IT201800007192A1 - Mola abrasiva - Google Patents

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Description

DESCRIZIONE
del Brevetto Italiano per Invenzione Industriale dal titolo:
“MOLA ABRASIVA”
CAMPO TECNICO
La presente invenzione riguarda una mola abrasiva, più in particolare una mola abrasiva bugnata, ad esempio a centro depresso o piana, da smeriglio o da taglio.
TECNICA PREESISTENTE
Come è noto esistono mole abrasive, di tipo discoidale a centro depresso o piane, coniche, semiflessibili o rigide, particolarmente impiegate su macchine molatrici portatili elettriche o ad aria compressa ad alta velocità (60-100 m/s di velocità periferica) anche dette smerigliatrici per eseguire operazioni di sbavatura e/o di taglio. Tali mole abrasive sono essenzialmente costituite da una miscela abrasiva rinforzata da armature costituite da una o più reti in tessuto, da uno o due elementi anulari metallici, comunemente detti rondelle o ghiere, che delimitano il foro di fissaggio della mola all’albero della macchina smerigliatrice e da un’eventuale etichetta in carta o altro appretto comunemente utilizzato, aderente ad una delle due facce della mola (solitamente a quella convessa).
La miscela abrasiva è, generalmente, costituita da grani di materiale abrasivo (carburo di silicio verde chiaro, verde scuro, nero, corindoni, corindoni modificati allo zirconio, semifriabili, rosso bruno, bianco, rosa, rubino, ceramicati, monocristallini, abrasivi sol-gel o ceramici sinterizzati o altro) di predefinita granulometria (normalmente misurata in mesh) che sono mescolati con resine, ad esempio fenoliche, liquide e/o in polvere ed eventualmente modificate con resine epossidiche, e/o altre, eventualmente modificate con composti organici e/o vegetali o sintetici, e altri tipi di resine poli-immidiche ecc..., e con additivi e riempitivi.
In base alla percentuale di resina nell’impasto si definisce la durezza della mola abrasiva, in particolare maggiore è la percentuale in peso sul peso dell’abrasivo della resina e maggiore è la durezza della mola abrasiva.
Le reti di rinforzo sono, normalmente, tessute con filati di fibre di vetro, ma potrebbero utilizzarsi anche altri tipi di fibre come carbonio, Kevlar o altro; le reti tessute in altezza dell’ordine di 1,5 m, sono preventivamente immerse in una soluzione di resine liquide e solventi, strizzate fra coppie di rulli ed asciugate in opportuni forni all’interno dei quali la resina essicca senza polimerizzare (la polimerizzazione si completa successivamente nel forno di cottura unitamente alla cottura della mola).
Dal tessuto a rete, così impregnato di resina ed essiccato, si ricavano, per fustellatura o altra tecnica di taglio, i dischi di rete occorrenti per il rinforzo delle mole. Le reti possono eventualmente essere preincollate ad uno foglio cartaceo o di materiale polimerico di fine spessore come pure alle etichette.
Gli elementi anulari di definizione che delimitano il foro di attacco della mola sono costituiti da una piastrina a corona circolare o di altra forma, come ad esempio quadra o poligonale, dal cui foro interno si prolunga un’appendice cilindrica o non cilindrica cava; la piastrina aderisce ad una delle due facce della mola, mentre l’appendice cava si inserisce nel foro della mola delimitandone la parete interna. Le etichette sono realizzate in carta o stagnola o altro materiale sintetico e normalmente hanno forma di corona circolare, (potendo, tuttavia, avere qualsiasi altra forma) possono occupare o tutta la faccia della mola o una limitata area della faccia cui aderiscono e riportano i dati identificativi e informativi della mola.
Le mole abrasive sono prodotte per pressatura all’interno di stampi costituiti da un anello in cui è alloggiata una cavità di formatura a cielo aperto, detta femmina, e da un complementare punzone, detto maschio.
La mola abrasiva (verde) pressata e sformata viene successivamente sottoposta a riscaldamento a temperatura lentamente salente da 80 °C a 125 °C; in tali condizioni le resine della miscela abrasiva e quelle che impregnano la o le reti di rinforzo divengono fluide, “fondendosi” assieme e “compenetrandosi”, in tal modo la miscela abrasiva aderisce alla o alle reti assieme alle quali crea un blocco unico. Il successivo riscaldamento fino a 180 – 190 °C (ma anche inferiori) determina il processo di polimerizzazione irreversibile della resina.
