ITAN20130029A1 - Sistema e metodo per generare elementi contenenti codici quick response - Google Patents

Sistema e metodo per generare elementi contenenti codici quick response

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ITAN20130029A1
ITAN20130029A1 IT000029A ITAN20130029A ITAN20130029A1 IT AN20130029 A1 ITAN20130029 A1 IT AN20130029A1 IT 000029 A IT000029 A IT 000029A IT AN20130029 A ITAN20130029 A IT AN20130029A IT AN20130029 A1 ITAN20130029 A1 IT AN20130029A1
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Andrea Polzoni
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Description

D E S C R I Z I O N E
“SISTEMA E METODO PER GENERARE ELEMENTI CONTENENTI CODICI QUICK RESPONSEâ€
DESCRIZIONE DELL’INVENZIONE
Forma oggetto del presente trovato un sistema per la duplicazione di codici QR su elementi di destinazione tridimensionali.
L’invenzione si inserisce nel settore dell’utilizzazione dei codici “Quick Response†(denominati “codici QR†nel prosieguo della descrizione), ormai da tempo impiegati in ambito logistico e, soprattutto, promozionale, grazie alla maggior flessibilità d’uso e capacità di immagazzinamento di dati informativi rispetto ai classici codice a barre (o analoghi sistemi identificativi).
In sintesi, il codice QR consiste in una matrice bidimensionale di forma quadrata e sfondo bianco, al cui interno sono disposti una serie di moduli neri, variamente conformati e posizionati: l’alternarsi di tali moduli neri e spazi bianchi dello sfondo della matrice definisce un codice univoco e caratteristico, al quale corrisponde un predeterminato contenuto, suscettibile di rivelarsi una volta che il codice venga decodificato da appositi strumenti di lettura.
Più precisamente, a ciascun codice QR corrisponde una univoca informazione memorizzata, atta ad esplicarsi in qualsivoglia contenuto divulgativo e informativo, a partire da messaggi di testo, sequenze alfanumeriche, immagini, sino a giungere a collegamenti multimediali e a siti web.
Considerato che in un solo codice QR possono essere racchiusi oltre 7.000 caratteri numerici o oltre 4.000 caratteri alfanumerici, Ã ̈ chiaro come esso sia uno strumento enormemente personalizzabile in termini di informazioni ivi contenute e codificate.
Per una trattazione più esauriente riguardo il funzionamento e le caratteristiche fondamentali di un codice QR, si rimanda alla lettura del brevetto JP 4258794 e del corrispondente documento EP 0672994 di titolarità della Denso Wave Corp., che ha reso pubblica e utilizzabile con licenza libera tale tecnologia, da tempo divenuta uno standard internazionale (con iniziale diffusione nei Paesi orientali e, più recentemente, nel resto del mondo).
Strumentalmente ad una più spedita comprensione della presente invenzione, in questa sede à ̈ sufficiente specificare solo alcune delle peculiarità sottese al codice QR ed al suo meccanismo di funzionamento.
Sia la fase di scrittura che quella di lettura di un codice QR sono facilmente attuabili per mezzo di software e strumenti gratuiti, capaci di codificare l’informazione desiderata nella matrice bidimensionale, che può poi essere decodificata dall’apposito software (il cd. lettore di codici QR, o “QR reader†), tipicamente rappresentato da uno scanner atto a riconoscere e leggere detto codice: tale software di scansione à ̈ nativamente presente o installabile nella maggior parte degli smartphone e dei cellulari più diffusi.
Inoltre in ciascun codice QR à ̈ implementato un sistema di rilevazione e correzione d’errore (per la precisione, il cd. sistema Reed-Solomon), che consente al lettore di codice una capacità di correzione e ripristino delle porzioni di codice QR errato o mancante, fino a circa il 30% delle informazioni codificate: ciò assume grande rilievo nei casi ove la matrice del codice QR sia parzialmente danneggiata o assente, vuoi per motivi accidentali, vuoi per ragioni volontarie: in quest’ultima ipotesi si tratta per lo più di ragioni prettamente estetiche, ove si voglia artatamente intervenire sul codice QR originale al fine di adeguarlo ad esigenze di marketing e/o necessità artistiche.
Nonostante l’illimitata codificabilità del contenuto memorizzabile in un codice QR e la parziale modificabilità esteriore permessa dal sistema di correzione d’errore, il codice QR possiede una certa rigidità in termini di attrattiva estetica e di funzionamento.
Il codice QR, infatti, si sostanzia, sempre e comunque, in una matrice bidimensionale in bianco e nero, composta da ripetitivi e schematici elementi geometrici (a partire dai tre grandi quadrati di puntamento posizionati agli angoli), sicuramente poco attrattivi dal punto di vista estetico, il che potrebbe causare, nel tempo, una perdita di interesse del suo utilizzo in ambito promozionale, informativo e commerciale.
Scopo del presente trovato à ̈ di ovviare a tal genere di inconvenienti, prevedendo una procedura per la duplicazione del codice QR ed il conseguente ottenimento di un elemento di destinazione codificato, suscettibile di superare i limiti fisici bidimensionali e di estetica del codice QR medesimo.
Ulteriore scopo della presente invenzione à ̈ quello di indicare un apparato per l’attuazione della citata procedura, di modo che essa possa essere implementata su una moltitudine di elementi di destinazione tridimensionali, fisici o virtuali.
Questi ed altri scopi, che risulteranno chiari in seguito, si conseguono con una procedura per la duplicazione di un codice QR su un elemento di destinazione, conforme al dettato della rivendicazione 1, e con un apparato per l’attuazione di detta procedura, conforme al dettato della rivendicazione 12.
Altri scopi possono essere inoltre ottenuti mediante le caratteristiche supplementari delle rivendicazioni dipendenti.
Ulteriori caratteristiche del presente trovato risulteranno meglio evidenziate dalla seguente descrizione di alcune preferite forme di realizzazione, conformi alle rivendicazioni brevettuali e illustrate, a puro titolo esemplificativo e non limitativo, nelle allegate tavole di disegno, in cui:
- la fig. 1 mostra un codice QR, rappresentante l’elemento di partenza della procedura in accordo ad una prima variante esemplificativa dell’invenzione;
- le figg. dalla 2 alla 6 mostrano le diverse fasi della procedura di duplicazione del codice QR su un elemento di destinazione, in accordo a detta prima variante esemplificativa dell’invenzione; più precisamente, come sarà specificato dettagliatamente nel prosieguo della descrizione:
- la fig. 2 mostra lo spazio (fisico o virtuale) ospitante l’elemento di destinazione su cui duplicare il detto codice QR della fig. 1;
- le figg. dalla 3 alla 5 illustrano fasi intermedie della procedura di ricostruzione/rielaborazione di detto codice QR su detto elemento di destinazione;
- la fig. 6 mostra l’elemento di destinazione su cui à ̈ duplicato detto codice QR, inserito nello spazio della fig.2;
- le figg. dalla 7 alla 13 mostrano le diverse fasi della procedura di duplicazione del codice QR su un elemento di destinazione, in accordo ad una seconda variante esemplificativa dell’invenzione; più precisamente, come sarà specificato dettagliatamente nel prosieguo della descrizione:
- la fig. 7 mostra un codice QR, rappresentante l’elemento di partenza della procedura in accordo a detta seconda variante esemplificativa dell’invenzione;
- le figg.8a e 8b mostrano un elemento intermedio per la duplicazione di detto codice QR della fig.7;
- la fig.9 mostra lo spazio (fisico) ospitante l’elemento di destinazione su cui duplicare il detto codice QR;
- le figg. dalla 10 alla 12 illustrano fasi intermedie della procedura di ricostruzione/rielaborazione di detto codice QR su detto elemento di destinazione tramite l’elemento intermedio delle figg.8a o 8b;
- la fig. 13 mostra l’elemento di destinazione su cui à ̈ duplicato detto codice QR, inserito nello spazio della fig.7.
