IT201800007396A1 - Sistema di tipo perfezionato per il prelievo di campioni biologici, preferibilmente ematici, provvisto di dispositivo anti-riflusso. - Google Patents

Sistema di tipo perfezionato per il prelievo di campioni biologici, preferibilmente ematici, provvisto di dispositivo anti-riflusso. Download PDF

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hypodermic needle
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blood
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IT102018000007396A
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Francesco Schittini
Guido Bergamini
Dino Cagetti
Original Assignee
Francesco Schittini
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Description

Brevetto per invenzione industriale da titolo:
“SISTEMA DI TIPO PERFEZIONATO PER IL PRELIEVO DI CAMPIONI BIOLOGICI, PREFERIBILMENTE EMATICI, PROVVISTO DI DISPOSITIVO ANTI-RIFLUSSO.”
Il presente trovato ha per oggetto un sistema perfezionato per il prelievo di campioni biologici, specialmente ematici, tale perfezionamento essendo ottenuto mediante l’applicazione di un dispositivo anti-riflusso applicato ad un particolare punto del detto sistema di prelievo utilizzante provette in cui è praticato un vuoto controllato definite anche “vacuteiner”.
Precisamente il sistema In particolare è migliorativo rispetto ai sistemi comunemente in uso grazie alla interposizione di un dispositivo antiriflusso detto anche backflow posto nello spazio che intercorre tra l’ago ipodermico di prelievo e l’ago di perforazione del tappo della provetta sotto vuoto controllato, detta provetta di seguito sarà indicata col nome “vacutainer”, come comunemente definita nel gergo specializzato dell’ambiente ospedaliero e dei prelievi in genere.
Generalmente i sistemi di prelievo sono costituiti da:
1) un ago ipodermico sterile provvisto di cappuccio protettivo rigido in materiale plastico;
2) un elemento definibile come “elemento di unione”, tale termine, “elemento di unione” sarà chiaro in seguito nella descrizione, detto “elemento di unione” sarà provvisto di una estremità tronco-conica, realizzata secondo il principio di Morse, alla cui estremità opposta, a quella conica, è realizzata una filettatura, definibile a “passo rapido”, che termina, dopo detta filettatura, con un ago di perforazione coperto da un cappuccio plastico perforabile. Detto “elemento di unione” essendo provvisto di un canale longitudinale che lo attraversa interamente;
3) un “elemento conformato in guisa di un bicchiere”, tale elemento essendo provvisto, nella sua parte di fondo chiusa, di un foro filettato con filettatura (madrevite) “a passo rapido” corrispondente alla filettatura “a passo rapido” dell’elemento descritto al punto precedente.
4) Da una provetta a vuoto controllato (di seguito definita per semplicità “vacutainer”). Tale sistema suesposto viene composto e conseguentemente opera, nell’uso odierno, nel seguente modo:
1) Composizione del sistema:
– l’ago ipodermico (punto 1 descrizione componenti) completo di cappuccio di protezione, viene posto in accoppiamento, mediante la sua parte interna conica, con la parte conica esterna “dell’elemento di unione” (punto 2 descrizione componenti);
– “l’elemento di unione” (punto 2 descrizione componenti), così accoppiato all’ago ipodermico (punto 1 descrizione componenti), verrà quindi accoppiato avvitando la sua parte opposta filettata sul fondo dell’elemento definito come “elemento conformato in guisa di un bicchiere” (punto 3 descrizione componenti), ovvero si accoppieranno mediante le rispettive parti corrispondenti filettate (vite e madrevite) definite “a passo rapito”, si precisa che, l’ago che è coperto da un cappuccio in materiale plastico perforabile, posto all’estremità finale della filettatura “dell’elemento di unione”, sporgerà in tal modo centralmente, coassialmente e longitudinalmente all’interno del detto “elemento conformato in guisa di un bicchiere”;
– a questo punto si sistemerà la provetta “vacutainer” (punto 4 descrizione componenti) inserendola, senza perforarla, nella parte cava “dell’elemento definito come conformato in guisa di un bicchiere” (punto 3 descrizione componenti).
