IT202000009478A1 - Dispositivo di protezione individuale perfezionato e unità filtrante. - Google Patents

Dispositivo di protezione individuale perfezionato e unità filtrante. Download PDF

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IT202000009478A1
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Bernardo Manfre'
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    • AHUMAN NECESSITIES
    • A62LIFE-SAVING; FIRE-FIGHTING
    • A62BDEVICES, APPARATUS OR METHODS FOR LIFE-SAVING
    • A62B18/00Breathing masks or helmets, e.g. affording protection against chemical agents or for use at high altitudes or incorporating a pump or compressor for reducing the inhalation effort
    • A62B18/02Masks
    • A62B18/025Halfmasks
    • AHUMAN NECESSITIES
    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61LMETHODS OR APPARATUS FOR STERILISING MATERIALS OR OBJECTS IN GENERAL; DISINFECTION, STERILISATION OR DEODORISATION OF AIR; CHEMICAL ASPECTS OF BANDAGES, DRESSINGS, ABSORBENT PADS OR SURGICAL ARTICLES; MATERIALS FOR BANDAGES, DRESSINGS, ABSORBENT PADS OR SURGICAL ARTICLES
    • A61L9/00Disinfection, sterilisation or deodorisation of air
    • A61L9/16Disinfection, sterilisation or deodorisation of air using physical phenomena
    • A61L9/18Radiation
    • A61L9/20Ultra-violet radiation
    • AHUMAN NECESSITIES
    • A62LIFE-SAVING; FIRE-FIGHTING
    • A62BDEVICES, APPARATUS OR METHODS FOR LIFE-SAVING
    • A62B23/00Filters for breathing-protection purposes

Description

?Dispositivo di protezione individuale perfezionato e unit? filtrante.?
DESCRIZIONE
Il presente trovato ha per oggetto un dispositivo di protezione individuale (DPI) preferibilmente per la protezione almeno delle vie respiratorie di un utilizzatore ed una unit? filtrante, preferibilmente del tipo applicabile a tale dispositivo.
L?indicazione ?almeno delle vie respiratorie? va letta nel senso che il dispositivo oggetto del trovato ?, al minimo, un dispositivo che protegge le vie respiratorie, ma potrebbe essere configurato come una maschera ?granfacciale? ovvero atta a proteggere, oltre che le vie respiratorie, anche gli occhi dell?utilizzatore.
In termini generali questi dispositivi di protezione individuale, almeno quando limitati alla protezione del naso e della bocca, sono spesso denominati ?mascherine? e si occupano almeno di filtrare l'aria ambiente che l'utilizzatore inspira; in alcune soluzioni pi? efficienti essi si occupano anche di filtrare l'aria che l'utilizzatore espira, prima che la stessa venga nuovamente immessa nell'ambiente.
Sempre in linea generale questi DPI possono essere di vario tipo, specificamente essi possono essere classificati in funzione della protezione che essi forniscono contro le particelle presenti nell'aria. In questo senso si distinguono, secondo le attuali normative, le maschere FFP1, FFP2 ed FFP3 (l'acronimo FFP sta per Filtering Face Piece). Senza voler entrare troppo nel dettaglio, questi DPI sono indicati come ?maschere filtranti? proprio perch? la loro azione avviene mediante un filtro che, meccanicamente, impedisce o comunque ostacola il passaggio delle particelle (in funzione delle loro dimensioni) che si trovano in sospensione nell'aria ambiente evitando che raggiungano le vie respiratorie dell'utilizzatore.
Le classi di protezione FFP1, FFP2 e FFP3 offrono, in funzione della perdita totale e del filtraggio di particelle con dimensioni fino a 0,6 ?m, una protezione respiratoria per diverse concentrazioni di sostanze nocive; in particolare:
- le maschere respiratorie della classe di protezione FFP1 sono adatte per ambienti nei quali non si prevedono polveri e aerosol tossici o fibrogeni e filtrano almeno l'80% delle particelle che si trovano nell'aria fino a dimensioni di 0,6 ?m;
- le maschere respiratorie della classe di protezione FFP2 sono adatte per ambienti nei quali l'aria respirabile contiene sostanze dannose per la salute e in grado di causare alterazioni genetiche; esse devono catturare almeno il 94% delle particelle che si trovano nell'aria fino a dimensioni di 0,6 ?m;
- le maschere respiratorie della classe di protezione FFP3 offrono la massima protezione possibile e devono catturare almeno il 99% dalle particelle con dimensioni fino a 0,6 ?m, essendo inoltre in grado di filtrare particelle tossiche, cancerogene e radioattive.
Si consideri, almeno per quanto concerne la protezione dai virus, che la stessa viene esercitata quando questi ultimi sono in sospensione nell?aria aggregati a saliva o altre particelle: i virus pi? grandi infatti hanno dimensioni pari a 0.1 ?m, i pi? piccoli 1/100.000 di micron; ne deriva che l?azione meccanica dei filtri ? efficace quando si assume (come in effetti ? nella stragrande maggioranza dei casi) che i virus stessi siano aggregati ad altre sospensioni di dimensioni tali da consentire il funzionamento del filtro meccanico.
In taluni settori di lavoro, specie in concomitanza con l'attuale diffusione pandemica del COVID-19, l'utilizzo di maschere aventi classe di protezione FFP3 ? ritenuto sostanzialmente obbligatorio.
