IT202100018389A1 - Apparato di trasporto di prodotti ortofrutticoli - Google Patents

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IT202100018389A1
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Description

Titolo: APPARATO DI TRASPORTO DI PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI
D E S C R I Z I O N E
Il presente trovato ha come oggetto un apparato di trasporto di prodotti ortofrutticoli.
Le grandi aziende che si occupano del confezionamento e della distribuzione di frutta e di prodotti ortofrutticoli in genere, fanno ampio ricorso a impianti o linee automatizzati, configurati per eseguire in sequenza diversi trattamenti su uno specifico prodotto ortofrutticolo.
Il ricorso a sistemi automatizzati permette infatti di soddisfare le esigenze del mercato, che richiede il soddisfacimento di una domanda sempre crescente, garantendo nel contempo elevati standard qualitativi e il contenimento dei costi. Pi? in dettaglio, tali linee sono dotate di mezzi di movimentazione dei prodotti ortofrutticoli di interesse, che vengono cos? spostati lungo un percorso predefinito e sottoposti a vari trattamenti da parte di stazioni e dispositivi collocati lungo il percorso stesso.
Per esempio quindi, sono diffusi impianti o linee che prevedono innanzitutto una stazione di carico, alimentata con masse indiscriminate di uno specifico frutto (o altro prodotto ortofrutticolo), spesso direttamente provenienti dai campi di raccolta.
A valle della stazione di carico, i mezzi di movimentazione trasportano tipicamente i prodotti verso alcune stazioni di trattamento preliminare (per il lavaggio e/o la pre-selezione per esempio) e quindi verso telecamere o altri strumenti ottici e/o di misura, che mediante appositi software rilevano per ciascun prodotto il valore assunto da uno o pi? parametri di interesse, quali per esempio colore, forma, dimensioni, grado zuccherino, maturazione, eventuale marcitura, peso, eccetera.
Successivamente, i mezzi di movimentazione trasportano ciascun prodotto cos? misurato verso una stazione di scarico, in cui alcuni dispositivi collocati in sequenza possono essere attivati in modo reciprocamente indipendente da una unit? elettronica, munita di istruzioni per ricevere ed elaborare i dati acquisiti dagli strumenti di misura poc'anzi menzionati.
Ogni dispositivo adduce ad un rispettivo contenitore di raccolta: per ciascun prodotto l'unit? elettronica attiva il dispositivo corrispondente al contenitore pi? appropriato, in modo che in ciascuno di questi ultimi si accumulino tutti e soli quei prodotti per cui il parametro misurato assume un determinato valore (o rientra in un determinato range di valori). Cos?, nei vari contenitori si accumulano per esempio tutti i frutti del medesimo colore, o del medesimo peso, o della medesima pezzatura, eccetera.
I mezzi di movimentazione che in tale contesto si occupano del trasferimento dei prodotti sono di vario tipo, in funzione delle esigenze e dello specifico prodotto di interesse (e spesso si ricorre a diversi sistemi di movimentazione lungo la medesima linea).
In particolare, si noti che allo strumento ottico i prodotti devono essere presentati uno ad uno, per permettere l'acquisizione dei parametri di interesse per ciascuno di essi; inoltre, spesso sorge l'esigenza di far rotolare i prodotti mentre si muovono nell'area di visione dello strumento ottico, affinch? compiendo un giro completo su stessi lo strumento possa analizzare l'intera superficie esterna.
E' quindi noto il ricorso a sistemi di trasporto che prevedono una successione di rulli trascinati da una catena o da un nastro lungo la direzione di avanzamento e rotanti attorno a rispettivi assi di rotazione ortogonali alla direzione stessa.
Uno e un solo prodotto pu? cos? disporsi in corrispondenza dell'intercapedine tra due rulli consecutivi, appoggiandosi su questi ultimi: mentre quindi i prodotti si spostano poggiando su coppie di rulli consecutivi, essi vengono forzati a rotolare su se stessi dalla rotazione stessa dei rulli e possono cos? essere analizzati dallo strumento ottico, mentre attraversano la sua area di visione.
Tale soluzione realizzativa non ? per? priva di inconvenienti.
Quando il prodotto ortofrutticolo non ? sferico ma presenta una forma oblunga lungo un asse longitudinale prevalente (come accade per esempio per i kiwi), esso rotola correttamente attorno a tale asse solo quando si dispone in modo tale che quest'ultimo sia parallelo all'asse dei rulli. Purtroppo, tale condizione non sempre si verifica in fase di carico dei prodotti sui rulli e anche se spesso questi ultimi li forzano a orientarsi progressivamente nel modo desiderato, talvolta ci? non avviene prima del raggiungimento dell'area di visione dello strumento ottico.