2) Operatività del sistema:
- Il sistema così descritto, come sopra, sarà primariamente liberato del cappuccio rigido di protezione dell’ago ipodermico;
- Conseguentemente l’ago ipodermico sarà inserito nella vena del soggetto dell’esame;
- Quasi immediatamente all’operazione precedente, di inserimento dell’ago ipodermico in vena, l’operatore schiaccerà la provetta “vacuteiner” contro il fondo dell’elemento conformato in guisa di un bicchiere e, conseguentemente, perforerà il tappo della detta provetta “vacuteiner” mediante l’ago posto all’estremità filettata dell’elemento di unione accoppiato all’elemento conformato in guisa di un bicchiere ed in esso sporgente al suo interno centralmente, coassialmente e longitudinalmente, così facendo il sangue del soggetto in esame fluirà attraverso il sistema descritto sfociando nella provetta “vacuteiner”.
In casi differenti sarà applicato un ago ipodermico provvisto di “alette” per stabilizzarlo in vena del soggetto del prelievo, detto anche “a farfalla” e conseguentemente, dalla parte opposta all’ago a farfalla, si perforerà una provetta “vacuteiner”.
Entrambe i sistemi non tengono conto di un fattore molto importante, ovvero il flusso retrogrado (back flow) del campione biologico, in questo caso sangue, che avviene nel momento del prelievo.
Tale flusso retrogrado può implicare il rientro di una minima parte di materiale biologico, prelevato, nel torrente circolatorio e, conseguentemente, contaminare il soggetto dell’esame come già definito dall’autore della presente privativa industriale in una sua precedente domande di brevetto di perfezionamento delle provette “vacuteiner".
Brevemente, i tappi delle provette “vacuteiner” che recano la dizione “sterile internamente” non sono altresì sterili esternamente e quindi sono ricoperti di cariche batteriche e virali che possono essere dannose, se non letali (pensiamo a soggetti immunodepressi), per i soggetti di prelievi proprio per il back-flow, o reflusso del materiale biologico unito ai batteri, o virus raccolti durante la perforazione del tappo non sterile esternamente, nel brevetto precedente si è posto un nuovo tipo di soluzione per evitare la raccolta di cariche batteriche e/o virali nell’esecuzione della perforazione per il prelievo di campioni biologici, in particolare sanguigni.
Al fine di azzerare praticamente tali rischi si è aggiunta, a tale soluzione, anche quella del presente trovato di seguito descritta.
Il tipo di considerazione suesposta viene considerata teorica, ma da studi fatti e simulazioni eseguite si è dimostrato che non è poi così una considerazione tanto teorica e priva di fondamento, ma una realtà molto pericolosa.
Precisamente si è studiato e simulato, da parte dell’autore della presente privativa industriale, un vaso sanguigno artificiale in cui vengono variate le pressioni di flusso di materiale biologico, simile a quello ematico, ovvero vengono date, nel vaso sanguigno di simulazione, pressioni che simulano le pressioni sistoliche e diastoliche di un corpo umano così da avere un simulacro il più possibile rispondente ad un vaso umano per il prelievo dei campioni ematici.
Si è riscontrato che, simulando un prelievo di sangue con i metodi suesposti, oltre ad una sorta di “colpo di ariete”, che si verifica quando la provetta “vacuteiner” si riempie e che conseguentemente a detto riempimento rimanda una piccola quantità di sangue indietro nel sistema di prelievo, vi è soprattutto una sorta di richiamo, detto anche flusso retrogrado, o back flow, nel torrente circolatorio, del materiale biologico prelevato, detto flusso retrogrado essendo dovuto ad un periodo di “depressione” che si verifica tra i due picchi pressori, i.e. quello sistolico e quello diastolico. Detto periodo di depressione tra sistole e diastole richiama, dalla provetta e/o dal sistema di prelievo sopra descritto, una discreta quantità di campione ematico contaminato da eventuali batteri presenti sulla superficie esterna del tappo della “vacuteiner”.