Un ambito lavorativo particolarmente delicato ? quello dei medici dentisti, odontoiatri, otorinolaringoiatri (e pi? in generale tutti quegli operatori sanitari che devono operare sul cavo oro-faringeo di un paziente): vista la natura del loro lavoro ? impensabile che il paziente indossi una maschera di protezione con la conseguenza che, ad es. nel rapporto dentistapaziente, solo il primo potr? essere munito di una maschera di protezione, quindi in una situazione nettamente peggiore rispetto al caso in cui, come in altri tipi di lavoro, le persone che vengono a contatto possono essere munite entrambe di maschera di protezione.
Un altro aspetto che rende particolarmente delicato il settore di questi operatori sanitari ? relativo al fatto che, per sua natura, essi operano affacciandosi direttamente alle vie respiratorie del paziente, quindi ciascuno (sia l?operatore che il paziente) risulta direttamente esposto alle goccioline di saliva (potenzialmente infette) che vengono emesse dall'altro; l'utilizzo di una maschera di protezione del tipo FFP3 da parte del dentista potrebbe non fornire una protezione sufficiente se non viene sostituita molto frequentemente.
Inoltre si consideri anche che le mascherine normalmente utilizzate potrebbero non aderire perfettamente al viso, pregiudicando la tenuta sui bordi.
L'utilizzo di maschere di protezione per le vie aeree presenta quindi, in questo settore, limiti pi? grandi rispetto a quelli presenti in altri settori, che si esprimono in termini di una notevole disponibilit? di maschere a disposizione, un costo elevato sul lungo periodo, l'esigenza di smaltimento delle maschere usate (e quindi potenzialmente infette) nei rifiuti speciali, con problemi legati anche al fatto che lo smaltimento di tali maschere monouso genera un problema ambientale non secondario se si considera che, con tutta probabilit?, nel futuro esse troveranno impiego quotidianamente, non solo dal personale sanitario, ma in tutti gli aspetti della vita sociale delle persone.
Il compito del presente trovato ? quello di realizzare un dispositivo di protezione individuale almeno delle vie respiratorie che sia in grado di migliorare la tecnica nota in uno o pi? degli aspetti sopra indicati.
Nell'ambito di tale compito, uno scopo del trovato ? quello di mettere a disposizione un tale dispositivo di protezione individuale che sia facilmente ripristinabile nella sua efficienza filtrante senza necessitare di una sostituzione integrale.
Un altro scopo del trovato ? quello di mettere a disposizione un tale dispositivo di protezione individuale che presenti una elevata efficienza filtrante.
Un altro scopo ancora del trovato ? quello di mettere a disposizione un tale dispositivo di protezione individuale che, quando utilizzata da un qualunque utente, ed in particolare da personale sanitario (es. dentisti odontoiatri, otorinolaringoiatri e simili), durante la propria attivit?, consenta alla porzione filtrante di essere meno esposta ad agenti contaminanti o infettivi.
Un altro scopo ancora del trovato ? quello di mettere a disposizione un tale dispositivo di protezione individuale che sia pi? longeva nella propria vita utile.
Un altro scopo ancora del trovato ? quello di mettere a disposizione un tale dispositivo di protezione individuale che presenti una pluralit? di barriere di protezione utili a scongiurare il passaggio di particelle potenzialmente infette verso l'utilizzatore, il paziente o le persone nelle vicinanze e preferenzialmente anche verso l'ambiente.
Inoltre, la presente invenzione si prefigge lo scopo di superare gli inconvenienti della tecnica nota in modo alternativo ad eventuali soluzioni esistenti.
Non ultimo scopo del trovato ? quello di realizzare un dispositivo di protezione individuale almeno delle vie respiratorie che sia di elevata affidabilit?, di relativamente facile realizzazione e a costi competitivi.
Questo compito, nonch? questi ed altri scopi che meglio appariranno in seguito, sono raggiunti da un dispositivo di protezione individuale almeno delle vie respiratorie secondo la rivendicazione 1 e/o da una unit? filtrante secondo la rivendicazione 10, opzionalmente dotati di una o pi? delle caratteristiche delle rivendicazioni dipendenti.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione di una forma di esecuzione preferita, ma non esclusiva, del dispositivo di protezione individuale almeno delle vie respiratorie secondo il trovato, illustrata, a titolo indicativo e non limitativo, negli uniti disegni, in cui:
- la figura 1 illustra una vista frontale di una forma esecutiva di un dispositivo di protezione individuale almeno delle vie respiratorie secondo il trovato in condizione indossata;
- la figura 2 illustra una vista laterale del dispositivo di protezione individuale della figura precedente in condizione indossata;
- la figura 3 illustra una vista prospettica dal lato interno del dispositivo di protezione individuale delle figure precedenti;
- la figura 4 illustra una vista prospettica in esploso di una unit? del trovato;
- le figura 5 e 6 illustrano viste prospettiche secondo diverse angolazioni dell?esploso del dispositivo di protezione individuale delle figure 1-3.
Con riferimento alle figure citate, il dispositivo di protezione individuale almeno delle vie respiratorie secondo il trovato, ? indicato globalmente con il numero di riferimento 1.
Nella forma esecutiva illustrata esso ? realizzato a guisa di mascherina filtrante, adatta ad essere applicata in corrispondenza delle vie aeree dell'utilizzatore (naso e bocca), estendendosi attorno al volto dell'utilizzatore per generare una tenuta stagna.
Tornando alla forma esecutiva preferita ed illustrata, essa ? visibile nel suo complesso nelle fig. 1-3; il dispositivo di protezione individuale 1 comprende una porzione facciale 2 conformata per coprire almeno la bocca e il naso dell'utilizzatore.
