IT201800003775A1 - Kit per la realizzazione di un cassero a perdere - Google Patents

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IT201800003775A1
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planar
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IT102018000003775A
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Bruno Ravelli
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Description

KIT PER LA REALIZZAZIONE DI UN CASSERO A PERDERE
DESCRIZIONE
Campo di applicazione
La presente invenzione trova campo di applicazione nel settore edilizio ed, in particolare ha per oggetto un cassero a perdere per la realizzazione di pareti o muri.
Stato della Tecnica
Al fine di realizzare muri, pareti o simili, in particolare in conglomerato cementizio, è necessario utilizzare casseri o casseforme per contenere lo stesso cemento fino a quando quest’ultimo è indurito, cioè fino al processo di presa.
Come noto i casseri vengono quindi generalmente posizionati in modo da realizzare una struttura contenitiva per il cemento in attesa che quest’ultimo si indurisca.
In particolare sono noti casseri removibili, cioè casseri che devono essere rimossi una volta indurito il cemento e casseri “a perdere” che rimangono annegati nel cemento.
Generalmente questi ultimi sono realizzati in materiale plastico e sono impiegati per la realizzazione di muri, pareti ma anche di vespai, intercapedini e pavimenti aerati.
Tali casseri sono quindi generalmente costituiti da una superficie laterale di un parallelogramma in modo da presentare una coppia di aperture opposte per l’inserimento del cemento stesso.
Innanzitutto, i casseri così realizzati presentano ingombri notevoli, rendendo quindi le operazioni di stoccaggio e trasporto particolarmente difficoltose e costose.
Un altro inconveniente di tali casseri noti è quella di rendere difficoltosa e onerosa la realizzazione di una parete o un muro.
Ad esempio, nel caso occorra realizzare un muretto, prima della realizzazione di quest’ultimo, l’operatore dovrà realizzare o premunirsi di un numero elevato e non certo di casseri aventi lo spessore desiderato con un evidente aggravio di costi e di spazi di stoccaggio.
Ulteriore svantaggio dei casseri noti è quello di rendere particolarmente onerosa e difficoltosa la realizzazione di pareti angolari e/o la sagomatura del cassero a seconda delle dimensioni delle pareti o muri nel caso queste ultime abbiano una lunghezza o un altezza particolare.
Inoltre, nel caso si debbano realizzare pareti o muri di differente spessore, l’operatore dovrà realizzare o premunirsi di un numero elevato di casseri differenti a seconda dei differenti spessori ed eventualmente a seconda delle differenti lunghezze/altezze.
Presentazione dell’invenzione
Scopo della presente invenzione è superare almeno parzialmente gli inconvenienti sopra illustrati, mettendo a disposizione un kit per la realizzazione di un cassero a perdere in materiale polimerico di spiccata efficacia e costo contenuto.
Un altro scopo dell'invenzione è mettere a disposizione un kit per la realizzazione di casseri a perdere in materiale polimerico di differente lunghezza e/o altezza.
Un altro scopo dell'invenzione è mettere a disposizione un kit per la realizzazione di casseri a perdere in materiale polimerico di differente altezza.
Un altro scopo dell'invenzione è mettere a disposizione un kit per la realizzazione di un cassero a perdere in materiale polimerico che consenta di realizzare pareti.
Un altro scopo dell'invenzione è mettere a disposizione un kit per la realizzazione di un cassero a perdere in materiale polimerico di ingombri ridotti.
Un altro scopo dell'invenzione è mettere a disposizione un kit per la realizzazione di un cassero a perdere in materiale polimerico facilmente stoccabile e/o trasportabile.
Questi scopi, così come altri che appariranno più chiari nel seguito, sono raggiunti da un kit per la realizzazione di un cassero a perdere in materiale polimerico in accordo con quanto qui descritto, illustrato e/o rivendicato.
Le rivendicazioni dipendenti definiscono forme di realizzazione vantaggiose dell’invenzione.
