IT201900006973A1 - Procedimento perfezionato per l’incollaggio automatico di lenti fotocromatiche e/o di lenti fotocromatiche polarizzate, impianto per la realizzazione di detto procedimento e lenti ottenute con detto procedimento. - Google Patents

Procedimento perfezionato per l’incollaggio automatico di lenti fotocromatiche e/o di lenti fotocromatiche polarizzate, impianto per la realizzazione di detto procedimento e lenti ottenute con detto procedimento. Download PDF

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lens
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Gianni Vetrini
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Description

PROCEDIMENTO PERFEZIONATO PER L’INCOLLAGGIO AUTOMATICO DI LENTI FOTOCROMATICHE E/O DI LENTI FOTOCROMATICHE POLARIZZATE, IMPIANTO PER LA REALIZZAZIONE DI DETTO PROCEDIMENTO E LENTI OTTENUTE CON DETTO PROCEDIMENTO
La presente invenzione riguarda un procedimento e un impianto per l’incollaggio automatico di lenti fotocromatiche e di lenti fotocromatiche polarizzate.
L’invenzione riguarda inoltre lenti fotocromatiche e lenti fotocromatiche polarizzate in vetro ottenute con detto impianto e con detto procedimento, in particolare lenti orientate mediante coating degradanti e/o in ogni caso non uniformi, ovvero orientate per la geometria della lente (decentrata) in cui il centro ottico non coincide con il centro geometrico della lente stessa.
È ben noto a tutti gli esperti nel ramo delle lenti polarizzanti, come la luce visibile sia composta da onde elettromagnetiche che hanno una lunghezza d'onda approssimativamente compresa tra 380 e 780 nm.
Altre caratteristiche delle radiazioni luminose sono l'intensità della radiazione e la geometria dell'oscillazione dell'onda elettromagnetica.
Per la geometria dell'oscillazione, detta anche "polarizzazione", questa può avvenire secondo piani orientati casualmente, denominata "polarizzazione", che può avvenire secondo piani orientati casualmente, denominata "polarizzazione casuale" o "non polarizzata", oppure secondo un unico piano ("polarizzazione lineare"), ovvero entro una superficie cilindrica ("polarizzazione circolare").
In natura la luce normalmente contiene una certa frazione di luce polarizzata. La riflessione su superfici riflettenti (vetrate, specchi d'acqua, superfici nevose o ghiacciate, asfalto lucido o bagnato microgocce di acqua in sospensione nell’aria), con angoli opportuni, produce un certo grado di polarizzazione.
L'effetto è quello di un bagliore che proviene dalla zona della superficie in cui è massima la riflessione polarizzata, per cui si produce un notevole disturbo della visione causato dalla forte riflessione. Ad esempio questo effetto, sulle superfici d'acqua, impedisce la visione al di sotto del pelo libero.
Le lenti polarizzanti sono in grado di filtrare la luce diretta come una normale lente "da sole" e di eliminare (secondo un certo grado di efficienza) la luce riflessa polarizzata particolarmente fastidiosa.
Il comfort principale derivante da dette lenti consiste nell'eliminazione dei fastidiosi riflessi normalmente presenti sulla superficie di vetrate, specchi d'acqua, superfici ghiacciate e strade asfaltate.
Le lenti polarizzanti in vetro per occhiali sono generalmente costituite da due sottili lenti dette anche calottine in vetro tra le quali viene interposto il film polarizzante.
Lenti e film sono tenute assieme da un adesivo applicato su entrambe le facce del film. In altri termini, si realizza un "pacchetto" di 5 strati, rispettivamente lente esterna o "convessa", colla, film polarizzante, colla, lente interna o "concava".
Altri strati esterni ed interni possono essere costituiti da trattamenti superficiali (coating) per conferire alle lenti particolari proprietà estetiche o meccaniche.
Le proprietà ottiche dell'intera lente assemblata dipendono dalle proprietà dei singoli strati ed anche dalla precisione geometrica dell'assemblaggio. Una quantità di colla non uniforme, oppure un non parallelismo tra i vari strati, producono effetti ottici indesiderati per la qualità del prodotto finito (aberrazioni, distorsioni e perdita di definizione ottica).
