ITBO20110116A1 - Apparecchiatura per l'esecuzione di irrigazioni transanali - Google Patents

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ITBO20110116A1
ITBO20110116A1 IT000116A ITBO20110116A ITBO20110116A1 IT BO20110116 A1 ITBO20110116 A1 IT BO20110116A1 IT 000116 A IT000116 A IT 000116A IT BO20110116 A ITBO20110116 A IT BO20110116A IT BO20110116 A1 ITBO20110116 A1 IT BO20110116A1
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Cecio Mario Di
Martino Renato Di
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Martino Renato Di
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Description

“APPARECCHIATURA PER L’ESECUZIONE DI IRRIGAZIONI TRANSANALIâ€
DESCRIZIONE DELL'INVENZIONE
La presente invenzione si inquadra nel settore tecnico relativo alla produzione di dispositivi e apparecchiature medicali.
In particolare l’invenzione riguarda un’apparecchiatura atta a eseguire, in maniera automatica o semiautomatica, operazioni di irrigazione intestinale volte a coadiuvare l’evacuazione delle feci, principalmente in soggetti con controllo delle funzioni intestinali limitato o assente.
E’ noto che il controllo delle funzioni intestinali volontarie può essere limitato o del tutto assente in soggetti con particolari disabilità, ad esempio in soggetti che soffrono di spina bifida, delle conseguenze di traumi al midollo spinale o di sclerosi multipla. In tali soggetti risulta scarsa o inesistente la capacità di percepire la presenza di feci nel tratto terminale del colon e nel retto, di sentire lo stimolo a evacuare e di provvedere in modo autonomo e naturale alle funzioni di evacuazione.
Per queste persone un adeguato sistema di controllo delle funzioni intestinali diventa di fondamentale importanza, in quanto consente loro di gestire con sufficiente tranquillità le relazioni sociali e, in definitiva, di migliorarne la qualità di vita.
A questo proposito, un ausilio importante à ̈ costituito dall’irrigazione del colon effettuata per via transanale. La tecnica di base di tale operazione prevede che un idoneo quantitativo di acqua a temperatura simile a quella corporea venga introdotto nel colon per mezzo di un catetere, con tempistiche tali da evitare dilatazioni del retto o del colon inferiore, e da non infastidire quindi il soggetto. La presenza dell’acqua induce nel colon movimenti peristaltici che tendono a sospingere le feci verso il retto, e nel contempo idrata le feci stesse causandone un sensibile ammorbidimento.
Dopo un periodo di tempo predefinito, in genere qualche minuto, l’acqua e le feci vengono espulse attraverso gli sfinteri.
Per l’esecuzione delle operazioni di irrigazione sono stati ampiamente utilizzati, anche negli ospedali, semplici dispositivi che consistono in una sacca riempita d’acqua, collegata a un catetere per mezzo di un tubo flessibile. La sacca viene montata opportunamente sopraelevata rispetto all’utilizzatore, così che l’acqua possa fluire nel colon dello stesso per effetto della gravità.
I dispositivi sopra descritti sono semplici da costruire e da utilizzare, anche se presentano diversi inconvenienti. In primo luogo, infatti, per operare correttamente la sacca deve essere riempita e quindi posizionata a un’altezza ben precisa al disopra dell’utilizzatore. Questo richiede l’intervento di un assistente esperto, soprattutto nel caso di persona con capacità motoria limitata, e può complicare seriamente l’organizzazione della vita di chi necessita la ripetizione quotidiana o quasi dell’operazione. Inoltre, durante l’operazione di irrigazione possono verificarsi fuoriuscite anticipate e indesiderate d’acqua dagli sfinteri.
Per ovviare a quest’ultimo inconveniente à ̈ noto l’uso di una membrana elastica, disposta coassiale al catetere in prossimità della sua porzione terminale. Il catetere viene introdotto nel retto fino a quando la membrana non supera la barriera degli sfinteri. La membrana viene quindi gonfiata fino a ostruire il canale anale, prima dell’introduzione del liquido di irrigazione.
Un ulteriore dispositivo di irrigazione noto prevede una sacca per l’acqua, provvista di un bocchettone richiudibile con un tappo a scatto, e un catetere. Quest’ultimo comprende il sopra descritto sistema di chiusura del canale anale a membrana gonfiabile. La sacca à ̈ collegata al catetere con l’interposizione di un commutatore manuale a tre vie, azionabile mediante una manopola orientabile su tre posizioni operative più una di riposo.
A seconda della posizione operativa assunta dal commutatore, una pompa manuale fissata al commutatore stesso pompa aria nella membrana gonfiabile o pompa acqua dalla sacca verso il catetere. In una terza posizione il commutatore consente lo scarico dell’aria dall’interno della membrana gonfiabile.
Col dispositivo sopra descritto si evitano, sia il posizionamento sopraelevato della sacca, sia le fuoriuscite di liquido durante l’operazione di irrigazione.
