ITAN20100217A1 - Elemento riscaldante elettrico a doppio isolamento. - Google Patents

Elemento riscaldante elettrico a doppio isolamento. Download PDF

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ITAN20100217A1
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Claudio Capitanelli
Carlo Frati
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Thermowatt Spa
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    • H05ELECTRIC TECHNIQUES NOT OTHERWISE PROVIDED FOR
    • H05BELECTRIC HEATING; ELECTRIC LIGHT SOURCES NOT OTHERWISE PROVIDED FOR; CIRCUIT ARRANGEMENTS FOR ELECTRIC LIGHT SOURCES, IN GENERAL
    • H05B3/00Ohmic-resistance heating
    • H05B3/40Heating elements having the shape of rods or tubes
    • H05B3/42Heating elements having the shape of rods or tubes non-flexible
    • H05B3/48Heating elements having the shape of rods or tubes non-flexible heating conductor embedded in insulating material

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  • Resistance Heating (AREA)

Description

D E S C R I Z I O N E
annessa a domanda di Brevetto per Invenzione Industriale avente per titolo:
“ELEMENTO RISCALDANTE ELETTRICO A DOPPIO
ISOLAMENTO”
DESCRIZIONE DELL ’ INVENZIONE
Forma oggetto del presente trovato una resistenza ad immersione, provvista di un doppio strato isolante e di relativi mezzi di controllo per il corretto funzionamento della stessa.
15 Il trovato si inserisce, pertanto, nel settore degli elementi di riscaldamento dell’acqua, in particolare per scaldaacqua elettrici ad accumulo ma, più in generale, per qualsiasi elettrodomestico, quali lavastoviglie e lavabiancheria, che utilizzano elementi scaldanti ad immersione.
In tale genere di apparecchi vengono utilizzate, per lo più, le c. dd.
20 resistenze elettriche corazzate. Esse comprendono un filamento elettrico resistivo coassiale ad un tubo metallico (per l’appunto la corazza) da cui è mantenuto separato essendo il filamento elettrico immerso in una polvere elettricamente isolante e chimicamente inerte (solitamente polvere di ossido di magnesio). Durante l’inserimento della polvere, che avviene per gravità, tra corazza 25 e filamento elettrico mantenuti verticali, la corazza è sottoposta a vibrazione per una miglior costipazione della polvere medesima.
Come da arte nota, il tubo costituente la corazza della resistenza è in materiale metallico; in passato si utilizzavano spesso leghe di rame, mentre attualmente vengono maggiormente usate leghe di alluminio o acciaio inox, 30 meno soggette alla corrosione causata dall’effetto galvanico nei serbatoi metallici di accumulo dell’acqua riscaldata.
La polvere di ossido di magnesio, dopo essere stata inserita tra corazza e filamento elettrico, è compattata con tecniche note, ad esempio per martellatura o laminazione.
35 La resistenza viene, poi, sigillata alle estremità impregnando la polvere isolante con opportune resine sigillanti al fine di evitare la fuoriuscita della polvere medesima e l’ingresso di umidità; su ciascuna estremità della resistenza viene, poi, apposto un connettore (ad esempio un connettore “faston”) di collegamento a rispettivi mezzi di alimentazione elettrica; infine la resistenza 40 rettilinea così ottenuta viene piegata e/o avvolta per conferirle la forma finale,, desiderata, anche complessa (ad esempio ad U, a zig-zag, a spirale, ecc.).
Una imperfetta applicazione del sigillante o successive cricche del medesimo causano l’ingresso di umidità che, facilmente assorbita dalla polvere isolante, ne pregiudica le proprietà dielettriche.
45 D’altra parte, visto il processo produttivo, non vi sono alternative all’uso di una polvere, dovendo utilizzare un materiale non solo facilmente costipabile e compattarle ma anche idoneo al contatto diretto con il filamento elettrico: quest’ultimo, infatti, si porta a temperature di alcune centinaia di gradi durante il funzionamento.
50 Da qui in avanti, per semplicità espositiva, gli elementi riscaldanti ad immersione sopra citati, a singolo stato di isolamento elettrico, saranno genericamente denominati con il termine “resistenza corazzata standard”.