Il tutto, si ripete, è stato simulato con elementi liquidi che hanno caratteristiche fisiche in tutto e per tutto rispondenti a quelle del sangue al fine di realizzare una simulazione il più possibile corrispondente alla realtà, che ha altresì dato risultati rispondenti a quanto supposto teoricamente,
Per quanto esposto e da studi effettuati da alcuni ricercatori che hanno collaborato all’ideazione ed allo sviluppo di questo sistema di prelievo perfezionato si sono resi noti tutti i difetti, le limitazioni e gli inconvenienti che sono dannosi per la salute e che possono anche portare alla morte dei soggetti del prelievo.
Scopo del presente trovato è quello di ovviare a tali problematiche summenzionate e ciò è realizzato con l’oggetto della presente privativa industriale che verrà di seguito descritta e rivendicata con riferimento ai disegni alleati che sono altresì realizzati in una preferita forma realizzativa e non limitativa al solo fine di agevolare la descrizione del presente trovato senza peraltro limitare e/o uscire da quanto in oggetto della presente invenzione.
Precisamente si avrà che:
- La figura 1 è una rappresentazione schematica nelle tre viste ortogonali della valvola applicata al sistema tradizionale di prelievo;
- La figura 2 è una vista della valvola sezionata secondo la linea I-I di figura 1; - La figura 3 è una vista laterale esterna dei particolari costituenti il sistema perfezionato in oggetto quindi comprensivo della valvola di figura 1; - La figura 4 è una vista sezionata secondo la linea I-I del sistema di figura 3 con evidenziati, ingrandendoli, i singoli particolari, più precisamente i loro punti di unione;
- La figura 5 è una vista del sistema assemblato con un ingrandimento della zona in cui è posizionata la valvola anti riflusso in posizione di chiusura con relative frecce rappresentanti il flusso dei fluidi biologici;
- La figura 6 è una vista del sistema assemblato, come figura 5, ma recante la valvola in posizione di apertura con relativa schematica rappresentazione, mediante frecce, del flusso del campione biologico.
Con riferimento alle figure suesposte si sottolinea che i particolari comuni saranno richiamati con gli stessi riferimenti numerici, o letterari.
Si precisa altresì che alcune rappresentazioni dei particolari oggetto del presente trovato sono state eseguite senza rispettare alcune norme di rappresentazione grafica al fine di evidenziare maggiormente i particolari del presente trovato e le loro caratteristiche.
Con particolare riferimento alle figure 1 e 2 si descriverà la valvola 1 applicata al sistema S di prelievo. Precisamente si noterà che la valvola antiriflusso (back flow) 1 avrà una conformazione esterna, del suo elemento di chiusura ed apertura, assimilabile ad un “becco” 11 e che esso (11) è costituito da due parti speculari e simmetriche 111 leggermente appiattite nella loro parte esterna 1111, che (111) vanno, tra loro, in appoggio e chiusura con la loro parte interna piatta 112 ed un breve tratto 113.
Detto becco 11 e più precisamente le sue (11) parti speculari simmetriche 111 termineranno rispettivamente con un breve tratto rettilineo 113.
