IT201800006519A1 - Mezzi di locomozione per motocicletta con dispositivo di stabilizzazione - Google Patents
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Description
DESCRIZIONE
MEZZI DI LOCOMOZIONE PER MOTOCICLETTA CON DISPOSITIVO DI STABILIZZAZIONE
La presente invenzione ha per oggetto dei mezzi di locomozione per motocicletta con dispositivo di stabilizzazione del tipo precisato nel preambolo della prima rivendicazione.
In particolare, la presente invenzione ha per oggetto dei mezzi di locomozione per motocicletta con dispositivo di stabilizzazione del tipo a singola o doppia forcella. Come noto le motociclette sono veicoli motorizzati su due ruote utilizzati ampiamente sia in ambito amatoriale, che agonistico e professionistico.
Una delle caratteristiche preponderanti di tali mezzi motorizzati è l’agilità; infatti le motociclette sono mezzi che consentono di effettuare, ad esempio, sterzate e curve in spazi più ristretti. Soprattutto nell’ambito del motociclismo professionistico, il bilanciamento della motocicletta è fondamentale al fine di consentire al pilota di descrivere delle traiettorie ottimali su circuito variando, ad esempio, l’agilità della motocicletta.
Tra gli elementi che influenzano il bilanciamento di un mezzo a duo ruote, oltre alla struttura di per sé, uno degli elementi fondamentale è la forza peso e, ancor più nel dettaglio, la ripartizione della stessa.
La forza peso, infatti, può apportare sulla motocicletta sia degli effetti negativi, che degli effetti positivi.
Ad esempio, per quanto concerne gli aspetti negativi, nel mondiale Superbike è stato istituito il cosiddetto “Balance of Performance”. In sostanza, in base a determinati risultati conseguiti di gara in gara dalle motociclette bicilindriche, vengono apportati dei correttivi in termini di peso minimo al fine di avvicinare le prestazioni delle motociclette a due e quattro cilindri.
Per quanto concerne, invece, gli aspetti positivi, la forza peso può avere effetti bilancianti in relazione alla forza centrifuga, che ha origine quando la motocicletta è in curva, e può, inoltre, apportare degli effetti benefici e stabilizzanti quando la strada o la pista su cui corre la motocicletta sono interessate da precipitazioni e regimi piovosi.
Pertanto, il controllo immediato della forza peso di una motocicletta è uno degli aspetti più rilevanti per la definizione del corretto bilanciamento della stessa.
A tal fine, sono stati realizzati alcuni dispositivi, ad esempio applicabili a manubri o al mozzo delle ruote, atti ad incrementare la forza peso a cui è sottoposta la motocicletta.
Tali dispositivi sono costituiti da supporti metallici vincolabili ad almeno parte della motocicletta e possono, ad esempio, essere dei dischi vincolabili su di una superficie o delle barre inseribili all’interno dei perni delle ruote.
La tecnica nota descritta comprende alcuni importanti inconvenienti.
In particolare, tali dispositivi comprendono delle masse proprie non variabili, se non aggiungendo altri dispositivi e forniscono un apporto costante alla forza peso a cui è sottoposto il mezzo motorizzato.
In aggiunta, i dispositivi noti allo stato della tecnica attuale possono, soprattutto nel caso di pesi a manubrio, essere motivo di ulteriore squilibrio per la motocicletta stessa, provocando degli effetti esclusivamente negativi sulla stabilità.
In questa situazione il compito tecnico alla base della presente invenzione è ideare dei mezzi di locomozione per motocicletta con dispositivo di stabilizzazione in grado di ovviare sostanzialmente ad almeno parte degli inconvenienti citati.
Nell'ambito di detto compito tecnico è un importante scopo dell'invenzione ottenere dei mezzi di locomozione per motocicletta con dispositivo di stabilizzazione in cui il dispositivo consenta di variare la forza peso a cui è sottoposta la stessa in maniera variabile e controllata.
Un altro importante scopo dell'invenzione è realizzare dei mezzi di locomozione con dispositivo di stabilizzazione in cui il dispositivo consenta di migliorare la stabilità della motocicletta soprattutto in curva ed in condizione di bagnato.
Infine, un ulteriore scopo dell’invenzione è realizzare un dispositivo facilmente installabile nella maggior parte delle motociclette attualmente in commercio ed economico.
