ITBO20110236A1 - Clip di chiusura per un sacchetto - Google Patents

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ITBO20110236A1
ITBO20110236A1 IT000236A ITBO20110236A ITBO20110236A1 IT BO20110236 A1 ITBO20110236 A1 IT BO20110236A1 IT 000236 A IT000236 A IT 000236A IT BO20110236 A ITBO20110236 A IT BO20110236A IT BO20110236 A1 ITBO20110236 A1 IT BO20110236A1
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IT
Italy
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prong
clip
prongs
clip according
bag
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IT000236A
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Inventor
Petter Friberg
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Team Mare S R L
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    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B65CONVEYING; PACKING; STORING; HANDLING THIN OR FILAMENTARY MATERIAL
    • B65DCONTAINERS FOR STORAGE OR TRANSPORT OF ARTICLES OR MATERIALS, e.g. BAGS, BARRELS, BOTTLES, BOXES, CANS, CARTONS, CRATES, DRUMS, JARS, TANKS, HOPPERS, FORWARDING CONTAINERS; ACCESSORIES, CLOSURES, OR FITTINGS THEREFOR; PACKAGING ELEMENTS; PACKAGES
    • B65D33/00Details of, or accessories for, sacks or bags
    • B65D33/16End- or aperture-closing arrangements or devices
    • B65D33/1616Elements constricting the neck of the bag

Description

CLIP DI CHIUSURA PER UN SACCHETTO
DESCRIZIONE DELL’INVENZIONE
La presente invenzione si riferisce ai mezzi di chiusura per sacchetti.
Più in dettaglio, l’invenzione concerne clip per chiudere sacchetti contenenti molluschi bivalvi vivi come mitili, vongole, ecc...
Nella presente descrizione, si conviene di chiamare †̃clip’ quelle graffette usate per chiudere i sacchetti, dal momento che, nel riferirsi ad esse, à ̈ ormai invalso l’uso di impiegare esclusivamente questo termine della lingua inglese.
Spesse volte, i molluschi bivalvi vivi sono venduti ai consumatori confezionati in sacchetti.
In pratica, due sono le modalità per confezionare questi molluschi.
In una prima modalità, si rende innanzitutto disponibile una rete tubolare preformata, in materiale plastico, inizialmente abbastanza floscia, (una sorta di calza) che viene chiusa inferiormente da una prima clip, a definire il fondo della futura confezione; dopodiché la rete tubolare à ̈ riempita con una certa quantità di molluschi sfusi.
A questo punto, il tubo in rete viene tesato, tirando verso l’alto la sezione della calza immediatamente sopra la parte che contiene i molluschi, in modo che la rete vada in stretta aderenza sui molluschi e li stringa fortemente l’uno all’altro.
Questa sezione superiore viene poi chiusa da una seconda clip.
La ragione per cui la calza viene tesa fortemente sui molluschi à ̈ perché la confezione finita deve stringere saldamente i molluschi gli uni agli altri al fine di evitare che le loro valve si aprano.
Infatti, quando vengono pescati, i molluschi bivalvi chiudono spontaneamente le valve, trattenendo internamente acqua, la quale acqua consente il mantenimento in vita dei molluschi dopo la pesca.
Dal momento che i molluschi bivalvi vengono venduti vivi, à ̈ necessario evitare quanto più possibile che le loro valve si aprano anche dopo il confezionamento. Quindi la seconda clip ha anche la funzione di mantenere la rete ben tesa sui bivalvi confezionati, oltre che di mantenere chiuso il sacchetto.
Dopo l’applicazione della citata seconda clip, alla rete tubolare à ̈ applicata una terza clip, superiormente alla seconda, la quale terza clip forma un ulteriore punto di chiusura della rete tubolare.
Infine, la rete tubolare viene recisa tra la seconda e la terza clip, a definire inferiormente un sacchetto in rete chiuso in cui sono confezionati i molluschi, con quella che era la terza clip suddetta che va a fungere da prima clip per chiudere inferiormente la successiva confezione di molluschi.
Il sacchetto che fa parte della confezione finita chiaramente non à ̈ più floscio ma al contrario à ̈ fortemente teso sulle valve dei molluschi ed à ̈ da queste sollecitato. Secondo un’altra modalità, si impiega un tipo di sacchetto, sempre inizialmente abbastanza floscio, disponibile sul mercato già chiuso sul fondo (ad esempio mediante cucitura) e con un’apertura superiore.
In questo caso, dopo che la parte inferiore del sacchetto à ̈ stata riempita con molluschi tramite la sua apertura, anche questo sacchetto viene tesato sulle valve dei molluschi prima dell’applicazione della clip si chiusura, per le medesime ragioni già spiegate.
La clip attualmente impiegata nelle confezioni di molluschi bivalvi à ̈ un cosiddetto “punto metallico†, che in pratica à ̈ una graffetta formata da un breve segmento di metallo, di solito alluminio, a forma di “U†, che accoglie una sezione del sacchetto, e viene deformata da note apparecchiature dedicate che la chiudono ad anello, tramite schiacciamento, così da chiudere il sacchetto medesimo e mantenerlo ben teso sui molluschi.