Per quanto più pratico rispetto ai sistemi di irrigazione ad esso precedenti, Il suddetto dispositivo presenta comunque alcuni inconvenienti. L’utilizzatore, dopo aver collegato il catetere al tubo di uscita, deve riempire la sacca con acqua alla giusta temperatura; successivamente egli deve richiudere la sacca agendo sul tappo a scatto, e introdurre il catetere nel canale anale nella corretta posizione. A questo punto la procedura di irrigazione prevede il posizionamento della manopola di commutazione in posizione di gonfiaggio della membrana elastica, e l’azionamento manuale della pompa fino a raggiungere la corretta chiusura del canale. Successivamente si commuta la manopola sulla posizione di iniezione dell’acqua, e si agisce sulla stessa con un certo vigore e con una frequenza di pompaggio determinata (suggerita una frequenza di circa un’azione al secondo, per evitare fastidi al retto) per introdurre il giusto quantitativo d’acqua nel colon.
Trascorso un certo periodo di tempo, che deve essere cronometrato da chi esegue l’operazione, la manopola del commutatore deve essere spostata in posizione di scarico della pressione, per sgonfiare la membrana elastica. Il catetere può essere quindi estratto e l’operazione di irrigazione si conclude nel modo tradizionale, con lo svuotamento naturale o assistito dell’intestino.
Il commutatore deve infine essere spostato nella posizione di riposo, e il catetere usato viene smontato dal dispositivo.
E’ evidente che l’uso del dispositivo di irrigazione sopra descritto comporta l’esecuzione di una serie di operazioni manuali, alcune delle quali richiedono l’applicazione di una certa forza. Tali operazioni possono risultare anche molto complicate e di difficile, se non impossibile, attuazione per un utilizzatore con limitato coordinamento motorio, o con disfunzioni cerebrali che ne condizionino comunque la capacità di effettuare nella giusta sequenza una pluralità di movimenti preordinati.
Un utilizzatore con handicap motori o sensoriali deve in sostanza essere in grado di agire sulla pompa per gonfiare la membrana elastica, e riconoscere la giusta pressione di gonfiaggio, aspetto senz’altro non agevole per chi ha problemi di sensibilità e di risposta agli stimoli nell’area interessata. Egli deve inoltre agire ripetutamente sulla manopola del commutatore, nella corretta sequenza. Infine deve agire ancora sulla pompa per trasferire il corretto quantitativo d’acqua dalla sacca al proprio colon. Poiché tale quantitativo può superare ampiamente il mezzo litro, il numero di operazioni di pompaggio può essere anche elevato e la sua esecuzione richiedere parecchio tempo.
Un altro inconveniente risiede nel fatto che i componenti del dispositivo di irrigazione sopra descritto devono essere sostituiti con una certa frequenza. In particolare, il catetere à ̈ senz’altro un presidio monouso, e va sostituito dopo ogni utilizzo. La sacca deve essere sostituita ogni quindici giorni, soprattutto se le irrigazioni vengono effettuate quotidianamente, allo scopo di evitare fuoriuscite di acqua dovute a cedimenti da stress meccanici. L’unità di controllo, vale a dire il commutatore con la relativa pompa, devono essere sostituiti almeno ogni sei mesi, ma preferibilmente con maggiore frequenza.
Sul lungo periodo i costi che un soggetto deve affrontare per l’uso del predetto dispositivo di irrigazione possono diventare piuttosto elevati, e sconsigliarne l’adozione a una buona percentuale di potenziali utilizzatori.
Uno scopo della presente invenzione à ̈ quello di fornire un dispositivo per l’irrigazione transanale in grado di svincolare l’utilizzatore, e in particolare l’utilizzatore con handicap motori, sensoriali o di coordinazione, dall’esecuzione di operazioni relativamente complesse, ripetitive, faticose, o che richiedano allo stesso di individuare il raggiungimento di situazioni ottimali nel corso dell’operazione di irrigazione.
Un altro scopo dell’invenzione à ̈ quello di fornire un dispositivo in grado di riconoscere autonomamente il raggiungimento delle predette situazioni operative ottimali.
Un ulteriore scopo dell’invenzione à ̈ quello di fornire un dispositivo in grado di eseguire in modo ripetibile e affidabile tutte le fasi di preparazione ed effettuazione dell’irrigazione, in modo sostanzialmente indipendente dalle capacità di controllo motorio dell’utilizzatore.
Gli scopi sopra citati vengono interamente ottenuti, in accordo con il contenuto delle rivendicazioni, da un’apparecchiatura per l’esecuzione di irrigazioni transanali comprendente un serbatoio atto a contenere acqua per l’irrigazione, un catetere posto in comunicazione di fluido con il serbatoio per mezzo di un primo condotto, e una membrana elastica per l’ostruzione del canale anale dell’utilizzatore, associati al catetere e collegati a un secondo condotto.
