al quale un operatore può agganciarsi mediante un dispositivo individuale di protezione dalle cadute dall’alto (ad esempio un’imbracatura, un cavo di sicurezza, un cordino d’aggancio, una fune di trattenuta, un avvolgitore, un moschettone o simili attrezzature di sicurezza), potendo muoversi lungo il cavo tra i supporti.
Sono inoltre noti supporti piastriformi per linee vita destinati ad essere fissati, tipicamente direttamente, su coperture di un edificio (capannone o altro).
Sono anche noti dispositivi di aggancio anticaduta fissati singolarmente e direttamente su coperture di edifici e aventi un gancio o anello per l'aggancio del cavo individuale di protezione dalle cadute.
La Richiedente ha riscontrato che gli attuali sistemi di ancoraggio e relativi metodi di installazione per elementi anticaduta quali supporti per linee vita o dispositivi di aggancio non sono esenti da inconvenienti e sono migliorabili sotto diversi aspetti, in particolare i sistemi di ancoraggio ad, e i relativi metodi di installazione su, una copertura in lamiera avente una pluralità di costolature in rilievo tra loro parallele (come ad esempio le cosiddette "lamiere grecate"). Tali lamiere sono tipicamente spesse pochi decimi di millimetro (ad esempio da 0,3mm a 1mm massimo) e/o sono fatte in materiali relativamente morbidi, quali una lega di alluminio. Ciò comporta che un fissaggio diretto dell'elemento anticaduta alla lamiera risulta poco resistente.
A tale riguardo la Richiedente ha messo a punto il seguente metodo di installazione dei suddetti supporti per linee vita a conformazione piastriforme sulle coperture in lamiera grecata. Dapprima si fissano alla copertura due o tre elementi di ancoraggio piastriformi controsagomati alle costolature della copertura e disposti tra loro paralleli e allineati, ciascuno fissato su una rispettiva costolatura in modo tale che la costolatura si trovi interposta tra due porzioni piane dell'elemento di ancoraggio reciprocamente affacciate. Per il fissaggio si usano viti autoperforanti e autofilettanti che vengono inserite in opportuni fori predisposti negli elementi di ancoraggio, i fori essendo disposti lungo due file parallele rispettivamente sulle due porzioni piane. Tali viti entrano con abbondante gioco nei fori degli elementi di ancoraggio, essendo quest'ultimi di diametro (tipicamente 7 mm) maggiore del diametro maggiore delle viti (tipicamente 6.3 mm nominale). Pertanto non vi à ̈ sostanzialmente una interazione meccanica tra vite e parte interna del foro. La punta autoperforante della vite quando incontra la lamiera della costolatura la perfora a seguito della sua rotazione e la penetra, anche grazie alla filettatura che segue la punta autoperforante, fino a fare appoggiare la testa espansa della vite, opposta alla punta autoperforante, all'elemento di ancoraggio. Successivamente viene posizionato il supporto per linee vita sopra i due o tre elementi di ancoraggio e viene fissato ad essi tramite viti autoperforanti e autofilettanti, tipicamente uguali a quelle usate per il fissaggio degli elementi di ancoraggio, che vengono inserite in opportuni fori predisposti nel supporto piastriforme. Tali viti entrano con abbondante gioco nei fori del supporto, essendo quest'ultimi di diametro (tipicamente 7 mm) maggiore del diametro delle viti (tipicamente 6.3 mm). Pertanto non vi à ̈ sostanzialmente una interazione meccanica tra vite e parte interna del foro del supporto. La punta della vite quando incontra il sottostante elemento di ancoraggio lo perfora a seguito della sua rotazione e lo penetra grazie anche alla filettatura che segue la punta autoperforante, fino a quando la testa espansa della vite si appoggia al supporto piastriforme. Pertanto la vite 'lavora' con la sua filettatura nell'elemento di ancoraggio (e non nel supporto per linee vita) e fissa il supporto piastriforme a quest'ultimo. Eventualmente la vite perfora anche la sottostante lamiera.
Inoltre la Richiedente ha messo a punto il seguente metodo di installazione dei suddetti singoli dispositivi di aggancio sulle suddette lamiere grecate. Dapprima si fissa, tipicamente per saldatura, il dispositivo di aggancio ad un elementi di ancoraggio piastriforme controsagomato alla costolature della copertura, del tipo sopra descritto. Successivamente si fissa tale elemento ad una rispettiva costolatura tramite l'uso di viti autoperforanti e autofilettanti che vengono inserite in opportuni fori predisposti nell' elemento di ancoraggio. Tali viti entrano con abbondante gioco nei fori degli elementi, essendo i fori di diametro (tipicamente 7 mm) maggiore del diametro delle viti (tipicamente 6.3 mm). Pertanto non vi à ̈ sostanzialmente una interazione meccanica tra la vite e la parte interna del foro. La punta della vite quando incontra la lamiera della costolatura la perfora a seguito della sua rotazione e la penetra anche grazie alla filettatura che segue la punta autoperforante, fino a fare appoggiare la testa espansa della vite, opposta alla punta autoperforante, all'elemento di ancoraggio. Pertanto la vite 'lavora' con la sua filettatura nella lamiera grecata (e non nell'elemento di ancoraggio) e fissa l'elemento di ancoraggio a quest'ultima.
La Richiedente ha riscontrato che nei suddetti casi il gioco meccanico esistente tra la vite di fissaggio dell'elemento di ancoraggio alla lamiera e la parte interna del foro dell'elemento di ancoraggio indebolisce la resistenza meccanica del fissaggio dell'elemento di ancoraggio alla lamiera in caso di caduta dell'operatore. Infatti quando l’operatore vincolato alla linea vita o al singolo dispositivo di aggancio perde accidentalmente l’equilibrio e cade dall’alto, l’energia cinetica accumulata durante la caduta viene scaricata impulsivamente, più o meno attenuata, sul supporto o sul dispositivo di aggancio, tipicamente sottoforma di una sollecitazione di trazione. Tale sollecitazione viene trasmessa dal supporto o dispositivo al/ai sottostante/i elemento/i di ancoraggio che viene/vengono quindi sottoposto/i ad una trazione che può anche risultare in un momento torcente. Poiché le viti di fissaggio alla lamiera hanno un gioco rispetto ai fori dell'elemento di ancoraggio, esse tendono ad inclinarsi rispetto all'asse del rispettivo foro quando l'elemento à ̈ sottoposto ad una trazione con componente (almeno localmente) trasversale all'asse del rispettivo foro (ad esempio con componente parallela allo sviluppo longitudinale dell'elemento o almeno localmente trasversale a tale sviluppo e in allontanamento dalla copertura in lamiera). Tale inclinazione di una o più viti può favorire la fuoriuscita delle stesse dal foro nella lamiera, tenendo anche conto che la lamiera à ̈ spessa tipicamente solo pochi decimi di millimetro e/o à ̈ fatta in un materiale relativamente morbido (quale l'alluminio). Infatti, a causa del suddetto gioco la vite ruota leggermente all'interno del foro tendendo a disporsi parallelamente alla direzione della trazione stessa e con la testa rivolta nel verso della trazione e la punta nel verso opposto. In tale posizione à ̈ più facile che la vite tenda a sfilarsi dal foro della lamiera, favorendo così il distacco dell'elemento di ancoraggio.
La Richiedente ha inoltre notato che, a prescindere dal suddetto problema, il fatto che la vite possa girare a vuoto nel foro dell'elemento di ancoraggio comporta tipicamente una slabbratura del foro nella lamiera. Infatti l'installatore tipicamente avvita, ad esempio con l'ausilio di un avvitatore automatico, la vite nella lamiera e non si arresta, come idealmente dovrebbe, non appena la testa espansa della vite contatta l'elemento di ancoraggio. In tal modo la vite compie almeno una porzione di giro senza alcuna traslazione lungo l'asse della vite, in quanto à ̈ già attestata contro l'elemento, con la conseguenza che la filettatura lavora sul foro della lamiera dapprima sollevando i bordi del foro verso l'elemento e poi, in caso di azione di avvitamento insistita, lacerando gli stessi. In entrambi i casi la conseguenza à ̈ un allargamento del foro praticato dalla vite nella lamiera con conseguente degradazione dell'azione di tenuta della vite nella stessa e/o conseguente possibile infiltrazione d'acqua nella lamiera.