La resistenza corazzata standard viene oramai realizzata con materiali e tecnologie uniformate, fornendo un’apprezzabile garanzia di buon 55 funzionamento; tuttavia essa non è esente da inconvenienti, il maggiore dei quali risiede ovviamente nella possibilità di perforazione della corazza e del materiale isolante o comunque nell’ assorbimento di umidità da parte della polvere di ossido di magnesio, con conseguente rischio di cortocircuito tra il filamento resistivo e l’acqua in cui la resistenza è immersa.
60 Infatti, una rottura della corazza consente all’acqua contenuta nel serbatoio di giungere a contatto con il filamento resistivo, così che l’acqua, e tutte le parti elettricamente conduttive ad essa collegate, venga a trovarsi sotto tensione.
Se le norme di sicurezza sono rispettate, sia nella costruzione dello 65 scaldaacqua che nella realizzazione dell’impianto elettrico di alimentazione, la rottura della corazza esterna non dovrebbe comportare situazioni pericolose per l’utente. Difatti tutte le parti metalliche dello scaldaacqua, così come l’impianto elettrico, hanno un collegamento di terra ed è inoltre presente un dispositivo salvavita.
70 Tuttavia, le norme di sicurezza non sono sempre rispettate. Può capitare che rimpianto elettrico sia negligentemente sprovvisto di terra o che, come accade in alcuni Paesi, il salvavita sia assente.
Una soluzione parziale a questo tipo di problematiche si è raggiunta con la realizzazione di resistenze elettriche munite di un doppio strato di isolamento 75 elettrico che, pertanto, riducono notevolmente la probabilità di cortocircuiti.
Il brevetto cinese No. CN 201298931Y descrive un esempio di tale tipo di resistenza elettrica a doppio isolamento elettrico: ad una classica resistenza corazzata standard è ulteriormente aggiunto un secondo strato isolante di ossido di magnesio ed un tubo metallico esterno, a racchiudere il tutto.
A fronte di una migliorata resistenza alla perforabilità delle due corazze e dei due strati di isolamento, vi è tuttavia anche un aumento delle fasi di lavorazione, in termini di tempo e risorse economiche: in particolare risulta alquanto laboriosa la procedura di realizzazione del secondo strato isolante in polvere di ossido di magnesio, dovendo sostanzialmente replicare le fasi già svolte per la preparazione del primo stato isolante in una resistenza standard.
Anche il secondo strato è poi soggetto ai rischi di ingresso di umidità per imperfezioni della sigillatura con resina.
Infine, il marcato aumento di diametro dovuto al secondo strato isolante e al tubo metallico esterno rende più difficoltosa la piegatura per il conferimento della forma finale desiderata.
In tale documento cinese CN 20129893 1Y non sono previsti mezzi d controllo per la verifica del regolare funzionamento della resistenza elettrica, ossia per monitorare il suo stato di usura e scongiurare rischi per l’utente in casi di perforazione e corto circuito tra l’elemento resistivo e l’acqua di accumulo.
Scopo principale del presente trovato è di ovviare, almeno in parte, a tali inconvenienti, prevedendo una resistenza elettrica provvista di un doppio isolamento con adeguate peculiarità in termini di sicurezza e semplificazione costruttiva.
Secondo scopo del presente trovato è quello di indicare mezzi e metodi per il controllo del regolare funzionamento della resistenza elettrica.
Ulteriore scopo è di prevedere modalità di avvertimento e di messa in sicurezza in caso di malfunzionamento della resistenza elettrica.
Questi ed altri scopi, che risulteranno chiari in seguito, si conseguono con il dispositivo illustrato nella seguente descrizione e nelle rivendicazioni annesse, 105 che costituiscono parte integrante della descrizione medesima.
Ulteriori caratteristiche del presente trovato risulteranno meglio evidenziate dalla seguente descrizione di una preferita forma di realizzazione, conforme alle rivendicazioni brevettuali e illustrata, a puro titolo esemplificativo e non limitativo, nelle allegate tavole di disegno, in cui:
110 - la figura 1 è una vista schematica di una resistenza elettrica e del relativo dispositivo di controllo secondo rinvenzione;
- la figura 2 mostra i medesimi componenti della fig. 1 ma con un tratto di resistenza elettrica sezionato trasversalmente.