L’apparecchiatura comprende inoltre una prima elettropompa interposta fra il catetere e il serbatoio; una seconda elettropompa, atta a pompare aria nella membrana per ostruire il canale anale dell’utilizzatore; una unità di controllo computerizzata, destinata a ricevere dall’utilizzatore comandi per l’esecuzione dell’irrigazione e ad abilitare per conseguenza organi di attivazione delle elettropompe prima e seconda e un’elettrovalvola, atta a bloccare il secondo condotto. Le suddette abilitazioni sono effettuate secondo temporizzazioni definite da parametri di configurazione memorizzati in un’area di memoria dati dell’unità di controllo.
Le caratteristiche dell'invenzione, così come risulteranno dalle rivendicazioni, sono evidenziate nella seguente descrizione dettagliata, con riferimento alle tavole di disegno allegate, nelle quali:
- la figura 1 illustra una vista schematica per blocchi funzionali di un dispositivo irrigatore realizzato secondo una prima forma di realizzazione della presente invenzione;
- la figura 2 illustra una vista prospettica in trasparenza di una possibile forma di realizzazione dell’irrigatore secondo l’invenzione; - la figura 3 illustra un dettaglio della vista di figura 2 per una seconda forma di realizzazione dell’invenzione;
- la figura 4 illustra una vista schematica in sezione della porzione terminale del catetere in una prima fase operativa;
- la figura 5 illustra la porzione di catetere di figura 4 in una fase operativa successiva;
- la figura 6 illustra la porzione di catetere di figura 5 in una fase operativa ancora successiva.
Con riferimento alle figure 1 e 2 si indica con 100, nel suo complesso, un’apparecchiatura per l’esecuzione di irrigazioni transanali realizzata secondo una prima ma non esclusiva forma di realizzazione dell’invenzione.
In particolare, l’apparecchiatura 100 comprende un contenitore rigido 10, avente dimensioni tali da poter essere agevolmente maneggiato e trasportato da un utilizzatore. All’interno del contenitore 10 à ̈ alloggiato e fissato un serbatoio 1, atto a contenere acqua, o qualsiasi altro liquido idoneo per l’effettuazione di irrigazioni intestinali, in quantità sufficiente a soddisfare le normali esigenze della predetta operazione.
Il serbatoio 1 prevede, nella propria parte superiore, un bocchettone di raccolta 12, sfociante all’esterno del contenitore 10 e provvisto di un idoneo tappo 13. Nella parte inferiore del serbatoio 1 pesca un’estremità 21a di un primo condotto 21, che fuoriesce quindi dallo stesso serbatoio 1, dal contenitore 10 e che all’estremità opposta 21b à ̈ collegato a un catetere 2, per porre in comunicazione di fluido quest’ultimo col predetto serbatoio 1. Il catetere 2 à ̈ provvisto, alla propria estremità distale, di una o più aperture 2a, atte a porre il canale del catetere 2 in comunicazione con l’esterno.
Nella realizzazione pratica, il primo condotto 21 risulta sdoppiato, con la parte di esso interna al contenitore 10 che sfocia in uno spinotto di un connettore 15 a due vie, la cui struttura verrà meglio dettagliata nel seguito. Al connettore 15 si collega amovibilmente la parte del primo condotto 21 esterna al contenitore 10.
Al catetere 2 sono associati, in modo noto, mezzi di ostruzione 4 del canale anale dell’utilizzatore dell’apparecchiatura 100. Tali mezzi di ostruzione 4 sono del tipo comprendente una membrana elastica 43, sostanzialmente cilindrica, gonfiabile e (vedansi anche figure da 4 a 6) fissata all’esterno del catetere 2 e coassiale allo stesso, a monte delle aperture 2a.
L’interno della membrana elastica 43 à ̈ posto in comunicazione di fluido con un secondo condotto 41, destinato a fornire aria in pressione alla membrana elastica 43 stessa, che si estende parallelo al primo condotto 21 ed à ̈ preferibilmente fissato alla sua parete laterale. Le modalità di fissaggio dei due condotti sono del tutto note, e possono consistere in un semplice incollaggio delle pareti combacianti, oppure nell’inglobamento dei due condotti in una matrice di materiale plastico che li renda in sostanza un unico corpo.
Il secondo condotto 41 termina all’interno del contenitore 10 ed à ̈ anch’esso sdoppiato. La porzione di condotto interna al contenitore 10 sfocia in un secondo spinotto del già citato connettore 15, affiancato alla corrispondente uscita del primo condotto 21. La porzione esterna del secondo condotto 41 si collega amovibilmente, insieme alla corrispondente porzione esterna del primo condotto 21, al medesimo connettore 15. Quest’ultimo può essere di un qualsiasi modello a innesto rapido reperibile in commercio, che sia compatibile con le caratteristiche dimensionali dei condotti e che riesca a realizzare un innesto a tenuta di fluido.