La Richiedente ha notato che a seguito di uno o entrambi i suddetti effetti indesiderati la tenuta dell'elemento di ancoraggio alla lamiera grecata può essere compromessa, con conseguente distacco dell'elemento stesso dalla lamiera grecata.
La Richiedente ha inoltre riscontrato che i sistemi di ancoraggio per elementi anticaduta noti e/o i relativi metodi di installazione noti sono caratterizzati da una complessità di esecuzione e/o da un elevato costo di realizzazione.
In questa situazione uno scopo alla base della presente invenzione, nei suoi vari aspetti e/o forme realizzative, à ̈ mettere a disposizione un sistema di ancoraggio per un elemento anticaduta quale un supporto per linee vita o un dispositivo di aggancio anticaduta, il sistema anticaduta comprendente tale sistema di ancoraggio e un relativo metodo di installazione di tale sistema di ancoraggio e di tale sistema anticaduta su una struttura edile, in particolare su una lamiera grecata, che possano essere in grado di ovviare ad uno o più degli inconvenienti citati.
Tale scopo, e altri eventuali, che meglio risulteranno nel corso della seguente descrizione, vengono sostanzialmente raggiunti da un sistema di ancoraggio per un elemento anticaduta quale un supporto per linee vita o un elemento intermedio per linee vita o un dispositivo di aggancio anticaduta, il sistema anticaduta comprendente tale sistema di ancoraggio e un relativo metodo di installazione di tale sistema di ancoraggio e di tale sistema anticaduta su una struttura edile, aventi le caratteristiche tecniche contenute in una o più delle unite rivendicazioni, ciascuna delle quali presa da sola (senza le relative dipendenze) o in qualsiasi combinazione con le altre rivendicazioni, nonché secondo i seguenti aspetti e/o forme realizzative esemplari, variamente combinati, anche con le suddette rivendicazioni.
In un aspetto l’invenzione riguarda un sistema di ancoraggio per un elemento anticaduta quale un supporto per linee vita o un dispositivo di aggancio anticaduta comprendente:
- almeno un elemento di ancoraggio, destinato ad essere fissato rigidamente ad una struttura edile, avente una conformazione sostanzialmente piastriforme e controsagomata ad una porzione di detta struttura edile e dotato di almeno una prima e una seconda parete definenti rispettivamente una prima e seconda superficie tra loro reciprocamente affacciate in modo che la suddetta porzione di struttura edile, quando l'elemento di ancoraggio à ̈ ad essa fissato, si trovi interposta tra detta prima e seconda superficie, e rispettivamente una terza e quarta superficie rispettivamente opposte a dette prima e seconda superficie, dette prima e seconda parete comprendendo ciascuna almeno un foro passante e - una pluralità di perni, ciascuno dei quali destinato a passare uno dei detti fori passanti nel verso dalla rispettiva terza o quarta superficie alla rispettiva prima o seconda superficie.
In un aspetto ciascun perno ha una porzione attiva conformata in modo tale che, quando inserita nel foro passante, impedisca un gioco meccanico tra il perno e il rispettivo foro.
Per gioco meccanico si intende un grado di libertà del perno rispetto al foro che consenta al primo di inclinarsi rispetto all'asse del secondo (ossia un grado di libertà rotazionale del perno rispetto al foro avente asse di rotazione con almeno una componente trasversale all'asse del foro).
Per prima e seconda superficie tra loro reciprocamente affacciate si intende ad esempio che la prima e seconda parete sono disposte nello spazio in modo da essere tra loro parallele o da formare tra loro un angolo, preso sul lato della prima e seconda superficie, minore di 180° , preferibilmente minore di o uguale a 90° (ad esempio 50°). La prima e seconda parete possono formare tra loro un angolo o direttamente, essendo tra loro adiacenti, oppure indirettamente, essendovi almeno una ulteriore parete dell'elemento di ancoraggio tra loro interposta. In questo secondo caso l'angolo formato dai due piani su cui sostanzialmente giacciono la prima e seconda parete à ̈ considerato l'angolo formato dalla prima e seconda parete.
La Richiedente ritiene che l'insieme delle suddette caratteristiche, in particolare il fatto che l' elemento di ancoraggio sia dotato di una prima e seconda superficie tra loro reciprocamente affacciate e che sia impedito il gioco meccanico tra perno e foro, renda particolarmente stabile e robusto il fissaggio dell'elemento di ancoraggio alla struttura edile, anche quando tale struttura edile à ̈ una lamiera sottile e/o di materiale relativamente morbido. Infatti le suddette caratteristiche comportano che, quando l'elemento di ancoraggio à ̈ posizionato sulla porzione edile cui à ̈ controsagomato (ad esempio ad una costolatura di una lamiera grecata), almeno due perni contrapposti sono inseriti rispettivamente nella prima e seconda parete e si oppongono al distacco dell'elemento di ancoraggio dalla suddetta porzione di struttura edile mantenendo sempre l'orientamento locale prescelto rispetto alla lamiera (tipicamente mantenendosi sempre localmente ortogonali alla lamiera). In tal modo i perni non possono 'sfilarsi' dalla lamiera, ma tendono al più a lacerarla traslando parallelamente alla stessa, quando sottoposti a trazione. Pertanto in tal modo la lamiera stessa funge efficacemente la funzione di fissaggio, in quanto si oppone alla suddetta traslazione dei perni fino a quando la forza di trazione non à ̈ sufficiente a lacerare la lamiera stessa.
In un aspetto la porzione attiva del perno à ̈ conformata in modo tale che, quando inserita nel foro passante, previene il disinserimento del perno dal foro a seguito di una trazione del perno lungo la direzione longitudinale dello stesso fino ad un valore di almeno 10 N, preferibilmente almeno 100 N.
In un aspetto detta porzione attiva del perno à ̈ conformata in modo tale che, quando inserita nel foro passante, occupa con sforzo almeno una porzione attiva di detto foro.
Occupare con sforzo significa che almeno una parte della superficie esterna della porzione attiva del perno esercita una pressione sulla superficie interna della porzione attiva del foro. Ad esempio, almeno la dimensione massima della sezione di detta porzione attiva del perno à ̈ maggiore della dimensione minima della sezione della porzione attiva del foro. In tal modo il perno può essere forzato nel foro con un orientamento angolare tale per cui ad esempio la suddetta dimensione massima del perno à ̈ allineata con la suddetta dimensione minima del perno, generando quindi una deformazione dei due elementi (con conseguente equalizzazione delle suddette dimensione massima e minima) e contestualmente la suddetta pressione.
Preferibilmente sia il foro che il perno hanno sezione circolare almeno in corrispondenza della rispettiva porzione attiva e la differenza tra i diametri della porzione attiva del perno e del foro à ̈ maggiore di o uguale a 0,1mm e/o minore di o uguale a 2mm, essendo il diametro della porzione attiva del perno maggiore del diametro della porzione attiva del foro.
In un aspetto ciascuno di detti perni à ̈ inserito nel rispettivo foro passante. Preferibilmente, in tal caso le sezioni della porzione attiva del perno e del foro coincidono. Con il termine sezione, nella presente domanda di brevetto, si intende il risultato dell'operazione di sezione con un piano immaginario.
In un aspetto detta porzione attiva del perno à ̈ conformata in modo tale che, quando inserita nel foro passante, previene il suddetto disinserimento del perno dal foro per interposizione meccanica con la porzione attiva del foro.
In un aspetto il perno comprende, almeno in corrispondenza della sua porzione attiva, un corpo principale a conformazione cilindrica dotato di una filettatura elicoidale.
In un aspetto la porzione attiva del foro à ̈ dotata di una controfilettatura controsagomata alla filettatura del perno in modo che, quando il perno à ̈ inserito nel foro (e.g. per avvitamento), l'interposizione meccanica tra filettatura e controfilettatura impedisce il suddetto disinserimento del perno dal foro per trazione longitudinale del perno.
