IT201800004915A1 - Gruppo valvolare per un contenitore per bevande - Google Patents

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Description

Descrizione del trovato avente per titolo:
"GRUPPO VALVOLARE PER UN CONTENITORE PER BEVANDE"
CAMPO DI APPLICAZIONE
Il presente trovato si riferisce ad un corpo valvolare e ad un connesso gruppo valvolare utilizzabile in contenitori per bevande ed associabile a dispositivi di erogazione. Vantaggiosamente i contenitori per bevande, in cui può essere utilizzato il gruppo valvolare sono contenitori tipo “keg” a due corpi coassiali, di cui un contenitore esterno, o fusto, avente funzione di sostegno e protezione, ed un contenitore interno, o sacca, deputato a contenere la bevanda.
L’estrazione della bevanda può avvenire, in relazione a come sono costituiti i due contenitori, o premendo sul contenitore esterno o introducendo un gas, ad esempio aria in pressione, tra il contenitore esterno e quello interno.
Il presente trovato si rivolge preferenzialmente, anche se non esclusivamente, ai contenitori che permettono l’estrazione della bevanda mediante introduzione di fluido gassoso tra i due contenitori coassiali.
STATO DELLA TECNICA
Nello stato della tecnica sono noti gruppi valvolari per controllare e regolare un flusso di fluido. Il loro impiego è molto diffuso in svariati settori e in numerose applicazioni in cui è necessario consentire e impedire selettivamente il passaggio del fluido in determinate condizioni di utilizzo.
Sono noti anche contenitori per fluidi, in particolare per bevande, comprendenti gruppi valvolari e dispositivi di chiusura che permettono la fuoriuscita della bevanda durante una fase di erogazione e consentono di chiudere il contenitore quando non è richiesta l’erogazione della bevanda.
Tali gruppi valvolari presentano una pluralità di inconvenienti.
Un inconveniente è il fatto che, a fine ciclo del contenitore, il gruppo valvolare deve essere scomposto nei suoi componenti per poter essere riciclato in quanto almeno uno di essi è un componente metallico.
Inoltre, spesso i vari componenti in pratica non sono realizzati con plastiche compatibili tra loro.
Un altro inconveniente è determinato dal fatto che i gruppi valvolari noti sono complessi ed eccessivamente articolati, per cui non ammettono né una facile e rapida pulizia, né interventi semplici di eventuale sostituzione componenti.
Un ulteriore inconveniente è determinato dal fatto che le operazioni di installazione sul contenitore, messa a punto e avvio, dei gruppi valvolari noti non è sempre facile stando la loro complessità ed articolazione.
È pure un ulteriore inconveniente il fatto che la tenuta idraulica non è sempre ottimale e, non sempre, è tale da perdurare quanto la vita del contenitore, ancora detta tenuta non è sempre uniforme lungo la periferia del gruppo valvolare.
Un ulteriore inconveniente è dato dal fatto che i gruppi valvolari noti non permettono di evacuare in modo semplice ed automatico il gas in eccesso dal contenitore dopo la rimozione dei dispositivi di erogazione, con conseguenti rischi di sicurezza per gli operatori che devono maneggiare contenitori con gas in pressione.
Uno scopo del presente trovato è quello di realizzare un corpo valvola ed un connesso gruppo valvolare che superino almeno alcuni degli inconvenienti della tecnica nota.
Un altro scopo del trovato è quello di realizzare un corpo valvola che sia facile da produrre e che garantisca la voluta chiusura a tenuta del contenitore a cui è associato.
È pure uno scopo quello di realizzare un gruppo valvolare che sia semplice e abbia un numero di componenti ridotto rispetto ai gruppi valvolari noti, così da ridurre i costi di produzione, l’energia consumata per produrli, gli spazi necessari per immagazzinarli, i tempi di montaggio ed i tempi e costi di riciclo.
E un ulteriore scopo la semplicità e la facilità di sanitizzare i componenti prima del loro montaggio ed in caso di smontaggio per pulizia o sostituzione di un componente.
E pure uno scopo migliorare l’estrazione dell’aria in eccesso tra i due contenitori nel caso in cui l’evacuazione della bevanda avvenga introducendo aria, o gas, tra i due contenitori.
Per ovviare agli inconvenienti della tecnica nota e per ottenere questi ed ulteriori scopi e vantaggi, la Richiedente ha studiato, sperimentato e realizzato il presente trovato.
ESPOSIZIONE DEL TROVATO
Il presente trovato è espresso e caratterizzato nelle rivendicazioni indipendenti. Le rivendicazioni dipendenti espongono altre caratteristiche del presente trovato o varianti dell’idea di soluzione principale.
Il presente trovato si riferisce ad un gruppo valvolare, finalizzato almeno per l’estrazione di una bevanda contenuta nel contenitore interno di un contenitore a due componenti, e per l’immissione di un fluido in pressione nell’intercapedine tra i due contenitori.
Questi gruppi valvolari devono assolvere a plurime esigenze.
Devono essere semplici, di facile utilizzo, e idonei a cooperare con dispositivi di erogazione/immissione di una bevanda sia in fase di spillaggio, sia eventualmente in fase di caricamento della bevanda stessa.
Tali gruppi valvolari, inoltre, devono garantire la chiusura del contenitore a tenuta per tutta la durata utile del contenitore o della bevanda al suo interno, prevedendo anche la possibilità di tempi di magazzinaggio di qualche mese tra il caricamento della bevanda e il termine dello spillaggio.
Nel caso di gruppi valvolari come il trovato, che serve per lo spillaggio agendo nell’intercapedine, detto gruppo valvolare deve anche permettere l’espulsione, certa e completa, dell’eventuale gas presente in eccesso che viene immesso tra i due contenitori per lo spillaggio.
Il trovato protegge un gruppo valvolare avanzato che ammette tutte le operazioni sopra individuate ed in più:
- ammette la sanitizzazione dei componenti prima del loro montaggio, agevolando le operazioni di pulizia e manutenzione;
- ammette facili operazioni nella fase di assiemaggio e montaggio, nonché di intervento nel caso in cui, per qualunque motivo il gruppo valvolare, o altro, presenti malfunzionamenti;
- garantisce la corretta ed autonoma iniezione del gas di spillaggio, quale ad esempio aria, e l’evacuazione senza ritardi o intoppi dell’ eccedenza di detto gas dall’intercapedine al momento della rimozione dei dispositivi di erogazione;
- ammette il riciclaggio semplice di tutti i componenti, anche in corpo unico, senza operazioni ausiliarie di smontaggio di parti di essi;
- è molto semplice e composto da pochissimi pezzi, quali un dispositivo a molla e un corpo valvola sostanzialmente in pezzo unico, e quindi riduce fortemente i costi, le giacenze di magazzino, gli scarti, gli spazi occupati e l’energia per ottenere il tutto, nonché è tale da poter essere riciclato anche senza essere smontato;
- ammette varie tipologie di elementi elastici operanti sulla chiusura del gruppo valvolare e garantisce che la chiusura del gruppo valvolare sia uniforme e certa lungo tutta la circonferenza del gruppo valvolare;
Questi ed altri ed ulteriori vantaggi risulteranno evidenti dal proseguo della descrizione.
