IT201800007849A1 - Dispositivo odontoiatrico - Google Patents

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IT201800007849A1
IT201800007849A1 IT102018000007849A IT201800007849A IT201800007849A1 IT 201800007849 A1 IT201800007849 A1 IT 201800007849A1 IT 102018000007849 A IT102018000007849 A IT 102018000007849A IT 201800007849 A IT201800007849 A IT 201800007849A IT 201800007849 A1 IT201800007849 A1 IT 201800007849A1
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Daniele Massano
Edoardo Emanuele Di
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Daniele Massano
Edoardo Emanuele Di
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    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61CDENTISTRY; APPARATUS OR METHODS FOR ORAL OR DENTAL HYGIENE
    • A61C8/00Means to be fixed to the jaw-bone for consolidating natural teeth or for fixing dental prostheses thereon; Dental implants; Implanting tools
    • A61C8/0048Connecting the upper structure to the implant, e.g. bridging bars
    • AHUMAN NECESSITIES
    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61CDENTISTRY; APPARATUS OR METHODS FOR ORAL OR DENTAL HYGIENE
    • A61C8/00Means to be fixed to the jaw-bone for consolidating natural teeth or for fixing dental prostheses thereon; Dental implants; Implanting tools
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Description

DESCRIZIONE
DISPOSITIVO ODONTOIATRICO
La presente invenzione ha per oggetto un dispositivo odontoiatrico del tipo precisato nel preambolo della prima rivendicazione.
In particolare, la presente invenzione ha per oggetto un dispositivo odontoiatrico in uso su utenti che necessitano di protesi dentarie e che è collocato principalmente nell’ambito della tecnica di implantologia con protesi di tipo fisso.
Come noto, in ambito odontoiatrico, le protesi sono atte a riabilitare morfofunzionalmente le arcate dentali con edentule singole multiple o totali.
La branca che si occupa dello studio e realizzazione della protesi può generalmente essere divisa in due macro classi di protesi, ossia protesi fisse e protesi mobili. La distinzione tra le due risiede principalmente nel fatto che esse possano o meno essere rimosse dalla cavità orale dal paziente stesso.
In particolare, la protesi fissa può essere cementata a denti naturali ed a impianti osteointegrati ma può anche essere avvitata agli impianti stessi.
La protesi fissa su impianti, a partire dagli anni ottanta, ossia da quando esiste la moderna implantologia con gli studi di Branemark, non è sostanzialmente mai stata modificata mantenendo il vincolo di fissaggio, tramite cementazione o avvitamento, con appoggio esclusivamente implantare ed assolutamente non gengivale.
La protesi mobile, che sia su edentulia parziale o totale, viene considerata tale quando il paziente ha la possibilità di rimuoverla. Questa può essere integrata per migliorare la stabilità nel cavo orale durante le funzioni fisiologiche e sociali dei pazienti con ganci a pilasti dentali o attacchi meccanici a pilastri implantari. Questo tipo di protesi ha quindi appoggio esclusivo gengivale e può essere integrato da ancoraggio dentale o implantare.
Esiste un particolare protocollo per protesi fissa implantare rivolto a riabilitare edentule totali dato dalla tecnica a carico immediato "all-on-four".
Tale tecnica, secondo il protocollo del Dr Malò o del Columbusbridge, prevede di risolvere la totale mancanza di denti o altre situazioni in cui i denti sono ormai compromessi inserendo quattro soli impianti dentali, da cui deriva il termine all-onfour, anche se in alcuni casi gli impianti a carico immediato potranno essere in numero maggiore, nella regione anteriore della mascella e della mandibola. La tecnica dell'implantologia dentale a carico immediato all-on-four si avvale di impianti inclinati che permettono di aumentare il poligono protesico, riducendo la lunghezza delle estensioni. Le percentuali di successo implantare oscillano tra il 97% e il 99% e quelle di successo protesico sono pari al 100%.
La tecnica nota descritta comprende alcuni importanti inconvenienti.
Con particolare riferimento alla tecnica con protesi di tipo fisso implantare del tipo all-on-four, sebbene a partire da Branemark a Malò siano cambiate le tecniche di inserimenti degli impianti, i metodi di fissaggio delle protesi agli impianti sono rimasti invariati e, nella fattispecie, sostanzialmente realizzati tramite giunzioni meccaniche a vite.