In questo modo il gruppo costituito dal catetere 2, dalla membrana elastica 4 e dalle porzioni esterne dei condotti primo 21 e secondo 41 risulta completamente e agevolmente smontabile dal resto dell’apparecchiatura 100, e può essere sostituito dopo ogni uso dallo stesso utilizzatore.
L’apparecchiatura 100 comprende inoltre una prima elettropompa 5, fissata all’interno del contenitore 10 e montata in serie al predetto primo condotto 21, così da risultare interposta fra il catetere e il serbatoio 1. La prima elettropompa 5 à ̈ destinata ad aspirare acqua da quest’ultimo durante l’esecuzione dell’operazione di irrigazione transanale e verso il catetere 2, per convogliarla nella porzione rettale del colon dell’utilizzatore.
Una seconda elettropompa 6 à ̈ montata inoltre in serie alla parte interna del secondo condotto 41, ed à ̈ posta in comunicazione di fluido con lo stesso condotto e con l’ambiente esterno. La seconda elettropompa 6 à ̈ destinata, successivamente all’inserimento del catetere nel retto dell’utilizzatore, ad aspirare aria dall’ambiente esterno e ad inviarla in pressione alla membrana elastica 4, per gonfiarla e ostruire il canale anale.
A valle della seconda elettropompa 6, sul secondo condotto 41 sono previsti organi interruttori di flusso 43, preferibilmente costituiti da un’elettrovalvola per uso pneumatico, attivabile a comando ed atta a interrompere il flusso d’aria lungo il medesimo condotto 41, per mantenere una corretta pressione nella membrana elastica 4 una volta gonfiata.
Secondo la prima forma di realizzazione dell’invenzione, l’apparecchiatura 100 prevede altresì una terza elettropompa 9, alloggiata nel contenitore 10 e posta in comunicazione di fluido con il catetere 2 e con il serbatoio 1 per mezzo di un terzo condotto 91. Quest’ultimo si dirama dalla porzione interna del primo condotto 21 e termina, a valle della terza elettropompa 9, all’interno del serbatoio 1.
La terza elettropompa 9 à ̈ destinata a prelevare acqua per effettuare l’irrigazione da una fonte esterna 11, attraverso il catetere 2, e a convogliarla verso il serbatoio 1 dietro comando impartito dall’utilizzatore, come risulterà più chiaro nel seguito.
Sono naturalmente ipotizzabili diverse varianti realizzative della configurazione pneumo-idraulica dell’apparecchiatura 100 finora descritta e illustrata in figura 1. Ad esempio, le elettropompe prima 5 e terza 9 possono essere sostituite da un’elettropompa ad azione reversibile, atta ad essere attivata per pompare acqua da o verso il serbatoio 1, in funzione della fase corrente dell’operazione di irrigazione.
Una ulteriore variante realizzativa prevede che la prima elettropompa 1 e la seconda elettropompa 2 siano costituite da un’unica elettropompa, e che la stessa sia alternativamente collegata ai condotti primo e secondo per mezzo di relativi circuiti commutatori pneumo-idraulici attivabili elettricamente, di banale attuazione e che non verranno pertanto ulteriormente approfonditi.
L’apparecchiatura 100 prevede inoltre una unità di controllo computerizzata 7, costituita in sostanza da un microcontrollore industriale di prestazioni adeguate (vedasi figura 2), provvisto di un’interfaccia utente 70 comprensiva di un tastierino 70a in ingresso e di un display 70b in uscita, e provvisto inoltre di un idoneo numero di port di input/output standardizzati. L’unità di controllo 7 comprende inoltre un’area di memoria permanente riscrivibile, destinata a memorizzare una pluralità di parametri di configurazione delle operazioni di irrigazione e un programma di gestione delle stesse.
All’unità di controllo 7 à ̈ inoltre associata una pluralità di organi di attivazione 71,72,73,74 rispettivamente delle predette elettropompe prima 5, seconda 6 e terza 9, e dell’elettrovalvola 43 per l’interruzione del flusso d’aria nel secondo condotto 41. I suddetti organi di attivazione sono ad esempio costituiti da teleruttori di idonee caratteristiche elettriche, collegati a rispettivi port di input/output dell’unità di controllo 7. In figura 2 gli organi di attivazione sono alloggiati in piastre di circuito stampato 79.
Ulteriori port di input/output collegano l’unità di controllo 7 a sensori di pressione primo 22 e secondo 42, rispettivamente associati ai predetti condotti primo 21 e secondo 41. Tali sensori sono destinati a rilevare rispettivamente la pressione dell’acqua nel primo condotto 21 e dell’aria nel secondo condotto 41, per fornire informazioni di retroazione al programma di gestione delle operazioni di irrigazione, come risulterà evidente dalla successiva descrizione funzionale dell’apparecchiatura 100.