Il compito tecnico e gli scopi specificati sono raggiunti da mezzi di locomozione per motocicletta con dispositivo di stabilizzazione come rivendicato nella annessa rivendicazione 1.
Soluzioni tecniche preferite sono evidenziate nelle rivendicazioni dipendenti.
Le caratteristiche ed i vantaggi dell’invenzione sono di seguito chiariti dalla descrizione dettagliata di esecuzioni preferite dell’invenzione, con riferimento agli uniti disegni, nei quali:
la Fig. 1 mostra un esempio di motocicletta comprendente mezzi di locomozione secondo l’invenzione;
la Fig. 2 illustra un dispositivo di stabilizzazione incluso nei mezzi di locomozione secondo l’invenzione in una prima configurazione;
la Fig. 3 è una sezione longitudinale di un dispositivo di stabilizzazione incluso nei mezzi di locomozione secondo l’invenzione nella prima configurazione;
la Fig. 4 rappresenta un dispositivo di stabilizzazione incluso in mezzi di locomozione di una motocicletta ed in uso durante una piega in curva della detta motocicletta;
la Fig.5 è un dispositivo di stabilizzazione incluso nei mezzi di locomozione secondo l’invenzione in una seconda configurazione;
la Fig. 6 rappresenta un dispositivo di stabilizzazione incluso nei mezzi di locomozione secondo l’invenzione in una terza configurazione;
la Fig. 7 mostra un dispositivo di stabilizzazione incluso nei mezzi di locomozione secondo l’invenzione in una quarta configurazione, in particolare per perni di forcelle monobraccio;
la Fig.8 illustra una sezione longitudinale di un dispositivo di stabilizzazione incluso nei mezzi di locomozione secondo l’invenzione nella seconda configurazione;
la Fig. 9 è una sezione longitudinale di un dispositivo di stabilizzazione incluso nei mezzi di locomozione secondo l’invenzione nella quarta configurazione;
la Fig. 10 rappresenta una sezione longitudinale di un dispositivo di stabilizzazione incluso nei mezzi di locomozione secondo l’invenzione nella quarta configurazione con mezzi di connessione differenti rispetto alla Fig.9;
la Fig. 11 mostra una sezione longitudinale di un dispositivo di stabilizzazione incluso nei mezzi di locomozione secondo l’invenzione nella quarta configurazione con l’elemento valvolare vincolato tramite i mezzi di connessione; e
la Fig.12 illustra una vista in prospettiva di un dispositivo di stabilizzazione incluso nei mezzi di locomozione secondo l’invenzione nella quarta configurazione con il dettaglio dei mezzi di connessione.
Nel presente documento, le misure, i valori, le forme e i riferimenti geometrici (come perpendicolarità e parallelismo), quando associati a parole come "circa" o altri simili termini quali "pressoché" o "sostanzialmente", sono da intendersi come a meno di errori di misura o imprecisioni dovute a errori di produzione e/o fabbricazione e, soprattutto, a meno di una lieve divergenza dal valore, dalla misura, dalla forma o riferimento geometrico cui è associato. Ad esempio, tali termini, se associati a un valore, indicano preferibilmente una divergenza non superiore al 10% del valore stesso.
Inoltre, quando usati, termini come “primo”, “secondo”, “superiore”, “inferiore”, “principale” e “secondario” non identificano necessariamente un ordine, una priorità di relazione o posizione relativa, ma possono essere semplicemente utilizzati per più chiaramente distinguere tra loro differenti componenti.
Le misurazioni e i dati riportati nel presente testo sono da considerarsi, salvo diversamente indicato, come effettuati in Atmosfera Standard Internazionale ICAO (ISO 2533:1975).
Con riferimento alle Figure, i mezzi di locomozione per motocicletta con dispositivo di stabilizzazione secondo l'invenzione sono globalmente indicati con il numero 10. I mezzi di locomozione 10 sono mezzi di locomozione per una motocicletta 100. La motocicletta 100 può essere una motocicletta di vario tipo. Ad esempio, essa può essere da strada, oppure da corsa, o da trial. Preferibilmente, la motocicletta 100 è una motocicletta da corsa, ad esempio del tipo Ducati™ 1198 s.
I mezzi di locomozione 10 sono preferibilmente i mezzi atti a consentire la movimentazione della motocicletta 100 e, pertanto, comprendono almeno una ruota 12.
