IT201800002423A1 - Inserto traspirante perfezionato per capo d'abbigliamento e calzatura, capo d'abbigliamento e calzatura con tale inserto - Google Patents

Description

INSERTO TRASPIRANTE PERFEZIONATO PER CAPO D'ABBIGLIAMENTO E CALZATURA, CAPO D'ABBIGLIAMENTO E CALZATURA CON TALE INSERTO

DESCRIZIONE

Il presente trovato ha per oggetto un inserto traspirante per capo d'abbigliamento e calzatura.

Formano oggetto del presente trovato anche un capo d'abbigliamento ed una calzatura realizzati con tale inserto.

Al giorno d'oggi sono noti capi di abbigliamento che riparano l'utilizzatore dagli agenti atmosferici, realizzati con materiali atti a fornire un sufficiente livello di isolamento termico.

Scopo principale di questi capi è quello di mantenere un microclima attorno al corpo dell'utilizzatore in grado di conferirgli un adeguato livello di comfort evitando che il corpo si raffreddi eccessivamente.

Sono anche noti capi d'abbigliamento che prevedono, in aggiunta, sistemi di termoregolazione.

Tra questi vi sono, ad esempio, delle aperture sullo strato più esterno per evitare l'eccessivo aumento della temperatura del microclima e/o di favorire l'espulsione verso l'ambiente esterno del sudore in fase vapore.

Il documento brevettuale US 9,060,551 B2 contiene gli insegnamenti per la realizzazione di un capo di abbigliamento dotato di aperture dinamiche sul tessuto interno e/o esterno che possono, in seguito ad uno stimolo come una variazione di temperatura o umidità, aprirsi per aumentare la permeabilità all'aria o chiudersi per impedire l'ingresso di pioggia all'interno del capo.

Queste aperture dinamiche sopra citate, però, aumentano la complessità nel processo di realizzazione del capo, limitando la libertà di scelta dei materiali e condizionando le scelte estetiche.

Inoltre, qualora le aperture siano localizzate sullo strato esterno del capo, in condizioni di pioggia si richiudono, limitando pertanto la fuoriuscita di sudore in fase vapore.

Sono anche noti, dal documento brevettuale US 9,192,198 B2 gli insegnamenti per la realizzazione di un capo di abbigliamento dotato di una struttura auxetica che si estende su di un piano x-y, in grado di passare da un primo spessore in direzione z, perpendicolare al piano x-y, ad un secondo spessore in riposta ad uno stimolo.

Con l'espressione “struttura auxetica” si intende una struttura che, quando allungata, aumenta il suo spessore nella direzione perpendicolare a quella della sollecitazione applicata.

La struttura sopracitata riesce a modificare la capacità di isolamento termico del capo di abbigliamento variando il proprio spessore e quindi il volume d'aria in essa contenuta.

Una tale struttura, però, è caratterizzata da una permeabilità al vapore pressoché invariabile.

Inoltre, quando una struttura auxetica viene impiegata come imbottitura per un capo di abbigliamento, la dimensione della sua variazione di spessore è modesta, o comunque contenuta, dal momento che viene limitata dalla tensione dei tessuti che contengono l'imbottitura stessa.

Questo inconveniente limita, di fatto, l'intervallo di temperatura entro il quale l'imbottitura è in grado di fornire un adeguato livello di isolamento termico.

Il documento brevettuale US 7,347,774 B2 contiene gli insegnamenti per la realizzazione di un capo di abbigliamento comprendente zone di tessuto che modificano la propria struttura in seguito a stimoli come contatto con acqua o variazioni di temperatura.

Le zone sopracitate sono costituite da una struttura che presenta uno strato inferiore ed uno strato superiore.

Lo strato superiore comprende un materiale che modifica le proprie dimensioni in seguito a contatto con acqua o variazioni di temperatura ed è dotato di incisioni.

Queste incisioni definiscono dei lembi che, a seguito degli stimoli menzionati, si arricciano o si contraggono dando origine a delle aperture di ventilazione in corrispondenza delle incisioni.

Tali incisioni sono tuttavia limitate allo strato superiore, di conseguenza la ventilazione risente fortemente della presenza dello strato inferiore privo di incisioni.

Qualora lo strato inferiore presenti, ad esempio, un elevato valore di isolamento termico, esso potrebbe quindi ridurre, in maniera non trascurabile, il beneficio apportato dalla ventilazione.

Ancora, sono noti capi d'abbigliamento comprendenti strutture isolanti tradizionali composte, ad esempio, da una ovatta di poliestere o polipropilene e presentanti delle aperture passanti che ne aumentano la traspirabilità.

Tra queste, è presente, ad esempio, il prodotto commercializzato con il marchio Ventrix dell'azienda The North Face Apparel Corp.

Tuttavia, in corrispondenza delle aperture passanti diminuisce drasticamente la capacità isolante, o coibenza, della struttura isolante e dei capi di abbigliamento che la contengono.

Pertanto, per mantenere una adeguata coibenza, è necessario aumentare lo spessore della struttura isolante.

Questo, però, comporta alcuni inconvenienti, legati ad un aumento del peso della struttura isolante e del capo, e ad un irrigidimento del capo stesso.

Inoltre, questo determina una maggiore difficoltà di confezionamento del capo d'abbigliamento, dovuta al maggiore ingombro della struttura isolante.

Sono anche noti capi d'abbigliamento provvisti di strutture isolanti comprendenti uno strato di ovatta di poliestere o polipropilene al quale è sovrapposto uno strato polimerico che aumenta e migliora la coibenza della struttura.

Lo stato polimerico limita, tuttavia, la traspirabilità di queste strutture isolanti e, di conseguenza, anche del capo d'abbigliamento che le contiene.

Il compito del presente trovato è quello di realizzare un inserto traspirante per capo d'abbigliamento e calzatura, un capo d'abbigliamento ed una calzatura con tale inserto, in grado di migliorare la tecnica nota in uno o più degli aspetti sopra indicati.

Nell'ambito di tale compito, uno scopo del trovato è quello di realizzare un inserto traspirante per capo d'abbigliamento e calzatura, un capo d'abbigliamento ed una calzatura con tale inserto, in grado di variare la propria capacità di isolamento termico al variare della temperatura.

Un altro scopo del trovato è quello di realizzare un inserto traspirante per capo d'abbigliamento e calzatura, un capo d'abbigliamento ed una calzatura con tale inserto, in grado di variare la propria permeabilità al sudore in fase vapore al variare dell'umidità.

Inoltre, la presente invenzione si prefigge lo scopo di superare gli inconvenienti della tecnica nota in modo alternativo ad eventuali soluzioni esistenti.