Secondo il trovato, nella sua formulazione minima, il gruppo valvolare è composto da due componenti: un corpo valvola e un dispositivo a molla.
Detti componenti, nella formulazione qui espressa, sono previsti costituiti in due elementi distinti poi assiemati.
Secondo una forma di realizzazione, il corpo valvola comprende un corpo unico completo di guarnizioni e di sede, nel caso femmina, di un gruppo mobile di tenuta, nonché di mezzi di contenimento del dispositivo a molla.
In certe situazioni, può essere utilizzata una variante in cui i mezzi di contenimento del dispositivo a molla sono realizzati in parte sul corpo valvola e in parte su un elemento di supporto che viene associato a quest’ultimo al fine di concretizzare un appoggio più stabile del dispositivo a molla.
Il corpo inferiore o elemento di supporto può essere fatto ancorare sul corpo valvola mediante scatto o mediante altro tipo di collegamento. Secondo tale variante di realizzazione in cui il corpo valvola e il corpo di supporto sono realizzati come elementi distinti accoppiati uno all’altro, il gruppo valvolare è composto da tre componenti.
L’elemento di supporto contiene e posiziona il dispositivo a molla che agisce sul corpo valvola, e la conformazione in uno o due corpi del corpo valvola definisce il modo di ancoraggio del dispositivo a molla per resistere alle sue sollecitazioni assiali.
Se il corpo valvola è in unico pezzo con i mezzi di contenimento, senza necessità dell’elemento di supporto, il dispositivo a molla si ancora elasticamente, per esempio, su un idoneo recesso presente all’ interno di detto corpo valvola.
Qualora il gruppo valvolare presenti anche l’elemento di supporto, il dispositivo a molla può appoggiarsi sulla base di detto elemento di supporto smontabile.
Secondo altre forme di realizzazione, in una formulazione idonea alla sanitizzazione almeno parte dell’elemento che contiene il dispositivo a molla presenta fessure longitudinali che permettono ai raggi o al materiale sanitizzante di penetrare all’ interno di detto elemento garantendo il voluto risultato.
Nella sua formulazione normale, il corpo valvola coopera con i mezzi fissi di chiusura delle aperture dei due contenitori coassiali e presenta in sé un componente di un gruppo mobile di tenuta idoneo a consentire selettivamente il passaggio di almeno un fluido attraverso di esso. Detto gruppo mobile di tenuta permette la cooperazione del dispositivo a molla con il corpo valvola.
Il corpo valvola, secondo il trovato, presenta in sé sia la sede di un componente femmina del gruppo mobile di tenuta, sia una guarnizione di tenuta che coopera alla tenuta idraulica del gruppo valvolare nel suo complesso.
La sede femmina del gruppo mobile di tenuta è vantaggiosamente di forma troncoconica e coopera con un componente maschio avente anch’esso una forma troncoconica coniugata alla sede femmina.
Secondo una variante, il corpo della valvola in relazione alla bocca di carico presenta inizialmente mezzi di chiusura e di controllo sostanzialmente coassiali al gruppo valvolare.
Detti mezzi di chiusura e controllo, in occasione del primo inserimento di un dispositivo di erogazione, si disconnettono dal corpo valvola, solidarizzandosi con il componente maschio del gruppo mobile di tenuta, in modo tale da muoversi solidalmente a quest’ultimo quando sottoposto all’azione del dispositivo a molla e/o dei dispositivi di erogazione.
Secondo forme di realizzazione, il corpo valvola presenta un corpo rigido che va a costituire detta sede femmina, nonché le porzioni di collegamento con i bordi superiori dei componenti del contenitore a cui può essere associato, e un’estensione inferiore che penetra all’intemo del contenitore interno.
Secondo forme di realizzazione, contemporaneamente il corpo valvola presenta in corpo unico un materiale morbido che va a costituire almeno due tenute idrauliche, o guarnizioni.
Secondo forme di realizzazione, il materiale morbido, con funzione di guarnizione, opera verso una superficie interna circonferenziale superiore del contenitore interno.
Secondo una variante, il materiale morbido opera anche verso una estensione perimetrale del componente femmina del gruppo mobile di tenuta garantendo così, con il componente maschio, una tenuta certa e duratura anche in presenza di forti fattori esterni di disturbo.
Secondo una variante, la parte superiore del corpo valvola presenta una guarnizione superiore che va a cooperare con la parte superiore dei due contenitori garantendo la tenuta idraulica.
Secondo un’ulteriore variante il corpo rigido è solidamente collegato con almeno la guarnizione che blocca la parte terminale superiore dei due contenitori.
Secondo un’ulteriore variante il corpo rigido è solidalmente collegato almeno anche con la guarnizione che assiste la sede femmina del gruppo mobile di tenuta.
Secondo il trovato, vantaggiosamente il componente maschio del gruppo mobile di tenuta, oltre al componente maschio presenta una coordinata sede anulare di seconda tenuta che coopera con la guarnizione che assiste la sede femmina.
Secondo un’altra variante detta guarnizione è solidale al componente maschio.
Secondo il trovato, il corpo valvola può essere realizzato secondo due metodiche differenti nel caso in cui si voglia garantire un corretto e stabile collegamento tra la parte rigida e le guarnizioni.
Secondo una prima forma, si procede prima a stampare, o iniettare, le guarnizioni, anche eventualmente ottenendole in corpo unico prevedendo i collegamenti che mantengono in posizione reciproca i componenti stessi della guarnizione.
Si procede poi ad iniettare, mediante almeno un punto di iniezione, la plastica dura che va a costituire le altre parti del corpo valvola così da ottenere un corpo unico in cui i due componenti sono solidarizzati.
Secondo una variante, si stampa o si inietta prima la plastica dura e poi si stampa, o si inietta, la plastica morbida che va a costituire l’una o più guarnizioni.
Secondo forme di realizzazione del trovato, componente maschio e dispositivo a molla, vantaggiosamente sono solidalmente associati e realizzati in materiale plastico riciclabile.
Secondo una variante componente maschio e dispositivo a molla sono realizzati in corpo unico.