- la figura 3 mostra, in forma schematica, un dispositivo di misura del potere 115 dielettrico degli strati isolanti di una resistenza elettrica secondo l’invenzione.
Si descrivono ora le caratteristiche del trovato, avvalendosi dei riferimenti contenuti nelle figure.
Con il riferimento 1 è indicata una resistenza corazzata secondo l’invenzione nella sua globalità: nelle figure allegate tale resistenza corazzata 1 120 assume una comune forma geometrica ad U, sulle cui due estremità sono dislocati faston 7 per il collegamento ai rispettivi connettori di alimentazione elettrica. Gli insegnamenti della presente invenzione sono applicabili, però, a resistenze aventi qualsiasi altra forma geometrica.
Come da arte nota, la resistenza corazzata 1 comprende un filamento 125 resistivo 2, in genere in forma di spirale, circondato da un primo strato isolante 3 di ossido di magnesio, il tuto racchiuso da un primo tubo metallico 4 o tubo metallico interno 4.
Tale tubo metallico 4 è ulteriormente circondato da un secondo strato isolante 5 e, esternamente a quest’ultimo, da un secondo tubo metallico 6 o tubo 130 metallico esterno 6 di diametro maggiore del primo, che costituisce Teffetiva corazza esterna della resistenza corazzata 1.
Il secondo tubo metallico esterno 6 può essere dello stesso materiale del tubo metallico utilizzato per resistenze a singolo isolamento e, cioè, le dete leghe di rame o alluminio oppure acciaio inox, con preferenza per queste due 135 ultime leghe, maggiormente resistenti alla corrosione galvanica.
Per contro, il tubo metallico interno 4, non più a contato con l’acqua, può essere di leghe meno nobili e costose, non necessariamente resistenti alla corrosione quali leghe di acciaio dolce.
Secondo la presente invenzione, il secondo strato isolante 5, interposto tra i 140 due tubi metallici 4 e 6, consiste in un tubolare di materiale plastico impermeabile all’acqua e termoretraibile, ossia in una guaina termorestrigente capace di aderire atorno al tubo metallico 4 previo riscaldamento.
Il procedimento per la realizzazione della resistenza corazzata 1 second l’invenzione è il seguente.
145 Si parte da una resistenza corazzata standard 2, 3, 4 già formata e retilinea; tal resistenza 2, 3, 4 può essere formata secondo Parte nota, senza che il processo produtivo e le relative atrezzature di produzione siano modificate e, cioè, sostanzialmente secondo i seguenti passi noti e già descriti:
- inserimento del filamento 2 nel primo tubo metallico 4;
150 - inserimento e costipazione per vibrazione del primo strato isolante 3, consistente in polvere di ossido di magnesio, entro il primo tubo metallico 4;
- compattamento per martellatura o laminazione del primo strato isolante 3;
155 - eventuale sigillatura delle estremità della resistenza così ottenuta ed eventuale apposizione dei faston 7 o di connettori elettrici 7 equivalenti.
Secondo l’invenzione, la resistenza corazzata 1 a doppio isolamento si ottiene con i seguenti passi elencati in ordine cronologico:
160 1. inserimento della resistenza rettilinea a singolo isolamento 2, 3, 4 all’interno dell’elemento tubolare termoretraibile 5 destinato a formare il secondo strato isolante 5;
2. riscaldamento dell’elemento tubolare termoretraibile 5 sino a che si retrae e serra attorno al primo tubo metallico 4;
165 3. inserimento del primo assieme 2, 3, 4, 5 così ottenuto all’interno del secondo tubo metallico 6, avente diametro interno appena superiore a quello di detto assieme 2, 3, 4, 5, sì da consentire che tale inserimento sia agevole;
4. laminazione o martellatura del secondo assieme 2, 3, 4, 5, 6 così 170 ottenuto; tale laminazione o martellatura può essere più blanda di quella precedente in quanto non è richiesto il compattamento della polvere di magnesio, già ottenuto in precedenza, ma solo il serraggio del secondo tubo metallico 6 contro il secondo strato isolante 5;
3. il processo è completato con la piegatura della resistenza corazzata 1 175 nelle forme desiderate.
Prima o dopo uno qualsiasi dei passi da 1 a 5, è possibile l’eventuale sigillatura del primo strato isolante 3 e l’eventuale apposizione dei faston 7 o di connettori elettrici 7 equivalenti, se non già fatto in precedenza sulla resistenza corazzata standard.