A questa fase segue la catalizzazione dell’adesivo, tipicamente vengono usate resine a catalizzazione UV ma si possono usare anche con altri tipi di resina. Questo tipo di soluzione non assicura la concentricità delle superfici sferiche degli strati filtranti e trasparenti, e quindi degli strati liquidi (adesivo) prima della catalizzazione, per cui si creano i problemi summenzionati.
Le operazioni di assemblaggio manuale sono molto onerose in quanto necessitano di operazioni molto lunghe eseguite con cura da personale esperto per evitare ed eliminare le bolle di aria che si producono nell'accostamento delle lenti sull'adesivo e presenti nell'adesivo stesso.
In generale, la tecnologia finora utilizzata per l'incollaggio delle lenti prevedeva la formatura del film polarizzato con metodi diversi e quindi il successivo incollaggio manuale previa applicazione di adesivo sulle due superfici del film.
Successivamente, si effettuava la catalizzazione dell'adesivo, impiegando lampade UV o con altri tipi di resina.
Per superare gli inconvenienti della tecnologia summenzionata, alla fine degli anni novanta la stessa Richiedente ha proposto un impianto ed un procedimento per l’incollaggio automatico di lenti polarizzate, brevettato dalla stessa richiedente tramite le domande di brevetto Italiane n° RM98A000241 e RM98A000525, e la domanda di brevetto Internazionale WO9954118 (nel seguito soluzione Barberini WO’118), in cui l’impianto prevedeva una stazione di alimentazione del film polarizzante in bobina; una stazione di alimentazione delle lenti convesse in vetro; una stazione di alimentazione delle lenti concave; una stazione di formatura sottovuoto del film su stampi sferici; una stazione di deposizione ed incollaggio delle lenti convesse, esterne; una stazione di traslazione delle lenti pre-incollate; una stazione di deposizione ed incollaggio delle lenti concave, interne; una stazione di separazione lenti e taglio del film eccedente dalle singole lenti; e una stazione di pallettizzazione delle lenti polarizzanti finite.
Il procedimento di Barberini WO’118 prevedeva le fasi di alimentare un film polarizzante in bobina; alimentare lenti convesse in vetro, alimentare lenti concave; formare sottovuoto il film su stampi sferici; deporre ed incollare le lenti esterne convesse, traslare le lenti pre-incollate; deporre ed incollare le lenti concave, interne; separare le lenti ed eliminare il film eccedente dalle singole lenti; pallettizzare le lenti polarizzanti finite.
La soluzione innovativa introdotta da Barberini WO’118 risiedeva in particolare nella possibilità di curvare il film su uno stampo metallico e posizionare ed incollare la prima lente, il ribaltamento e l’incollaggio della seconda lente con una procedura del tutto simile alla prima fase, con una precisione di assemblaggio del pacchetto.
Inoltre, un altro miglioramento notevole della soluzione brevettata in Barberini WO’118 era la soluzione al problema che poiché geometria del sistema “adesivo-film polarizzatoadesivo” non era consistente, (circa un decimo di spessore) e quindi non era in possesso di una rigidità propria prima che la resina catalizzi. Inoltre, le superfici di separazione, tra gli elementi che compongono la lente delle precedenti tecnologie non garantivano superfici ottiche (separazione tra i vari strati) prive di difetti di aberrazione. Infatti, con la nuova tecnologia, Barberini WO’118 ovviava a questa problematica, catalizzando la resina ed il film sopra uno stampo metallico di riferimento, con le lenti in vetro.
In particolare, come detto, nell’impianto precedente secondo Barberini WO’118, dopo aver posizionato ad opera di robot una lente sull’altra, con interposti resina e film polarizzato, si opera una pressione sulla lente superiore per accostare le due calottine in vetro facendo defluire regolarmente l’adesivo verso il bordo della lente. L’operazione si conclude quando l’adesivo ha raggiunto il bordo uniformemente, seguita da una radiazione con raggi UV per catalizzare l’adesivo.
Nella soluzione secondo Barberini WO’118 non era necessario controllare lo spessore dell’adesivo, in quanto non era una condizione determinante alla precisione generale della lente.
È stato proposto recentemente sul mercato un metodo per realizzare delle lenti fotocromatiche (trasmissione della lente inversamente proporzionale alla luce incidente), per mezzo di molecole chimiche (additivi) fotocromatiche che, disperse in un mezzo trasparente, conferiscono allo stesso, il potere del fotocromatismo.