Nelle operazioni di ripresa delle saldature in sezioni di collegamento cianfrinate, in special modo nella saldatura di tubi pipeline, si presenta sovente la necessità di operare con la mola in tre direzioni: sui due fianchi del cianfrino e sul fondo dello stesso, ove la mola opera in condizioni di taglio. Le mole usate per queste operazioni finora sono state mole di forma convenzionale (piane o a centro depresso e di moderato spessore) più o meno adattate all’abbisogno agendo sulle caratteristiche dell’impasto.
Non è mai stata prodotta una mola progettata specificatamente per la preparazione delle operazioni di ripresa delle saldature in sezioni di collegamento cianfrinate.
Esaminiamo ora come si svolge il lavoro nelle saldature di tubature pipeline.
Un tratto prossimale ad una estremità libera di un tubo già posato viene mantenuto sollevato da terra mediante speciali apparecchiature semoventi, al terminale di questo tratto di tubo viene accostato un nuovo tratto tubolare che viene bloccato, con convenienti apparecchi, coassialmente al primo. Per fissare di testa i due tratti, in corrispondenza delle rispettive sezioni cianfrinata affacciate, si inizia con la puntatura dei due pezzi mediante punti di saldatura. Fatto ciò fa seguito la saldatura vera e propria operata spesso con macchine automatiche.
Sovente, tuttavia, anche quando si utilizzano saldatrici automatiche, si rendono necessarie operazioni di ripresa delle saldature, più spesso sulle puntature, onde evitare difetti nella saldatura. Tali riprese di saldatura si devono preparare mediante la rimozione parziale della saldatura effettuata con mole montate su smerigliatrici portatili dei più svariati tipi.
I diametri delle mole utilizzate sono normalmente 115 – 125 – 150 – 180 – 230 mm. Ovviamente le macchine per i piccoli diametri (115 - 125) sono leggere e confortevoli da maneggiare, mentre le macchine che utilizzano mole di grandi diametri (180 e 230) sono più efficaci grazie alle elevate potenze, ma estremamente disagevoli nell’uso per dimensioni e peso.
A volte però, a causa dell’elevato spessore dei tubi, occorre necessariamente usare mole presentanti il diametro maggiore (230 mm) per poter arrivare al fondo del cianfrino.
Dunque, per un efficace lavoro dell’operatore addetto alla ripresa della saldatura (ovvero alle operazioni di taglio e smeriglio con la mola) nelle operazioni di posa dei tubi pipeline, posati spesso in condizioni estreme, con temperature esterne estreme, regioni desertiche o polari, zone di posa impervie, pendii o discese quasi verticali, posa in zone paludose ecc..., l’accoppiata macchine smerigliatrici – mola deve fornire il massimo rendimento.
Pertanto una esigenza sentita nel settore è quella di rendere disponibile una mola avente caratteristiche proprie per tale tipo di lavorazione all’interno della gola definita dal collegamento cianfrinato tra due tubi pipeline saldati.
In pratica, le caratteristiche richieste a tale tipologia di mole dedicate alla suddetta lavorazione è essenzialmente quella di poter asportare la maggior quantità di materiale possibile nel più breve tempo possibile.
Finora, per ottenere ciò, si è cercato di aumentare l’asportazione utilizzando nell’impasto che costituisce la mola mescole tenere, cioè contenenti relativamente poco legante e abrasivi friabili come il corindone bianco e/o il semifriabile. Questo artificio consente di ottenere buone asportazioni, ma limita fortemente la durata temporale della mola con ragguardevoli perdite di tempo per il personale che deve sostituire più spesso la mola dalla macchina smerigliatrice.
Uno scopo della presente invenzione è quello di soddisfare le suddette esigenze della tecnica nota, nell’ambito di una soluzione semplice, razionale e dal costo contenuto, permettendo – quindi – la realizzazione di una mola avente un elevato potere di asportazione e una buona durata temporale, principalmente per l’impiego nelle operazioni di ripresa delle saldature in sezioni di collegamento cianfrinate.
Tali scopi sono raggiunti dalle caratteristiche dell’invenzione riportate nella rivendicazione indipendente. Le rivendicazioni dipendenti delineano aspetti preferiti e/o particolarmente vantaggiosi dell’invenzione.
ESPOSIZIONE DELL’INVENZIONE
L’invenzione, particolarmente, rende disponibile una mola abrasiva che comprende un corpo anulare in materiale abrasivo provvisto di due contrapposte facce, in cui ciascuna delle facce comprende un rispettivo motivo in rilievo formato da una pluralità di rilievi separati da una rispettiva pluralità di incavi, in cui la distanza tra una sommità dei rilievi e un fondo degli incavi è maggiore di 1 mm, preferibilmente compresa tra 1,1 mm e 1,5 m.