Non ultimo scopo del trovato è quello di realizzare un inserto traspirante per capo d'abbigliamento e calzatura che sia di elevata affidabilità, di relativamente facile realizzazione e a costi competitivi.

Questo compito, nonché questi ed altri scopi che meglio appariranno in seguito, sono raggiunti da un inserto traspirante perfezionato per capo d'abbigliamento e calzatura, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno un primo strato presentante almeno una apertura cieca, ed almeno un secondo strato, presentante almeno una porzione momentaneamente deformabile, comprendente un materiale sensibile alle variazioni di umidità e/o temperatura.

Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione di alcune forme di esecuzione preferite, ma non esclusive, dell'inserto perfezionato per capo d'abbigliamento e calzatura secondo il trovato, illustrate, a titolo indicativo e non limitativo, negli uniti disegni, in cui:

- le figure 1a e 1b illustrano un inserto traspirante perfezionato per capo d'abbigliamento e calzatura secondo il trovato nelle due configurazioni operative;

- la figura 2 illustra un particolare dell'inserto traspirante perfezionato secondo il trovato, nella configurazione di figura 1a;

- la figura 3 illustra un inserto traspirante perfezionato per capo d'abbigliamento e calzatura secondo il trovato, in una seconda forma realizzativa;

- le figure 4a e 4b illustrano un particolare dell'inserto di figura 3 nelle due configurazioni operative;

- le figure 5a e 5b illustrano un inserto traspirante perfezionato per capo d'abbigliamento e calzatura secondo il trovato, in una terza forma realizzativa, nelle due configurazioni operative;

- la figura 6 illustra un procedimento di realizzazione di un particolare dell'inserto secondo il trovato;

- la figura 7 illustra un capo d'abbigliamento con un inserto secondo il trovato;

- la figura 8 illustra un particolare del capo d'abbigliamento di figura 7;

- la figura 9 illustra una vista scomposta di un capo d'abbigliamento con un inserto secondo il trovato in una differente forma realizzativa;

- la figura 10 illustra una calzatura con un inserto secondo il trovato;

- la figura 11 illustra un particolare della calzatura di figura 10.

Con riferimento alle figure 1a e 1b, un inserto perfezionato secondo il trovato, è indicato globalmente con il numero di riferimento 10.

Questo inserto 10 comprende un primo strato 11 ed un secondo strato 12 affacciato al primo strato 11.

Questi due strati sono distribuiti omogeneamente e presentano superfici affacciate di dimensioni paragonabili.

Questo primo strato 11 è realizzato in materiale isolante, come, ad esempio, un'ovatta sintetica di tipo noto, o similari, e presenta almeno una apertura 13 cieca, a partire dalla superficie affacciata al secondo strato 12, come illustrato in figura 2.

Il secondo strato 12 comprende almeno una porzione 15 momentaneamente deformabile, in prossimità e/o corrispondenza della almeno una apertura 13 del primo strato 11.

Con l'espressione “momentaneamente deformabile” si intende che la porzione si deforma se sottoposta a determinate condizioni climatiche dell'ambiente in cui si trova, che nel caso del trovato sono aumenti di temperatura e/o di umidità, come in seguito descritto, per tornare alla forma iniziale, una volta ristabilite le condizioni climatiche di partenza.

All'interno di questa porzione 15 il secondo strato 12 presenta almeno un taglio 14 passante.

L'almeno un taglio 14 è, almeno parzialmente, sovrapposto all'almeno una apertura 13.

Il secondo strato 12 è realizzato, almeno in ciascuna porzione 15, in un materiale sensibile a variazioni di temperatura e/o umidità, preferibilmente un materiale polimerico a memoria di forma (Shape Memory Polymers o SMP).

I materiali polimerici a memoria di forma sono in grado di immagazzinare una o più forme e di passare da una prima forma ad una seconda forma in seguito all'applicazione di uno stimolo.

Nel caso del presente trovato, questo stimolo è rappresentato da una variazione di temperatura o di umidità.

Una prima forma viene conferita al materiale polimerico durante una fase di lavorazione.

Una seconda ed eventualmente delle ulteriori forme, invece, vengono attribuite al materiale durante una o più fasi di programmazione, durante le quali il polimero viene deformato.

La fase di recupero è la fase durante la quale il materiale recupera la prima forma precedente la deformazione.

Questo materiale polimerico, a memoria di forma, può passare ripetutamente da una prima forma ad una seconda, o ad una delle ulteriori forme, senza che vi sia un significativo deterioramento della geometria di tali forme.

Considerando i polimeri termoplastici, in generale, se si applica una forza per un tempo breve ad un campione di polimero termoplastico al di sopra della temperatura di transizione vetrosa, il campione recupera elasticamente la sua forma originaria non appena cessa l'applicazione della forza. Se invece l'applicazione è mantenuta per un tempo più lungo si ha una deformazione irreversibile, dovuta allo scorrimento delle catene polimeriche, le une sulle altre.

In presenza di punti di reticolazione, invece, lo scivolamento delle catene polimeriche viene ostacolato.

Per ottenere punti di reticolazione è necessario avere una separazione di fase all'interno del campione con domini flessibili che costituiscono la fase termicamente reversibile, o fase morbida, e domini rigidi che formano la fase fissa, o fase rigida.

La fase fissa presenta una temperatura di fusione più elevata rispetto alla fase termicamente reversibile.

La temperatura di transizione collegata ai domini rigidi ossia alla fase fissa, normalmente coincide con la temperatura di transizione vetrosa della fase fissa ed è quella più alta consentita: se la temperatura del polimero è maggiore di questa temperatura di transizione il polimero fonde.

La temperatura di transizione collegata ai domini rigidi è responsabile della definizione della prima forma.

Durante la fase di lavorazione il materiale polimerico viene riscaldato e deformato al di sopra di questa temperatura di transizione, per imprimergli una prima forma che sia stabile ad una temperatura inferiore a questa temperatura di transizione della fase fissa.

Successivamente si esegue una fase di programmazione dove si impone al materiale una seconda forma, che sia stabile ad una temperatura inferiore alla temperatura di transizione dei domini flessibili, legata alla fase morbida.

La fase di programmazione avviene ad una temperatura compresa tra la temperatura di transizione dei domini flessibili e la temperatura di transizione dei domini rigidi, seguita da un raffreddamento veloce al di sotto della temperatura di transizione legata alla fase morbida.

Solitamente la temperatura di transizione dei domini flessibili coincide con la temperatura di transizione vetrosa della fase morbida.

Il raffreddamento veloce determina la cristallizzazione dei domini flessibili e questo impedisce il recupero della forma e comporta un accumulo di tensione interna nella seconda forma.