Alla porzione facciale 2 sono destinate ad essere collegate, nella forma esecutiva mostrata, due unit? filtranti 3, tra loro uguali; in altre forme esecutive non mostrate ? prevista una sola unit? filtrante 3; in altre forme esecutive ancora ? prevista una unit? filtrante 3 ed una o pi? diverse unit? filtranti.
Ciascuna unit? filtrante 3 secondo il trovato ? operativamente collegata con la porzione facciale 2; in questo contesto con ?operativamente collegata? si intende dire che il flusso d'aria respiratoria di un utilizzatore che indossa il dispositivo di protezione individuale 1 passa interamente attraverso l'unit? filtrante.
Prima di descrivere nel dettaglio la porzione facciale 2 si descriver? nel seguito una delle unit? filtranti 3, anche con l'ausilio della fig.
4; si consideri in questo senso che le unit? filtranti 3 costituiscono esse stesse, anche viste in modo a s? stante, un oggetto indipendente del presente trovato; le caratteristiche tecniche (anche quelle opzionali) di tali unit? filtranti sono riportate qui appresso e descritte, per concisione, con riferimento al dispositivo 1, ma possono essere previste anche su di una unit? filtrante 3 indipendente dal dispositivo 1 ed atta a filtrare un flusso d?aria (ad es. per ambienti o simili); a seconda delle necessit? le dimensioni potranno quindi essere maggiori rispetto alla unit? filtrante destinata ad essere montata su un dispositivo di protezione individuale.
L?unit? filtrante 3 secondo il trovato comprende un elemento di bocca esterna 31 di ingresso/uscita per un flusso di aria respiratoria, un elemento di bocca interna 32 di ingresso/uscita per un flusso di aria respiratoria ed un condotto 33 di trasporto del flusso di aria respiratoria che collega l'elemento di bocca esterna 31 con l'elemento di bocca interna 32; con il termine ?flusso di aria respiratoria? si intende indicare qui sia il flusso in ingresso (inspirazione) che quello in uscita (espirazione), se non diversamente specificato o diversamente leggibile nel contesto.
In sostanza, nell'utilizzo il flusso d'aria inspirata dall'utilizzatore passa prima attraverso l'elemento di bocca esterna 31 poi attraverso il condotto 33 raggiunge l'elemento di bocca interna 32 e da l? raggiunge le vie respiratorie dell'utilizzatore; al contrario, durante la fase di espirazione il flusso d'aria espirata dall'utilizzatore passa prima attraverso l'elemento di bocca interna 32 poi attraverso il condotto 33 raggiunge l'elemento di bocca esterna 31 e da l? raggiunge l'ambiente.
Onde filtrare dalle particelle potenzialmente nocive (es. droplets infetti) il flusso di aria respiratoria l'unit? filtrante comprende un elemento filtrante 34 posto lungo il condotto 33. L'elemento filtrante 34 ? del tipo destinato a filtrare particelle di dimensioni maggiori o uguali 0,6 ?m e quindi sostanzialmente lo stesso previsto nelle maschere note di tipo FFP3.
I materiali utilizzabili per la realizzazione dell'elemento filtrante 34 sono in s? noti e pertanto su di esso non ci si sofferma oltre.
Vantaggiosamente, l'unit? filtrante 3 comprende una sorgente di luce ultravioletta germicida 35 (indicata nel settore anche come luce UVC) che, in condizione di funzionamento del dispositivo di protezione individuale 1, proietta un fascio di luce ultravioletta germicida che irradia l'elemento filtrante 34.
Questa caratteristica garantisce un ottimale risultato in termini di sterilizzazione dell'elemento filtrante 34, la quale sterilizzazione avviene durante l'utilizzo stesso del dispositivo.
In altre parole, mentre l'utilizzatore respira, il flusso di aria respiratoria attraversa l'elemento filtrante 34 il quale ? continuativamente igienizzato dalla luce ultravioletta germicida emessa dalla sorgente 35; questo non solo migliora ulteriormente le performance di protezione attiva del dispositivo 1, ma allunga anche la durata di vita utile dell'elemento filtrante 34.
Preferibilmente, la sorgente di luce ultravioletta germicida 35 comprende un LED UVC che emette luce avente una lunghezza d'onda compresa tra circa 254nm e 280nm, ancora pi? preferibilmente circa pari a 278 nm.
Queste lunghezze d?onda sono state scelte in modo da evitare la formazione di Ozono ed evitare quindi che l?utilizzatore possa accidentalmente respirare aria carica di Ozono.
Inoltre, seppure per un lasso di tempo dipendente da quello di attraversamento del condotto 33, anche lo stesso flusso d'aria respiratoria viene investito dalla luce ultravioletta germicida, cos? che eventuali particelle residue da esso trasportate (e non depositatesi sulla superficie dell'elemento filtrante 34) vengono sottoposte all'azione luce ultravioletta UVC; per migliorare questo aspetto ? sufficiente porre la sorgente di luce ultravioletta germicida 35 ad una certa distanza dall'elemento filtrante 34 e considerare che maggiore sar? questa distanza maggiore sar? il tempo di attraversamento del condotto 33 da parte di un determinato volume di flusso d'aria respiratoria. Preferibilmente, per massimizzare questo effetto a parit? di lunghezza del condotto 3, si prevede di installare l'elemento filtrante 34 in corrispondenza di una estremit? terminale del condotto 33 e la sorgente di luce ultravioletta 35 sostanzialmente alla estremit? opposta.