Si descrivono ora le caratteristiche dell’invenzione, avvalendosi dei riferimenti contenuti nelle figure. Si precisa che le suddette figure, pur se schematiche, riproducono le varie fasi della procedura ed i componenti del sistema secondo proporzioni tra le loro dimensioni ed orientamenti spaziali che sono compatibili con la possibile forma esecutiva della variante rappresentata nelle figure medesime. Si precisa, inoltre, che qualsiasi termine dimensionale e spaziale (quale “inferiore†, “superiore†, “interno†, “esterno†, “frontale†, “posteriore†e simili) si riferisce alla posizione secondo cui gli elementi del sistema sono rappresentati nelle figure allegate, senza alcun intento limitativo rispetto alle possibili condizioni operative.
Da qui in avanti, con il termine “oggetto codificato†si intende l’elemento di destinazione sul quale à ̈ duplicato il codice QR, ove per “elemento di destinazione†va ricompresa, a sua volta, qualsiasi rappresentazione (fisica o virtuale) di un elemento avente un determinato sviluppo tridimensionale spazialmente definibile.
Più precisamente, l’ “oggetto codificato†secondo l’invenzione può estrinsecarsi sia in immagini virtuali che in oggetti fisici, e quest’ultimi sia in elementi direttamente costituenti il detto oggetto codificato, sia in elementi prodromici alla successiva generazione di detto oggetto codificato.
Tali definizioni sintetiche saranno chiarite con maggior dettaglio nel corso della descrizione.
Secondo una preferita forma dell’invenzione, la procedura di duplicazione del codice QR su detto oggetto codificato, si compone di una successione di fasi, che verranno progressivamente descritte di qui a breve:
a) creazione del codice QR di partenza;
b) implementazione del codice QR nello spazio tridimensionale, raffigurato con noti strumenti di visualizzazione;
c) duplicazione, tramite ricostruzione o rielaborazione, del codice QR sull’oggetto codificato, inserito nello spazio tridimensionale;
d) ottenimento dell’oggetto codificato finale.
Si passa ora ad una descrizione dettagliata delle singole fasi elencate, facendo particolare riferimento alle varianti esemplificative illustrate nelle figure allegate.
a) Creazione del codice QR
Come detto, in fig. 1 con il riferimento 1 à ̈ indicato un tipico codice QR, codificante il contenuto desiderato dall’autore, e creato tramite uno dei vari software gratuiti di generazione di codici QR.
Il codice QR 1 possiede tutte le caratteristiche di un codice QR standard, risolvendosi visivamente in una matrice bidimensionale di forma quadrata, al cui interno sono disposti una serie di moduli di colore nero su sfondo bianco, in accordo alla disposizione spaziale derivante dalla codifica dell’informazione contenuta nel codice QR.
In definitiva, à ̈ l’alternarsi di moduli di colore nero e spazi bianchi dello sfondo (da qui in avanti, semplicemente, “codice nero N†e “codice bianco B†) a rendere individualizzante il codice QR: l’informazione contenuta nel codice QR, cioà ̈, dà vita ad una matrice univoca, non ottenibile dalla codifica di informazioni differenti; in sintesi, ogni informazione codificata produce una singola e peculiare matrice di codice nero N e codice bianco B e, viceversa, ciascun codice QR decodifica per una singola ed univoca informazione.
Comune ad ogni codice QR generato à ̈, invece, la presenza di tre grandi quadrati di puntamento, collocati agli angoli della matrice: con i riferimenti NQ1, NQ2 e NQ3 sono indicati detti tre quadrati di puntamento di codice nero N, ciascuno comprendente una cornice esterna di delimitazione, al cui interno à ̈ collocato un quadrato.
Essi svolgono, per l’appunto, la funzione di permettere il riconoscimento del posizionamento e dell’orientamento del codice QR da parte dello scanner di lettura, in ossequio alla procedura di lettura descritta nel citato brevetto anteriore EP 0672994.
In realtà, grazie alla capacità di correzione del codice QR da parte del software di scansione, à ̈ stato verificato come sia possibile ottenere una corretta interpretazione della matrice anche nei casi in cui la cornice esterna di delimitazione di tali quadrati di puntamento sia parzialmente mancante o danneggiata, fermo restando l’assolvimento di determinati requisiti minimi, i quali saranno più avanti esplicitati.
Tale possibilità presenta profili di rilevanza pratica nell’attuazione della procedura del presente brevetto, in particolare nella fase di duplicazione del codice QR 1 sull’oggetto codificato.
b) Implementazione del codice QR nello spazio tridimensionale Una volta generato il codice QR 1, esso viene raffigurato su uno schermo attraverso l’impiego di noti strumenti di visualizzazione, quali, ad esempio, un monitor (analogico o digitale, a due o a tre dimensioni), una proiezione (analogica, digitale o olografica) o altro visore ottico.
Con il medesimo strumento di visualizzazione viene altresì mostrato a schermo anche lo spazio tridimensionale, destinato ad alloggiare il codice QR 1 e l’oggetto codificato finale.
Tale spazio tridimensionale (per brevità denominato “S3D†da qui in avanti) può consistere in una immagine rappresentativa di un ambiente reale, ripreso da strumenti di ripresa video-fotografica, in diretta e in continuo o in un momento precedente; alternativamente, esso può consistere in un ambiente virtuale, precedentemente generato tramite usuali strumenti informatici di elaborazione di immagini 2D o ambienti 3D.
Nell’esempio di fig. 2, tale S3D, indicato con il riferimento 2, consta di una stanza con pareti e pavimentazione di colore sostanzialmente chiari.
Attraverso un qualsiasi software di elaborazione grafica multi-livello, sull’immagine rappresentativa di detto S3D 2 viene applicato il codice QR 1, opportunamente sottoposto ad un aggiustamento dei livelli di contrasto del codice nero N e ad un’operazione di rimozione del codice bianco B, come mostrato nella fig.3.
Nell’esempio raffigurato, poiché lo S3D 2 à ̈ rappresentativo di una stanza sostanzialmente spoglia, il posizionamento di tale codice QR 1 può avvenire in qualsiasi zona di esso, a discrezione dell’utente.
Nel caso, invece, in cui lo S3D sia un ambiente provvisto di elementi (reali o virtuali), spazialmente dislocati in determinati punti dello stesso, può essere opportuno collocare il codice QR 1 in una zona specifica, ossia secondo il criterio di far coincidere, almeno parzialmente, uno o più di detti elementi con una o più porzioni di codice nero N o bianco B di detto codice QR 1.