In particolare la possibilità delle lenti di trasmettere luce inversamente proporzionale alla luce incidente, cambiando colore.
In vista di questa nuova proposta, la Richiedente ha studiato come trasferire nelle lenti polarizzate e non polarizzate l’effetto fotocromatico, utilizzando la tecnica della dispersione delle molecole fotocromatiche organiche e/o inorganiche nell’adesivo, al fine di ottenere una lente polarizzata con effetto fotocromatico.
Inoltre, la Richiedente ha realizzato che, sfruttando la stessa tecnica dell’incollaggio di due lenti tra di loro, (senza il film polarizzato o con un film incolore e non polarizzato) si può ottenere una lente standard, a costi contenuti, che prevede l’effetto fotocromatico.
La soluzione proposta secondo la presente invenzione consente di ottenere molti colori di lenti fotocromatiche, dipendendo il colore finale della lente anche dal colore del filtro fotocromatico sia allo stato attivato che a riposo.
Ulteriormente, secondo la presente invenzione, si ottiene l’effetto di ottenere una lente di un colore allo stato non eccitato, mentre si può ottenere un secondo colore allo stato eccitato quando la lente si presenta scura, realizzando quindi una lente del tutto nuova sul mercato. Per l’ottenimento dell’effetto fotocromatico ovvero della consistenza del colore e della sua uniformità, è necessario che gli strati di adesivo abbiano uno stretto controllo di spessore in quanto l’effetto del fotocromatismo in questo caso dipende strettamente dallo spessore dell’adesivo e quindi della sua reazione globale alla luce solare.
IL precedente brevetto non contemplava questa caratteristica dato che l’adesivo del tutto trasparente e incolore, non influiva sul colore finale della lente.
E’ stato quindi necessario ideare un sistema che sia in grado di misurare lo spessore del meato creato tra le lenti e che definisce lo spessore dell’adesivo. Questi ed altri risultati sono ottenuti secondo la presente invenzione impiegando un sensore ottico in grado di leggere la distanza intercorrente tra le superfici delle calotte sferiche in vetro tra le quali è confinato l’adesivo, per cui, al raggiungimento di una quota ben definita, si interrompe la pressione del pressore che accosta le due lenti e si catalizza l’adesivo, ottenendo quindi un monolito in cui lo strato di adesivo fotocromatico ha uno spessore definito e stabile.
Con la soluzione secondo la presente invenzione si ottiene quindi una lente fotocromatica innovativa.
Un ulteriore risultato che si ottiene con la soluzione proposta secondo la presente invenzione è quello di poter inserire nello spessore di adesivo, un film polarizzato, per ottenere una lente polarizzata-fotocromatica.
Forma pertanto oggetto specifico della presente invenzione un procedimento come rivendicato nella rivendicazione 1. L’invenzione riguarda inoltre un impianto come descritto nella rivendicazione 23.
L’invenzione si riferisce inoltre ad una lente fotocromatica come rivendicato nella rivendicazione 24. La presente invenzione verrà ora descritta, a titolo illustrativo, ma non limitativo, secondo una sua forma di realizzazione preferita illustrata nelle figure allegate, in cui:
la figura 1 illustra una forma di realizzazione del impianto per la realizzazione del procedimento perfezionato per l’incollaggio automatico di lenti fotocromatiche e di lenti fotocromatiche polarizzate secondo il trovato;
la figura 2 illustra in un diagramma a blocchi le fasi del procedimento perfezionato per l’incollaggio automatico di lenti secondo il trovato.
La figura 1 illustra la fase finale del procedimento secondo l’invenzione. Come si può vedere in tale fase finale il pacchetto lente interna 1 - adesivo 2 – lente esterna 3 è posizionato su un supporto rigido 4. Sovrastante al supporto rigido vi sono un dispositivo di misura 5, preferibilmente un sensore ottico e un pressore 6.
Tali elementi sono preferibilmente accoppiati tra loro in modo da garantire una maggiore precisione durante il procedimento, in particolare della misura dello spessore dell’adesivo durante la compressione.