In tal caso, i movimenti del prodotto sono irregolari e non ne espongono allo strumento l'intera superficie, quindi la lettura non avviene in modo corretto ed ? necessario espellere o rilavorare il prodotto, in quanto la mancata acquisizione dei parametri di interesse non consente di destinarlo al contenitore appropriato.
Ci? pregiudica la produttivit? della linea, in modo evidentemente sgradito.
Compito precipuo del presente trovato ? quello di risolvere i problemi sopra esposti, realizzando un apparato di trasporto che sia in grado di disporre rapidamente i prodotti ortofrutticoli trasportati secondo l'orientamento desiderato.
Nell'ambito di questo compito, uno scopo del trovato ? quello di realizzare un apparato di trasporto e un impianto che consentano ad uno strumento di acquisizione dati collocato lungo il percorso la corretta acquisizione di uno o pi? parametri di interesse.
Un altro scopo del trovato ? quello di realizzare un apparato di trasporto che assicuri un'elevata affidabilit? di funzionamento.
Un altro scopo del trovato ? quello di proporre un apparato di trasporto che adotti una architettura tecnica e strutturale alternativa a quelle degli apparati di tipo noto.
Non ultimo scopo del trovato ? quello di realizzare un apparato di trasporto che risulti facilmente ottenibile partendo da elementi e materiali di comune reperibilit? in commercio.
Un altro scopo ancora del trovato ? quello di realizzare un apparato di trasporto di costi contenuti e di sicura applicazione.
Questo compito e questi ed altri scopi che risulteranno maggiormente chiari nel seguito vengono raggiunti da un apparato secondo la rivendicazione 1 e da un impianto secondo la rivendicazione 10.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione di una forma di esecuzione preferita, ma non esclusiva, dell'apparato di trasporto secondo il trovato, illustrata a titolo indicativo e non limitativo, negli uniti disegni, in cui:
la figura 1 illustra schematicamente l'apparato secondo il trovato, in vista assonometrica,
la figura 2 illustra in vista assonometrica e fortemente ingrandita una porzione dell'apparato di figura 1, e mostra in dettaglio alcuni gruppi rotanti,
la figura 3 illustra la porzione di figura 2 vista dall'alto,
la figura 4 illustra la porzione di figura 2 in alzato laterale,
le figure 5 e 6 sono sezioni di figura 4, eseguite rispettivamente lungo gli assi V-V e VI-VI,
la figura 7 illustra nella medesima vista assonometrica la porzione di figura 2, privata di alcuni gruppi rotanti,
la figura 8 ? uno schema a blocchi che illustra in modo sommario la configurazione di un impianto provvisto dell'apparato di figura 1.
Con particolare riferimento alle figure citate, ? indicato globalmente con il numero di riferimento 1, un apparato di trasporto di prodotti ortofrutticoli A.
Solitamente, l'apparato 1 ? destinato al trasporto di uno specifico tipo di prodotto ortofrutticolo A, ma rientra comunque nell'ambito di protezione qui rivendicato la possibilit? che il medesimo apparato 1 possa trasportare tipologie diversi di prodotti A, soprattutto se simili dal punto di vista della forma e delle problematiche tecniche che pongono ai costruttori.
E' altres? opportuno precisare che l'apparato 1 pu? trovare applicazione in relazione a qualsiasi prodotto ortofrutticolo A (frutta, ortaggi, verdura, eccetera). Nel contempo, nell'applicazione preferita il prodotto A ha forma oblunga (allungata lungo una dimensione prevalente) e dimensioni e peso comunque contenuti: un esempio in tal senso ? costituto dal kiwi (come i due frutti di cui sono visibili le sagome in tratteggio in figura 2), ma si ribadisce comunque come altri frutti o prodotti A (limoni per esempio) possano essere trasportati dall'apparato 1, siano essi oblunghi o meno.
L'apparato 1 comprende mezzi 2 di movimentazione ciclica (periodica) lungo una direzione B di avanzamento di una pluralit? di gruppi 3 rotanti. Si precisa che tipicamente i mezzi 2 fanno compiere ai gruppi 3 un percorso anulare chiuso, un tratto del quale corrisponde appunto alla direzione B di avanzamento: nelle modalit? che saranno chiarite in seguito proprio lungo tale tratto i gruppi 3 cooperano tra loro per trasportare e spostare nella direzione B i prodotti A, per qualsiasi finalit? e verso una qualsiasi destinazione. Il percorso chiuso permette poi il ciclico ritorno dei gruppi 3 a monte, per ripristinare per ciascuno di essi le condizioni iniziali e consentire il trasporto di nuovi prodotti A.