Tuttavia, come più avanti spiegato, tale esigenza di collimazione non à ̈ assolutamente obbligatoria, stante l’ampia possibilità di rielaborazione e riposizionamento, manuale o digitale, fornita dalla procedura e dall’apparato della presente invenzione.
Le azioni di aggiustamento del contrasto del codice QR 1 (e/o della stessa immagine dello S3D 2, ove necessario) e di rimozione del codice bianco B del codice QR 1, sono finalizzate ad una più semplice fase di ricostruzione e rielaborazione del codice nello S3D 2, al fine di ottenere l’oggetto codificato OC.
Per la medesima ragione potrebbe essere consigliabile attuare una modifica del grado di trasparenza del codice nero N del codice QR 1, allo scopo di rendere parzialmente visibili le porzioni dello S3D 2, sottostanti al livello di posizionamento di detto codice QR 1 (si veda la fig.4).
c) Duplicazione del codice QR sull’oggetto codificato
Nelle figg. 4 e 5 sono mostrate le fasi della procedura di duplicazione del codice QR 1, tramite sua ricostruzione e/o rielaborazione nello S3D 2, sino all’ottenimento dell’oggetto codificato (da qui in avanti, brevemente indicato con “OC†).
Come sopra anticipato, le capacità di riconoscimento e correzione d’errore di un codice QR fino a circa un 30% di codice errato o rovinato, intrinseche al software di lettura e decodifica, consentono un certo grado di modificabilità del codice nero N.
Nelle porzioni di codice nero N corrispondenti ai tre quadrati di puntamento NQ1, NQ2 e NQ3, à ̈ addirittura possibile rimuovere una percentuale ancora maggiore di codice, senza che venga intaccata la riconoscibilità del posizionamento e dell’orientamento del codice QR 1 da parte del software di lettura.
E’ invece sconsigliabile effettuare manipolazioni della porzione di codice QR 1 in corrispondenza della fascia verticale sottostante al quadrato di puntamento NQ1 in alto a destra, poiché detta porzione contiene informazioni fondamentali per il corretto riconoscimento del codice e del suo orientamento.
In fig. 4 à ̈ mostrato un esempio di cancellazione di porzioni di codice N nella cornice esterna di delimitazione del quadrato di puntamento NQ3, posizionato nell’angolo basso a sinistra della matrice del codice QR 1: affinché sia mantenuta la sua funzionalità, à ̈ sufficiente che dell’intera cornice esterna residuino soltanto i quattro quadratini NQ3Q posizionati in corrispondenza degli assi di simmetria verticale – orizzontale del quadrato di puntamento NQ3.
Da questa possibilità di rimozione di porzioni di codice nero N (associata al più volte citato sistema di correzione automatico dell’errore), senza che venga meno la corretta decodifica del codice QR 1, deriva un sensibile ampliamento della libertà dell’utente nella ricostruzione e duplicazione di detto codice QR 1, al fine di ottenere l’OC.
Infatti la procedura della presente invenzione prosegue con la selezione ed il posizionamento di idonei elementi tridimensionali, aventi specifiche caratteristiche di forma e colore, in sostituzione di determinate porzioni di codice nero N e codice bianco B del codice QR 1.
L’esempio mostrato nella fig. 5 servirà a spiegare quanto appena enunciato: in tale figura, il quadrato di puntamento NQ1 (in alto a destra nella matrice) à ̈ sostituito dall’immagine di uno schermo televisivo, avente forma, dimensione e colore comparabili a quella del quadrato di codice nero N originario.
Lo stesso dicasi per gli altri elementi tridimensionali, dislocati a rimpiazzare porzioni di codice nero N e codice bianco B, ad essi sostanzialmente equiparabili per forma, dimensione e colore (o, per meglio dire, con essi compatibili sotto il punto di vista della decodifica del codice QR 1, come di qui a breve chiarito).
Ecco, quindi, che una poltrona E3 può essere collocata in sostituzione del quadrato di puntamento NQ3, tenendo presente che la sua immagine tridimensionale deve essere sostanzialmente e prospetticamente corrispondente a quella del quadrato di puntamento originario, così come il colore della seduta deve essere nero o comunque sufficientemente scuro affinché il software di scansione lo riconosca come porzione di codice nero N.
Parimenti le gambe di detta poltrona devono avere spessore ridotto o colore sufficientemente chiaro, di modo che esse siano ricondotte nell’ambito della porzione di codice bianco B, e riconosciute come tali nella successiva fase di decodifica del codice QR 1 duplicato sull’OC.
In corrispondenza del quadrato di puntamento NQ2 (in alto a sinistra nella matrice), il quadrato di codice nero N Ã ̈ rimpiazzato da un elemento E2.1, corrispondente ad un tela di un quadro.
Con il riferimento E4 Ã ̈ indicato un lampadario di colore bianco (o comunque sufficientemente chiaro da essere riconosciuto come porzione di codice bianco B dallo scanner di lettura del codice QR), discendente dal soffitto della stanza rappresentante lo S3D 2 e collocantesi in una porzione di codice bianco B del codice QR 1.
La procedura di duplicazione di detto codice QR 1 può continuare sino alla completa sostituzione delle sue porzioni di codice nero N e codice bianco B con ulteriori elementi tridimensionali E1, E2, …. EN; ad esempio, altri elementi compatibili con lo S3D 2 potrebbero consistere in mobili, mensole, suppellettili, vasi o altro ancora, aventi forma, dimensione e colore tali da poter essere collocati in avvicendamento a detti codice nero N e codice bianco B.
Oppure tale procedura di ricostruzione e rielaborazione può anche interrompersi dopo alcune fasi di allocazione degli elementi tridimensionali E1, E2, …. EN, senza giungere sino alla totale sostituzione del codice QR 1 originario: la scelta à ̈ a discrezione dell’utente ed in accordo alla volontà e fantasia di questi.
La discrezionalità nella rielaborazione del codice QR 1 à ̈ ulteriormente aumentata dalla già citata possibilità di variazione formale delle porzioni di codice nero N e, conseguentemente, degli elementi tridimensionali E1, E2, …. EN da posizionare in sostituzione di esse.
Pertanto à ̈ anche possibile utilizzare elementi tridimensionali E1, E2, …. EN aventi forme non esattamente combacianti con le porzioni di codice nero N da rimpiazzare, potendo, ad esempio, impiegare un elemento tridimensionale di forma sferica o elementi curvilinei, i quali, correttamente allocati, verranno comunque riconosciuti come codice esatto se la loro variabilità rientra nella percentuale di riconoscimento dell’errore, consentita dallo scanner di decodifica del codice QR.
Come visto, detta procedura di duplicazione del codice QR 1 nello S3D 2, tramite sostituzione delle porzioni di codice bidimensionale di detto codice QR 1 con idonei elementi tridimensionali E1, E2, …. EN, prevede che ogni sostituzione sia seguita dalla fase di cancellazione della porzione di codice rimpiazzata, tramite rimozione manuale o semi-automatica, su conferma dell’utente, con il software di elaborazione grafica multi-livello.
Tuttavia questa operazione à ̈ associata ad una fase di controllo in continuo, allo scopo di verificare che l’elemento tridimensionale sostituente la porzione di codice QR 1 sia validamente riconosciuto come adatto (per forma, dimensione e colore) a svolgere la stessa funzione di decodifica, nativamente svolta dall’originaria porzione di codice QR 1 rimpiazzata.