Pertanto, le protesi altresì note come Toronto, non solo non hanno avuto una evoluzione effettiva, ma sono rimaste legate ai vecchi inconvenienti.
Nel dettaglio, le protesi di tipo all-on-four non consentono all’utente di avere un adeguata igiene domiciliare, portando spesso a perimplantiti che causano la perdita dei pilastri implantari.
Inoltre, da un punto di vista odontoiatrico, il fissaggio della protesi all-on-four viene universalmente eseguito con microviti di titanio che, a causa dello sforzo meccanico a cui sono sottoposte, spesso si spaccano creando problematiche notevoli al clinico e, conseguentemente, al paziente o utente.
Inoltre, tale riabilitazione protesica induce l’utente a recarsi in clinica ogni sei mesi a scopi manutentivi. Gli apparati noti allo stato della tecnica attuale devono, infatti, essere disassemblati in maniera tale da svincolare la protesi e poterla detergere soprattutto in riferimento alle zone a cui per l’utente è impossibile arrivare.
In tali zone, se non viene svolta una corretta e tempestiva manutenzione, spesso si osservano infiammazioni perimplantari dovute, ad esempio, ad accumuli di cibo, placca e tartaro.
Tali inconvenienti sono, pertanto, connessi al fatto che l’utente non può rimuovere da solo la protesi ma ha bisogno di un odontoiatra specializzato con l’ulteriore conseguenza che, in caso di rottura meccanica della protesi, la vita dell’utente è condizionata, dovendo il medesimo rivolgersi ad una struttura specializzata.
Da tale necessità sorgono disagi sia all’utente che si trova condizionato nella propria quotidianità e sia agli operatori che devono affrontare urgenze nell’immediato. In questa situazione il compito tecnico alla base della presente invenzione è ideare un dispositivo odontoiatrico in grado di ovviare sostanzialmente ad almeno parte degli inconvenienti citati.
Nell'ambito di detto compito tecnico è un importante scopo dell'invenzione ottenere un dispositivo odontoiatrico che presenti una soluzione di fissaggio della protesi dentaria evoluto rispetto alle tecniche note insegnate a partire da Branemark a Malò. Un altro importante scopo dell'invenzione è realizzare un dispositivo odontoiatrico che consenta un agevole disassemblaggio delle protesi dentarie dai pilastri implantari o strutture similari.
In conseguenza di quanto detto, un ulteriore scopo dell’invenzione è realizzare un dispositivo che consenta ad un utente di rimuovere in totale autonomia le protesi a scopi manutentivi, mantenendo la stessa efficacia funzionale della protesi fissa. Pertanto, un ulteriore scopo dell’invenzione è ottenere un dispositivo odontoiatrico che riduca le complicazioni dovute alle emergenze inerenti alle eventuali rotture od infezioni derivanti dall’uso della tecnica nota.
Il compito tecnico e gli scopi specificati sono raggiunti da un dispositivo odontoiatrico come rivendicato nella annessa rivendicazione 1.
Soluzioni tecniche preferite sono evidenziate nelle rivendicazioni dipendenti.
Le caratteristiche ed i vantaggi dell’invenzione sono di seguito chiariti dalla descrizione dettagliata di esecuzioni preferite dell’invenzione, con riferimento agli uniti disegni, nei quali:
la Fig. 1 mostra un dispositivo odontoiatrico secondo l’invenzione assemblato ed in configurazione inclinata;
la Fig. 2 illustra un dispositivo odontoiatrico secondo l’invenzione assemblato ed in configurazione dritta;
la Fig.3 è un dispositivo odontoiatrico secondo l’invenzione non assemblato ed in configurazione inclinata;
la Fig. 4 rappresenta un dispositivo odontoiatrico secondo l’invenzione non assemblato ed in configurazione dritta;
la Fig. 5 è un dispositivo odontoiatrico secondo l’invenzione installato sulle porzioni ossee di un utente; e
la Fig. 6 rappresenta un kit di installazione odontoiatrico secondo l’invenzione nella fase di disassemblaggio.
