ITBO960119A1 - Dispositivo automatico ad ago per biopsia - Google Patents

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ITBO960119A1
ITBO960119A1 IT96BO000119A ITBO960119A ITBO960119A1 IT BO960119 A1 ITBO960119 A1 IT BO960119A1 IT 96BO000119 A IT96BO000119 A IT 96BO000119A IT BO960119 A ITBO960119 A IT BO960119A IT BO960119 A1 ITBO960119 A1 IT BO960119A1
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cannula
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Paolo Avaltroni
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Gallinisrl
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    • AHUMAN NECESSITIES
    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61BDIAGNOSIS; SURGERY; IDENTIFICATION
    • A61B10/00Other methods or instruments for diagnosis, e.g. instruments for taking a cell sample, for biopsy, for vaccination diagnosis; Sex determination; Ovulation-period determination; Throat striking implements
    • A61B10/02Instruments for taking cell samples or for biopsy
    • A61B10/0233Pointed or sharp biopsy instruments
    • A61B10/0266Pointed or sharp biopsy instruments means for severing sample
    • A61B10/0275Pointed or sharp biopsy instruments means for severing sample with sample notch, e.g. on the side of inner stylet
    • AHUMAN NECESSITIES
    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61BDIAGNOSIS; SURGERY; IDENTIFICATION
    • A61B10/00Other methods or instruments for diagnosis, e.g. instruments for taking a cell sample, for biopsy, for vaccination diagnosis; Sex determination; Ovulation-period determination; Throat striking implements
    • A61B10/02Instruments for taking cell samples or for biopsy
    • A61B2010/0208Biopsy devices with actuators, e.g. with triggered spring mechanisms

Description

DISPOSITIVO AUTOMATICO AD AGO PER BIOPSIA
DESCRIZIONE DELL'INVENZIONE
La presente invenzione si inquadra nel settore tecnico concernente la realizzazione di strumenti chirurgici destinati ad essere utilizzati durante il prelievo di campioni di tessuto, cellule o liquidi da un determinato organo di un organismo vivente allo scopo di eseguirne una diagnosi
In particolare l'invenzione si riferisce alla realizzazione di un dispositivo ad ago, preferibilmente monouso, per l'esecuzione di una biopsia in modo automatico o semiautomatico al fine di prelevare un campione dell'organo da analizzare.
I dispositivi ad aghi per biopsia noti, nel seguito chiamati brevemente aghi per biopsia, presentano un ago costituito da una cannula entro la quale scorre uno stelo la cui estremità distale prevede una cavità in grado di sporgere dall'estremità distale della cannula e di accogliere una porzione di organo da prelevare recisa dalla punta a ghigliottina presente all'estremità distale della cannula in corrispondenza del mutuo avvicinamento delle sopraddette estremità distali. Gli aghi per biopsia si basano dunque sul principio di recidere una predeterminata porzione di organo mediante il loro preventivo inserimento nell'organo da analizzare, quindi nell'alloggiamento della porzione di tessuto reciso della cannula nella cavità compresa tra lo stelo e la cannula durante lo scorrimento di quest’ultima nello stelo.
Sono noti degli aghi per biopsia ad attivazione manuale nei quali la cannula è bloccata al supporto dell'ago stesso, mentre l'estremità prossimale dello stelo è scorrevolmente supportata da un equipaggio mobile per mezzo del quale è possibile movimentare l'estremità distale dello stelo rispetto alla medesima estremità della cannula. La corsa dell'equipaggio mobile è regolabile al fine di poter recidere una predeterminata quantità (lunghezza) del campione di tessuto da prelevare.
Tali aghi manuali sono sì dei dispositivi semplici, ma risultano operativamente alquanto imprecisi in corrispondenza della fase di posizionamento e di prelievo del tessuto dall'organo da analizzare: è infatti alquanto difficoltoso coordinare manualmente il mutuo scorrimento tra lo spelo e la cannula quando entrambi sono indipendentemente mobili e sono afferrati dalle mani dell'operatore.