Posteriormente a tale “becco” 11, ovvero dalla parte opposta alle parti appiattite speculari e simmetriche 111, si estenderà assialmente e longitudinalmente rispetto ad esso (11) un primo elemento cilindrico 12 di raggio pari alla dimensione trasversale dell’elemento di apertura e chiusura “becco” 11, ovvero dimensione pari al breve tratto 113 dell’elemento “becco”11. Detto elemento cilindrico 12 si estenderà quindi in senso opposto al “becco” 11 per un opportuno tratto 120. A detto elemento 12, precisamente al termine del suo opportuno tratto di estensione (mantello cilindrico) 120 seguirà un secondo elemento 13, anch’esso cilindrico, con raggio di base discretamente superiore a quello dell’elemento 12 e che si estenderà, nella stessa direzione dell’elemento 12 per un idoneo tratto (mantello cilindrico) 130 terminando con una parte piana circolare di base 131. Si noterà che tra l’elemento 12 e l’elemento 13, a causa della variazione di diametri tra essi (12-13), tra i loro due tratti (120-130) vi sarà un breve tratto anulare 132, ortogonale, o trasversale ad essi ed all’asse longitudinale dell’elemento valvola 1. La valvola di non ritorno 1 essendo provvista, altresì, di un foro assiale 14 concentrico che ha orifizio di partenza dalla base cilindrica 131 dell’elemento 13. Detto foro assiale concentrico 14 lo attraverserà (1), quasi completamente, passando (14) nell’elemento 12 ed attraversandolo sfocerà (14), senza attraversarlo completamente, nell’elemento di chiusura ed apertura detto “becco” 11, ma in tale tratto (11) lo farà diminuendo, in esso (11), il suo “lume” sino ad azzerarsi e lo farà (14) seguendo l’inclinazione esterna dell’elemento a “becco” 11, mantenendo così il contatto e la chiusura tra i due elementi a “becco” (11), precisamente manterrà il contatto della loro parte 112, che è praticamente una superficie di contatto, e la continuità del breve tratto rettilineo 113, ovvero permetterà al breve tratto 113 di non avere soluzioni di continuità dovute alla prosecuzione del foro 14 nel tratto 11 mantenendo, in situazione di riposo, la chiusura ermetica la valvola 1 stessa.
Il tutto anche facilmente rilevabile anche da figura 2 che illustra in sezione secondo la linea I-I di figura 1 la conformazione interna della valvola 1 mostrando il foro 14 ed il suo (14) sviluppo assimilabile ad un’ellisse, se visto in pianta, all’interno della valvola 1, con le superfici di contatto 112, tra gli elementi 11, ed anche il breve tratto rettilineo 113 di contatto, il tutto in posizione, o condizione di riposo della valvola 1.
Descritto sommariamente l’elemento valvola 1 si farà riferimento alle figure 3, 4, 5 e 6 per una sommaria descrizione degli elementi del sistema S di prelievo, cui è unita la valvola 1 oggetto del presente trovato e, conseguentemente, del loro accoppiamento tra essi e la valvola 1.
Precisamente esse, Fig. 3, 4, 5 e 6 illustrano tutti gli elementi costituenti il sistema S oggetto del presente trovato posizionati, nelle figure 3 e 4, in successione tra loro in modo che, essi (2, 1, 3, 4 e 5), uniti consequenzialmente, secondo la disposizione delle figure 3 e 4, formino il sistema S, comprensivo della valvola 1, di prelievo di campioni biologici di figura 5 e 6, che è oggetto del presente trovato.
Precisamente le figure 3 e 4 illustrano l’ago ipodermico 2, la valvola 1, oggetto del presente trovato, l’elemento di connessione 3, un elemento a bicchiere 4 e la provetta 5 in successione di assiemaggio.
Si precisa che l’ago ipodermico 1 non ha il cappuccio di protezione per ovvi motivi descrittivi e, non di meno, perché non influente per la descrizione e rivendicazione del trovato.
Da quanto suesposto l’ago ipodermico 2 avrà un innesto 21 posto all’estremità opposta della punta 22 di perforazione della vena, detto innesto 21, internamente, avrà andamento tronco-conico, con andamento della conicità rivolto verso la punta di perforazione 21, quindi conseguentemente avrà una superficie conica, o mantello conico, 211 interna e, nel punto finale verso il vertice della conicità, avrà superficie circolare di chiusura 212.
L’elemento di connessione 3 ad una sua estremità libera recherà esternamente una porzione conica 31. Tale conicità esterna della porzione conica 31, suesposta, sarà uguale alla conicità interna della superficie conica 211 interna all’innesto 21 dell’ago ipodermico 2 al fine di ottenere tra essi, i.e. ago ipodermico 2 e elemento di connessione 3, il loro accoppiamento secondo il principio del cono di Morse.