Nel presente documento, le misure, i valori, le forme e i riferimenti geometrici (come perpendicolarità e parallelismo), quando associati a parole come "circa" o altri simili termini quali "pressoché" o "sostanzialmente", sono da intendersi come a meno di errori di misura o imprecisioni dovute a errori di produzione e/o fabbricazione e, soprattutto, a meno di una lieve divergenza dal valore, dalla misura, dalla forma o riferimento geometrico cui è associato. Ad esempio, tali termini, se associati a un valore, indicano preferibilmente una divergenza non superiore al 10% del valore stesso.
Inoltre, quando usati, termini come “primo”, “secondo”, “superiore”, “inferiore”, “principale” e “secondario” non identificano necessariamente un ordine, una priorità di relazione o posizione relativa, ma possono essere semplicemente utilizzati per più chiaramente distinguere tra loro differenti componenti.
Le misurazioni e i dati riportati nel presente testo sono da considerarsi, salvo diversamente indicato, come effettuati in Atmosfera Standard Internazionale ICAO (ISO 2533:1975).
Con riferimento alle Figure, il dispositivo odontoiatrico secondo l'invenzione è globalmente indicato con il numero 1.
Il dispositivo 1 preferibilmente è sostanzialmente un impianto odontoiatrico atto a consentire la riabilitazione di almeno parte delle arcate dentarie edentule.
Nel dettaglio, esso è preferibilmente del tipo a protesi fissa ed include, parzialmente, delle parti di impianto note allo stato della tecnica attuale.
Il dispositivo 1 preferibilmente comprende almeno un supporto di base 2 ed una protesi dentaria 3.
Preferibilmente, il supporto di base 2 è di tipo implantare e, pertanto, vincolato su di una porzione ossea di un utente.
Sostanzialmente, il supporto di base 2 è, ad esempio, un comune impianto usato nella tecnica all-on-four.
Preferibilmente, esso comprende una zona di aggancio 21 ed una zona di accoppiamento 22.
La zona di aggancio 21 è preferibilmente atta ad essere vincolata ad una cavità ricavata in una porzione ossea della bocca di un utente. Usualmente, tale zona di aggancio 21 include una porzione filettata o una porzione di attrito atta ad essere vincolata od incastrata all’interno di fori realizzati nelle zone ossee.
La zona di aggancio 21 può inoltre essere in un sol pezzo con la zona di accoppiamento 22, oppure preferibilmente è separata da essa.
In ogni caso, la zona di aggancio 21 e la zona di accoppiamento possono consentire, come avviene usualmente nella tecnica all-on-four, la disposizione di supporti di base 2 inclinati, o tilted, oppure dritti.
La zona di accoppiamento 22 è preferibilmente la zona atta ad essere disposta in corrispondenza della gengiva di un utente. Tale zona di accoppiamento 22, pertanto, sporge dalla gengiva ed è visibile ad occhio nudo.
La zona di accoppiamento 22 è, come detto, preferibilmente separata dalla zona di aggancio 21. Pertanto, per assicurare il vincolo non labile tra le due porzioni, vengono utilizzati dei congegni di vincolo come delle viti di accoppiamento.
In ogni caso, preferibilmente, il supporto di base 2 è destinato a rimanere entro le sedi realizzate ed a non venir rimosso.
La protesi 3 è quindi atta ad essere removibilmente vincolata al supporto di base 2. Nel dettaglio, la protesi dentaria 3 è atta ad essere removibilmente vincolata al supporto di base 2 in corrispondenza della zona di accoppiamento 22, ossia in corrispondenza della zona gengivale.
La protesi 3 sostanzialmente include un dente artificiale ed eventualmente anche delle porzioni di gengiva artificiale. Anche le protesi 3 sono sostanzialmente già note allo stato della tecnica attuale.
Preferibilmente, la protesi 3 è una protesi di tipo implantare e che non include un appoggio mucoso. Essa può includere anche esclusivamente un dente artificiale. Le protesi 3 possono anche includere una porzione di arcata dentaria, o un ponte, o un’intera arcata a seconda delle necessità dell’utente. Preferibilmente, come insegnato dalla tecnica nota all-on-four, quando le protesi 3 includono una pluralità di denti di una arcata anche i supporti di base 2 possono essere più di uno. Ad esempio, i supporti di base 2 possono essere anche quattro, cinque o sei.