Breve descrizione dei disegni
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente evidenti alla luce della descrizione dettagliata di una forma di realizzazione preferita ma non esclusiva un kit per la realizzazione di un cassero a perdere in materiale polimerico, illustrato a titolo di esempio non limitativo con l'ausilio delle unite tavole di disegno in cui:
la FIG.1 è una rappresentazione schematica di un kit 1;
le FIGG. 2A e 3A sono una vista esplosa e una vista assonometrica di una forma di realizzazione di un cassero 1’, con in FIG. 2B e 3B un ingrandimento di alcuni particolari di rispettivamente FIGG.2A e 3A;
la FIG. 4A è una vista assonometrica di un elemento planare 30, con in FIG. 4B un ingrandimento di alcuni particolari di FIG.4A;
le FIGG.5A e 6A sono una vista assonometrica degli elementi planari 30 e di binari 40 rispettivamente disaccoppiati e accoppiati tra loro, con in FIGG.5B e 6B un ingrandimento di alcuni particolari di rispettivamente FIGG.5A e 6A;
le FIGG. 7A e 8A sono una vista assonometrica di elementi planari 10 e di binari 40 rispettivamente disaccoppiati e accoppiati tra loro, con in FIGG.7B e 8B un ingrandimento di alcuni particolari di rispettivamente FIGG.7A e 8A;
la FIG.9 è una vista assonometrica di due elementi planari 10 accoppiati;
le FIGG. 10A e 10B sono alcuni particolari ingranditi di due elementi planari 10 rispettivamente accoppiati e disaccoppiati;
le FIGG. 11 e 12 sono una vista assonometrica di differenti forme di realizzazione di un cassero 1’.
Descrizione dettagliata di alcuni esempi di realizzazione preferiti Facendo riferimento alle figure citate, si descrive un kit 1 per la realizzazione di un cassero 1’ a perdere in materiale polimerico. Nel presente testo si userà il termine “cassero”, tuttavia lo stesso è anche noto con il termine di “cassaforma” oppure con il termine inglese “formwork”.
Il cassero 1’ potrà essere interamente realizzato in materiale polimerico. Ad esempio, il cassero 1’ potrà essere realizzato in polipropilene riciclato, eventualmente additivato con carbonato di calcio o altro a seconda delle esigenze.
In particolare, il cassero 1’ potrà essere particolarmente adatto per l’utilizzo con cemento alleggerito, preferibilmente senza la presenza di sabbia e ancor più preferibilmente il cemento alleggerito potrà comprendere polistirene espanso.
Il kit 1 potrà quindi comprendere almeno una coppia di elementi planari 10, 10’ e almeno un elemento planare 20, preferibilmente almeno una coppia di elementi planari 20, come schematicamente illustrato in Fig.1.
Si comprende che con la dizione “elementi planari” si intendono elementi aventi uno sviluppo preferenziale lungo un piano anche se comprendenti una o più nervature, risalti, fori.
In particolare, gli elementi planari 10, 10’ potranno definire una rispettiva coppia di piani π1, π1’ e potranno avere forma sostanzialmente rettangolare e potranno avere uno sviluppo sostanzialmente longitudinale lungo un asse X. Opportunamente, gli elementi planari 10, 10’ potranno presentare una lunghezza LU1 lungo lo stesso asse X predeterminata.
Secondo una particolare forma di realizzazione, il cassero 1’ potrà presentare forma sostanzialmente scatolare in modo da definire una lunghezza LU, un’altezza H e uno spessore s definente lo spessore della parete da realizzare.
In particolare, durante l’uso gli elementi planari 10, 10’ potranno essere reciprocamente affacciati e spaziati tra loro in modo che i piani π1, π1’ presentino una distanza reciproca predeterminata d1 la quale potrà sostanzialmente definire lo spessore s del cassero 1’.
Analogamente, agli elementi planari 10, 10’, gli elementi planari 20 potranno avere forma sostanzialmente rettangolare e potranno definire un rispettivo piano π2. In particolare, nel caso siano previsti un coppia di elementi planari 20 questi potranno definire una rispettiva coppia di piani π2, π2’.
Opportunamente, durante l’uso gli elementi planari 20 potranno essere reciprocamente affacciati e spaziati tra loro in modo che i piani π2, π2’ presentino una distanza reciproca predeterminata d2.
Più in generale, nel caso siano presenti una pluralità di elementi planari 20, tale distanza d2 potrà essere la distanza tra due elementi planari 20 consecutivi.
Opportunamente, al fine di realizzare il cassero 1’ gli elementi planari 10, 10’ e gli elementi planari 20 potranno essere operativamente accoppiati in modo che gli elementi planari 20 restino interposti tra gli elementi planari 10, 10’ e in modo che i piani π2, π2’ e i piani π1, π1’ siano reciprocamente sostanzialmente perpendicolari.
Essenzialmente, il cassero 1’ potrà quindi presentare una coppia di elementi planari 10, 10’ affacciati tra loro definenti un’intercapedine e almeno una coppia di elementi planari 20 tra loro affacciati e almeno un’apertura 2 per l’ingresso del cemento o simili nella stessa.
Più in dettaglio, potrà essere prevista una coppia di aperture 2 opposte rispetto alla coppia di elementi planari 10, 10’ oppure, preferibilmente potrà essere prevista una sola apertura 2 come meglio spiegato nel seguito.
Come schematicamente illustrato nelle Figg. 2A e 3A si potranno accoppiare gli elementi planari 10, 10’ e gli elementi planari 20. Opportunamente, una volta accoppiati questi ultimi, gli stessi potranno restare reciprocamente rigidamente vincolati in modo da realizzare la struttura sostanzialmente scatolare del cassero 1’ con una coppia di aperture 2 opposte.