Secondo un’ulteriore variante il componente maschio è in corpo unico con l’anello ripartitore superiore.
Secondo forme di realizzazione, il dispositivo a molla comprende in corpo unico il componente maschio del gruppo mobile di tenuta, uno o più anelli ripartitori, e una o più molle collegate all’uno o più anelli ripartitori.
Secondo forme di realizzazione, le molle possono essere a spirale, lineari a zig-zag, o in qualunque altra forma idonea allo scopo.
Secondo una variante, le molle lineari a zig-zag sono sostituite da molle ad elica di piccolo diametro.
Secondo forme di realizzazione, al gruppo valvolare può essere associato un dispositivo di chiusura, o elemento a tappo, vantaggiosamente ma non necessariamente, avvitabile sulla parte superiore del contenitore esterno, il quale blocca in posizione i vari componenti del gruppo valvolare nel contenitore stesso.
Nella sua formulazione normale il trovato presenta un unico elemento o dispositivo di chiusura, che posiziona stabilmente i due componenti assiali del contenitore, e il gruppo valvolare.
Detto dispositivo di chiusura coopera con la parte superiore del gruppo valvolare, ed in particolare con la guarnizione superiore di quest’ultimo per garantire la chiusura a tenuta del contenitore.
Secondo il trovato, il gruppo valvolare è interamente realizzato in materiale plastico, ovvero tutti i componenti del gruppo valvolare sono in materiale plastico.
Secondo una ulteriore variante, i materiali plastici utilizzati nei componenti del gruppo valvolare sono tutti nella stessa classe di materiale riciclabile.
Secondo ulteriori varianti, può essere presente una piccola percentuale di materiali plastici di classi differenti avente un peso trascurabile rispetto al peso complessivo del gruppo valvolare e del contenitore per bevande a cui esso viene associato, che viene ad incidere talmente poco percentualmente da rimanere di fatto ininfluente nel riciclo.
ILLUSTRAZIONE DEI DISEGNI
Queste ed altre caratteristiche del presente trovato appariranno chiare dalla seguente descrizione di due soluzioni, fomite a titolo esemplificativo, non limitativo, con riferimento agli annessi disegni in cui: - la fig. 1 illustra una vista tridimensionale parzialmente sezionata di un gruppo valvolare secondo forme di realizzazione qui descritte in una configurazione chiusa, applicato ad un assieme di preforme idonee a formare un contenitore a due componenti;
- la fig. 2 illustra una vista tridimensionale parzialmente sezionata del gruppo valvolare di fig. 1 in modalità operativa, una volta inserito l’erogatore;
- la fig. 3 illustra una vista frontale sezionata di un gruppo valvolare secondo una variante di realizzazione;
- la fig. 4 illustra una vista tridimensionale di un componente del gruppo valvolare;
- la fig. 5 illustra il componente del gruppo valvolare di fig. 4 in sezione frontale.
Per facilitare la comprensione, numeri di riferimento identici sono stati utilizzati, ove possibile, per identificare elementi comuni identici nelle figure. Va inteso che elementi e caratteristiche di una forma di realizzazione possono essere convenientemente incorporati in altre forme di realizzazione senza ulteriori precisazioni.
DESCRIZIONE DI FORME DI REALIZZAZIONE
Si farà ora riferimento nel dettaglio alle varie forme di realizzazione del trovato, delle quali uno o più esempi sono illustrati nelle figure allegate. Ciascun esempio è fornito a titolo di illustrazione del trovato e non è inteso come una limitazione dello stesso. Ad esempio, le caratteristiche illustrate o descritte in quanto facenti parte di una forma di realizzazione potranno essere adottate su, o in associazione con, altre forme di realizzazione per produrre un’ulteriore forma di realizzazione. Resta inteso che il presente trovato sarà comprensivo di tali modifiche e varianti.
Con riferimento alle figure, forme di realizzazione qui descritte si riferiscono ad un contenitore 10 per bevande, anche denominato nel settore “fusto”, o “keg”, ottenibile per soffiaggio di due preforme.
A titolo esemplificativo, la bevanda contenuta può essere birra, o un’altra bevanda gassata, come vino frizzante, o un bibita analcolica, o anche una bevanda non gassata, come ad esempio vino o altro.
Il contenitore 10 comprende un contenitore esterno 11 e un contenitore interno 12, disposto all’interno del contenitore esterno 11 e assiale a quest’ultimo, in cui tra il contenitore interno 12 e il contenitore esterno 11 è presente un’intercapedine 13.
Il contenitore interno 12 e quello esterno 11 sono reciprocamente posizionati in modo noto attraverso i reciproci collari, o porzioni collo 19, 22.
Al contenitore 10 viene poi associato un gruppo valvolare 40 ed un dispositivo di chiusura 14 configurato per garantire sia il corretto e stabile posizionamento reciproco del gruppo valvolare 40 e del contenitore, sia la chiusura a tenuta di quest’ultimo.
Secondo forme di realizzazione, il dispositivo di chiusura 14 comprendente una sede 15 per un coperchio antisporco 17, il quale può essere rimosso al momento dell’utilizzo per consentire l’accesso al gruppo valvolare 40 e l’installazione di idonei dispositivi di erogazione, non illustrati.
Tali dispositivi di erogazione, in uso, consentono di introdurre un fluido in pressione nell’intercapedine 13, in modo tale da comprimere il contenitore interno 11 e provocare così la fuoriuscita della bevanda. Il contenitore esterno 11 comprende una porzione di contenimento 18 e la porzione collo 19 provvista di una prima apertura 20.
Il contenitore interno 12 comprende una porzione di contenimento 21 e la porzione collo 22 provvista di una seconda apertura 23 disposte internamente alle rispettive porzione di contenimento 18, porzione collo 19 e prima apertura 22 del contenitore esterno 11.
La porzione di contenimento 21 definisce, in uso, un vano di contenimento 27 per la bevanda.
Secondo forme di realizzazione, il contenitore esterno 11 e il contenitore interno 12 presentano rispettive porzioni a gradino 24, 25 nelle rispettive zone di transizione tra la porzione di contenimento 18, 21 e la corrispondente porzione collo 19, 22, sfalsate una rispetto all’altra, in modo tale da garantire la presenza dell’intercapedine 13 tra i contenitori 11, 12 anche dopo il soffiaggio.
Le porzioni a gradino 24, 25 definiscono rispettivamente un canale di distribuzione 26 nel quale può fluire un fluido in pressione e un recesso di alloggiamento 29 idoneo a cooperare con il gruppo valvolare 40.