All’interno del serbatoio 1 à ̈ previsto inoltre un sensore di temperatura 8, elettricamente collegato a un ingresso di segnale (port di input/output) dell’unità di controllo 7 per rilevare la temperatura dell’acqua presente all’interno del serbatoio 1, trasmettere l’informazione al programma di gestione delle operazioni di irrigazione e consentire allo stesso di abilitare/disabilitare le operazioni a seconda che la temperatura dell’acqua sia o meno compresa in un intervallo predefinito di accettabilità.
Nella forma di realizzazione illustrata l’apparecchiatura 100 prevede un riscaldatore 50, attivabile anch’esso a comando dalla predetta unità di controllo 7 mediante relativi organi di attivazione 75 e destinato a riscaldare l’acqua introdotta nel serbatoio 1 fino a una temperatura compresa nel sopra citato intervallo predefinito di accettabilità. Il riscaldatore 50 consiste in sostanza in un resistore di potenza, di tipo tubolare inserito all’interno del serbatoio 1 (illustrato quale esempio in figura 1) o del tipo a piastra riscaldante, posizionata in corrispondenza del fondo del medesimo serbatoio, all’interno o all’esterno dello stesso.
L’apparecchiatura 100 prevede altresì un gruppo di alimentazione 90, costituito da una batteria di accumulatori e da un relativo dispositivo di conversione in bassa tensione e di ricarica da rete, di costruzione nota. Il dispositivo di conversione e ricarica à ̈ collegato alla rete per mezzo di una presa 91, alla quale à ̈ collegato un cavo di rete non illustrato.
In corrispondenza della predetta presa 91 sono inoltre previsti mezzi di consenso di sicurezza 92, schematizzati in figura 1, costituiti da un microinterruttore elettricamente collegato a un corrispondente port di input/output dell’unità di controllo 7 e destinati a fornire il consenso all’esecuzione delle operazioni di irrigazione, secondo quanto descritto nella sezione funzionale della presente descrizione.
Allo scopo di agevolare l’uso dell’apparecchiatura 100 da parte dell’utilizzatore portatore di handicap motori, sono inoltre previsti mezzi di comando remoto 81,82, atti a consentire l’attivazione e il controllo a distanza della sequenza operativa di irrigazione.
Nella prima forma di realizzazione illustrata, tali mezzi di comando remoto 81 comprendono un telecomando, comunemente fornito quale accessorio di modelli di microcontrollore industriale che costituiscono l’unità di controllo 7, ad esempio del tipo operante in banda radio o nell’infrarosso.
Il telecomando 81 à ̈ provvisto di una pluralità di tasti, la pressione effettuata su ciascuno dei quali corrisponde ad altrettanti comandi da impartire al programma di gestione delle operazioni di irrigazione residente nell’unità di controllo 7.
Una seconda forma di realizzazione dell’invenzione, schematicamente illustrata in figura 3, prevede mezzi di comando remoto 82 che comprendono l’intera unità di controllo 7 o parte della stessa. In questo caso, l’unità di controllo à ̈ normalmente alloggiata in un vano 77 previsto nel contenitore rigido 10 ed à ̈ estraibile da questo per l’effettuazione delle operazioni di comando dell’irrigazione.
L’unità di controllo à ̈ collegata agli altri dispositivi dell’apparecchiatura 100 per mezzo di un cavo multifilare 78, anch’esso estraibile ed alloggiato nel vano 77. La lunghezza di tale cavo à ̈ tale da consentire all’utilizzatore di comandare l’esecuzione delle operazioni da seduto, mentre l’apparecchiatura à ̈ appoggiata al suolo o in altra idonea posizione.
Il programma di gestione delle operazioni di irrigazione prevede l’esecuzione di procedure di comando e controllo che possono essere diverse a seconda del grado di automazione che si ritiene adatta per l’apparecchiatura. In particolare, la procedura può essere comandata fase per fase dall’utilizzatore, con la pressione di tasti opportunamente previsti sul telecomando 81 o sull’unità di controllo estraibile 82. In alternativa, l’utilizzatore può attivare l’intera sequenza di fasi con un unico comando. In questo caso le temporizzazioni di esecuzione delle diverse fasi possono essere memorizzate in fase di impostazione della configurazione personalizzata per il particolare utilizzatore dell’apparecchiatura 100.
L’impostazione della configurazione può essere effettuata direttamente dall’interfaccia utente dell’unità di controllo 7. In genere, per ciascun utilizzatore, essa viene eseguita dal medico specialista che segue l’utilizzatore stesso, sulla base di risultati ottenuti empiricamente, e viene solitamente modificata di rado.
Allo scopo di agevolare il compito del predetto specialista l’apparecchiatura 100 può essere dotata di un modulo di comunicazione con un elaboratore esterno, residente nell’unità di controllo 7, e di un programma di configurazione, residente e operante nell’elaboratore esterno. Il modulo di comunicazione, consistente in blocchi di programma per elaboratore e in interfacce di comunicazione standardizzate, à ̈ realizzato con modalità note ed à ̈ atto ad acquisire e visualizzare i parametri di configurazione residenti nell’area dati dell’unità di controllo 7 e a consentire allo specialista di modificarli, trasferirli e installarli nella medesima area dati.