In particolare, gli elementi planari 10, 10’ potranno presentare almeno una zona 12 di accoppiamento, preferibilmente almeno una coppia di zone 12 per gli elementi planari 20 in modo che questi ultimi possano essere accoppiati con i primi.
Opportunamente, le zone 12 potranno comprendere elementi femmine o maschio, ad esempio dei fori passanti 13, mentre gli elementi planari 20 potranno comprendere corrispondenti elementi maschio o femmina, ad esempio dei perni 23.
Come schematicamente illustrato nelle Figg. 2B e 3B, i fori passanti 13 potranno comprendere una porzione superiore 13’ di diametro maggiore e una porzione inferiore 13’’ di diametro inferiore. D’altra parte, i perni 23 potranno comprendere un porzione di testa 23’ avente diametro sostanzialmente pari alla porzione superiore 13’ e una porzione 23’’ avente diametro sostanzialmente pari alla porzione inferiore 13’’.
In modo in sé noto si potrà quindi dapprima inserire il perno 23 nel foro 13 e quindi movimentare reciprocamente gli elementi planari 10, 10’ e gli elementi planari 20 lungo un asse Y sostanzialmente parallelo agli elementi planari 10, 10’.
In questo modo, una volta accoppiati gli elementi planari 10, 10’ e gli elementi planari 20 potrà essere impedita la movimentazione reciproca degli stessi lungo direzioni sostanzialmente trasversali allo stesso asse Y.
Si comprende che l’accoppiamento tra gli elementi planari 10, 10’ e gli elementi planari 20 potrà altresì essere eseguito in modo differente senza per questo uscire dall’ambito di tutela della presente invenzione.
Secondo un particolare aspetto dell’invenzione, l’accoppiamento tra gli elementi planari 10, 10’ e gli elementi planari 20 potrà essere di tipo amovibile. In questo modo, vantaggiosamente, in caso di necessità di modifica del posizionamento del cassero 1’ e/o di errata realizzazione dello stesso, si potrà smontare una o più parti del cassero 1’ per riconfigurare lo stesso o rimuoverne una porzione come meglio spiegato nel seguito.
Secondo un aspetto dell’invenzione, gli elementi planari 10, 10’ potranno comprendere una pluralità di zone 12 per gli elementi planari 20 in modo che questi ultimi possano essere accoppiati con i primi in una pluralità di posizioni degli stessi.
In altre parole, la distanza d2 tra gli elementi planari 20 potrà variare a seconda delle necessità.
Opportunamente, gli elementi planari 10, 10’ potranno comprendere almeno un elemento indebolimento 15, preferibilmente un elemento longitudinale disposto sostanzialmente parallelo all’asse Y.
Tale elemento longitudinale di indebolimento 15 potrà quindi essere configurato per promuovere la piegatura dell’elemento planare 10, 10’ attorno allo elemento longitudinale di indebolimento 15.
Quest’ultimo potrà quindi essere configurato in modo che gli elementi planari 10, 10’ mantengano la loro forma sostanzialmente planare nel rispettivo piano π1, π1’ e si pieghino solo in conseguenza ad un’azione esterna, ad esempio mediante l’azione di un operatore.
L’elemento longitudinale di indebolimento 15 potrà quindi essere di tipologia in sé nota. Ad esempio, quest’ultimo potrà essere un’incisione lungo tutta l’altezza dell’elemento planare 10, 10’, una o più discontinuità consecutive allineate, o simili.
In questo modo, come schematicamente illustrato nelle Figg. 9 e 12 potrà essere possibile realizzare in maniera semplice un cassero 1’ avente sviluppo angolare particolarmente adatto per la realizzazioni di muri o pareti angolari.
In particolare, il cassero 1’ angolare potrà avere una porzione 4 sostanzialmente complanare con il piano π1 e una porzione 5 avente uno sviluppo in un piano π1’’ sostanzialmente trasversale al piano π1.
In ogni caso, gli elementi planari 10, 10’ potranno rimanere sostanzialmente affacciati e paralleli tra loro. In altre parole gli elementi planari 10, 10’ potranno essere elementi angolari come schematicamente illustrato in Fig.9.
Secondo un particolare aspetto dell’invenzione, potranno essere previste una pluralità di elementi indebolimento 15 in modo che gli elementi planari 10, 10’ possano essere piegati in una pluralità di posizioni degli stessi.
Grazie a tale caratteristica, si potrà realizzare il cassero 1’ di forma angolata di differente lunghezza così da adattarsi alle differenti necessità. In altre parole, con gli stessi elementi planari 10, 10’ si potranno realizzare casseri 1’ angolari di dimensioni differenti così da adattarsi a differenti lunghezze di pareti o muri.