Grazie a tale soluzione, soprattutto nello specifico utilizzo di molatura all’interno della gola definita tra i cianfrini di tubi pipeline, la mola offre la possibilità di ottenere la stessa efficace abrasione sui due lati, semplicemente spostando l’inclinazione della macchina, interessando alternativamente il contatto sulla faccia destra o sinistra, senza dover ruotare su se stessa la macchina smerigliatrice. Secondo un aspetto della soluzione, il motivo in rilievo di una faccia (che è uguale a quello sulla contrapposta faccia) può essere angolarmente in fase con il motivo in rilievo della contrapposta faccia, in modo che i rilievi del motivo in rilievo di una faccia siano assialmente sovrapposti ai rilievi del motivo in rilievo della contrapposta faccia.
In alternativa, il motivo in rilievo di una faccia (che è uguale a quello sulla contrapposta faccia) può essere angolarmente sfasato con il motivo in rilievo della contrapposta faccia, in modo che i rilievi del motivo in rilievo di una faccia siano assialmente sovrapposti agli incavi del motivo in rilievo della contrapposta faccia. Preferibilmente, in cui il motivo in rilievo di ciascuna faccia si può estendere per una corona circolare concentrica con il corpo anulare avente un diametro esterno sostanzialmente pari ad un diametro esterno della rispettiva faccia.
Tale corona circolare, inoltre, può presentare un diametro interno maggiore o uguale ad un diametro interno della rispettiva faccia.
Preferibilmente, ma non limitatamente alcuni incavi di ciascun motivo in rilievo possono essere tra loro allineati in modo da definire un canale che si estende longitudinalmente dal diametro interno al diametro esterno della corona circolare. Ancora, secondo un aspetto dell’invenzione i rilievi di ciascun motivo in rilievo possono presentare una forma tronco-piramidale o tronco-conica.
In alternativa (o in aggiunta) i rilievi di ciascun motivo in rilievo possono presentare una forma allungata in direzione prevalentemente radiale.
Un aspetto dell’invenzione è, inoltre, che la distanza tra la sommità dei rilievi del motivo in rilievo di una faccia e la sommità dei rilievi del motivo in rilievo della faccia contrapposta può essere sostanzialmente compreso tra 3 mm e 4,5 mm. In tal modo, essendo questa mola, rapportata al diametro, convenientemente sottile, risulta estremamente aggressiva (lavorando a taglio) anche nelle lavorazioni sul fondo del cianfrino.
Un aspetto ulteriore dell’invenzione prevede l’uso di una mola abrasiva, come sopra descritta, per la preparazione di una ripresa di saldatura in sezioni tubolari cianfrinate collegate di testa.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno evidenti dalla lettura della descrizione seguente fornita a titolo esemplificativo e non limitativo, con l’ausilio delle figure illustrate nelle tavole allegate.
La figura 1 è una vista frontale di una prima forma di attuazione di una mola abrasiva secondo l’invenzione.
La figura 2a è un particolare ingrandito di una vista in sezione lungo la traccia di sezione II-II di figura 1, secondo una prima variante della prima forma di attuazione.
La figura 2b è un particolare ingrandito di una vista in sezione lungo la traccia di sezione II-II di figura 1, secondo una seconda variante della prima forma di attuazione.
La figura 3 è una vista frontale di una prima variante di una seconda forma di attuazione di una mola abrasiva secondo l’invenzione.
La figura 4 un particolare ingrandito di una vista in sezione lungo la traccia di sezione IV-IV di figura 3.
La figura 5 è una vista frontale di una seconda variante di una seconda forma di attuazione di una mola abrasiva secondo l’invenzione.
La figura 6 è una vista frontale di una prima variante di una terza forma di attuazione di una mola abrasiva secondo l’invenzione.
La figura 7 un particolare ingrandito di una vista in sezione lungo la traccia di sezione VII-VII di figura 6.
La figura 8 è una vista frontale di una seconda variante di una terza forma di attuazione di una mola abrasiva secondo l’invenzione.
La figura 9 è una vista frontale di una quarta forma di attuazione di una mola abrasiva secondo l’invenzione.
La figura 10 un particolare ingrandito di una vista in sezione lungo la traccia di sezione X-X di figura 9.