I gruppi 3 sono disposti in serie lungo la direzione B (e in generale lungo il percorso chiuso che percorrono) con possibilit? di rotazione attorno a rispettivi assi di rotazione C perpendicolari alla direzione B (e rappresentati per semplicit? solo in alcune delle figure allegate). Gli assi di rotazione C sono altres? tipicamente perpendicolari al piano ideale di appoggio dell'apparato 1.
Almeno alcune coppie di gruppi 3, scelti comunque consecutivi, definiscono rispettive unit? 4 di trasporto per corrispondenti prodotti ortofrutticoli A, che possono essere appoggiati su tali coppie sostanzialmente sopra l'intercapedine tra i gruppi 3 stessi (consecutivi appunto). Tipicamente ciascuna unit? 4 alloggia e/o trasporta uno e un solo prodotto A.
L'interasse tra assi di rotazione C di gruppi 3 consecutivi, destinati all'appoggio di un prodotto A, ? quindi scelto tale da mantenere la larghezza dell'intercapedine sufficientemente contenuta da consentire l'appoggio del prodotto A stesso, senza che questo possa cadere al di sotto.
A tale proposito, ? prevista la possibilit? che ciascun gruppo 3 possa cooperare sia con quello precedente che con quello successivo per l'appoggio di rispettivi prodotti A (contribuendo dunque a formare due rispettive unit? 4), massimizzando cos? la capacit? di trasporto dell'apparato 1. Parimenti, si pu? ipotizzare che un gruppo 3 cooperi solo con quello precedente o con quello successivo, per esempio al fine di mantenere maggior distanza tra i prodotti A in transito.
Grazie alla rotazione dei gruppi 3 su loro stessi, e secondo modalit? comunque di per s? note, i prodotti A appoggiati sono forzati a loro volta a ruotare su se stessi e, in taluni casi, a mutare il proprio orientamento. La rotazione su se stessi in particolare, se avviene durante il transito nell'area di visione di una telecamera o di un altro strumento ottico o di visione, permette a questi ultimi di analizzare l'intera superficie esterna del prodotto A stesso, per acquisire dati e informazioni di interesse. Si precisa come tale applicazione sia solo un esempio di impiego del trovato, cui si pu? comunque fare ricorso anche per altre finalit?. L'orientamento in cui vengono forzatamente disposti i prodotti A dai gruppi 3 pu? essere ricercato anche per molti altri scopi (per i quali quindi, come si vedr?, il trovato si rivela comunque di grande utilit?).
Secondo il trovato, ciascun gruppo 3 comprende almeno quattro dischi 5a, 5b, 5c rotanti e circolari (e tipicamente i dischi 5a, 5b, 5c sono proprio quattro), che sono coassialmente allineati lungo il rispettivo asse di rotazione C (come ben evidenziano le figure allegate, per esempio le figure 5-6).
Per esempio, i quattro dischi 5a, 5b, 5c del medesimo gruppo 3 possono essere montati su perni 6, orientati appunto lungo i rispettivi assi di rotazione C e trascinati dai mezzi 2.
In ciascuna unit? 4 i dischi esterni 5a di ciascun gruppo 3 presentano diametro maggiore rispetto al diametro dei dischi interni 5b, 5c del medesimo gruppo 3. In questo modo, i dischi esterni 5a si comportano come spondine di contenimento per i prodotti A appoggiati, opponendosi alla loro caduta laterale.
Come appare ovvio anche osservando le figure, i termini "interno" e "esterno" sono utilizzati nella presente trattazione con diretto riferimento alla sequenza ordinata dei quattro dischi 5a, 5b, 5c: sono esterni il primo e quarto della sequenza (o fila) e sono interni il secondo e il terzo, interposti tra gli altri due.
Inoltre, un primo disco interno 5b, maggiore, di ciascun gruppo 3 presenta diametro superiore al diametro dell'altro disco interno 5c, minore, con i dischi maggiori 5b e i dischi minori 5c (comunque come detto di diametro inferiore ai rispettivi dischi esterni 5a) che sono disposti reciprocamente sfalsati nei due gruppi 3 della medesima unit? 4.
Si sottolinea come per "diametro" di ciascun disco 5a, 5b, 5c si intenda ovviamente il diametro delle sue facce maggiori (circolari) contrapposte. Si noti altres? come nella presente trattazione i quattro (almeno quattro) dischi 5a, 5b, 5c di ciascun gruppo 3 sono indicati con solo tre diversi numeri di riferimento: il riferimento "5a" ? riservato ai due dischi esterni (come appare e apparir? chiaro, non vi ? infatti necessit? di distinguere ulteriormente tra essi), mentre tra i due dischi interni quello con diametro maggiore ha riferimento "5b" e quello con diametro minore "5c".