Le zone di accoppiamento 12 e gli elementi di indebolimento 15 potranno essere disposti in zone differenti degli elementi planari 10 in modo da non sovrapporsi. Preferibilmente, le zone di accoppiamento 12 e gli elementi di indebolimento 15 potranno essere alternate lungo tutto lo sviluppo longitudinale, cioè lungo l’asse X, degli elementi planari 10.
Secondo un ulteriore aspetto dell’invenzione, gli elementi planari 10, 10’ potranno comprendere almeno uno, oppure una pluralità di elementi di rottura 15 per promuovere la rottura selettiva degli stessi elementi planari 10, 10’. Preferibilmente gli elementi di rottura 15 potranno essere disposti sostanzialmente longitudinalmente lungo l’asse Y oppure parallelamente allo stesso.
Secondo una forma di realizzazione preferita ma non esclusiva dell’invenzione, gli elementi di rottura 15 e gli elementi longitudinali di indebolimento 15 potranno coincidere.
In altre parole, l’elemento planare 10, 10’ potrà essere ruotato rispetto ad oppure spezzato lungo uno degli elementi longitudinali di indebolimento 15.
In ogni caso, grazie agli elementi di rottura 15 si potranno ottenere elementi planari 10, 10’ di differente lunghezza LU1 a partire dagli stessi elementi planari 10, 10’ e quindi si potranno realizzare casseri 1’ aventi lunghezza LU differente.
Si comprende che nel caso siano presenti una pluralità di elementi di indebolimento o rottura 15, si potranno avere elevate possibilità di regolazione della lunghezza LU del cassero 1’.
Secondo un particolare aspetto dell’invenzione, si potranno accoppiare più elementi planari 10 tra loro in modo da formare un cassero 1’ avente una lunghezza LU e/o un’altezza H differente a seconda delle esigenze.
Ad esempio, come schematicamente illustrato nelle Figg. 9 e 11, gli elementi planari 10 potranno essere accoppiati lungo l’asse Y o parallelamente allo stesso in modo da variare l’altezza H, e/o potranno essere accoppiati lungo l’asse X o parallelamente allo stesso in modo da variare la lunghezza L. In altre parole, il cassero 1’ potrà variare la sua altezza H e lunghezza L indipendentemente una dall’altra.
Si comprende quindi che ad un numero elevato di elementi planari 10 corrisponde un’altezza H e/o una larghezza LU elevata. Inoltre, come sopra descritto, nel caso sia necessario avere un cassero 1’ di lunghezza LU predefinita, si potrà piegare o rompere l’elemento planare 10 lungo un elemento di indebolimento o rottura 15 opportuno.
Nel caso il cassero 1’ sia angolare e presenti almeno due porzioni 4, 5 sostanzialmente trasversali tra loro, gli elementi planari 10 potranno essere accoppiati tra loro in modo da variare l’altezza H e/o la lunghezza LU nei rispettivi piani π1, π1’’ indipendentemente dal numero di elementi angolari.
Opportunamente, ogni elemento planare 10, 10’ potrà comprendere una coppia di porzioni periferiche opposte 16, 17 rispetto all’asse X, cioè sostanzialmente orizzontali, e una coppia di porzioni periferiche opposte 18, 19 rispetto all’asse Y, cioè sostanzialmente verticali.
Si comprende che “orizzontali” e “verticali” si intendono durante l’uso come schematicamente illustrato nelle figure allegate. Tuttavia tali termini non sono da ritenersi vincolanti e tale forma di realizzazione non deve ritenersi esclusiva.
In particolare, una delle porzioni periferiche 16, 17 potrà comprendere almeno un elemento maschio o femmina, mentre l’altra delle porzioni periferiche 16, 17 potrà comprendere almeno un elemento femmina o maschio. Ad esempio, la porzione periferica 16 potrà comprendere l’elemento femmina 116, mentre la porzione periferica 17 potrà comprendere l’elemento maschio 117.
D’altra parte, analogamente a quanto sopra descritto per le porzioni periferiche 16, 17, una delle porzioni periferiche 18, 19 potrà comprendere almeno un elemento maschio o femmina, mentre l’altra delle porzioni periferiche 18, 19 potrà comprendere almeno un elemento femmina o maschio. Ad esempio, la porzione periferica 18 potrà comprendere l’elemento femmina 116, mentre la porzione periferica 19 potrà comprendere l’elemento maschio 117.
Gli elementi femmina e maschio 116, 117 potranno essere reciprocamente impegnabili. Ad esempio, l’elemento femmina 116 potrà essere una coppia di sporgenze definente una sede destinata ad accogliere il rispettivo bordo 117.