Il funzionamento dell’apparecchiatura per irrigazioni transanali 100 verrà nel seguito descritto con riferimento a una sessione di irrigazione esemplificativa nella quale un utilizzatore à ̈ in possesso di un’apparecchiatura 100 già configurata per le proprie esigenze, e pertanto pronta all’uso, provvista di un telecomando 81.
La prima operazione che l’utilizzatore deve effettuare à ̈ quella di preparare il catetere 2, fornito confezionato e col proprio tubo di raccordo di lunghezza adatta. Il catetere 2 à ̈ preferibilmente del tipo dotato del film lubrificante già attivo, per cui non à ̈ solitamente necessario attivarlo preventivamente introducendo acqua nella confezione. E’ pertanto sufficiente togliere il catetere 2 dalla confezione e collegare l’estremità del tubo di raccordo al connettore 15, mediante un innesto a scatto o a vite.
A questo punto l’utilizzatore ha due alternative. La prima à ̈ quella di togliere il tappo 13 dal bocchettone di raccolta 12 e di riempire il serbatoio 1 con un quantitativo d’acqua almeno pari a quello necessario per l’irrigazione. La seconda à ̈ quella di immergere semplicemente il catetere 2 in un recipiente 11 disponibile, ad esempio una bottiglia o anche la vasca del lavandino, contenente acqua in quantità sufficiente, e quindi premere un particolare tasto del telecomando 81 previsto per avviare l’operazione di carico del serbatoio 1.
In base a informazioni sul quantitativo d’acqua di irrigazione memorizzate nell’area dati dell’unità di controllo 7, il programma di gestione provvede ad attivare la terza elettropompa 9 per un periodo di tempo predefinito, calcolato in funzione delle predette informazioni e delle caratteristiche di portata del modello di elettropompa 9, caricando così il serbatoio 1 con un quantitativo almeno uguale a quello necessario.
Una ulteriore pressione di un apposito tasto del telecomando 81 trasferisce quindi il controllo delle operazioni alla procedura di gestione della termostatazione dell’acqua nel serbatoio 1. Tale procedura provvede in primo luogo a rilevare dal sensore 8 l’informazione relativa alla temperatura attuale dell’acqua nel serbatoio 1. Se la temperatura à ̈ troppo elevata, viene arrestata la sequenza, e un segnale di acqua troppo calda viene visualizzato nel display 70b dell’unità di controllo 7. Se invece la temperatura à ̈ sotto l’intervallo previsto, il programma comanda l’attivazione del riscaldatore 50, fino a quando il sensore di temperatura 8 non rileva il raggiungimento di una temperatura accettabile. Il raggiungimento di questo stato di operatività viene anch’esso visualizzato nel display 70b.
Le operazioni precedenti possono essere eseguite con l’apparecchiatura 100 collegata alla rete elettrica. Il microinterruttore 92 rileva tale stato e fornisce l’informazione all’unità di controllo 7, la quale comunque ne consente l’esecuzione. Le operazioni successive devono invece essere effettuate, per ragioni di sicurezza, con alimentazione in bassa tensione dalla batteria di accumulatori. E’ richiesto pertanto all’utilizzatore di staccare il cavo di alimentazione dalla presa di rete 91. Tale operazione viene rilevata dal microinterruttore 92 e, tramite questo, dall’unità di controllo 7, che fornisce il consenso per il proseguimento delle fasi operative di irrigazione.
L’utilizzatore provvede a questo punto a introdurre il catetere 2 nel retto, in posizione tale che la membrana elastica 4 risulti posizionata immediatamente all’interno degli sfinteri. Successivamente egli può attivare la sequenza di irrigazione vera e propria, in modalità automatica, premendo un apposito tasto sul telecomando 81.
Quest’ultimo evento produce l’attivazione della sequenza principale di irrigazione da parte del programma di gestione, che inizia con l’apertura dell’elettrovalvola 43 e della seconda elettropompa 6, che fornisce aria in pressione alla membrana elastica 4, facendola gonfiare. Dopo un periodo di tempo predeterminato o quando il secondo sensore di pressione 42, se presente, ha rilevato una pressione di gonfiaggio sufficiente, il programma comanda la chiusura dell’elettrovalvola 43.
Dopo un ulteriore periodo di tempo, necessario all’assestamento della membrana 4 e al perfezionamento della chiusura del canale anale, il programma comanda l’attivazione della prima elettropompa 5, che inizia l’introduzione di acqua nel retto dell’utilizzatore attraverso il catetere 2. Il primo sensore di pressione 22, se presente, segnala in questo caso che non venga superata una pressione di mandata ritenuta ottimale per un corretto afflusso di acqua nel colon. In corrispondenza il programma può comandare temporanei arresti della prima elettropompa 5, in modo da stabilizzare l’afflusso d’acqua.