In particolare le fasi del procedimento sono le seguenti: a) alimentare un adesivo contenente molecole fotocromatiche, organiche e/o inorganiche; b) alimentare una lente esterna; c) alimentare una lente interna; d) deporre l’adesivo, opportunamente dosato, contenente molecole fotocromatiche sulla lente interna; e) avvicinare le due lenti in modo da comprimere l’adesivo in modo da distribuirlo uniformemente sulla superfice delle lenti; al contempo misurare, tramite un dispositivo di misura, lo spessore dello strato adesivo contenente molecole fotocromatiche; f) fermare l’avvicinamento delle lenti una volta raggiunto lo spessore dello strato adesivo desiderato; e g) catalizzare le lenti.
Le lenti utilizzate sono in vetro ma lo stesso procedimento si può applicare a lenti di qualsiasi materiale.
Tali fasi di deposizione ed incollaggio delle lenti convesse e delle lenti concave prevedono un movimento di accostamento della lente alla goccia di colla in maniera da realizzare un contatto lente colla sostanzialmente puntiforme, e con una velocità di accoppiamento in funzione della tensione superficiale della goccia tale da non consentire che il fronte di espansione della goccia si richiuda su sé stesso, intrappolando aria.
In particolare la lente viene avvicinata alla goccia tramite una pressione verticale per lo spandimento preliminare della colla.
Vantaggiosamente è prevista anche una fase di collaudo automatico del prodotto finito.
Durante la fase di incollaggio è prevista l'applicazione di pressione su tutta o parte della superficie della lente. Ulteriormente è prevista una fase di misura tramite uno o più ulteriori dispositivi di misura ottici, in serie con l’alimentazione delle lenti in vetro e prima dell’incollaggio di tali lenti, per individuare eventuali difetti geometrici (curvatura, spessore, asfericità, ecc.), seguita da una fase di rimozione delle lenti presentanti difetti geometrici.
In particolare il procedimento può essere applicato per la realizzazione di lenti fotocromatiche polarizzate, aggiungendo delle fasi al procedimento di base in modo da prevedere l’inserzione di un film polarizzante tra le due lenti. In tal caso il procedimento secondo l’invenzione prevedrebbe tra dette fasi b) e c) una fase b1) di alimentazione di un film polarizzante in bobina atto a essere deposto sulla lente esterna. Inoltre verrebbero incluse, dopo detta fase b1) e prima di detta fase c), una fase b2) di formazione di detto film polarizzante su stampi sferici, il film polarizzante essendo posizionato e incollato con l’adesivo contenente molecole fotocromatiche, opportunamente dosato, sulla lente esterna, seguita da una fase b3) di compressione di detti elementi e di misurazione dello spessore di adesivo e una fase f1), dopo la fase f), di taglio del film eccedente.
Vantaggiosamente, il procedimento include delle fasi di pre-catalizzazione successive alle fasi b3) ed e).
Nel procedimento secondo l’invenzione è stata inoltre inclusa una fase di orientamento delle lenti per il miglioramento del controllo dell’asse di polarizzazione. E’ noto infatti, come la lente polarizzata deve essere montata sull’occhiale con un perfetto orientamento della lente rispetto al suo asse di polarizzazione. La Norma ISO Nr. 12312-1 2013 (B5, pag. 20) ne definisce angoli e tolleranze.
Fino ad oggi nella realizzazione delle lenti in vetro polarizzate, occorreva dotarsi di un secondo strumento/impianto, in grado di rilevare l’asse di polarizzazione e quindi marcare la lente opportunamente, in modo da poter essere sagomata nell’occhiale con riferimenti precisi.
Nel procedimento ideato, il film ha un preciso asse di polarizzazione perché è stato avvolto direttamente dall’impianto che produce il film polarizzato mediante stretching e colorazione con coloranti speciali. L’asse di stretching è anche l’asse di polarizzazione. Si dispone quindi di un film perfettamente orientato.
Viene quindi inclusa, dopo la fase di alimentazione di dette lenti e prima di detta fase di incollaggio, una fase di orientamento (per applicazioni di rivestimenti orientati, come ad es. i rivestimenti degradanti, oppure per applicazioni con lenti decentrate, nelle quali il centro ottico non coincide con il centro geometrico) tramite la marcatura di riferimenti sulla lente, mediante vernici temporanee. Preferibilmente la lente viene marcata in una zona che successivamente verrà asportata durante la sagomatura.
In questo modo si garantisce senza errore, la marcatura dell’asse di polarizzazione nella lente, che sarà individuato dai riferimenti applicati appena prima di essere incollata al film, quindi senza nessuna possibilità di introdurre errori geometrici di posizionamento.