Esistono altresì degli aghi automatici e/o semiautomatici per biopsia in quanto, una volta precaricati manualmente ed inseriti in prossimità del punto dell'organo in cui si desidera eseguire la biopsia, sono in grado di eseguire automaticamente una prima fase di scopertura della cavità distale dello stelo, mediante l'espulsione di una predeterminata porzione dello stelo dalla cannula, e quindi di una seconda fase in cui la ghigliottina della cannula recide la porzione di tessuto compresa tra la cavità dello stelo e la parete interna della cannula durante lo scorrimento di quest'ultima sullo stelo fino alla completa ricopertura della cavità dello stelo. Tali aghi possono essere fatti funzionare anche in maniera semi-automatica in quanto le due fasi sopra descritte non vengono eseguite automaticamente in sequenza, bensì l'attivazione della seconda fase è conseguente all'attivazione di un comando manuale, normalmente attraverso lo sblocco di una organo che impedisce l'attivazione di questa seconda fase.
In tali aghi per biopsia, sia lo stelo che la cannula sono supportati da rispettivi equipaggi mutuamente mobili ed assoggettati a forze di reazione elastica normalmente costituite da molle opportunamente disposte al fine di poter "caricare" l'ago e quindi di eseguire "lo sparo" automatico o semiautomatico dell'ago stesso.
Nella fase di "carica" la cavità dello stelo risulta all'interno della cannula e le estremità distali di questi ultimi sono il più vicino possibile al corpo dell'ago, prevalentemente costituito da un involucro scatolare che supporta scorrevolmente l'intero ago, contiene gli equipaggi mobili, le molle di carica ed ulteriori organi accessori, ad esempio dispositivi di sicurezza destinati ad impedire "spari" accidentali dell'ago. In tale fase di carica viene automaticamente inserita tale sicura e vengono precaricate delle opportune molle in modo tale da permettere lo sparo dell'ago.
Nella fase di sparo, previo disinserimento della sicura ed inserimento dell'ago in prossimità dell'organo da analizzare, agendo sul "grilletto" di sparo è possibile fare eseguire sequenzialmente l'espulsione dello stelo e quindi della cannula, mediante la scarica delle molle agenti sui rispettivi equipaggi mobili. Come già si è detto, la fase di sparo può essere anche semiautomatica nel senso che dapprima può avvenire solamente l'espulsione dello stelo e quindi quella della cannula previo disinserimento del relativo blocco.
Un tipo noto degli aghi per biopsia prevede il caricamento attraverso il sollevamento dal corpo dell'ago di un elemento ad esso incernierato, collegato ad un cinematismo agente sulle molle da caricare ed in grado di inserire automaticamente la sicura di sparo a completamento della sua divaricazione dal corpo stesso.
Un ulteriore tipo degli aghi noti prevede il caricamento delle molle di sparo mediante la mutua rotazione di due porzioni dell'involucro scatolare in virtù di un cineraatismo di carica delle stesse molle attivato mediante una serie di guide ad elica. Anche in tale tipo è previsto l'inserimento di una sicura di sparo a fine caricamento .
Un altro tipo noto di ago per biopsia prevede il caricamento attraverso un cursore agente sulle molle di carico, disposto in corrispondenza dell'estremità del corpo dell'ago per biopsia adiacente alla porzione esterna dell'ago e destinato a scorrere assialmente a tale corpo. La pressione esercitata dall'operatore sulla testata di tale cursore permette di caricare in compressione le molle e di inserire altresì la sicura di queste ultime.
Gli aghi noti presentano delle caratteristiche comuni quali il "grilletto", pulsante o leva, di sparo in corrispondenza dell'estremità libera del corpo dell'ago e mezzi di regolazione della profondità di penetrazione dello stelo e cioè della lunghezza del campione di tessuto che si desidera prelevare. Altra caratteristica comune agli aghi noti risiede nel fatto che il caricamento dell'ago avviene simultaneamente sia per lo stelo che per la cannula.