È noto che durante il processamento dei molluschi, prima del confezionamento, à ̈ possibile che ai molluschi stessi si mischino piccoli oggetti o frammenti di metallo, i quali poi potrebbero finire nelle confezioni da commercializzare.
Questi oggetti in metallo indesiderati possono talvolta essere caduti tra i molluschi raccolti durante la pesca oppure essere parti delle macchine di confezionamento (ad esempio viti o bulloni) che si sono staccate e si sono mischiate tra i molluschi sfusi ancora da confezionare.
È una esigenza fortemente sentita nel mercato della vendita dei molluschi bivalvi quella di poter disporre di confezioni che, prima dell’offerta al pubblico, possano essere sottoposte ad una scansione mediante dispositivi di rilevazione dei metalli, al fine di verificare che tra i molluschi confezionati non sia presente alcun elemento metallico indesiderato.
L’impiego di clip metalliche inficerebbe questa operazione, perché produrrebbe falsi positivi.
Attualmente, esistono sul mercato clip in materiale plastico, quindi non rilevabili dai citati dispositivi, sebbene non siano impiegate nello specifico settore del confezionamento dei molluschi bivalvi vivi.
Queste clip plastiche note, nella configurazione aperta iniziale, hanno una forma sostanzialmente ad “U†, o a ferro di cavallo, e conformano due rebbi dritti che protendono da un comune tratto curvo che li collega.
Per applicare la clip in plastica nota ad un sacchetto si dovrebbe innanzitutto infilare il sacchetto stesso tra i rebbi, per poi procedere alla deformazione per schiacciamento dei rebbi, sempre mediante apposite e note apparecchiature, chiudendo la clip ad anello, su se stessa, in modo che uno dei suoi rebbi risulti sopra all’altro.
I rebbi di questa clip nota, mentre essa à ̈ deformata ed incurvata, vanno a riscontro e scorrono l’uno contro l’altro ed uno sopra l’altro, e cioà ̈ scorrono in modo che uno dei due si pieghi verso l’alto mentre l’altro si piega verso il basso, così che essi risultino non solo paralleli ma anche uno sopra l’altro, a definire, assieme al tratto di collegamento, una configurazione chiusa della clip in cui essa assume una forma a guisa di tarallo pugliese.
Le clip in plastica note presentano un inconveniente che le rende poco adatte all’impiego nel settore tecnico del confezionamento dei molluschi bivalvi vivi.
Come sopra spiegato, a causa del fatto che il sacchetto della confezione à ̈ teso sui molluschi, esso subisce a sua volta una sollecitazione, per reazione.
Questa sollecitazione si scarica sulle clip di chiusura (ed eventualmente sulla cucitura, se presente).
Se si applicassero ai sacchetti le clip in plastica note, la sollecitazione su di esse scaricate porterebbe ad un allargamento dei rebbi della clip applicata, e ed alla conseguente separazione delle clip dai sacchetti, ed apertura degli stessi.
Infatti, Ã ̈ chiaro che una clip in plastica non ha la resistenza meccanica di una clip in metallo.
Quindi la clip in plastica nota à ̈ inadatta a chiudere e tenere chiuso un sacchetto per confezionare molluschi bivalvi vivi, per non parlare poi di riuscire a mantenerlo ben tesato sugli stessi.
Scopo della presente invenzione à ̈ superare gli inconvenienti sopra esposti ed altri ancora rendendo disponibile una clip per chiudere e mantenere chiuso un contenitore, quali ad esempio i sacchetti descritti precedentemente, realizzata in accordo con la rivendicazione 1.
La clip proposta à ̈ realizzata in materiale plastico di tipo anelastico e conforma almeno due rebbi che protendono da una porzione di base che li collega.
La clip presenta una configurazione di apertura in cui i rebbi sono discosti a consentire l’accoglimento di una sezione del sacchetto tra i rebbi, ed à ̈ atta deformarsi in una pluralità di configurazioni anulari di chiusura, nelle quali i rebbi sono incurvati a definire, assieme alla citata porzione di base, uno spazio interno circoscritto avente un’ampiezza che dipende dalla curvatura dei rebbi.
L’invenzione prevede che i rebbi abbiano forme tali che, in ogni configurazione anulare di chiusura, un rebbio incurvato impegni l’altro così da conservare l’ampiezza del rispettivo spazio interno circoscritto.
Quando la clip à ̈ applicata al sacchetto per chiuderlo e mantenerlo teso sul gruppo di molluschi contenuto nel sacchetto, essa stringe saldamente le pareti del sacchetto in un punto di chiusura, trattenendole entro il citato spazio interno circoscritto.
In pratica, le apparecchiature dedicate all’applicazione delle clip, qui non descritte perché esulano dall’oggetto dell’invenzione, piegano i rebbi, incurvandoli, ad abbracciare una sezione del sacchetto che, come sopra spiegato, à ̈ stata tirata in alto per mettere in tensione il sacchetto medesimo.
Il grado di piegatura, che à ̈ correlato all’ampiezza dello spazio interno circoscritto, à ̈ funzione delle dimensioni e della resistenza offerta dalla sezione del sacchetto che viene schiacciata nel punto di chiusura.