Dopo un periodo di tempo predefinito di attività, calcolato sulla base del quantitativo d’acqua di irrigazione da fornire e sulla portata della prima elettropompa 5, quest’ultima viene disattivata. In questa fase, la presenza della membrana elastica 4 gonfia impedisce il deflusso dell’acqua dagli sfinteri dell’utilizzatore, indipendentemente dalle capacità di controllo dello stesso.
Quando la fase di permanenza dell’acqua di irrigazione nel colon à ̈ considerata conclusa, come dal relativo parametro temporale opportunamente memorizzato nell’area dati dell’unità di controllo 7, il programma di gestione comanda l’apertura dell’elettrovalvola 43, che consente all’aria presente nella membrana elastica 4 di fluire verso l’ambiente esterno, e a quest’ultima di sgonfiarsi. La sequenza principale di irrigazione à ̈ a questo punto completata.
L’utilizzatore può quindi estrarre il catetere 2 dal retto e, opzionalmente, comandare l’esecuzione di una ulteriore fase di svuotamento del serbatoio 1, premendo un apposito tasto sul telecomando 81. Infine, egli provvede a staccare il catetere 2 e il relativo tubo di raccordo dal connettore 15 e a gettarlo. Le funzioni di evacuazione dell’acqua e del contenuto del colon possono quindi avere luogo secondo le normali modalità.
L’apparecchiatura 100 à ̈ quindi immediatamente pronta per un nuovo ciclo operativo.
In alternativa può essere scelta, o impostata in fabbrica a seconda delle esigenze, una modalità di funzionamento semiautomatica. In tale modalità l’utilizzatore provvede a fornire manualmente i comandi di attivazione delle fasi di riempimento del serbatoio 1, di riscaldamento dell’acqua, di gonfiaggio della membrana elastica 4, di introduzione dell’acqua di irrigazione nel colon, e di scarico dell’aria dalla medesima membrana. In queste fasi il programma può naturalmente fornire aiuto all’utilizzatore per quel che riguarda ad esempio il calcolo dei tempi di pausa, etc.
L’apparecchiatura di irrigazione transanale realizzata secondo l’invenzione e sopra descritta consente di ottenere significativi vantaggi nei confronti dei presidi di irrigazione convenzionali. In primo luogo, essa consente di svincolare l’utilizzatore, e in particolare l’utilizzatore con handicap motori, sensoriali o di coordinazione, dall’esecuzione di operazioni relativamente complesse, ripetitive, faticose o che comunque richiedono coordinazione di movimenti. Non à ̈ altresì necessario che l’utilizzatore effettui valutazioni particolari del raggiungimento di situazioni ottimali, o comunque accettabili, nel corso dell’operazione di irrigazione.
Un ulteriore vantaggio fornito dall’invenzione consente di ottenere à ̈ quello di eseguire tutte le operazioni di preparazione ed effettuazione dell’operazione in modo ripetibile e affidabile, con l’uso di parametri di configurazione memorizzati e costanti, in modo del tutto indipendente dalle capacità di intervento dell’utilizzatore.
Ancora un vantaggio derivante dall’invenzione à ̈ quello di consentire a uno specialista di acquisire, memorizzare, modificare e riconfigurare tutti i parametri significativi delle operazioni di irrigazione per tutti i propri pazienti che necessitano tale presidio.
Si intende che quanto sopra à ̈ stato descritto a titolo puramente esemplificativo e non limitativo. Pertanto, possibili modifiche e varianti dell'invenzione si considerano rientranti nell'ambito protettivo accordato alla presente soluzione tecnica, così come sopra descritta e nel seguito rivendicata.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Apparecchiatura per l’esecuzione di irrigazioni transanali, comprendente un serbatoio 1 atto a contenere acqua o altro liquido per l’irrigazione, un catetere 2 posto in comunicazione di fluido con detto serbatoio per mezzo di un primo condotto 21, per introdurre detta acqua nella porzione terminale dell’intestino di un utilizzatore, e mezzi di ostruzione 4 del canale anale di detto utilizzatore, associati al citato catetere 2 e collegati a un secondo condotto 41, detta apparecchiatura 100 essendo caratterizzata dal fatto di comprendere inoltre: primi mezzi di pompaggio 5, azionabili a comando e interposti fra detto catetere 2 e detto serbatoio 1 per aspirare acqua da quest’ultimo e convogliarla verso il citato catetere 2; secondi mezzi di pompaggio 6, azionabili a comando e posti in comunicazione di fluido con detto secondo condotto 41 e con l’ambiente esterno, atti a pompare aria in detti mezzi di ostruzione 4 per ostruire il citato canale anale, e a rilasciare aria nell’ambiente esterno per consentire l’estrazione di detto catetere 2; una unità di controllo computerizzata 7, destinata a ricevere dal citato utilizzatore comandi per l’esecuzione dell’irrigazione e ad abilitare per conseguenza organi di attivazione 71,72,75 di detti mezzi di pompaggio primi 5 e secondi 6 e di organi interruttori di flusso 43, disposti a valle di detti secondi mezzi di pompaggio 6 e atti a bloccare detto secondo condotto 41, dette abilitazioni essendo effettuate secondo temporizzazioni definite da parametri di configurazione memorizzati in un’area di memoria dati della medesima unità di controllo 7; un sensore di temperatura 8, disposto nel citato serbatoio 1, elettricamente collegato a un corrispondente ingresso di segnale di detta unità di controllo 7 ed atto a rilevare la temperatura dell’acqua all’interno del citato serbatoio 1 per consentire alla medesima unità di controllo 7 di abilitare o disabilitare la sequenza operativa di irrigazione; un contenitore rigido 10, atto ad accogliere almeno i citati serbatoio 1, mezzi di pompaggio primi 5 e secondi 6 e unità di controllo 7; mezzi di comando remoto 81,82, atti a consentire al citato utilizzatore di attivare a distanza la predetta sequenza operativa di irrigazione; una procedura software di gestione della sequenza operativa di irrigazione, operante in detta unità di controllo 7 ed atta a ricevere e interpretare i citati comandi impartiti dall’utilizzatore per attivare almeno detti mezzi di pompaggio primi 5 e secondi 6, sulla base di informazioni fornite da detto sensore di temperatura 8.
