IT201800002414A1 - Dispositivo per il congelamento di tessuto adiposo - Google Patents

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IT201800002414A1
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housing
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Lodovico Parmegiani
Silvio Laureti
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Lodovico Parmegiani
Silvio Laureti
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Description

Descrizione di Brevetto di Invenzione Industriale avente per titolo: “DISPOSITIVO PER IL CONGELAMENTO DI TESSUTO ADIPOSO”.
CAMPO TECNICO DELL’INVENZIONE
La presente invenzione riguarda un dispositivo di congelamento di tessuto adiposo. Più in particolare, la presente invenzione riguarda un dispositivo di congelamento di tessuto adiposo atto ad essere immerso in azoto liquido.
STATO DELLA TECNICA ANTERIORE
Il tessuto adiposo umano è una fonte di cellule staminali ideale per terapie con cellule autologhe.
L’impostazione preferita per le applicazioni di ingegneria tissutale e medicina rigenerativa è la disponibilità di cellule e prodotti cellulari “freschi”, ed immediatamente utilizzabili dal punto di vista clinico.
Il tessuto adiposo può essere recuperato in sedi di accumulo corporeo, ed immediatamente reimpiantato nella sede da trattare dello stesso paziente.
Il recupero di tessuto adiposo autologo avviene per liposuzione. Per evitare di ripetere interventi multipli di liposuzione, il tessuto adiposo potrebbe essere criopreservato in modo asettico, per poter essere successivamente re-impiantato Il reimpianto di tessuto adiposo congelato/scongelato non è ancora una pratica clinica diffusa, ma alcune tecniche di congelamento permettono di ottenere tessuto adiposo scongelato con le stesse funzionalità del fresco.
I protocolli di congelamento di cellule e tessuti sono finalizzati ad evitare la formazione di cristalli d’acqua intracitoplasmatici, che danneggiano il citoscheletro cellulare.
Ciò è possibile tramite la vitrificazione, che è la conversione di un liquido altamente viscoso nel suo stato vetroso, quando viene raffreddato al di sotto della sua temperatura di transizione vetrosa.
Qualsiasi materiale può vitrificare: ciò dipende in modo diretto dalla sua viscosità e dalla velocità di raffreddamento, ed in modo inverso dal volume del campione.
Nel caso di vitrificazione di cellule, la viscosità viene incrementata mediante disidratazione, e l’alta velocità di raffreddamento viene garantita dall’immersione diretta in azoto liquido; a questo scopo, sono stati sviluppati specifici dispositivi per la vitrificazione di singole cellule.
Le tecniche di vitrificazione hanno trovato largo uso nei settori in cui la criosopravvivenza deve essere massimizzata, in particolare nell’embriologia umana per gli ovociti e gli embrioni.
In particolare, le cellule ed i tessuti riproduttivi umani vengono congelati mediante vitrificazione indotta dall’immersione diretta in azoto liquido; a tal fine, vengono impiegati protocolli e dispositivi per ridurre il rischio di contaminazione dei campioni biologici, e realizzati anche in modo da ridurre i rischi di danni da congelamento, cui sono particolarmente esposti le cellule ed i tessuti riproduttivi, in quanto ricchi di acqua intracellulare.
Un esempio di dispositivo per la vitrificazione di cellule o tessuti riproduttivi per immersione in azoto liquido è descritto nel documento EP 2765 183 B1.
Tale dispositivo comprende, tipicamente, un contenitore di forma allungata, detto anche tappo, aperto da un lato, ed un supporto per cellule o tessuti, inseribile nell’apertura di tale contenitore.
Il supporto per cellule o tessuti comprende, a sua volta, una porzione allungata -realizzata normalmente in un materiale buon conduttore termico (ad esempio un metallo) - cui aderiscono le cellule o i tessuti stessi, ed una porzione di impugnatura (associata alla suddetta porzione allungata) che rimane all’esterno del contenitore quando i due componenti vengono uniti.
I protocolli finora investigati per il congelamento del tessuto adiposo sono quelli che prevedono la refrigerazione meccanica, il congelamento rapido o il congelamento lento controllato in azoto liquido.
Dal momento che la tecnica dell’immersione diretta in azoto liquido – come detto, attualmente utilizzata per cellule o tessuti riproduttivi - fornisce risultati soddisfacenti e garantisce notevoli vantaggi da innumerevoli punti di vista (ad esempio dal punto di vista dei costi delle apparecchiature, della praticità di utilizzo, dei tempi operativi, e altri ancora), è avvertita l’esigenza, tra gli operatori del settore, di potersi avvalere della stessa anche in applicazioni di tipo diverso, e principalmente – ma non esclusivamente – quella della crioconservazione di tessuti adiposi, per sfruttare le proprietà e le capacità delle cellule mesenchimali che si trovano tra le cellule adipose.
SCOPI DELL’INVENZIONE
Il compito tecnico della presente invenzione è quindi quello di migliorare lo stato della tecnica nel settore del congelamento e crioconservazione del tessuto adiposo. Nell’ambito di tale compito tecnico, costituisce uno scopo della presente invenzione mettere a punto un dispositivo che consenta di utilizzare la tecnica dell’immersione diretta in azoto liquido anche per la crioconservazione di tessuto adiposo.