Secondo forme di realizzazione, il contenitore interno 12 presenta, in corrispondenza della porzione collo 22, almeno una sezione di passaggio 28 attraverso la quale aria, o gas in pressione può fluire da, o verso, l intercapedine 13.
Secondo forme di realizzazione, la sezione di passaggio 28 è definita da uno o più fori passanti 28.
Secondo una variante, la sezione di passaggio 28 è definita da una feritoia che si estende fino al bordo superiore del contenitore interno 12. Secondo forme di realizzazione, il contenitore interno 12 comprende inoltre un dente circonferenziale di appoggio 30 idoneo ad appoggiarsi vantaggiosamente, in uso, sul bordo superiore del contenitore esterno 11 , definendo un posizionamento reciproco in senso assiale dei due contenitori 11, 12.
Il contenitore esterno 11 presenta, nel caso, esternamente un’area circonferenziale filettata 31 nella quale si può avvitare ed ancorare una porzione filettata 32 del dispositivo di chiusura 14 che tiene in posizione reciproca i due contenitori, 11 e 12, ed il gruppo valvolare 40.
Il dispositivo di chiusura 14, secondo una variante, presenta superiormente ed in modo noto una struttura per posizionare i mezzi e i dispositivi di erogazione necessari per spillare dal contenitore interno 12 la bevanda, eventualmente vincendo la resistenza di un gruppo mobile di tenuta 50 del gruppo valvolare 40 e consentire il passaggio della bevanda attraverso di esso.
Detto dispositivo di chiusura 14 superiormente e/o all’ interno della sede 15 è attrezzato per ancorare stabilmente e senza perdite il dispositivo erogatore della bevanda.
Secondo forme di realizzazione, la sede presenta un’estensione anulare interna 16 che funge da base, provvista di un’apertura centrale 33 idonea a consentire, in uso, il transito della bevanda da erogare.
Secondo forme di realizzazione, la sede 15 può essere sagomata a gradini, idonei a definire riferimenti di posizionamento e battuta per i dispositivi di erogazione.
Il gruppo valvolare 40, secondo forme di realizzazione del trovato, è realizzato in modo tale da permettere ad un idoneo dispositivo di erogazione di immettere nell’intercapedine 13 gas in pressione, quale ad esempio aria, che agendo tra i due contenitori 11, 12, essendo il contenitore interno 12 sostanzialmente comprimibile, serve per estrarre la bevanda, e nel contempo provvedere un’apertura di passaggio 34 attraverso la quale la bevanda nel contenitore interno 12 può transitare per raggiungere i dispositivi di erogazione.
Il gruppo valvolare 40 secondo il trovato comprende un corpo valvola 4 1 , un dispositivo a molla 42 e, nel caso esemplificativo, un elemento di supporto 43.
Il corpo valvola 41, come illustrato ad esempio nelle figg. 3 e 4, è, nel caso di specie, realizzato in corpo unico.
Secondo forme di realizzazione, il corpo valvola 41 comprende in corpo unico un materiale plastico rigido che ne definisce la struttura 35, 36, 37, 47, 49, e un materiale plastico flessibile associato stabilmente al materiale rigido e definente una pluralità di guarnizioni 51, 52, 53.
Secondo forme di realizzazione, il corpo valvola 41 comprende una porzione anulare superiore 35, una parete, o piastra, attrezzata 36 intermedia, e una estensione inferiore 37.
La porzione anulare superiore 35 è collegata alla parete attrezzata 36 mediante degli elementi di collegamento 45.
Secondo forme di realizzazione, gli elementi di collegamento 45, tra porzione anulare superiore 35 e parete attrezzata 36 intermedia, si intervallano con delle feritoie di transito 46.
Secondo forme di realizzazione, gli elementi di collegamento 45 sono equamente distanziati lungo la circonferenza della porzione anulare superiore 35 e della parete attrezzata 36.
Gli elementi di collegamento 45 possono presentare delle nervature o rialzi 47 necessari al collegamento con il dispositivo di erogazione.
Secondo forme di realizzazione, è presente una guarnizione superiore 51, associata alla porzione anulare superiore 35.
Secondo possibili soluzioni realizzative, la guarnizione superiore 51 presenta, in sezione, una forma a “L”, con un primo tratto 5 la che si sviluppa in direzione radiale dalla porzione anulare superiore 35, e un secondo tratto 5 1 b che si sviluppa trasversalmente al primo tratto 5 la rivolta verso la parete attrezzata 36.
Tale guarnizione superiore 51 garantisce la tenuta del contenitore a due componenti 11, 12, essendo idonea a cooperare con il primo tratto 5 la con il bordo superiore del contenitore interno 12, e con il secondo tratto 51b con il bordo superiore del contenitore esterno 11.
Secondo forme di realizzazione, l’apertura di passaggio 34 è provvista, in uso, nella parete attrezzata 36.
Secondo forme di realizzazione, l’estensione inferiore 37 è definita da una parete di forma tubolare che si estende dalla superficie inferiore della parete attrezzata 36 e definisce una cavità di alloggiamento 48 idonea ad alloggiare almeno parte del dispositivo a molla 42.
L’estensione inferiore 37 presenta una dimensione coerente con le esigenze del dispositivo a molla 42.
Secondo forme di realizzazione, il gruppo valvolare 40 comprende un gruppo mobile di tenuta 50 configurato per aprire e chiudere selettivamente l’apertura di passaggio 34.
Secondo forme di realizzazione, il gruppo mobile di tenuta 50 comprende un componente femmina 38 e un componente maschio 39 di forma almeno parzialmente coniugata uno all’altro e configurati per accoppiarsi tra loro per chiudere selettivamente l’apertura di passaggio 34.
Secondo forme di realizzazione, la parete attrezzata 36 del corpo valvola 41 presenta la sede, ovvero il componente femmina 38 del gruppo mobile di tenuta 50.
Secondo forme di realizzazione, il componente maschio 39 può essere provvisto sul dispositivo a molla 42.
Nel caso esemplificativo illustrato, in fase iniziale, il componente femmina 38 del gruppo mobile di tenuta 50 è chiuso da una coperchio di sigillo 44.
Secondo forme di realizzazione, il coperchio di sigillo 44 è definito da una porzione centrale della parete attrezzata 36 avente spessore minore, configurata per essere separata dalla parete attrezzata 36 alla prima introduzione di un dispositivo di erogazione di bevande, così da definire l’apertura di passaggio 34 del gruppo valvolare 40 attraverso la quale può transitare la bevanda da erogare.
Secondo forme di realizzazione, la porzione centrale definente il coperchio di sigillo 44 è sporgente rispetto a una superficie superiore della parete attrezzata 36, ed incavata rispetto ad una superficie inferiore, in modo tale da definire il componente femmina 38.
