IT201900005066A1 - Procedimento e impianto per la produzione di carbonato di calcio di defecazione e formulazioni che lo contengono. - Google Patents

Procedimento e impianto per la produzione di carbonato di calcio di defecazione e formulazioni che lo contengono. Download PDF

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Description

"Procedimento e impianto per la produzione di carbonato di calcio di defecazione e formulazioni che lo contengono"
DESCRIZIONE
La presente invenzione riguarda un procedimento e un impianto per la produzione di carbonato di calcio di defecazione per uso agricolo e formulazioni che lo contengono, in particolare fertilizzanti correttivi.
Sono noti nella tecnica calci di defecazione o carbonati di calcio di defecazione prodotti negli zuccherifici come il residuo del processo industriale di depurazione dei sughi zuccherini, reso necessario dall'esigenza di separare le impurità (chiamate genericamente non zuccheri) al fine di consentire la cristallizzazione del saccarosio. Le calci di defecazione sono ottenute con un procedimento che consiste nell'aggiunta di latte di calce ai sughi zuccherini provenienti dalla diffusione delle fettucce di barbabietola, provocando così la precipitazione dei materiali colloidali ed organici in sospensione. La successiva insufflazione aggiunta di anidride carbonica (la cosiddetta "carbonatazione") determina infine la formazione di carbonati che inglobano le cosiddette "impurità" e che, precipitando, possono essere allontanate dai sughi .
Fino ad ora le calci sono state utilizzate per svariati usi (substrato per la coltivazione di funghi, produzione di cemento); tuttavia, il valore agronomico che le contraddistingue, derivante dalla loro composizione e caratteristiche, ne consiglia un più incisivo utilizzo in agricoltura, quale correttivo, ammendante e fertilizzante.
L'utilizzo in agricoltura delle calci di defecazione ha avuto inizio nelle realtà bieticole del centro nord Europa, come Francia, Germania ed Inghilterra. Ad oggi le calci sono commercializzabili come fertilizzanti correttivi ai sensi del D.Lgs. 75/2010, utilizzati come correttivo d'eccellenza per i terreni acidi e subacidi .
Inoltre, è noto l'utilizzo di carbonati di defecazione in agricoltura con l’obiettivo di migliorare le caratteristiche fisiche e/o chimiche e/o meccaniche e/o l'attività biologica del terreno, essendo utilizzabili oltre che su terreni acidi anche in quelli neutri o debolmente alcalini, argillosi e con problemi di struttura. L'apporto dello ione calcio, in questi casi, migliora diversi importanti parametri, quali la stabilità di struttura, la lavorabilità, la capacità di ritenzione idrica. Inoltre, le calci di defecazione contengono azoto di origine organica che pertanto è reso disponibile gradualmente nel tempo.
Il brevetto italiano n. 0001413643 riguarda la produzione di correttivo "carbonato di calcio di defecazione" da digestati trattando unicamente materiale in soluzione acquosa e non contenente dettaglio tecnico dell’impianto di produzione e dello stato fisico dei reagenti utilizzati sufficiente a confermarne una alta innovazione ed efficienza tecnologica.
Il brevetto US 4.997.572 riguarda la produzione di un fertilizzante correttivo quale il carbonato di calcio di defecazione in unico reattore, senza garantire però i tempi di contatto sufficienti per un'idonea igienizzazione ed idrolisi del materiale, facendo avvenire la reazione tra calce e CO2 solo sulla superficie dei pellet in formazione, ed esclusivamente utilizzando CO2 in forma gassosa e non liquida o solida .
Il brevetto italiano n. 0001387690 riguarda la produzione di gesso di defecazione per uso agricolo e di formulazioni che lo contengono, a partire da materiali organici solidi e liquidi, mediante idrolisi alcalina con ossido di calcio seguita da trattamento con acido solforico.
Come noto, il trattamento delle acque civili e industriali produce una continua e sempre maggiore quantità a seguito del trattamento di disidratazione dei reflui in uscita dai trattamenti biologici e chimico/fisici utili alla depurazione .
Il fango di depurazione disidratato viene allontanato in qualità di rifiuto dagli impianti di depurazione. I fanghi di depurazione sono a tutti gli effetti dei rifiuti e in quanto tali disciplinati dal D.Lgs. 152/2006, ma l'art. 127 recita: "ferma restando la disciplina di cui al D.Lvo 27 gennaio 1992, n. 99, i fanghi derivanti dal trattamento delle acque reflue sono sottoposti alla disciplina dei rifiuti, ove applicabile. I fanghi devono essere riutilizzati ogni qualvolta il loro reimpiego risulti appropriato".