In un aspetto detta porzione attiva del perno à ̈ conformata in modo tale che, quando inserita nel foro passante, previene il suddetto disinserimento sia in quanto occupa con sforzo almeno la porzione attiva del foro, sia per interposizione meccanica.
In un aspetto il foro passante à ̈ cilindrico e, prima dell'inserimento del perno, privo di filettatura interna. In un aspetto il diametro massimo della suddetta filettatura del perno à ̈ maggiore del diametro della sezione del foro passante prima dell'inserimento del perno. In tal modo, durante l'inserimento del perno nel foro per avvitamento, la filettatura del perno crea la controfilettatura nel foro (perno cosiddetto 'autofilettante') e, ad inserimento avvenuto, si genera la suddetta pressione (oltre che la suddetta interposizione meccanica) in particolare tra le superfici esterne della filettatura del perno e le superfici interne della controfilettatura del foro. Preferibilmente la differenza tra il diametro massimo della filettatura del perno e il diametro del foro prima dell'operazione di filettatura (ossia il diametro minimo della controfilettatura del foro a filettatura avvenuta) à ̈ maggiore di o uguale a 0,5mm e/o minore di o uguale a 3mm. Preferibilmente il diametro della sezione del corpo principale del perno à ̈ uguale o minore (con una differenza preferibilmente maggiore di o uguale a 0.1mm e/o minore di o uguale a 1mm) del diametro del foro prima dell'operazione di filettatura.
In un aspetto ciascuno di detti perni à ̈ inserito nel rispettivo foro passante e la porzione attiva del foro à ̈ dotata della suddetta controfilettatura.
In un aspetto il perno ha una prima estremità longitudinale destinata ad essere inserita nel foro per trovarsi, nella posizione finale, dalla parte della prima o seconda superficie.
In un aspetto la prima estremità del perno à ̈ dotata di una punta auto-perforante, ad esempio atta a perforare la suddetta prima o seconda parete (o la ulteriore parete di cui sotto) dell'elemento di ancoraggio e/o ad allargare un pre-esistente foro (passante) della rispettiva parete.
In un aspetto la dimensione massima della sezione della punta auto-perforante à ̈ maggiore (di almeno 0.1mm, preferibilmente di almeno 0.5mm e/o meno di 2mm) del diametro del foro prima dell'operazione di inserimento del perno nel foro.
In un aspetto, l'elemento di ancoraggio prima dell'inserimento dei perni con punta auto-perforante à ̈ privo di uno o più dei suddetti fori passanti e, successivamente all'inserimento dei perni auto-perforanti, à ̈ dotato dei suddetti fori passanti.
In un aspetto, la dimensione massima della sezione della punta auto-perforante à ̈ maggiore (di almeno 0.25mm e/o meno di 2mm) del diametro del suddetto corpo principale del perno.
In un aspetto, la dimensione massima della sezione della punta auto-perforante à ̈ minore (di almeno 0.1mm e/o meno di 2mm, preferibilmente meno di 1mm) del diametro massimo della suddetta filettatura del perno.
In un aspetto ciascuno di detti perni à ̈ inserito nel rispettivo foro passante e il diametro del foro (trascurando la controfilettatura) coincide con la dimensione massima della sezione della punta autoperforante.
In un aspetto ciascuno di detti perni ha una seconda estremità longitudinalmente opposta alla prima, destinata a trovarsi, nella posizione finale, dalla parte della terza o quarta superficie e avente ingombro in sezione maggiore (preferibilmente di almeno 5mm) della sezione del rispettivo foro passante, in modo da attestarsi contro la terza o quarta superficie.
In un aspetto l'elemento di ancoraggio comprende almeno una ulteriore parete interposta tra la prima e la seconda parete, preferibilmente formante con ciascuna della prima e seconda parete un angolo, preso sul lato della prima o rispettivamente seconda superficie, maggiore di o uguale a 30° (preferibilmente maggiore di o uguale a 90°) e/o minore di o uguale a 150°, ad esempio 116°.
In un aspetto la prima e/o seconda parete e/o la almeno una ulteriore parete sono piane o sostanzialmente piane. In un aspetto la prima e/o seconda parete sono costituite da due porzioni longitudinali giacenti su piani tra loro obliqui, ad esempio al fine di controsagomarsi a costolature aventi un profilo a "X".
In un aspetto l'elemento di ancoraggio ha uno sviluppo prevalente longitudinale e sezione trasversale costante.
In un aspetto l'elemento di ancoraggio à ̈ una piastra a base rettangolare e avente almeno una linea di piegatura parallela ad uno sviluppo longitudinale, preferibilmente due linee di piegatura parallele allo sviluppo longitudinale e definenti rispettivamente uno spigolo tra la prima parete e l'ulteriore parete e tra la seconda parete e l'ulteriore parete.
In un aspetto l'elemento di ancoraggio ha uno spessore compreso tra 0,8mm e 10mm, preferibilmente costante.
In un aspetto ciascuna di dette prima e seconda parete comprendono una pluralità di fori passanti uguali a detto almeno un foro passante, preferibilmente allineati lungo lo sviluppo longitudinale. Preferibilmente i fori della prima parete sono sfalsati rispetto ai fori della seconda parete.
In un aspetto ciascun foro passante, almeno nella sua suddetta porzione attiva, à ̈ a sezione circolare, preferibilmente costante, preferibilmente dotato di una controfilettatura dopo l'inserimento del perno. In un aspetto detta sezione circolare del foro, prima dell'inserimento del perno, ha diametro minore di 7 mm, preferibilmente minore di o uguale a 6 mm, ancor più preferibilmente uguale a 5 mm. Preferibilmente il diametro massimo della filettatura del perno à ̈ maggiore o uguale a 6mm circa, più preferibilmente uguale a circa 6.3mm. Preferibilmente la dimensione massima della testa autoperforante del perno à ̈ maggiore di circa 5mm, più preferibilmente maggiore di o uguale a 5.2mm circa, ad esempio uguale a circa 5.5mm
In un aspetto l'asse del foro à ̈ ortogonale al piano di giacenza locale della prima o seconda parete. In un aspetto il sistema di ancoraggio comprende una guarnizione, ad esempio in gomma quale l'elastomero sintetico impermeabile EPDM, (destinata ad essere) interposta tra detto almeno un elemento di ancoraggio (preferibilmente tra detta ulteriore parete dell'elemento di ancoraggio) e la porzione di struttura edile. Preferibilmente la guarnizione ha pianta confrontabile con la pianta dell'intero elemento di ancoraggio.
In un aspetto il sistema di ancoraggio comprende una pluralità (preferibilmente due o tre) di elementi di ancoraggio avente le caratteristiche del, o uguali al, suddetto almeno un elemento di ancoraggio e preferibilmente disposti tra loro paralleli e sostanzialmente allineati lungo una direzione ortogonale al loro sviluppo longitudinale.
In un aspetto l'invenzione riguarda un sistema anticaduta comprendente uno dei suddetti sistemi di ancoraggio e l'elemento anticaduta (destinato ad essere) fissato a detto elemento di ancoraggio.
In un aspetto l' elemento anticaduta à ̈ un supporto per linee vita o un elemento intermedio per linee vita o un dispositivo di aggancio anticaduta.