Tipicamente sia la calottina in vetro esterna che quella interna, possono essere a loro volta “orientate”, ovvero hanno delle caratteristiche che non consentono di montarle sul film polarizzato, senza tenere conto delle loro caratteristiche ottico/geometriche.
A titolo di esempio, non esaustivo, nel caso di:
- calottine con un coating applicato degradante (sfumature), ovvero con un asse di riferimento ben definito
- calottine decentrate, ovvero prismatiche, per correggere un errore ottico-geometrico negli occhiali particolarmente avvolgenti
- ecc.
L’impianto di incollaggio del presente brevetto, è stato quindi dotato di sistemi di riconoscimento, ad esempio telecamere, in grado di riconoscere i contrassegni applicati e ruotare la lente secondo l’angolo necessario a presentare la lente sul film secondo l’orientamento dell’asse di polarizzazione di questo, come descritto sopra.
Questo dispositivo è stato adottato sia per la lente esterna che per quella interna.
La pellicola (o film) è alimentata con un supporto di protezione da raccogliere, quando separato, su apposita bobina.
Al fine di conferire alla lente finita particolari caratteristiche, possono essere utilizzati film polarizzanti che abbiano una o più delle seguenti proprietà aggiuntive:
- UV-blocking, cioè una trasmissione prossima allo 0% delle radiazioni UV fino a 400 nm;
- alta efficienza, cioè alta differenza di assorbimento della luce polarizzata;
- black-crossing, cioè minima variazione del tono colore della luce polarizzata.
Inoltre possono essere applicati ulteriori adesivi che abbiano una o più delle seguenti proprietà aggiuntive:
- UV-blocking, cioè una trasmissione prossima allo 0% delle radiazioni UV;
- alta protezione del film all'invecchiamento ed alla decolorazione (caratteristica in buona parte legata all'assorbimento degli UV, in quanto la colla circonda il film sulle due superfici;
- alta resistenza alla rottura per impatto, in modo da poter soddisfare agevolmente ai requisiti di resistenza previsti dalle norme internazionali; - alta resistenza alla delaminazione, cioè migliore adesività sulla superficie di vetro e film, in modo da resistere all'aggressione di agenti fisicochimici esterni (come atmosfere umide e/o calde, atmosfere salate, ecc.);
- capacità di catalizzazione a maggiore lunghezza d'onda (in particolare anche oltre gli UV), in modo da poter essere catalizzata da lampade ad ampio spettro di emissione anche in presenza di strati che bloccano gli UV (come alcuni tipi di film polarizzanti ed alcuni tipi di vetro o coating). Per permettere la catalizzazione anche nel caso di strati che bloccano gli UV (come alcuni tipi di film polarizzanti ed alcuni tipi di vetro o coating), si utilizzano lampade che hanno uno spettro di emissione ampio, preferibilmente in abbinamento ad adesivi speciali.
Nella soluzione Barberini WO’118 è prevista una fase nella quale le due lenti, con il film già posizionato e l’adesivo ancora nella fase liquida, vengono accostate e premute in modo controllato da un meccanismo che arresta la sua corsa di compressione dopo un tempo determinato in fase di messa a punto. Barberini WO’118 garantisce la perfetta distribuzione della resina sulla superficie, tipicamente accostata e dosata su un punto della superficie della lente, ma non la misura del suo spessore.
Sono stati introdotti sul mercato dei dispositivi di misura di strati trasparenti di materiale: vetro, resine plastiche, ecc. con raggi ottici (laser), in grado di rilevare lo spessore tra le superfici di separazione di un pacchetto trasparente di materiali vari o anche dello stesso materiale ma separato da superfici contigue.
Utilizzando queste nuove tecnologie è possibile determinare lo spessore della resina liquida in fase di compressione tra le lenti in vetro, fino a raggiungere uno spessore determinato e quindi procedere alla catalizzazione definitiva del pacchetto.
La presente invenzione propone quindi una modifica meccanica a Barberini WO’118 in maniera tale da poter ospitare il sistema di misura e di misurare il meato, e inoltre/ se si preferisce gli errori geometrici del meato, prima di procedere alla definitiva catalizzazione della resina.