Quindi, se le pareti del sacchetto sono spesse, l’ampiezza dello spazio interno sarà maggiore rispetto al caso in cui le pareti siano sottili e/o in parte deformabili. Inoltre la clip deve chiudere saldamente e tenere tesato il sacchetto anche nel caso in cui si desideri applicare una etichetta, tipicamente per indicare dati relativi al prodotto e/o informazioni commerciali, quali ad esempio marchi, la quale etichetta à ̈ applicata al sacchetto infilandone una piccola coda d’estremità in corrispondenza dell’apertura, nel punto ove si vuole chiudere il sacchetto, prima dell’applicazione della clip.
In pratica, la clip proposta, quando viene applicata per chiudere il sacchetto tesato, si auto-adatta al sacchetto.
Per questa ragione, a seguito della sua deformazione, può trovarsi in diverse configurazioni anulari di chiusura, corrispondenti a diverse ampiezze, o dimensioni, dello spazio interno circoscritto in cui sono schiacciate le pareti della sezione del sacchetto in corrispondenza della quale esso viene chiuso.
Dato che l’invenzione prevede che, indipendentemente da quali siano le dimensioni dello spazio interno circoscritto, nelle diverse configurazioni anulari della clip, un rebbio impegni l’altro, allora, al contrario della tecnica nota, l’invenzione à ̈ in grado di rendere disponibile un clip che resiste alle suddette sollecitazioni che il sacchetto tesato scarica su di essa.
Infatti, visto che i rebbi tendono a mantenere le dimensioni dello spazio interno circoscritto grazie al citato impegno di un rebbio all’altro, la sollecitazione non li divarica e quindi il sacchetto, anche col passare del tempo, resta teso sulle valve dei molluschi schiacciandoli l’uno contro l’altro.
Vantaggiosamente, dopo l’apertura del sacchetto e l’estrazione dei molluschi, à ̈ possibile riciclare il sacchetto in rete assieme alla clip perché sono entrambi in materiale plastico, evitando così la dispendiosa fase di separazione tra sacchetto e clip necessaria impiegando clip metalliche.
Di preferenza la clip à ̈ realizzata in corpo unico ed in policarbonato, materiale atossico che ha buone caratteristiche di plasticità.
Di seguito verranno dettagliate forme di realizzazione specifiche dell’invenzione e vantaggiose caratteristiche tecnico-funzionali correlate a tali forme di realizzazione che sono solo in parte derivabili dalla descrizione suesposta, in accordo con quanto riportato nelle rivendicazioni e con l’ausilio delle allegate tavole di disegno, nelle quali:
- la figura 1 e la figura 2 sono viste assonometriche di una clip secondo una prima forma di attuazione dell’invenzione, rispettivamente nella configurazione aperta e nella configurazione deformata di chiusura;
- la figura 3 e la figura 4 sono viste assonometriche di una clip secondo una seconda forma di attuazione dell’invenzione, rispettivamente nella configurazione aperta e nella configurazione deformata di chiusura;
- la figura 5 à ̈ una vista assonometriche di una clip secondo una quarta forma di attuazione dell’invenzione nella configurazione aperta;
- la figura 6 à ̈ una vista schematica di un sacchetto in rete chiuso da una clip secondo l’invenzione, rappresentata in via esemplificativa nella sua quinta forma di attuazione
- la figura 7 e la figura 8 sono viste assonometriche di una clip secondo una quinta forma di attuazione dell’invenzione, rispettivamente nella configurazione aperta e nella configurazione deformata di chiusura;
- la figura 9 Ã ̈ una vista schematica in sezione della clip delle due figure precedenti nella configurazione aperta;
- la figura 10 à ̈ una vista schematica parziale ed in sezione della clip della figura precedente, rappresentante le modalità di impegno dei rebbi, quando la clip à ̈ nella configurazione di chiusura;
- la figura 11 à ̈ una vista assonometrica della quarta forma di attuazione dell’invenzione, con la clip nella configurazione aperta; e
- la figura 12 à ̈ una vista dall’alto in pianta della clip della figura precedente.
Nelle figure allegate, sono state rappresentate cinque possibili forme di attuazione dell’invenzione.
Tali forme di attuazione non esauriscono tutte le possibilità di realizzazione dell’invenzione.
Prima di descrivere nel dettaglio le cinque forme di attuazione dell’invenzione, definiremo nel seguito le caratteristiche generali della clip, comuni alle sue diverse versioni, assieme al suo funzionamento.
Ricordiamo che tutte le forme di attuazione, sia quelle qui descritte che quelle che condividono con esse il medesimo concetto inventivo ma qui non spiegate, prevedono che la clip 1,10,100,1000,11 proposta conformi due rebbi 2,3,20,30,200,300,2000,3000,22,33 che protendono da una porzione di base che li collega.
La clip ha una configurazione iniziale di apertura A, che à ̈ la sua configurazione con cui esce dallo stampo o comunque con cui à ̈ resa disponibile al termine del processo di fabbricazione, configurazione di apertura A che va intesa come configurazione della clip precedente alla sua deformazione e come configurazione presentata dalla clip prima di essere applicata al contenitore, che nel prosieguo assumeremo essere un sacchetto in rete 4, per comodità espositiva.