La disposizione sfalsata implica che, osservando per esempio dall'alto e secondo la direzione B una qualsiasi unit? 4, se in uno dei gruppi 3 il disco maggiore 5b ? a destra e il disco minore 5c ? a sinistra, nell'altro gruppo 3 della medesima unit? 4 (e cio? nel gruppo 3 successivo o precedente) accade il contrario (il disco maggiore 5b ? a sinistra e il disco minore 5c ? a destra), e ovviamente viceversa.
La peculiare configurazione dei dischi 5a, 5b, 5c consegue lo scopo prefissato, in quanto proprio grazie ad essa il prodotto A appoggiato su ciascuna unit? 4 non solo viene forzato a ruotare su se stesso, ma subisce una pluralit? di spinte e impulsi irregolari e asimmetrici, che (soprattutto nel caso di prodotti A oblunghi) permettono anche di modificarne rapidamente l'orientamento (nel caso appunti di prodotti A oblunghi, ci? implica una modifica dell'inclinazione o orientamento della sua dimensione prevalente).
In particolare, nel caso un prodotto A oblungo venga accidentalmente depositato su una unit? 4 con la dimensione prevalente orientata parallela alla direzione B di avanzamento (come il prodotto A tratteggiato sulla sinistra in basso in figura 2), le sollecitazioni prodotte dai dischi 5a, 5b, 5c lo forzano rapidamente a orientarsi con la dimensione prevalente parallela all'asse di rotazione C (come il prodotto A tratteggiato sulla destra in alto in figura 2), e in tale disposizione (preferita) a seguito della rotazione dei gruppi 3 il prodotto A pu? semplicemente rotolare su se stesso senza mutare ulteriormente l'orientamento e esponendo progressivamente verso l'alto la sua intera superficie. Prodotti A appoggiati in eventuali altre disposizioni intermedie (con la dimensione prevalente variamente inclinata rispetto all'asse di rotazione C) verranno anche pi? rapidamente portati nella disposizione preferita poc'anzi menzionata.
Utilmente, ? prevista la possibilit? che il diametro di ciascun disco esterno 5a sia il medesimo e/o che il diametro di ciascun disco maggiore 5b sia il medesimo e/o che il diametro di ciascun disco minore 5c sia il medesimo.
Ci? evidentemente riduce il numero di formati dei dischi 5a, 5b, 5c da utilizzare, con evidenti benefici in termini logistici e di gestione e approvvigionamento dei componenti: scegliendo tre sole misure, una per i diametri dei dischi esterni 5a, una per i diametri dei dischi maggiori 5b e una per i diametri dei dischi minori 5c, sar? possibile assemblare l'apparato 1 con solo tre formati di disco 5a, 5b, 5c.
Di fatto quindi, nella soluzione preferita poc'anzi introdotta in cui si utilizzano solo tre formati, i dischi 5a, 5b, 5c possono essere combinati a formare due sole versioni di gruppo 3 (sufficienti quindi per l'intero apparato 1): una prima versione di gruppo 3 con disco maggiore 5b a destra, disco minore 5c a sinistra e due dischi esterni 5a tra loro uguali, e una seconda versione di gruppo 3 con disco maggiore 5b a sinistra (uguale al disco maggiore 5b dell'altra versione), disco minore 5c a destra (uguale al disco minore 5c dell'altra versione), e di nuovo due dischi esterni 5a tra loro uguali (e uguali ai dischi esterni 5a dell'altra versione).
Si specifica come le dimensioni dei dischi 5a, 5b, 5c e in particolare i diametri potranno essere qualsiasi (nel rispetto ovviamente delle condizioni poc'anzi illustrate), secondo le esigenze del caso. A titolo meramente illustrativo e non limitativo del trovato si riportano comunque alcuni possibili esempi di dimensionamento, utili (ma non esclusivi) nel caso i prodotti A siano kiwi:
- diametro del disco esterno 5a scelto nel range 70-75 millimetri, e preferibilmente pari a 73 millimetri,
- diametro del disco maggiore 5b scelto nel range 60-65 millimetri, e preferibilmente pari a 64 millimetri,
- diametro del disco minore 5c scelto nel range 55-60 millimetri, e preferibilmente pari a 57 millimetri.
Le modalit? di movimentazione e trascinamento dei gruppi 3 (dei dischi 5a, 5b, 5c) possono essere qualsiasi, secondo le esigenze e lo stato della tecnica, senza con ci? fuoriuscire dall'ambito di protezione qui rivendicato.