Il dispositivo 1 comprende, quindi, dei mezzi di vincolo 4.
I mezzi di vincolo 4 sono preferibilmente atti ad interconnettere operativamente la protesi 3 ed il supporto di base 2 in maniera fissa.
In particolare, vantaggiosamente, i mezzi di vincolo 4 vincolano il supporto di base 2 e la protesi 3 realizzando almeno una forza di attrazione F reciproca tra il supporto di base 2 e la protesi 3.
La forza di attrazione F è opportunamente magnetica. Pertanto, la forza di attrazione F è una forza agente indipendentemente dall’effettivo contatto tra il supporto di base 2 e la protesi 3 come invece avviene per la forza di attrito o la reazione vincolare derivante dei vincoli di incastro.
Più nel dettaglio, i mezzi di vincolo 4 definiscono una direzione di vincolo 4a ed un piano di vincolo 4b.
La direzione di vincolo 4a è preferibilmente la direzione lungo la quale i mezzi di vincolo 4 realizzano la forza di attrazione F.
Inoltre, la direzione di vincolo 4a è sostanzialmente la direzione di allineamento del supporto di base 2 con la protesi 3. Per questo motivo, preferibilmente, la protesi 3 ed il supporto di base 2 possono essere removibilmente vincolati esclusivamente essendo movimentati lungo la direzione di vincolo 4a.
Il piano di vincolo 4b è invece un piano perpendicolare alla direzione di vincolo 4a. Preferibilmente tale piano di vincolo 4b è sostanzialmente allineato con la superficie gengivale di un utente ed è concorde con la zona di accoppiamento 22.
I mezzi di vincolo 4 comprendono una prima porzione di interferenza 20 ed una seconda porzione di interferenza 30.
La prima porzione di interferenza 20 è preferibilmente solidale con il supporto di base 2. La seconda porzione di interferenza 30 è preferibilmente solidale con la protesi 3.
Con il termine solidale si intende che le porzioni di interferenza 20, 30 sono almeno vincolate rispettivamente al supporto di base 2 ed alla protesi 3. Più opportunamente, la prima porzione di interferenza 20 è parte del supporto di base 2. Preferibilmente, la prima porzione di interferenza 20 è parte della zona di accoppiamento 22. La seconda porzione di interferenza 30 è invece parte preferibilmente della protesi 3.
Pertanto, sostanzialmente, i mezzi di vincolo 4 sono definiti dalle zone di accoppiamento del supporto di base 2 e della protesi 3.
Le porzioni di interferenza 20, 30 sono atte ad interferire reciprocamente. In particolare, esse impediscono il movimento reciproco tra la protesi 3 ed il supporto di base 2 lungo il piano di vincolo 4b. Inoltre, come detto, la forza di attrazione F è parallela od allineata rispetto alla direzione di vincolo 4a.
Tale forza di attrazione F è preferibilmente realizzata dalle stesse porzioni di interferenza 30, 30.
Al fine di poter garantire i suddetti accoppiamento, le porzioni di interferenza 20, 30 possono realizzare una pluralità di configurazioni.
Preferibilmente, le porzioni di interferenza 20, 30 sono reciprocamente controsagomate.
In questo modo, viene garantito l’incastro tra la protesi 3 ed il supporto di base 2 lungo il piano di vincolo 4b. Tuttavia, a seconda delle geometrie scelte, possono essere concessi alcuni movimenti o meno.
Ad esempio, se la prima porzione di interferenza 20 è discoidale e la seconda porzione di interferenza 30 è ad anello ed atta ad essere adagiata attorno alla porzione discoidale, viene garantita l’ostruzione alle traslazioni nel piano di vincolo 4b, ma viene concessa la rotazione locale reciproca tra il supporto di base 2 e la protesi 3 ad esempio lungo la direzione di vincolo 4a.