I fanghi pertanto possono essere smaltiti nel seguente modo:
- per incenerimento finalizzato al recupero energetico da soli o insieme con la frazione organica dei rifiuti;
- in discariche controllate di rifiuti speciali (D.Lgs. 36/03 e D.M. 3 agosto 2005).
Oppure, poiché generalmente presentano buoni contenuti di sostanza organica ed elementi della fertilità vegetale (N, P, K), i fanghi possono essere riutilizzati:
- mediante spandimento tal quali (previa disidratazione) sul suolo adibito ad uso agricolo (D.Lgs. 99/92) ovvero riutilizzandoli in agricoltura come da disposizioni europee e direttive nazionali e regionali, sopra citate;
- in impianti di compostaggio per il successivo utilizzo in agricoltura.
Uno scopo della presente invenzione è di valorizzare i fanghi di depurazione disidratati convertendoli in fertilizzante correttivo ai sensi del D.Lgs. 75/2010, ammendante largamente impiegabile su terreni acidi e sub-acidi, quali a titolo di esempio i territori della Lomellina, a scarsa vocazione zootecnica e in stato avanzato di desertificazione, ovvero scarsa concentrazione di sostanza organica nei suoli).
Un altro scopo della presente invenzione è di risolvere i limiti della tecnica nota sopra citati massimizzando le rese di conversione e abbattendo i costi legati all'impiego di reagenti.
Un altro scopo della presente invenzione è quello di produrre un fertilizzante correttivo valorizzando economicamente e ambientalmente un materiale che sarebbe stato considerato un rifiuto .
Un altro scopo della presente invenzione è l'abbattimento totale delle emissioni, finalizzato al recupero totale dei reagenti non reagiti, ottenendo un'alta efficienza effettiva del processo e abbassamento dei costi di gestione connessi, aderendo ai modelli di economia circolare, 0-waste e riuso e valorizzazione dei rifiuti, ove possibile.
Un altro scopo della presente invenzione è quello di produrre da un rifiuto un correttivo ammendante bilanciato nelle sue componenti minerali e organiche, in grado di fornire al terreno calcio, utile a rinforzare le pareti cellulari, in grado di correggere il pH di suoli acidi e sub-acidi e di apportare al terreno elevate quantità di sostanza organica (ottima alternativa ai reflui zootecnici su aziende locate in zone scarsamente popolate da allevamenti come ad esempio la Lomellina) .
Un altro scopo della presente invenzione è quello di fornire un trattamento elastico ed adattabile a qualsiasi refluo contenente sostanza organica, tra cui separato solido ottenuto a valle di un processo di digestione anaerobica, fanghi di depurazione civili, fanghi di depurazione industriale, separato solido di reflui zootecnici, fanghi e scarti agroalimentari e affini.
Questi ed altri scopi vengono raggiunti da un procedimento e un impianto della presente invenzione .
In un primo aspetto, la presente invenzione fornisce un procedimento per la produzione di carbonato di calcio da defecazione comprendente le fasi di:
- fornire reflui organici con un contenuto di solidi totali superiore al 10%, più precisamente compresi tra 10% e 80%;
- sottoporre detti reflui organici ad una prima fase di trattamento con ossido di calcio o latte di calcio e opzionalmente aggiunta di additivi, seguita da una seconda fase di trattamento con biossido di carbonio ottenendo carbonato di calcio di defecazione, in cui detta prima fase e detta seconda fase avvengono in un unico reattore;
- recuperare ammoniaca prodotta in detta prima fase e biossido di carbonio non reagito in detta seconda fase;
- ricircolo all'interno del reattore di detta ammoniaca recuperata e di detto biossido di carbonio recuperato oppure far reagire detta ammoniaca recuperata e detto biossido di carbonio recuperato ottenendo carbonato di ammonio, preferibilmente in uno scrubber in controcorrente, e opzionalmente, miscelare detto carbonato di calcio di defecazione ed almeno una parte del detto carbonato di ammonio.
In un secondo aspetto la presente invenzione fornisce un fertilizzante correttivo comprendente carbonato di calcio di defecazione ottenuto con un procedimento secondo l'invenzione.