La fase di recupero prevede il riscaldamento del materiale, nella sua seconda forma, alla temperatura compresa tra la temperatura di transizione dei domini flessibili e la temperatura di transizione dei domini rigidi che porta il polimero alla sua prima forma.

Il riscaldamento del materiale al di sopra della temperatura di transizione della fase morbida libera la tensione interna accumulata, facilitando il riposizionamento delle catene polimeriche nella loro conformazione iniziale.

Per questi motivi si osserva il recupero della prima forma, precedentemente conferita, accompagnato da un repentino abbassamento del modulo elastico.

Finché il materiale resta al di sotto della temperatura di transizione dei domini flessibili, permangono delle barriere termodinamiche che impediscono alle catene polimeriche di ritornare allo stato iniziale, a più elevata entropia.

Allo stato iniziale questi domini si trovavano ad una temperatura compresa tra la temperatura di transizione dei domini flessibili e la temperatura di transizione dei domini rigidi.

La temperatura di transizione dei domini flessibili funge da interruttore molecolare, permettendo la definizione della seconda forma.

La fase termicamente reversibile agisce da reticolante fisico e questo effetto è inversamente proporzionale alla temperatura.

Al di sopra della temperatura di transizione della fase morbida cessa di esistere ogni proprietà reticolante della fase termicamente reversibile e la tensione accumulata permette il recupero della prima forma.

Considerando i poliuretani, il loro comportamento come polimeri a memoria di forma è dovuto alla presenza di una fase morbida, costituita da un poliolo, e una fase rigida, costituita da un diisocianato accoppiato con un estensore di catena.

In particolare, nei poliuretani l'esposizione all'umidità causa un abbassamento della temperatura di transizione vetrosa.

Questo fenomeno può essere sfruttato per far passare il materiale polimerico a memoria di forma da una seconda forma ad una prima forma, generalmente corrispondenti ad una temperatura rispettivamente al di sotto o al di sopra della temperatura di transizione dei domini morbidi.

Una tale variazione di forma può essere realizzata semplicemente variando l'umidità a cui è sottoposto il materiale polimerico, senza che vi sia una significativa variazione della temperatura.

Come conseguenza di quanto detto, all'aumentare dell'umidità a temperatura sostanzialmente costante, i poliuretani tendono a rammollire.

Aumentare l'umidità lasciando sostanzialmente invariata la temperatura, quindi, può determinare lo stesso risultato che si avrebbe aumentando la temperatura.

Un tale polimero a memoria di forma mostra un comportamento sensibile alle variazioni di umidità.

I valori della temperatura di transizione della fase fissa e della temperatura di transizione della fase morbida possono essere facilmente stabiliti per via teorica e validati tramite prove termomeccaniche.

In generale la temperatura di transizione vetrosa varia da -30°C a 260 °C.

Esistono anche polimeri a tripla memoria di forma, che comprendono due seconde forme ed una prima forma.

Il passaggio attraverso le forme diverse avviene mediante graduali aumenti di temperatura.

Di particolare interesse per il presente trovato sono quelli ottenuti per sovrapposizione di due strati di polimeri a memoria di forma distinti, ciascuno caratterizzato da una diversa temperatura di transizione vetrosa della propria fase morbida, o fase termicamente reversibile.

Il secondo strato 12 è sostanzialmente vincolato al primo strato 11 almeno in corrispondenza di ciascuna porzione 15 deformabile, ad esempio per adesione, in un intorno comprendente l'almeno una apertura 13 del primo strato 11.

L'adesione può essere ottenuta ad esempio per punti di colla termoattivabile oppure mediante aggrappaggio del materiale polimerico al primo strato 11.

Il funzionamento dell'inserto è quello illustrato nelle figure 1a e 1b, ed è il seguente.

Variazioni di temperatura e/o umidità causano variazioni di forma della porzione deformabile 15, in almeno una dimensione spaziale. Essendo l'almeno una porzione deformabile 15 vincolata al primo strato 11, tali variazioni di forma causano variazioni dell'ampiezza dell'almeno un taglio 14 determinando quindi una maggiore o minore permeabilità all'aria e al sudore in fase vapore della struttura dell'inserto 10.

La figura 1a rappresenta l'inserto 10 con le porzioni deformabili 15, del secondo strato 12, in configurazione di apertura dei tagli 14 (prima forma).

Con l'espressione “apertura dei tagli 14” si intende che i lembi opposti del secondo strato 12, che li definiscono, sono visibilmente distanti.

La figura 1b rappresenta, invece, l'inserto 10 con le porzioni deformabili 15, del secondo strato 12, in configurazione di sostanziale chiusura dei tagli 14 (seconda forma).

Con l'espressione “chiusura dei tagli 14” si intende che i lembi opposti del secondo strato 12 che li definiscono, sono visibilmente vicini e/o sostanzialmente coincidenti.

La figura 2 rappresenta il solo primo strato 11 nella configurazione dell'inserto 10 rappresentata in figura 1a.

Il passaggio da una condizione di apertura ad una di sostanziale chiusura, e viceversa, dell'almeno un taglio 14, si determina per mezzo di un movimento dei lembi dell'uno o più tagli 14, che viene sostanzialmente replicato dall'almeno una apertura 13.

Questo dipende dal fatto che l'almeno una porzione deformabile 15 è vincolata al primo strato 11.

L'almeno un taglio 14 può presentare forme geometriche differenti a seconda delle esigenze, ad esempio, può essere a croce e/o a “C” e/o a “L” e/o a “T” e/o a mezzaluna e/o combinazioni di queste.

L'almeno una apertura 13 penetra parzialmente il primo strato 11 e può presentare, sostanzialmente, la stessa forma geometrica dell'almeno un taglio 14 corrispondente.

Preferibilmente, ma non limitatamente, l'almeno una apertura 13 presenta una profondità compresa tra 0,1 e 0,8 mm.

Il processo di realizzazione dell'inserto 10 prevede l'applicazione del secondo strato 12 sul primo strato 11 e, successivamente, la realizzazione dell'almeno un taglio 14 e dell'almeno una apertura 13, ad esempio, con l'utilizzo di un taglio al laser o di una lama ad aria calda (“hot air knife”).

Un possibile processo di realizzazione delle aperture è schematicamente rappresentato in figura 6, con il fascio laser indicato con il numero di riferimento 16.

Il fascio laser 16 attraversa completamente lo spessore del secondo strato 12 e penetra solo parzialmente nel primo strato 11.

Opportune regolazioni della potenza del fascio laser 16 consentono di stabilire la profondità di penetrazione nel primo strato 11.