Inoltre, gli elementi femmina e maschio 116, 117 potranno essere reciprocamente configurati in modo che una volta impegnati consentano lo scorrimento lungo le rispettive porzioni periferiche 16, 17 e 18, 19. In altre parole, si potrà dapprima impegnare i corrispondenti elementi femmina e maschio 116, 117 di due elementi planari 10 differenti e successivamente movimentare reciprocamente gli stessi elementi planari 10 lungo le rispettive porzioni periferiche 16, 17.
In questo modo, da una parte si potranno posizionare gli elementi planari 10 a seconda delle necessità e dall’altra si potranno impegnare reciprocamente gli elementi femmina e maschio 116, 117 delle porzioni periferiche 18, 19 anche quando gli elementi femmina e maschio 116, 117 delle porzioni periferiche 16, 17 sono già reciprocamente impegnati.
Anche se non rappresentato nelle figure allegate, ogni porzione periferica 16, 17, 18, 19 potrà comprendere contemporaneamente elementi maschio 117 ed elementi femmina 116 in modo ogni elemento planare 10, 10’ sia accoppiabile con un qualsiasi altro elemento planare 10, 10’ lungo uno qualsiasi delle porzioni periferiche 16, 17, 18, 19.
Secondo un particolare aspetto dell’invenzione, il cassero 1’ potrà avere uno sviluppo sostanzialmente rettilineo come mostrato in Fig.11, uno sviluppo sostanzialmente angolare, oppure una sviluppo più complesso con una o più intersezioni. Ad esempio, in Fig. 12 è mostrato un esempio di alcuni particolari di un cassero 1’ comprendente un’intersezione a “T”.
Inoltre, grazie alla caratteristiche sopra descritte si potrà realizzare un cassero 1’ avente differente lunghezza LU e altezza H, e più in dettaglio, un cassero 1’ avente uno sviluppo complesso, cioè comprendente una pluralità di tratti longitudinali, angolari e di intersezione come schematicamente illustrato in Fig.12.
In altre parole, con gli stessi elementi planari 10, 10’, mediante opportuno accoppiamento e/o piegatura e/o taglio degli stessi, si potrà realizzare il cassero 1’ di configurazione complessa.
Vantaggiosamente, inoltre, gli elementi planari 10, 10’ potranno essere tutti uguali tra di loro e potranno essere facilmente stoccati e/o trasportati.
Ad esempio, gli elementi planari 10, 10’ potranno avere una lunghezza LU1 di 100 cm, una altezza H1 di 25 cm e uno spessore particolarmente ridotto, inferiore a 0,8 cm.
Gli elementi planari 20 potranno essere di forma sostanzialmente rettangolare per presentare una larghezza LA2 e un’altezza H2.
Opportunamente, una volta che gli elementi planari 10, 10’ e gli elementi planari 20 sono operativamente accoppiati, gli elementi planari 20 potranno restare interposti tra gli elementi planari 10, 10’ in modo che la larghezza LA2 dei primi definisca la distanza d1 tra i piani π1, π1’.
In altre parole, la larghezza LA2 degli elementi planari 20 potrà definire lo spessore s del cassero 1’.
Come schematicamente mostrato in Fig. 4A gli elementi planari 20 potranno presentare la larghezza LA2 e un’altezza H2 la quale potrà essere sostanzialmente uguale o inferiore dell’altezza H1 degli elementi planari 10, 10’.
In particolare, gli elementi planari 20 potranno presentare una coppia di porzioni laterali opposte 22 di accoppiamento comprendenti i perni 23.
Opportunamente, gli elementi planari 10, 10’ potranno presentare una pluralità di zone di accoppiamento 12 in modo che gli elementi planari 20 possano essere accoppiati con i primi in una pluralità di posizioni, cioè a distanze d2 differenti.
In questo modo, in caso si debba realizzare un cassero 1’ con angolari o forme complesse, si potranno posizionare gli elementi planari 20 in una pluralità di posizioni a seconda delle necessità.
Inoltre, grazie alla configurazione reciproca dei perni 23 e delle sedi 13, gli elementi planari 20 potranno impedire l’allontanamento/l’avvicinamento degli elementi planari 10, 10’, cioè potranno agire da distanziali.
La presenza degli elementi planari 20 potrà inoltre suddividere il cassero 10 in una pluralità di comparti in modo da consentire il riempimento dello stesso in maniera non uniforme.
Si comprende che gli elementi planari 20 potranno essere accoppiati con gli elementi planari 10, 10’ sia orizzontalmente che verticalmente, cioè in modo che i rispettivi piani π2 siano sempre perpendicolari ai piani π1 e paralleli rispettivamente all’asse X o all’asse Y.