Nel procedimento della presente invenzione, il trattamento della seconda fase può essere effettuato con biossido di carbonio in fase gassosa oppure in fase liquida oppure in fase solida .
I reflui organici utilizzati come materiale di partenza nel procedimento della presente invenzione possono materiali organici solidi e liquidi intimamente miscelati tra di loro.
I reflui organici utilizzati come materiale di partenza nel procedimento della presente invenzione possono contenere, anche prevalentemente, materiali organici di natura proteica, nella misura tra l'1% e il 30%, a seconda della natura della matrice, oltre che carboidrati, fibre e lipidi.
Esempi dì reflui organici utilizzati come materiale di partenza nel procedimento della presente invenzione sono separato solido ottenuto a valle di un processo di digestione anaerobica, fanghi di depurazione civili, fanghi di depurazione industriale, separato solido di reflui zootecnici, fanghi e scarti agroalimentari e affini .
Nel procedimento della presente invenzione detta prima fase e detta seconda fase avvengono all'interno dell'unico reattore sotto miscelazione, in condizioni adatte per ottenere tempi di residenza sufficienti prima alla reazione di idrolisi e igienizzazione completa del materiale solido poi alla reazione di formazione di carbonato di calcio.
In un secondo aspetto la presente invenzione fornisce un fertilizzante correttivo comprendente carbonato di calcio di defecazione ottenuto con un procedimento secondo l'invenzione.
In un terzo aspetto la presente invenzione fornisce un impianto di produzione di carbonato di calcio di defecazione caratterizzato dal fatto di comprendere un reattore dotato di una pluralità di ingressi di alimentazione e di almeno un'uscita di scarico, almeno un primo di tali ingressi essendo collegato a mezzi di alimentazione di un materiale organico, solido oppure liquido con contenuto di solidi totali di almeno 10% (preferibilmente tra 10% e 80%), e a mezzi di alimentazione di ossido di calcio. Il reattore (2) ha al suo interno un’unica camera formata essenzialmente da almeno due volumi contigui attraversati preferibilmente da un unico mescolatore che è adiacente al fondo di tale camera e che attraversa questi due volumi contigui. Il materiale organico è alimentato unitamente all'ossido di calcio al primo volume della camera, mentre in corrispondenza del secondo volume contiguo al primo è previsto un altro ingresso per l'introduzione di anidride carbonica nel secondo volume al fine di formare carbonato di calcio nel materiale organico proveniente da detto primo volume, per formare di carbonato di calcio di defecazione adatto a essere scaricato dall'uscita di scarico.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno maggiormente dalla descrizione dettagliata che segue e con l’ausilio della figura 1, che mostra una forma di realizzazione dell’impianto secondo il trovato.
La presente invenzione fornisce un procedimento e un impianto per la produzione di carbonato di calcio di defecazione e fertilizzanti correttivi, a partire da materiali organici solidi e liquidi con contenuto di solidi totali superiore al 10% (preferibilmente tra 10% e 80%), prevalentemente di natura proteica, i quali, intimamente miscelati tra loro, vengono sottoposti in condizioni controllate, ad idrolisi alcalina per trattamento con ossido di calcio e successivamente trattati con biossido di carbonio (CO2).
Questa operazione permette di convertire tali matrici organiche in fertilizzanti correttivi ammendanti ai sensi del D.Lgs. 75/2010, All. 3 Correttivi, Cap. 2.1 Correttivi calcici e magnesiaci .
Con il procedimento e l'impianto secondo l'invenzione si conseguono numerosi ed importanti vantaggi. In primo luogo dai fanghi vengono prodotti fertilizzanti correttivi e non più rifiuti in adesione alle direttive comunitarie volte a minimizzare lo smaltimento in discarica e massimizzare il recupero di nutrienti per i suoli agrari .
Detto impianto è essenzialmente formato da un insieme di attrezzature, strumentazioni e macchine per il carico, movimentazione dei materiali, loro trattamento e stoccaggi opportuni, come descritto in seguito con riferimento alla figura 1.
La presente invenzione fornisce un procedimento di produzione di carbonato di calcio di defecazione per uso agricolo e di formulazioni che lo contengono mediante una combinazione di semplici fasi procedurali e stadi di impianto per la produzione di fertilizzanti correttivi, mediante trattamento di reflui organici con contenuto di sostanza secca superiore al 10% (preferibilmente tra 10% e 80%), tra i quali i fanghi di depurazione disidratati, stabilizzati e non, in grado di raggiungere gli scopi proposti.