Il principale svantaggio presentato da tutti questi tipi di aghi per biopsia risiede nel fatto che il grilletto è posizionato solamente in corrispondenza dell'estremità libera del corpo dell'ago per biopsia, cioè in una posizione alquanto scomoda per l'attivazione dell'ago durante la fase di sparo dal momento che il campione da prelevare è all'estremità opposta rispetto a tale grilletto e la pressione di tale grilletto esercita una forza assiale che spesso induce uno scostamento della punta dell'ago inserito nell'organo da cui si deve prelevare il campione di tessuto. In altre parole l'operatore, al fine di assorbire la pressione sul grilletto senza muovere la punta dell'ago deve mantenere il corpo dell'ago con una mano ed agire sul grilletto con l'altra: ne deriva un impedimento all'utilizzo di altri strumenti (ad esempio la sonda di un ecografo) da parte dell'operatore contemporaneamente allo sparo dell’ago con la conseguente perdita di precisione nell'intera operazione di prelevamento. Tale imprecisione è particolarmente evidente quando si deve eseguire la biopsia di una esigua massa di tessuto clinicamente sospetta all'interno di un determinato organo.
Ulteriore svantaggio risiede nel fatto che i meccanismi di carico di tali aghi sono spesso complicati e quindi risultano di difficile attivazione in quanto richiedono sia uno studio preventivo del sistema di carico da parte dell'operatore che una discreta manualità.
Lo scopo principale della presente invenzione è quello di proporre un dispositivo ad ago per biopsia completamente automatico, provvisto di un sistema di sparo in grado di essere tranquillamente attivato dall'operatore mediante l'impiego di una sua sola mano senza con ciò inficiare l'accuratezza del prelievo, evitando quindi qualsiasi movimento accidentale della punta dell<1 >ago.
Ulteriore scopo della presente invenzione è quello di permettere un caricamento indipendente della cannula rispetto allo stelo al fine di assicurare all'operatore tutti i gradi di libertà possibili nell'esecuzione della biopsia, oltre che a facilitare enormemente il caricamento dell'ago per biopsia in quanto viene notevolmente ridotta la forza necessaria al caricamento singolo rispetto al caricamento simultaneo di cannula e stelo. Un altro scopo dell’invenzione risiede nel fatto di prevedere un semplice ed efficace meccanismo di carica dell'ago di facile e comoda attivazione da parte dell'operatore .
Ulteriore scopo della presente invenzione e' quello di proporre un dispositivo ad ago di semplice realizzazione e di sicuro e preciso utilizzo da parte del personaie medico.
Gli scopi suindicati vengono ottenuti in accordo con il contenuto delle rivendicazioni.
Le caratteristiche della presente invenzione sono evidenziate nel seguito con riferimento alle allegate tavole di disegno, in cui:
- la figura 1 illustra una vista laterale parziale del dispositivo ad ago per biopsia oggetto della presente invenzione;
- la figura 2 illustra una vista frontale della testata libera del corpo dell'ago di figura 1;
- la figura 3 illustra una vista dall'alto dell'ago di figura 1;
- la figura 4 illustra una vista parziale ingrandita ed in sezione del corpo dell'ago di figura 1 in corrispondenza di una sua fase di carica;
- le figure 5a e 5b illustrano una vista parziale ingrandita ed in sezione dell'ago di figura 1 in corrispondenza di una fase intermedia rappresentanti rispettivamente una prima ed una seconda profondità di penetrazione dello stelo dell'ago nell'ago da esaminare; - la figura 6 illustra una vista parziale ingrandita ed in sezione del corpo dell'ago di figura 1 in corrispondenza di una sua fase di scarica.
Con riferimento alle figure da 1 a 6, con 1 viene indicato un dispositivo ad ago 2 per biopsia comprendente uno stelo 3 inserito scorrevolmente entro una cannula 4, con questi ultimi scorrevolmente supportati da un involucro scatolare 5 dal quale sporgono per la quasi totalità della loro lunghezza.
Lo stelo 3 è provvisto di una cavità 6 realizzata in prossimità della sua estremità distale e destinata a raccogliere un campione dell'organo da esaminare durante la biopsia di quest'ultimo.
Il dispositivo 1 comprende inoltre un primo equipaggio mobile 7, un secondo equipaggio mobile 11, mezzi di carica 29, un elemento di disimpegno 15 e mezzi di consenso 16.
Al primo equipaggio mobile 7 è da un lato vincolata l'estremità prossimale della cannula 4 mentre tra l'altro lato di quest'ultimo e la parete interna di fondo dell'involucro scatolare 5 è inserito un primo elemento elastico 8, preferibilmente una molla parzialmente avvolta su un primo supporto 24 sporgente dal primo equipaggio mobile 7 e rivolto verso il fondo dell<1 >involucro 5. Tale primo equipaggio mobile 7 è provvisto di primi mezzi di aggancio 9 essenzialmente costituiti da una aletta flessibile in grado di impegnarsi con corrispondenti primi riscontri 10 presenti sulle pareti interne dell'involucro scatolare 5.
