ITBO960286A1 - Contenitore stagno per apparecchiature elettriche, in particolare per dispositivo di illuminazione, come plafoniere, o simili - Google Patents

Contenitore stagno per apparecchiature elettriche, in particolare per dispositivo di illuminazione, come plafoniere, o simili Download PDF

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ITBO960286A1
ITBO960286A1 IT96BO000286A ITBO960286A ITBO960286A1 IT BO960286 A1 ITBO960286 A1 IT BO960286A1 IT 96BO000286 A IT96BO000286 A IT 96BO000286A IT BO960286 A ITBO960286 A IT BO960286A IT BO960286 A1 ITBO960286 A1 IT BO960286A1
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IT
Italy
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vaginal
capsule
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administration
lavender
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IT96BO000286A
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Inventor
Gian Pietro Beghelli
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Beghelli Srl
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Description

Descrizione del Brevetto per Invenzione Industriale dal titolo: "1NIET-TORE VAGINALE PER ESEGUIRE SEPARATAMENTE AD UNICA SEQUENZA UNA LAVANDA* E LA SOM MINISTRAZIONE DI UN PRINCIPIO ATTIVO".
DESCRIZIONE
L'invenzione si riferisce ad un iniettore vaginale a mantice con nell 'intoocco d 'immssione alla canula un dispositivo di erogazione di prodotto differenziato, mediante impostazione nello stesso di una capsula racchiudente un principio attivo e con nel serbatoio dell’involucro contraibile una certa quantità di lavanda che ad unica sequenza determina inizialmente un'azione detergente e di modifica della situazione arrbientale e poi la somministrazione delle specifico. Questo è consentito dal fatto che il dispositivo di erogazione prevede L 'impostazione della capsula con il principio attivo tra due contrapposte unità di perforazione a disposizione assiale delle quali una, posta sull'infcocco della capsula, è portata solidale sul fondo di un cilindro coassiale operante da guida di scorrimento di un modulo formante l'altra unità delle suddette, di guisa che, fuoruscendo lo stesso di un certo tratto nel serbatoio a mantice viene fatto rientrare in fase di azionamento dello stesso per effetto battente operato da una parete piana rigida prevista sul fondo del suo serbatoio.
Cos/ì inizialmente determinando la chiusura dei condotti di alimentazione della lavanda vaginale e poi contemporaneamente aprendo la capsula sui due estremi per conversione in chiusura delle punte delle due unità di perforazione. Ne consegue che fino a quando i detti condotti non vengono chiusi si svrà una erogazione di lavanda vaginale mentre dopo, con l'apertura della capsula, si avrà la somministrazione del principio attivo veicolato dalla quantità residua di lavanda vaginale. Il principio attivo è variamente sorrministrabile in soluzione, in emulsione, allo stato anidro ed altro. E' in via preliminare da osservare che somninistrare il principio attivo con il liquido da erogare per procedere ad una lavanda vaginale porterebbe alla dispersione per dilavamento della maggior parte dello stesso e che, anche per ottenere migliori risultati con il trattamento, attualmente si preferisce, prima di sorrministrare il principio attivo, attuare una lavanda per operare i via preliminare un’azione preparatoria ad effetto detergente e di modifica della situazione arrbientale. Ma poiché non è consentito, con gli iniettori vaginali di attuale iirpiego, di svolgere le suddette erogazioni differenziate di prodotto senza dovere operare distinti interventi e predisposizioni dei prodotti si riscontrano i seguenti inconvenienti: a) è necessario procedere a due operazioni distinte di rifornimento di prodotti nel serbatoio e di erogazione in vagina; b) è necessario determinare in modo empirico i quantitativi di prodotto; c) è necessario miscelare il principio attivo alla lavanda vaginale nel predisporre la fase di somministrazione; d) si viene a riscontrare una considerevole perdita di principio attivo poiché lo stesso viene trattenuto in specie sul fondo del serbatoio e nella canula. Il trovato porta alla soluzione del problema mediante il' dispositivo in ordine rifornibile di prodotto a riscontro mn emonico ed agibile ad unica sequenza di azionamento dell'involucro a irantice. Ulteriormente il trovato determina una considerevole diminuzione del tempo d'intervento e viene ad evitare la dispersione del principio attivo in quanto la capsula viene simultaneamente aperta dalle due unità di perforazione sull'imbocco della canula vaginale in presenza del getto