Opportunamente, grazie alle caratteristiche sopra descritte, uno stesso elemento planare 20 potrà essere accoppiato con gli elementi planari 10, 10’ indifferentemente verticalmente od orizzontalmente.
Secondo un particolare aspetto dell’invenzione, il kit 1 potrà comprendere gli elementi planari 20 e ulteriori elementi planari 120 aventi sostanzialmente la stessa altezza H2 e le stesse porzioni laterali 22 degli elementi planari 20, ma una differente larghezza LA2.
Opportunamente, gli elementi planari 20 e 120 potranno essere alternativamente selettivamente accoppiati con gli elementi planari 10, 10’ in modo da realizzare un cassero 1’ di differenti spessori s. In altre parole, accoppiando alternativamente gli elementi planari 20 o 120 con gli stessi elementi planari 10, 10’ si potranno realizzare casseri 1’ di differente spessore.
Inoltre come schematicamente illustrato in Fig. 12, uno stesso cassero 1’ potrà presentare zone di differente spessore s. Ad esempio, il cassero 1’ potrà avere zone con spessore s ridotto e zone con spessore s elevato, in modo da realizzare pareti di differenti spessori.
Come è noto, a seconda dello spessore delle pareti potranno variare una pluralità di caratteristiche, ad esempio l’isolamento termico e acustico.
Preferibilmente, gli elementi planari 20, 120 potranno presentare una larghezza LA2 sostanzialmente pari a quelle normalmente utilizzate per realizzare tramezzi, pareti e muri, ad esempio potranno avere una larghezza LA2 compresa tra 10 cm e 25 cm.
Ad esempio, secondo una particolare forma di realizzazione, il kit 1 potrà comprendere una pluralità di elementi planari 10, 10’ e una pluralità di elementi planari 20 aventi larghezza LA2 di circa 10 cm e una pluralità di elementi planari 120 aventi larghezza LA2 di circa 15 cm.
Secondo un ulteriore aspetto dell’invenzione, potranno essere previsti uno o più elementi planari di base 30 i quali, in modo analogo agli elementi planari 20 potranno avere forma sostanzialmente planare e rettangolare e potranno definire un rispettivo piano π3.
Opportunamente, gli elementi di base 30 potranno essere operativamente accoppiati con gli elementi planari 10, 10’ e/o con gli elementi planari 20 in modo che il cassero 1’ presenti una parete di base 6 definita dagli elementi planari 30. In altre parole, il piano π3 potrà essere sostanzialmente perpendicolare ai piani π2, π2’ e ai piani π1, π1’, così che il cassero 1’ presenti l’apertura 2 opposta alla parete di base 6.
In questo modo, potrà essere facilmente e correttamente posizionato sul terreno. Gli elementi planari 30 potranno essere accoppiati con gli elementi planari 10, 10’ mediante un sistema di accoppiamento maschio/femmina analogo a quello impiegato per accoppiare reciprocamente gli elementi planari 20, 120 e gli elementi planari 10, 10’.
Analogamente agli elementi planari 20, 120 gli elementi planari 30 potranno presentare una coppia di porzioni laterali opposte 32 di accoppiamento comprendenti elementi maschi, ad esempio perni 33 i quali potranno essere sostanzialmente uguali ai perni 23.
Secondo un particolare aspetto dell’invenzione, gli elementi planari 30 e gli elementi planari 20, 120 potranno essere sostanzialmente uguali. In altre parole, un elemento planare 20, 30 potrà essere indifferentemente accoppiato verticalmente o orizzontalmente con gli elementi planari 10, 10’, in particolare, in una posizione qualsiasi di questi ultimi, anche in prossimità delle porzioni periferiche 16 in modo da realizzare la parete di base 6.
In altre parole, gli elementi planari 30 potranno quindi comprendere una porzione laterale 32 di accoppiamento comprendente gli elementi maschio 33, ad esempio i perni 23.
D’altra parte, secondo una particolare forma di realizzazione preferita ma non esclusiva dell’invenzione, potranno essere previsti una coppia di binari 40 operativamente accoppiati con gli elementi planari 10, 10’ e con gli elementi planari 30.
I binari 40 potranno quindi comprendere almeno una zona 41, preferibilmente una pluralità di zone 41, comprendenti un elemento maschio 46 per impegnarsi con gli elementi femmina 116 della porzione periferica 16 e almeno una zona 43, preferibilmente una pluralità di zone 43, comprendenti un elemento femmina 47 per impegnarsi con gli elementi maschio 33 della porzione laterale 32 degli elementi planari 30.
Ad esempio, l’elemento maschio 46 potrà essere un bordo continuo destinato ad impegnarsi con le sedi femmina 116 analogamente a quanto descritto per gli elementi 117 della porzione periferica 17, mentre l’elemento femmina 47 potrà essere un incavo destinato ad accogliere l’elemento maschio 33. Preferibilmente, tali zone 41 e 43 potranno essere sostanzialmente alternate.