L'almeno una porzione 15 utilizzata nel processo ha già memorizzato la prima forma nella fase di lavorazione e la seconda forma nella fase di programmazione, e si trova ad una temperatura inferiore alla temperatura di transizione dei domini flessibili. In particolare, il raffreddamento veloce avvenuto nella fase di programmazione ha cristallizzato la fase morbida contenuta nel materiale polimerico, imprigionando dell'energia elastica, e impedisce all'almeno un taglio 14 di aprirsi. L'almeno un taglio 14 si apre nel momento in cui la porzione deformabile 15 si trova ad una temperatura maggiore della temperatura di transizione dei domini flessibili liberando l'energia elastica.

In figura 3 è rappresentata una seconda forma realizzativa dell'inserto, indicato globalmente col numero di riferimento 110.

In questa seconda forma realizzativa, l'inserto 110 presenta un primo strato 111 in materiale isolante comprendente almeno una apertura 113 cieca.

A questo primo strato 111 è affacciato un secondo strato, costituito da una pluralità di porzioni 115 momentaneamente deformabili, associata al primo strato 111, in prossimità dell'almeno una apertura 113.

Queste porzioni 115, sono delle strisce, realizzate in materiale polimerico sensibile alle variazioni di temperatura o umidità e preferibilmente un SMP.

Questo materiale polimerico tende a rammollire all'aumentare della temperatura dell'ambiente in cui si trova o dell'umidità assorbita.

In figura 4a è rappresentata in pianta una configurazione di sostanziale chiusura dell'almeno una apertura 113.

In figura 4b è rappresentata in pianta una configurazione di apertura dell'almeno una apertura 113.

Come evidente dalle figure 4a e 4b, le porzioni momentaneamente deformabili 115 variano la propria forma a seguito di variazioni di temperatura o umidità relativa, ed essendo associate al primo strato 111 determinano l'allontanamento o l'avvicinamento dei lembi dell'almeno una apertura 113.

In una condizione di sostanziale chiusura dell'almeno una apertura 113, il materiale polimerico presenta una durezza tale da mantenere una seconda forma allungata, imposta durante la fase di fabbricazione della pluralità di porzioni momentaneamente deformabili 115, vincendo la forza elastica che tenderebbe invece ad accorciare le strisce.

All'aumentare della temperatura e/o dell'umidità dell'ambiente circostante, invece, tale materiale polimerico rammollisce e pertanto si libera l'energia elastica accumulata portando la pluralità di porzioni momentaneamente deformabili 115 ad una prima forma meno allungata. La contrazione della pluralità di porzioni momentaneamente deformabili 115 determina l'apertura dell'almeno una apertura 113.

Nelle figure 5a e 5b è rappresentato l'inserto secondo il trovato in una terza forma realizzativa.

In questa forma realizzativa l'inserto è indicato globalmente col numero di riferimento 210.

L'inserto 210 presenta un primo strato 211 in materiale isolante comprendente almeno una apertura 213 cieca.

A questo primo strato 211 è affacciato un secondo strato, costituito da una pluralità di porzioni 215 momentaneamente deformabili, associata al primo strato 211, in prossimità dell'almeno una apertura 213.

In questa forma realizzativa le porzioni 215 sono delle strisce a forma di cambretta, realizzate in materiale polimerico sensibile alle variazioni di temperatura e/o umidità e preferibilmente un SMP.

In figura 5a è rappresentata in pianta una configurazione di sostanziale chiusura dell'almeno una apertura 213 che corrisponde ad una seconda forma della porzione deformabile 215.

In figura 5b è rappresentata in pianta una configurazione di apertura dell'almeno una apertura 213 che corrisponde alla prima forma della porzione deformabile 215.

Le figure 5a e 5b sono rappresentative dell'effetto causato da stimoli opposti sull'almeno una porzione 215.

Secondo un procedimento di realizzazione di un tale inserto 110, 210 l'almeno una porzione 115, 215 ha già memorizzato la prima forma nella fase di lavorazione e la seconda forma nella fase di programmazione, e si trova ad una temperatura inferiore alla temperatura di transizione dei domini flessibili. La prima forma, stabile ad una temperatura maggiore della temperatura di transizione dei domini flessibili, è quella illustrata in figura 4b o 5b. La seconda forma, stabile ad una temperatura minore della temperatura di transizione dei domini flessibili, è quella illustrata in figura 4a o 5a. In particolare, il raffreddamento veloce avvenuto nella fase di programmazione ha cristallizzato la fase morbida contenuta nel materiale polimerico, imprigionando dell'energia elastica e impedendo all'almeno una porzione deformabile 115, 215 di tornare alla configurazione illustrata in figura 4b o 5b.

Successivamente l'almeno una porzione deformabile 115, 215 viene applicata ad esempio tramite incollaggio sul primo strato 111, 211, sul quale è già stata realizzata l'almeno una apertura 113, 213.

L'energia elastica imprigionata si libera, aprendo l'almeno una apertura 113, 213, nel momento in cui la porzione deformabile 115, 215 si trova nuovamente ad una temperatura maggiore della temperatura di transizione dei domini flessibili.

Vantaggiosamente, è possibile differenziare la permeabilità al vapore della struttura dell'inserto 10, 110 e 210, ad esempio, aumentandola in corrispondenza di zone del corpo umano dove la sudorazione è più abbondante o nelle zone in cui si accumula maggiormente il sudore in fase vapore.

Il primo strato 11, 111 e 211, delle forme realizzative sopracitate, è realizzato preferibilmente in fibre di poliestere o polipropilene.

Ad esempio può essere costituito da un'ovatta sintetica in fibre di poliestere il cui peso varia convenientemente da 60 g/m<2 >a 150 g/m<2>.

L'almeno una porzione momentaneamente deformabile 15, 115 e 215, delle forme realizzative sopracitate, presenta uno spessore preferibilmente, ma non limitatamente, compreso tra 0,1 e 0,2 mm.

L'almeno una porzione 15, 115 e 215, delle forme realizzative sopracitate, è realizzata in un materiale che subisce una variazione in almeno una dimensione spaziale quando viene sottoposto a variazioni di temperatura e/o umidità.

In particolare, questo materiale possiede le seguenti proprietà:

- subisce una deformazione in almeno una dimensione spaziale se soggetto a forze esterne;

- può mantenere un grado di deformazione in almeno una dimensione spaziale una volta che le forze esterne sono state rimosse;

- mostra un cambiamento di forma in almeno una dimensione spaziale se sottoposto a variazioni di temperatura o di umidità.

Un tale materiale comprende preferibilmente un copolimero contenente una fase morbida e una rigida.

Considerando i materiali sensibili a variazioni di umidità, una delle due fasi sopracitate o entrambe contengono gruppi funzionali e/o recettori ai quali si lega l'acqua, come, ad esempio: urea, ammide, nitro, nitrile, estere, etere, ossidrile, etilene ossido e gruppi amminici, o sali acidi carbossilici e sali acidi sulfonici, o, ancora, gruppi ionici quali sodio, zinco e potassio; e siti recettori aventi una distribuzione di carica non bilanciata formata da uno o più dei gruppi appena citati.