Se tuttavia la prima porzione di interferenza 20 e la seconda porzione di interferenza 30 presentano delle geometrie differenti, ad esempio a quadrilatero, o degli elementi di blocco alla rotazione, viene garantito il perfetto accoppiamento tra il supporto di base 2 e la protesi 3 nel piano di vincolo 4b.
Con perfetto accoppiamento di intende che tra portesi 3 e supporto di base 2 non vi sono gradi di libertà.
La forza di attrazione F magnetica può essere realizzata secondo diverse configurazioni.
Preferibilmente, almeno una tra le porzioni di interferenza 20, 30 comprende un magnete permanente e l’altra delle porzioni di interferenza 20, 30 comprende un materiale ferromagnetico.
Alternativamente, entrambe le porzioni di interferenza 20, 30 comprendono un magnete permanente ciascuna.
In un’altra configurazione alternativa, una delle porzioni di interferenza 20, 30 comprende un elettromagnete e l’altra comprende un elemento a scelta tra un magnete permanente ed un materiale ferromagnetico.
Dalle scelte dei materiali derivano vari possibili metodi di installazione, nonché differenti capacità di accoppiamento.
Infatti, ad esempio, due magneti permanenti opportunamente polarizzati possono realizzare una forza di attrazione F magnetica molto forte che si traduce in un vincolo molto resistente.
Inoltre, se in presenza di un elettromagnete, quest’ultimo può essere polarizzato opportunamente sia per incrementare la forza di attrazione F che per ridurre la forza di attrazione F.
A tal proposito, i mezzi di vincolo 4 possono comprendere una ulteriore porzione di accumulo 40. La porzione di accumulo è preferibilmente disposta tra il supporto di base 2 e la protesi 3.
In particolare, la porzione di accumulo è disposta tra essi in maniera tale da percepire i differenti serraggi dell’accoppiamento tra il supporto di base 2 e la protesi 3.
Nel dettaglio, la porzione di accumulo può essere disposta tra le porzioni di interferenza 20, 30 ed addirittura fare parte di una o più delle porzioni di interfernza 20, 30.
Preferibilmente, i mezzi di accumulo 40 fanno parte della seconda porzione di interferenza 30.
Inoltre, la porzione di accumulo 40 comprende materiale piezoelettrico atto a deformarsi in maniera proporzionale ad ogni variazione di razione vincolare tra le porzioni di interferenza 20, 30. Ad esempio, la porzione di accumulo 40 è atta a percepire ogni situazione in cui l’utente stringe maggiormente i denti o effettua delle pressioni sulla porzione comprendete le protesi 3 dentarie.
Inoltre, la protesi 3 può comprendere dei mezzi di accumulo 31.
I mezzi di accumulo 31 possono comprendere qualsiasi accumulatore di energia elettrica che sia compatibile con le dimensioni, ad esempio, delle protesi 3.
Ad esempio, essi possono comprendere un micro condensatore o dispositivi similari. Pertanto, preferibilmente, i mezzi di accumulo 31 sono operativamente connessi alla porzione di accumulo 40. Preferibilmente, i mezzi di accumulo 31 sono atti ad accumulare almeno parte dell’energia elettrica generata dalla porzione di accumulo 40.
Quest’ultimo aspetto può essere vantaggioso, ad esempio, nel caso in cui la prima porzione di interferenza 20 sia comprenda un magnete permanente e la seconda porzione di interferenza 30 comprenda un elettromagnete.
In questo caso, infatti, l’energia accumulata dai mezzi di accumulo 31 potrebbe essere utilizzata per attivare l’elettromagnete ed annullare la forza di attrazione F magnetica tra il supporto di base 2 e la protesi 3. È, infatti, sufficiente generare un campo magnetico correttamente polarizzato, ad esempio della stessa polarità, per realizzare una forza repulsiva o attenuare la forza di attrazione F tra il supporto di base 2 e la protesi 3.
Pertanto, il dispositivo 1 potrebbe far parte di un kit di installazione odontoiatrico. Il kit di installazione odontoiatrico potrebbe quindi comprendere il dispositivo 1 ed un apparato di controllo 10.
L’apparato di controllo 10 potrebbe quindi essere integrato all’interno, per esempio, della protesi 3. Oppure esso potrebbe essere esterno.