In particolare, l’elemento femmina 47 potrà essere configurato per accogliere la porzione 23’’ del perno 23 così da impedire il lo scorrimento degli elementi planari 10, 10’ nel piano π3. In altre parole, analogamente agli elementi planari 20, 120, gli elementi planari 30 potranno definire la distanza d1 e quindi lo spessore s a seconda della larghezza degli stessi.
Si comprende che i binari 40 potranno essere sostanzialmente simmetrici in modo da consentire l’accoppiamento degli stessi sia con l’elemento planare 10 che con l’elemento planare 10’.
Da quanto scritto si comprende quindi che il cassero 1’ potrà essere realizzato a partire da un kit 1 comprendente una pluralità di soli elementi planari 10, 10’ e 20, 120, eventualmente con i binari 40.
Grazie a tali caratteristiche il cassero 1’ potrà essere particolarmente semplice da realizzare e potrà essere riconfigurato in modo semplice e veloce anche una volta posizionato.
Operativamente, infatti, si potranno posizionare i binari 40 e gli elementi planari 20, 120, orizzontalmente tra gli stessi in modo da definire la distanza tra i binari 40. Opportunamente, gli elementi planari 20, 120, potranno essere fissati a terra tramite chiodi o similari grazie ad fori presenti negli stessi elementi planari 20, 120.
Successivamente si potranno accoppiare gli elementi planari 10, 10’ con gli elementi planari 20, 120 e si potranno predisporre ulteriori elementi planari 20, 120 disposti verticalmente e/o orizzontalmente tra gli elementi planari 10, 10’.
In altre parole, i binari 40 potranno essere sostanzialmente fissi e potrà essere evitato il loro spostamento a causa di urti e/o della colata del cemento. In questo modo il cassero 1’ potrà avere forma e spessore desiderato per realizzare muri o pareti di forma desiderata.
Il kit 1 potrà essere facilmente trasportabile e/o stoccabile in quanto tutti gli elementi 10, 10’, 20, 120, potranno presentare una forma sostanzialmente planare, o assiale nel caso dei binari 40, così da facilitare l’impilamento degli stessi.
Anche la realizzazione del cassero 1’ potrà essere particolarmente economica in quanto potrà essere sufficiente realizzare e/o utilizzare un numero ridotto di stampi. Ad esempio, uno stampo per gli elementi 10, 10’, uno stampo per gli elementi 20, ed eventualmente uno stampo per i binari 40.
L’invenzione è suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nelle rivendicazioni allegate. Tutti i particolari potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti, ed i materiali potranno essere diversi a seconda delle esigenze, senza uscire dall'ambito di tutela del trovato definito dalle rivendicazioni allegate.

Claims (13)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un kit per la realizzazione di un cassero a perdere (1’) in materiale polimerico di forma sostanzialmente scatolare avente una lunghezza (LU), un’altezza (H) e uno spessore (s), il kit comprendendo: - almeno una prima coppia di primi elementi planari (10, 10’) di forma sostanzialmente rettangolare aventi uno sviluppo sostanzialmente longitudinale lungo un primo asse (X), detti primi elementi planari (10, 10’) definendo una rispettiva coppia di primi piani (π1, π1’), avendo una lunghezza (LU1) lungo detto primo asse (X) predeterminata ed essendo destinati nell’uso ad essere reciprocamente affacciati e spaziati tra loro in modo che detta coppia di primi piani (π1, π1’) presenti una prima distanza reciproca predeterminata (d1) sostanzialmente definente lo spessore (s) del cassero (1’); - una prima pluralità di secondi elementi planari (20, 120) di forma sostanzialmente rettangolare definenti rispettivi secondi piani (π2, π2’), detti secondi elementi planari (20) essendo destinati nell’uso ad essere reciprocamente affacciati e spaziati in modo che detti secondi piani (π2, π2’) siano sostanzialmente paralleli e presentino una seconda distanza reciproca predeterminata (d2); in cui detta almeno una prima coppia di primi elementi planari (10, 10’) e detta prima pluralità di secondi elementi planari (20, 120) sono operativamente accoppiabili per formare il cassero a perdere (1’) in modo che detti secondi elementi planari (20) restino interposti tra detti primi elementi planari (10, 10’) e in modo che detti secondi piani (π2, π2’) e detti primi piani (π1, π1’) siano reciprocamente sostanzialmente perpendicolari.
  2. 2. Kit in accordo con la rivendicazione 1, in cui detti primi elementi planari (10, 10’) comprendono inoltre almeno un elemento longitudinale di indebolimento (15) per promuovere la piegatura selettiva di detti primi elementi planari (10, 10’) attorno ad un secondo asse (Y) sostanzialmente perpendicolare rispetto a detto primo asse (X).