Secondo ulteriori forme di realizzazione, è presente una guarnizione interna 52, idonea a fungere da tenuta per il gruppo mobile di tenuta 50. Secondo forme di realizzazione, la guarnizione interna 52 ha forma anulare ed è associata alla parete attrezzata 36 attorno all’apertura di passaggio 34 definita dal componente femmina 38.
Secondo forme di realizzazione, in uso, la guarnizione interna 52 è interposta tra la parete attrezzata 36 del corpo valvola 41 e il dispositivo a molla 42.
Secondo ulteriori forme di realizzazione, il corpo valvola 41 comprende una parete di riscontro 49 avente forma anulare che si estende dalla superficie inferiore della parete attrezzata 36, e idonea a cooperare, in uso, con la superficie interna del contenitore interno 12.
Secondo forme di realizzazione, la parete di riscontro 49 è esterna e coassiale all’estensione inferiore 37.
Tra l’estensione inferiore 37 e la parete di riscontro 49 può essere presente una cavità anulare 55.
Secondo ulteriori forme di realizzazione, è provvista una guarnizione laterale 53, idonea a fungere da tenuta tra il corpo valvola 41 e il contenitore interno 11 e configurata per cooperare con la superficie del vano di contenimento 27 del contenitore interno 12.
Secondo possibili soluzioni realizzative, la guarnizione laterale 53 è associata alla parete di riscontro 49 e si estende sull’intera circonferenza esterna di quest 'ultima in modo tale che, in uso, sia circonferenzialmente a contatto con la superficie interna del contenitore interno 11.
In questo modo viene impedito qualsiasi trafilamento della bevanda tra corpo valvola 41 e contenitore interno 11, garantendo che l’erogazione della bevanda avvenga solamente attraverso l’apertura di passaggio 34 quando essa si trova nella condizione aperta.
Secondo ulteriori forme di realizzazione, il corpo valvola 41 comprende un anello di appoggio 54 idoneo a cooperare, in uso, con il recesso di alloggiamento 29 del contenitore interno 11 e appoggiarsi sulla porzione a gradino 25 di quest’ultimo, garantendo un posizionamento assiale corretto e preciso tra i due componenti.
Secondo forme di realizzazione, l’anello di appoggio 54 è definito da una porzione di estremità della parete attrezzata 36 sporgente oltre la parete di riscontro 49.
Con riferimento alle figure 1 e 2, il coperchio di sigillo 44 presenta una protrusione anulare 61 idonea ad inserirsi in ed accoppiarsi con un incavo anulare 62 presente sul componente maschio 39 del gruppo mobile di tenuta 50, e tale aggancio interviene quando viene introdotto per la prima volta un dispositivo di erogazione.
In questo modo, quando il dispositivo di erogazione preme il coperchio di sigillo 44 e lo separa dalla parete attrezzata 31, esso si ancora al dispositivo a molla 10, divenendo parte del componente maschio 39.
Quando il dispositivo di erogazione viene rimosso, la forza elastica di compressione del dispositivo a molla 10 tenderà ad estendere quest’ultimo, portando il componente maschio 39 e quindi il coperchio di sigillo 44 collegato ad esso in accoppiamento con il componente femmina 38 e la parete attrezzata 36 in modo tale da chiudere l’apertura di passaggio 34.
Secondo forme di realizzazione, il corpo valvola 41 può essere realizzato mediante stampaggio a sovra- iniezione del materiale morbido sul materiale rigido.
Secondo forme di realizzazione, le guarnizioni 51, 52, 53 presentano lembi di collegamento 78a, 78b che le uniscono una all’altra, essendo ottenute tutte con un unico punto di iniezione.
Secondo tali forme di realizzazione, la parete attrezzata 36 realizzata con il materiale rigido può essere provvista di una fessura di passaggio 77 idonea a consentire il passaggio del materiale morbido attraverso di essa per realizzare la guarnizione interna 52.
Secondo varianti di realizzazione, le guarnizioni 51, 52, 53 sono separate una dall’altra. In tal caso si può prevedere che esse siano realizzate indipendentemente una dall’altra, ad esempio mediante stampaggio a sovra-iniezione sulle rispettive parti del corpo valvola 41 a cui sono associate.
Secondo tale forma di realizzazione, la fessura di passaggio 77 risulta pertanto riempita con il materiale morbido.
Secondo forme di realizzazione che prevedono un gruppo valvolare 40 composto da tre componenti, illustrato ad esempio in fig. 3, il corpo valvola 41 e l’elemento di supporto 43 possono essere accoppiati tra loro mediante organi di accoppiamento 56, 57 coniugati tra loro.
Secondo forme di realizzazione, gli organi di accoppiamento 56, 57 possono comprendere, ad esempio, un incavo anulare femmina 56 provvisto sul corpo valvola 41 e un aggancio anulare maschio 57 provvisto sull’elemento di supporto 43.
Secondo forme di realizzazione, il dispositivo a molla 42 nel caso di specie presenta in corpo unico una o più molle 58 e almeno un anello ripartitore 59a, 59b.
Secondo forme di realizzazione, ad esempio descritte con riferimento alla fig. 3, il dispositivo a molla 42 comprende un anello ripartitore inferiore 59a e un anello ripartitore superiore 59b.
L’anello ripartitore superiore 59b, nel caso di specie presenta un ripiano anulare 60 da cui fa origine, esemplificativamente, il componente maschio 39 del gruppo mobile di tenuta 50, associato al dispositivo a molla 42.
Le molle 58 possono essere a elica 58a, fig. 4, oppure lineari a zig-zag 58b, figg. 1 - 2, aventi una conformazione idonea a generare la spinta voluta per il tempo necessario.
Va notato che le molle ad elica 58b, per loro conformazione, non esercitano una pressione uniforme sulla circonferenza di appoggio del dispositivo a molla 42, tra il componente maschio 39 e femmina 38 ma risentono della posizione ove termina l’elica.
Per ovviare a questo inconveniente, secondo una variante del trovato, si utilizzano molle 58b lineari a zig-zag in numero e conformazioni idonee a generare la spinta voluta garantendo la corsa necessaria assiale del componente maschio 39 del dispositivo a molla 42.
Secondo forme di realizzazione, gli elementi a molla a zig-zag 58a sono collegati a entrambi gli anelli ripartitori 59a, 59b in corrispondenza delle proprie estremità.
Secondo forme di realizzazione, le zone di collegamento tra le molle a zig-zag 12 e gli anelli ripartitori 59a 59b sono sostanzialmente allineate una all’altra lungo le rispettive circonferenze dell’anello ripartitore inferiore 59a e superiore 59b, ovvero sovrapposte lungo rispettivi assi verticali.