In tale configurazione di apertura A (o configurazione aperta) i rebbi sono discosti e definiscono, assieme alla porzione di base, un alloggiamento aperto K per accogliere il sacchetto 4 da chiudere.
Più in dettaglio, tale alloggiamento aperto K à ̈ definito dai bordi laterali interni dei rebbi ed dal bordo (o faccia) interno della citata porzione di base (meglio descritti nel prosieguo in sede di precisazione delle diverse forme di attuazione).
A livello pratico, questo alloggiamento aperto K à ̈ lo spazio presente tra i rebbi, quando la clip à ̈ nella configurazione aperta A, ove attende che il sacchetto 4 sia inserito tra i rebbi.
Dopo che una sezione del sacchetto 4, ad esempio in prossimità dell’orlo di una sua apertura, à ̈ accolta tra i rebbi, si può procedere alla chiusura del sacchetto 4 mediante deformazione della clip, per mezzo di apparecchiature dedicate, qui non descritte perché esulano dall’oggetto dell’invenzione.
Grazie alla deformazione dei rebbi che fa assumere alla clip la forma di un piccolo anello che comprime e ripiega e schiaccia su se stesse le pareti della sezione in cui in cui si vuole chiudere il sacchetto 4, a definirvi un punto di chiusura, si ottiene sia la chiusura del sacchetto 4 stesso (si veda la figura 6 ove la clip proposta rappresentata, solo in via esemplificativa, nella sua quinta forma di attuazione), sia la garanzia che esso rimanga ben teso e quindi prema i molluschi l’uno contro l’altro.
Di seguito, spiegheremo le conformazioni che, nelle diverse forme di attuazione, assumono i rebbi e, di conseguenza, il modo in cui essi si impegnino l’uno con l’altro, a seguito della deformazione della clip, cioà ̈ nella sua configurazione anulare C.
In pratica, a seguito della loro deformazione, i rebbi della clip si incurvano in una forma ad uncino oppure semianulare o simili.
È chiaro che quando nella presente descrizione si parla di deformazione della clip, si intende quella che avviene con la piegatura dei suoi rebbi verso l’interno a definire la configurazione deformata di chiusura C.
Si noti che nella presente descrizione i termini †̃superiore’ ed †̃inferiore’ fanno riferimento alla disposizione operativa in cui normalmente à ̈ applicata la clip al sacchetto 4 e cioà ̈ con i rebbi orizzontali e comunque come rappresentato in figura 6.
Inoltre, quando si usano i termini †̃interno’ ed †̃esterno’ si sta usando come riferimento lo spazio interno circoscritto O, se la clip à ̈ chiusa nelle configurazioni anulari C, oppure l’alloggiamento aperto K, se la clip non à ̈ ancora stata deformata.
La prima forma di attuazione à ̈ rappresentata nelle figure 1 e 2, in cui si può vedere che quando la clip 1 à ̈ nella configurazione aperta A, essa può avere una forma sostanzialmente a ferro di cavallo, mentre quando à ̈ in una delle sue molteplici configurazioni chiuse C essa ha chiaramente una forma a guisa di anello chiuso.
Di preferenza, i rebbi 2,3 della clip 1 nella configurazione aperta A sono dritti.
La clip 1 comprende un primo rebbio il quale à ̈ un rebbio prensile 2 e comprende a sua volta: un elemento superiore 21 ed un elemento inferiore 22, uniti in corrispondenza di un rispettivo bordo laterale esterno 23,24 da una parete di unione 25, sempre parte del primo rebbio 2.
Più in dettaglio i suddetti elemento superiore ed inferiore 21,22 possono essere piani, come rappresentato nelle figure, ed il secondo rebbio 3 può comprendere a sua volta un elemento di inserimento piano 3.
Di preferenza, gli elementi superiore ed inferiore 21,22 del primo rebbio 2 sono inclinati rispetto alla parete di unione 25 in modo da definire una cavità 26 in sottosquadro adatta ad accogliere l’elemento di inserimento 3.
In pratica, a seguito della deformazione della clip 1, si veda la figura 2, l’elemento di inserimento si inserisce nella cavità in sottosquadro 26.
In questa forma di realizzazione, quanto più à ̈ lunga la porzione dell’elemento di inserimento 3 che entra nella cavità 26 a seguito della deformazione della clip 1, tanto più sono curvi (cioà ̈ incurvati ad uncino) i rebbi 2,3 e tanto più piccolo sarà lo spazio interno circoscritto O adatto a contenere le pareti del sacchetto 4.
Quindi, le diverse possibili configurazioni chiuse C della clip 1 dipendono da quanto à ̈ consentito inserire l’elemento di inserimento 3 nella cavità 26; questo, a sua volta, dipende dal sacchetto 4 che si chiude e si tiene tesato, come già spiegato precedentemente.
Quando l’elemento di inserimento 3 à ̈ in questa cavità 26, allora la faccia del suo bordo laterale esterno 32 à ̈ a riscontro con la faccia interna 26 della parete di unione 25, in modo che il rebbio prensile 2 impegni il secondo rebbio 3, coprendolo esternamente.