di lavanda che lo veicola. Il trovato inpiega un iniettore vaginale a mantice ad involucro 1 per la contrazione del serbatoio 2 tra parti piane di presa formate sul fondo da un battente 3 e da una contrapposta sagoma 4 con centralmente un collo cilindrico 5 avente all'esterno una filettatura a vite 6, inferiormente una corona circolare 7 ed internamente un condotto di uscita 8. L'iniettore è attrezzatile con un dispositivo coassialead erogazionedifferenziata prevedente un esterno conponente cilindrico 9 ad iniziale corona circolare 10 di debordo, per l'appoggio sull'imbocco del condotto di uscita 8, reggente solidale assialmente sul fondo una unità di perforazione 11 con punta a croce e con in posizione intermedia trasversale un sistema regolare di quattro aperture 12.All'interno di detto dispositivo coassiale è assialmente impostabile un modulo a croce 13 centralmente formante un'altra unità diperforazione 14 ed ulteriormenteprevedentequattro appendici 15 ed un. diaframmia corona circolare 16.Fra dette quattro appendici 15 è da disporre una capsula formata da un cilindro 17 chiuso sui terminalida micromembrane 18 e contenente un principio attivo 19. Per la composizione la capsula viene inserita tra le appendici 15 del modulo a croce 13 fino al raggiungimento* del contatto battente delle sporgenze 20 della capsula stessa sul diaframma 16 del modulo a croce. Detto modulo a croce 13 è poi da inserire nel cilindro 9 fino a fare penetrare le sporgenze 21 delle sue appendici 15 nelle quattro aperture 12 del cilindro stesso così consentendo la stabile impostazione della capsula con il principio attivo tra le punte delle due unità di perforazione.Dopo l'inserimento della capsula il dispositivo di erogazione è impostabile con la sua corona 10 sull'imbocco del condotto 8 ed è bloccabile in posizione per applicazione della canula vaginale 22 mediante avvitamento della sua parte cilindrica 23 a filettatura interna sul collo 5. In tale condizione la lavanda vaginale 24 deve già trovarsi nel serbatoio 2. Per il funzionamento, impugnato l'involucro a mantice 1, si portano in avvicinamento le sue contrapposte parti di presa 3 e 4 determinando l'afflusso della lavanda vaginale 24 attraverso le aperture 12 del componente 9 e le aperture 25 esistenti tra i settori a croce dell'unità di perforazione. Detto afflusso fino a quando la parte piana 3, pervenuta sul fondo del modulo 13, ne determina il rientro nel condotto di scorrimento 26 del componente 9 precludendone l'afflusso per chiusura delle aperture 12. A prosecuzione del movimento si ha poi l'apertura della capsula 17 per rottura ad effetto simultaneo delle sue micromembrane 18 operata dalle punte a croce a disposizione contrapposta portate in chiusura con conseguente passaggio al suo interno della quantità residua di lavanda vaginale 24 veicolante il principio attivo 19 per la somministrazione in vagina. Per il rifornimento viene previsto l’impiego di un flacone di contenimento della lavanda vaginale 24. fornato da un involucro 1 con serbatorio 2 tra parti di presa 3 e 4 e con centralmente un collo 5 con filettatura 6, inferiore corona circolare 7 ed interno condotto di uscita 8 chiudibile con un tappo a vite asportabile per l'inpiego e da attrezzare con un dispositivo di erogazicaie differenziata secondo il trovato irrpostabile sull'imbocco di immissione di una canula vaginale. Il trovato viene illustrato in forma di attuazione non limitativa ai disegni delle Tav.le 1, 2 e 3. Alla Tav. 1 la fig. 1 è vista parziale in sezione longitudinale di una inettore vaginale a mantice prevedente un dispositivo ad erogazione differenzaita e predisposto per l'impiego mediante la disposizione nel serbatorio 2 della lavanda vaginale e della capsula 17 includente un principio attivo 19. La fig. 2 è vista dell'apertura 27 praticata da una unità di perforazione in una delle mieromeni)rane 18 sigillanti le estremità del corpo cilindrico 17 della capsula. Alla Tdv. 2 la fig. 3 è vista capovolta dello stesso iniettore vaginale di fig. 1 con la parte piana 3 pervenuta a contatto con il fondo del modulo 13. La fig. 4 è vista capovolta dello stesso iniettore vaginale di fig. 1 con il modulo 13 pervenuto al limite corsa superiore per portare le due unità di perforazione in chiusura. In tale condizione la residua quantità di lavanda vaginale 24 ancora nel serbatoio 2 fluisce attraverso il cilindro 17 della capsula veicolando in vagina il principio attivo 19· Alla Tav. 3 vengono illustrati separatamente i singoli componenti del dispositivo di erogazione. La fig. 5 è vista laterale del modulo 13. La fig. 6 è vista dal basso del modulo 13. La fig.