180 A partire da dopo il passo 4, una ulteriore fase potrebbe consistere nella sigillatura anche delle estremità del secondo strato isolante 5, ma ciò non è strettamente necessario poiché, non essendo esso costituito da materiale igroscopico, non vi è pericolo di assorbimento di umidità.
Si vuole osservare che il processo sopra descritto, atto a formare il secondo 185 strato isolante 5 ed a proteggerlo con il secondo tubo metallico 6 secondo l’invenzione, è del tutto indipendente dalle modalità di realizzazione della resistenza elettrica 2, 3, 4 interna a tale strato, purché rettilinea, su cui tal secondo strato 5 è realizzato.
Preferibilmente lo spessore del secondo strato isolante 5 non supera il 190 millimetro; ancor più preferibilmente tale spessore è compreso tra 0,5 ed 1 mm.
Prove di funzionamento della resistenza corazzata 1 a doppio isolamento 1, immersa in acqua e nelle condizioni operative più gravose, hanno mostrato che il secondo strato isolante 5 si porta ad una temperatura massima di 200 °C.
Di conseguenza il materiale termoretraibile da utilizzare deve essere 195 idoneo a tali temperature. A titolo di esempio, sono utilizzabili degli elementi tubolari termoretraibili in PTFE, che resistono sino a 260 °C, ma anche dei fuoroelastomeri, noti ad es. con il marchio commerciale Viton, che resistono a 220 °C.
La resistenza corazzata 1, realizzata nella maniera appena descritta, 200 possiede, pertanto, un doppio strato di isolamento al pari di alcuni prodotti dell’arte nota, diminuendo notevolmente il rischio di corto circuito dovuto alla perforazione della corazza esterna. Tuttavia, diversamente da quanto sinora conosciuto, il suo processo produttivo è notevolmente velocizzato in quanto il secondo strato di isolamento è realizzato con la rapida applicazione di una 205 guaina termoretraibile e non con il laborioso inserimento di altra polvere di ossido di magnesio.
L’utilizzo della guaina termoretraibile apporta, inoltre, l’ulteriore vantaggio di essere sostanzialmente immune all’assorbimento di umidità che, al contrario, inficia l’integrità funzionale di uno strato isolante composto dalla 210 polvere di ossido di magnesio.
Detta guaina termoretraibile 5, inoltre, se non lesionata, manterrebbe la sua impermeabilità all’acqua anche se il tubo metallico esterno 6 o interno 5 subissero delle microforature per corrosione, tensioni meccaniche o altre cause, anche se, cioè, venisse a contatto con l’acqua sull’una o l’altra faccia.
215 La formazione della resistenza corazzata 1 è stata descritta a partire da una resistenza corazzata standard 2, 3, 4.
In realtà, per la formazione della resistenza corazzata 1 a doppio isolamento secondo l’invenzione non ha importanza il processo di formazione e la composizione della suddetta resistenza a singolo isolamento 2, 3, 4; ad 220 esempio il primo strato isolante 3 potrebbe non essere costituito da polvere di ossido di magnesio e la tecnologia produttiva potrebbe essere del tutto diversa da quella illustrata; l’essenziale è che questa resistenza a singolo isolamento 2, 3, 4 sia rettilinea.
La resistenza corazzata 1 così realizzata può essere vantaggiosamente 225 provvista di una centralina 8 di monitoraggio e controllo per verificarne il corretto funzionamento ed aumentare ulteriormente il grado di sicurezza dello scaldaacqua in cui è inserita la resistenza elettrica secondo l’invenzione .
Tale centralina 8 comprende un microprocessore elettronico mentre alcune parti possono essere di tipo elettromeccanico. La centralina 8, in caso rilevi la 230 perdita delle caratteristiche dielettriche richieste per la sicurezza nel primo e/o nel secondo strato isolante 3, 5 emette un segnale di allarme acustico e/o visivo e può anche interrompere l’alimentazione elettrica della resistenza corazzata 1 secondo l’invenzione.
Poiché è altamente improbabile che sia il primo che il secondo strato 235 isolante 3, 5 subiscano danni contemporaneamente, ed avendo ciascuno di essi, se integro, potere dielettrico sufficiente, il sistema di controllo interviene prima che si verifichino effettive situazioni di pericolo.