Questa verifica viene effettuata da un sistema comprendente l’associazione di un software aggiuntivo al software di elaborazione grafica multi-livello: tale software aggiuntivo consiste nello scanner di lettura di codici QR, il cui funzionamento ricorsivo permette di controllare continuamente la corretta disposizione degli elementi tridimensionali E1, E2, …. EN in luogo delle porzioni del codice QR 1 nativo.
Pertanto, ogni qual volta avviene una sostituzione di un elemento tridimensionale E1, E2, …. EN alla porzione di codice bidimensionale del QR 1, lo scanner accerta se l’OC parziale (su cui si sta duplicando detto codice QR 1 tramite sua ricostruzione/rielaborazione) à ̈ in grado di decodificare correttamente l’informazione inizialmente codificata nel codice QR 1 di partenza.
Nel caso tale verifica in continuo dia esito positivo, à ̈ possibile procedere alla cancellazione del codice nero N o bianco B della matrice del codice QR 1, essendo certi che il subentrante elemento tridimensionale E1, E2, …. EN à ̈ idoneo a decodificare per il medesimo contenuto del detto codice QR 1 nativo.
Nell’eventualità contraria, invece, non si dà luogo alla fase di cancellazione della porzione di codice QR 1 rimpiazzata, poiché l’elemento tridimensionale E1, E2, …. EN adoperato si à ̈ rilevato inadeguato a decodificare per il medesimo contenuto del detto codice QR 1 nativo, in quanto differente per forma, dimensione o colore rispetto alla porzione di codice nero N o bianco B da rimpiazzare, o poiché prospettivamente posizionato in modo errato nello S3D 2.
In questa seconda ipotesi, pertanto, à ̈ necessario retrocedere nella procedura sino al passo precedente alla sostituzione della porzione del codice QR 1 con l’elemento tridimensionale E1, E2, …. EN rivelatosi non idoneo (operazione consentita dal software di elaborazione grafica in uso, come in quasi tutti i software ormai conosciuti), allo scopo di utilizzare un nuovo elemento tridimensionale E1, E2, …. EN e procedere alla sua verifica di idoneità tramite lo scanner di lettura.
Infatti potrebbe accadere che l’elemento tridimensionale inserito sia troppo difforme (per forma, dimensione e colore) dalla porzione di codice QR 1 sostituita, al punto che il sistema di correzione d’errore dello scanner non à ̈ sufficiente a compensare tale difformità per superata tolleranza dell’errore stesso: in tal caso, l’utente comprende di dover necessariamente aumentare la compatibilità dell’elemento tridimensionale a detta porzione di codice QR 1 da rimpiazzare, adoperando un diverso elemento tridimensionale E1, E2, …. EN che si riveli essere più simile al codice originario.
Grazie a questa fase di controllo in continuo, à ̈ possibile testare l’OC in costruzione, passo dopo passo, accorgendosi immediatamente di eventuali errori nella scelta o nel posizionamento dell’elemento tridimensionale in luogo della porzione di codice QR 1 da sostituire.
Nell’esempio di fig.5 si à ̈ verificato che l’elemento E2.2, rappresentante la cornice della tela E2.1 e posizionato in sostituzione della cornice esterna del quadrato di puntamento NQ2, non à ̈ un elemento idoneo ad essere riconosciuto dallo scanner come decodificante lo stesso contenuto del codice QR 1, in quanto di spessore troppo ridotto rispetto alla porzione di codice nero N nativa.
Pertanto à ̈ necessario utilizzare un diverso elemento tridimensionale E1, E2, …. EN o ispessire l’elemento E2.2 originariamente adoperato, affinché il sistema di controllo tramite scanner di lettura fornisca il via libera all’operazione di sostituzione.
La connessione dello scanner al sistema può ottenersi in svariati modi: à ̈ possibile, ad esempio, posizionare la telecamera dello scanner di fronte allo schermo visualizzante lo S3D 2, il codice QR 1 e l’OC; oppure, al fine di migliorare la visibilità e la comodità operativa, à ̈ possibile utilizzare una seconda uscita video e dirottare il contenuto mostrato su un secondo schermo, dinanzi al quale dislocare detto scanner di lettura.
I comuni scanner di codice QR già dispongono di un sistema di autoregolazione del fuoco e della luminosità, tanto che non sussistono problemi di sorta a che detto lettore scanner identifichi e decodifichi il codice QR 1 (nativo o modificato come sopra descritto) mostrato a schermo.
Tuttavia, tramite prove empiriche, si à ̈ verificato che à ̈ preferibile posizionare lo scanner ad una distanza generalmente doppia rispetto alla dimensione del codice QR da rilevare, mostrato sullo schermo. Stante le ingenti variazioni di rilevamento perimetrale del codice QR tra i diversi software di scansione esistenti nel settore, à ̈ inoltre consigliabile effettuare una preliminare operazione di posizionamento e una taratura manuale-visiva durante il primo piazzamento dello scanner, allo scopo di ottenere una piena funzionalità del sistema di lettura.
d) Ottenimento dell’oggetto codificato
Nell’esempio di fig. 6 à ̈ rappresentato l’OC 3 ottenuto dalla procedura di ricostruzione/rielaborazione dell’iniziale codice QR 1 sullo S3D 2.
In realtà la figura mostra uno stato di avanzamento parziale nell’ottenimento dell’OC 3 finale ma, come sopra anticipato, la duplicazione del codice QR 1 può anche interrompersi dopo alcune fasi di allocazione degli elementi tridimensionali E1, E2, …. EN, senza giungere sino alla totale sostituzione del codice QR 1 originario.
L’OC 3 ottenuto, una volta soggetto a lettura da parte dello scanner, decodifica esattamente la stessa informazione contenuta nel codice QR 1 di partenza, sebbene esso sia talmente differente nelle fattezze esteriori da detto codice QR 1 da risultare praticamente irriconoscibile all’occhio umano.
L’OC 3 risultante dall’esempio mostrato nelle figure allegate si sostanzia in un’immagine virtuale, composta dall’allocazione di elementi prettamente virtuali.
La stessa identica procedura, nondimeno, à ̈ attuabile per l’ottenimento di un OC 3 tramite il corretto posizionamento di elementi fisici presenti in uno S3D 2 realmente esistente, in cui la sistemazione degli elementi tridimensionali E1, E2, …. EN in luogo delle relative porzioni del codice QR 1, avviene non tramite il software di rielaborazione grafica a schermo (o, almeno, non solo tramite esso), bensì per mezzo di spostamenti fisici e adattamenti materiali di tali elementi realmente presenti nello S3D 2.
In tal evenienza, in pratica, l’OC 3 si sostanzia in un ambiente tridimensionale reale, appositamente allestito e direttamente decodificabile dallo scanner di lettura del codice QR.
Secondo una variante della presente invenzione, vi à ̈ anche la possibilità che la procedura sopra descritta si concluda con la generazione di un OC 3’ intermedio che, pur essendo di per sé già decodificabile dallo scanner di lettura del codice QR, à ̈ di fatto utilizzabile come maschera sagomata per la creazione di un OC 3 finale, tramite operazioni di ricostruzione con elementi tridimensionali realmente esistenti o concretamente costruibili.