In una soluzione realizzativa di rilevante interesse pratico, i mezzi 2 comprendono una catena 7 mobile lungo la direzione B di avanzamento, che supporta (e trascina) lungo almeno un (suo) fianco i gruppi 3. Pi? in dettaglio, la catena 7 ? tipicamente avvolta (e scorrevolmente mobile) su se stessa a definire di fatto il percorso chiuso imposto ai gruppi 3. La catena 7 (ma potrebbe essere un nastro, o altro ancora) ? quindi responsabile del trascinamento lungo il percorso chiuso dei gruppi 3, mentre la rotazione attorno agli assi di rotazione C pu? essere impartita secondo modalit? note, sulle quali quindi non ci sofferma.
Ancor pi? particolarmente, nella forma preferita, illustrata a scopo esemplificativo e non limitativo nelle figure allegate, l'apparato 1 comprende due successioni di gruppi 3 (mobili parallelamente una all'altra, secondo la direzione B), che sono supportate dalla catena 7 in corrispondenza di rispettivi fianchi (della catena 7 stessa).
Non ? comunque esclusa la possibilit? di dotare l'apparato 1 di due (o anche pi?) successioni di gruppi 3 mosse in modo reciprocamente indipendente, con i mezzi 2 che comprendono in tal caso componenti distinti per ciascuna successione. Di contro, la scelta di disporre ai due fianchi della catena 7 rispettive successioni di gruppi 3 si rivela di estremo interesse pratico, in quanto mantiene contenuto l'ingombro e il numero di componenti coinvolti, con evidenti benefici in termini di costo, semplificazione strutturale e affidabilit?.
La figura 1 mostra un possibile esempio di (una porzione di) catena 7: la persona esperta del ramo potr? facilmente completarla e integrarla con gli altri componenti necessari al suo funzionamento (prevedendo per esempio un motore atto a far ruotare un pignone attorno al quale la catena 7 stessa ? avvolta e si impegna, cos? appunto da movimentare quest'ultima).
Utilmente, l'apparato 1 comprende un organo 8 di sbilanciamento, configurato per imprimere una ulteriore spinta o impulso sul prodotto ortofrutticolo A appoggiato sui rispettivi gruppi 3, durante il trasporto da parte della corrispondente unit? 4.
L'organo 8 di fatto integra e completa l'azione dei dischi 5a, 5b, 5c, in quanto la spinta che imprime al prodotto A tende a sbilanciarlo e quindi contribuisce a modificarne l'orientamento e a disporlo nel modo voluto (con la dimensione prevalente parallela agli assi di rotazione C). La spinta che imprime ? dimensionata e scelta di intensit? e direzione tali appunto da favorire una modifica dell'orientamento del prodotto A, ma non cos? violenta da danneggiarlo o da portare il prodotto A a scavalcare uno dei dischi esterni 5a e quindi cadere dai gruppi 3 (sui quali, va ricordato, il prodotto A stesso ? semplicemente appoggiato).
In particolare, l'organo 8 comprende una leva 9 sagomata, che ? girevolmente vincolata con una sua estremit? all'unit? 4 e/o alla catena 7 e che reca da parte opposta un dito 10 (normalmente) disposto trasversalmente rispetto alla direzione B, sostanzialmente in corrispondenza dell'intercapedine (sotto all'area destinata ad essere occupata dal prodotto A). Pi? in dettaglio, come ben evidenzia in particolare la figura 7, la leva 9 si sviluppa parallelamente alla direzione B di avanzamento e pu? ruotare attorno ad un fulcro 9a (indicato per semplicit? nella sola figura 7) associato alla catena 7 secondo un asse di articolazione parallelo agli assi di rotazione C. Il dito 10 si estende perpendicolarmente dalla leva 9 in modo appunto da disporsi nell'intercapedine, preferibilmente con inclinazione verso il basso rispetto al piano ideale identificato dalla porzione adiacente di catena 7.
La leva 9 ? mobile (per effetto del trascinamento da parte della catena 7 e/o in generale dei mezzi 2) lungo una traiettoria di intercettazione di un ostacolo fisso (non rappresentato in figura, ma pu? essere una camma o una rampa di salita disposti appunto lungo il cammino della leva 9), cos? da essere forzata ad oscillare a seguito dell'impatto con l'ostacolo stesso (per poterlo superare e proseguire la sua corsa) e da determinare lo spostamento del dito 10, con conseguente spinta impressa al prodotto A.
Pi? in dettaglio, come mostrano le figure allegate, la leva 9 ? sagomata a "V" e a seguito dell'impatto con l'ostacolo disposto lungo il suo cammino essa "risale" su quest'ultimo per scavalcarlo e riportarsi poi per gravit? nella posizione iniziale (quella delle figure). La risalita determina appunto il temporaneo innalzamento del dito 10 che pu? cos? imprimere una spinta sul prodotto A.