La figura 11 è una vista frontale di una quinta forma di attuazione di una mola abrasiva secondo l’invenzione.
La figura 12 un particolare ingrandito di una vista in sezione lungo la traccia di sezione XII-XII di figura 11.
La figura 13 è una vista frontale di una sesta forma di attuazione di una mola abrasiva secondo l’invenzione.
La figura 14 un particolare ingrandito di una vista in sezione lungo la traccia di sezione XIV-XIV di figura 13.
La figura 15 è una vista in sezione centrale di una mola abrasiva, piana e con facce parallele, secondo l’invenzione.
La figura 16 è una vista in sezione centrale di una mola abrasiva, a centro depresso e con facce parallele, secondo l’invenzione.
La figura 17 è una vista in sezione centrale di una mola abrasiva, piana e con facce coniche, secondo l’invenzione.
La figura 18 è una vista in sezione centrale di una mola abrasiva, a centro depresso e con facce coniche, secondo l’invenzione.
Le figura 19a-19d sono una viste schematiche dell’uso di una mola nella preparazione di una ripresa di saldatura in sezioni tubolari cianfrinate collegate di testa. MODO MIGLIORE PER ATTUARE L’INVENZIONE
Con particolare riferimento a tali figure, si è indicato globalmente con 10 una mola abrasiva, ad esempio una mola abrasiva bugnata, da smeriglio e/o da taglio. La mola abrasiva 10 comprende un corpo anulare 20, dotato di un asse centrale A, il quale corpo anulare 20 è ad esempio sostanzialmente piano (vd. figure 15 e 17) o a centro depresso (vd. figure 16 e 18).
Il corpo anulare 20 è sostanzialmente circolare ed è dotato di un foro di attacco 21 centrale coassiale al corpo anulare 20.
Il foro di attacco 21 è associabile, sostanzialmente in modo coassiale, all'estremità libera di un albero rotante di una macchina smerigliatrice (o molatrice), non mostrata in quanto di tipo noto).
Il corpo anulare 20 comprende due contrapposte facce 22 e 23, di cui una faccia anteriore 22 e una contrapposta faccia posteriore 23.
In una forma di realizzazione, mostrata nelle figure 15 e 16, le facce 22 e 23 sono tra loro globalmente parallele e ortogonali all’asse centrale A della mola abrasiva 20.
In una alternativa forma di realizzazione, mostrata nelle figure 17 e 18, le facce 22 e 23 sono tra loro globalmente inclinate, ad esempio sono sostanzialmente coniche con conicità contrapposte ad esempio convergenti verso la periferia esterna del corpo anulare 20.
In generale, la faccia anteriore 22 è rivolta verso l’estremità libera dell’albero rotante della macchina smerigliatrice, quando la mola 20 è fissata all’albero rotante stesso (ovvero il foro d’attacco 21 è calzato su di esso), e la faccia posteriore 23 è rivolta verso la macchina smerigliatrice.
Nelle mole abrasive a centro depresso, in particolare, la faccia anteriore 22 è sostanzialmente concava (o presenta almeno una porzione centrale concava) e la faccia posteriore 23 è sostanzialmente convessa (o presenta almeno una porzione centrale convessa).
Il corpo anulare 20 presenta una struttura sostanzialmente a strati e presenta almeno uno o più strati di miscela abrasiva.
Ciascuno strato di miscela abrasivo (una volta pressato e cotto) definisce un corpo sostanzialmente monolitico.
Ad esempio, ciascuno strato di miscela abrasiva è realizzato da una miscela di polveri abrasive che viene compattata e stabilmente legata da una resina legante.
In pratica, lo strato di miscela abrasiva viene ottenuto mediante pressatura di una miscela di una polvere sfusa di materiale abrasivo, ad esempio materiale abrasivo come corindone naturale, sabbia, corindone artificiale di recupero o simile, abrasivi sol-gel o ceramici sinterizzati, corindoni allo zirconio, o altro, e miscelato con un opportuno legante, ad esempio a base di resine leganti, ad esempio resne fenoliche, liquide e/o in polvere ed eventualmente modificate con resine epossidiche fenossidiche e/o altre, modificate con composti organici e/o vegetali o sintetici, e altri tipi di resine poli-immidiche ecc..., e/o con additivi e riempitivi.
Ad esempio, la quantità di resina è compresa tra il 15% e il 20% in peso rispetto al peso della miscela di polvere di materiale abrasivo.