  3. 3. Kit in accordo con la rivendicazione 1 o 2, comprendente una pluralità di elementi longitudinali di indebolimento (15) disposti lungo detto secondo asse (Y) e/o paralleli allo stesso in modo da consentire la piegatura di detti primi elementi planari (10, 10’) in una pluralità di posizioni.
  4. 4. Kit in accordo con una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detti primi elementi planari (10, 10’) comprendono almeno un elemento longitudinale di rottura (15) per promuovere la rottura selettiva di detti primi elementi planari (10, 10’) in modo da variare la lunghezza (LU1) degli stessi per realizzare un cassero a perdere (1’) avente lunghezza (LU) differente a seconda delle necessità.
  5. 5. Kit in accordo con una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente almeno una seconda coppia di primi elementi planari (10, 10’) selettivamente accoppiabili con detti primi elementi planari (10, 10’) di detta almeno una prima coppia lungo detta coppia di primi piani (π1, π1’) in modo da formare un cassero a perdere (1’) avente differente lunghezza (LU) e/o altezza (H).
  6. 6. Kit in accordo con la rivendicazione precedente, in cui detti primi elementi planari (10, 10’) comprendono una prima coppia di porzioni periferiche opposte (16, 17) rispetto a detto secondo asse (Y), ognuna di dette prime porzioni periferiche opposte (16, 17) comprendendo elementi maschio e/o femmina (116, 117) suscettibili di impegnarsi reciprocamente per accoppiare detti primi elementi planari (10, 10’) lungo detto secondo asse (Y) in modo da formare un cassero (1’) avente differente lunghezza (LU).
  7. 7. Kit in accordo con la rivendicazione 5 o 6, in cui detti primi elementi planari (10, 10’) comprendono una seconda coppia di porzioni periferiche (18, 19) opposte rispetto a detto primo asse (X), ognuna di dette seconde porzioni periferiche opposte (18, 19) comprendendo elementi maschio e/o femmina (117, 116) suscettibili di impegnarsi reciprocamente per accoppiare detti primi elementi planari (10, 10’) lungo detto primo asse (X) in modo da formare un cassero avente differente altezza (H).
  8. 8. Kit in accordo con una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detti secondi elementi planari (20, 120) presentano una larghezza (LA2) predeterminata, quest’ultima definendo detta prima distanza reciproca predeterminata (d1).
  9. 9. Kit in accordo con la rivendicazione precedente, comprendente almeno una seconda pluralità di secondi elementi planari (120), dette almeno una prima e seconda pluralità di detti secondi elementi planari (20, 120) essendo alternativamente selettivamente accoppiabili con detti primi elementi planari (10, 10’), detti secondi elementi planari (20) di detta almeno una prima pluralità e detti secondi elementi planari (120) di detta almeno una seconda pluralità presentando larghezza (LA2) differente in modo da variare detta prima distanza reciproca predeterminata (d1).
  10. 10. Kit in accordo con una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detti primi elementi planari (10, 10’) presentano una pluralità di prime zone di accoppiamento (12) disposte lungo detto primo asse (X) per detti secondi elementi planari (20, 120) in modo che questi ultimi sono selettivamente accoppiati con i primi in una pluralità di posizioni degli stessi in modo da variare detta distanza reciproca predeterminata (d2).
  11. 11. Kit in accordo con una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente almeno una prima pluralità di terzi elementi planari (30) definenti un terzo piano (π3), detti terzi elementi planari (30) essendo operativamente accoppiabili con detti primi elementi planari (10, 10’) in modo che detto terzo piano (π3) sia perpendicolare rispetto a detti primi piani (π1, π1’), preferibilmente rispetto a detti primi piani (π1, π1’) e a detti secondi piani (π2, π2’).
  12. 12. Kit in accordo con la rivendicazione precedente comprendente almeno una coppia di binari (40) interposta tra rispettivamente detti primi elementi planari (10, 10’) di detta almeno una prima coppia e detti terzi elementi planari (30) per accoppiare reciprocamente questi ultimi, detta almeno una coppia di binari (40) comprendendo una pluralità di seconde zone di accoppiamento (43) per detti terzi elementi planari (30).
  13. 13. Kit in accordo con la rivendicazione 11 o 12, in cui detti terzi elementi planari (30) e detti secondi elementi planari (20, 120) sono sostanzialmente uguali tra loro, ognuno presentando elementi maschio o femmina (23) per accoppiarsi con detta pluralità di prime zone di accoppiamento (12) di detti primi elementi planari (10, 10’) e/o con detta pluralità di seconde zone di accoppiamento (43) di detta almeno una coppia di binari (40).
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