ITBO20020055U1 - Ago per infusione endovenosa , monoaletta , provvisto di copriago a doppia protezione - Google Patents

Ago per infusione endovenosa , monoaletta , provvisto di copriago a doppia protezione Download PDF

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ITBO20020055U1
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Description

DESCRIZIONE del modello industriale di utilità dal titolo:
“Ago per infusone endovenosa, monoaletta, provvisto di copriago a doppia
protezione”
della Sig.ra BRAGAGLIA Michela
di nazionalità italiana
Indirizzo: 40036 MONZUNO (Bologna) via Prunara 77
Depositata il 3 1 MAH 2002 al No. B02002U o o oo5 5
TESTO DELLA DESCRIZIONE
Il trovato in oggetto si ripromette di risolvere nel modo più semplice ed
efficace, il grave problema delle frequenti bucature accidentali alle quali sono
esposti da sempre i sanitari durante l’impiego degli aghi da infusione
endovenosa.
E’ noto che attualmente, salvo alcuni isolati tentativi di realizzare qualche
sicurezza, gli aghi da infusione sono provvisti di un semplice tubetto protettivo
da togliere o da gettare prima dell’uso, mentre nessuna protezione è stata finora
realizzata in forma valida, funzionale e definitiva a protezione degli stessi aghi
dopo il loro uso.
E’ noto che ogni ago, dopo essere stato usato, può essere infetto e quindi è
particolarmente pericoloso, essendo veicolo di trasmissione diretta, anche con
una semplice graffiatura, di irrimediabili contagi.
Le precauzioni consigliate ai sanitari, dopo l’estrazione dell’ago dal corpo
del paziente, non danno nessuna garanzia di sicurezza: gettare l’intero set,
conficcare l’ago nella guarnizione dell’ampolla della flebo ecc., comunque
siamo sempre in presenza di un ago scoperto, pensile, oscillante, che si può
tenere fermo unicamente con la presa delle dita sulle due alette.
Il copriago in oggetto è stato realizzato in modo da non modificare minimamente la funzionalità degli attuali aghi da infusione endovenosa, non solo, ma il suo utilizzo oltre a risolvere i problemi di sicurezza, rende più facile al sanitario l’esecuzione della venipuntura e per il paziente riduce al minimo tutte le inevitabili sofferenze. E’ noto infatti che un’errata introduzione dell’ago, ad esempio con il piano dei taglienti rivolto verso il basso anziché verso l’alto, rende pressoché impossibile la venipuntura.
Questo inconveniente non si verifica con l’ago monoaletta secondo l’invenzione, nel quale il piano dei taglienti della punta dell’ago è disposto con un orientamento tale per cui afferrando la monoaletta, il detto piano è orientato per una introduzione corretta in vena, a garanzia di un’introduzione dell’ago agevole ed indolore.
L’ago verrà descritto più dettagliatamente nel seguito, con l’aiuto dei disegni dell’unica tavola che rappresenta una forma di realizzazione non limitativa, comunque predisposta ad un montaggio automatico del copriago, con possibilità di inserimento dello stesso dalla parte della punta dell’ago, ed in cui:
La fig. 1 illustra l’ago lateralmente, con parti in sezione e nella condizione in cui è prima e dopo l’uso;
La fig. 2 illustra l’ago in elevazione frontale;
La fig. 3 illustra l’ago lateralmente, con parti in sezione e nella fase di inserimento nel copriago, durante il ciclo di produzione automatico del presidio di cui trattasi;
La fig. 4 illustra l’ago lateralmente, con parti in sezione e nella condizione d’uso;
La figg. 5, 5a e 5b sono rispettivamente una vista in pianta, una vista frontale ed una vista in sezione longitudinale lungo la feritoia della protezione dell’ago di cui trattasi.
E’ scontato che l’enorme quantità di aghi da infusione endovenosa richiesta nel mondo ha determinato la necessità di una produzione in grande serie e le automazioni che ne derivano, saranno di grande importanza per raggiungere valori economici e qualitativi in grado di combattere la concorrenza.
Nella figura 1 è rappresentato un ago da infusione endovenosa al momento del suo prelievo dal set sterile. Esso è composto da una monoaletta 1 (fig. 2) solidale alla base di ancoraggio dell’ago 3 al tubetto 4 di alimentazione o prelievo. Sul fronte anteriore della monoaletta, in corrispondenza dell’ago, è previsto uno smusso ad invito 6, analogo alla prua di una nave.
All’esterno di quanto sopra, scorre il copriago vero e proprio 5, costituito da un tubetto di materia plastica, di lunghezza opportunamente superiore a quella dell’ago, dotato di una feritoia longitudinale 8 (vedi figg. 5, 5a, 5b) nella quale può scorrere la monoaletta 1 e che s’apre sull’estremità posteriore con un taglio a zero 9 e con una smussatura ad invito 10 divergente verso l’esterno. La feritoia 8 può essere dimensionata in modo che l’aletta 1 scorra in essa con un giusto grado di frizione e/o la stessa feritoia 8 può essere dotata di appositi restringimenti alle estremità, in modo da meglio assicurare il copriago nelle posizioni estreme di ago tutto fuori o di ago tutto dentro. La feritoia 8 può essere retta come dai disegni o può avere un andamento lievemente elicoidale.