Il copolimero è preferibilmente un elastomero, come, ad esempio, poliuretano conosciuto col nome commerciale di “MORTHANE PS370-200”, o “PS79-200”, “PN3429”, o “PE90-100” dell'aziend

. In alternativa si può utilizzare il poliuretano conosciuto con il nome commerciale di “ESTANE” dell'azienda

, o un copolieterammide, come, ad esempio, quello conosciuto col nome commerciale di “PEBAX 2533”, o “3533”, o “4033” dell'azienda .

Questi materiali contengono una fase morbida e una fase rigida e gruppi aventi un elevato momento di dipolo sensibili all'umidità.

Il copolimero può contenere, in aggiunta ad un polimero elastomerico, anche un polimero non elastomerico sensibile all'umidità, come, ad esempio, polietilenossido, polietilenglicole, polivinil alcool, polivinil pirolidone, polivinil piridina, o miscele di questi.

L'assorbimento di umidità può ridurre la rigidezza ed il modulo elastico del polimero non elastomerico sensibile all'umidità di almeno circa il 20%, preferibilmente del 30% e più preferibilmente ancora di circa il 50%.

Il polimero non elastomerico sensibile all'umidità è deformabile in una prima forma che viene ripristinata quando esso viene sottoposto a umidità.

Il polimero elastomerico può, vantaggiosamente, essere permeabile al vapore acqueo per facilitare l'assorbimento di umidità da parte del polimero non elastomerico sensibile all'umidità.

Il polimero elastomerico è presente nel copolimero in una percentuale in peso compresa tra circa il 10% e circa il 95%, e preferibilmente tra circa il 50% e circa il 70%, a seconda delle esigenze di proprietà di variazione di forma.

L'almeno una porzione momentaneamente deformabile 15, 115 o 215, delle forme realizzative del trovato sopra descritte, può essere costituita, ad esempio, da una pluralità di strati di poliuretano (PU) “MORTHANE PS370-200” alternati a strati di resina di polietilenossido (PEO), ad esempio quella conosciuta con il nome commerciale di “POLYOX WSR-N-3000” dell'azienda

.

Il rapporto tra questi due materiali può essere variato a seconda delle esigenze contingenti, ad esempio, per realizzare il passaggio da una configurazione dell'almeno una apertura 13, 113 o 213 aperta ad una chiusa in corrispondenza di un certo valore di umidità.

Considerando i materiali sensibili a variazioni di temperatura, per il trovato si può utilizzare, ad esempio, un polimero a base poliuretanica della famiglia nota con il nome commerciale “DiAPLEX” dell'azienda

la cui temperatura di transizione vetrosa della fase morbida, a seconda della composizione, varia tra -40°C e 90°C.

Il materiale polimerico di cui è costituita l'almeno una porzione funzionale 15, 115 o 215 può essere realizzato in maniera da presentare una temperatura di transizione della fase morbida, che corrisponde sostanzialmente alla temperatura di transizione vetrosa della fase morbida, secondo le esigenze del caso.

Se, ad esempio, la temperatura di transizione vetrosa è compresa tra 32°C e 34°C, al raggiungimento di un valore di temperatura compreso in questo intervallo il materiale polimerico passa dalla seconda forma alla prima forma subendo una deformazione in almeno una dimensione spaziale. Tale deformazione agisce sull'almeno una apertura 13, 113, o 213, che passa da una configurazione sostanzialmente chiusa ad una configurazione aperta, aumentando la permeabilità al vapore acqueo e all'aria della struttura dell'inserto 10 favorendo l'evacuazione del calore in eccesso e del sudore in fase vapore.

Nel caso in cui, invece, il microclima interno presenta una temperatura inferiore a tale intervallo l'almeno una apertura 13, 113, o 213 presenta una configurazione chiusa.

Per “configurazione chiusa” si intende che lembi opposti di un'apertura sono sostanzialmente coincidenti o almeno ravvicinati, mentre per “configurazione aperta” si intende che tali bordi risultano visibilmente distanziati.

L'almeno una porzione 15, 115, 215 momentaneamente deformabile, può essere ottenuta a partire da un materiale polimerico, ad esempio, in forma liquida e stampato sul primo strato 11, 111, 211.

Lo stampaggio dell'almeno una porzione 15, 115, 215 sul primo strato 11, 111, 211, può essere effettuato, ad esempio, attraverso un processo di serigrafia, o mediante stampanti a getto d'inchiostro, oppure attraverso un processo di stampaggio che comprende una fase di indurimento del polimero a contatto con il primo strato 11, 111, 211.

In alternativa, l'almeno una porzione 15, 115, 215 può esistere, ad esempio, sotto forma di foglio o lamina da incollare sul primo strato 11, 111, 211, ad esempio per punti di colla termoattivabile.

L'almeno una porzione 15, 115, 215 momentaneamente deformabile può essere realizzata in maniera da reagire anche o solo alla presenza di umidità passando da una configurazione chiusa ad una configurazione aperta.

Vantaggiosamente, è possibile anche ottenere delle configurazioni intermedie tra la configurazione aperta e la configurazione chiusa dell'almeno una apertura 13, 113, 213, ad esempio, utilizzando strati di polimeri sovrapposti, ciascuno dei quali presenta temperature di transizione vetrosa diverse e ben distinte, laddove è possibile ottenere una opportuna temperatura di transizione vetrosa, semplicemente variando il grado di reticolazione o “crosslinking” del polimero.

Alternativamente è possibile utilizzare materiali polimerici che presentano un intervallo di valori della temperatura di transizione vetrosa anziché un valore puntuale della temperatura di transizione vetrosa. Ad esempio, si può utilizzare un fluoropolimero-copolimero come il tetrafluoroetilene solfonato, noto con il nome commerciale di “Nafion”, che presenta una temperatura di transizione vetrosa compresa tra circa 55°C e 130°C.

La struttura dell'inserto 10, 110, 210 presenta sostanzialmente una diminuzione dello spessore dello strato isolante, in un intorno dell'almeno una apertura 13, 113, 213.

In tale intorno l'attraversamento dell'inserto 10, 110, 210 da parte del sudore in fase vapore è particolarmente facilitato da tale diminuzione dello spessore.

L'almeno una porzione deformabile 15, 115, 215 può essere realizzata in materiale polimerico applicato sul primo strato 11, 111, 211, tramite spruzzatura, secondo tecniche note che possono comprendere una fase di calandratura atta ad uniformare lo spessore dell'almeno una porzione deformabile stessa.