L'efficacia del dispositivo 1 ? pertanto migliorata, rispetto alle normali mascherine FFP3 dalla presenza della sorgente di luce ultravioletta germicida, oltre dal fatto che le funzionalit? filtranti dell'elemento 34 possono essere mantenute per un periodo pi? lungo, giacch? esso viene continuamente sterilizzato dalla luce ultravioletta.
Preferibilmente poi, l'elemento di bocca interna 32 comprende almeno un filtro a rete in rame o sue leghe 321 che intercetta il flusso d'aria respiratoria; nella forma esecutiva illustrata sono mostrati due filtri a rete 321 in rame o sue leghe che intercettano il flusso d'aria respiratoria; l'effetto del rame o sue leghe nei confronti dei virus (ed in particolare del Coronavirus COVID-19) ? noto in s? e sopra indicato pertanto su di esso non ci si sofferma oltre, se non per far notare che l'accorgimento del filtro in rame o sue leghe 321 migliora ulteriormente l'effetto barriera del dispositivo 1 e riduce la necessit? di una completa sostituzione dei filtri, in quanto quelli in rame o sue leghe sono sostanzialmente auto-rigeneranti; si consideri infatti che il rame e le sue leghe sono i materiali che in natura eliminano il virus in tempi brevi.
Preferibilmente, nel caso di due filtri a rete in rame o sue leghe 321 essi sono accoppiati tra loro in modo distanziato da una boccola 322, che viene poi accoppiata a sua volta al corpo rigido sagomato del dispositivo 1.
Secondo una caratteristica vantaggiosa ed opzionale, inoltre anche l'elemento di bocca esterna 31 comprende una flangia 312 ed un filtro a rete in rame o sue leghe 311 accoppiato alla flangia 312 per intercettare il flusso d'aria respiratoria, con gli stessi effetti e vantaggi appena descritti in occasione del filtro 321.
Analogamente a quanto sopra, in varianti pi? evolute, anche il filtro a rete in rame o sue leghe 311 dell?elemento di bocca esterna pu? essere dotato opzionalmente di un setto filtrante dello stesso tipo dell?elemento filtrante 34, sovrapposto al filtro in rame o sue leghe 311, in modo da migliorare ulteriormente le capacit? filtranti.
Analogamente, in una versione di base l?elemento filtrante 34 comprende un tessile filtrante o un setto di carta filtrante (del tipo sopra discusso in termini di prestazioni), preferibilmente sagomato a calza, come mostrato. In alcune versioni evolute l?elemento filtrante 34, oltre al tessile filtrante (o alla carta filtrante) comprende almeno una, preferibilmente due retine di rame o sue leghe sovrapposte al tessile filtrante (o alla carta filtrante).
A tal proposito, si noti che i filtri in rete di rame o sue leghe agiscono secondo un principio diverso, ovvero secondo un principio chimico, nei confronti dei virus.
Ne consegue che un dispositivo di protezione 1 dotato dell'elemento filtrante 34, della sorgente di luce ultravioletta 35 e dei filtri in rame o sue leghe 321 e 311 (ed eventualmente dei setti filtranti sovrapposti ai filtri in rame o sue leghe 321 e 311, di cui sopra) combina in s? tre diversi principi per sanificare il flusso d'aria respiratoria, ovvero quello meccanico, quello di irraggiamento germicida e quello chimico, innalzando la probabilit? che eventuali agenti contaminanti (es. virus) presenti in sospensione nel flusso d'aria vengano efficacemente eliminati dal flusso d'aria prima di entrare in contatto con le vie respiratorie del paziente (qualora sia un flusso di inspirazione) o prima di essere immessi nell'ambiente (qualora sia un flusso di espirazione).
Scendendo pi? nel dettaglio delle unit? filtranti 3, nella forma preferita ed illustrata, si nota che ciascuna comprende un corpo tubolare allungato 36 che definisce almeno in parte il condotto 33 di trasporto del flusso d'aria respiratoria.
Il corpo tubolare ? allungato 36 in direzione longitudinale ed in corrispondenza di una sua prima estremit? ? collegato (o accoppiato) in modo rilasciabile all'elemento di bocca esterna 31, preferibilmente alla flangia 312 di quest'ultimo, la quale si innesta a tenuta sul (o nel, a seconda dei casi) corpo 36.
Il collegamento ?rilasciabile? prevede in sostanza che l'elemento di bocca esterna 31 possa essere fissato in modo stabile ma rimovibile sul corpo 36, in modo tale per cui sia possibile separare le due parti, ad esempio quando si vuole accedere al condotto 33 definito dal corpo 36. Tale accoppiamento rilasciabile pu? essere realizzato in vari modi, tutti in s? noti allo stato della tecnica, ad esempio mediante una o pi? viti di fissaggio oppure mediante una giunzione ad incastro rapido (spesso definita ?snap-fit? in inglese) o in altri modi ancora, su cui non ci si sofferma in questa sede perch? alla portata del tecnico del ramo.
In breve, la flangia 312 dell'elemento di bocca esterna 31 si innesta sul corpo tubolare 36 a guisa di tappo ad una estremit?.
Inoltre, alla opposta estremit? longitudinale del corpo 36 ? previsto preferibilmente un gruppo di chiusura stagna 361, su cui si entrer? nel dettaglio pi? oltre.
Per quanto riguarda l'elemento di bocca interna 32 esso ? preferibilmente posizionato sul corpo 36 in corrispondenza di una parete di mantello dello stesso.