Il materiale abrasivo dello strato di miscela abrasiva presenta granulometria sostanzialmente compresa tra 120 e 12 in mesh (non si esclude, tuttavia, l'impiego di miscele abrasive a granulometria maggiore o inferiore al range riportato secondo le esigenze).
Il corpo anulare 20 comprende una o più reti di rinforzo ciascuna sostanzialmente inglobata nello strato di miscela abrasiva o interposta tra essi.
In pratica, lo strato di miscela abrasiva (o gli strati di miscela abrasiva) circonda(no), in particolare assialmente, l’intera superficie (inferiore e superiore) della rete di rinforzo.
Inoltre, lo strato di miscela abrasiva può inglobare anche più di una rete di rinforzo.
Particolarmente, ciascuna delle facce 22 e 23, ovvero sia la faccia anteriore 22 che la faccia posteriore 23, del corpo anulare 20 della mola abrasiva 10 comprende un rispettivo motivo in rilievo 25 formato su di essa (o al limite ad esso applicato).
Il motivo in rilievo 25 è ricavato integrale con la rispettiva faccia 22 e 23, ad esempio mediante la stessa operazione di stampaggio che porta alla formatura del corpo anulare 20 ovvero della mola abrasiva 10 mediante uno stampo di formatura apposito.
In particolare, lo stampo di formatura può comprendere una cavità di formatura (cilindrica) e un punzone (cilindrico) sulle cui rispettive facce attive (monolitiche) è ricavata (o applicata) una impronta di forma complementare al motivo in rilievo 25 da realizzare.
Ciascun motivo in rilievo 25 (di ciascuna delle facce 22 e 23) definisce, come meglio apparirà nel seguito, uno spessore assiale del corpo anulare 20 non uniforme lungo la sua estensione.
Ciascun motivo in rilievo 25 si estende lungo una corona circolare concentrica con il corpo anulare 20 e avente un diametro esterno sostanzialmente pari ad un diametro esterno della rispettiva faccia 22 e 23 e, ad esempio, un diametro interno maggiore o uguale ad un diametro interno della rispettiva faccia 22 e 23, ovvero uguale o maggiore del diametro del foro di attacco 21.
Ancora, ciascun motivo in rilievo 25 comprende (o è formato/costituito da) una pluralità di rilievi 250 separati tra loro da una rispettiva pluralità di incavi 251.
Preferibilmente, la distanza (assiale) tra una sommità apicale dei rilievi 250 di ciascun motivo in rilievo 25 e un fondo degli incavi 251 dello stesso motivo in rilievo 25 è maggiore di 1 mm, ad esempio compresa tra 1,1 mm e 1,5 mm.
In pratica, l’altezza (o spessore) dei rilievi 251 è pari alla suddetta distanza.
Inoltre, la distanza (assiale) tra il fondo degli incavi 251 del motivo in rilievo 25 della faccia anteriore 22 e il fondo degli incavi 251 del motivo in rilievo 25 della faccia posteriore 23 è sostanzialmente maggiore di 1 mm, preferibilmente compresa tra 1 mm e 1,5 mm.
Ad esempio, il motivo in rilievo 25 della faccia anteriore 22 è uguale al motivo in rilievo 25 della faccia posteriore 23, ovvero i due motivi in rilievo 25 presentano la stessa trama e i rilievi 250 e gli incavi 251 dei due motivi in rilievo 25 presentano la forma, dimensione e disposizione spaziale all’interno della corona circolare in cui sono delimitati.
Inoltre, il motivo in rilievo 25 della faccia anteriore 22 può essere angolarmente in fase (come schematizzato in figura 2a) con il motivo in rilievo 25 della contrapposta faccia posteriore 23, ovvero i motivi in rilievo 25 sono posti in modo che (tutti) i rilievi 250 del motivo in rilievo 25 della faccia anteriore 21 siano assialmente sovrapposti ai rispettivi (e identici) rilievi 250 del motivo in rilievo 25 della contrapposta faccia posteriore 23 (e, allo stesso tempo tutti gli incavi 251 del motivo in rilievo 25 della faccia anteriore 21 siano assialmente sovrapposti ai rispettivi e identici incavi 251 del motivo in rilievo 25 della contrapposta faccia posteriore 23). In tal caso la densità della miscela abrasiva che costituisce la mola abrasiva 10 in corrispondenza dei rilievi 250 è (molto) minore rispetto alla densità della miscela abrasiva che costituisce la mola abrasiva 10 in corrispondenza degli incavi 251. In alternativa, il motivo in rilievo 25 della faccia anteriore 22 è angolarmente sfasato (come schematizzato in figura 2b) rispetto al motivo in rilievo 25 della contrapposta faccia posteriore 23, ovvero i motivi in rilievo 25 sono posti in modo che (almeno alcuni) i rilievi 250 del motivo in rilievo 25 della faccia anteriore 21 siano assialmente sovrapposti ad uno o più degli incavi 251 del motivo in rilievo 25 della contrapposta faccia posteriore 23 (e, allo stesso tempo almeno alcuni degli incavi 251 del motivo in rilievo 25 della faccia anteriore 21 siano assialmente sovrapposti ad uno o più dei rilievi 250 del motivo in rilievo 25 della contrapposta faccia posteriore 23).