In questo modo è possibile realizzare lenti polarizzate e non polarizzate con colorazione e trasmissione allo stato eccitato, uniforme e misurato. La lente finale ottenuta può essere polarizzata se nel pacchetto di lenti, è inserito un film polarizzato, ovvero non essere polarizzata se nel pacchetto non è inserito nessun film o un film non polarizzato (es.: film colorato o incolore).
La realizzazione della lente innovativa secondo l’invenzione passa attraverso il controllo dello spessore dello strato di resina prima della sua definitiva catalizzazione.
Infatti, spessori diversi di resina, anche minima, determinano una diversa colorazione (trasmissione) per via del fatto che la trasmissione del mezzo fotocromatico (adesivo catalizzato) è funzione dello strato di materiale fotocromatico (molecole) disperso nello stesso.
In altri termini, si prevede una misura indiretta della quantità di molecole fotosensibili presenti nello strato di resina.
E’ evidente inoltre che il controllo dello spessore di lenti in vetro è cosa ben diversa del controllo di uno strato di liquido prima della catalizzazione dal quale poi dipenderà l’effetto fotocromatico.
In un occhiale infatti le due lenti, devono presentarsi dello stesso colore sia nello stato eccitato, che nello stato di riposo.
Con la soluzione secondo la presente invenzione, il meato tra le due calottine, con o senza lo strato di film polarizzato, può essere variabile e quindi lo spessore della resina può influenzare il colore e la trasmissione della lente.
Con la soluzione proposta secondo la presente invenzione, è possibile un accostamento delle due lenti in vetro con interposta la resina, che una volta catalizzata, creerà una lente monolitica (con o senza film polarizzato inglobato nella resina).
In Barberini WO’118 viene dosata una quantità conosciuta di adesivo, facendo quindi attenzione che si distribuisca uniformemente sulla superficie della lente fino al bordo, ma non è previsto che si determini lo spessore di adesivo. Inoltre, secondo l’invenzione, le due superfici delle lenti sul lato
dell’incollaggio (concava sulla lente esterna e convessa su quella interna) devono avere la stessa curvatura (raggio). Le superfici destinate ad essere incollate tra loro, dovranno essere perfettamente sferiche e lo spessore del meato, occupato dall’adesivo, dovrà essere il più regolare possibile e a spessore costante. Questo assicura che l’adesivo eventualmente fotocromatico, avrà un effetto ottico uniforme sulla superficie ed inoltre che la lente sinistra con la omologa destra, avranno la stessa colorazione e trasmissione. Questo si può ottenere solo se il meato è ripetitivo (spessore) e costante. Il presente brevetto realizza appunto questa fondamentale caratteristica della misura dello spessore e quindi il controllo dello stesso.
Resta inteso che le superfici della lente, esterne, potranno essere anche asferiche, ovvero presentare un decentramento per ottenere effetti ottici ben noti nel mondo degli occhiali da sole. Solo le superfici a contatto e il meato che ne deriva, saranno perfettamente sferiche e il meato controllato come spessore.
Una forma di realizzazione specifica del procedimento oggetto dell’invenzione è illustrata nel il diagramma a blocchi di figura 2.
Si distinguono le seguenti fasi:
A. alimentazione di lenti sottili in vetro (calottine) da 0.80-1.00, lente esterna comprensiva di eventuali coating; B. alimentazione di lenti sottili in vetro da 0.80-1.00, lente interna;
C. estrazione lente in vetro polarizzata, ottenuta dall’incollaggio delle calottine con il film polarizzato, comprensive di eventuali coating;
In cui le fasi numerate corrispondono:
1. fase di visione per la determinazione dell’orientamento della lente, secondo un asse verticale (tipicamente: decentramento, coating degradanti);
2. alimentazione del film polarizzato in PVA da bobina, contemporanea separazione del film protettivo;
3. formatura del film secondo una superficie sferica, incollaggio e posizionamento della lente esterna;
4. dosaggio adesivo con eventuale effetto fotocromatico; 5. compressione del pacchetto: lente e film con interposto l’adesivo e misurazione progressiva del meato/spessore di adesivo;
6. pre-catalizzazione dell’adesivo;
7. stazione di visione per l’orientamento della lente, secondo un asse verticale (tipicamente: decentramento, coating degradanti)
8. applicazione dalla lente interna;
9. dosaggio adesivo con eventuale effetto fotocromatico; 10. compressione del pacchetto: lente – film- lente, e misurazione progressiva del meato/ spessore di adesivo; 11. pre-catalizzazione dell’adesivo;
12. taglio del film in eccesso;
13. catalizzazione finale;
14. collaudo delle lenti.