Parimenti al primo equipaggio 7, al secondo equipaggio mobile 11 è da un lato vincolata l'estremità prossimale dello stelo 3 mentre tra l'altro lato dell'equipaggio mobile 11 e la parete interna dell' involucro scatolare 5 è compreso un secondo elemento elastico 12, preferibilmente costituito da una molla guidata da un secondo supporto 25 sporgente dal corpo del secondo equipaggio mobile 11. Quest'ultimo è provvisto di secondi mezzi di aggancio 13 destinati ad impegnarsi con corrispondenti secondi riscontri 14 presenti sulle pareti interne dell'involucro scatolare 5.
I mezzi di carica 29 sono principalmente costituiti da una coppia di pattini 30 ciascuno dei quali è disposto in un lato dell'involucro ed è provvisto di una propaggine 31 rivolto verso il fondo dell'involucro scatolare 5 e presentante un piano inclinato 32 rivolta verso l'interno dell'involucro stesso.
I mezzi di carica 29 sono supportati dall'involucro scatolare 5 in modo tale che i due piani inclinati 32 abbiano inclinazioni opposte.
E' importante a questo punto notare che gli equipaggi mobili, primo 7 e secondo il, possono scorrere assialmente all'interno dell'involucro scatolare 5 e sono movimentabili l'uno indipendentemente dall'altro grazie alla movimentazione dei singoli pattini 30 ai quali risultanti rispettivamente vincolati. L'elemento di disimpegno 15 dei mezzi di aggancio, primi 9 e secondi 13, dai corrispondenti riscontri, primi 10 e secondi 14, è costituito da un'asta centrale 26 alla cui estremità esterna è fissato un pulsante 15a, sporgente dall'involucro scatolare 5 in corrispondenza della sua estremità libera. L'asta 26 è provvista di asole entro le quali scorrono senza interferenza i mezzi di aggancio, primi 9 e secondi 13, e di rostri 27, rispettivamente anteriore 27a e posteriore 27b, trasversalmente vincolati a tali asole ed in grado di disimpegnare i mezzi d'aggancio, 9 e 13, dai corrispondenti riscontri, primi 10 e secondi 14.
All'estremità interna dell'asta 26 si impegna il primo braccio di una leva 17, il cui secondo braccio sporge esternamente dall'involucro scatolare 5, mentre la leva 17 risulta imperniata all'involucro 5 in corrispondenza della congiunzione tra il primo ed secondo braccio.
Tra l'estremità libera dell'elemento di disimpegno 15 e la parete interna dell'involucro scatolare 5 è disposta una molla 18 che facilita il corretto posizionamento di tale elemento 15 durante l'intero funzionamento del dispositivo 1 descritto nel seguito.
I mezzi di consenso 16 sono costituiti da un corpo centrale circolare 16a che è girevolmente supportato in corrispondenza del fondo esterno dell'involucro scatolare 5, e dal quale sporgono radialmente, in modo diametralmente opposto, due sporgenze 33 ciascuna delle quali è destinata a scorrere sul corrispondente piano inclinato 32 di ciascun pattino 30. Il corpo centrale 16a è interessato perifericamente e sulla sua superficie esterna da una coppia di recessi, esterno 34 ed interno 35, presentanti una profondità rispettivamente minore e maggiore rispetto alla superficie esterna del corpo.
Il dispositivo 1 comprende inoltre mezzi regolatori di profondità 19 per il prelevamento del campione dall'organo da esaminare. Questi ultimi sono costituiti da un cursore 20 esterno all'involucro scatolare 5 e da esso supportato in modo trasversalmente scorrevole. A tale cursore 20, internamente all'involucro 5, sono vincolati due riscontri 21 ciascuno dei quali è costituito da una coppia di sporgenze, selezionabili mediante lo spostamento trasversale del citato cursore 20, in modo tale da riscontrare corrispondenti sporgenze 22a e 22b sporgenti rispettivamente dal primo equipaggio mobile 7 e dal secondo equipaggio mobile 11, cosicché da determinare due livelli di profondità dell'ago 2 corrispondenti alla completa esposizione della cavità 6 oppure alla sua parziale ricopertura da parte della cannula 4. Preferìbilmente tali profondità corrispondono a 15 mm. oppure a 22 mm..