Più precisamente, detta maschera sagomata, previa sua trasformazione in un oggetto fisico di dimensioni adeguate all’OC 3 finale da ottenere, funge da dima per la successiva realizzazione materiale dell’OC 3, anch’esso decodificante la corretta informazione inizialmente contenuta nel codice QR 1 di partenza.
La realizzazione di detta maschera sagomata in un oggetto fisico utilizzabile come dima, può avvenire tramite associazione del sistema sopra descritto a noti strumenti di stampa tipografica (anche a intaglio), di stampa tridimensionale (anche per accrescimento), di prototipazione rapida o di sinterizzazione. Alternativamente, detta dima può essere materialmente costruita con operazioni manuali o industriali.
Il vantaggio di tale variante realizzativa con la dima rappresentante un OC 3’ intermedio, risiede nella sue caratteristiche di materialità tangibile e di riutilizzabilità nel tempo, sì da poter essere impiegato per l’ottenimento seriale e ripetuto di OC 3 finali, cioà ̈ per una produzione di massa di OC 3 tutti decodificanti il medesimo contenuto del codice QR 1 di partenza.
Pur restando inalterate le fasi della procedura sopra descritta, à ̈ ovvio che la corretta decodificabilità dell’OC 3 finale risultante da questa variante realizzativa à ̈ tanto più salvaguardata quanto meno il codice QR 1 di partenza applicato sullo S3D 2 à ̈ soggetto a manipolazione, ossia quanto più l’OC 3’ intermedio (rappresentato da detta dima) à ̈ simile al codice QR 1 di partenza.
Per tali motivi, in questa variante particolare, la procedura di duplicazione dell’OC 3’ intermedio potrebbe anche interrompersi nelle fasi iniziali, dopo solo qualche operazione di modifica della matrice bidimensionale del codice QR 1 di partenza o dopo poche sostituzioni di elementi tridimensionali al codice nero N o bianco B; oppure la procedura si potrebbe addirittura fermare al termine della fase di implementazione di detto codice QR 1 di partenza sullo S3D 2, per procedere immediatamente all’ottenimento della maschera sagomata per la successiva realizzazione fisica dell’OC 3 finale.
Nelle figure dalla 7 alla 13 sono cronologicamente mostrate le diverse fasi della variante della presente invenzione in cui si impiega detto OC 3’ intermedio per l’ottenimento dell’OC 3 finale.
Rimanendo inalterate tutte le fasi procedurali precedentemente descritte e mostrate nelle figg. dalla 1 alla 6, qui di seguito à ̈ sufficiente focalizzarsi sui soli elementi di distinzione.
La fase di partenza consta sempre nella creazione di un codice QR 1, codificante il contenuto desiderato (fig.7).
Successivamente si procede alla fase di implementazione di detto codice QR 1 nello S3D 2 ed alla fase di duplicazione tramite sua ricostruzione e/o rielaborazione, per giungere ad un OC 3’ intermedio che, tramite opportune lavorazioni di stampa o di fabbricazione, si sostanzia materialmente in una dima, fungente da maschera sagomata per la creazione dell’OC 3 finale.
Nel caso di specie, detto OC 3’ intermedio à ̈ mostrato nelle figg.8a e 8b ed à ̈ fisicamente rappresentato da un griglia comprendente una serie di celle che, opportunamente lasciate aperte (celle vuote) o sottoposte a chiusura (celle piene), duplicano la matrice bidimensionale del codice QR 1 di partenza, identificando le porzioni di codice bianco B e codice nero N di detto codice QR 1.
In definitiva, in tale variante esemplificativa l’OC 3’ intermedio à ̈ stato ottenuto immediatamente al termine della fase di implementazione di detto codice QR 1 di partenza sullo S3D 2; ma ovviamente detta griglia OC 3’ potrebbe anche essere rappresentativa del codice QR 1 parzialmente ricostruito/rielaborato dopo alcune fasi di allocazione di elementi tridimensionali E1, E2, …. EN in luogo di tali porzione di codice nero N e bianco B, sempre in accordo alla procedura sopra descritta.
Una volta che si à ̈ materialmente proceduto alla realizzazione di detta dima (ossia dell’OC 3’ intermedio), essa può essere adoperata per la concreta creazione dell’OC 3 finale.
Tale creazione tangibile dell’OC 3 finale può avvenire utilizzando l’OC 3’ intermedio come maschera sagomata per il giusto posizionamento degli elementi tridimensionali E1, E2, …. EN idonei a ricreare il codice nero N e bianco B sul sottostante S3D 2, tramite note tecniche di allocazione manuale o semiautomatica.
Nella fig. 8a à ̈ mostrata una variante dell’OC 3’ intermedio in cui le celle della griglia lasciate aperte identificano il codice nero N, mentre quelle chiuse identificano il codice bianco B del codice QR 1.
In tal caso, in pratica, detto OC 3’ intermedio funge da vera e propria dima, guidando l’utente nella disposizione di idonei elementi tridimensionali per la corretta duplicazione del codice nero N su detto S3D 2: le tecniche utilizzabili sono le più disparate, quali, ad esempio, un posizionamento per caduta degli elementi tridimensionali, oppure una loro duplicazione per verniciatura a spruzzo o a pennello, sempre usufruendo delle celle lasciate aperte su detta griglia OC 3’.
Con un OC 3’ intermedio così realizzato, appare ovvio come sia preferibile che lo S3D 2 sia un elemento con superficie bianca o sostanzialmente chiara, sì da fungere nativamente da codice bianco B su cui vanno a dislocarsi gli elementi tridimensionali in luogo delle porzioni di codice nero N: tuttavia nulla vieta che le porzioni di codice bianco B possano essere ricreate per differenza o rielaborate direttamente sullo S3D 2, una volta che, con detto OC 3’ intermedio e con le tecniche sopra enunciate, siano stati posizionati gli elementi tridimensionali decodificanti per il codice nero N.
Viceversa, nel caso in cui l’OC 3’ intermedio consista in una dima la cui griglia presenta celle lasciate aperte che identificano il codice bianco B e celle chiuse che identificano il codice nero N (come raffigurato nell’esempio di fig.
8b), à ̈ preferibile che lo S3D 2 sia un elemento dalla superficie scura, poiché con detto OC 3’ si vanno a ricreare direttamente le porzioni di codice bianco B del codice QR 1.
Qualunque sia l’OC 3’ intermedio adoperato, permane la possibilità di applicare le successive fasi di controllo e verifica (tramite il precedentemente descritto sistema di lettura con scanner) per accertarsi che l’elemento tridimensionale sostituente la porzione di codice QR 1 sia validamente riconosciuto come adatto (per forma, dimensione e colore) a svolgere la stessa funzione di decodifica, nativamente svolta dall’originaria porzione di codice QR 1 rimpiazzata.
Nondimeno va sottolineato come tale fase di controllo in continuo possa anche risultare pleonastica e avere solamente una supplementare funzione di mero accertamento dell’ottenimento della decodifica voluta, poiché la creazione dell’OC 3 finale avviene comunque con l’ausilio dell’OC 3’ intermedio, che ha già validamente passato le dette fasi di verifica ed à ̈ già certo che decodifichi correttamente per il medesimo contenuto del codice QR 1 di partenza.