La centralina 8 su cui poggia tale sistema di controllo e monitoraggio potrebbe comportare solo un minimo aggravio di costo perché in realtà essa 240 potrebbe consistere nella aggiunta di componenti ed istruzioni ad una centralina già prevista negli apparecchi elettrodomestici (quali uno scaldaacqua elettrico ad accumulo) per lo svolgimento di altre funzioni, come ad esempio la termoregolazione e/o la termoprotezione, la verifica del contenuto energetico dell’apparecchio, la stima della temperatura media e degli orari di 245 termostatazione.
Si descrivono ora, nella forma più generale, le funzioni e, schematicamente, con riferimento alla fig. 3, i componenti principali della centralina 8.
Un misuratore M4-6 del potere dielettrico D5 del secondo strato isolante 5 250 ha i capi collegati elettricamente al tubo metallico esterno 6 ed al tubo metallico interno 4 tramite rispettivamente i cavetti 6.1 e 4.1.
Analogamente, un misuratore M2-4 del potere dielettrico D3 del primo strato isolante 3 ha i capi collegati elettricamente al tubo metallico interno 4 ed al filamento resistivo 2 tramite rispettivamente i cavetti 4.1 e 2.1.
255 Ad intervalli di tempo T regolari o in altre circostanze (quando, ad esempio, la regolazione termostatica decide la attivazione della resistenza corazzata 1), per una durata di tempo ΔΤ che può essere di pochi secondi, i due misuratori M4-6 e M2-4 misurano il potere dielettrico D5 e D3 dei rispettivi strati isolanti 5 e 3.
260 Se uno dei due strati isolanti 5 o 3 risulta avere potere dielettrico D5 e D3 minore del minimo considerato accettabile, la centralina 8 emette un segnale di allarme acustico e/o visivo.
In aggiunta o in alternativa a tal segnale di allarme, la centralina 8 può disconnettere dalla rete di alimentazione la resistenza corazzata 1, ad es. aprendo 265 due relais RI e R2.
Almeno negli scaldacqua elettrici, tali due relais RI e R2 possono essere già presenti per le funzioni di termostatazione o termoprotezione; si vedano, ad es. gli insegnamenti del documento EP 1 652 017. ^ E’ preferibile che i misuratori del potere dielettrico M4-6 e M2-4 non siano 270 mai collegati alla tensione di rete.
Ciò può ottenersi tramite i già detti relais RI e R2 ed ulteriori due relais R3 e R4.
Il relais R3 interrompe il collegamento del cavetto 2.1 che giunge al misuratore M2-4.
275 II relais R4 interrompe il collegamento del cavetto 4.1 che giunge ad entrambi i misuratori M4-6 e M2-4.
Il cavetto 4.1 va interrotto perché risulterebbe sotto tensione se il primo strato isolante 3 fosse compromesso.
I due relais RI e R2 sono entrambi chiusi quando la resistenza corazzata 1 è inserita, mentre solo uno di essi è aperto quando la resistenza corazzata 1 non deve erogare calore per cui, in normali condizioni operative, con resistenza inserita o disinserita, il filamento resistivo 2 è possibile che sia sempre sotto tensione, in quanto non si può essere sicuri che il relais chiuso sia collegato al neutro della rete di alimentazione elettrica.
Un istante prima che abbia luogo la misura del potere dielettrico degli strati isolanti 3 e 5, i due relais RI e R2 vengono aperti isolando la resistenza corazzata 1 dalla rete e, subito dopo, i due relais R3 e R4 vengono chiusi.
A questo punto i due misuratori M4-6 e M2-4 misurano il potere dielettrico D5 e D3 dei rispettivi strati isolanti 5 e 3.
Se, invece, i valori di potere dielettrico D5 e D3 sono stati trovati essere nella norma, l’assetto dei relais toma ad essere quello del normale funzionamento.
La presenza dei relais RI, R2, R3 e R4 non è necessaria dal punto di vista della stretta logica funzionale ma ha il solo scopo di evitare che parti della centralina 8 siano sotto tensione.
In luogo di imo o più dei relais RI , R2, R3 e R4 possono essere previsti altri interruttori di corrente, ad es. dei TRIAC RI, R2, R3 e R4.