In tal caso la densità della miscela abrasiva che costituisce la mola abrasiva 10 in corrispondenza dei rilievi 250 è sostanzialmente uguale alla densità della miscela abrasiva che costituisce la mola abrasiva 10 in corrispondenza degli incavi 251. Ancora, è possibile prevedere, come illustrato nelle varie forme di realizzazione, che i rilievi 250 presentino ampiezza variabile in funzione della posizione radiale che occupano sulla rispettiva faccia 22 e 23.
In particolare, i rilievi 250 presentano una ampiezza crescente man mano che si allontanano dall’asse centrale A della mola abrasiva 10, ovvero i rilievi 250 più vicini all’asse centrale A della mola abrasiva 10 presentano una ampiezza (ovvero l’area della faccia 22 e 23 occupata dal rilievo 250) minore rispetto ai rilievi più vicini alla periferia esterna della rispettiva faccia 22 e 23 del corpo anulare 20 della mola abrasiva 10.
Ciascun motivo in rilievo 25 può essere conformato in modo che alcuni incavi 251 del motivo in rilievo stesso siano tra loro allineati lungo una linea L in modo da definire un canale 252 che si estende longitudinalmente dal diametro interno della corona circolare al diametro esterno della corona circolare stessa (ovvero del corpo anulare 20 della mola abrasiva 10).
Tali canali 252, in pratica, definiscono delle vie di evacuazione dei trucioli di lavorazione e/o delle zone di aerazione e raffreddamento della mola abrasiva 10. I motivi in rilievo 25 possono presentare differenti disegni o layout, ad esempio uno qualunque tra i descritti nel seguito (o altri eventualmente possibili).
Nelle figure 1, 2a e 2b, in particolare, si illustra una prima (e preferita) forma di attuazione del motivo in rilievo 25 realizzato su entrambe le facce 22 e 23 del corpo anulare 20 della mola abrasiva 10.
In tale prima forma di realizzazione, i rilievi 250 di ciascun motivo in rilievo 25 presentano ciascuno una forma sostanzialmente tronco-piramidale, ad esempio a base quadrangolare (nell’esempio romboidale).
Gli incavi 251 sono divisi in due gruppi, di cui un primo gruppo realizzato da una pluralità di canali 252 paralleli (o leggermente divergenti verso la periferia esterna della mola abrasiva 10) ciascuno definito da una pluralità di incavi 251 allineati lungo una linea rettilinea o curvilinea, nell’esempio curvilinea, e un secondo gruppo realizzato anch’esso da una pluralità di canali 252 paralleli (o leggermente divergenti verso la periferia esterna della mola abrasiva 10) ciascuno definito da una pluralità di incavi 251 allineati lungo una linea rettilinea o curvilinea, in cui canali 252 del primo gruppo si incrociano con canali 252 del secondo gruppo sostanzialmente in squadro.
Ciascun canale 252 è, nell’esempio, definito da un arco destrorso o sinistrorso il cui centro di curvatura è eccentrico rispetto al corpo anulare 20 ed è posto su di esso.
Nelle figure 3,4 e 5 si illustra una seconda forma di attuazione del motivo in rilievo 25 realizzato su entrambe le facce 22 e 23 del corpo anulare 20 della mola abrasiva 10.
In tale seconda forma di realizzazione, i rilievi 250 di ciascun motivo in rilievo 25 presentano ciascuno una forma sostanzialmente tronco-piramidale, ad esempio a base quadrangolare (nell’esempio sostanzialmente trapezoidale, ad esempio con basi arrotondate).
Gli incavi 251 sono divisi in due gruppi, di cui un primo gruppo realizzato da una pluralità di canali 252 radiali (rettilinei e divergenti verso la periferia esterna della mola abrasiva 10), e un secondo gruppo realizzato anch’esso da una pluralità di canali 252 circonferenziali concentrici ciascuno definito da una pluralità di incavi 251 allineati lungo una circonferenza centrata sull’asse centrale A, in cui canali 252 del primo gruppo si incrociano con canali 252 del secondo gruppo sostanzialmente in squadro.