Internamente alla porzione conica 31 si dipartirà un breve tratto interno cilindrico 32 che poi si restringerà in un elemento anulare 322 che sfocerà nel tratto conico 33 che si unirà al fondo di un tratto opposto conformato a bicchiere 34, avente (34) mantello cilindrico interno 341 ed un fondo 342, esso (34) conterrà l’opposta, all’estremità libera conica, estremità libera filettata 35. Detta estremità libera filettata 35 essendo provvista di un ago 36 coperto da un cappuccio perforabile, non indicato nel disegno per brevità ed in quanto ovvio e non influente per la descrizione del trovato. Il fondo dell’elemento a bicchiere 34 avrà altresì un foro di passaggio ed adduzione 343 che parte dalla parte del tratto conico 33 e si collega all’ago 36. Conseguentemente vi sarà l’elemento a “bicchiere” 4 provvisto sul suo fondo di una filettatura 41 a passo rapido che si unirà, come di seguito illustrato, in avvitamento, con la filettatura a passo rapido dell’estremità libera filettata 35 dell’elemento di unione 3 ed, in finale, una provetta “vacuteiner” 5. L’elemento a bicchiere 4 avrà altresì la parte cava 40 per l’inserimento delle provette vacuteiner.
Si passa a descrivere in maniera breve come si accoppiano tra loro i vari elementi 2, 1, 3, 4 e 5
Il sistema S sarà composto come illustrato nelle figure da 4 a 6, ovvero si unirà l’ago 2, con il suo elemento di innesto 21, all’elemento di unione 3, precisamente, con la sua porzione tronco-conica 31, ovvero impegnando, reciprocamente, fra loro (2-3). Tale impegno tra l’ago ipodermico 2 e l’elemento di unione 3 si otterrà impegnando l’elemento di innesto 21 dell’ago ipodermico 2 con la porzione tronco-conica 31 dell’elemento di unione 3 secondo al teoria del cono morse, precisamente unendo le rispettive parti tronco-coniche 211 interne, dell’elemento di innesto 21 dell’ago 2, con la porzione tronco-conica 31, dell’elemento 3, corrispondente.
Si fa rilevare e si sottolinea che, precedentemente all’accoppiamento tra l’ago ipodermico 2 e l’elemento di unione 3, verrà, tra essi (2-3), interposto un elemento valvola 1 che è elemento caratterizzante del presente trovato.
Precisamente la valvola 1 verrà inizialmente unita all’elemento di unione 3 con le sue (1) superfici 130 e 132 che andranno in battuta e accoppiamento, poggiando, dette superfici suesposte, rispettivamente sulle superfici 32 e 322 dell’elemento di unione 3. Il breve tratto 120 della valvola 1 sfocerà all’interno del breve tratto conico 33 dell’elemento di unione 3 al fine di permettere una migliore apertura della valvola 1. Tale accoppiamento tra la valvola 1 e l’elemento di unione 3 sarà chiuso e reso definitivamente solidale con l’inserimento della porzione conica 31, dell’elemento di unione 3, comprensiva della detta valvola 1, nell’innesto 21 in accoppiamento con la sua (21) superficie tronco-conica interna 211, ovvero, si ripete, per principio Morse la porzione tronco-conica 31 dell’elemento di unione 3 si unirà solidalmente con il suo (3) mantello tronco-conico (31) aderendo per attrito alla porzione conica interna 211 dell’innesto 21 dell’ago 2.
Definita l’interposizione della valvola 1 nell’unione tra ago ipodermico 2 e elemento di unione 3 si passerà ad unire l’estremità libera opposta filettata 35, dell’elemento di unione 3 medesimo, che risulta pressoché costituire una vite, sulla cui sommità è inserito un ago 36, al fondo dell’elemento a bicchiere 4, precisamente avvitando la suesposta estremità libera filettata 35 nella madrevite 41 posta sul fondo del detto elemento a bicchiere 4.
Si noterà altresì che l’elemento a bicchiere 4 avrà una parte estendentesi longitudinalmente al di fuori del suo (4) fondo esterno 411 che sarà costituita da un breve tratto 42 che si interromperà diminuendo il suo (42) diametro formando così una parete anulare 43 che poi proseguirà (4) con un ulteriore breve tratto cilindrico 44 sulla cui (44) sommità piana vi sarà una parte anulare 45 ad esso (44) ortogonale, da essa (45), nel suo centro, longitudinalmente e coassialmente ad esso (4) si troverà l’orifizio che è principio della suesposta madrevite 41. Centralmente e coassialmente al fondo 410 dell’elemento 4 sarà ricavato un foro passante 411 per il passaggio dell’ago 36 all’interno dell’elemento a bicchiere 4 stesso.