Nel procedimento della presente invenzione è previsto inserimento di ossido di calcio sia in forma idrata che come ossido in polvere, ottenendo l'ottimizzazione e efficientamento della reazione di idrolisi e igienizzazione del materiale, con flessibilità impiantistica idonea.
Il procedimento della presente invenzione prevede di operare secondo una logica a doppio stadio operativamente in unico stadio, e quindi in unico reattore agendo invece sulla tipologia di reagenti impiegati e sulla elevata efficienza.
Sono previsti due punti di recupero dell'ammoniaca (che si libera nella prima fase di idrolisi) e del CO2 non reagito nella seconda fase. Le due correnti, di ammoniaca e CO2, convergeranno, ad esempio in uno scrubber in controcorrente, e concorrono per la formazione di carbonato d'ammonio, che potrà essere inserito nel carbonato di defecazione prodotto al fine di aumentarne il titolo di azoto o in alternativa venduto separatamente come fertilizzante. Il recupero di ammoniaca e Co2 può permettere un abbattimento totale nelle emissioni dell'impianto.
Il procedimento comprende trattare i fanghi biologici disidratati (con contenuto di solidi totali ST >10% e preferibilmente inferiore o pari all '80%) prima con ossido di calcio, sia esso in polvere che disperso di soluzione acquosa (latte di calce), e poi con biossido di carbonio (sia esso in forma liquida o gas o altrimenti solido ovvero pellet o neve) per la produzione di un ammendante individuato dal D.Lgs. 75/2010 "Riordino e revisione della disciplina in materia di fertilizzanti, a norma dell'articolo 13 della legge 7 luglio 2009, n. 88, Allegato 3) Correttivi, Cap . 2) Correttivi, 2.1) Correttivi calcici e magnesiaci denominato carbonato di calcio di defecazione".
La realizzazione di un impianto di trattamento dei fanghi disidratati, come quello proposto nella presente invenzione, consiste nell'installazione di macchine, attrezzature e strumenti assemblati e interconnessi tra loro attraverso una gestione digitale e altamente automatizzata del sistema, attraverso software e hardware dedicati.
Il procedimento della presente invenzione comprende una combinazione di semplici fasi procedurali e stadi di impianto per la produzione di fertilizzanti correttivi, mediante trattamento di reflui organici con contenuto di sostanza secca superiore al 10% e preferibilmente inferiore o uguale a 80%, tra i quali i fanghi di depurazione disidratati, stabilizzati e non.
Nel procedimento della presente invenzione la CO2 può essere utilizzata in uno stato fisico differente dalla forma gassosa, cioè CO2 liquida o pellet di CO2 solidi permettendo di massimizzare le rese di conversione e abbattere i costi legati all'impiego di reagenti.
Nel procedimento della presente invenzione, possono essere ottimizzati i tempi di contatto e omogeneità di miscelazione e reazione, grazie all 'utilizzo di un mescolatore, ad esempio dotato di motore con inverter, opportunamente studiato per garantire tempi di residenza sufficienti prima alla reazione di idrolisi e igienizzazione completa del materiale solido, poi alla reazione di formazione di carbonato, con l'utilizzo dei reagenti nelle idonee forme fisiche (solide/liquide e gas) e quindi con flessibilità della scelta impiantistica ottimale.
Il procedimento della presente invenzione avviene in un unico reattore agendo sulla tipologia di reagenti impiegati e sulla elevata efficienza della macchina e sulla velocità di rotazione di un albero attraverso motore sotto inverter .
L'impianto secondo il trovato, indicato globalmente con il numero di riferimento 1, comprende un unico reattore 2 dotato di una pluralità di ingressi di alimentazione 21, 22, 23, 24 e di almeno un'uscita 25 di scarico della calce di defecazione.
Il reattore 2 presenta al suo interno un’unica camera o conca, chiusa preferibilmente a tenuta di gas e formata essenzialmente da due volumi contigui 31 e 32 attraversati preferibilmente da un unico mescolatore 3 adiacente al fondo della suddetta camera del reattore 2 e attraversante entrambi i volumi 31 e 32, preferibilmente per l’intera lunghezza del reattore.
Il mescolatore 3 può comprendere due alberi a pale (sinistro e destro) azionati da un rispettivo motore 4 con inverter in modo da ruotare sostanzialmente alla stessa velocità e con verso opposto, provocando il mescolamento e il lento avanzamento del materiale organico e dei reagenti immessi verso l'uscita di scarico 25 grazie all'inclinazione ad elica delle pale.