La ruota 12 comprende sostanzialmente almeno un cerchione su cui è montato uno pneumatico. Inoltre, la ruota 12 comprende almeno un perno 11.
Il perno 11 è sostanzialmente un elemento cavo definente un asse di rotazione 11a per la ruota 12. Il perno 11 è preferibilmente un elemento tubolare vincolato alla motocicletta 100 per mezzo, ad esempio di forcelle.
Tipicamente, la ruota 12 anteriore è connessa alla motocicletta 100 per mezzo di una forcella a doppio braccio. Pertanto, il perno 11 è connesso solidalmente alla forcella e la ruota 12 ruota attorno all’asse di rotazione 11a per mezzo, ad esempio, di elementi quali cuscinetti o altri.
Il perno 11, quando la ruota 12 è in movimento, rimane fisso sulla forcella.
Per quanto riguarda i mezzi di locomozione 10 posteriori, essi possono comprende una ruota 12, un perno 11 ed un supporto 13.
Il supporto 13 può ancora essere una forcella a doppio braccio, oppure, come nel caso citato della motocicletta Ducati™ 1198 s, può essere una forcella monobraccio.
A seconda dei due casi il perno 11 può essere solidalmente vincolato alla forcella, oppure girevolmente vincolato ad essa.
Nel caso in cui il supporto 13 sia una forcella a doppio braccio, il perno 11 si comporta esattamente come nella ruota 12 anteriore ed è pertanto solidale al supporto 13 stesso.
Nel caso, invece, il supporto 13 sia una forcella monobraccio, il perno 11 ruota usualmente, nell’ambito della tecnica nota, attorno all’asse 11a solidalmente alla ruota 12.
Vantaggiosamente, i mezzi di locomozione 10 comprendono un dispositivo 1.
Il dispositivo 1 è sostanzialmente un dispositivo equilibrante. Esso è preferibilmente denominato STEDAF, ossia Sistema Tecnologico Equilibrio Dinamico Aderenza Fluida.
Preferibilmente, il perno 11 include almeno parte del dispositivo 1.
Il dispositivo 1 è preferibilmente atto a consentire il controllo della stabilità della motocicletta 100.
Esso comprende almeno un elemento tubolare 2, una prima parete 3 ed una seconda parete 4.
L’elemento tubolare 2 può corrispondere, ed essere quindi in un sol pezzo, con il perno 11. In questo caso, i mezzi di locomozione 10 comprendono una ruota 12 il cui perno 11 è solidale alla forcella di collegamento alla motocicletta 100 ed il perno 11 costituisce l’elemento tubolare 2, come mostrato ad esempio nelle Fig.2-4. In alternativa, preferibilmente nel caso in cui i mezzi di locomozione 10 comprendono una ruota 12 posteriore connessa ad un supporto 13 costituito da una forcella monobraccio, l’elemento tubolare 2 è separato dal perno 11 ed è un corpo incluso all’interno del perno 11, non solidale al perno 11 stesso.
In questo ultimo caso, preferibilmente, le pareti 3, 4 son in un sol pezzo con l’elemento tubolare 2.
L’elemento tubolare 2 definisce una prima estremità 20, una seconda estremità 21 ed un asse principale 2a.
Le due estremità 20, 21 sono reciprocamente opposte e sono localizzate preferibilmente in maniera tale da coincidere con le estremità del perno 11.
Nel caso in cui il perno 11 costituisca l’elemento tubolare 2, le estremità 20, 21 coincidono esattamente con le estremità del perno stesso.
L’asse principale 2a è sostanzialmente l’asse di sviluppo dell’elemento tubolare 2 e, pertanto, esso è preferibilmente allineato con l’asse di rotazione 11a o coincidente con l’asse di rotazione 11a stesso.
La prima parete 3 è preferibilmente disposta in corrispondenza della prima estremità 20, mentre la seconda parete 4 è disposta in corrispondenza della seconda estremità 21.
Le pareti 3, 4 preferibilmente sigillano in maniera ermetica l’elemento tubolare 2 in modo da definire un volume interno 22 chiuso.
Il volume interno 22 è quindi preferibilmente uno spazio cilindrico racchiuso all’interno del dispositivo 1.