Il funzionamento di tale dispositivo risulta estremamente semplice in quanto l'operatore, prima di inserire l'ago nell'organo da cui deve essere asportato il campione "arma" l'ago 2 in quanto attiva una fase di carica C del dispositivo 1, illustrata in figura 4. Infatti, l'operatore movimenta i pattini 30, in maniera sincrona oppure separatamente, facendoli scorrere sui fianchi esterni dell'involucro scatolare 5 in direzione del fondo di quest'ultimo, in modo tale che le molle 8 e 12 risultano compresse tra l'involucro scatolare 5 e gli equipaggi mobili, rispettivamente primo 7 e secondo 11, e finché i primi mezzi di aggancio 9 si impegnano con il corrispondente primo riscontro 10 ed i secondi mezzi d'aggancio 13 con il secondo riscontro 14. E' necessario ricordare il fatto che tali mezzi d'aggancio, primi 9 e secondi 13, sono costituiti da alette flessibili, preferibilmente di materiale plastico, che tendono a divaricarsi, per cui facilmente si impegnano con i corrispondenti riscontri fissi, 10, 14 dell'involucro scatolare 5, bloccando in tal modo gli equipaggi mobili, primo 7 e secondo 11, in posizione arretrata e assoggettati alle reazioni elastiche delle rispettive molle compresse 8 el2.
L'ago 2 così caricato in corrispondenza di questa fase di carica C del dispositivo 1, rimane in una condizione di equilibrio stabile in virtù del fatto che i mezzi di consenso 16 impediscono al pulsante 15a od alla leva 17 di liberare gli equipaggi mobili, primo 7 e secondo 11 e quindi di "sparare" l'ago 2. Ciò è ottenuto in quanto l'estremità libera del pulsante 15a contatta la superficie esterna del corpo centrale 16a dei mezzi di consenso 16 in virtù del fatto che durante la movimentazione dei pattini 30, i due piani inclinati 32, agendo sulle corrispondenti sporgenze 33 permettono la rotazione del corpo centrale 16a finché la superficie esterna di quest'ultimo si presenta di fronte, e quasi senza gioco, all'estremità libera del pulsante 15a. In tale modo questi mezzi di consenso fungono da "sicura" per evitare gli spari accidentali dell'ago 2.
Si noti che i pattini 30 sono vantaggiosamente azionabili separatamente per cui l'operatore può armare l'ago 2 impiegando una minima forza purché sia sufficiente, ad esempio, a superare la resistenza elastica di una molla (8, 12) alla volta, movimentando quindi i pattini 30 uno alla volta.
A caricamento avvenuto, la cavità 6 dello stelo 3 risulta completamente coperta dalla cannula 4 e le estremità di distali di questi ultimi il più vicine all'involucro scatolare 5. Inoltre l'operatore può, a sua discrezione e per scopi speciali, caricare anche solamente la cannula 4 in modo tale che la cavità 6 risulti almeno parzialmente scoperta al termine della fase di carica C.
A questo punto all'operatore non rimane altro che selezionare la profondità di prelievo tramite l'opportuno spostamento del cursore 20 (secondo la freccia F di figura 3), ad esempio in corrispondenza di una delle due profondità predeterminate e segnalate con le tacche 36 in figura 3. Quindi l'operatore infila l'ago 2 nell'organo da esaminare secondo tecniche note e normalmente finché la punta dell'ago 2 raggiunge la massa del tessuto da sottoporre a biopsia.
A discrezione dell'operatore, il dispositivo 1 può essere quindi predisposto per un funzionamento compietamente automatico oppure semiautomatico semplicemente agendo opportunamente sui mezzi di consenso 16.
Per il funzionamento automatico, l'operatore ruota il corpo centrale 16a in modo tale da affacciare all'estremità libera del pulsante 15a il recesso interno 35, più profondo del recesso esterno 34 rispetto alla superficie libera del corpo 16a. Quindi all'operatore non rimane altro che premere il pulsante 15a oppure, se preferisce, tirare la leva 17 al fine di attivare in successione una fase intermedia M ed una di scarica S del dispositivo 1.