In questo modo l'unit? filtrante 3 pu? essere posizionata lateralmente rispetto al baricentro geometrico del corpo sagomato 22 della porzione facciale 2 del dispositivo 1, questo rende possibile al corpo 36 di allungarsi lateralmente (in sostanza a lato del viso dell'utilizzatore): vantaggiosamente questo sposta il punto di prelievo/rilascio del flusso d'aria respiratoria (ovvero l'elemento di bocca esterno 31) almeno ai lati del volto dell'utilizzatore; in forme esecutive pi? complesse e non illustrate il corpo 36 ? incurvato ed ulteriormente allungato in modo da estendersi fino alla nuca dell'utilizzatore.
Questa caratteristica ? particolarmente utile nel caso in cui l'utilizzatore sia personale medico destinato ad intervenire sul cavo orofaringeo di un paziente: si evita in questo modo infatti che il flusso d'aria inspirato dall'utilizzatore sia quello espirato dal paziente e, viceversa, si evita che il paziente inspiri direttamente l'aria espirata dal medico.
In altre parole questa caratteristica sposta il punto di presa/rilascio del flusso d'aria respiratoria dell'utilizzatore in modo da dirigerlo in zone diverse da quelle immediatamente affacciate al lato esterno 2A; ci? migliora ulteriormente la sicurezza del dispositivo 1 e lo rende particolarmente adatto all'utilizzo medicale.
Vantaggiosamente, nel caso in cui vi siano due unit? filtranti 3, come nell'esempio illustrato, ciascuna ? posta su un diverso lato del viso dell'utilizzatore (destra e sinistra).
Secondo una caratteristica opzionale e vantaggiosa, l'elemento filtrante 34 ? alloggiato in detto corpo tubolare allungato 36 ed ? accoppiato con detto l'elemento di bocca esterna 31, cos? da essere estraibile da detto condotto 33 assieme con detto elemento di bocca esterna 31.
Preferibilmente l'elemento filtrante 34 ? accoppiato in modo rimovibile alla flangia 312 o anche ancorato magneticamente al corpo 36, cos? che quando necessario sia possibile rimuovere l'elemento di bocca esterna 31 dal corpo 36 e procedere alla sostituzione dell'elemento filtrante 34 esausto con uno nuovo.
Questo consente di evitare di sostituire l'intero dispositivo 1, risultando in un notevole vantaggio in termini di costo, stoccaggio dei ricambi e riciclo degli stessi.
Preferibilmente, anche la sorgente di luce ultravioletta germicida 35 ? alloggiata in detto corpo tubolare 36.
Il dispositivo 1 comprende un circuito di alimentazione 38 della sorgente di luce ultravioletta germicida 35.
Oltre ad una o pi? batterie elettriche 381 di alimentazione (preferibilmente di tipo ricaricabile), il circuito di alimentazione 38 comprende un circuito di sicurezza 382 provvisto di un sensore configurato per rilevare una condizione di accoppiamento/rilascio dell'elemento di bocca esterna 31 al corpo tubolare 36.
Nell'esempio illustrato il sensore comprende due conduttori elettrici 385 accoppiati al corpo 36 che si estendono fino ad un blocchetto elettricamente conduttivo 384 che ? accoppiato stabilmente con l'elemento di bocca esterna 31, preferibilmente con la flangia 312 dello stesso.
Quando la flangia 312 ? accoppiata al corpo 36 (e ne chiude la cavit? interna che forma il condotto 33), allora il collegamento elettrico che si realizza sul conduttore 385 ? chiuso dal blocchetto 384 e vi ? continuit? elettrica; per contro, quando la flangia 312 (o pi? in generale l'elemento di bocca esterno 31) ? rimosso, il circuito di cui il conduttore 385 fa parte risulta aperto perch? il blocchetto 384 (in posizione di non contatto con il conduttore 385) non permette la continuit? elettrica.
In questo modo si riesce ad abilitare l'alimentazione della sorgente di luce ultravioletta germicida 35 solo quando viene rilevata una condizione di accoppiamento dell'elemento di bocca esterna 31 al corpo tubolare 36 e ad interrompere l'alimentazione della sorgente 35 quando viene rilevata una condizione di rilascio dell'elemento di bocca esterna 31 al corpo tubolare 36.
Si realizza quindi una funzionalit? di sicurezza che impedisce ad un utente di essere accidentalmente investito dalla luce germicida quando rimuove l'elemento di bocca esterna 31, ad esempio in occasione della sostituzione dell'elemento filtrante 34.
In una versione pi? evoluta del trovato ? previsto che il circuito di sicurezza sia in grado di rilevare una condizione di disassemblaggio di parti del dispositivo ed interrompere l?alimentazione alla sorgente 35.
Sono equivalentemente possibili altre soluzioni a quella appena descritta, tutte in grado di rilevare una condizione di accoppiamento/rilascio dell'unit? di bocca esterna 31 e/o dell?unit? filtrante 3 dalla porzione facciale 2 e/o del tappo 361 e di intervenire per disabilitare l'alimentazione della sorgente di luce 35 quando sia rilevata la condizione di rilascio.
Come accennato, preferibilmente il corpo tubolare 36 ? chiuso alla estremit? terminale opposta a quella provvista dell'elemento di bocca esterna 31, del gruppo di chiusura stagna 361, che risulta quindi disposto sul lato frontale (rispetto all'utente) del dispositivo 1 (opposto al lato posteriore, in corrispondenza del quale ? previsto l'elemento di bocca 31).