L’ago con la monoaletta può essere introdotto nel tubetto di protezione 5, attraverso l’estremità anteriore ed aperta della feritoia 8, oppure attraverso l’estremità posteriore dello stesso tubetto, come illustrato nella figura 3, attraverso l’invito 10 ed il taglio a zero 9, sfruttando lo smusso di introduzione
6 della monoaletta. Se l’assemblaggio verrà predisposto in quest’ultimo modo, l’estremità anteriore della feritoia 8 potrà essere chiusa, diversamente da come illustrato nei disegni.
Sia il copriago 5, sia la monoaletta 1 presentano nelle zone indicate con 7
delle zigrinature che ne migliorano la presa da parte dell’operatore. Le zigrinature 7 sono ricavate su entrambi i lati della monoaletta.
Nella figura 4 è illustrato l’ago pronto per l’uso e completamente scoperto.
Il piano dei taglienti della punta dell’ago avrà un orientamento prestabilito nei confronti della monoaletta, così che quando questa viene afferrata dall’operatore, il detto piano risulti orientato per una introduzione in vena corretta ed indolore dell’ago.
Ovviamente restano invariate tutte le operazioni di bloccaggio con cerotto
della monoaletta, la quale può essere appoggiata sul braccio sia a destra che a i sinistra in condizioni del tutto simili a quelle attuali.
Terminata l’infusione od il prelievo, l’estrazione dell’ago sarà più facile
rispetto all’attuale: in luogo della chiusura e riapertura delle alette, si eseguirà
una immediata ricopertura protettiva dell’ago per mezzo del tubetto 5 che verrà
calzato sull’ago stesso come dalla figura 1.
A questo scopo la zigrinatura 7 presente sui due piani della monoaletta 1 e
sul copriago cilindrico 5, renderà l’operazione agevole e sicura.
Nell’ambito del trovato rientrano tutte quelle piccole modifiche che conseguono pari utilità e che adottano lo stesso concetto innovativo sopra
esposto.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Ago da infusione endovenosa, caratterizzato dal comprendere: un elemento piatto (1) per la formazione di una aletta di presa dell’ago, che con la propria base è incorporata all’estremità posteriore dello stesso ago (3) ed al tubetto flessibile (4) di infusione o di prelievo, essendo sul detto ago montato un tubetto di protezione (5) dotato di una feritoia longitudinale (8) aperta su almeno una estremità ed impegnata scorrevolmente e stabilmente dalla detta aletta, il tutto in modo che afferrando il tubetto e l’aletta, sia possibile portare il tubetto stesso da una posizione avanzata di totale copertura e protezione dell’ago, ad una posizione arretrata di scopertura dell’ago medesimo e viceversa, per assicurare una doppia protezione dell’ago, sia prima dell’uso, entro il set sterile, contro danneggiamenti procurabili all’ago e sia dopo l’uso, contro contagi dovuti a puntura od a graffi accidentali procurabili dall’ago che può essere infetto.
  2. 2) Ago secondo la rivendicazione 1), in cui la feritoia (8) del copriago (5) e la detta aletta (1) sono dimensionati e/o realizzati in modo tale da scorrere relativamente con un sufficiente attrito.
  3. 3) Ago secondo la rivendicazione 1), in cui la feritoia (8) del copriago può essere dotata alle estremità di piccole strozzature per meglio assicurare lo stesso copriago (5) nella posizione attiva di copertura dell’ago o nella posizione passiva di scopertura dell’ago stesso.
  4. 4) Ago secondo le rivendicazioni precedenti, in cui la feritoia (8) del copriago (5) è rettilinea.
  5. 5) Ago secondo le rivendicazioni precedenti, in cui la feritoia (8) del copriago ha un andamento leggermente elicoidale.
  6. 6) Ago secondo le rivendicazioni precedenti, in cui l’aletta (1) ed il copriago (5) sono dotati sulle superfici di presa di zigrinature od irruvidimenti (7) per meglio assicurare la presa stessa.
  7. 7) Ago secondo la rivendicazione 1), in cui il piano dei taglienti della punta dell’ago (3) è orientato in relazione all’aletta di presa (7) in modo tale da essere correttamente orientato per l’introduzione in vena quando lo stesso ago viene afferrato in maniera univoca ed obbligata per la detta aletta.
  8. 8) Ago secondo le rivendicazioni precedenti, in cui il copriago (5) può essere introdotto sull’ago dalla sua parte posteriore, con inserimento attraverso l’estremità aperta della feritoia longitudinale (8) dello stesso copriago.
  9. 9) Ago secondo la rivendicazione 1), in cui il copriago (5) può essere introdotto sull’ago dalla sua parte anteriore, essendo il fronte anteriore dell’aletta (1) dotato di uno smusso inferiore (6) che agevola la penetrazione ed il passaggio della stessa aletta attraverso uno smusso (10) ed un taglio a zero (9) coi quali la feritoia (8) del copriago è aperta posteriormente.
  10. 10) Ago secondo la rivendicazione 9), in cui l’estremità anteriore della feritoia longitudinale (8) del copriago (5), può essere chiusa.
  11. 11) Ago da infusione endovenosa, monoaletta, con copriago a doppia protezione, realizzato come descritto, come illustrato e per gli scopi sopra esposti. BOLOGNA, li 3 1 ΗΠ3. ;"
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