Facendo ora particolare riferimento alle figure 5a e 5b, la fase intermedia M prevede l'espulsione dalla cannula 4 dello stelo 3 cosicché quest'ultimo perfora la massa di tessuto da sottoporre a biopsia in virtù della spinta esercitata sul secondo equipaggio mobile 11 dalla molla 12 che è portata in distensione in conseguenza del disimpegno dai secondi riscontri 14 dei secondi mezzi d'aggancio 13 causato dal sollevamento di questi ultimi da parte del rostro posteriore 27b dell'asta 26.
La corsa dello stelo 3 è delimitata dall'interferenza della sporgenza 22b del secondo equipaggio mobile 11 con la sporgenza del corrispondente riscontro 21 del cursore 20: quest'ultima sporgenza corrisponde alla profondità di prelievo pre-impostata dall'operatore mediante lo spostamento trasversale del cursore 20. In particolare la figura 5a illustra la profondità raggiunta dallo stelo 3 quando il cursore 20 è posizionato in corrispondenza della tacca 36 più corta di figura 3. Analogamente in figura 5b è illustrata la fase M in cui l'operatore ha scelto la profondità maggiore dello stelo 3 che corrisponde all'allineamento del cursore 20 con la tacca 36 più lunga.
Facendo ora particolare riferimento alla figura 6, la pressione esercitata dall'operatore sul pulsante 16a o sulla leva 17 fa continuare la corsa dell'asta 26 provocando il disimpegno dei primi mezzi d'aggancio 9 dai primi riscontri 10 per mezzo del rostro anteriore 27a dell'asta stessa. La molla 12, quindi, si estende spingendo in avanti il primo equipaggio mobile 7 finché la sporgenza 22a di quest'ultimo va a battuta con la sporgenza del corrispondente riscontro 21 del cursore 20. Tale condizione rappresenta una fase di scarica S del dispositivo 1 in cui la cavità 6 risulta interamente ricoperta dalla cannula 4 ed il campione reciso da quest'ultimo è compreso tra detta cannula ed il fondo della cavità stessa.
All’operatore non rimane dunque altro che estrarre l'ago 2 dall'organo sottoposto a biopsia e da cui si è prelevato il campione di tessuto da esaminare.
Il funzionamento semi-automatico del dispositivo 1 è pressoché identico a quello completamente automatico appena descritto, con la sola variante che l'operatore, una volta inserito l'ago 2 nell'organo da esaminare, ruota il corpo centrale 16a in modo tale da affacciare il recesso esterno 34, meno profondo del recesso interno 35, all'estremità libera del pulsante 15a. Quindi l'operatore esercita una pressione sul pulsante 15a oppure, se preferisce, tira la leva 17 al fine di attivare la fase intermedia M è cioè solo lo "sparo" dello stelo 3 secondo le modalità sopra descritte. L'operatore, quindi ruota nuovamente il corpo centrale 16a finché il recesso interno 35 risulta affacciato all'estremità libera del pulsante 15a e, agendo nuovamente su quest'ultimo o sulla leva 17, permette al dispositivo 1 di passare dalla fase intermedia M alla fase di scarico S, secondo le modalità sopra descritte.
E' vantaggiosamente utile evidenziare l'estrema importanza del doppio sistema di "sparo" di cui è dotato tale dispositivo 1: infatti è possibile utilizzare quest'ultimo sia tramite un pulsante posteriore 15a che una leva anteriore 17 fornendo in tal modo all'operatore notevoli vantaggi derivati dalla migliore presa del dispositivo stesso e da una più efficace attivazione dello stesso. Ne trae vantaggio una migliore precisione nell'esecuzione della biopsia e nel "centraggio" della massa da cui si deve effettuare il prelievo del campione di tessuto.
Il principale vantaggio della presente invenzione è quello di fornire un dispositivo ad ago per biopsia ad attivazione sia completamente automatica che semi-automatica, dotato di un sistema di sparo attivabile semplicemente ed efficacemente da parte di un operatore mediante l'impiego di una sua sola mano senza con ciò infid are lo scostamento involontario dalla zona prescelta per il prelievo, evitando in tal modo qualsiasi movimento accidentale della punta dell'ago.