Preferibilmente, il gruppo di chiusura stagna 361 alloggia le batterie 381 e almeno parte del circuito di alimentazione della sorgente 35, essendo inoltre accoppiato a quest'ultima.
Preferibilmente, il gruppo di chiusura stagna 361 ? rimovibile dal corpo tubolare 36, in modo da permettere la sostituzione delle batterie o delle componenti ad esso associate.
Secondo alcuni perfezionamenti preferiti, ? inoltre presente un interruttore esterno (non mostrato) in grado almeno di alimentare o interrompere l'alimentazione della sorgente 35 su comando dell'utilizzatore: ? possibile cos? comandare l?accensione della sorgente 35 quando desiderato, ad esempio quando il dispositivo 1 viene indossato e inizia il suo funzionamento, o -quando non ? indossato- per lasciare proseguire l?opera di sterilizzazione.
Passando ora a descrivere la porzione facciale 2, in essa si possono distinguere un lato esterno 2A ed uno interno 2B: quello esterno, in condizione di dispositivo 1 indossato ? rivolto all'esterno mentre quello interno 2B ? rivolto verso la bocca dell'utilizzatore ed almeno in parte in contatto con il volto di quest'ultimo.
La porzione facciale 2 ? operativamente collegata con l'elemento di bocca interna 32 per lasciar passare il flusso d'aria respiratoria almeno da e verso la bocca dell'utilizzatore.
Preferibilmente, nella forma esecutiva illustrata, la porzione facciale 2 comprende un corpo sagomato 22,preferibilmente sostanzialmente rigido, configurato per estendersi almeno davanti alla bocca dell'utilizzatore ed un labbro di tenuta ermetica 21, preferibilmente sostanzialmente morbido o flessibile, che circonda il corpo sagomato 22 ed ? configurato per esercitare una tenuta ermetica sul volto dell'utilizzatore adattandosi alla forma dello stesso per aderirvi, in modo da scongiurare il passaggio di aria durante l'atto respiratorio (inspirazione/espirazione) dell'utilizzatore ed evitare che quest'ultimo inali particelle potenzialmente contaminanti o le emetta liberamente nell'ambiente.
Il corpo rigido sagomato 22 (e preferibilmente anche il labbro di tenuta 21) pu? essere realizzato in diversi materiali, preferibilmente esso ? realizzato in un materiale che pu? essere sottoposto a sterilizzazione in autoclave, quindi un materiale in grado di sopportare pressioni e temperature di sterilizzazione.
Materiali utilizzabili per la fabbricazione del corpo rigido sagomato 22 sono ad esempio plastica, fibra di carbonio e ancora pi? preferibilmente, esso ? realizzato in, o rivestito da uno strato di, rame o sue leghe; in altre soluzioni il corpo rigido 22 ? realizzato mediante una rete molto fitta di rame o sue leghe eventualmente distribuita internamente e/o esternamente su tutte le superfici almeno del corpo rigido sagomato 22.
Il rame e le sue leghe sono infatti note per le proprie capacit? di inattivazione dei virus e si dimostra quindi particolarmente indicato in quanto se anche una particella potenzialmente contaminante dovesse posarglisi sopra esso la inattiverebbe in tempi relativamente rapidi.
Il corpo rigido sagomato 22 ? sostanzialmente concavo, in modo tale per cui tra il lato interno 2B del corpo rigido sagomato 22 e la bocca dell'utilizzatore venga lasciato, in condizione di dispositivo 1 indossato, un certo volume vuoto che realizza in pratica una piccola camera d'aria.
In corrispondenza di tale zona sbocca l'elemento di bocca interno 32 che porta (o preleva) il flusso d'aria respiratoria dell'utilizzatore e lo convoglia da (o verso) il condotto 33.
Secondo un ulteriore perfezionamento ottimale il dispositivo 1 appena descritto ? opzionalmente dotato di uno schermo di protezione per gli occhi dell'utilizzatore 9, ad esempio uno schermo trasparente in plexiglass o simili che in uso si trova collocato davanti agli occhi dell?utilizzatore.
Lo schermo si estende preferibilmente a partire dal corpo rigido sagomato 22 e risulta accoppiato a quest?ultimo: nella forma esecutiva preferita ed illustrata l?accoppiamento avviene mediante un aggancio a baionetta tra due linguette di accoppiamento previste sullo schermo e due corrispondenti sedi di accoppiamento previste sul corpo rigido sagomato 22.
Onde evitare il passaggio di particelle nella zona di accoppiamento ? opzionalmente previsto che tra i bordi periferici affacciati dello schermo e del corpo rigido sagomato 22 sia presente una tenuta, ad esempio una guarnizione che si estende per l?intera estensione di tali bordi.
Preferibilmente, secondo un ulteriore perfezionamento, tale tenuta comprende un magnete deformabile (ad es. del tipo di quelli in foglio) che agisce tra i bordi periferici affacciati dello schermo e del corpo rigido sagomato 22 in modo da accoppiarli magneticamente ed eliminare eventuali luci di passaggio di droplets dirette verso gli occhi dell?utilizzatore.
A seconda della forma esecutiva prescelta lo schermo 9 pu? essere solo di copertura anteriore, oppure pu? essere chiuso ai lati sul volto dell?utente, a realizzare una tenuta stagna anche della zona degli occhi, possibile punto di ingresso di un virus nel corpo.
Secondo ancora un altro perfezionamento preferibile, nel lato interno 2B della porzione facciale ? montato un microfono 7.