Le pareti 3, 4 possono, come già detto, essere in un sol pezzo con l’elemento tubolare 2. In questo caso, tipicamente, l’elemento tubolare 2 non coincide con il perno 11.
Alternativamente, preferibilmente, le pareti 3, 4 sono removibilmente vincolate all’elemento tubolare 2. Tale vincolo può essere garantito da guide filettate, guarnizioni ad espansione, incastri di altro genere noti allo stato della tecnica attuale, oppure giunzioni quali, ad esempio, bullonatura, chiodatura o saldatura. Ad esempio, se l’elemento tubolare 2 ed il perno 11 non coincidono, è preferibile utilizzare giunzioni di tipo removibile, anche se non necessario e limitante.
Inoltre, in questo caso, è preferibile vincolare l’elemento tubolare 2 stesso al perno 11 in corrispondenza delle pareti 3, 4 utilizzando le tecniche di giunzione note. Se invece il perno 11 costituisce l’elemento tubolare 2, le pareti 3, 4 sono sostanzialmente dei tappi removibilmente vincolati al perno 11.
In questo caso è preferibile, anche se non necessario, utilizzare delle tecniche di giunzione quali saldature, bullonature o chiodature. Tuttavia, è possibile, eventualmente, ricavare una guida filettata all’interno del perno 11 in corrispondenza delle estremità opposte in maniera tale da consentire il vincolo in maniera removibile di tappi comprendenti filettature compatibili.
Da un punto di vista dimensionale, le pareti 3, 4 possono essere sporgenti rispetto al perno 11 ed atti a ricoprire le estremità dello stesso, come mostrato nelle Fig. 2-3, oppure possono essere inglobati parzialmente all’interno del perno 11 in corrispondenza delle estremità dello stesso, come mostrato in Fig.4.
Per garantire la tenuta delle pareti 3, 4, esse possono essere dotate anche di guarnizioni polimeriche o gommate.
Preferibilmente, almeno la prima parete 3 comprende un elemento valvolare 30. L’elemento valvolare 30 è preferibilmente atto a consentire l’accesso al volume interno 22.
Tale elemento valvolare 30 può essere ad esempio una semplice valvola di non ritorno atta a consentire esclusivamente l’accesso al volume interno 22 ostacolando l’eventuale uscita.
Inoltre, l’elemento valvolare 30 può essere integrato nella prima parete 3, oppure può essere removibilmente vincolato alla prima parete 3. Preferibilmente, l’elemento valvolare 30 è una vite del tipo ingrassatore.
Pertanto, preferibilmente, la prima parete 3 comprende un foro di alloggiamento filettato atto ad alloggiare l’elemento valvolare 30.
L’elemento valvolare 30 potrebbe comunque comprendere altri tipi di chiusure, quali un tappo, un rubinetto o altri elementi noti allo stato della tecnica attuale atti a consentire la chiusura e l’accesso veloci a volumi richiusi ermeticamente.
Preferibilmente, il volume interno 22 è atto a contenere almeno un liquido.
Preferibilmente, il liquido contenuto, contenibile, all’interno del volume interno 22 è un liquido pesante. Pertanto, preferibilmente, esso ha una densità minima pari a 5 g/ cm<3>.
Opportunamente, il liquido contenuto all’interno del volume interno 22 è a scelta tra galinstano e mercurio.
Tuttavia, il dispositivo 1 potrebbe comprendere un liquido di altro tipo; oppure esso potrebbe comprendere almeno un liquido aggiuntivo.
In quest’ultimo caso, preferibilmente, il volume interno 22 è atto a contenere un secondo liquido. Preferibilmente il secondo liquido è miscelabile o non miscelabile con il primo liquido ed ha una densità inferiore. Preferibilmente, il secondo liquido ha viscosità maggiore.
In questo modo, ad esempio, può essere ridotto l’effetto del moto ondoso dei liquidi all’interno del volume interno 22.
In aggiunta a quanto descritto, preferibilmente, l’elemento tubolare 2 comprende almeno una paratia 23.
La paratia 23 è un elemento incidente con l’asse principale 2a atto principalmente a limitare le fluttuazioni del liquido compreso all’interno del volume interno 22. Opportunamente, la paratia è una griglia atta ad ostacolare il movimento del liquido senza limitare lo stesso entro compartimenti separati.