Ulteriore vantaggio è quello fornire un dispositivo in grado di permettere un caricamento sia simultaneo che indipendente della cannula rispetto allo stelo al fine di assicurare all'operatore tutti i gradi di libertà possibili nell'esecuzione della biopsia, oltre che a facilitare enormemente il caricamento dell'ago per biopsia in quanto, a discrezione dell'operatore, quest’ultimo può utilizzare una forza ridotta per il caricamento indipendente della cannula dallo stelo.
Ulteriore vantaggio della presente invenzione e<1 >quello di fornire un dispositivo automatico per eseguire biopsie di semplice realizzazione e di sicuro e preciso utilizzo da parte del personale medico.
L'invenzione in questione è stata ovviamente descritta, con riferimento ai disegni allegati, a puro titolo esemplificativo, e non limitativo, ed è pertanto evidente che ad essa possono essere apportate tutte quelle modifiche o varianti suggerite dalla pratica e dalla sua attuazione ed utilizzazione, comunque comprese nell'ambito definito dalle rivendicazioni seguenti.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo ad ago 2 per biopsia composto da uno stelo 3 inserito scorrevolmente entro una cannula 4 scorrevolmente supportati da un involucro scatolare 5, con detto stelo 3 provvisto di una cavità 6 realizzata in prossimità della sua estremità distale e destinata a contenere un campione di un organo da esaminare, nel quale il citato ago 2 viene inserito, conseguentemente alla recisione di tale campione da parte della citata cannula 4, detto dispositivo 1 essendo caratterizzato dal fatto di comprendere: un primo equipaggio mobile 7 al quale è vincolata l'estremità prossimale della citata cannula 4 e sul quale insiste un primo elemento elastico 8, detto primo equipaggio mobile 7 essendo provvisto di primi mezzi di aggancio 9 destinati ad impegnarsi con corrispondenti primi riscontri 10 presenti sulle pareti del citato involucro scatolare 5 in corrispondenza di una fase di carica C del citato dispositivo 1 in cui il citato primo elemento elastico 8 è sollecitato in modo tale da esercitare una forza di reazione elastica su detto primo equipaggio mobile 7; un secondo equipaggio mobile 11 al quale è vincolata l'estremità prossimale del citato stelo 3 e sul quale insiste un secondo elemento elastico 12, detto secondo equipaggio mobile 11 essendo provvisto di secondi mezzi di aggancio 13 destinati ad impegnarsi con corrispondenti secondi riscontri 14 presenti sulle pareti del citato involucro scatolare 5 in corrispondenza della citata fase di carica C in cui inoltre il citato secondo elemento elastico 11 è sollecitato ad esercitare una forza di reazione elastica su detto secondo equipaggio mobile 11; mezzi di carica 29 associati ai citati equipaggi mobili, primo 9 e secondo 11, attivabili dall'esterno del citato involucro scatolare 5 ed il cui movimento tra due condizioni estreme determina il trascinamento del citato relativo equipaggio mobile, primo 7 e secondo 11, in modo tale da permettere il passaggio alla citata fase di carica C da una fase di scarica S del citato dispositivo 1 in cui i citati elementi elastici, primo Θ e secondo 12, sono scaricati; almeno un elemento di disimpegno 15 dei citati mezzi di aggancio, primi 9 e secondi 13, dai corrispondenti citati riscontri, primi 10 e secondi 14 in corrispondenza rispettivamente della citata fase di scarica S e di una fase intermedia M del citato dispositivo 1 in cui la citata cavità 6 non è ricoperta dalla citata cannula 4 ed il citato secondo elemento elastico 12 è scaricato mentre il citato elemento elastico 8 è caricato; mezzi di consenso 16 girevolmente supportati da detto involucro scatolare 5, interposti tra quest'ultimo e detto elemento di disimpegno 15, e destinati ad abilitare lo spostamento assiale del citato elemento di disimpegno 15 al fine di permettere il sequenziale passaggio dalla citata fase di carica C a quella intermedia M ed a quella di scarica S del citato dispositivo 1, detti mezzi di consenso 16 essendo inoltre automaticamente attivati dai citati mezzi di carica 29 in corrispondenza della citata fase di carica C.