7 è vista prospettica del cilindro 7 portante solidale l'unità di penetrazione 11. La fig. 8 è vista di sezione longitudinale dello stesso cilindro 7. La fig. 9 è vista dal basso del complesso 9 - 1*3. .La fig. 10 è vista di sezione longitudinale di una capsula a cilindro 17 e micromembrane 18 contenenti il principio attivo 19. La fig.
11 è vista dall’alto della stessa capsula. La fig. 12 è vista prospettica del modulo 13. La fig. 13 è vista prospettica della capsula.

Claims (5)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Iniettore vaginale per eseguire separatamente ad unica sequenza una lavanda e la somministrazione di un principio attivo, caratterizzato dal fatto che è attrezzabile con un dispositivo coassiale ad erogazione differenziata prevedente un esterno componente cilindrico (9) ad iniziale corona circolare (10) di debordo, per l’appoggio sull’imbocco del Condotto di uscita (8), reggente solidale assialmente sul fondo una unità di perforazione (11) con punta a croce e con in posizione intermedia trasversale un sistema regolare di quattro aperture (12).All'interno di detto dispositivo coassiale è assialmente impostabile un modulo a croce (13) centralmente formante un’altra unità di perforazione (14) ed ulteriormente prevedente quattro appendici (15) ed un diaframmi a corona circolare (16). Fra dette quattro appendici (15) è da disporre una capsula formata da un cilindro (17) chiuso sui terminali da micromerrbrane (18) e contenente un principio attivo (19). Per la composizione la capsula viene inserita tra le appendici (15) del modulo a croce (13) fino al raggiungimento del contatto battente delle sporgenze (2ΰ) della capsula stessa sul diaframma (16) del modulo a croce. Detto modulo a croce (13) è poi da inserire nel cilindro (9) fino a fare penetrare le sporgenze (21) delle su appendici (15) nelle quattro aperture (12) del cilindro stesso così consentendo la stabile impostazione della capsula con il principio attivo tra le punte delle due unità di perforazione.
  2. 2) Iniettore vaginale per eseguire separatamente ad unica sequenza una lavanda e la somministrazione di un principio attivo, come dalla rivendicazione 1), caratterizzato dal fatto che è a mantice ad involucro (1) per la contrazione del serbatoio (2) tra parti piane di presa formate sul fondo da un battente (3) e da una contrapposta sagoma (4) con centralmente un collo cilindrico (5) avente all'esterno una filettatura a vite (6), inferiormente una corona circolare (7) internamente un condotto di uscita (8).
  3. 3) Iniettore vaginale per eseguire separatamente ad unica una lavanda e la somministrazione di un principio attivo, come dall' rivendicazione 1), caratterizzato dal fatto che dopo l'inserimento della capsula il dispositivo di erogazione è impostabile con la sua corona (10) sull'imbocco del condotto (8) ed è bloccabile in posizione per applicazione della canula vaginale (22) mediante avvitamento della sua parte cilindrica (23) a filettatura interna sul collo (5). In tale condizione la lavanda vaginale (24) deve già trovarsi nel serbatoio (2).
  4. 4) Iniettore vaginale per eseguire separatamente ad unica sequenza una lavanda e la somministrazione di un principio attivo, come dalla rivendicazione 1), caratterizzato dal fatto che per il funzionamento, inpugnato l’involucro a mantice (1), si portano in avvicinamento le sue contrapposte parti di presa (3 e 4) determinando l'afflusso della lavanda vaginale (24) attraverso le aperture (12) del conponente (9) e leaperture (25) esistenti tra i settori a croce dell'unità di perforazione (11). Detto afflusso fino a quando la parte piana (3),pervenuta sul fondo del modulo (13), ne determina il rientro nel condotto di scorrimento (26) del componente (9)precludendone l'afflusso per chiusura delle aperture (12). Λ prosceuzione del movimento si ha poi l'apertura della capsula (17) per rottura ad effetto simultaneo delle sue micromembrane (18) operata dalle punte a croce a disposizione contrapposta portate in chiusura con conseguente passaggio al suo interno della quantità residua di lavanda vaginale (24) veicolante il principio attivo (19)per la sonninistrazione in vagina.
  5. 5) Iniettore vaginale per eseguire separatamente ad unica sequenza una lavanda e la somministrazione di un principio attivo, come dalla rivendicazione 1), caratterizzato dal fatto che per il rifornimento viene previsto l'impiego di un flacone di contenimento della lavanda vaginale (24) formato da un involucro (1) un serbatoio (2) tra parti di presa (3 e 4) e con centralmente un collo (5) con filettatura (6), inferiore corona circolare (7) ed interno condotto di uscita (8) chiudibile con un tappo a vite asportabile per l'impiego e da attrezzare con un dispositivo di erogazione differenziata secondo il trovato inpostabile sull'imbocco di irrmissione di una canula vaginale.
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