E’ stato descritto il principio di realizzazione dell’impianto di assemblaggio di una lente in vetro composta (tipicamente due calottine), controllando lo spessore di adesivo applicato, con interposto un film polarizzato oppure senza nessun altro film con caratteristiche ottiche. La presente invenzione è stata descritta, a titolo illustrativo, ma non limitativo, secondo sue forme di realizzazione preferite, ma è da intendersi che variazioni e/o modifiche potranno essere apportate da un esperto nel ramo, senza per questo uscire dal relativo ambito di protezione come definito nelle rivendicazioni allegate.

Claims (24)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Procedimento per l’incollaggio automatico di lenti fotocromatiche caratterizzato dal fatto di includere le seguenti fasi: a) alimentare un adesivo contenente molecole fotocromatiche; b) alimentare una lente esterna; c) alimentare una lente interna; d) deporre l’adesivo, opportunamente dosato, contenente molecole fotocromatiche sulla lente interna; e) avvicinare le due lenti in modo da comprimere l’adesivo in modo da distribuirlo uniformemente sulla superfice delle lenti; al contempo misurare, tramite un dispositivo di misura, lo spessore dello strato adesivo contenente molecole fotocromatiche; f) fermare l’avvicinamento delle lenti una volta raggiunto lo spessore dello strato adesivo desiderato; g) catalizzare le lenti.
  2. 2) Procedimento perfezionati per l’incollaggio automatico di lenti fotocromatiche, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di includere tra dette fasi b) e c) una fase b1) di alimentazione di un film polarizzante in bobina atto a essere deposto sulla lente esterna.
  3. 3) Procedimento, secondo le rivendicazioni 1 e 2, caratterizzato dal fatto che dette molecole fotocromatiche sono organiche e/o inorganiche.
  4. 4) Procedimento, secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la quantità di molecole nell’adesivo varia in funzione dello spessore di adesivo.
  5. 5) Procedimento, secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il dispositivo di misura è un sensore ottico.
  6. 6) Procedimento secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che dette fasi di deposizione ed incollaggio di dette lenti convesse e di dette lenti concave prevedono un movimento di accostamento della lente alla goccia di colla in maniera da realizzare un contatto lente colla sostanzialmente puntiforme, e con una velocità di accoppiamento in funzione della tensione superficiale della goccia tale da non consentire che il fronte di espansione della goccia si richiuda su se stesso, intrappolando aria.
  7. 7) Procedimento secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la lente viene avvicinata alla goccia tramite una pressione verticale per lo spandimento preliminare della colla.
  8. 8) Procedimento secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che è prevista una fase di collaudo automatico finale del prodotto finito.
  9. 9) Procedimento secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che in detta fase di incollaggio è prevista l'applicazione di pressione su tutta o parte della superficie della lente.
  10. 10) Procedimento secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di includere una fase di misura, tramite uno o più ulteriori dispositivi di misura ottici, in serie con dette fasi di alimentazione delle lenti, prima di detta fase d’incollaggio di dette lenti, per individuare eventuali difetti geometrici (curvatura, spessore, asfericità, ecc.), detta fase di misura essendo seguita da una fase di rimozione di dette lenti presentanti difetti geometrici.
  11. 11) Procedimento secondo una delle rivendicazioni da 2 a 10, caratterizzato dal fatto di includere, dopo detta fase b1) e prima di detta fase c), una fase b2) di formazione di detto film polarizzante su stampi sferici, detto film polarizzante essendo posizionato e incollato con detto adesivo contenente molecole fotocromatiche, opportunamente dosato, sulla lente esterna, seguita da una fase b3) di compressione di detti elementi e di misurazione dello spessore di adesivo e una fase f1), dopo la fase f), di taglio del film eccedente.
  12. 12) Procedimento secondo una delle rivendicazioni da 2 a 11, caratterizzato dal fatto di includere delle fasi di pre-catalizzazione successive alle fasi b3) ed e).