In un aspetto l'elemento anticaduta comprende un corpo principale, avente preferibilmente una conformazione sostanzialmente piastriforme (preferibilmente sostanzialmente piana), (destinato ad essere) fissato rigidamente a detto elemento di ancoraggio o a detta pluralità di elementi di ancoraggio. In un aspetto l'elemento anticaduta comprende inoltre un corpo di aggancio (avente preferibilmente una conformazione sostanzialmente piastriforme) dotato di una estremità vincolata solidalmente fissata al corpo principale e una estremità libera, opposta a detta estremità vincolata, configurata per, e destinata ad, essere agganciata ad un cavo anticaduta, ad esempio un cavo di collegamento di una linea vita. Preferibilmente il corpo di aggancio presenta una serie di linee di piegatura interposte tra dette estremità libera e vincolata, ciascuna coppia di linee di piegatura adiacenti delimitando una rispettiva sottoporzione del corpo di ancoraggio in modo da definire una serie di sottoporzioni ciascuna giacente su un piano obliquo rispetto al piano di giacenza delle sottoporzioni adiacenti. Preferibilmente detto corpo di aggancio à ̈ strutturato per deformarsi almeno in corrispondenza di dette linee di piegatura per effetto di una forza di trazione applicata a detta estremità libera in modo tale che l’estremità libera modifica la sua posizione rispetto all’estremità vincolata.
In un aspetto il corpo principale dell'elemento anticaduta comprende una pluralità di fori passanti, preferibilmente disposti lungo una pluralità di file parallele uguali in numero alla, e poste in corrispondenza della, pluralità di elementi di ancoraggio. Preferibilmente detti fori passanti sono circolari ed hanno diametro maggiore di 5mm, più preferibilmente maggiore di o uguale a 6mm, ad esempio 7mm.
In un aspetto il sistema anticaduta comprende inoltre una pluralità di viti autoperforanti e/o autofilettanti strutturate per, e destinate ad, inserirsi ciascuna in un rispettivo di detti fori passanti di detto corpo principale e praticare un rispettivo foro filettato nel (e preferibilmente passante il) rispettivo elemento di ancoraggio sottostante (preferibilmente nella suddetta ulteriore parete dell'elemento di ancoraggio). In un aspetto dette viti hanno le stesse caratteristiche dei, o sono identiche ai, suddetti perni.
In un aspetto la dimensione massima della sezione delle viti (ad esempio la dimensione massima della filettatura delle viti) Ã ̈ minore (di almeno 0.5mm, preferibilmente 1mm, e/o meno di 2mm) del diametro dei fori passanti il corpo principale.
In un aspetto ciascuno di detti elementi di ancoraggio à ̈ interposto tra il corpo principale dell'elemento anticaduta e la struttura edile stessa, in modo tale che dette viti autoperforanti passino attraverso, e rendano solidali, il corpo principale e la barra di montaggio, e eventualmente la struttura edile.
In un aspetto il sistema anticaduta comprende una guarnizione, ad esempio in gomma quale l'elastomero sintetico impermeabile EPDM, (destinata ad essere) interposta tra ciascun elemento di ancoraggio (preferibilmente tra detta ulteriore parete di ciascun elemento di ancoraggio) e il corpo principale dell'elemento anticaduta. Preferibilmente la guarnizione ha pianta confrontabile con la suddetta ulteriore parete dell'elemento di ancoraggio.
In un aspetto l' elemento anticaduta ha una conformazione sostanzialmente piastriforme ed à ̈ dotato di una prima estremità e di una seconda estremità, strutturalmente opposta a detta prima estremità, fissate rigidamente, ad esempio per saldatura, a detto elemento di ancoraggio (preferibilmente alla suddetta ulteriore parete dalla parte della terza e quarta superficie) in modo da essere rese mutuamente solidali, e dotato di una porzione di aggancio strutturalmente interposta tra dette prima e seconda estremità e strutturata per l’aggancio di un cavo anticaduta, l'elemento anticaduta sviluppandosi con continuità strutturale dalla prima alla seconda estremità passando per detta porzione di aggancio. Preferibilmente l'elemento anticaduta presenta una prima serie di linee di piegatura, interposte tra detta prima estremità e detta porzione di aggancio, e una seconda serie di linee di piegatura, interposte tra detta seconda estremità e detta porzione di aggancio, ciascuna coppia di linee di piegatura adiacenti in ciascuna serie delimitando una rispettiva sottoporzione dell'elemento anticaduta in modo da definire una serie di sottoporzioni ciascuna giacente su un piano obliquo rispetto al piano di giacenza delle sottoporzioni adiacenti. Preferibilmente l'elemento anticaduta à ̈ strutturato per deformarsi, in uso, almeno in corrispondenza di dette linee di piegatura per effetto di una forza di trazione applicata a detta porzione di aggancio, in modo tale che la porzione di aggancio modifica la sua posizione rispetto alla prima e alla seconda estremità.
In un aspetto la prima e seconda porzione sono tra loro identiche e simmetriche rispetto ad un piano mediano di simmetria che passa per la porzione di aggancio.
In un aspetto, detta deformazione dell'elemento anticaduta rimane elastica almeno fino ad un valore di detta forza di trazione minore o uguale a 2 kN, preferibilmente minore o uguale a 2,5 kN. In tale modo l'elemento assorbe efficacemente le piccole sollecitazioni derivanti dal normale utilizzo da parte di un operatore (e/o dai cicli termici), senza compromettere la potenzialità di assorbimento delle sollecitazioni in caso di caduta.
In un aspetto, detta deformazione diventa plastica ad un valore di detta forza di trazione maggiore di 2 kN, preferibilmente maggiore di 3 kN, ancor più preferibilmente maggiore di 4 kN. In tale modo l'elemento anticaduta assorbe efficacemente le sollecitazioni impulsive dovute alla caduta dell'operatore. Per deformazione plastica si intende una deformazione anelastica.
Preferibilmente detto elemento di ancoraggio e/o detti perni e/o detto elemento anticaduta sono realizzati in materiale metallico, ad esempio acciaio, preferibilmente inox o zincato.
In un ulteriore aspetto l'invenzione riguarda una linea vita comprendente almeno una coppia dei suddetti sistemi anticaduta, dove detti rispettivi elementi anticaduta fungono da supporti per linee vita e sono (destinati ad essere) fissati tramite il rispettivo sistema di ancoraggio in posizioni mutuamente distanziate della struttura edile, e un cavo di collegamento disposto tra detti due supporti. Preferibilmente la linea vita comprende inoltre almeno un ulteriore dei suddetti sistemi anticaduta, dove il rispettivo elemento anticaduta funge da elemento intermedio ed à ̈ dotato di un dispositivo, fissato al corpo principale, per il contenimento laterale del cavo di collegamento.
In un aspetto detta struttura edile à ̈ un tetto o una copertura di un tetto, ad esempio una copertura ondulata, grecata o aggraffata, ad esempio in lamiera metallica, cemento, legno, plastica o materiale isolante. Preferibilmente la struttura edile à ̈ una copertura in lamiera di un edificio (capannone o altro) avente una pluralità di costolature in rilievo tra loro parallele (cosiddette "lamiere grecate"), detto elemento di ancoraggio essendo controsagomato ad una porzione di dette costolature.
In un aspetto l’invenzione riguarda la struttura edile dotata del suddetto sistema anticaduta o della suddetta linea vita.
In un ulteriore aspetto l’invenzione riguarda un metodo di installazione del sistema di ancoraggio, secondo uno o più degli aspetti della presente invenzione, sulla struttura edile, comprendente le fasi di: - collocare detto almeno un elemento di ancoraggio, secondo uno o più degli aspetti della presente invenzione, sulla porzione di struttura edile in modo tale che quest'ultima si trovi interposta tra detta prima e seconda superficie,
- trapassare con almeno un rispettivo perno, secondo uno o più degli aspetti della presente invenzione, la prima e seconda parete in corrispondenza di un rispettivo dei detti fori passanti nel verso dalla rispettiva terza o quarta superficie alla rispettiva prima o seconda superficie in modo tale che non vi sia gioco meccanico tra il perno e il rispettivo foro.
In un aspetto la struttura edile à ̈ una lamiera grecata e la porzione di struttura edile à ̈ una costolatura della lamiera grecata.
In un aspetto la prima e seconda parete presentano detti fori passanti prima della fase di trapassare con il perno. Alternativamente la prima e seconda parete sono prive di detti fori passanti prima della fase di trapassare con il perno.
In un aspetto detto foro passante à ̈ cilindrico e, prima della fase di trapassare con il perno, privo di filettatura interna. Preferibilmente nella fase di trapassare la prima e seconda parete la filettatura del perno crea la controfilettatura del foro passante.