Un differente processo produttivo prevede l'applicazione del materiale polimerico, in forma di foglio, sul primo strato e fissato a quest'ultimo attraverso la riattivazione tramite riscaldamento di punti di colla presenti su di esso, oppure mediante il rammollimento del materiale polimerico di cui è composto il secondo strato per permettergli l'aggrappaggio al primo strato, senza la necessità di una fase di calandratura. L'applicazione del materiale polimerico, senza la fase di calandratura risulta particolarmente vantaggiosa perché lo spessore del primo strato 11, 111, 211, risulta sostanzialmente invariato prima e dopo l'applicazione del secondo strato, di conseguenza rimane invariata anche la sua coibenza.

La “permeabilità al vapore” viene determinata secondo la metodologia esposta al capitolo 6,6 della norma ISO 20344-2004.

La normativa ISO 20344-2004, al capitolo 6,6 "Determination of water vapour permeability", relativa alle calzature di sicurezza, descrive un metodo di prova consistente nel fissare un provino del materiale in esame in modo da chiudere l'apertura di una bottiglia contenente una certa quantità di essiccante solido, ossia gel di silice. La bottiglia è sottoposta ad una forte corrente d'aria in atmosfera condizionata. La bottiglia è fatta ruotare così da rimescolare l'essiccante solido e da ottimizzarne l'azione di essicazione dell'aria nella bottiglia contenuta. La bottiglia viene pesata prima e dopo il periodo di prova per determinare la massa di umidità che è passata attraverso il materiale ed è stata assorbita dall'essiccante solido.

La permeabilità al vapore acqueo, espressa in milligrammi per centimetro quadrato all'ora (mg/cm<2>·h), viene dunque calcolata in base alla massa di umidità misurata, all'area dell'apertura della bottiglia ed al tempo di prova.

Nella presente descrizione vengono usati alternativamente “permeabile al vapore” e “traspirante”, entrambi con il medesimo significato.

In figura 7 è rappresentato un capo d'abbigliamento secondo il trovato, comprendente un inserto secondo il trovato, in una prima forma realizzativa.

Il capo secondo il trovato è indicato globalmente col numero di riferimento 300.

Un particolare del capo 300 è indicato col numero di riferimento 301 e rappresentato in una vista prospettica significativa in figura 8.

Tale particolare 301 è esemplificativo della struttura del capo d'abbigliamento 300.

La struttura del capo d'abbigliamento 300 comprende uno strato esterno 302, uno strato interno 303, opposto allo strato esterno 302 ed affacciato al corpo dell'utilizzatore, e tra questi due strati un inserto 10, secondo il trovato.

Nell'esempio riportato in figura 8, l'inserto contenuto tra i due strati 302 e 303 è del tipo corrispondente a quello descritto nella sua prima forma realizzativa.

In varianti realizzative del capo 300, non rappresentate nelle figure, questo inserto può essere uno qualunque di quelli descritti precedentemente.

L'inserto 10 presenta il primo strato 11, affacciato allo strato esterno 302 ed il secondo strato 12, dotato di almeno una porzione momentaneamente deformabile non rappresentata nelle figure, affacciato allo strato interno 303, quindi rivolto verso il corpo dell'utilizzatore.

Il funzionamento del capo d'abbigliamento 300 è il seguente.

Essendo l'almeno una porzione momentaneamente deformabile rivolta verso il corpo dell'utilizzatore, una sua deformazione, in risposta ad una variazione della temperatura e/o dell'umidità che caratterizzano il microclima all'interno del capo è immediata e localizzata.

È noto, infatti, che il corpo umano suda in maniera differente in zone diverse.

È noto anche che il corpo maschile e quello femminile sudano in maniera differente.

Inoltre, è noto che uno stesso individuo suda in maniera differente a seconda del tipo di attività che svolge e a seconda dell'ambiente in cui si trova.

Con il termine “differente” ci si riferisce sostanzialmente alla quantità di sudore prodotta.

In questa prima forma realizzativa l'almeno una porzione 15, 115, 215 momentaneamente deformabile è realizzata con un polimero a memoria di forma sensibile alla presenza di umidità.

Pertanto nelle zone in cui la presenza di sudore è maggiore di un valore compreso tra 50 e 300 g·m<-2>·h<-1>, più preferibilmente compreso tra 100 e 200 g·m<-2>·h<-1 >l'almeno una apertura 13, 113, 213 presenta una configurazione aperta, mentre laddove l'umidità è presente in misura inferiore a tale soglia l'almeno una apertura 13, 113, 213 presenta una configurazione chiusa.

I valori di soglia dell'umidità che determinano la configurazione aperta e chiusa possono essere determinati dosando opportunamente i componenti del polimero.

Il comportamento del polimero dipende dalla presenza di umidità a livello locale e pertanto vi possono essere, all'interno dello stesso capo di abbigliamento, zone in cui in un determinato istante l'almeno una porzione 15, 115, 215 presenta una configurazione aperta e zone in cui essa presenta un configurazione chiusa.

In questo modo, nelle zone del capo corrispondenti a zone del corpo dell'utilizzatore caratterizzate da una maggior produzione del sudore o laddove si verifica un accumulo del sudore, il capo presenta una traspirabilità maggiore, rispetto alle zone caratterizzate da una minore produzione di sudore.

È da notare come, con il trovato, si possa ottenere, all'interno di uno stesso capo di abbigliamento, zone con una maggiore o minore traspirabilità, utilizzando una sola struttura di inserto, grazie al comportamento sostanzialmente indipendente di ciascuna apertura 13, 113, 213.

Mediante questa indipendenza, l'adattamento alle condizioni locali del corpo dell'utilizzatore avviene con un elevato grado di precisione, che arriva alla singola apertura.

È anche da notare come tale adattamento sia pressoché immediato.

In una variante realizzativa, il polimero a memoria di forma della porzione momentaneamente deformabile 15, 115, 215 è sensibile alle variazioni di temperatura.

In particolare, si può utilizzare un polimero a memoria di forma con una temperatura di transizione della fase morbida compresa tra circa 30°C e circa 36°C.

Preferibilmente il polimero a memoria di forma ha una temperatura di transizione della fase morbida compresa tra circa 31°C e circa 35°C.

Più preferibilmente il polimero a memoria di forma ha una temperatura di transizione della fase morbida compresa tra circa 32°C e circa 34°C.

Prove sperimentali mostrano, infatti, che il microclima interno ad un capospalla raggiunge una condizione di regime stazionario, in condizioni di attività fisica moderata, dopo circa 20 minuti.

I valori di temperatura più elevanti si rilevano in corrispondenza dell'ascella, delle spalle e del centro schiena, e appaiono sostanzialmente coerenti con i valori, relativi all'umidità. La sensazione di discomfort è percepita dall'utilizzatore in presenza di una temperatura di circa 34°C.