Come si ? sottolineato, l'ambito di protezione qui rivendicato si estende a qualsiasi impiego dell'apparato 1, in sistemi di trattamento o movimentazione di prodotti A di qualsiasi tipo e per qualsiasi finalit? (in particolare ovviamente, ogniqualvolta sia richiesto o desiderabile poter portare rapidamente il prodotto A in uno specifico orientamento o comunque farlo ruotare su se stesso in modo completo).
Nel contempo, costituisce oggetto della presente trattazione e della protezione qui rivendicato una specifica tipologia di impianto 100 di trattamento di prodotti ortofrutticoli A, che permette appunto di esaltare le peculiarit? dell'apparato 1.
In particolare dunque, l'impianto 100 comprende in serie almeno una stazione di carico 110, una stazione di acquisizione dati 120 e una stazione di scarico selettivo 130.
La stazione di carico 110 ? configurata per l'alimentazione di una linea di movimentazione e trattamento con una massa indiscriminata di prodotti ortofrutticoli A.
Tipicamente i prodotti A giungono all'impianto 100 direttamente dai campi di raccolta (o da precedenti sistemi di pre-lavorazione), dove vengono accumulati in contenitori di varia natura in modo appunto indiscriminato, indipendentemente cio? dalla loro dimensione, forma, colore, grado di maturazione, eccetera.
I prodotti A cos? eterogenei vengono quindi riversati sulla linea in corrispondenza della stazione di carico 110, dalla quale secondo varie modalit? vengono inviati a valle.
La stazione di acquisizione dati 120 ? disposta lungo la linea poc'anzi citata ed ? configurata per l'acquisizione (per esempio mediante visione, ma non necessariamente) di informazioni relative ad almeno un parametro di interesse di ciascun prodotto ortofrutticolo A in transito e per la trasmissione di tali informazioni ad un dispositivo elettronico di controllo e gestione. Le modalit? con cui tali informazioni vengono acquisite, cos? come la specifica scelta di componenti e tecnologie adottate per la realizzazione della stazione di acquisizione dati 120 possono essere qualsiasi, in funzione delle esigenze. Tipicamente la stazione di acquisizione dati 120 comprende una o pi? telecamere associate ad un software di elaborazione immagini, in grado appunto di ricavare dalle immagini le informazioni relative al parametro di interesse di ciascun prodotto ortofrutticolo A in transito e di trasmetterle al dispositivo elettronico. Tale almeno un parametro di interesse ? preferibilmente scelto fra colore, forma, dimensioni, grado zuccherino, grado di maturazione, difettosit? e peso. Non si esclude peraltro di acquisire informazioni in merito a due o pi? di tali parametri ed ? comunque previsto che l'acquisizione dati avvenga mediante modalit? differenti da quelle poc'anzi descritte (potrebbe prevedere una pesatura per esempio).
Il dispositivo elettronico pu? essere di qualsiasi tipo, e per esempio pu? essere una centralina o un elaboratore elettronico; tipicamente comunque, si tratta del medesimo dispositivo elettronico che governa il funzionamento dell'intero impianto 100. La stazione di scarico selettivo 130 ? a sua volta disposta lungo la linea (a valle della stazione di acquisizione dati 120) ed ? configurata per convogliare in modo selettivo ciascun prodotto ortofrutticolo A in transito verso una fra almeno due distinte postazioni di raccolta (dove possono essere collocati cestini, cassette, serbatoi, o contenitori di altro tipo), sulla base di comandi impartiti dal dispositivo elettronico in funzione delle informazioni acquisite almeno dalla stazione di acquisizione dati 120.
La stazione di scarico selettivo 130 invia dunque ciascun prodotto A alla specifica postazione destinata ad accogliere tutti e soli quei prodotti A per i quali il parametro misurato assume un valore predefinito (o rientra in un range predefinito). Per esempio, si potranno avere diverse postazioni per accogliere prodotti ortofrutticoli A aventi peso o grammatura differenti, o aventi colorazioni (sfumature di colore) differenti, o altro ancora. In altri termini, l'impianto 100 consente (a partire dalla massa indistinta e eterogenea con cui si alimenta la stazione di carico 110) di ripartire i prodotti ortofrutticoli A in sottogruppi omogenei (ognuno dei quali accumulato in una rispettiva postazione), potendo nel contempo operare numerosi altri controlli e verifiche.
Sin qui comunque, l'impianto 100 ? di tipo noto e pu? essere assemblato e integrato con altri componenti o funzionalit?, attingendo alle comuni competenze di settore.