La paratia 23 potrebbe tuttavia anche essere una parete atta a suddividere il volume interno 22 in scompartimenti.
Più nel dettaglio, la paratia 23 è preferibilmente perpendicolare all’asse principale 2a. Inoltre, il dispositivo 1 può comprendere una pluralità di paratie.
Nel caso in cui l’elemento tubolare 2 coincida con il perno 11, le paratie 23 posso essere degli elementi vincolabili all’interno del perno 11 tramite incastro.
Come già detto, il dispositivo 1 può essere non solidale con la ruota 12, principalmente nel caso in cui il perno 11 sia labilmente vincolato ad un supporto 13 comprendente una forcella monobraccio.
In questo caso, preferibilmente, l’elemento tubolare 2 è incluso all’interno del perno 11, ma separato da esso, ed il dispositivo 1 è labilmente vincolato al perno per mezzo di un primo elemento intermedio 5 ed un secondo elemento intermedio 6. Preferibilmente gli elementi 5, 6 sono entrambi dei cuscinetti volventi. Opportunamente essi sono anche di dimensioni identiche.
Inoltre, preferibilmente il primo elemento intermedio 5 ed il secondo elemento intermedio 6 sono disposti rispettivamente in corrispondenza della prima parete 3 e della seconda parete 4 in modo tale da consentire la rotazione reciproca tra il dispositivo 1 ed il perno 11 attorno all’asse di rotazione 11a.
Preferibilmente, il dispositivo 1 comprende anche dei mezzi di connessione 7. I mezzi di connessione 7 sono removibilmente vincolati ad almeno una delle pareti 3, 4 ed il supporto 13 in maniera tale da vincolare solidalmente il dispositivo 1 ed il supporto 13.
In sostanza, i mezzi di connessone 7 sono atti a bloccare la rotazione del dispositivo 1 attorno all’asse di rotazione 11a. Per fare ciò può essere sufficiente una barra fissa connessa reciprocamente al supporto 13 ed al dispositivo 1 per mezzo di bullonature, saldature, incastri o altre giunzioni note.
Oppure possono essere previsti degli altri sistemi, ad esempio ad incastro, tra le pareti 3, 4 ed i mezzi di connessione 7.
Ad esempio, le pareti 3, 4 possono essere circondate rispettivamente dagli elementi intermedi 5, 6 e connesse al perno 11, come in Fig.9, oppure le pareti 3, 4 possono comprendere delle componenti cilindriche protrudenti ed atte a consentire l’accoppiamento tra l’elemento tubolare 2 e gli elementi intermedi 5, 6.
Inoltre, l’elemento valvolare 30 può essere disposto in corrispondenza dei mezzi di connessione 7, oppure nella parete 3, 4 opposta.
Configurazioni di entrambe le tipologie sono rappresentate dalle Fig.10-11.
Nel caso in cui l’elemento valvolare 30 sia connesso all’elemento tubolare 2 per mezzo dei mezzi di connessione 7, o attraverso i mezzi di connessione 7, questi ultimi possono presentare un meccanismo ad incastro come mostrato in Fig. 12. Altri tipi di meccanismi possono essere utilizzati al fine di mantenere preferibilmente l’elemento tubolare 2 solidale con il supporto 13 fisso e non rotante.
Il funzionamento dei mezzi di locomozione 10 precedentemente descritti in termini strutturali è il seguente.
Un utente può valutare la stabilità della motocicletta 100 ed eventualmente modificare la stabilità e l’assetto della stessa per mezzo del dispositivo 1.
È sufficiente, ad esempio, utilizzare una pistola ingrassatrice contenente liquido pesante, per riempire parte del volume interno 22 o la totalità di esso. In tale maniera si riesce a bilanciare in maniera controllata l’aumento di forza peso sulle ruote 12, siano esse anteriori, posteriori, a singola o doppia forcella.
L’invenzione comprende un nuovo procedimento di stabilizzazione di una motocicletta 100.
In particolare, preferibilmente, il procedimento comprende almeno una fase di riempimento.
Tale fase di riempimento comprende il riempimento in maniera controllata del volume interno 22 con il liquido per mezzo di una pistola ingrassatrice.
Tale procedimento è molto veloce e consente di aumentare la forza peso incidente sulle ruote 12, e pertanto sulla motocicletta 100, in maniera controllata poiché dipendente dal quantitativo di liquido immesso.