Pertanto, la scelta di un polimero SMP con una tale temperatura di transizione della fase morbida, consente di aprire l'almeno una apertura 13, 113, 213 per favorire l'evacuazione del sudore in fase vapore proprio al manifestarsi della sensazione di discomfort.

In alcune varianti, non illustrate nelle figure, è possibile, sia nel caso in cui il polimero a memoria di forma sia sensibile a variazioni di temperatura, sia nel caso in cui sia sensibile a variazioni di umidità, realizzare un capo mappato.

Con il termine “mappato” si intende che il capo presenta un inserto 10, 110, 210 differenziato per zone corrispondenti a determinate zone del corpo umano. Per ottenere una differenziazione delle zone dell'inserto è possibile variare singolarmente o in combinazione le seguenti caratteristiche:

-numero di tagli 14;

-densità di tagli 14, ovvero numero di tagli per unità di superficie.

-numero di aperture 13, 113, 213;

-densità di aperture 13, 113, 213, ovvero numero di aperture 13, 113, 213 per unità di superficie;

-dimensioni e/o profondità delle aperture 13, 113, 213.

Tali zone sono opportunamente definite in base ad una mappatura della sudorazione del corpo umano e/o della temperatura che caratterizza il microclima interno ad un capo come descritto in precedenza.

Ad esempio, la zona in corrispondenza del cavo ascellare può presentare una densità di aperture maggiore rispetto alla zona dell'avambraccio, oppure una dimensione delle aperture maggiore, o, ancora, entrambe queste caratteristiche.

La figura 9 illustra una vista dall'alto di un capo d'abbigliamento 400, secondo il trovato, scomposto nelle sue parti costitutive e visto dall'interno.

Il capo 400 comprende due parti anteriori, rispettivamente sinistra 401a e destra 401b, affacciate alla porzione frontale del corpo dell'utilizzatore ed opposta a queste due una parte posteriore 403, affacciata alla schiena dell'utilizzatore.

Le maniche destra e sinistra sono indicate rispettivamente con i numeri di riferimento 402a e 402b.

Queste parti presentano una prima ed una seconda zona con inserto differenziato, indicate rispettivamente con 404 e 405.

Le zone 404 e 405 presentano una diversa sensibilità a variazioni di temperatura e/o umidità.

Per differente sensibilità si intende che una zona presenta una minore sensibilità a variazioni di temperatura e/o umidità rispetto all'altra, grazie ad una diversità di caratteristiche dell'almeno una porzione momentaneamente deformabile 15, 115, 215 e/o del primo strato 11 come sopra descritto.

A titolo esemplificativo e non limitativo, nella forma realizzativa illustrata in figura 9, la zona 404 presenta una struttura di inserto 10, 110, 210 comprendente un primo strato 11, 111, 211 provvisto di aperture 13, 113, 213, non illustrate nelle figure, con una lunghezza compresa tra circa 5 e 15 mm, più preferibilmente tra 8 e 12 mm. Preferibilmente il primo strato 11, 111, 211 presenta una densità di aperture compresa tra circa 500 e circa 4000 aperture/m<2>, più preferibilmente compresa tra circa 1000 e circa 2000 aperture/m<2>. La seconda zona 405 presenta, invece, una struttura diversa dalla struttura dell'inserto 10, 110, 210 descritta precedentemente, e costituita, ad esempio, da un'ovatta di tipo noto.

La prima zona 404 è situata prevalentemente in corrispondenza della porzione 404d superiore del torace e delle spalle, in corrispondenza della porzione 404s superiore del dorso e delle spalle, ed in corrispondenza del cavo ascellare sinistro 404a e destro 404b.

La prima zona 404 presenta inoltre una porzione 404t a forma di “T” rovescia la cui asta si congiunge alla porzione 404s, situata in corrispondenza della porzione superiore del dorso e delle spalle, e il cui taglio si sviluppa prevalentemente in direzione perpendicolare all'asta all'altezza dei reni.

Questa conformazione consente una ottimizzazione della termoregolazione del capo 400 alla luce della “mappatura” della sudorazione del corpo umano.

È da notare come l'utilizzo della struttura dell'inserto 10, 110, 210 limitatamente ad alcune zone, anziché all'intero capo d'abbigliamento, consente di contenere i costi di realizzazione.

In figura 10 è rappresentata una calzatura 500 secondo il trovato, comprendente un inserto secondo il trovato.

Un particolare della calzatura 500 è indicato col numero di riferimento 501 e rappresentato in una vista prospettica significativa in figura 11.

Tale particolare 501 è esemplificativo della struttura della calzatura 500.

La struttura della calzatura 500 comprende uno strato esterno 502, uno strato interno 503, opposto allo strato esterno 502 ed affacciato al piede dell'utilizzatore, e tra questi due strati, almeno per una parte dell'estensione della tomaia, un inserto 10, secondo il trovato.

Nell'esempio riportato in figura 8, l'inserto contenuto tra i due strati 502 e 503 è del tipo corrispondente a quello descritto nella sua prima forma realizzativa.

In varianti realizzative della calzatura 500, non rappresentate nelle figure, questo inserto può essere uno qualunque di quelli descritti precedentemente.

Lo strato esterno 502 è costituito preferibilmente da un tessuto e/o da un pellame traspiranti, anch'essi di tipo noto.

Lo strato interno 503 è costituito preferibilmente da un tessuto e/o da un pellame traspiranti di tipo noto.

L'inserto 10 presenta il primo strato 11, affacciato allo strato esterno 502 ed il secondo strato 12, dotato di almeno una porzione momentaneamente deformabile non rappresentata nelle figure, affacciato allo strato interno 503, quindi rivolto verso il piede dell'utilizzatore.

L'almeno una porzione momentaneamente deformabile 15, 115, 215, non rappresentata nelle figure 10 e 11, comprende un polimero a memoria di forma sensibile alla variazione di umidità.

Pertanto, dove l'umidità è maggiore di un valore compreso tra 50 e 300 g·m<-2>·h<-1>, più preferibilmente compreso tra 100 e 200 g·m<-2>·h<-1 >l'almeno una apertura 13, 113, 213 presenta una configurazione aperta, mentre dove l'umidità è presente in misura inferiore a tale soglia l'almeno una apertura 13, 113, 213 presenta una configurazione chiusa.

In alternativa è possibile utilizzare un polimero a memoria di forma sensibile a variazioni di temperatura e dotato di un valore di temperatura di transizione della fase morbida di compresa tra circa 30°C e circa 36°C, al superamento della quale avviene l'apertura dell'almeno una apertura 13, 113, 213 per favorire l'evacuazione del sudore in fase vapore proprio al manifestarsi della sensazione di discomfort.