In generale, a prescindere dalla configurazione delle porzioni di interferenza 20, 30, i mezzi di vincolo 4 definiscono un campo magnetico definente una polarità di vincolo. L’apparato di controllo 10 è preferibile atto a generare a comando un campo magnetico definente una polarità di controllo.
La polarità di controllo e la polarità di vincolo sono tali da realizzare un campo magnetico globale, risultante dai due campi magnetici del dispositivo 1 e dell’apparato di controllo 10, definente almeno una intensità propria inferiore ad una soglia predeterminata.
L’apparato di controllo 10 potrebbe essere quindi uno switch connesso operativamente ai mezzi di accumulo 31 ed alla seconda porzione di interferenza 30.
Oppure potrebbe essere un dispositivo esterno atto ad interferire, quando avvicinato al dispositivo 1, con il campo magnetico del dispositivo 1 in maniera tale da ridurre la forza di attrazione F al di sotto di una soglia predeterminata.
Tale soglia può anche essere nulla, oppure potrebbe essere negativa, ossia sostanzialmente riferita alla realizzazione di una forza repulsiva.
Pertanto, l’invenzione comprende un nuovo procedimento di manutenzione odontoiatrico. Il procedimento comprende preferibilmente il suddetto kit di installazione odontoiatrico.
Inoltre, esso comprende opportunamente almeno una fase di disaccoppiamento in cui il supporto di base 2 e la protesi 3 sono reciprocamente svincolate.
La fase di disaccoppiamento, preferibilmente, consiste nell’attivazione dell’apparato di controllo 10 in maniera tale da ridurre la forza di attrazione F reciproca tra il supporto di base 2 e la protesi 3 così da consentire il disaccoppiamento del supporto di base 2 e la protesi 3 lungo la direzione della forza di attrazione F.
Nel procedimento di manutenzione possono, inoltre, essere previste altre fasi come la fase di accoppiamento.
La fase di accoppiamento può ad esempio consistere nell’avvicinamento, lungo la direzione di vincolo 4a, del supporto di base 2 alla protesi 3. Tale fase viene realizzata automaticamente in virtù della forza di attrazione F magnetica ad esempio generata da un magnete permanente in prossimità di un altro magnete permanente opportunamente polarizzato o di un materiale ferromagnetico.
Il funzionamento del dispositivo odontoiatrico 1 precedentemente descritti in termini strutturali è il seguente.
L’operatore clinico, dopo aver installato sulle porzioni ossee di un utente il od i supporti di base 2, può disporre la protesi 3 sui supporti di base 2 o sul supporto di base 2.
Inoltre, l’operatore clinico può disaccoppiare protesi 3 e supporti di base 2 ad esempio tramite l’ausilio di un apparato di controllo 10 integrato nel dispositivo 1 o esterno.
Allo stesso modo, un utente può effettuare le operazioni di accoppiamento o disaccoppiamento senza particolari problematiche.
Il dispositivo odontoiatrico 1 secondo l’invenzione consegue importanti vantaggi. Infatti, il dispositivo odontoiatrico 1 presenta una soluzione di fissaggio completamente evoluta rispetto alle soluzioni esistenti allo stato della tecnica attuale e che comportano delle lavorazioni specifiche da parte di un operatore professionale.
Nel dettaglio, il vantaggio più rilevante è dato dal fatto che il disassemblaggio, e successivo assemblaggio, del supporto di base 2 e della protesi 3 è molto rapido e non necessita di competenze particolari.
Quindi, il dispositivo 1 consente ad un qualsiasi utente di effettuare dei cicli di manutenzione più frequenti in totale autonomia rispetto ai centri specializzati.
In conseguenza di ciò, un altro importante vantaggio è dato dal fatto che sono ridotte sia le probabilità di infezione della gengiva dell’utente che il numero di emergenze riferite all’insorgere di tali infezioni.
È importante sottolineare che il dispositivo odontoiatrico 1 consente di ottenere una protesi dentaria removibile avente le stesse efficienze, in termini di stabilità, delle protesi fisse, ma senza avere la necessità di ricorrere ad appoggio mucosi, ma esclusivamente implantare.