La cavità in sottosquadro 26 ha dimensioni tali da interessare l’elemento di inserimento 3 anche con un impegno per interferenza.
Ulteriormente, l’impegno tra rebbio prensile 2 e secondo rebbio 3 à ̈ ancora più forte se l’elemento di inserimento 3 ha uno spessore che cresce dal suo bordo laterale interno (non visibile direttamente nelle figure) verso l’opposto bordo laterale esterno 32, così che l’elemento di inserimento 3 medesimo abbia corrispondenza di forma con l’alloggiamento in sottosquadro 26.
Una caratteristica importante di questa forma di realizzazione à ̈ costituita dal fatto che il rebbio 2 che conforma l’alloggiamento à ̈ il rebbio prensile, il quale nelle configurazioni anulari di chiusura C copre ed impegna dall’esterno il secondo rebbio 3, riscontrandolo; quindi, il secondo rebbio 3, che invece resta interno, à ̈ quello che viene sollecitato direttamente e comunque maggiormente dal sacchetto in tensione.
Tale sollecitazione sul rebbio interno 3 (il secondo rebbio) à ̈ però compensata dall’impegno da parte del rebbio prensile 2 (primo rebbio).
Questo stesso concetto tecnico si può attuare in altre versioni della clip diverse da quella della prima forma di realizzazione, che prevedano comunque un rebbio prensile con un elemento superiore e l’elemento inferiore uniti in corrispondenza del bordo laterale esterno da parete di unione a definire un alloggiamento a forma di “C†(cioà ̈ avente sezione trasversale conformata a “C†), atto a ricevere il secondo rebbio, con la parete di unione che, a seguito della deformazione della clip, riscontra e copre esternamente il secondo rebbio.
Quando nella presente descrizione si dice †̃a forma di “C†’ si intende naturalmente dal punto di vista impiegato nelle figure e questo varrà anche in seguito quanto si userà l’espressione †̃“C†rovesciata’.
Al fine di favorire l’inserimento dell’elemento piano del secondo rebbio 3 nell’alloggiamento in sottosquadro 26, tale elemento piano 3 può essere rastremato verso la sua estremità libera 33.
Ulteriormente, la porzione di base 5 che unisce i rebbi 2,3 può conformare una sporgenza 6 disposta tra i rebbi 2,3 medesimi (cioà ̈ protesa verso lo spazio interno circoscritto O oppure vero l’alloggiamento aperto K della clip 1, a seconda di quale configurazione assuma).
Questo consente innanzitutto un fermo ancoraggio della clip 1 ai sacchetti in rete 4 perché, quando la clip 1 à ̈ nella configurazione di chiusura C, la sporgenza 6 può inserirsi tra le maglie della rete ed ostacolare la separazione della clip 1 dal sacchetto 4 che chiude.
Inoltre, consente di realizzare clip più larghe e cioà ̈ con i rebbi che nella configurazione di apertura sono maggiormente distanziati.
Infatti, da una parte à ̈ preferibile che i rebbi siano distanti nella configurazione aperta A della clip 1 (vale a dire con una porzione comune 5 larga), per favorire l’inserimento tra i rebbi della sezione del sacchetto 4 da chiudere; d’altro canto, ciò potrebbe portare, in certi casi, a definire un limite inferiore alle dimensioni dello spazio interno circoscritto O, cioà ̈ un’ampiezza minima definita dal massimo incurvamento consentito ai rebbi.
Impiegando però la sporgenza 6, anche nel caso di rebbi inizialmente molto distanti, à ̈ consentito ottenere comunque uno spazio interno O molto stretto, a seguito della deformazione della clip, per il fatto che la sporgenza 6 occupa una parte dello spazio interno O.
La sporgenza 6 può essere ad esempio conica o cilindrica, appuntita, smussata, ecc…
La sporgenza 6 qui descritta per la prima forma di attuazione può essere presente anche nelle altre forme di attuazione dell’invenzione, di seguito descritte o qui non riportate, e non verrà descritta nuovamente nel prosieguo.
La clip 10 realizzata secondo la seconda forma di attuazione à ̈ raffigurata nelle figure 3 e 4, ed anch’essa può presentare una forma a ferro di cavallo 20,30, coi rebbi dritti, quando à ̈ nella configurazione iniziale aperta A.
Essa à ̈ in parte simile alla prima forma di attuazione, e quindi verrà descritta partendo da questa, ma presenta alcuni aspetti diversi che rendono il suo funzionamento peculiare.
Vantaggiosi aspetti opzionali già descritti per la prima forma di attuazione ed applicabili mutatis mutandis, sono da considerarsi come inclusi in varianti della seconda forma di attuazione.
Nella seconda forma di attuazione, il primo rebbio à ̈ un rebbio ricevente 20, i cui elementi piani superiore ed inferiore 210,211 sono uniti dalla parete di unione 250 in corrispondenza del rispettivo bordo laterale interno 230,240 a definire un alloggiamento per il secondo rebbio 30 che comprende una cavità in sottosquadro 260, che al contrario di quella della prima forma di attuazione, in questo caso à ̈ rivolta verso l’esterno.