Secondo forme di realizzazione, gli anelli ripartitori 59a e 59b giacciono su rispettivi piani paralleli tra loro e ortogonali all’asse longitudinale X.
Secondo forme di realizzazione, il dispositivo a molla 42 comprende una porzione superiore 72 idonea a fungere da elemento otturatore per un gruppo valvolare 24.
Secondo forme di realizzazione, la porzione superiore 72 presenta una forma troncoconica, e definisce il componente maschio 39 del gruppo mobile di tenuta 50.
Secondo forme di realizzazione, la porzione superiore 72 è associata all’anello ripartitore superiore 59b.
Secondo forme di realizzazione, l’anello ripartitore superiore 59b, nella superficie rivolta, in uso, verso l’esterno, presenta almeno una nervatura 75 che si sviluppa circonferenzialmente.
Secondo forme di realizzazione, possono essere previste due o più nervature 75 circonferenziali, eventualmente concentriche una all’altra.
Secondo forme di realizzazione, le nervature 72 possono cooperare con la guarnizione interna 52 del corpo valvola 41 per garantire un accoppiamento a tenuta tra i due componenti.
Il dispositivo a molla 42 è in particolare dimensionato in modo tale da mantenere una spinta all’ intorno di un valore minimo ammesso durante il tempo massimo previsto essere necessario per il magazzinaggio di stoccaggio, trasporto, fermo nel magazzino dell’utente e spillaggio.
Secondo forme di realizzazione, le molle a zig-zag 58a possono essere conformate con geometrie differenti, si che si potrà avere ondulazioni, forme lineari a zig-zag, forme arcuate a zig-zag, onde susseguentisi con andamenti positivi e/o negativi, o una combinazione di essi.
Secondo possibili soluzioni realizzative, ad esempio illustrate in figg.
1 e 2, il dispositivo a molla 42, ha una sezione circolare, ovvero rientra in un cilindro avente un diametro tra 25 e 35 mm, vantaggiosamente attorno ai 30 mm, ma può avere anche altre dimensioni compatibili in funzione dell’applicazione del dispositivo a molla 10.
Secondo forme di realizzazione, le molle a zig-zag 58a che definiscono il dispositivo a molla 42 sono vantaggiosamente conformate in modo da restare all’interno di un anello cilindrico, le cui dimensioni sono definite dagli anelli ripartitori inferiore 59a e superiore 59b.
Secondo tali forme di realizzazione, il dispositivo a molla 42 comprende una vano interno 63 di forma sostanzialmente cilindrica attraverso il quale, in uso, può transitare la bevanda da erogare.
Secondo forme di realizzazione, le molle a zig-zag 12 possono avere uno spessore costante lungo il loro sviluppo longitudinale.
Secondo forme di realizzazione, le molle a zig-zag 12 presentano un profilo avente una pluralità di creste 64 e valli 65, definenti rispettive convessità e concavità alternate, poste in successione una all’altra.
Secondo forme di realizzazione, le creste 64 e le valli 65 si estendono sui due lati rispetto a una mezzeria longitudinale M delle molle a zig-zag
Secondo forme di realizzazione descritte con riferimento alla fig. 3, le molle a zig-zag 58a presentano una conformazione a onda definita da circonferenze consecutive, ovvero le creste 64 e le valli 65 sono definite da porzioni di forma sostanzialmente circolare poste in successione una all’altra.
Secondo forme di realizzazione descritte ad esempio con riferimento alle figg. 1-3, le molle a zig-zag 58a che compongono il dispositivo a molla 42 sono quattro, a due a due contrapposte.
Secondo tali forme di realizzazione, le molle a zig-zag 58a sono collegate a coppie in corrispondenza delle rispettive creste 64 adiacenti mediante ponticelli esterni 66 di collegamento che assolvono anche la condizione di unica onda esterna.
Secondo ulteriori forme di realizzazione, il corpo valvola 41 e/o l’elemento di supporto 43 presentano vantaggiosamente feritoie di transito 46, 67 atte a lasciare entrare i fattori disinfettanti di pulizia, sia nel caso di fig. 1 e 2, sia nel caso di fig. 3 in cui il corpo valvola 41 è un tutt’uno con il corpo di supporto 43.
Secondo forme di realizzazione, le feritoie di transito 67 possono essere ricavate in direzione longitudinale nella parete laterale dell’elemento di supporto 43, in modo tale da rendere accessibile la superficie interna dell’elemento di supporto 43 e consentire la sua pulizia e sanificazione, ad esempio mediante raggi UV, raggi infrarosso, fluidi di lavaggio, o altro.
In ragione di quale variante è considerata, il dispositivo a molla 42 si appoggerà sul fondo dell’elemento di supporto 43 (figg. 1, 2 e 3) oppure verrà ancorata circonferenzialmente, o in altro modo, in un elemento di aggancio 68 del corpo valvola 41, fig. 4.
Secondo forme di realizzazione, il gruppo valvolare 10 è realizzato completamente, o quasi, in materiale plastico riciclabile, preferibilmente della stessa classe del materiale plastico con cui sono realizzati i contenitori 11, 12, in modo tale che il contenitore, o “keg” finale possa essere smaltito e riciclato senza necessità di rimuovere uno o più componenti. Può essere eventualmente presente una minima percentuale di materiali plastici di una classe differente, prevedendo tuttavia che tale percentuale sia inferiore ai limiti richiesti dalla normativa per il riciclaggio di materie plastiche, ad esempio inferiore al 5%, o anche al 3%, e che il rimanente 95%, o anche 97% in peso sia di materiale plastico riciclabile.
Secondo forme di realizzazione, i contenitori 11, 12, il gruppo valvolare 40 e il dispositivo di chiusura sono realizzati in polietilene tereftalato (PET).
Il funzionamento del gruppo valvolare 40 secondo il trovato è descritto di seguito.
Il gruppo valvolare 40 viene inserito nel contenitore interno 12 di un contenitore, o “keg” 10 a due componenti, in forma assemblata, ovvero con il dispositivo a molla 42 solidalmente accoppiato al corpo valvola 41 e all’eventuale elemento di supporto 43.
In particolare il gruppo valvolare 40 è inserito in modo tale che la guarnizione superiore 51 sia posta a contatto con i rispettivi bordi superiori sia del contenitore interno 12, sia del contenitore esterno 11, garantendo superiormente la chiusura a tenuta dell’intercapedine 13 e garantendo l’accoppiamento reciproco tra i contenitori 11, 12.