Secondo il trovato dunque, l'impianto 100 comprende un apparato 1 secondo quanto sin qui descritto e illustrato, che ? configurato per il trasporto dei prodotti ortofrutticoli A almeno lungo un tratto della linea a monte della stazione di acquisizione dati 120 (e anche lungo il segmento di linea che attraversa la stazione di acquisizione dati 120 stessa).
In particolare, l'apparato 1 pu? ricevere i prodotti A gi? a valle della stazione di carico 110 (eventualmente con interposizione di stazioni preliminari di lavaggio o preselezione), e incaricarsi di trasportarli non solo fino alla stazione di acquisizione dati 120, ma anche oltre, fino alla stazione di scarico selettivo. Per consentire la corretta lettura nella stazione di acquisizione dati 120, l'impianto 100 ? configurato in modo da depositare uno e un solo prodotto A in ciascuna unit? 4.
L'apparato 1 permette dunque di forzare rapidamente i prodotti A a disporsi nel modo desiderato, per far s? che quando raggiungono l'area di azione della stazione di acquisizione dati 120, il loro rotolamento (provocato dai gruppi 3 rotanti) permetta progressivamente di esporre a quest'ultima l'intera superficie dei prodotti A stessi.
In questo modo, ? possibile assicurare una corretta acquisizione dei parametri di interesse da parte della stazione di acquisizione dati 120 e quindi lo scarico corretto nella postazione pi? appropriata, per tutti i prodotti A in transito. Si noti come ci? sia vero non solo nel caso in cui la stazione di acquisizione dati 120 comprenda una telecamera o simili sistemi ottici, ma anche per altre modalit? di acquisizione, come per esempio una pesatura (che comunque richiede che il prodotto A sia disposto in maniera pi? stabile possibile, come appunto permettono rapidamente di ottenere i gruppi 3).
Il funzionamento dell'apparato (e dell'impianto) secondo il trovato risulta evidente da quanto sin qui illustrato.
In particolare, si ribadisce comunque che i prodotti A possono essere ad uno ad uno depositati (secondo varie modalit?) nelle unit? 4, in cui vengono trasportati semplicemente appoggiati tra due gruppi 3 consecutivi.
Mentre le unit? 4 trasportano i prodotti A verso le sezioni a valle (per esempio ma non necessariamente verso una stazione di acquisizione dati 120), la rotazione dei gruppi 3 provoca la movimentazione (rotazione) dei prodotti A stessi. In particolare, grazie alla specifica configurazione dei dischi 5a, 5b, 5c e allo sfalsamento fra dischi maggiori 5b e dischi minori 5c, le sollecitazioni impresse ai prodotti A sono irregolari (asimmetriche) e risultano cos? di particolare efficacia per esempio nel forzare una modifica dell'orientamento di prodotti A oblunghi, per portarli a disporsi rapidamente con la dimensione prevalente parallela all'asse di rotazione C dei gruppi 3 (dei dischi 5a, 5b, 5c).
Ci? ? di particolare interesse in vari contesti e soprattutto quando si desidera esporre progressivamente l'intera superficie del prodotto A ad una telecamera o altro dispositivo ottico, come nella stazione di acquisizione dati 120 (ma anche anche quando in quest'ultima vi sono altri tipi di strumenti).
Diversamente dalle soluzioni note, la specifica configurazione dei dischi 5a, 5b, 5c assicura che tutti i prodotti A si dispongano nell'orientamento voluto in poco tempo e quindi prima appunto di raggiungere la stazione di acquisizione dati 120, anche mantenendo relativamente contenuta la corsa a monte dei prodotti A sulle unit? 4.
In tal contesto, si ? visto come il ricorso ad un organo 8 di sbilanciamento possa incrementare l'efficacia dell'azione dei dischi 5a, 5b, 5c, cooperando con essi per forzare la desiderata modifica dell'orientamento dei prodotti A.
Si ? in pratica constatato come l'apparato secondo il trovato, assolva pienamente il compito prefissato, in quanto l'impiego di dischi 5a, 5b, 5c opportunamente configurati e dimensionati permette di disporre rapidamente i prodotti ortofrutticoli A trasportati secondo l'orientamento desiderato.
Grazie a tale prerogativa, l'apparato 1 e l'impianto 100 che lo implementa consentono ad una stazione di acquisizione dati 120 collocata lungo il percorso (sia essa uno strumento ottico, una stazione di pesatura, o altro ancora) la corretta acquisizione di uno o pi? parametri di interesse. La semplicit? realizzativa che contraddistingue i gruppi 3 e i dischi 5a, 5b, 5c in particolare ? inoltre garanzia di economicit? e affidabilit?, anche nel tempo.