Secondo una prima variante il microfono 7 ? provvisto di un circuito di trasmissione senza fili (wireless, ad es. bluetooth o simili): questo consente all'utilizzatore di parlare al paziente attraverso un diffusore (anch'esso opzionale) esterno; questa soluzione permette vantaggiosamente all'utilizzatore di comunicare con l'esterno in modo semplice e senza che sia richiesta la rimozione del dispositivo 1 dal volto.
Secondo un?altra variante il microfono 7 ? dotato di un piccolo diffusore acustico, montato sul corpo rigido sagomato 22: ci? consente di evitare il collegamento wireless del microfono e permette all?utilizzatore di essere ascoltato anche in assenza di diffusori esterni.
L?alimentazione al microfono 7 (ed al circuito wireless e/o al diffusore) ? preferibilmente fornita dalla stessa sorgente che alimenta la sorgente di luce germicida, mediante cavi di alimentazione non illustrati.
Secondo ancora un altro perfezionamento ottimale, sul lato esterno 2A ? previsto un ulteriore aggancio, preferibilmente magnetico, 8 per un dispositivo di visione o ripresa, quale ad esempio per degli occhialini di ingrandimento (spesso utilizzati da medici dentisti ed odontoiatri) e/o per una videocamera.
Preferibilmente tale aggancio magnetico 8 comprende una pluralit? di singoli magneti che consentono il posizionamento rapido e preciso del dispositivo di visione o ripresa.
Per il fissaggio del dispositivo 1 al volto dell'utilizzatore sono previsti preferibilmente usuali nastri elastici di lunghezza regolabile (o di lunghezza fissi nelle soluzioni pi? semplici) che si estendono dal dispositivo 1 sino ad abbracciare la testa dell'utente, cos? da premere il labbro di tenuta 21 sul volto dell'utente e generare la tenuta stagna periferica.
Preferibilmente tali nastri sono collegati ad apposite asole 6 previste allo scopo sul dispositivo 1, ad esempio sulla parte 21.
Secondo un perfezionamento ulteriore, la superficie interna del corpo 36 ? rivestita, interamente o almeno parzialmente, di uno strato di rame o sue leghe, in modo da aumentare ulteriormente la disinfezione.
L'impiego del dispositivo 1 secondo il trovato, ? immediatamente desumibile da quanto sopra descritto.
Si ? in pratica constatato come il trovato raggiunga il compito e gli scopi preposti realizzando un dispositivo di protezione in cui l'elemento filtrante 34 viene mantenuto sterilizzato grazie ad una luce ultravioletta germicida, che rende pi? longeva la vita utile dell'elemento filtrante 34 e ne riduce la necessit? di manutenzione/sostituzione.
Ci? rende il dispositivo 1 di minor costo, sia per quanto concerne i ridotti intervalli temporali di manutenzione, sia per quanto concerne il costo degli elementi che debbono essere sostituiti quando esausti (il solo elemento filtrante 34, in pratica).
Inoltre questa soluzione permette un migliore stoccaggio dei prodotti di ricambi, essendo sufficiente avere a disposizione una pluralit? di elementi filtranti di ricambio.
Il dispositivo 1 inoltre ? facilmente sterilizzabile anche all'esterno ed eventualmente mediante sterilizzazione in autoclave, a tutta garanzia di sicurezza.
Il dispositivo 1 cos? realizzato inoltre, quando dotato dei filtri a rete in rame o sue leghe 321, presenta una triplice barriera contro agenti patogeni potenzialmente presenti nell'aria ambiente e nell'aria espirata dall'utilizzatore, ovvero una barriera chimica (rame o sue leghe dei filtri 321), meccanica (elemento filtrante 34) e di luce germicida (sorgente 35).
Il dispositivo 1 risulta pertanto sicuro non solo per l'utilizzatore, ma anche per eventuali persone presenti nell'ambiente in cui respira l'utilizzatore, infatti il flusso d'aria respiratoria dell'utilizzatore del dispositivo viene filtrato in entrambi i sensi (dall'ambiente all'utilizzatore e viceversa).
L'elemento di bocca esterna 31 rivolto all'indietro inoltre permette vantaggiosamente di prelevare/rilasciare il flusso d'aria respiratoria in una zona dell'ambiente circostante che non ? davanti al viso dell'utilizzatore, ma si trova all'altezza delle orecchie o spostata ancora pi? posteriormente; ci? agevola l'utilizzo del dispositivo 1 anche da parte del personale sanitario che per sua natura deve intervenire nel cavo oro-faringeo di un paziente (es. dentisti, odontoiatri, otorinolaringoiatri e simili); altri utilizzi particolarmente vantaggiosi sono, ad esempio, quelli sportivi o dove un utilizzatore si trova direttamente affacciato ad una sorgente di potenziale contagio.
Il trovato, cos? concepito, ? suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell'ambito del concetto inventivo; inoltre, tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti.
In pratica, i materiali impiegati, (purch? compatibili con l'uso specifico,) nonch? le dimensioni e le forme contingenti, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze e dello stato della tecnica.
Ove le caratteristiche e le tecniche menzionate in qualsiasi rivendicazione siano seguite da segni di riferimento, tali segni sono stati apposti al solo scopo di aumentare l'intelligibilit? delle rivendicazioni e di conseguenza tali segni di riferimento non hanno alcun effetto limitante sull'interpretazione di ciascun elemento identificato a titolo di esempio da tali segni di riferimento.