In corrispondenza di un primo ingresso 21 del reattore 2 viene alimentato al primo volume 31, attraverso mezzi di alimentazione di per sé noti, un materiale organico solido oppure un materiale organico liquido con contenuto di solidi totali superiore al 10% e preferibilmente compreso tra 10% e 80% (in seguito indicati indifferentemente con "A" e denominati anche "reflui organici" oppure "matrici organiche") unitamente a ossido di calcio (CaO), a un dosaggio compreso ad esempio tra il 2% e il 20% in peso rispetto alla quantità di materiale organico A alimentato.
Il materiale organico A alimentato all'ingresso 21 può essere un separato solido ottenuto a valle di un processo di digestione anaerobica, fanghi di depurazione civili, fanghi di depurazione industriale, o un separato solido di reflui zootecnici, fanghi e scarti agroalimentari e affini.
L'ossido di calcio introdotto nel primo volume 31 è preferibilmente in fase solida (polvere) o è disperso in una soluzione acquosa (calce idrata o "latte di calce").
Al fango formato dal materiale organico A e dall'ossido di calcio possono essere aggiunti additivi in corrispondenza di un ingresso opzionale 22, ad esempio per il raggiungimento di un titolo di CaO previsto dalla normativa di riferimento (per esempio 28% di CaO sulla sostanza secca del prodotto) e/o per enfatizzare ulteriormente le qualità di fertilizzante. Questi additivi possono essere carbonato di calcio, carbonato di calcio e magnesio, solfato di calcio oltre che additivi a base di N, P, K per incrementare ulteriormente le qualità fertilizzanti del prodotto e nello specifico a titolo di esempio urea, solfato d'ammonio (per il titolo di azoto N), perfosfato o superfosfato (per il titolo di P) , solfato/carbonato/cloruro di potassio (per il titolo di K).
Il condizionamento alcalino e la parallela igienizzazione del materiale organico A tramite l'ossido di calcio avviene nel primo volume 31 della camera interna del reattore 2 . La reazione di idrolisi alcalina porta alla formazione di un materiale biologico (in forma di fango) contenente proteine, idrolizzate in peptoni ed amminoacidi, che trascorso sufficiente tempo (ad esempio tra 120 e 180 secondi) nel primo volume 31 verrà trascinata nel secondo volume 32 della camera del reattore 2 dopo un idoneo tempo di residenza (ad e esempio tra 60 e 180 secondi) per garantire un intimo contatto tra tutte le particelle del materiale organico A e l'ossido di calcio inserito (in polvere o con calce idrata).
Il reattore 2 può vantaggiosamente comprendere, ad esempio in corrispondenza del primo volume 31, un punto di captazione o prelievo 26 dell'aria ricca di ammoniaca (NH3), liberata durante l'idrolisi delle componenti proteiche che, unitamente all'anidride carbonica (o biossido di carbonio) non reagita che può essere intercettata in corrispondenza di un'altra uscita di prelievo 27 del secondo volume 32 della camera del reattore 2, viene inviata a uno scrubber in controcorrente 6, o altra apparecchiatura, per la formazione e recupero di carbonato di ammonio (NH4)2CO3 e di bicarbonato di ammonio NH4HCO3 , i quali possono essere inseriti nel carbonato di calcio di defecazione all'uscita 25 del reattore che viene movimentato con nastri 28 verso una destinazione di stoccaggio 29 oppure possono essere raccolti per un uso separato.
In alternativa alla suddetta produzione di carbonato e bicarbonato di ammonio, l'anidride carbonica non reagita e l'ammoniaca recuperate possono essere fatte ricircolare all'interno del reattore 2 per aumentare le rese di produzione, minimizzando le perdite di anidride carbonica non reagita e massimizzando il contenuto di azoto all'interno del prodotto in uscita, elemento nutritivo indispensabile in un fertilizzante. Come mezzo di ricircolo si può usare almeno una pompa con l'aspirazione collegata ad almeno una delle uscite 26 e 27 e la mandata collegata ad almeno uno degli ingressi del reattore 2.