In un aspetto la prima estremità del perno à ̈ dotata della punta auto-perforante e la dimensione massima della sezione della punta auto-perforante à ̈ maggiore (di almeno 0.1mm, preferibilmente di almeno 0.5mm e/o meno di 2mm) del diametro del foro prima della fase di trapassare con il perno. In un aspetto la fase di trapassare la prima e seconda parete à ̈ eseguita con l'ausilio di un avvitatore automatico, quale un avvitatore elettrico, ad esempio a batteria.
In un aspetto il metodo comprende la fase di collocare una guarnizione, ad esempio in gomma quale l'elastomero sintetico impermeabile EPDM, tra detto almeno un elemento di ancoraggio (preferibilmente tra detta ulteriore parete dell'elemento di ancoraggio) e la porzione di struttura edile. Preferibilmente la guarnizione ha pianta confrontabile con, o leggermente maggiore de, la pianta dell'intero elemento di ancoraggio. Preferibilmente un filo di silicone viene steso con continuità su tutto il perimetro dell'elemento di ancoraggio dalla parte della prima e seconda superficie (ossia quelle a contatto con la guarnizione) per compensare le tolleranze di fabbricazione della costolatura e/o dell'elemento di ancoraggio al fine di migliorare la tenuta all'acqua.
In un aspetto l’invenzione riguarda un metodo di installazione del sistema anticaduta, secondo uno o più degli aspetti della presente invenzione, sulla struttura edile, comprendente il suddetto metodo di installazione del sistema di ancoraggio e inoltre la fase di fissare l'elemento anticaduta all'elemento di ancoraggio.
In un aspetto le suddette fasi di collocare e trapassare vengono eseguite per ciascuno di una pluralità (preferibilmente due o tre) di detti elementi di ancoraggio, ciascuno collocato su una rispettiva costolatura della lamiera grecata in modo da risultare sostanzialmente allineati lungo una direzione ortogonale allo sviluppo longitudinale delle costolature, il metodo comprendente inoltre le fasi di collocare il suddetto elemento anticaduta comprendente un corpo principale avente una conformazione sostanzialmente piastriforme e preferibilmente piana su detta pluralità di elementi di ancoraggio (preferibilmente sulla suddetta ulteriore parete di ciascun elemento di ancoraggio) e inserire dette viti autoperforanti e/o autofilettanti in un rispettivo di detti fori passanti di detto corpo principale dell'elemento anticaduta e praticare un rispettivo foro filettato nel rispettivo elemento di ancoraggio sottostante (preferibilmente nella suddetta ulteriore parete dell'elemento di ancoraggio priva di fori precedentemente all'inserimento delle viti). Preferibilmente dette viti autoperforanti passano attraverso, e rendono solidali, il corpo principale e gli elementi di ancoraggio, e eventualmente la lamiera grecata. In un aspetto il metodo comprende la fase di collocare una guarnizione, ad esempio in gomma quale l'elastomero sintetico impermeabile EPDM, tra ciascun elemento di ancoraggio (preferibilmente tra detta ulteriore parete di ciascun elemento di ancoraggio) e il corpo principale dell'elemento anticaduta. Preferibilmente la guarnizione ha pianta confrontabile con la suddetta ulteriore parete dell'elemento di ancoraggio.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi risulteranno maggiormente dalla descrizione dettagliata di alcune forme di realizzazione, tra cui anche una forma di esecuzione preferita, esemplari ma non esclusive, di un sistema di ancoraggio per un elemento anticaduta quale un supporto per linee vita o un dispositivo di aggancio anticaduta, un sistema anticaduta comprendente il sistema di ancoraggio e un relativo metodo di installazione di tale sistema di ancoraggio e di tale sistema anticaduta su una struttura edile, in accordo con la presente invenzione. Tale descrizione verrà esposta qui di seguito con riferimento agli uniti disegni, forniti a solo scopo indicativo e, pertanto, non limitativo, nei quali:
- la figura 1 Ã ̈ una vista prospettica schematica di una linea vita installata su una copertura a lamiera grecata tramite due sistemi di ancoraggio in accordo con la presente invenzione;
- la figura 2 Ã ̈ una vista prospettica parzialmente in esploso di un sistema anticaduta in accordo con la presente invenzione, facente parte della linea vita della figura 1;
- la figura 3 mostra un perno del sistema anticaduta della figura 2;
- la figura 4 mostra una vista prospettica schematica di un dispositivo di aggancio anticaduta installato su una copertura a lamiera grecata tramite un sistema di ancoraggio in accordo con la presente invenzione.
Con riferimento alle figure allegate, un sistema di ancoraggio per elementi anticaduta secondo la presente invenzione à ̈ generalmente indicato con il numero di riferimento 30 e un sistema anticaduta comprendente un sistema di ancoraggio secondo la presente invenzione à ̈ generalmente indicato con il numero di riferimento 10. In generale, lo stesso numero di riferimento à ̈ utilizzato per gli stessi elementi, eventualmente nelle loro varianti realizzative.
Il sistema anticaduta 10, come esemplarmente mostrato nelle figure 1, 2 e 4, comprende almeno un elemento di ancoraggio 38 destinato ad essere fissato rigidamente ad una struttura edile 60 e un elemento anticaduta 20 destinato ad essere fissato rigidamente all'elemento di ancoraggio.
Esemplarmente, l'elemento anticaduta 20 può essere un supporto per linee vita, generalmente indicato con il numero di riferimento 1, oppure un elemento intermedio 100.
La linea vita 50 comprende tipicamente due supporti 1, fissati in posizioni mutuamente distanziate a una struttura edile fissa 60, e un cavo di collegamento 15 fissato ai due supporti.
La struttura edile mostrata nelle figure à ̈ esemplarmente una copertura di un tetto di un capannone, quale una copertura grecata, ad esempio in lamiera metallica quale una lega di alluminio, comprendente una pluralità di costolature 61 in rilievo tra loro parallele.
Il supporto 1 può comprendere un corpo principale 2, avente una conformazione preferibilmente piastriforme (più preferibilmente planare), e un corpo di aggancio 3 avente una conformazione preferibilmente piastriforme e dotato di una estremità libera 4 agganciata al cavo di collegamento 15 e una estremità vincolata 5 opposta all’estremità libera e solidalmente fissata al corpo principale. Preferibilmente, la superficie in pianta del corpo principale 2 à ̈ maggiore di quattro volte la superficie in pianta del corpo di aggancio 3. Il corpo di aggancio presenta preferibilmente una serie di linee di piegatura 6 interposte tra le estremità libera e vincolata, e ciascuna coppia di linee di piegatura adiacenti delimita una rispettiva sottoporzione 7 del corpo di aggancio, in modo da definire una serie di sottoporzioni ciascuna giacente su un piano obliquo rispetto al piano di giacenza delle sottoporzioni adiacenti. Il corpo di aggancio à ̈ strutturato per deformarsi almeno in corrispondenza delle linee di piegatura per effetto di una forza di trazione applicata all’estremità libera 4 in modo tale che essa modifica la sua posizione rispetto all’estremità vincolata 5. La deformazione à ̈ tipicamente una distensione plastica delle sottoporzioni che tende a portare il corpo di aggancio in una configurazione piana, tale distensione provocando un allungamento del corpo di aggancio, e un allontanamento, nella direzione di applicazione della forza di trazione, dell’estremità libera dall’estremità vincolata.
Esemplarmente, la deformazione rimane elastica almeno fino ad un valore della forza di trazione compreso tra circa 2,5kN e 4,5kN, sopra il quale la deformazione diventa plastica (o anelastica).