L’invenzione è suscettibile di varianti rientranti nell'ambito del concetto inventivo definito dalle rivendicazioni.
In tale ambito tutti i dettagli sono sostituibili da elementi equivalenti ed i materiali, le forme e le dimensioni possono essere qualsiasi.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo (1) odontoiatrico comprendente almeno: - un supporto di base (2) di tipo implantare vincolato su di una porzione ossea di un utente, - una protesi (3) dentaria atta ad essere removibilmente vincolata a detto supporto di base (2), - mezzi di vincolo (4) atti ad interconnettere operativamente detta protesi (3) e detto supporto di base (2) in maniera fissa, e caratterizzato dal fatto che - detti mezzi di vincolo (4) vincolano detto supporto di base (2) e detta protesi (3) realizzando almeno una forza di attrazione (F) reciproca di tipo magnetico tra detto supporto di base (2) e detta protesi (3).
  2. 2. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 1, in cui detti mezzi di vincolo (4) definiscono almeno una direzione di vincolo (4a), un piano di vincolo (4b) perpendicolare a detta direzione di vincolo (4a) e comprendono almeno una prima porzione di interferenza (20) solidale a detto supporto di base (2) ed una seconda porzione di interferenza (30) solidale a detta protesi (3), dette porzioni di interferenza (20, 30) impedendo il movimento reciproco tra detta protesi (3) e detto supporto di base (2) lungo detto piano di vincolo (4b) e detta forza di attrazione (F) essendo parallela od allineata rispetto a detta direzione di vincolo (4a).
  3. 3. Dispositivo secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui detto supporto di base (2) e detta protesi (3) possono essere removibilmente vincolati esclusivamente essendo reciprocamente movimentati lungo detta direzione di vincolo (4a).
  4. 4. Dispositivo secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui dette porzioni di interferenza (20, 30) sono reciprocamente contro-sagomate.
  5. 5. Dispositivo secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui almeno una tra dette porzioni di interferenza (20, 30) comprende un magnete permanente e l’altra di dette porzioni di interferenza (20, 30) comprende uno a scelta tra un magnete permanente e materiale ferromagnetico.
  6. 6. Dispositivo secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui almeno una tra dette porzioni di interferenza (20, 30) comprende un elettromagnete e l’altra di dette porzioni di interferenza (20, 30) comprende uno a scelta tra un magnete permanente e materiale ferromagnetico.
  7. 7. Dispositivo secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui detti mezzi di vincolo (4) comprendono almeno una porzione di accumulo (40) disposta tra dette supporto di base (2) e detta protesi (3), detta porzione di accumulo (40) comprendendo materiale piezoelettrico atto a deformarsi in maniera proporzionale ad ogni variazione di reazione vincolare tra dette porzioni di interferenza (20, 30).
  8. 8. Dispositivo secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui detta protesi (3) comprende dei mezzi di accumulo (31) operativamente connessi a detta porzione di accumulo (40), detti mezzi di accumulo (31) essendo atti ad accumulare almeno parte dell’energia elettrica generata da detta porzione di accumulo (40).
  9. 9. Kit di installazione odontoiatrico comprendente il dispositivo (1) di almeno una rivendicazione precedente ed un apparato di controllo (10), detti mezzi di vincolo (4) realizzando un campo magnetico definente una polarità di vincolo e detto apparato di controllo (10) essendo atto a generare a comando un campo magnetico definente una polarità di controllo, dette polarità di vincolo e dette polarità di controllo essendo tali da realizzare un campo magnetico globale definente almeno una intensità propria inferiore ad una soglia predeterminata.
  10. 10. Procedimento di manutenzione odontoiatrico comprendente il kit di installazione della rivendicazione precedente, comprendente almeno una fase di disaccoppiamento in cui detto supporto di base (2) e detta protesi (3) sono reciprocamente svincolate, detta fase di disaccoppiamento essendo caratterizzata dal fatto di attivare detto apparato di controllo (10) in maniera tale da ridurre la forza di attrazione (F) reciproca tra detto supporto di base (2) e detta protesi (3) così da consentire il disaccoppiamento di detto supporto di base (2) e detta protesi (3) lungo la direzione di detta forza di attrazione (F).
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