Da quanto suesposto si noterà che innestando in avvitamento l’estremità libera filettata a passo rapido 35 dell’elemento di unione 3 nella madrevite 41 dell’elemento 4 il loro (3-4) accoppiamento solidale si avrà solo quando nell’avvitamento tra essi (3-4) si giungerà sino al punto in cui le superfici 43 e 44 dell’elemento a bicchiere 4 andranno in battuta ed in accoppiamento rispettivamente con le superfici 341 e 342 dell’elemento di unione 3, ovvero il mantello cilindrico interno 341 ed il fondo 342 andranno rispettivamente, il primo, ovvero il detto mantello cilindrico interno 341, a coprire completamente il mantello cilindrico 44 ed il fondo 342 dell’elemento di unione 3 andrà, in “battuta” contro l’elemento anulare 43.
Realizzata quindi la descrizione dell’unione di tutti gli elementi suesposti che genera il sistema S che è il dispositivo di prelievo perfezionato in oggetto si inserirà nella parte cava dell’elemento a bicchiere 4 la provetta vacuteiner, senza perforarla con l’ago 36 e ci si appresterà a preparare il soggetto per il prelievo del, o dei campioni biologici.
Definito quanto suesposto si procederà a descrivere il prelievo dei campioni biologici ed il funzionamento della valvola antiriflusso o back flow.
Precisamente le figure 5 e 6 illustrano gli stati della valvola 1 durante le fasi di prelievo. Precisamente, quando il sistema S, costituito dagli elementi 2, 1, 3 e 4, è a “riposo”, ovvero non è in uso dall’operatore per il prelievo di sangue, la valvola 1 sarà chiusa, come illustrato nella figura 6. In essa, figura 6, si noterà che gli elementi 11 della valvola 1 sono in appoggio fra essi e ciò è dimostrato dal fatto che le loro (11) superfici 112 sono in appoggio tra esse unite come indicato anche in figura 1 e che le superfici 113 sono tra loro unite e non staccate.
In questo caso le frecce di figura 6 non sono influenti.
Conseguentemente l’operatore prenderà il sistema S di prelievo oggetto del trovato e pungerà, perforandola, in caso di prelievo ematico, con l’ago ipodermico 2, la vena da cui prelevare il sangue, contemporaneamente a tale azione, od in un momento subitaneo ad esso, questi spingerà la provetta vacuteiner 5, precisamente il suo tappo 51, contro l’ago 36 perforandolo (51) e, come illustrato in figura 5, dalle frecce , iniziando a far fluire il sangue in essa 5. In tale situazione la valvola 1, grazie al flusso di sangue ed al vuoto controllato della provetta “vacuteiner” 5, passerà dalla posizione di riposo di figura 6 a quella di funzionamento, ovvero si aprirà e di conseguenza i suoi elementi 11 si staccheranno, reciprocamente fra loro (11), permettendo il flusso sanguigno attraverso essa (1), flusso sanguigno che proviene dall’ago ipodermico 2 proseguente attraverso l’elemento di unione 3 e passando nell’ago 36 sfocerà nella provetta 5 sino al riempimento voluto.
Il flusso del sangue, o del fluido biologico essendo indicato da delle frecce poste nella cavità tronco-conica 33 dell’elemento di unione 3.
A questo punto si estrarrà l’ago ipodermico 2 dalla vena e si verificherà il fatto importante che il presente trovato risolve, ma che si presenta in modo minore anche durante il prelievo, ovvero il sangue prelevato tenderà ad avere un flusso retrogrado, back flow, ed a rifluire verso la vena.