Preferibilmente, come esemplarmente mostrato nelle figure 1 e 2, il corpo di aggancio à ̈ ripiegato in modo tale che la serie di sottoporzioni abbia una conformazione a “dente di sega†, ad esempio le sottoporzioni pari giacciono su rispettivi piani tra loro paralleli e le sottoporzioni dispari giacciono su rispettivi piani tra loro paralleli. Esemplarmente la serie di linee di piegature comprende undici linee di piegatura. Preferibilmente la prima linea di piegatura coincide con la suddetta estremità vincolata 5. Preferibilmente l’angolo minore formato tra almeno due sottoporzioni adiacenti (preferibilmente tra tutte le sottoporzioni adiacenti) à ̈ minore di o uguale a 135°, preferibilmente minore di o uguale a 110°, ancor più preferibilmente uguale a 90°.
Il corpo principale e il corpo di aggancio hanno preferibilmente uno spessore costante, più preferibilmente compreso tra 1mm e 10mm, esemplarmente pari a circa 3mm. Tipicamente il corpo di aggancio ha una direzione di sviluppo longitudinale orientata da detta estremità vincolata a detta estremità libera e intersecante ortogonalmente la serie di linee di piegatura. Preferibilmente le linee di piegatura sono rettilinee, più preferibilmente uguali tra loro.
Preferibilmente il corpo principale circonda su tre lati il corpo di aggancio, il quale à ̈ disposto in posizione mediana della dimensione trasversale del corpo principale.
Preferibilmente il corpo principale ha forma poligonale concava e presenta una concavità rientrante, e l'estremità vincolata del corpo di aggancio à ̈ contenuta in detta concavità.
L’estremità libera del corpo di aggancio comprende preferibilmente un foro passante. Il supporto 1 comprende preferibilmente organi di accoppiamento 9 strutturati per consentire l'aggancio del cavo di collegamento 15 della linea vita al supporto stesso. Gli organi di accoppiamento comprendono esemplarmente un perno inserito nel foro passante e un giunto sferico (ad esempio un cuscinetto sferico o uno snodo sferico) associato al perno e fissato ad una estremità del cavo di collegamento. La linea vita può anche comprendere un elemento intermedio 100 dotato di un corpo principale 2, avente una conformazione piastriforme (preferibilmente planare) e di un dispositivo 101, fissato al corpo principale, per il contenimento laterale del cavo di collegamento (ad esempio un sistema a doppio pettine che consente di far passare il moschettone di aggancio senza la necessità di sganciare lo stesso).
L' elemento di ancoraggio 38, come esemplarmente mostrato nelle figure 1, 2 e 4, ha preferibilmente una conformazione sostanzialmente piastriforme e controsagomata ad una porzione della costolatura 61 della lamiera grecata e dotato di almeno una prima 31 e una seconda parete 32 definenti rispettivamente una prima (non visibile nelle figure) e seconda 33 superficie tra loro reciprocamente affacciate in modo che la costolatura si trovi interposta tra la prima e seconda superficie, e rispettivamente una terza 34 e quarta (non visibile nelle figure) superficie rispettivamente opposte a dette prima e seconda superficie rispetto alla rispettiva parete.
La presente invenzione trova applicazione anche nel caso in cui la porzione di struttura edile, alternativamente alla costolatura 61, sia una porzione di spigolo, o più in generale presenti due superfici esterne disposte nello spazio parallelamente (quale una trave) oppure in modo che l'angolo formato dai piani di giacenza delle superfici (preso sul lato esterno della porzione di struttura edile) sia maggiore di 180°, preferibilmente maggiore di 225° (e.g. nel caso di uno spigolo pari a 275°). In tal caso infatti la stessa porzione di struttura edile si oppone alle componenti delle forze cui à ̈ sottoposto l'elemento di ancoraggio aventi direzione ortogonale alle superfici della porzione edile e rivolte verso la struttura edile. In altri termini i perni non sono specificatamente dedicati a garantire la tenuta sulla struttura edile in presenza di forze di trazione dirette lungo l'asse longitudinale dei perni stessi.
L'elemento di ancoraggio 38 può comprendere una ulteriore parete 35 interposta tra la prima e la seconda parete, esemplarmente formante con ciascuna della prima e seconda parete un angolo, preso sul lato della prima e rispettivamente seconda superficie, pari a 116° circa.
Esemplarmente l'elemento di ancoraggio à ̈ una piastra a base rettangolare e avente preferibilmente due linee di piegatura 36 parallele allo sviluppo longitudinale prevalente e definenti rispettivamente uno spigolo tra la prima parete e l'ulteriore parete e tra la seconda parete e l'ulteriore parete. Preferibilmente la prima e/o seconda parete e/o ulteriore parete (e le relative superfici) sono piane. Esemplarmente l'elemento di ancoraggio ha uno spessore compreso tra 0,8mm e 10mm (ad esempio 3mm), preferibilmente costante. La lunghezza longitudinale à ̈ preferibilmente compresa tra 400mm e 1500mm, ad esempio 700mm o 1480mm, a seconda del tipo di lamiera.
La prima e seconda parete comprendono ciascuna preferibilmente una pluralità di fori passanti 37, preferibilmente allineati lungo lo sviluppo longitudinale. Preferibilmente i fori della prima parete sono sfalsati rispetto ai fori della seconda parete. Esemplarmente, per una lunghezza esemplare di 700 mm, la prima parete ha sei fori e la seconda sette fori.
Preferibilmente l'asse del foro à ̈ ortogonale al piano di giacenza locale della prima o seconda parete cui appartiene il foro. Tuttavia la presente invenzione trova vantaggiosa applicazione anche al caso in cui l'asse dei fori non sia ortogonale, bensì inclinato in modo tale che il perno, una volta inserito, presenta la punta rivolta verso la direzione attesa di trazione. Infatti in questo caso la lamiera sottostante si oppone efficacemente, fino alla sua lacerazione, alla trazione esercitata dai perni.
Il sistema di ancoraggio 30 comprende inoltre una pluralità di perni 40 (di cui in figura 2 ne à ̈ stato mostrato esemplarmente solo uno), ciascuno dei quali destinato a passare uno dei fori passanti 37 nel verso dalla rispettiva terza o quarta superficie alla rispettiva prima o seconda superficie e avente almeno una porzione attiva 45 conformata in modo tale che, una volta inserita nel foro passante, impedisca un gioco meccanico tra il perno e il rispettivo foro.
Preferibilmente il perno à ̈ una vite autofilettante, un possibile esempio della quale à ̈ mostrato in figura 3. Preferibilmente il perno comprende, in corrispondenza della sua porzione attiva, un corpo principale 46 a conformazione cilindrica e dotato di una filettatura elicoidale 47.
Preferibilmente il foro passante 37 Ã ̈ (almeno nella sua porzione attiva) cilindrico (sezione circolare costante) e la sua porzione attiva (almeno dopo l'inserimento del perno) Ã ̈ dotata di una controfilettatura (non visibile nelle figure) controsagomata alla filettatura 47 del perno in modo che, dopo avvitamento del perno nel foro, la filettatura e la controfilettatura si interpongono meccanicamente per evitare qualsiasi gioco meccanico e senza che si rischi lo sfilamento per trazione longitudinale del perno.
Preferibilmente, prima dell'inserimento del perno, il foro passante 37 Ã ̈ a pareti lisce, in quanto privo di filettatura interna.
Preferibilmente il diametro massimo D della suddetta filettatura del perno à ̈ maggiore del diametro della sezione del foro passante 37 prima dell'inserimento del perno. Esemplarmente il diametro D à ̈ nominalmente pari a circa 6.3 mm (e.g. 6.03 - 6.25 mm) e il diametro del foro à ̈ pari a circa 5mm. Alternativamente, sebbene non preferito, il foro passante 37 può essere controfilettato già prima dell'inserimento della filettatura 47 del perno e in tal caso tipicamente non si creano 'sforzi' tra le due filettature.
Preferibilmente il diametro d della sezione del corpo principale 46 à ̈ uguale o minore del diametro del foro prima dell'operazione di filettatura (ossia il diametro minimo della contro filettatura del foro a filettatura avvenuta). Esemplarmente il diametro d à ̈ nominalmente pari a circa 4.8mm.
Il perno ha tipicamente una prima estremità longitudinale 48a destinata ad essere inserita nel foro per trovarsi, nella posizione finale, dalla parte della prima o seconda superficie.