La caratteristica di primaria importanza della seconda forma di attuazione à ̈ costituita dal fatto che, al contrario che nella forma di attuazione precedente, à ̈ il secondo rebbio 30 a fungere da rebbio prensile e di impegno per l’altro rebbio 20. Infatti, a seguito della deformazione della clip 10, i rebbi sono piegati l’uno verso l’altro, con l’elemento piano 30 del secondo rebbio che si infila nella cavità 260 e va a riscontro con la superficie esterna 270 della parete di unione 250, coprendola esternamente nella varie possibili configurazioni deformate anulari di chiusura C della clip 10.
La superficie esterna 270 della parete di unione 250 à ̈ esterna rispetto allo spazio interno O più volte citato (o rispetto all’alloggiamento aperto K) ma à ̈ interna alla cavità in sottosquadro 260.
Anche in questo caso, la curvatura e quindi la lunghezza del tratto del secondo rebbio 30 inserito nella cavità 260 determina l’ampiezza dello spazio interno circoscritto O, ampiezza mantenuta dall’impegno tra i rebbi 20,30.
Il secondo rebbio 30 incurvandosi, può impegnare il primo rebbio 20, anch’esso curvo, andando a coprire e riscontrare la sua parete di unione 250 coprendola esternamente.
In questo caso, à ̈ il primo rebbio 20 e, segnatamente la sua parete di unione 250, ad essere immediatamente e maggiormente interessata dalla sollecitazione del sacchetto 4 tesato ed à ̈ il secondo rebbio 30 che impegna dall’esterno il primo, in corrispondenza superficie esterna 270 della parete di unione 250, ostacolando la sollecitazione.
Il secondo aspetto di differenza dalla forma attuativa precedente, opzionale come il suo corrispettivo già descritto, à ̈ relativo all’idea di prevedere che lo spessore dell’elemento piano del secondo rebbio 30 cresca dal suo bordo laterale esterno all’opposto bordo laterale interno 340, così che l’elemento piano 30 medesimo abbia corrispondenza di forma con l’alloggiamento in sottosquadro 260.
A differenza che nella prima forma di attuazione, la seconda forma di attuazione può prevedere un rebbio ricevente che ha la forma di una “C†rovesciata.
In pratica, si possono realizzare delle clip secondo la seconda forma di realizzazione in cui il primo rebbio ricevente 20 ha una sezione trasversale a forma di “C†rovesciata ma non ha una cavità in sottosquadro.
L’elemento piano 30 del secondo rebbio può essere rastremato verso l’estremità libera 330.
In generale, si possono prevedere varianti sia alla prima che alla seconda forma di attuazione, accomunate dal fatto che il secondo rebbio comprende un elemento piano e dal fatto che il primo rebbio comprende un elemento piano superiore disposto sopra l’elemento piano inferiore ad una distanza da questo tale che, nella configurazione di chiusura C della clip, l’elemento piano del secondo rebbio sia accolto con interferenza tra l’elemento superiore e l’elemento inferiore del primo rebbio.
Secondo questo aspetto, l’elemento piano del secondo rebbio sta in un piano mediano rispetto a quello in cui stanno gli elementi piani superiore ed inferiore. Inoltre, nelle forme di attuazione descritte, in quelle ancora da descrivere ed in ulteriori possibili qui non riportate, lo spessore dell’elemento piano del secondo rebbio può variare secondo diverse modalità tra il suo bordo laterale interno ed il suo opposto bordo laterale esterno.
La terza forma di attuazione à ̈ rappresentata nelle figure 11 e 12, ove si vede la clip 100 nella configurazione aperta A in cui ha una forma a guisa di ferro di cavallo, coi rebbi dritti 200,300, ed in una configurazione anulare di chiusura C in cui à ̈ già stata deformata.
In questo caso, il primo rebbio à ̈ un rebbio femmina ed il secondo rebbio à ̈ un rebbio maschio 300, col rebbio femmina che comprende un fodero 200 dotato di una cavità 2600 avente un’apertura 261 in corrispondenza dell’estremità libera 280 del rebbio femmina, la quale cavità 2600 à ̈ atta ad accogliere il rebbio maschio 300.
In questo caso, quando la clip 100 à ̈ deformata in una data configurazione ad anello C, l’impegno che la mantiene costante nella forma deformata assunta si sviluppa tra la superficie laterale esterna 2700 della cavità 2600 e la superficie del bordo laterale esterno 3200 del rebbio maschio 300, le quali, di preferenza, comprendono una rispettiva superficie scabra.
Tali superfici scabre, che possono comprendere ciascuna una zigrinatura, sono disposte in modo da aderire l’una all’altra a seguito dell’inserimento del rebbio maschio 300 nel fodero 200 del rebbio femmina.
La cavità 2600 del fodero 200 del rebbio femmina può avere dimensioni tali da accogliere con interferenza il rebbio maschio 300.
Il rebbio maschio può comprendere un elemento piano 300 di inserimento, ad esempio rastremato nella direzione della sua estremità libera, per favorire il suo inserimento dentro la cavità 2600 del fodero 200.