  2. 2. Dispositivo secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre mezzi regolatori di profondità 19 per il prelevamento del citato campione dell'organo da esaminare, detti mezzi regolatori 19 essendo costituiti da un cursore 20, esterno al citato involucro scatolare 5 ed in grado di essere trasversalmente spostato in predeterminate posizioni che determinano l'impegno tra una coppia di riscontri 21 vincolati al citato cursore 20 e corrispondenti sporgenze 22a, 22b previste rispettivamente sul primo equipaggio mobile 7 e sul secondo equipaggio mobile 11 determinandone la relativa corsa assiale.
  3. 3. Dispositivo secondo la rivendicazione 2 caratterizzato dal fatto che i citati riscontri 21 dei citati mezzi regolatori di profondità 19 presentano simmetricamente una coppia di sporgenze sfalsate, selezionabili mediante lo spostamento trasversale del citato cursore 20, tali da riscontrare le citate sporgenze 22a e 22b e da determinare due livelli di profondità del prelievo del campione, corrispondenti alla citata cavità completamente scoperta dalla cannula 4 oppure parzialmente coperta da quest'ultima.
  4. 4. Dispositivo secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che detto elemento di disimpegno 15 è costituito da un'asta centrale 26 alla cui estremità esterna è fissato un pulsante 15a, disposto esternamente al citato involucro scatolare 5 in corrispondenza della sua estremità libera, detta asta 26 essendo provvista di rostri 27 in grado di disimpegnare detti mezzi d'aggancio, primi 9 e secondi 13, dai citati corrispondenti riscontri, primi 10 e secondi 14, in corrispondenza delle citate fasi intermedia M e di sgancio S.
  5. 5. Dispositivo secondo la rivendicazione 1 e la rivendicazione 4 caratterizzato dal fatto che all'estremità interna di detta asta 26 si impegna il primo braccio di una leva 17 il cui secondo braccio sporge esternamente dal citato involucro scatolare 5 e la cui movimentazione permette lo scorrimento assiale del citato elemento di disimpegno 15 in corrispondenza delle citate fasi intermedia M e di scarica S del dispositivo 1.
  6. 6. Dispositivo secondo le rivendicazioni 1, 4 e 5 caratterizzato dal fatto che tra l'estremità libera di detto elemento di disimpegno 15 e la parete interna di detto involucro scatolare 5 è disposta una molla 18 che determina il corretto posizionamento del citato elemento di disimpegno 15 in corrispondenza delle citate fasi di carica C e di carica C del citato dispositivo 1.
  7. 7. Dispositivo secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che detti equipaggi mobili, primo 7 e secondo 11, presentano rispettivamente un primo supporto 24 del citato primo elemento elastico 8 ed un secondo supporto 25 del citato secondo elemento elastico 12.
  8. 8. Dispositivo secondo la rivendicazione 7 caratterizzato dal fatto che detti elementi elastici primo 8 e secondo 12 sono costituiti rispettivamente da una coppia di molle.
  9. 9. Dispositivo secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che i citati mezzi di carica 29 sono costituiti da una coppia di pattini 30 ciascuno dei quali è provvisto di una propaggine 31 presentante un piano inclinato 32 sul quale scorre una corrispondente sporgenza 33 dei citati mezzi di consenso 16 durante la movimentazione di ciascun citato pattino 30 in corrispondenza dell'attivazione della citata fase di carica C del dispositivo 1.
  10. 10. Dispositivo secondo la rivendicazione 9 caratterizzato dal fatto che il citato pattino 30, associato al citato primo equipaggio mobile 7, è movimentabile indipendentemente dal corrispondete pattino 30 associato al citato secondo equipaggio mobile 11.
  11. 11. Dispositivo secondo le rivendicazioni 1, 4 e 9 caratterizzato dal fatto che i citati mezzi di consenso 16 sono costituiti da un corpo centrale circolare 16a dal quale sporgono radialmente e diametralmente opposte le due citate sporgenze 33, e che risulta interessato perifericamente e sulla sua superfìcie esterna da una coppia di recessi, rispettivamente esterno 34 ed interno 35, destinati ad essere riscontrati dal citato pulsante 15a del citato elemento di disimpegno 15 in corrispondenza rispettivamente delle citate fasi intermedia M e di scarica S, mentre detto pulsante 15a contatta la superficie esterna del citato corpo centrale 16a in corrispondeva della fase di carica C.
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