Nel secondo volume 32 è presente almeno un ulteriore ingresso 23, 24 per l'introduzione di biossido di carbonio o anidride carbonica (CO2) in tale volume 32 in forma gassosa o liquida o solida e in dosi pari al quantitativo di ossido di calcio addizionato nella fase precedente, al fine di formare carbonato di calcio (CaCO3) intimamente mescolato alla sostanza organica del fango e dunque la formazione di carbonato di calcio di defecazione che verrà scaricato dall'uscita 25.
In particolare, il secondo volume 32 della camera del reattore 2 comprende un sistema di sparger 5 o, in alternativa, di cannoni disposti in modo omogeneo sulla parte superiore del secondo volume 32 e nei quali viene alimentata l'anidride carbonica attraverso un terzo ingresso 24, ad esempio nelle sue forme gassosa o liquida opportunamente stoccata ad esempio a 5°C. La distribuzione dei cannoni o sparger 5 è tale da garantire efficienza di contatto e penetrabilità dell'anidride carbonica all'interno del fango proveniente dal primo volume 31. I cannoni o sparger 5 sono collocati all'interno del secondo volume 32 al fine di nebulizzare e disperdere omogeneamente l'anidride carbonica.
Vantaggiosamente, è preferibile che l'anidride carbonica venga dispersa nel secondo volume 32 in forma di neve e, a tal fine, si prevede una linea coibentata (ad esempio in inox oppure tubo in tubo) di collegamento tra un serbatoio criogenico di anidride carbonica e il terzo ingresso 24 oppure un quarto ingresso 23 del secondo volume 32 del reattore. In entrambi i casi, per disperdere l'anidride carbonica si utilizzano cannoni innevatori collegati agli ingressi 23 e/o 24 che, attraverso un'espansione immediata e la variazione di pressione, permettono il passaggio di stato da liquido/gas a neve/gas dell'anidride carbonica ad essi alimentata.
Opzionalmente, l'anidride carbonica può essere inserita in forma solida o pellet dal quarto ingresso 23 (qualora non venga utilizzato per il collegamento a un cannone innevatore) , avente eventualmente una tramoggia di carico, non illustrata, per dosare gradualmente l’anidride carbonica e permettere una completa miscelazione della stessa con il fango presente nel secondo volume 32 della camera del reattore 2. I pellet possono essere prodotti in-situ, attraverso pellettizzatori di ghiaccio secco, che convertono anidride carbonica liquida proveniente da un serbatoio criogenico in pellet/pastiglie, a seconda dell'estrusore selezionato. Il pellet così formato a valle del serbatoio criogenico può essere alimentato al reattore 2 attraverso il quarto ingresso 23.
La scelta tra le due opzioni si basa sulle portate effettive di fango da trattare e sui costi .
Il reattore 2 può ulteriormente comprendere due coltelli sminuzzatori (non illustrati) che frammentano ulteriormente il materiale prima di lasciarlo cadere dall'uscita 25 e due raschietti di fondo (non illustrati) che mantengono pulita la parete opposta alla conca, rimettendo contestualmente in materiale che tende ad aderire e fermarsi su tale parete.
In tutte le soluzioni di alimentazione di anidride carbonica al secondo volume 32 della camera del reattore 2, sopra descritte, il reattore 2 sarà chiuso e a tenuta, con aperture previste solo per l'ingresso del materiale organico da trattare e del carbonato di calcio, degli eventuali additivi, dell'anidride carbonica e con eventuali uscite per il sistema di aspirazione di anidride carbonica non reagita e il suo ricircolo e recupero dei fumi per abbattimento e/o recupero di ammoniaca.
Si è in pratica constatato come il trovato raggiunga il compito e gli scopi preposti.
Il trovato, così concepito, è suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell'ambito del concetto inventivo; inoltre, tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti.
In pratica, i materiali impiegati, nonché le dimensioni e le forme contingenti, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze e dello stato della tecnica.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Procedimento per la produzione di carbonato di calcio da defecazione comprendente le fasi di: - fornire reflui organici con un contenuto di solidi totali superiore al 10%; - sottoporre detti reflui organici ad una prima fase di trattamento con ossido di calcio o latte di calcio e opzionalmente aggiunta di additivi, seguita da una seconda fase di trattamento con biossido di carbonio ottenendo carbonato di calcio di defecazione, in cui detta prima fase e detta seconda fase avvengono, in un unico reattore; - recuperare ammoniaca prodotta in detta prima fase e biossido di carbonio non reagito in detta seconda fase; - ricircolo all’interno del reattore di detta ammoniaca recuperata e detto biossido di carbonio recuperato oppure far reagire detta ammoniaca recuperata e detto biossido di carbonio recuperato ottenendo carbonato di ammonio, e opzionalmente, miscelare detto carbonato di calcio di defecazione ed almeno una parte del detto carbonato di ammonio .