La prima, la seconda e la terza forma di attuazione dell’invenzione sono accomunate dall’importante aspetto che, a seguito della deformazione della clip, uno dei rebbi impegna l’altro riscontrandone una relativa superficie di riscontro, e coprendo esternamente tale superficie di riscontro.
Nella prima forma di attuazione, tale superficie di riscontro à ̈ il bordo laterale esterno 32 del secondo rebbio 3, nella seconda forma di attuazione essa la superficie esterna 270 della parete di unione del primo rebbio 20, mentre nella terza forma di attuazione à ̈ il bordo laterale esterno 3200 del secondo rebbio.
Questo aspetto comune, può applicarsi in ulteriori forme di attuazione, come, in via esemplificativa ma non esaustiva, la quarta forma di attuazione illustrata nella figura 5, in cui la clip 11 à ̈ rappresentata nella sua configurazione deformata ad anello C.
Tale clip 11 della quarta forma di attuazione, ha un primo rebbio prensile 22 complanare al secondo rebbio 33, con la clip 11 che, a seguito della sua deformazione, assume una configurazione di chiusura C in cui essa ha uno sviluppo spiraliforme, con il rebbio prensile 22 che riscontra e copre esternamente il secondo rebbio 33, e così facendo lo impegna.
Di preferenza, il rebbio prensile 22, la porzione di base 5 ed il secondo rebbio 33 della clip 11 sono definiti in un unico pezzo di forma cilindrica.
Nella sua configurazione aperta A, la clip 11 può avere una forma a ferro di cavallo.
Una quinta forma di attuazione à ̈ rappresentata nelle figure 7, 8, 9 e 10.
La clip 1000 di questa forma di attuazione ha almeno tre rebbi 2001,2002,3000, dei quali almeno una coppia di rebbi prensili che comprende un rebbio prensile superiore 2001 ed un rebbio prensile inferiore 2002, il primo disposto sopra il secondo ad una distanza tale che, a seguito della deformazione della clip 1000, il terzo rebbio 3000 possa essere accolto con interferenza tra i primo due.
Di preferenza, come mostrato in particolare nelle figure 9 e 10, lo spessore del rebbio impegnabile 3000, decresce dal bordo laterale interno 3012 al bordo laterale esterno 3013, ed invece lo spessore dei rebbi prensili 2001,2002 cresce tra il rispettivo bordo laterale interno 2011,2012 ed il rispettivo bordo laterale esterno 2111,2112, così da poter avere i vantaggi dell’impegno con corrispondenza di forma tra lo spazio definito dai rebbi prensili ed il terzo rebbio. Comunque si può prevedere in generale che lo spessore del rebbio impegnabile 300 e lo spessore di ciascuno dei due rebbi prensili 2001,2002 varino in modi diversi tra il rispettivo bordo laterale interno 3012,2011,2012 ed il rispettivo bordo laterale esterno 3013,21112112 opposto a quello interno.
I rebbi 3000,2001,2002 di questa forma di attuazione possono essere rastremati verso la loro estremità libera.
Da quanto sopra descritto, si può comprendere che un contenitore 4 chiuso mediante almeno una clip 1,11,10,100,1000, realizzata secondo una qualsiasi delle forme di attuazione dell’invenzione, e deformata in una configurazione anulare di chiusura C, risulta essere una confezione in cui i molluschi sono tenuti premuti in modo da che le loro valve non si aprano, e in grado di dare una buona garanzia al consumatore che il contenuto non sia stato manipolato successivamente alla chiusura, la quale confezione à ̈ adatta ad essere scansionata da rilevatori di metalli senza dare falsi positivi.
Si intende che quanto sopra à ̈ stato descritto a titolo esemplificativo e non limitativo, per cui eventuali varianti costruttive si intendono rientranti nell'ambito protettivo della presente soluzione tecnica, come nel seguito rivendicata.

Claims (18)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Clip per chiudere e mantenere chiuso un contenitore (4), quale ad esempio un sacchetto in rete contenente molluschi bivalvi, la quale clip (1,10,11,100,1000) à ̈ realizzata in materiale plastico di tipo anelastico e conforma almeno due rebbi (2,3,20,30,200,300,22,33,2001,2002,3000) che protendono da una porzione di base (5,50,500,5000,55) che li collega, la clip avendo una configurazione di apertura (A) in cui i rebbi sono discosti a consentire l’accoglimento di una sezione del sacchetto (4) tra i rebbi, ed à ̈ deformabile in una pluralità di configurazioni anulari di chiusura (C), nelle quali i rebbi sono incurvati a definire, assieme alla citata porzione di base, uno spazio interno circoscritto (O) avente un’ampiezza che dipende della curvatura dei rebbi, la clip essendo caratterizzata dal fatto che i rebbi hanno forme tali che, in ogni configurazione anulare di chiusura (C), un rebbio incurvato impegna l’altro così da conservare l’ampiezza dello spazio interno circoscritto (O).
  2. 2. Clip secondo la rivendicazione precedente, in cui, a seguito della deformazione della clip stessa, un rebbio (2,200,22,30) impegna l’altro (3,20,300,33) riscontrandolo in una sua superficie di riscontro (32,270,3200), coprendo esternamente tale superficie di riscontro.