Claims (17)

  1. RIVENDICAZIONI Riv. 1 Resistenza corazzata (1) a doppio isolamento ad immersione per apparecchi elettrodomestici, in particolare per scaldaacqua elettrici ad accumulo, comprendente dal centro verso l’estemo: - un filamento elettrico resistivo (2), - un primo strato di isolamento (3), - un primo tubo metallico (4), - un secondo strato di isolamento (5), - un secondo tubo metallico (6), - connettori elettrici (7) alle estremità di detto filamento resistivo (2), caratterizzata dal fatto che detto secondo strato di isolamento (5) consiste in un tubolare (5) di materiale plastico termoretraibile - serrato su detto primo tubo metallico (4) - e resistente alle temperature operative più gravose. Riv.
  2. 2 Resistenza corazzata (1) secondo la rivendicazione precedente, caratterizzata dal fatto che detto tubolare (5) di materiale plastico termoretraibile, una volta retratto, ha spessore compreso tra 0,5 ed 1 mm. Riv.
  3. 3 Resistenza corazzata (1) secondo qualsiasi rivendicazione precedente, caratterizzata dal fatto che detto tubolare (5) di materiale plastico termoretraibile è in PTFE. Riv.
  4. 4 Resistenza corazzata (1) secondo qualsiasi rivendicazione precedente, 3 esclusa, caratterizzata dal fatto che detto tubolare (5) di materiale plastico termoretraibile è in fuoroelastomero. Riv.
  5. 5 Resistenza corazzata (1) secondo qualsiasi rivendicazione precedente, caratterizzata dal fatto che detto secondo tubo metallico (6) è serrato contro detto secondo strato di isolamento (5). Riv.
  6. 6 Metodo per costruire una resistenza corazzata (1) secondo qualsiasi rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che sono previsti i seguenti passi in ordine cronologico: - inserimento di una resistenza rettilinea a singolo isolamento (2, 3, 4) all’interno dell’elemento tubolare termoretraibile (5) destinato a formare il secondo strato isolante (5); - riscaldamento dell’elemento tubolare termoretraibile (5) sino a che si serra attorno al primo tubo metallico (4) per costituire un primo assieme (2, 3, 4, 5); - inserimento di detto primo assieme (2, 3, 4, 5) all’intemo del detto' secondo tubo metallico (6), essendo quest’ultimo scelto di diametro interno appena superiore a quello del detto primo assieme (2, 3, 4, 5) da consentire che tale inserimento sia agevole; - laminazione o martellatura del detto secondo tubo metallico (6) sino, almeno, a serrarlo contro il detto secondo strato isolante (5); - piegatura del secondo assieme (2, 3, 4, 5, 6) così ottenuto nelle forme desiderate. Riv.
  7. 7 Metodo per costruire una resistenza corazzata (1) secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che si provvede alla sigillatura del primo strato isolante (3) e/o all’apposizione di connettori elettrici (7) alle estremità del detto filamento resistivo (2). Riv.
  8. 8 Metodo per costruire una resistenza corazzata (1) secondo le rivendicazioni 6 o 7, caratterizzato dal fatto che si provvede alla sigillatura del secondo strato isolante (5). Riv.
  9. 9 Metodo per monitorare il potere dielettrico di una resistenza corazzata (1) secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 5, caratterizzato dal fatto che ad intervalli di tempo T, per una durata di tempo ΔΤ, vengono misurati i poteri dielettrici D3 e D5 di detti primo e secondo strato di isolamento (3, 5) e se almeno uno di detti poteri dielettrici D3 e D5 è minore del minimo considerato accettabile, viene emesso un segnale visivo e/o acustico di allarme. Riv.
  10. 10 Metodo per monitorare il potere dielettrico di una resistenza corazzata (1) secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che se almeno uno di detti poteri dielettrici D3 e D5 è minore del detto minimo accettabile, entrambe le estremità della resistenza corazzata (1) vengono scollegate dalla rete. Riv.
  11. 11 Metodo per monitorare il potere dielettrico di una resistenza corazzata (1) secondo almeno la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che i misuratori (M2-4, M4-6) dei poteri dielettrici di detti primo e secondo strato isolante (3, 5) sono sempre disconnessi dalla tensione 80 di rete. Riv.