A titolo di esempio, si riporta un esempio di applicazione diretta di tale procedura. Il modello Ducati™ 1198 s è un modello di motocicletta con forcella monobraccio e comprendente dei perni 11 per ruota 12 anteriore e posteriore differenti.
Nelle Fig.3-4 e 8-11 sono rappresentate delle geometrie semplificate ed indicative dei due perni 11.
Nel caso nei mezzi di locomozione 10 anteriori, la ruota 12 è vincolata ad un perno 11 non omogeneo.
In tal caso è possibile realizzare due pareti 3, 4 di diametro differente e compatibile con le estremità del perno 11, che corrispondono quindi alle estremità 20, 21 dell’elemento tubolare 2, oppure è possibile inserire un elemento tubolare 2 all’interno del perno 11 in modo da vere un volume interno 22 perfettamente cilindrico.
Per ragioni di simmetria, è preferibile, ma non necessario, inserire un elemento tubolare 2 all’interno del perno 11 e vincolare l’elemento tubolare 2 al perno 11 per mezzo delle pareti 3, 4.
Prendendo, ad esempio, un elemento tubolare 2 compatibile con le dimensioni del perno 11 anteriore, la sezione del volume interno 22, essendo il raggio della sezione corrispondente a 1,25 cm, risulta essere di 4,9 cm<2>.
Pertanto, siccome il perno 11 ha una lunghezza di circa 25 cm lungo l’asse principale 2a, allora il volume interno 22 risulta essere di circa 123 cm<3>.
Considerando di inserire, all’interno del volume interno 22, del mercurio la cui densità è pari a circa 13 g/cm<3>, il quantitativo massimo inseribile nel volume 22 stesso del liquido è pari a 1,7 Kg.
Tale quantità non è affatto trascurabile, soprattutto in ambito professionistico, e fornisce un contributo rilevante alla forza peso sulla ruota anteriore 12.
Per quanto concerne, invece, i mezzi di locomozione 10 posteriori, il perno 11 è di dimensioni maggiori, tuttavia, essendo la motocicletta 100 in questione a forcella monobraccio, esso ruota solidalmente alla ruota 12.
Pertanto, è necessario ricorrere agli elementi intermedi 5, 6.
Tipicamente, gli elementi intermedi 5, 6 sono dei cuscinetti volventi a sfera e presentano quindi una conformazione sostanzialmente ad anello.
L’anello può avere, ad esempio, una differenza tra raggio interno e raggio esterno pari a 5 mm.
Considerando che il perno 11 posteriore di una motocicletta del tipo Ducati™ 1198 s è ha un raggio di circa 2 cm, il dispositivo 1, inseribile tra i due cuscinetti disposti in corrispondenza delle estremità del perno 11 e dell’elemento tubolare 2, può comprendere un elemento tubolare di raggio 1,5 cm.
Inoltre, la lunghezza del perno 11 posteriore lungo l’asse di rotazione 11a è di circa 27 cm.
Facendo i medesimi calcoli presentati precedentemente per i mezzi di locomozione 10 anteriori e considerando, come liquido, il mercurio, si giunge a valori di quantità massima di liquido inseribile nel volume interno 22 pari a 2,5 kg.
Anche in questo caso, l’apporto di forza peso derivante dall’aggiunta di mercurio nel dispositivo 1 può avere grande rilevanza.
Oltre all’immissione di liquido, almeno un liquido o una pluralità di liquidi, logicamente, il dispositivo 1 consente anche il risucchio dello stesso liquido. Ciò può avvenire secondo varie modalità. Ad esempio, può essere previsto l’inserimento di una cannuccia attraverso l’elemento valvolare 30, oppure lo smontaggio dell’elemento valvolare 30 stesso al fine di svuotare il dispositivo 1.
Tale aspetto, è ancor più facilitato quando il perno 11 e l’elemento tubolare 2 sono due porzioni separate, ossia quando il dispositivo 1 è removibile rispetto al perno 11 mantenendo il volume interno 22 ermeticamente richiuso prima dello svuotamento.
Inoltre, l’utilizzo di liquidi quali il galinstano facilitano lo svuotamento e la nuova immissione del liquido all’interno del dispositivo 1.