Preferibilmente la prima estremità del perno à ̈ dotata di una punta auto-perforante 49, atta a perforare la rispettiva parete dell'elemento di ancoraggio e/o ad allargare un pre-esistente foro della rispettiva parete.
In un aspetto la dimensione massima T della sezione della punta auto-perforante à ̈ maggiore del diametro del foro prima dell'operazione di inserimento del perno nel foro. Esemplarmente la dimensione massima T della sezione della punta auto-perforante à ̈ nominalmente pari a circa 5.8 mm (e.g.5.45 -5.80 mm). Esemplarmente il diametro del foro dopo l'inserimento delle viti autoperforanti à ̈ pari alla dimensione massima T della sezione della punta auto-perforante.
In una forma alternativa, non mostrata, l'elemento di ancoraggio prima dell'inserimento dei perni à ̈ privo di uno o più dei suddetti fori passanti 37 e, successivamente all'inserimento dei perni (auto-perforanti), à ̈ dotato dei suddetti fori passanti 37.
Il perno ha tipicamente una seconda estremità 48b longitudinalmente opposta alla prima, destinata a trovarsi, nella posizione finale, dalla parte della terza o quarta superficie e avente ingombro in sezione V esemplarmente pari a circa 13 mm.
In una forma (non mostrata) alternativa alla vite filettata, il perno può essere privo di filettatura ed essere configurato per occupare con sforzo la porzione attiva del foro. Ad esempio il perno (non mostrato) può avere sezione circolare avente diametro (prima dell'inserimento nel foro) leggermente maggiore del diametro della porzione attiva del foro prima dell'inserimento del perno (anch'esso privo di filettatura), in modo tale che il perno possa essere forzato dentro il foro senza che si crei alcun gioco meccanico e inoltre senza che si rischi lo sfilamento per trazione longitudinale. In una ancora ulteriore alternativa, non mostrata, il perno può avere una sezione di qualsiasi forma, posto che almeno la dimensione massima della sezione della porzione attiva del perno à ̈ maggiore della dimensione minima della sezione della porzione attiva del foro prima dell'inserimento.
Come esemplarmente mostrato nelle figure 1 e 2, il sistema di ancoraggio può comprendere una pluralità (e.g. tre) di elementi di ancoraggio 38 disposti tra loro paralleli e sostanzialmente allineati lungo una direzione ortogonale al loro sviluppo longitudinale.
Il corpo principale dell'elemento anticaduta può comprendere una pluralità di fori passanti 21, preferibilmente disposti lungo una pluralità (e.g. tre) di file parallele uguali in numero alla, e poste in corrispondenza della, pluralità di elementi di ancoraggio.
Il sistema anticaduta 10 può comprendere inoltre una pluralità di viti 22 autoperforanti e/o autofilettanti (in figura 2 à ̈ mostrata esemplarmente una sola vite 22) destinate ad inserirsi ciascuna in un rispettivo foro passante 21 del corpo principale. Preferibilmente le viti 22 sono in tutto identiche ai perni 40.
Esemplarmente i fori passanti 21 sono cilindrici con diametro nominale pari a 7mm.
Come esemplarmente mostrato nella figura 4, l'elemento anticaduta 20 può essere un dispositivo di aggancio anticaduta 25. Si osserva che il dispositivo 25 può anche essere impiegato come supporto per linee vita.
Tale dispositivo di aggancio 25 ha una conformazione sostanzialmente piastriforme ed à ̈ dotato di una prima estremità 26 e di una seconda estremità 27, strutturalmente opposta alla prima estremità, fissate rigidamente, ad esempio per saldatura 28, alla ulteriore parete 35 dalla parte della terza 34 e quarta superficie in modo da essere rese mutuamente solidali, e dotato di una porzione di aggancio 29 strutturalmente interposta tra la prima e seconda estremità e strutturata per l’aggancio di un cavo anticaduta. Preferibilmente l'elemento anticaduta presenta una prima serie di linee di piegatura, interposte tra la prima estremità e la porzione di aggancio, e una seconda serie di linee di piegatura, interposte tra la seconda estremità e la porzione di aggancio, ciascuna coppia di linee di piegatura adiacenti in ciascuna serie delimitando una rispettiva sottoporzione dell'elemento anticaduta in modo da definire una serie di sottoporzioni ciascuna giacente su un piano obliquo rispetto al piano di giacenza delle sottoporzioni adiacenti. Preferibilmente l'elemento anticaduta à ̈ strutturato per deformarsi, in uso, almeno in corrispondenza di dette linee di piegatura per effetto di una forza di trazione applicata a detta porzione di aggancio, in modo tale che la porzione di aggancio modifica la sua posizione rispetto alla prima e alla seconda estremità.
L'elemento anticaduta comprende una prima porzione 70 interposta tra detta prima estremità e detta porzione di aggancio e una seconda porzione 71 interposta tra detta seconda estremità e detta porzione di aggancio, comprendenti rispettivamente le suddette serie di linee di piegatura e sottoporzioni.
Ciascuna della prima e seconda porzione 70 e 71 ha preferibilmente le stesse caratteristiche indicate per la porzione definita dalle serie di linee di piegatura del corpo di aggancio 3 dell'elemento anticaduta 20. Il dispositivo di aggancio 25 à ̈ preferibilmente strutturato per deformarsi, per effetto di una forza di trazione, tramite una compressione plastica delle porzioni definite dalla prima, o seconda, serie di linee di piegatura che tende ad avvicinare le linee di piegatura e tramite una distensione plastica delle porzioni definite dalla seconda, o rispettivamente prima, serie di linee di piegatura che tende ad allontanare le linee di piegatura, tale distensione provocando un allontanamento, lungo la direzione di applicazione della forza di trazione, della porzione di aggancio dalla prima, o seconda, estremità.
Preferibilmente la prima porzione e la seconda porzione si sviluppano sulla stessa linea, più preferibilmente giacciono geometricamente da lati opposti della porzione di aggancio 29. Esemplarmente la prima e la seconda estremità sono distanziate da una distanza maggiore di o uguale a 100 mm, ad esempio 280mm.
Preferibilmente, come esemplarmente mostrato in figura 4, le linee di piegatura della prima e/o seconda serie di linee di piegatura giacciono su rispettivi piani trasversali (preferibilmente ortogonali) al piano di giacenza della faccia superiore dell'ulteriore parete 35. In tal modo l'elemento anticaduta risulta strutturato per rispondere, in uso, con una maggiore deformazione, e quindi con un maggiore assorbimento di energia, in particolare per una forza di trazione avente una componente preminente parallela al piano di giacenza.
In una forma alternativa (non mostrata), più adatta ai supporti per linee vita, le linee di piegatura di detta prima e/o seconda serie di linee di piegatura giacciono su rispettivi piani sostanzialmente paralleli a detto piano di giacenza. In tal modo l'elemento anticaduta risulta strutturato per rispondere, in uso, con una maggiore deformazione, e quindi con un maggiore assorbimento di energia, in particolare per una forza di trazione avente una componente preminente trasversale (preferibilmente ortogonale) al piano di giacenza.
Preferibilmente la prima e seconda serie di linee di piegature comprendono ciascuna almeno tre linee di piegatura , preferibilmente almeno cinque, esemplarmente sei.
Preferibilmente, la porzione di aggancio 29 à ̈ strutturata a forma di anello, dal quale si diramano dette prima e seconda porzione, detto anello comprendendo un foro di aggancio per l’aggancio del suddetto cavo di sicurezza (ad esempio per l’inserimento di un moschettone di sicurezza o di un cavo di collegamento per linee vita, e.g. per mezzo dell'impiego di redance e morsetti).
Il metodo di installazione del sistema di ancoraggio 10 comprende le fasi di:
- collocare un elemento di ancoraggio (e.g. nel caso di figura 4) o una pluralità di elementi di ancoraggio (e.g. nel caso di figura 1 e 2) sulla porzione di struttura edile (e.g. la costolatura 61 della lamiera grecata) in modo tale che quest'ultima si trovi interposta tra la prima e la seconda superficie,
- trapassare con almeno un rispettivo perno 40 la prima e seconda parete in corrispondenza di un rispettivo dei detti fori passanti nel verso dalla rispettiva terza o quarta superficie alla rispettiva prima o seconda superficie in modo tale che non vi sia gioco meccanico tra il perno e il rispettivo foro.