  2. 2. Procedimento secondo la rivendicazione 1 in cui il trattamento della seconda fase è effettuato con biossido di carbonio in fase gassosa oppure in fase liquida oppure in fase solida.
  3. 3. Procedimento secondo la rivendicazione 1 o la rivendicazione 2 in cui detti reflui organici contengono materiali organici di natura proteica.
  4. 4. Procedimento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detti reflui organici contengono uno o più tra separato solido ottenuto a valle di un processo di digestione anaerobica, fanghi di depurazione civili, fanghi di depurazione industriale, separato solido di reflui zootecnici, fanghi e scarti agroalimentari.
  5. 5. Procedimento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti in cui detti reflui contengono materiali organici soliti e liquidi intimamente miscelati tra di loro.
  6. 6. Procedimento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detta prima fase e detta seconda fase avvengono all'interno del detto unico reattore sotto miscelazione, in condizioni adatte per ottenere tempi di residenza adatti prima ad una reazione di idrolisi e igienizzazione completa del materiale solido nella prima fase poi alla reazione di formazione di carbonato di calcio nella seconda fase.
  7. 7. Fertilizzante correttivo comprendente carbonato di calcio di defecazione ottenuto con un procedimento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti.
  8. 8. Impianto di produzione di carbonato di calcio di defecazione caratterizzato dal fatto di comprendere un unico reattore (2) dotato di una pluralità di ingressi di alimentazione (21, 22, 23, 24) e di almeno un'uscita di scarico (25), almeno un primo di detti ingressi essendo collegato a mezzi di alimentazione di un materiale organico (A), solido oppure liquido con contenuto di solidi totali di almeno 10%, e a mezzi di alimentazione di ossido di calcio, detto reattore (2) avendo al suo interno un'unica camera formata essenzialmente da almeno due volumi contigui (31 e 32) attraversati preferibilmente da un unico mescolatore (3) che è adiacente al fondo di detta camera e che attraversa detti almeno due volumi (31 e 32), detto materiale organico (A) essendo alimentato assieme a detto ossido di calcio a un primo volume (31) di detti almeno due volumi di detta camera, detto reattore (2) essendo dotato, in corrispondenza di un secondo volume (32) di detti almeno due volumi, di almeno un altro ingresso (23, 24) per l'introduzione di anidride carbonica (C02) in detto secondo volume (32) al fine di formare carbonato di calcio (CaC03) mescolato al materiale organico proveniente da detto primo volume (31), per formare di carbonato di calcio di defecazione adatto a essere scaricato dall'uscita di scarico (25), detto impianto comprendendo ulteriormente mezzi di recupero dell'ammoniaca e/o dell'anidride carbonica non reagita collegati a detta camera, preferibilmente attraverso rispettive uscite (26, 27).
  9. 9. Impianto secondo la rivendicazione 8, in cui detti mezzi di recupero comprendono un'apparecchiatura di reazione adatta a ricevere detta ammoniaca e detta anidride carbonica non reagita da detta camera del reattore (2) e a generare carbonato di ammonio e/o bicarbonato di ammonio .
  10. 10. Impianto secondo la rivendicazione 9, in cui detto reattore (2) comprende, in corrispondenza del primo volume (31) un'uscita (26) di prelievo di ammoniaca del primo volume (31) e, in corrispondenza del secondo volume (32), un'uscita (27) di prelievo di anidride carbonica non reagita del secondo volume (32), dette uscite di prelievo essendo collegate a detta apparecchiatura di reazione per generare detto carbonato di ammonio e/o detto bicarbonato di ammonio .
  11. 11. Impianto secondo la rivendicazione 8, in cui detto reattore (2) comprende, in corrispondenza del primo volume (31) un'uscita (26) di prelievo di ammoniaca del primo volume (31) e, in corrispondenza del secondo volume (32), un'uscita (27) di prelievo di anidride carbonica non reagita del secondo volume (32), detti mezzi di recupero comprendendo mezzi di ricircolo collegati a dette uscite di prelievo e configurati per ricircolare detta ammoniaca e detta anidride carbonica non reagita all'interno del reattore (2) .
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