Il dispositivo 1, in conclusione, consente di inserire il liquido in percentuali differenti rispetto al volume interno 22. Infatti, il volume interno 22 può essere riempito al 100%, oppure a percentuali più ridotte in maniera tale da mitigare non solo gli eventuali effetti derivanti dalla forza centrifuga ma limitare, ad esempio, le oscillazioni locali nel piano della ruota 12.
I mezzi di locomozione 10 secondo l’invenzione conseguono importanti vantaggi. Infatti, il controllo della forza peso ha importanti vantaggi.
Innanzi tutto, l’aggiunta di mercurio, o altro liquido come il galinstano o altri liquidi più viscosi, consente, in termini di stabilità, di abbassare a piacimento il baricentro con aumento della stabilità della motocicletta 100 dato che entrambe le ruote possono lavorare con maggiore attrito.
Tale aspetto è, ad esempio, preponderante in assetto da bagnato.
Inoltre, il fatto di controllare la quantità di peso da aggiungere consente di settare con facilità la motocicletta 100 a seconda del circuito in cui la motocicletta 100 è impegnata. Infatti, gli effetti del peso si evidenziano anche nelle traiettorie delle curve che vengono effettuate, dato almeno una componente della forza peso aggiuntiva si oppone alla forza centrifuga a cui è sottoposta la motocicletta 100 in curva.
La conformazione del dispositivo 1 di stabilizzazione, inoltre, consente di evitare di sottoporre il liquido all’interno del volume interno 22 almeno alla forza centrifuga della ruota 12.
Infatti, in ogni caso, vantaggiosamente il dispositivo 1 è disaccoppiato e non solidale con la ruota 12, ad esempio grazie ai mezzi di connessione 7 nel caso di forcella monobraccio.
Inoltre, essendo regolabile la quantità di liquido da inserire nel dispositivo 1, la presenza delle paratie 23 riduce notevolmente gli effetti negativi derivanti dall’eventuale moto ondoso del liquido all’interno del volume interno, pur consentendo ad esso di disporsi e fluire sempre nella direzione dell’accelerazione gravitazionale. Tale vantaggio è ancor più evidente nel caso di “sbacchettamento” della ruota anteriore.
La stabilizzazione del liquido, come già detto, può essere ulteriormente potenziata con l’aggiunta di almeno un secondo liquido, anche a densità inferiore, con proprietà viscose superiori.
In ogni caso, il leveraggio riferito all’oscillazione delle ruote in varie fasi della corsa viene ridotto con vantaggi da un punto di vista della stabilità.
Inoltre, la gestione del peso all’interno dei dispositivi 1 consente di regolare gli effetti di scivolamento della ruota posteriore in fase di accelerazione e di sollevamento della stessa in fase di decelerazione.
In particolare, il fatto di evitare l’elevazione della parte anteriore della motocicletta 100 o della parte posteriore in base alle tarature effettuate per mezzo del dispositivo 1, consente di ottenere l’ulteriore vantaggio di ridurre i tagli di potenza dal motore. Infatti, il mantenimento dell’attrito, o grip, delle ruote si traduce in spinta.
In conclusione, la localizzazione dei dispositivi 1 è estremamente vantaggiosa in quanto evita dei disequilibri altamente destabilizzanti che, invece, si verificano con aggiunte di massa in posizioni più elevate, quali i manubri.
L’invenzione è suscettibile di varianti rientranti nell'ambito del concetto inventivo definito dalle rivendicazioni.
Ad esempio, può essere prevista una valvola di scarico in corrispondenza di almeno una delle due pareti 3, 4, ad esempio la seconda parete 4, in maniera tale da agevolare lo svuotamento del dispositivo 1.
Tale valvola di scarico può essere di qualsivoglia tipo e può consentire lo scarico diretto del liquido o lo scarico comandato ad esempio attraverso connettori che risucchiano il liquido in pressione, di tipo noto.
Inoltre, al fine di realizzare il dispositivo 1, può essere prevista, una volta realizzato il volume interno 22, la creazione del vuoto, oppure l’aggiunta di gas inerte, come l’azoto. Tale attività può essere svolta per mezzo dell’elemento valvolare 30, se esso lo consente, o tramite la valvola di scarico o altre valvole ancora realizzate su una o più pareti 3, 4.