Però, nell’eventualità che l’OC 3 finale si sostanzi in un oggetto (ad esempio, del settore culinario) i cui elementi tridimensionali possiedono peculiarità particolarmente mutevoli ed aleatorie che, nonostante l’impiego del corretto OC 3’ intermedio, potrebbero portare ad una decodifica incerta od errata, allora si può procedere alla replica delle fasi di controllo in continuo durante la duplicazione del codice QR 1 sullo S3D 2, sempre in accordo alla procedura ed al sistema della presente invenzione.
Le figg. dalla 9 alla 13 mostrano le fasi della procedura di duplicazione del codice QR 1, tramite sua ricostruzione e/o rielaborazione nello S3D 2 grazie all’ausilio dell’OC 3’ intermedio e con il controllo in continuo permesso dal sistema comprendente lo scanner di lettura del codice QR.
Nel caso specifico, l’OC 3’ intermedio consiste nella dima mostrata in fig.
8b, mentre lo S3D 2 à ̈ rappresentato da un impasto per pizza (fig.9), su cui detto OC 3’ viene implementato (fig.10).
L’utente provvede alla selezione e al posizionamento degli idonei elementi tridimensionali E1, E2, …. EN i quali, sempre con precipuo riferimento al caso mostrato nelle figure, vanno a rimpiazzare le porzioni di codice nero N dell’OC 3’ intermedio (qui rappresentate dalle celle chiuse della griglia della dima), che possono poi essere rimosse se lo scanner riconosce tali elementi tridimensionali come adeguati alla decodifica del codice QR 1 iniziale.
Stante la concreta materialità dell’OC 3’ intermedio, per “rimozione delle porzioni di codice nero N sostituito†deve intendersi che le celle chiuse della griglia vengono fisicamente convertite in celle aperte, così che la dima possa mostrare il retrostante S3D 2 e consentire allo scanner di leggere l’ OC 3 in costruzione e verificare la sua corretta decodificabilità.
A tal proposito, nella variante particolare in cui detta dima OC 3’ à ̈ costituita da una griglia, à ̈ ovvio come possa prevedersi che le sue celle possano essere variabilmente lasciate aperte o sottoposte a chiusura, sì che un’unica griglia à ̈ in grado da fungere da supporto materiale per la duplicazione di molteplici dime OC 3’, a seconda dell’alternarsi di tali celle aperte e chiuse in replica di diversi QR 1 di partenza.
Nella fig. 11 à ̈ mostrato come il quadrato di puntamento NQ1 à ̈ ricostruito sullo S3D 2 tramite l’impiego di un paio di olive E1.2 e di una cozza E1.1; nella fig. 12 si vede come quest’ultimo elemento tridimensionale E1.1 sia stato sostituito da una fetta di salame E1.1’, in quanto la verifica tramite scanner ha accertato la non idoneità di detta cozza E1.1 a rimpiazzare la porzione di codice nero N, a differenza di tale fetta di salame E1.1’ che à ̈, invece, in grado di essere validamente riconosciuto come elemento tridimensionale idoneo a decodificare lo stesso contenuto del codice QR 1.
La procedura di ricostruzione del codice QR 1 di partenza, estrinsecantesi nell’OC 3’ intermedio e, grazie a questi, sullo S3D 2 di destinazione, può continuare sino all’ottenimento dell’OC 3 finale, in questo caso rappresentato dalla pizza mostrata in fig.13.
Debitamente guarnita con gli ingredienti idonei a fungere da elementi tridimensionali in sostituzione delle rispettive porzioni di codice del QR 1 di partenza, tale OC 3 finale decodifica esattamente la stessa informazione contenuta in detto QR 1, una volta soggetto alla lettura dello scanner secondo la particolare inclinazione prospettica stabilita all’inizio della procedura di duplicazione.
Dalla descrizione della procedura e dell’apparato appena descritti risultano chiari gli scopi ed i vantaggi da essi conseguibili.
La presente invenzione supera i limiti fisici bidimensionali della grafica rappresentativa del codice QR 1 di partenza, per allargarsi alla smisurata prospettiva tridimensionale, sia fisica che virtuale, in modo da permettere variazioni infinite, limitate solo dalla creatività e dalla fantasia artistica del creatore dell’OC 3.
La procedura e il sistema oggetto della presente invenzione permettono di replicare agevolmente alcune tipologie di ambienti tridimensionali, individuabili in oggetti specifici della più diversa natura, ivi compresi quelli di tipo artistico figurativo, culinario, meccanico, edilizio, architettonico, e altro ancora.
Con la presente invenzione, in pratica, à ̈ possibile ottenere OC 3, anche non riconoscibili a prima vista dall’occhio umano in ragione dell’inclinazione prospettica da doversi tenere, ma correttamente decodificabili dallo scanner di codice QR, una volta data la giusta prospettiva assonometrica di lettura (cioà ̈ la medesima prospettiva con cui detto codice QR 1 à ̈ stato implementato nello S3D 2).
Ciò consente di creare OC 3 estrinsecantesi in ambienti fisici o virtuali decodificanti i più svariati contenuti: messaggi mimetici, spot pubblicitari sorprendenti, meta-opere visive e multimediali colleganti le arti visive e pittoscultoriche a quelle di altra natura, immagini pubblicitarie, ecc.
E’ chiaro che numerose varianti della procedura e del sistema di duplicazione del codice QR 1 sull’OC 3, sopra descritte, sono possibili all’uomo del ramo, senza per questo uscire dagli ambiti di novità insiti nell’idea inventiva, così com’à ̈ chiaro che nella pratica attuazione dell’invenzione i vari componenti in precedenza descritti potranno essere sostituiti da elementi tecnicamente equivalenti.
Ad esempio, nelle varianti dimostrative sopra discusse si à ̈ sempre fatto riferimento ad una rielaborazione/ricostruzione del codice QR 1 nello S3D 2 per l’ottenimento dell’OC 3 tramite operazioni di tipo manuale o semi-automatico, ossia per mezzo del corretto posizionamento prospettico di elementi tridimensionali E1, E2, …. EN, tramite movimenti materiali di oggetti fisici in un ambiente realmente allestito o tramite spostamenti di oggetti incorporei in un ambiente virtuale con il software di elaborazione grafica.
Tuttavia può anche essere prevista una variante completamente automatizzata, in cui lo stesso software di elaborazione grafica à ̈ correlato ad un software per la gestione, la creazione e/o la selezione degli elementi tridimensionali E1, E2, …. EN più idonei ad essere sostituiti alle porzioni di codice QR 1 da rimpiazzare, sempre in accordo ai criteri di compatibilità di forma, dimensione e colore sopra menzionati.
Oppure detta variante completamente automatizzata può essere realizzata tramite impiego di un apposito software aggiuntivo che istruisce una pinza robotica, o strumenti simili, a selezionare e correttamente allocare detti elementi tridimensionali nello S3D 2.
Con riferimento al requisito del colore dell’elemento tridimensionale che va a sostituire una determinata porzione di codice nero N o bianco B della matrice bidimensionale del codice QR 1 di partenza, va ancora sottolineato come tale colore non debba necessariamente essere bianco o nero, bensì essere semplicemente riconducibile dal software di scansione nelle due categorie di codice nero N o bianco B.