Claims (10)

RIVENDICAZIONI
1. Dispositivo di protezione individuale (1) comprendente:
- una porzione facciale (2) conformata per coprire almeno bocca e naso dell'utilizzatore,
- almeno una prima unit? filtrante (3) operativamente collegata con la porzione facciale (2),
in cui la prima unit? filtrante (3) comprende a sua volta:
- un elemento di bocca esterna (31) di ingresso/uscita per un flusso di aria respiratoria,
- un elemento di bocca interna (32) di ingresso/uscita per un flusso di aria respiratoria,
- un condotto (33) di trasporto del flusso d'aria respiratoria che collega l'elemento di bocca esterna (31) con l'elemento di bocca interna (32),
- un elemento filtrante (34) posto in detto condotto (33) e destinato a filtrare particelle di dimensioni maggiori o uguali 0,6 ?m nel flusso di aria respiratoria passante nel detto condotto (33),
ed in cui la porzione facciale (2) ? operativamente collegata con l'elemento di bocca interna (32) per lasciar passare il flusso d'aria respiratoria almeno da e verso la bocca dell'utilizzatore,
caratterizzato dal fatto che detta unit? filtrante (3) comprende inoltre una sorgente di luce ultravioletta germicida (35) che, in condizione di funzionamento del dispositivo di protezione individuale (1), proietta un fascio di luce ultravioletta germicida almeno per irradiare detto elemento filtrante (34).
2. Dispositivo di protezione individuale (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta sorgente di luce ultravioletta germicida (35) comprende un LED che emette luce avente una lunghezza d'onda compresa tra circa 254nm e 280nm, ancora pi? preferibilmente circa pari a 278 nm.
3. Dispositivo di protezione individuale (1) secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che l'elemento di bocca interna (32) comprende almeno un filtro a rete in rame o sue leghe (321) che intercetta il flusso d'aria respiratoria, preferibilmente comprende due filtri a rete (321) in rame o sue leghe per intercettare il flusso d'aria respiratoria.
4. Dispositivo di protezione individuale (1) secondo una o pi? delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che l'elemento di bocca esterna (31) comprende un filtro a rete in rame o sue leghe (311) per intercettare il flusso d'aria respiratoria.
5. Dispositivo di protezione individuale (1) secondo una o pi? delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la prima unit? filtrante (3) comprende un corpo tubolare allungato (36) che definisce almeno in parte detto condotto (33) di trasporto del flusso di aria respiratoria, detto corpo tubolare allungato (36) essendo collegato in modo rilasciabile, in corrispondenza di una sua prima estremit?, a detto elemento di bocca esterna (31), detto corpo tubolare allungato (36) essendo collegato a elemento di bocca interna (32) preferibilmente in corrispondenza di una parete di mantello di detto corpo tubolare allungato (36).
6. Dispositivo di protezione individuale (1) secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che l'elemento filtrante (34) ? alloggiato in detto corpo tubolare allungato (36) ed accoppiato con detto elemento di bocca esterna (31), cos? da essere estraibile da detto condotto (33) assieme con detto elemento di bocca esterna (31).
7. Dispositivo di protezione individuale (1) secondo una o pi? delle rivendicazioni 5 o 6, caratterizzato dal fatto che la sorgente di luce ultravioletta germicida (35) ? alloggiata in detto corpo tubolare (36).
8. Dispositivo di protezione individuale (1) secondo una o pi? delle rivendicazioni da 5 a 7, caratterizzato dal fatto che comprende un circuito di alimentazione (38) di detta sorgente di luce ultravioletta germicida (35), il circuito di alimentazione comprendendo a sua volta un circuito di sicurezza (382) provvisto di un sensore configurato per rilevare almeno una condizione di accoppiamento/rilascio di detto elemento di bocca esterna (31) a detto corpo tubolare (36), cos? da abilitare l'alimentazione di detta sorgente di luce ultravioletta germicida (35) quando viene rilevata una condizione di accoppiamento dell'elemento di bocca esterna (31) al corpo tubolare (36) o interrompere l'alimentazione di detta sorgente di luce ultravioletta germicida (35) quando viene rilevata una condizione di rilascio dell'elemento di bocca esterna (31) al corpo tubolare (36).
9. Dispositivo di protezione individuale (1) secondo una o pi? delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la porzione facciale (2) comprende:
- un corpo sagomato (22) configurato per estendersi almeno davanti alla bocca dell'utilizzatore, detto corpo rigido essendo preferibilmente realizzato in, o rivestito da uno strato di, rame o sue leghe,
- un labbro di tenuta ermetica (21) che circonda detto corpo sagomato (22) ed ? configurato per esercitare una tenuta ermetica sul volto dell'utilizzatore.
10. Unit? filtrante (3) comprendente:
- un elemento di bocca esterna (31) di ingresso/uscita per un flusso di aria,
- un elemento di bocca interna (32) di ingresso/uscita per un flusso di aria,
- un condotto (33) di trasporto del flusso d'aria che collega l'elemento di bocca esterna (31) con l'elemento di bocca interna (32),
- un elemento filtrante (34) posto in detto condotto (33) e destinato a filtrare particelle di dimensioni maggiori o uguali 0,6 ?m nel flusso di aria passante nel detto condotto (33),
caratterizzato dal fatto che detta unit? filtrante (3) comprende inoltre una sorgente di luce ultravioletta germicida (35) che proietta un fascio di luce ultravioletta germicida almeno per irradiare detto elemento filtrante (34).
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