  3. 3. Clip secondo la rivendicazione precedente, in cui un primo rebbio (2,20,200) comprende almeno un elemento superiore (21,210) ed un elemento inferiore (22,220), uniti in corrispondenza di un rispettivo bordo laterale da una parete di unione (25,250), compresa nel primo rebbio (2,20), a definire un alloggiamento (26,260,2600) atto a ricevere un secondo rebbio (3,30,300) a seguito della deformazione della clip (1,10,100).
  4. 4. Clip secondo la rivendicazione precedente, in cui il primo rebbio à ̈ un rebbio prensile (2) i cui elementi superiore ed inferiore (21,22) sono uniti in corrispondenza del rispettivo bordo laterale esterno (23,24) dalla parete di unione (25) a definire un alloggiamento a forma di “C†(26), atto a ricevere il secondo rebbio (3), con la parete di unione (25) che, a seguito della deformazione della clip (1), riscontra e copre esternamente il secondo rebbio (3).
  5. 5. Clip secondo la rivendicazione 3, in cui il primo rebbio à ̈ un rebbio ricevente (20), il i cui elementi superiore ed inferiore (210,220) sono uniti dalla parete di unione (250) in corrispondenza del rispettivo bordo laterale interno (230,240) a definire un alloggiamento a forma di “C†rovesciata (260), atto a ricevere il secondo rebbio (30), con la parete di unione (250) che, a seguito della deformazione della clip (10), risulta coperta esternamente dal secondo rebbio (30) che la riscontra.
  6. 6. Clip secondo la rivendicazione 3, in cui i suddetti elemento superiore ed inferiore (21,210,22,220) del primo rebbio sono piani ed il secondo rebbio comprende un elemento di inserimento piano (20,30) destinato ad essere accolto nel citato alloggiamento (26,260).
  7. 7. Clip secondo la rivendicazione precedente in cui il primo ed il secondo elemento (21,210,22,220) sono distanziati in modo tale che l’elemento di inserimento (20,30) possa essere accolto con interferenza nell’alloggiamento (26,260).
  8. 8. Clip secondo la rivendicazione precedente, in cui gli elementi superiore ed inferiore (21,210,22,220) del primo rebbio sono inclinati rispetto alla parete di unione (25,250) in modo da definire una cavità in sottosquadro (26,260).
  9. 9. Clip secondo la rivendicazione 6, in cui lo spessore dell’elemento di inserimento (3,30) varia tra un suo bordo laterale interno e l’opposto bordo laterale esterno.
  10. 10. Clip secondo la rivendicazione 3, in cui il primo rebbio à ̈ un rebbio femmina ed il secondo rebbio à ̈ un rebbio maschio (300), col rebbio femmina che comprende un fodero (200) dotato di una cavità (2600) avente un’apertura (261) in corrispondenza dell’estremità libera (280) del rebbio femmina, la quale cavità (2600) à ̈ atta ad accogliere il rebbio maschio (300).
  11. 11. Clip secondo la rivendicazione precedente in cui la cavità (2600) ha dimensioni tali da accogliere con interferenza il rebbio maschio (300).
  12. 12. Clip secondo la rivendicazione 10 in cui una faccia (3200) del rebbio maschio (300) ed una faccia interna (2700) della cavità (2600) comprendono una rispettiva superficie scabra, le quali superfici scabre sono disposte in modo da aderire l’una all’altra a seguito dell’inserimento del rebbio maschio (300) nel fodero (200) del rebbio femmina.
  13. 13. Clip secondo la rivendicazione 1, comprendente almeno tre rebbi, dei quali almeno una coppia di rebbi prensili comprendente un rebbio prensile superiore (2001) ed un rebbio prensile inferiore (2002), il primo disposto sopra il secondo ad una distanza tale che, a seguito della deformazione della clip (1000), il terzo rebbio (3000) possa essere accolto con interferenza tra i primi due.
  14. 14. Clip secondo la rivendicazione precedente, in cui lo spessore del terzo rebbio (300) e lo spessore di ciascuno dei due rebbi prensili (2001,2002) variano tra il rispettivo bordo laterale interno (3012,2011,2012) ed il rispettivo bordo laterale esterno (3013,2111,2112) opposto a quello interno.
  15. 15. Clip secondo la rivendicazione 2, in cui il primo rebbio à ̈ un rebbio prensile (22) complanare al secondo rebbio (33), con la clip (11) che, a seguito della sua deformazione, assume una configurazione anulare di chiusura (C) in cui essa ha uno sviluppo spiraliforme con il rebbio prensile (22) che copre esternamente il secondo rebbio (33).
  16. 16. Clip secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, realizzata in corpo unico in policarbonato.
  17. 17. Clip secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la summenzionata porzione di base (5,50,500,5000,55) che unisce i rebbi conforma una sporgenza (6) disposta tra i rebbi medesimi.
  18. 18. Confezione comprendente un contenitore chiuso (4) mediante almeno una clip (1,10,11,100,1000) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti in una configurazione anulare di chiusura (C).
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