Detto flusso retrogrado che, non di meno, era debole e presente durante il prelievo, ciò è dovuto sia ai salti pressori dovuti alle pressioni sistoliche e diastoliche durante tale procedura, diventa altresì maggiore a causa di una sorta di contraccolpo assimilabile al “colpo di ariete” dovuto all’incomprimibilità dei liquidi, in questo caso, del sangue che, riempita la provetta 5, da una sorta di contraccolpo all’indietro, per questo retrogrado e tende e rifluire verso la direzione da dove proveniva.
Più precisamente durante il prelievo e l’estrazione suesposta dell’ago 2 dalla vena, a seguito di quanto indicato nel precedente capoverso, la valvola 1 si chiuderà automaticamente precisamente ogni qual volta vi sarà un flusso retrogrado del campione biologico, prima nella fase di aspirazione del sangue per causa delle onde depressorie generate dalle differenze tra le pressioni diastoliche e quelle sistoliche del torrente circolatorio e poi, a causa del contraccolpo, dovuto al riempimento della provetta vacuteiner e ciò è indicato in figura 6 con frecce che indicano il reflusso sanguigno che impatta contro le superfici 1111 delle parti 11 della valvola 1 chiudendola ermeticamente (1) e così impedendo al sangue di risalire al punto di prelievo.
Da quanto suesposto risultano evidenti le caratteristiche funzionali ed i vantaggi ottenibili con tale sistema S che è realizzato con l’interposizione della valvola 1 di non ritorno oggetto del presente trovato che (1) è posta tra l’ago ipodermico 2 e l’elemento di unione 3. Detta valvola 1, di non ritorno, oggetto del presente trovato essendo inoltre applicabile ad un sistema S tradizionale di prelievo.
Tali caratteristiche migliorative del presente sistema S perfezionato mediante l’applicazione di una valvola 1 di non ritorno procura un vantaggio non indifferente, ovvero la mancanza totale ed assoluta di contaminazioni del soggetto del prelievo, del campione ematico e/o biologico, grazie all’eliminazione totale del flusso retrogrado contaminato del sangue in vena del soggetto da esaminare, o del generico campione biologico.
Si precisa che il trovato così conformato per le prestazioni descritte è di utile inserimento in tutti i dispositivi ove sia previsto il prelievo di campioni biologici con provette tipo Vacutainer ed in particolare lo è anche nell’uso delle sacche ad uso trasfusionale".
Si fa rilevare che prima del prelievo la posizione della valvola 1 sarà come rappresentato in figura 6, ma senza frecce perché non vi è alcun tipo di pressione da parte di alcun flusso di materiale biologico, la chiusura della valvola 1 sarà dovuta alla forza di chiusura dei suoi elementi 11 dovuta alla conformazione di produzione, poi durante il prelievo (1) si aprirà, come illustrato in figura 5, in caso di prelievo ematico, e tenderà a chiudersi, totalmente, o parzialmente, come in figura 6 ogni qual volta le variazioni pressorie (sistoliche e diastoliche) daranno un flusso retrogrado pur lieve sino al completo riempimento della provetta che darà un contraccolpo tale da chiudere completamente la valvola 1 e conseguentemente si potrà estrarre la provetta vacuteiner con il campione biologico privo da qualsivoglia contaminazione, ma soprattutto impedirà la contaminazione del soggetto del prelievo.
Si precisa che la valvola 1 avrà verso ed apertura dei suoi elementi 11 nel senso di accesso del campione biologico, e sarà dovuta alla pressione esterna del campione biologico entrante, soprattutto sangue, ed al risucchio della provetta vacuteiner, ovvero avrà verso di scorrimento nella direzione della provetta vacuteiner 5 e nel senso delle frecce di figura 5.
Altresì la valvola 1 si chiuderà quando il flusso del campione biologico invertirà la sua direzione, ovvero prenderà direzione nel senso delle frecce di figura 6, opposte a quelle di figura 5, e detto flusso di campione biologico impattando contro le superfici 1111 si sommerà a quella di memoria elastica della medesima (1) amplificano la forza di chiusura dei due elementi 11 e conseguentemente la chiuderà ermeticamente.