Ecco, pertanto, che potranno utilizzarsi elementi tridimensionali (reali o virtuali) dalle più svariate cromaticità, così come vernici (applicate su elementi tridimensionali reali) reattive ai raggi UV o sensibili a spettri di frequenza anche invisibili all’occhio umano, atte ad evidenziare caratteristiche di autofluorescenza o a rivelarsi se e quando caricate con luce naturale o artificiale di adeguata frequenza: il principio fondamentale à ̈ che i colori di tali elementi tridimensionali E1, E2, …. EN siano interpretati come bianco o nero dallo scanner (ossia una gamma dei colori sia interpretata come “bianco†, mentre la gamma residua sia interpretata come “nero†) e l’elemento tridimensionale sia correttamente allocato in sostituzione della rispettiva porzione di codice nero N o bianco B del codice QR 1, tutti controlli effettuabili dalla procedura e dal sistema sopra descritti.
Nella variante in cui viene utilizzata una dima con funzione di OC 3’ intermedio per la creazione dell’OC 3 finale, si può anche prevedere che tale dima sia costituita da un foglio prestampato tramite plotter a intaglio, in accordo alla nota tecnologia della stampa tipografica ad intaglio.
In questa ipotesi, tale OC 3’ intermedio può essere direttamente incollato o giustapposto allo S3D 2 ed i suoi intagli fungere da zone su cui allocare (con le più disparate tecniche di cui sopra, quali la verniciatura, la decorazione manuale, il posizionamento a caduta, l’applicazione a pennello o a spruzzo, ecc.) i corretti elementi tridimensionali al posto delle rispettive porzioni di codice bianco B o nero N del codice QR 1.
Mano a mano che si procede alla riproduzione di detto codice QR 1, l’OC 3’ intermedio viene via via rimosso per la rispettiva parte ormai duplicata, sempre e solo se l’elemento tridimensionale impiegato ha validamente superato il test di verifica tramite scanner.
Un’ulteriore variante di OC 3’ intermedio può essere rappresentata dalla proiezione di una dima sullo S3D 2 (o retro-proiezione, nel caso tale S3D 2 consista in stoffe, tendaggi, lampade semi-trasparenti, plexiglass, tessuti vari, in generale materiali con un certo grado di trasparenza; oppure, ancora, microproiezione nel caso tale S3D 2 sia di dimensioni estremamente ridotte): detto OC 3’ funge sempre da dima indicativa delle zone fisiche su cui duplicare le varie porzioni di codice nero N e bianco B del codice QR 1 di partenza, tramite le note tecniche attuative già precedentemente esposte.
Va sottolineato come nelle sopra-descritte varianti in cui si utilizza una dima con funzione di OC 3’ intermedio per l’ottenimento dell’OC 3 finale, si sia sempre fatto riferimento ad una dima dalle dimensioni sostanzialmente analoghe a quelle di tale OC 3, sul presupposto che essa sia giustapponibile o comunque accostabile in stretta vicinanza allo S3D 2.
Tuttavia potrebbe accadere che tale possibilità venga meno, a causa di impedimenti fisici che ostacolano l’approssimarsi dell’OC 3’ intermedio allo S3D 2: allora sarà necessario disporre la dima a distanza maggiore da detto S3D 2, scalando opportunamente le dimensioni della dima stessa e le relative porzioni di codice bianco B e nero N (ossia le relative celle, nell’esempio della griglia delle figure allegate), in accordo alle comuni regole dell’ottica e della prospettiva, affinché essa continui a fungere da idonea maschera sagomata per l’ottenimento dell’OC 3 finale.
Lo stesso dicasi nel caso che a dover essere collocati in luogo più distante siano lo scanner o lo strumento di ripresa video-fotografica per la visualizzazione a schermo dello S3D 2 e dell’OC 3’, ferma restando la necessità di una preliminare operazione di posizionamento e di una taratura manualevisiva di tali mezzi, allo scopo di ottenere una piena funzionalità del sistema di lettura.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI Riv 1. Procedura di duplicazione di un codice Quick Response QR (1) su un elemento di destinazione per l’ottenimento di un oggetto tridimensionale codificato OC (3; 3’), comprendente: ï€ una fase iniziale di scrittura di detto codice QR (1), atta a codificare il contenuto desiderato nella matrice bidimensionale rappresentativa di detto codice QR (1), caratterizzata dal fatto di comprendere ulteriormente almeno le seguenti fasi, successive a detta fase iniziale di scrittura: ï€ implementazione di detto codice QR (1) in uno spazio tridimensionale S3D (2), atto ad ospitare detto elemento di destinazione, ï€ duplicazione di detto codice QR (1) su detto elemento di destinazione, sino all’ottenimento di detto OC (3; 3’), ï€ lettura di detto OC (3; 3’), per la decodifica di detto medesimo contenuto desiderato, codificato in detto codice QR (1). Riv 2. Procedura di duplicazione di un codice QR (1) secondo la rivendicazione precedente, caratterizzata dal fatto che detta fase di implementazione di detto codice QR (1) nello S3D (2) comprende almeno le seguenti fasi: ï€ raffigurare su schermo detto S3D (2), ï€ posizionare l’immagine di detto codice QR (1) su detta raffigurazione dello S3D (2), ï€ rimuovere le porzioni di codice bianco (B) da detta immagine di detto codice QR (1). Riv 3. Procedura di duplicazione di un codice QR (1) secondo la rivendicazione precedente, caratterizzata dal fatto che detta fase di implementazione di detto codice QR (1) nello S3D (2) comprende ulteriormente la seguente fase: ï€ modificare il grado di trasparenza delle porzioni di codice nero (N) di detto codice QR (1), di modo da rendere maggiormente visibili le zone di detto S3D (2) sottostanti a dette porzioni di codice nero (N). Riv 4. Procedura di duplicazione di un codice QR (1) secondo la rivendicazione 2 o 3, caratterizzata dal fatto che detta fase di duplicazione di detto codice QR (1) sull’elemento di destinazione comprende almeno le seguenti fasi: ï€ ricostruire e/o rielaborare detto codice QR (1) nello S3D (2) tramite attività sequenziali di selezione e posizionamento di idonei elementi tridimensionali (E1, E2, … EN) in sostituzione di determinate porzioni di codice nero (N) o bianco (B) di detto codice QR (1), detti elementi tridimensionali (E1, E2, … EN) avendo caratteristiche di forma, dimensioni e colore tali da essere decodificate come compatibili con dette determinate porzioni di codice nero (N) o bianco (B) sostituite, di modo che la decodifica dell’OC (3; 3’) fornisca il medesimo contenuto codificato in detto codice QR (1), ï€ rimuovere dette porzioni di codice nero (N) o bianco (B) al termine di ciascuna di dette attività sequenziali di selezione e posizionamento di detti elementi tridimensionali (E1, E2, … EN), purché detti elementi tridimensionali (E1, E2, … EN) siano validamente riconosciuti come idonei, detto accertamento di idoneità operando in continuo durante ciascuna di dette attività sequenziali, ï€ ottenere l’OC (3; 3’), consistente in detto elemento di destinazione su cui à ̈ ricostruito e/o rielaborato detto codice QR (1) nello S3D (2). Riv 5. Procedura di duplicazione di un codice QR (1) secondo la rivendicazione precedente, caratterizzata dal