Il trovato, cos? concepito, ? suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell'ambito del concetto inventivo; inoltre, tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti.
Negli esempi di realizzazione illustrati singole caratteristiche, riportate in relazione a specifici esempi, potranno essere in realt? sostituite con altre diverse caratteristiche, esistenti in altri esempi di realizzazione.
In pratica i materiali impiegati, nonch? le dimensioni, potranno essere qualsiasi secondo le esigenze e lo stato della tecnica.

Claims (7)

R I V E N D I C A Z I O N I
1. Apparato di trasporto di prodotti ortofrutticoli (A), comprendente mezzi (2) di movimentazione ciclica lungo una direzione (B) di avanzamento di una pluralit? di gruppi (3) rotanti, disposti in serie lungo detta direzione (B) con possibilit? di rotazione attorno a rispettivi assi di rotazione (C) perpendicolari alla detta direzione (B), almeno alcune coppie di detti gruppi (3), consecutivi, definendo rispettive unit? (4) di trasporto per corrispondenti prodotti ortofrutticoli (A), appoggiabili su dette coppie sostanzialmente sopra l'intercapedine tra detti gruppi (3), caratterizzato dal fatto che ciascuno di detti gruppi (3) comprende almeno quattro dischi (5a, 5b, 5c) rotanti e circolari, coassialmente allineati lungo il rispettivo detto asse di rotazione (C), in ciascuna detta unit? (4) i detti dischi esterni (5a) di ciascun detto gruppo (3) presentando diametro maggiore rispetto al diametro dei detti dischi interni (5b, 5c) del medesimo detto gruppo (3) e un primo detto disco interno (5b), maggiore, di ciascun detto gruppo (3) presentando diametro superiore al diametro dell'altro detto disco interno (5c), minore, detti dischi maggiori (5b) e detti dischi minori (5c) essendo disposti reciprocamente sfalsati nei due detti gruppi (3) della medesima detta unit? (4).
2. Apparato secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il diametro di ciascuno di detti dischi esterni (5a) ? il medesimo e/o che il diametro di ciascuno di detti dischi maggiori (5b) ? il medesimo e/o che il diametro di ciascuno di detti dischi minori (5c) ? il medesimo.
3. Apparato secondo la rivendicazione 1 o la 2, caratterizzato dal fatto che detti mezzi (2) comprendono una catena (7) mobile lungo detta direzione (B) di avanzamento e supportante lungo almeno un fianco detti gruppi (3).
4. Apparato secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto di comprendere due successioni di detti gruppi (3), supportate da detta catena (7) in corrispondenza di rispettivi detti fianchi.
5. Apparato secondo una o pi? delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere un organo (8) di sbilanciamento, configurato per imprimere una ulteriore spinta sul prodotto ortofrutticolo (A) appoggiato su rispettivi detti gruppi (3) durante il trasporto da parte della corrispondente detta unit? (4).
6. Apparato secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detto organo (8) comprende una leva (9) sagomata, girevolmente vincolata con una sua estremit? a detta unit? (4) e/o a detta catena (7) e recante da parte opposta un dito (10) disposto trasversalmente rispetto a detta direzione (B), sostanzialmente in corrispondenza di detta intercapedine, detta leva (9) essendo mobile lungo una traiettoria di intercettazione di un ostacolo fisso, per la sua oscillazione a seguito dell'impatto con detto ostacolo e lo spostamento di detto dito (10), con conseguente spinta impressa al prodotto (A).
7. Impianto di trattamento di prodotti ortofrutticoli (A), comprendente in serie almeno:
- una stazione di carico (110) configurata per l'alimentazione di una linea di movimentazione e trattamento con una massa indiscriminata di prodotti ortofrutticoli (A),
- una stazione di acquisizione dati (120), disposta lungo detta linea e configurata per l'acquisizione di informazioni relative ad almeno un parametro di interesse di ciascun prodotto ortofrutticolo (A) in transito e per la trasmissione di dette informazioni ad un dispositivo elettronico di controllo e gestione, - una stazione di scarico selettivo (130), disposta lungo detta linea e configurata per il convogliamento selettivo di ciascun prodotto ortofrutticolo (A) in transito verso una fra almeno due distinte postazioni di raccolta, sulla base di comandi impartiti da detto dispositivo elettronico in funzione delle informazioni acquisite almeno da detta stazione di acquisizione dati (120),
caratterizzato dal fatto di comprendere un apparato (1) secondo una o pi? delle rivendicazioni precedenti, configurato per il trasporto dei prodotti ortofrutticoli (A) almeno lungo un tratto di detta linea a monte di detta stazione di acquisizione dati (120).
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