Si precisa che la soluzione del sistema S, illustrata, è una soluzione preferita al fine di agevolare la descrizione del trovato, ovvero della valvola 1 di non ritorno. Chiaramente la valvola 1 di non ritorno, dianzi esposta, potrà venire modificata rispetto, all’attuale descrizione, al fine di migliorarne le prestazioni, ad esempio al fine di impedire traumi violenti, durante il prelievo, agli elementi figurati del sangue, precisamente ai globuli rossi, che hanno come causa l’emolisi del sangue medesimo, al fine di eliminare la medesima emolisi.
Ben si comprende inoltre, in aggiunta a quanto al capoverso precedente, che varianti diverse potranno venire apportate al sistema S e soprattutto alla valvola 1, di non ritorno, oggetto del presente trovato senza peraltro uscire dall'ambito di quanto descritto e di seguito rivendicato con riferimento ai disegni allegati e quindi dal dominio di protezione della presente privativa industriale.

Claims (2)

  1. Rivendicazioni 1) Sistema di tipo perfezionato per il prelievo di campioni biologici, preferibilmente ematici, provvisto di dispositivo anti-riflusso, detto sistema (S) essendo costituito e provvisto fondamentalmente e consequenzialmente di un ago ipodermico (2), di una valvola (1) antiriflusso, di un elemento di unione (3) di un ulteriore elemento in guisa di un bicchiere (4) in cui (4) verranno inserite provette “vacuteiner” (5), detto sistema (S) essendo caratterizzato dal fatto che in esso (S) viene interposta una valvola (1), di non ritorno, precisamente sarà (1) interposta tra l’ago ipodermico (2) e l’elemento di unione (3) uniti fra loro; precisamente la valvola di non ritorno (1) andrà a collocarsi in battuta, con la sua (1) superficie (131) sulla parete interna (212) del fondo del estremità (21) dell’ago ipodermico (2) e, contemporaneamente, andrà ad inserirsi con la sua parte cilindrica (13) nell’elemento cilindrico (32) incavato internamente all’elemento (31) dell’elemento di unione (3) ed ad impattare sull’elemento anulare 322, sempre dellìelemento di unione (3) con la sua (1) superficie (132) formando un corpo unico ago ipodermico (2), valvola (1) di non ritorno e elemento (3) di unione.
  2. 2) Sistema come da rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che la valvola (1) di non ritorno avrà un verso tale da permettere l’afflusso dei campioni biologici dall’ago ipodermico (2) sino alla provetta vacuteiner (5) ed impedire il flusso contrario; 3) Sistema come da rivendicazione (1) caratterizzato dal fatto che i componenti della valvola (1) precisamente i suoi elementi (11) sono provvisti, esternamente, di zone (1111) piane al fine di amplificare l’effetto di chiusura, che è dovuto alla memoria elastica del materiale di costruzione della medesima valvola (1) di non ritorno, ma che è anche dovuto alla spinta del flusso retrogrado detto anche back flow su di essi (1111), inoltre potranno (1111) diminuire, in questa preferita configurazione, i traumi violenti agli elementi figurativi del campione biologico in particolare del sangue evitando così l’emolisi del campione prelevato; 4) Sistema coma da rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che la valvola (1) sarà realizzata in un materiale elastomerico, o simili, di tipo biocompatibile, che non inquina i campioni biologici e con memoria elastica al fine di ripristinare la sua (1) posizione di chiusura dopo il passaggio attraverso essa (1) dei fluidi biologici oggetto del prelievo: 5) Sistema come da rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che può (S) venire realizzato con elementi di uso comune, ovvero con un ago ipodermico (2), un elemento di unione (3) ed un elemento a bicchiere (4) in cui si introduce una vacuteiner (5) che sono comunemente reperibili e d’uso nei prelievi di ogni giorno e che a tale sistema (S) tradizionale può venire interposto l’elemento valvola (1) di non ritorno; 6) Sistema come da rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che in esso (S) può venire inserita preferibilmente la valvola di non ritorno (1) tra l’ago ipodermico (2) e l’elemento di unione (3), ma che la valvola (1) di non ritorno può anche venire inserita in altre parti del sistema (S) svolgendo ugualmente la sua (1) funzione.
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