fatto che detta fase di duplicazione di detto codice QR (1) sull’elemento di destinazione comprende ulteriormente la seguente fase: ï€ modificare e/o rimuovere parzialmente porzioni di codice nero (N) o bianco (B) di detto codice QR (1) prima di dette sequenziali attività di selezione e posizionamento di idonei elementi tridimensionali (E1, E2, … EN) in sostituzione di dette porzioni, purché detto accertamento di idoneità in continuo verifichi che la decodifica dell’OC (3; 3’) fornisce il medesimo contenuto codificato in detto codice QR (1), detta modifica e/o rimozione parziale essendo ancora compresa nella soglia di tolleranza d’errore del sistema di lettura. Riv 6. Procedura di duplicazione di un codice QR (1) secondo la rivendicazione 4 o 5, caratterizzata dal fatto che dette attività sequenziali di selezione e posizionamento di idonei elementi tridimensionali (E1, E2, … EN) in sostituzione di determinate porzioni di codice nero (N) o bianco (B) di detto codice QR (1) per l’ottenimento di detto OC (3; 3’) proseguono sino alla completa sostituzione di dette porzioni di codice nero (N) o bianco (B). Riv 7. Procedura di duplicazione di un codice QR (1) secondo la rivendicazione 4 o 5, caratterizzata dal fatto che detta sostituzione di determinate porzioni di codice nero (N) o bianco (B) di detto codice QR (1) per l’ottenimento di detto OC (3; 3’) à ̈ parziale, dette attività sequenziali di selezione e posizionamento di idonei elementi tridimensionali (E1, E2, … EN) in sostituzione di dette determinate porzioni interrompendosi dopo una o più di dette attività. Riv 8. Procedura di duplicazione di un codice QR (1) secondo qualsiasi rivendicazione dalla 4 alla 7, caratterizzata dal fatto che detto OC (3; 3’) ottenuto à ̈ un OC finale (3) direttamente suscettibile di essere sottoposto a lettura per la decodifica. Riv 9. Procedura di duplicazione di un codice QR (1) secondo qualsiasi rivendicazione dalla 4 alla 7, caratterizzata dal fatto che detto OC (3; 3’) ottenuto à ̈ un OC intermedio (3’), atto a fungere da dima per l’ottenimento di un OC finale (3) da sottoporre a lettura per la decodifica. Riv 10. Procedura di duplicazione di un codice QR (1) secondo la rivendicazione 2 o 3, caratterizzata dal fatto che detto ottenimento di detto OC (3; 3’) avviene subito dopo la fase di implementazione di detto codice QR (1) nello S3D (2) ospitante detto elemento di destinazione, senza attività sequenziali di selezione e posizionamento di idonei elementi tridimensionali (E1, E2, … EN) in sostituzione di determinate porzioni di codice nero (N) o bianco (B) di detto codice QR (1), detto OC (3; 3’) essendo un OC intermedio (3’), atto a fungere da dima per l’ottenimento di un OC finale (3) da sottoporre a lettura per la decodifica. Riv 11. Procedura di duplicazione di un codice QR (1) secondo qualsiasi rivendicazione dalla 8 alla 10, caratterizzata dal fatto che detta fase di lettura dell’OC (3; 3’) ottenuto comprende almeno la seguente fase: ï€ sottoporre a lettura detto OC (3; 3’) tramite apposito mezzo di scansione, detto mezzo di scansione dovendo essere posizionato in accordo alla corretta prospettiva assonometrica di lettura scelta durante la fase di implementazione di detto codice QR (1) nello S3D (2). Riv 12. Apparato per lo svolgimento della procedura di duplicazione di un codice QR (1) secondo le rivendicazioni dalla 1 alla 11, comprendente: ï€ un software per la scrittura di detto codice QR (1), atto a codificare il contenuto desiderato nella matrice bidimensionale rappresentativa di detto codice QR (1), ï€ uno strumento per la lettura dell’OC (3; 3’), atto a decodificare il detto medesimo contenuto desiderato, detto strumento consistendo in un software scanner di codici QR, caratterizzato dal fatto di comprendere ulteriormente: ï€ strumenti di acquisizione analogici e/o digitali per la ripresa video-fotografica o la creazione virtuale dello S3D (2), ï€ strumenti di visualizzazione analogici e/o digitali per la rappresentazione a schermo di detto codice QR (1) e di detto S3D (2), ï€ strumenti software di elaborazione grafica multi-livello per le attività sequenziali di duplicazione tramite ricostruzione e/o rielaborazione di detto codice QR (1) nello S3D (2) per l’ottenimento di detto OC (3; 3’), ï€ strumento software per la lettura passo passo di detto OC (3; 3’) durante dette attività sequenziali di duplicazione, per l’accertamento dei requisiti di idoneità degli elementi tridimensionali (E1, E2, … EN) posizionati in sostituzione delle porzioni di codice nero (N) e bianco (B) di detto codice QR (1). Riv 13. Apparato per lo svolgimento della procedura di duplicazione di un codice QR (1) secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detto strumento software per la lettura passo passo di detto OC (3; 3’) à ̈ un software scanner di codici QR (1). Riv 14. Apparato per lo svolgimento della procedura di duplicazione di un codice QR (1) secondo qualsiasi rivendicazione dalla 12 in poi, caratterizzato dal fatto di comprendere ulteriormente: ï€ strumenti software per la selezione e/o la gestione e/o la creazione di detti idonei elementi tridimensionali (E1, E2, … EN) da posizionare in sostituzione di dette porzioni di codice nero (N) e bianco (B) di detto codice QR (1). Riv 15. Apparato per lo svolgimento della procedura di duplicazione di un codice QR (1) secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detti strumenti software sono associati a mezzi robotici automatizzati per la selezione ed il corretto posizionamento di detti idonei elementi tridimensionali (E1, E2, … EN). Riv 16. Apparato per lo svolgimento della procedura di duplicazione di un codice QR (1) secondo qualsiasi rivendicazione dalla 12 in poi, caratterizzato dal fatto di comprendere ulteriormente: ï€ strumenti di stampa tipografica e/o tridimensionale, o strumenti di prototipizzazione o analoghi strumenti per l’ottenimento materiale di detto OC (3; 3’), nel caso in cui detto OC (3; 3’) sia un OC intermedio (3’) atto a fungere da dima per l’ottenimento di un OC finale (3) da sottoporre a lettura per la decodifica. Riv 17. Oggetto codificato OC (3; 3’) ottenuto secondo la procedura delle rivendicazioni dalla 1 alla 11 e con l’apparato delle rivendicazioni dalla 12 alla 16, caratterizzato dal fatto di consistere in un elemento di destinazione tridimensionale su cui à ̈ ricostruito e/o rielaborato un codice QR (l) in un S3D (2), detto OC (3 ; 3 ') essendo un OC finale (3) direttamente suscettibile di essere sottoposto a lettura per la decodifica. Riv 18. Oggetto codificato OC (3; 3 ') ottenuto secondo la procedura delle rivendicazioni dalla l alla 11 e con l' apparato delle rivendicazioni dalla 12 alla 16, caratterizzato dal fatto di consistere in un elemento di destinazione tridimensionale su cui à ̈ ricostruito e/o rielaborato un codice QR (l) in un S3D (2), detto OC (3 ; 3 ') essendo un OC intermedio (3 ' ), atto a fungere da dima per l'ottenimento di un OC finale (3) da sottoporre a lettura per la decodifica.
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