L'utilizzo di un SMP è vantaggioso in quanto consente una regolazione precisa dell'inserto 10, 110, 210 dal momento che la variazione di forma è repentina e circoscritta all'intorno di un valore di temperatura o umidità.

Tuttavia, in varianti realizzative del trovato è possibile utilizzare polimeri, non necessariamente SMP, che reagiscono a variazioni di temperatura e/o umidità, come, ad esempio, polimeri idrofilici.

La reazione di tali polimeri genera un rigonfiamento che causa una tensione che agisce sull'almeno una apertura 13, 113, 213 determinandone una configurazione aperta ovvero chiusa. L'utilizzo di tali polimeri è particolarmente idoneo qualora l'almeno una porzione deformabile 15, 115, 215 venga applicata tramite spruzzatura, stampaggio o serigrafia.

L'almeno una porzione deformabile 15, 115, 215 può essere costituita, in maniera alternativa agli SMP, ad esempio, da due strati di materiali aventi coefficienti di dilatazione termica che differiscono per più di circa 1,8·10<-5>/°C.

Ad esempio, possono essere impiegati due strati rispettivamente in polietilene, con coefficiente di dilatazione termica di circa 14,4·10<-5>/°C, e polivinilcloruro (PVC), con coefficiente di dilatazione termica di circa 5,4·10<-5>/°C e presentanti uno spessore, preferibilmente, compreso tra 0,025 e 0,25 mm.

Si è in pratica constatato come il trovato raggiunga il compito e gli scopi preposti realizzando un inserto traspirante perfezionato per capo d'abbigliamento e calzatura, caratterizzato dal fatto di comprendere un primo strato presentante almeno una apertura cieca ed un secondo strato presentante almeno una porzione momentaneamente deformabile, comprendente un materiale sensibile alle variazioni di umidità e/o temperatura.

Il trovato, così concepito, è suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell'ambito del concetto inventivo; inoltre, tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti.

In pratica, i materiali impiegati, purché compatibili con l'uso specifico, nonché le dimensioni e le forme contingenti, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze e dello stato della tecnica.

Ove le caratteristiche e le tecniche menzionate in qualsiasi rivendicazione siano seguite da segni di riferimento, tali segni sono stati apposti al solo scopo di aumentare l'intelligibilità delle rivendicazioni e di conseguenza tali segni di riferimento non hanno alcun effetto limitante sull'interpretazione di ciascun elemento identificato a titolo di esempio da tali segni di riferimento.

Claims (15)

1. RIVENDICAZIONI 1. Inserto traspirante (10, 110, 210) perfezionato per capo d'abbigliamento (300, 400) e calzatura (500) caratterizzato dal fatto di comprendere almeno un primo strato (11, 111, 211) presentante almeno una apertura (13, 113, 213) cieca, ed almeno un secondo strato (12), presentante almeno una porzione (15, 115, 215) momentaneamente deformabile, comprendente un materiale sensibile alle variazioni di umidità e/o temperatura.
2. 2. Inserto traspirante (10, 110, 210), secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto secondo strato (12, 112, 212) è sostanzialmente vincolato a detto primo strato (11, 111, 211) almeno in corrispondenza di ciascuna detta porzione (15, 115, 215) deformabile, in un intorno comprendente detta almeno una apertura (13, 113, 213).
3. 3. Inserto traspirante (10, 110, 210), secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto materiale sensibile alle variazioni di umidità e/o temperatura è di tipo polimerico a memoria di forma.
4. 4. Inserto traspirante (10, 110, 210), secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto materiale polimerico a memoria di forma presenta una temperatura di transizione della fase morbida compresa tra circa 30°C e circa 36°C.
5. 5. Inserto traspirante (10, 110, 210), secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto materiale polimerico a memoria di forma presenta un valore di soglia dell'umidità, per il passaggio da una seconda forma ad una prima forma, compreso tra circa 50 e circa 300 g·m<-2>·h<-1>.
6. 6. Inserto traspirante (10), secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto secondo strato (12) presenta all'interno di detta porzione (15), momentaneamente deformabile, almeno un taglio (14) passante e che detto almeno un taglio (14) è, almeno parzialmente, sovrapposto a detta almeno una apertura (13).
7. 7. Inserto traspirante (10), secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto almeno un taglio (14) presenta una forma geometrica a croce e/o a “C” e/o a “L” e/o a “T” e/o a mezzaluna e/o combinazioni di queste.
8. 8. Inserto traspirante (10), secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta almeno una apertura (13) presenta, sostanzialmente, la stessa forma geometrica dell'almeno un taglio (14) corrispondente.
9. 9. Inserto traspirante (10, 110, 210), secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta almeno una apertura (13, 113, 213) presenta una profondità compresa tra 0,1 e 0,8 mm.
10. 10. Capo d'abbigliamento (300, 400) caratterizzato dal fatto di comprendere un inserto (10, 110, 210) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti.
11. 11. Capo d'abbigliamento (300, 400) secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto di comprendere uno strato esterno (302), uno strato interno (303), opposto a detto strato esterno (302) ed affacciato al corpo dell'utilizzatore, e tra questi due strati detto inserto (10, 110, 210), presentante detto primo strato (11, 111, 211) affacciato a detto strato esterno (302) e detto secondo strato (12), affacciato a detto strato interno (303).
12. 12. Capo d'abbigliamento (400) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere una prima zona (404) ed una seconda zona (405) presentanti una diversa sensibilità a variazioni di temperatura e/o umidità.
13. 13. Capo d'abbigliamento (400) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta prima zona (404) è situata prevalentemente in corrispondenza della porzione (404d) superiore del torace e delle spalle, della porzione (404s) superiore del dorso e delle spalle, e del cavo ascellare sinistro (404a) e destro (404b), e presenta una porzione (404t) a forma di “T” rovescia, detta “T” rovescia presentando un asta congiungentesi alla porzione (404s) superiore del dorso e delle spalle, ed un taglio sviluppantesi prevalentemente in direzione perpendicolare a detta asta all'altezza dei reni.
14. 14. Calzatura (500) caratterizzata dal fatto di comprendere, almeno per una parte dell'estensione della tomaia, un inserto (10, 110, 210) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti.
15. 15. Calzatura (500), secondo la rivendicazione precedente, caratterizzata dal fatto di comprendere uno strato uno strato esterno (502), uno strato interno (503), opposto a detto strato esterno (502) ed affacciato al piede dell'utilizzatore, e tra questi due strati detto inserto (10, 110, 210), presentante detto primo strato (11, 111, 211) affacciato a detto strato esterno (502) e detto secondo strato (12), affacciato a detto strato interno (503).