Nella posizione di inserimento iniziale (fig. 1), il corpo valvolare 41 si posiziona con il proprio anello di appoggio 54 sospeso rispetto al recesso di alloggiamento 29 del contenitore interno 12, per cui la guarnizione laterale 53 è a contatto con la superficie interna del contenitore interno 12 solo per una sua porzione inferiore.
Per garantire la pulizia della zona di caricamento ed erogazione, sul contenitore, o keg 10, viene avvitato il dispositivo di chiusura 14 che presenta la sede 15 idonea per alloggiare il coperchio antisporco 17, il quale è fissato provvisoriamente grazie a mezzi di aggancio maschio 69 che si accoppiano con dei mezzi di aggancio femmina 70 presenti nel dispositivo di chiusura 14.
Il dispositivo di chiusura 14, una volta avvitato sull’area circonferenziale filettata 31, posiziona stabilmente il gruppo valvolare 40, agendo sulla guarnizione superiore 53 del corpo valvola 41, garantendo la tenuta tra i due contenitori 11, 12.
Ciò significa che l’estensione anulare interna 16 del dispositivo di chiusura 14 si appoggia sulla superficie superiore della parete attrezzata 36 del corpo valvola 41, e posiziona stabilmente il componente femmina 38, che può quindi accoppiarsi correttamente con il componente maschio 39 formando il gruppo mobile di tenuta 50.
Il corpo valvola 41, nel caso di specie, presenta la guarnizione interna 52 attorno al componete femmina 38, la quale, quando il gruppo valvolare 40 è in posizione chiusa, coopera con l’anello ripartitore superiore 59a del dispositivo a molla 42 per garantire la chiusura a tenuta dell’apertura di passaggio 34 impedendo la fuoriuscita della bevanda. Con ciò il gruppo valvolare 40 presenta una doppia tenuta, sia una tenuta meccanica 38-39 del gruppo mobile di tenuta 50, che una tenuta flessibile data dalla guarnizione interna 52.
II gruppo valvolare 40 e il dispositivo di chiusura 14 sono preferibilmente associati al contenitore 10 dopo che esso è stato preventivamente riempito con la bevanda.
Applicando per la prima volta un dispositivo erogatore della bevanda nell’apposita sede 15 presente nel dispositivo di chiusura 14, il coperchio di sigillo 44 viene spinto verso il basso, rompendo una linea di predefinita rottura 71 , nel caso circonferenziale.
Il coperchio di sigillo 44 viene quindi spinto verso la porzione superiore 72 del dispositivo a molla 42, comprimendo le molle 58a, 58b e allontanando la porzione superiore dalla parete attrezzata 36, in modo tale da aprire l’apertura di passaggio 34.
Lo spostamento del coperchio di sigillo 44 e la compressione del dispositivo a molla 42 comporta la generazione di un canale di erogazione 73 attraverso il quale può essere erogata la bevanda.
La protrusione anulare 61 del coperchio di sigillo 44 si va allora a posizionare nell’incavo anulare 62 presente nella porzione superiore 72 del dispositivo a molla 42, creando un tutt’uno 44-72, il quale, insieme al componente femmina 38 provvisto nella parete attrezzata 36, va a formare il gruppo mobile di tenuta 50.
Secondo forme di realizzazione non illustrate, su almeno una tra l’estensione anulare interna 16 e la parete attrezzata 36 possono essere presenti solchi radiali idonei a consentire il passaggio di aria o gas verso le feritoie di transito 46 e le sezioni di passaggio 28. Tale soluzione, tuttavia, non garantisce un’accurata protezione contro polveri e sporcizia che possono entrare nel dispositivo di chiusura 14.
Secondo forme di realizzazione preferite, l’estensione anulare interna 16 e la parete attrezzata 36 presentano forme coniugate una all’altra, idonee a definire una tenuta meccanica quando poste reciprocamente in battuta.
Secondo forme di realizzazione, l’azione del dispositivo di erogazione fa si che il corpo valvola 41 venga spinto verso il basso, fino a che l’anello di appoggio 54 vada in battuta con la porzione a gradino 25, inserendosi nel recesso di alloggiamento 29, e la guarnizione laterale 53 si ponga completamente a contatto con la superficie interna del contenitore interno 12.
Secondo tale forma di realizzazione, la porzione anulare superiore 35 si separa dalla guarnizione superiore 51 , la quale rimane compressa tra il dispositivo di chiusura 14 e i bordi superiori dei due contenitori 11, 12, garantendone la chiusura a tenuta.
Lo spostamento verso il basso del corpo valvola 41 fa sì che tra l’estensione anulare interna 16 del dispositivo di chiusura 14 e la parete attrezzata 36 sia definito un canale di passaggio 74 attraverso il quale può fluire un fluido in pressione, ad esempio aria, immesso dai dispositivi di erogazione.
Il fluido in pressione entra nel canale di passaggio 74 e transita attraverso le feritoie di transito 46 del corpo valvola 41 e le sezioni di passaggio 28 provviste sul contenitore interno 12 per raggiungere l’intercapedine 13 e comprimere il contenitore interno 12. A titolo esemplificativo, le frecce A in fig. 2 indicano il percorso del fluido in pressione.
La bevanda transita quindi per il vano interno 63 del dispositivo a molla 42, e attraverso le molle 58a, 58b per raggiungere la cavità di alloggiamento 48 del corpo valvola 41 e da qui attraversa il canale di erogazione 74 e l’apertura di passaggio 34 per raggiungere il dispositivo di erogazione. A titolo esemplificativo, le frecce B in fig. 2 indicano il percorso della bevanda.
Quando il dispositivo di erogazione viene rimosso, il dispositivo a molla 42 non più sottoposto a compressione, si espande, portando il componente maschio 39 in accoppiamento con il componente femmina 38 del gruppo mobile di tenuta 50, e il coperchio di sigillo 44 torna sostanzialmente nella sua posizione iniziale, chiudendo l’apertura di passaggio 34.
Il gruppo valvolare 40, pertanto, è azionato in chiusura dal dispositivo a molla 42 che opera assialmente ed all’ interno dell’estensione inferiore 37 del corpo valvola 41 ed eventualmente dell’elemento di supporto 43. L’aria o il gas in eccesso, presente nell’ intercapedine 13 tra i due contenitori 11, 12, transita attraverso il canale anulare di distribuzione 26 per raggiungere le sezioni di passaggio 28 e da qui, attraverso le feritoie di transito 46 e il canale di passaggio 74, viene evacuata all’esterno.
Nell’ intercapedine 13 possono essere anche presenti uno o più canali assiali 26a definiti da una rientranza ricavata al di sotto dei fori passanti, ed uno o più canali assiali 26b definiti da risalti 76 provvisti su uno o l’altro tra il contenitore esterno 11 e il contenitore interno 12.