In tale ambito tutti i dettagli sono sostituibili da elementi equivalenti ed i materiali, le forme e le dimensioni possono essere qualsiasi.
Claims (10)
- RIVENDICAZIONI 1. Mezzi di locomozione (10) per motocicletta (100) comprendenti un dispositivo (1) di stabilizzazione ed una ruota (12), - detta ruota (12) comprendendo un perno (11), - detto perno (11) definendo una cavità, un asse di rotazione (11a) per detta ruota (12) ed includendo almeno parte di detto dispositivo (1) entro detta cavità, e - detto dispositivo (1) comprendendo - un elemento tubolare (2) definente una prima estremità (20), una seconda estremità (21) e un asse principale (2a) allineato con detto asse di rotazione (11a), - una prima parete (3) disposta in corrispondenza di detta prima estremità (20), ed - una seconda parete (4) disposta in corrispondenza di detta seconda estremità (21), e caratterizzato dal fatto che - dette pareti (3, 4) sigillano in maniera ermetica detto elemento tubolare (2) in modo da definire un volume interno (22) chiuso, - almeno detta prima parete (3) comprende un elemento valvolare (30) atto a consentire l’accesso a detto volume interno (22), - detto volume interno (22) essendo atto a contenere almeno un liquido.
- 2. Mezzi di locomozione (10) secondo la rivendicazione 1, in cui detto perno (11) costituisce detto elemento tubolare (2) e dette pareti (3, 4) sono tappi removibilmente vincolati a detto perno (11).
- 3. Mezzi di locomozione (10) secondo la rivendicazione 1, in cui detto elemento tubolare (2) è separato da detto perno (11) e dette pareti (3, 4) sono in un sol pezzo con detto elemento tubolare (2).
- 4. Mezzi di locomozione (10) secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui detto elemento tubolare (2) comprende almeno una paratia (23) incidente con detto asse principale (2a), detta paratia essendo una griglia atta ad ostacolare il movimento di detto liquido.
- 5. Mezzi di locomozione (10) secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui detto liquido ha una densità minima pari a 5 g/cm<3>.
- 6. Mezzi di locomozione (10) secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui detto volume interno (22) contiene un secondo liquido con viscosità maggiore rispetto a detto liquido ed atto a ridurre le oscillazioni di detti liquidi entro detto volume interno (22).
- 7. Mezzi di locomozione (10) secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui detto elemento valvolare (30) è removibilmente vincolato a detta prima parete (3) ed è una vite del tipo ingrassatore.
- 8. Mezzi di locomozione (10) secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui detto dispositivo (1) è labilmente vincolato a detto perno (11) per mezzo di un primo elemento intermedio (5) ed un secondo elemento intermedio (6), detto primo e secondo elementi intermedi (5, 6) essendo dei cuscinetti volventi vincolati in corrispondenza rispettivamente di detta prima parete (3) e detta seconda parete (4) in modo tale da consentire la rotazione reciproca tra detto dispositivo (1) e detto perno (11) attorno a detto asse di rotazione (11a).
- 9. Mezzi di locomozione (10) secondo almeno una rivendicazione precedente, comprendenti un supporto (13) solidale a detta motocicletta (100) e in cui detto dispositivo (1) comprende dei mezzi di connessione (7) removibilmente vincolati ad almeno una di dette pareti (3, 4) e detto supporto (13) in maniera tale da vincolare solidalmente detto dispositivo (1) e detto supporto (13).
- 10. Procedimento di stabilizzazione di una motocicletta (100) comprendente mezzi di locomozione (10) secondo almeno una rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno una fase di riempimento in maniera controllata di detto volume interno (22) con detto liquido per mezzo di una pistola ingrassatrice.
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IT201800006519A1 true IT201800006519A1 (it) | 2019-12-20 |
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ID=63638226
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Citations (2)
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---|---|---|---|---|
GB1209696A (en) * | 1968-06-10 | 1970-10-21 | Sunland Refining Corp | Liquid wheel-balancing system |
US4200168A (en) * | 1978-04-07 | 1980-04-29 | Moog William C | Apparatus for roll-stabilizing a vehicle |
-
2018
- 2018-06-20 IT IT102018000006519A patent/IT201800006519A1/it unknown
Patent Citations (2)
Publication number | Priority date | Publication date | Assignee | Title |
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