  13. 13) Procedimento secondo le rivendicazioni dalle 2 in poi, caratterizzato dal fatto che detto film polarizzante è presentato in bobine dalle quali si svolge detto film per poter essere incollato a dette lenti, detto film polarizzante avendo un preciso asse di polarizzazione.
  14. 14) Procedimento secondo le rivendicazioni dalle 2 in poi, caratterizzato dal fatto di includere, dopo detta fase b) di alimentazione di dette lenti esterne, una fase di orientamento (per applicazioni di rivestimenti orientati, come ad es. i rivestimenti degradanti, oppure per applicazioni con lenti decentrate, nelle quali il centro ottico non coincide con il centro geometrico) tramite la marcatura di riferimenti su detta lente, mediante vernici temporanee.
  15. 15) Procedimento secondo le rivendicazioni dalle 2 in poi, caratterizzato dal fatto che detti riferimenti sono segnati sui bordi delle lenti, preferibilmente in una zona che successivamente verrà asportata durante la sagomatura.
  16. 16) Procedimento secondo le rivendicazioni dalle 2 in poi, caratterizzato dal fatto di includere una fase di rilevamento e di riconoscimento di detti riferimenti seguita da una fase di eventuale rotazione della lente secondo l’angolo necessario a presentare la lente sul film secondo l’orientamento dell’asse di polarizzazione di questo.
  17. 17) Procedimento secondo le rivendicazioni dalle 2 in poi, caratterizzato dal fatto che detta fase di rilevamento e riconoscimento di detti riferimenti applicati avviene tramite sistemi con telecamere.
  18. 18) Procedimento secondo le rivendicazioni dalle 2 in poi, caratterizzato dal fatto che detta fase di orientamento dell’asse di polarizzazione avviene sia per detta lente esterna che detta lente interna.
  19. 19) Procedimento secondo le rivendicazioni dalle 2 in poi, caratterizzato dal fatto che detta pellicola è alimentata con un supporto di protezione da raccogliere, quando separato, su apposita bobina.
  20. 20) Procedimento secondo le rivendicazioni dalle 2 in poi, caratterizzato dal fatto che al fine di conferire alla lente finita particolari caratteristiche, sono utilizzati film polarizzanti che abbiano una o più delle seguenti proprietà aggiuntive: - UV-blocking, cioè una trasmissione prossima allo 0% delle radiazioni UV fino a 400 nm; - alta efficienza, cioè alta differenza di assorbimento della luce polarizzata; - black-crossing, cioè minima variazione del tono colore della luce polarizzata.
  21. 21) Procedimento secondo le rivendicazioni dalle 2 in poi, caratterizzato dal fatto che al fine di conferire alla lente finita particolari caratteristiche, sono utilizzati adesivi che abbiano una o più delle seguenti proprietà aggiuntive: - UV-blocking, cioè una trasmissione prossima allo 0% delle radiazioni UV; - alta protezione del film all'invecchiamento ed alla decolorazione (caratteristica in buona parte legata all'assorbimento degli UV, in quanto la colla copre il film sulle due superfici; - alta resistenza alla rottura per impatto, in modo da poter soddisfare agevolmente ai requisiti di resistenza previsti dalle norme internazionali; - alta resistenza alla delaminazione, cioè migliore adesività sulla superficie di vetro e film, in modo da resistere all'aggressione di agenti fisico-chimici esterni (come atmosfere umide e/o calde, atmosfere salate, ecc.); - capacità di catalizzazione a maggiore lunghezza d'onda (in particolare anche oltre gli UV), in modo da poter essere catalizzata da lampade ad ampio spettro di emissione anche in presenza di strati che bloccano gli UV (come alcuni tipi di film polarizzanti ed alcuni tipi di vetro o coating).
  22. 22) Procedimento secondo le rivendicazioni dalle 2 in poi, caratterizzato dal fatto che, per permettere la catalizzazione anche nel caso di strati che bloccano gli UV (come alcuni tipi di film polarizzanti ed alcuni tipi di vetro o coating), si utilizzano lampade che hanno uno spettro di emissione ampio, preferibilmente in abbinamento ad adesivi speciali.
  23. 23) Impianto per la realizzazione di una lente tramite il procedimento secondo le rivendicazioni da 1 a 22.
  24. 24) Lente fotocromatica realizzata con il procedimento secondo le rivendicazioni da 1 a 22.
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