Preferibilmente nella fase di trapassare la filettatura 47 del perno 40 crea una controfilettatura nel foro passante 37 della prima e seconda parete. Preferibilmente il perno 40 nella fase di trapassare allarga le dimensioni della sezione del pre-esistente foro 37. In una forma alternativa, prima della fase di trapassare la prima o seconda parete à ̈ priva di fori e il perno 40 nella fase di trapassare crea i fori 37. Il metodo di installazione del sistema anticaduta 10, secondo uno o più degli aspetti della presente invenzione, sulla struttura edile, comprende il suddetto metodo di installazione del sistema di ancoraggio e inoltre la fase di fissare l'elemento anticaduta all'elemento di ancoraggio.
Le suddette fasi di collocare e trapassare vengono preferibilmente eseguite per ciascuno di una pluralità (preferibilmente due o tre) di detti elementi di ancoraggio 38, ciascuno collocato su una rispettiva costolatura della lamiera grecata in modo da risultare sostanzialmente allineati lungo una direzione ortogonale allo sviluppo longitudinale delle costolature. Il metodo comprende inoltre le fasi di collocare il suddetto elemento anticaduta 20 comprendente un corpo principale 2 avente una conformazione sostanzialmente piastriforme e preferibilmente piana su detta pluralità di elementi di ancoraggio (preferibilmente sulla suddetta ulteriore parete degli elementi di ancoraggio) e inserire dette viti 22 autoperforanti e/o autofilettanti in un rispettivo di detti fori passanti 21 del corpo principale 2 dell'elemento anticaduta e praticare un rispettivo foro filettato 23 nel rispettivo elemento di ancoraggio sottostante (preferibilmente nella suddetta ulteriore parete dell'elemento di ancoraggio, che à ̈ priva di fori precedentemente all'inserimento delle viti). Preferibilmente dette viti autoperforanti 22 passano attraverso, e rendono solidali, il corpo principale e l'elemento di ancoraggio e, eventualmente, la struttura edile (e.g. la lamiera grecata).

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Sistema di ancoraggio (30) per un elemento anticaduta (20) quale un supporto (1; 25) per linee vita (50) o un elemento intermedio (100) per linee vita o un dispositivo di aggancio anticaduta (25) comprendente: - almeno un elemento di ancoraggio (38), destinato ad essere fissato rigidamente ad una struttura edile (60), avente una conformazione sostanzialmente piastriforme e controsagomata ad una porzione (61) di detta struttura edile e dotato di almeno una prima (31) e una seconda (32) parete definenti rispettivamente una prima e seconda (33) superficie tra loro reciprocamente affacciate in modo che la suddetta porzione di struttura edile, quando l'elemento di ancoraggio à ̈ ad essa fissato, si trovi interposta tra detta prima e seconda superficie, e rispettivamente una terza (34) e quarta superficie rispettivamente opposte a dette prima e seconda superficie, dette prima e seconda parete comprendendo ciascuna almeno un foro passante (37) e - una pluralità di perni (40), ciascuno dei quali destinato a passare uno dei detti fori passanti (37) nel verso dalla rispettiva terza o quarta superficie alla rispettiva prima o seconda superficie e avente almeno una porzione attiva (45) conformata in modo tale che, quando inserita nel foro passante (37), impedisca un gioco meccanico tra il perno e il rispettivo foro.
  2. 2. Sistema (30) secondo la rivendicazione 1 dove la porzione attiva del perno à ̈ conformata in modo tale che, quando inserita nel foro passante, previene il disinserimento del perno dal foro a seguito di una trazione del perno lungo la direzione longitudinale dello stesso fino ad un valore di almeno 10 N, preferibilmente almeno 100 N, detta porzione attiva del perno essendo conformata in modo tale che, quando inserita nel foro passante, previene il suddetto disinserimento del perno dal foro per interposizione meccanica con una porzione attiva del foro.
  3. 3. Sistema (30) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove detta porzione attiva del perno à ̈ conformata in modo tale che, quando inserita nel foro passante, occupa con sforzo almeno una porzione attiva di detto foro.
  4. 4. Sistema (30) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove il perno comprende, almeno in corrispondenza della sua porzione attiva, un corpo principale (46) a conformazione cilindrica dotato di una filettatura elicoidale (47).
  5. 5. Sistema (30) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove il perno ha una prima estremità longitudinale (48a) destinata ad essere inserita nel foro passante (37) per trovarsi, nella posizione finale, dalla parte della prima o seconda superficie, la prima estremità essendo dotata di una punta auto-perforante (49).
  6. 6. Sistema (30) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dove l'elemento di ancoraggio comprende almeno una ulteriore parete (35) interposta tra la prima e la seconda parete, formante con ciascuna della prima e seconda parete un angolo, preso sul lato della prima o rispettivamente seconda superficie, minore di o uguale a 150°, la prima e/o seconda parete e/o la ulteriore parete essendo sostanzialmente piane.
  7. 7. Metodo di installazione del sistema di ancoraggio secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 6 sulla struttura edile, comprendente le fasi di: - collocare detto almeno un elemento di ancoraggio (38) sulla porzione di struttura edile in modo tale che quest'ultima si trovi interposta tra detta prima e seconda superficie, - trapassare con detto rispettivo perno (40) la prima e seconda parete in corrispondenza di un rispettivo dei detti fori passanti (37) nel verso dalla rispettiva terza o quarta superficie alla rispettiva prima o seconda superficie in modo tale che non vi sia gioco meccanico tra il perno e il rispettivo foro.
  8. 8. Metodo secondo la rivendicazione 7, dove la struttura edile à ̈ una lamiera grecata e la porzione di struttura edile à ̈ una costolatura (61) della lamiera grecata o una sua porzione.
  9. 9. Metodo secondo la rivendicazione 7 o 8, dove la prima e seconda parete presentano fori passanti prima della fase di trapassare con il perno, dove i fori passanti, prima di detta fase di trapassare, sono cilindrici e privi di controfilettatura interna e dove il perno comprende, almeno in corrispondenza della sua porzione attiva, un corpo principale (46) a conformazione cilindrica dotato di una filettatura elicoidale (47), il diametro massimo della filettatura (47) del perno essendo maggiore del diametro della sezione del foro passante prima di detta fase di trapassare, in modo tale che nella fase di trapassare la prima e seconda parete la filettatura (47) del perno crea una controfilettatura nel foro passante.
  10. 10. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 7 a 9, dove le suddetti fasi di collocare e trapassare vengono eseguite per ciascuno di una pluralità di detti elementi di ancoraggio, disposti tra loro paralleli e sostanzialmente allineati lungo una direzione ortogonale allo sviluppo longitudinale degli elementi di ancoraggio stessi, il metodo comprendendo inoltre le fasi di: - predisporre un elemento anticaduta (1; 100) comprendente un corpo principale (2) avente una conformazione sostanzialmente piastriforme e preferibilmente piana e dotato di una pluralità di fori passanti (21) disposti lungo una pluralità di file parallele uguali in numero alla pluralità di elementi di ancoraggio; - collocare l'elemento anticaduta (1; 100) su detta pluralità di elementi di ancoraggio in modo da far corrispondere dette file parallele di fori passanti (21) del corpo principale con detti elementi di ancoraggio; - inserire una vite autoperforante e autofilettante (22) in ciascun rispettivo di detti fori passanti (21) di detto corpo principale dell'elemento anticaduta, la dimensione massima della filettatura delle viti essendo minore del diametro dei fori passanti il corpo principale dell'elemento anticaduta; - praticare un rispettivo foro filettato (23) nel rispettivo elemento di ancoraggio sottostante in modo tale da fissare il corpo principale dell'elemento anticaduta all'elemento di ancoraggio.
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