Nelle figure 6, 7 e 8 si illustra una terza forma di attuazione del motivo in rilievo 25 realizzato su entrambe le facce 22 e 23 del corpo anulare 20 della mola abrasiva 10.
In tale terza forma di realizzazione, i rilievi 250 di ciascun motivo in rilievo 25 presentano ciascuno una forma sostanzialmente tronco-conica, ad esempio a base circolare.
I rilievi 250 sono, ad esempio, suddivisi in gruppi di rilievi 250 allineati lungo una linea di allineamento radiale.
Nella prima variante mostrata in figura 6 gruppi di rilievi 250 adiacenti sono sfalsati lungo la direzione radiale, nella seconda variante mostrata in figura 8, invece, gruppi di rilievi 250 adiacenti sono tra loro omologhi.
Anche gli incavi 251 risultano divisi in due gruppi, di cui un primo gruppo realizzato da una pluralità di canali 252 radiali (rettilinei e divergenti verso la periferia esterna della mola abrasiva 10), e un secondo gruppo realizzato anch’esso da una pluralità di canali 252 circonferenziali concentrici ciascuno definito da una pluralità di incavi 251 allineati lungo una circonferenza centrata sull’asse centrale A, in cui canali 252 del primo gruppo si incrociano con canali 252 del secondo gruppo sostanzialmente in squadro.
Nelle figure 9 e 10 si illustra una quarta forma di attuazione del motivo in rilievo 25 realizzato su entrambe le facce 22 e 23 del corpo anulare 20 della mola abrasiva 10.
In tale quarta forma di realizzazione, i rilievi 250 di ciascun motivo in rilievo 25 presentano ciascuno una forma allungata in direzione prevalentemente radiale. Ciascun rilievo 250 è definito da una cresta allungata, a sviluppo longitudinale sostanzialmente rettilineo.
Di conseguenza, anche gli incavi 251 di ciascun motivo in rilievo 25, che dividono i vari rilievi 250, presentano ciascuno una forma allungata in direzione prevalentemente radiale.
In pratica, ciascun incavo 251 è definito da una valle allungata, di forma complementare alla forma della cresta allungata, a sviluppo longitudinale sostanzialmente rettilineo.
Nelle figure 11 e 12 si illustra una quinta forma di attuazione del motivo in rilievo 25 realizzato su entrambe le facce 22 e 23 del corpo anulare 20 della mola abrasiva 10.
In tale quinta forma di realizzazione, i rilievi 250 di ciascun motivo in rilievo 25 presentano ciascuno una forma allungata in direzione prevalentemente radiale. Ciascun rilievo 250 è definito da una cresta allungata, a sviluppo longitudinale sostanzialmente curvilineo (arcuato).
Di conseguenza, anche gli incavi 251 di ciascun motivo in rilievo 25, che dividono i vari rilievi 250, presentano ciascuno una forma allungata in direzione prevalentemente radiale.
In pratica, ciascun incavo 251 è definito da una valle allungata, di forma complementare alla forma della cresta allungata, a sviluppo longitudinale sostanzialmente curvilineo.
Nelle figure 13 e 14 si illustra una sesta forma di attuazione del motivo in rilievo 25 realizzato su entrambe le facce 22 e 23 del corpo anulare 20 della mola abrasiva 10.
In tale sesta forma di realizzazione, i rilievi 250 di ciascun motivo in rilievo 25 presentano ciascuno una forma allungata in direzione prevalentemente radiale. Ciascun rilievo 250 è definito da una cresta allungata e arrotondata, a sviluppo longitudinale sostanzialmente curvilineo.
Di conseguenza, anche gli incavi 251 di ciascun motivo in rilievo 25, che dividono i vari rilievi 250, presentano ciascuno una forma allungata in direzione prevalentemente radiale e ricurva.
Alla faccia posteriore 23 del corpo anulare 20 della mola abrasiva 10 può essere applicata una etichetta (anulare), in cui vengono riportati i dettagli tecnici della mola abrasiva stessa, in cui l’etichetta anulare è applicata ad una porzione anulare (piana o convessa) della faccia posteriore 23 interposta tra il diametro interno della corona circolare (ove si sviluppa il motivo a rilievo 25) e il diametro (esterno) del foro di attacco 21; tale porzione anulare è, ad esempio, complanare con il fondo degli incavi 251 o con la sommità dei rilievi 250 (o è posta ad un livello intermedio tra di essi).