  2. 2. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto di comprendere inoltre terzi mezzi di pompaggio 9, costituiti da una terza elettropompa posta in comunicazione di fluido con detto catetere 2 e con detto serbatoio 1 attraverso un terzo condotto 91, azionabile a comando dalla citata unità di controllo 7 per mezzo di corrispondenti organi di attivazione 73, destinata a prelevare acqua per irrigazione da una fonte esterna 11 attraverso il citato catetere 2 e a convogliarla verso detto serbatoio 1 secondo temporizzazioni definite da corrispondenti parametri di configurazione memorizzati nella memoria dati dell’unità di controllo 7.
  3. 3. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di pompaggio primi 5 e secondi 6 comprendono un’unica elettropompa, avente il proprio ingresso e la propria uscita collegati ai citati condotti primo 21 e secondo 41 per mezzo di un circuito di commutazione pneumo-idraulico, attivabile da detta unità di controllo 7.
  4. 4. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 2, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di pompaggio primi 5 e terzi 9 comprendono un’unica elettropompa reversibile, il verso di pompaggio della stessa essendo definito dalla citata unità di controllo 7 in funzione della fase operativa dell’irrigazione.
  5. 5. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di comando remoto 81 sono costituiti da un telecomando.
  6. 6. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di comando remoto 82 comprendono l’intera unità di controllo 7 o parte della stessa, alloggiata in un vano 77 previsto in detto contenitore rigido 10 ed estraibile dallo stesso, posta in comunicazione di dati e segnali con i rimanenti dispositivi dell’apparecchiatura 100 per mezzo di almeno un cavo multifilare 78 di lunghezza opportuna.
  7. 7. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto di comprendere inoltre sensori di pressione primo 22 e secondo 42, rispettivamente associati ai citati condotti primo 21 e secondo 22 ed elettricamente collegati a corrispondenti ingressi di segnale di detta unità di controllo 7, destinati a rilevare rispettivamente la pressione dell’acqua nel citato primo condotto 21 e la pressione dell’aria nel citato secondo condotto 41.
  8. 8. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto di comprendere inoltre un riscaldatore 50, disposto all’interno o in prossimità di detto serbatoio 1 ed attivabile a comando per mezzo di corrispondenti organi di attivazione 75 dalla citata unità di controllo 7.
  9. 9. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 1, la rivendicazione 2 o la rivendicazione 8, caratterizzata dal fatto che in detta unità di controllo 7 risiede un programma per elaboratore, atto a ricevere istruzioni dall’utilizzatore in locale o attraverso i citati mezzi di comando remoto 75,76 per implementare una sequenza operativa di fasi di irrigazione, con temporizzazioni definite dai citati parametri di configurazione memorizzati, che comprende l’attivazione e la disattivazione in sequenza dei citati organi di attivazione 71,72,73,74,75.
  10. 10. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 1 o la rivendicazione 9, caratterizzata dal fatto di comprendere un modulo di comunicazione con un elaboratore esterno, residente in detta unità di controllo 7, e un programma di configurazione, operante in detto elaboratore esterno, atto ad acquisire i citati parametri di configurazione dalla citata unità di controllo 7, a modificare e a trasferire gli stessi verso l’area di memoria dati della medesima citata unità di controllo 7.
  11. 11. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto di comprendere inoltre mezzi di consenso di sicurezza 92, disposti in corrispondenza di una presa di alimentazione di rete 91 ed atti a fornire alla citata unità di controllo 7 informazioni relative allo stato di connessione della citata presa 91 a un corrispondente cavo di rete elettrica.
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