È chiaro che al gruppo valvolare 10 fin qui descritto possono essere apportate modifiche e/o aggiunte di parti, senza per questo uscire dall’ambito del presente trovato.
E anche chiaro che, sebbene il presente trovato sia stato descritto con riferimento ad alcuni esempi specifici, una persona esperta del ramo potrà senz’altro realizzare molte altre forme equivalenti di gruppo valvolare 10, aventi le caratteristiche espresse nelle rivendicazioni e quindi tutte rientranti nell’ambito di protezione da esse definito.

Claims (17)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Gruppo valvolare per un contenitore (10) di bevande a due componenti, di cui un contenitore esterno (11) e un contenitore interno (12), chiusi superiormente da un dispositivo di chiusura (14), caratterizzato dal fatto che detto gruppo valvolare comprende un corpo valvola (41) realizzato in corpo unico e un dispositivo a molla (42), essendo presente tra detto corpo valvola (41) e detto dispositivo a molla (42) un gruppo mobile di tenuta (50) configurato per aprire e chiudere selettivamente un’apertura di passaggio (34) di detto gruppo valvolare (40), in cui detto gruppo valvolare (40) è realizzato in materiale plastico riciclabile in unione diretta con detti contenitori (11, 12) del contenitore (10) per bevande.
  2. 2. Gruppo valvolare come nella rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto corpo valvola (41) comprende in corpo unico un materiale rigido che ne definisce la struttura (33, 36, 37, 45, 49) e un materiale morbido associato stabilmente al materiale rigido che definisce una o più guarnizioni (51, 52, 53) di tenuta.
  3. 3. Gruppo valvolare come nella rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detta struttura (35, 36, 37, 45, 49) comprende una porzione anulare superiore (35), una parete attrezzata (36) collegata alla porzione anulare superiore (35) mediante elementi di collegamento (45), un’estensione inferiore (37) definente una cavità di alloggiamento (48) per detto dispositivo a molla (42) e una parete di riscontro (49) idonea a cooperare, in uso, con la superficie interna del contenitore interno (12).
  4. 4. Gruppo valvolare come una o l’altra delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che detto corpo valvola (41) presenta associata stabilmente una guarnizione superiore (51) idonea a cooperare, in uso, con il dispositivo di chiusura (14) del contenitore (10) da una parte e con il bordo superiore dei due contenitori (11,12) concentrici dall’altra.
  5. 5. Gruppo valvolare come una o l’altra delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto corpo valvola (41) presenta associata stabilmente una guarnizione laterale (53) idonea a cooperare, in uso, con una circonferenza interna del contenitore interno (12).
  6. 6. Gruppo valvolare come una o l’altra delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che detto corpo valvola (41) presenta una guarnizione interna (52) anulare integrativa del gruppo valvolare (40) idonea a cooperare, in uso, con il dispositivo a molla (42).
  7. 7. Gruppo valvolare come una o l’altra delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che il corpo valvola (41) presenta una estensione inferiore (44) cooperante con mezzi elastici del dispositivo a molla (42) agenti su un componente del gruppo mobile di tenuta (50) per il corretto posizionamento di detto gruppo valvolare (40).
  8. 8. Gruppo valvolare come una o l’altra delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che detto gruppo mobile di tenuta (50) è configurato per cooperare con un’estensione anulare interna (16) presente in detto dispositivo di chiusura (14) per definire il corretto posizionamento reciproco tra detto dispositivo a molla (42), associato ad un componete (39) del gruppo di tenuta mobile (50), e detto corpo valvola (41) associato ad un altro componente (38) del gruppo di tenuta mobile (50).
  9. 9. Gruppo valvolare come in una o l’altra delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che il corpo valvola (41) presenta il componente femmina (38) di detto gruppo mobile di tenuta (50).
  10. 10. Gruppo valvolare come nella rivendicazione 9 caratterizzato dal fatto che detto componente femmina (38) del gruppo mobile di tenuta (50) presenta temporalmente un coperchio di sigillo (44).
  11. 11. Gruppo valvolare come nella rivendicazione 9 e 10, caratterizzato dal fatto che detto coperchio di sigillo (44) e detto componente maschio (39) del gruppo di tenuta mobile (50) sono provvisti di rispettivi incavi e protrusioni anulari (62, 61) idonei a definire un accoppiamento reciproco.
  12. 12. Gruppo valvolare come in una o l’altra delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto dispositivo a molla (42) comprende almeno un anello ripartitore (59a, 59b) di carico ed almeno due molle lineari a zig-zag (58b) collegate in modo stabile a detto almeno un anello ripartitore (59a, 59b).
  13. 13. Gruppo valvolare come nella rivendicazione 12, caratterizzato dal fatto che dette molle lineari a zig-zag (58b) cooperano con un componente maschio (39) di detto gruppo di tenuta mobile (60) ad esse associato.
  14. 14. Gruppo valvolare come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti quando dipendono dalla rivendicazione 2 o 3, caratterizzato dal fatto che detta parete attrezzata (36) è realizzata con detto materiale rigido e comprende una fessura di passaggio (77) riempita con detto materiale morbido, in cui dette una o più guarnizioni (51, 52, 53) presentano lembi di collegamento (78a, 78b) una con l’altra, essendo realizzate mediante stampaggio a sovra-iniezione sulla struttura in materiale rigido (35, 36, 37, 45, 49) con un singolo punto di iniezione.
  15. 15. Gruppo valvolare come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che comprende un elemento di supporto (43) accoppiato a detto corpo valvola (41) e configurato per definire mezzi di contenimento e supporto per detto dispositivo a molla (42).
  16. 16. Gruppo valvolare come nella rivendicazione 15, caratterizzato dal fatto che detto elemento di supporto (43) comprende feritoie di transito (67) ricavate in direzione longitudinale nella propria parete laterale, e configurate per rendere accessibile la superficie interna di detto elemento di supporto (43) e consentire la sua pulizia e sanificazione mediante raggi UV, raggi infrarosso, fluidi di lavaggio, o altro.
  17. 17. Contenitore per bevande del tipo “keg” provvisto di un contenitore esterno (11), un contenitore interno (12) e un dispositivo di chiusura (14), caratterizzato dal fatto che comprende un gruppo valvolare (10) come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto contenitore esterno (11), detto contenitore interno (12), detto dispositivo di chiusura (14) e detto gruppo valvolare (10) sono realizzati, almeno per una percentuale superiore al 97% del peso complessivo del contenitore, con uno stesso materiale plastico riciclabile,
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