La suddetta mola abrasiva 10 è utilizzata, in via principale, per la preparazione di una ripresa di saldatura in sezioni tubolari cianfrinate collegate di testa (vd. figure 19a-19d).
In particolare, due sezioni tubolari di un tubo pipeline pre-cianfrinate, vengono unite di testa mediante saldatura (a riporto), così da riempire la gola anulare a “V” definita tra le due cianfrinature accoppiate.
Per preparare la saldatura su una zona pre-saldata (ad esempio in modo errato o incompleto) occorre smerigliare la saldatura riportata.
Per far ciò occorre affondare entro la gola anulare a “V” la periferia esterna della mola abrasiva 10 azionata in rotazione dall’albero rotante della macchina smerigliatrice e tagliare e/o smerigliare mediante i rilievi 250 di entrambe le facce 22 e 23 i rispettivi fianchi della saldatura in corrispondenza dei fianchi interni della gola anulare a “V”.
Successivamente, una volta asportata una quantità desiderata di saldatura prerealizzata occorrerà completare il fissaggio applicando un nuovo cordone di saldatura all’interno della gola anulare a “V” e asportare/rifinire le eccedenze esterne mediante molatura delle stesse.
L’invenzione così concepita è suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo.
Inoltre tutti i dettagli sono sostituibili da altri elementi tecnicamente equivalenti. In pratica i materiali impiegati, nonché le forme e le dimensioni contingenti, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze senza per questo uscire dall’ambito di protezione delle seguenti rivendicazioni.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Una mola abrasiva (10) che comprende un corpo anulare (20) in materiale abrasivo provvisto di due contrapposte facce (22 e 23), in cui ciascuna delle facce (22 e 23) comprende un rispettivo motivo in rilievo (25) formato da una pluralità di rilievi (250) separati da una rispettiva pluralità di incavi (251), in cui la distanza tra una sommità dei rilievi (250) e un fondo degli incavi (251) è maggiore di 1 mm.
  2. 2. La mola abrasiva (10) secondo la rivendicazione 1, in cui la distanza tra la sommità dei rilievi (250) e il fondo degli incavi (251) è compresa tra 1,1 mm e 1,5 mm.
  3. 3. La mola abrasiva (10) secondo la rivendicazione 1, in cui il motivo in rilievo di una faccia è angolarmente in fase con il motivo in rilievo della contrapposta faccia, in modo che i rilievi del motivo in rilievo di una faccia siano assialmente sovrapposti ai rilievi del motivo in rilievo della contrapposta faccia.
  4. 4. La mola abrasiva (10) secondo la rivendicazione 1, in cui il motivo in rilievo di una faccia è angolarmente sfasato con il motivo in rilievo della contrapposta faccia, in modo che i rilievi del motivo in rilievo di una faccia siano assialmente sovrapposti agli incavi del motivo in rilievo della contrapposta faccia.
  5. 5. La mola abrasiva (10) secondo la rivendicazione 1, in cui il motivo in rilievo di ciascuna faccia si estende per una corona circolare concentrica con il corpo anulare avente un diametro esterno sostanzialmente pari ad un diametro esterno della rispettiva faccia.
  6. 6. La mola abrasiva (10) secondo la rivendicazione 5, in la corona circolare in cui si estende il motivo in rilievo presenta un diametro interno maggiore o uguale ad un diametro interno della rispettiva faccia.
  7. 7. La mola abrasiva (10) secondo la rivendicazione 6, in cui alcuni incavi di ciascun motivo in rilievo sono tra loro allineati in modo da definire un canale che si estende longitudinalmente dal diametro interno al diametro esterno della corona circolare.
  8. 8. La mola abrasiva (10) secondo la rivendicazione 1, in cui i rilievi di ciascun motivo in rilievo presentano una forma tronco-piramidale o tronco-conica.
  9. 9. La mola abrasiva (10) secondo la rivendicazione 1, in cui i rilievi di ciascun motivo in rilievo presentano una forma allungata in direzione prevalentemente radiale.
  10. 10. La mola abrasiva (10) secondo la rivendicazione 1, in cui il corpo anulare comprende un foro di attacco circolare concentrico rispetto al corpo anulare stesso.
  11. 11. Uso di una mola abrasiva (10) secondo la rivendicazione 1 per la preparazione di una ripresa di saldatura in sezioni tubolari cianfrinate collegate di testa.
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