  12. 12 Metodo per monitorare il potere dielettrico di una resistenza corazzata (1) secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che - in condizioni operative di detta resistenza corazzata (1), i detti 85 misuratori (M2-4, M4-6) dei poteri dielettrici di detti primo e secondo strato isolante (3, 5) sono disconnessi dal detto primo tubo metallico (4), mentre il detto misuratore (M2-4) del potere dielettrico di detto primo strato isolante (3) è anche disconnesso dal detto filamento elettrico resistivo (2), 90 - durante la detta misura di detti poteri dielettrici D3 e D5, detta resistenza corazzata (1) è disconnessa dalla rete elettrica ed invece i detti misuratori (M2-4, M4-6) sono connessi al detto primo tubo metallico (4) ed il detto misuratore (M2-4) è anche connesso al detto filamento elettrico resistivo (2). 95 Riv.
  13. 13 Centralina (8) di monitoraggio e controllo dei poteri dielettrici D3 e D5 di detti primo e secondo strato di isolamento (3, 5) di detta resistenza corazzata (1) idonea a porre in atto almeno il metodo della rivendicazione 9, caratterizzata dal fatto di comprendere 100 - un misuratore (M2-4) del potere dielettrico di detto primo strato isolante (3), collegato tramite cavetti (2.1, 4.1) rispettivamente al detto filamento elettrico resistivo (2) ed al detto primo tubo metallico (4), - un misuratore (M4-6) del potere dielettrico di detto secondo strato 105 isolante (5) collegato tramite cavetti (4.1, 6.1) rispettivamente al detto primo tubo metallico (4) ed al detto secondo tubo metallico (6), - mezzi per la segnalazione acustica o visiva di valori inaccettabili di detti poteri dielettrici D3 o D5 eventualmente misurati da detti 110 misuratori (M2-4, M4-6). Riv.
  14. 14 Centralina (8) di monitoraggio secondo la rivendicazione precedente, caratterizzata dal fatto di essere inoltre idonea a porre in atto anche il metodo secondo la rivendicazione 10, disconnettendo dalla rete elettrica entrambe le 115 estremità del detto filamento resistivo (2) tramite opportuni interruttori di corrente (RI, R2). Riv.
  15. 15 Centralina (8) di monitoraggio secondo almeno la rivendicazione 13, caratterizzata dal fatto di - essere idonea a porre in atto anche il metodo della rivendicazione 120 12 tramite opportuni primi interruttori di corrente (R3, R4) che possono interrompere i cavetti (2.1, 4.1) di collegamento rispettivamente al detto filamento elettrico resistivo (2) ed al detto primo tubo metallico (4) e tramite ulteriori opportuni interruttori di corrente (RI, R2) che possono disconnettere detta resistenza 125 corazzata (1) dalla rete di alimentazione elettrica, essendo - detti primi interruttori di corrente (R3, R4), aperti quando la resistenza corazzata (1) è in condizioni operative e chiusi quando è in corso la misura dei detti poteri dielettrici D3 e D5, - detti ulteriori opportuni interruttori di corrente (RI, R2), aperti quando è in corso la misura dei detti poteri dielettrici D3 e D5 Riv.
  16. 16 Centralina (8) di monitoraggio secondo almeno la rivendicazione 15, caratterizzata dal fatto che almeno alcuni di detti primi o ulteriori interruttori di corrente (R3, R4, RI , R2) sono dei relais (R3, R4, RI , R2). Riv.
  17. 17 Centralina (8) di monitoraggio secondo almeno la rivendicazione 15, caratterizzata dal fatto che almeno alcuni di detti primi o ulteriori interruttori di corrente (R3, R4, RI, R2) sono dei TRIAC (R3, R4, RI, R2).
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EP0743206A2 (de) * 1995-05-16 1996-11-20 Urs Dolder Heizanordnung zur Erwärmung von diese umgebende Medien
FR2734686A1 (fr) * 1995-05-22 1996-11-29 Etirex Chromalox Procede de fabrication d'une cartouche chauffante a instrumentation incorporee
EP2203027A1 (de) * 2008-12-11 2010-06-30 Türk + Hillinger GmbH Heizpatrone

Patent Citations (5)

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