Un altro scopo della presente invenzione è realizzare un dispositivo per il congelamento di tessuto adiposo di utilizzo affidabile e sicuro particolarmente, ma non esclusivamente, dal punto di vista dell’eliminazione di rischi da contaminazione o perdita del tessuto prelevato, e dal punto di vista della sicurezza degli operatori.
Ancora uno scopo della presente invenzione è rendere disponibile un dispositivo perfezionato e specificamente messo a punto per l’ottimale congelamento del tessuto adiposo.
Un ulteriore scopo della presente invenzione è mettere a punto un dispositivo per congelamento di tessuto adiposo di utilizzo particolarmente pratico e confortevole. Un altro scopo della presente invenzione è quello di realizzare un dispositivo per il congelamento di tessuto adiposo costruttivamente semplice ed economico.
Tale compito e tali scopi sono tutti raggiunti dal dispositivo per il congelamento di tessuto adiposo secondo la allegata rivendicazione 1.
Il dispositivo comprende un primo membro ed un secondo membro, reciprocamente accoppiabili in modo da ottenere almeno una configurazione chiusa di crioconservazione del tessuto adiposo.
Il primo membro comprende almeno una porzione di impugnatura manuale ed almeno una porzione di supporto a cui aderisce il tessuto adiposo.
Il secondo membro comprende almeno un alloggiamento in cui è inseribile almeno la porzione di supporto del primo membro.
Secondo un aspetto dell’invenzione, il secondo membro comprende almeno una valvola di sicurezza, atta ad attivarsi nel caso in cui la differenza tra la pressione esterna e la pressione all’interno dell’alloggiamento del secondo membro ecceda un prefissato valore.
In questo modo, se per determinate ragioni dovesse aumentare la pressione all’interno dell’alloggiamento (ad esempio nel caso in cui eventuali gocce di azoto liquido, accidentalmente penetrate all’interno dell’alloggiamento stesso, dovessero espandersi in modo incontrollato) la presenza della valvola di sicurezza consente, da un lato, di consentire la fuoriuscita all’esterno dei gas contenuti nell’alloggiamento attraverso una apposite luce, proteggendo così gli operatori; dall’altro lato, la valvola di sicurezza trattiene comunque il tessuto adiposo all’interno dell’alloggiamento, evitando che si disperda.
Le rivendicazioni dipendenti si riferiscono a forme di attuazione preferite e vantaggiose dell’invenzione.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI.
Questi ed ulteriori vantaggi saranno meglio compresi da ogni tecnico del ramo dalla descrizione che segue e dagli annessi disegni, dati quale esempio non limitativo, nei quali:
la figura 1 è una vista assonometrica in esploso del dispositivo secondo l’invenzione;
la figura 2 è una vista assonometrica in esploso del dispositivo da differente angolazione;
le figure 3A-3F sono ulteriori viste assonometriche del dispositivo, da rispettive differenti angolazioni;
la figura 4 è una vista laterale del dispositivo;
la figura 4A è una vista frontale del dispositivo;
la figura 4B è una vista posteriore del dispositivo;
le figure 4A-4I sono sezioni trasversali del dispositivo rispettivamente secondo i piani C-C, D-D, E-E, F-F, G-G, H-H, I-I della figura 4;
la figura 5 è una vista laterale e parzialmente sezionata del dispositivo; la figura 6 è una vista assonometrica del dispositivo in una fase dell’accoppiamento del primo membro al secondo membro;
la figura 7 è una vista assonometrica del dispositivo con il primo membro ed il secondo membro accoppiati;
la figura 8 è una vista assonometrica di dettaglio dell’apertura dell’alloggiamento previsto nel secondo membro;
la figura 9 è una vista frontale del secondo membro del dispositivo;
la figura 10 è una vista laterale di dettaglio e sezionata del secondo membro del dispositivo, in configurazione chiusa;
la figura 11 è una vista laterale di dettaglio e sezionata del secondo membro del dispositivo, in configurazione aperta;
la figura 12 è una vista assonometrica schematica di una pluralità di dispositivi secondo l’invenzione immersi in un contenitore di azoto liquido;
le figure 13,14 sono viste in pianta di dettagli costruttivi del contenitore di azoto liquido;
la figura 15 è una vista assonometrica in esploso del dispositivo, secondo un’altra forma di attuazione dell’invenzione;
la figura 16 è una vista assonometrica in esploso del dispositivo di figura 15, da differente angolazione.
FORME DI ATTUAZIONE DELL’INVENZIONE.
Con particolare riferimento alla figura 1, è indicato complessivamente con il numero di riferimento 1 un dispositivo per il congelamento di tessuto adiposo secondo l’invenzione.
Il dispositivo 1 comprende un primo membro 2.
Il dispositivo 1 comprende inoltre un secondo membro 3.
Il primo membro 2 ed il secondo membro 3 sono reciprocamente accoppiabili, nel modo meglio descritto nel prosieguo, in modo da ottenere almeno una configurazione chiusa di crioconservazione del tessuto adiposo.
Tale configurazione chiusa è illustrata, ad esempio, nelle figure 7 e 12.
Il primo membro 2 comprende almeno una porzione di impugnatura 4 manuale; inoltre, il primo membro 2 comprende almeno una porzione di supporto 5, per il tessuto adiposo.
Nella forma di attuazione illustrata nelle figure, la porzione di impugnatura 4 e la porzione di supporto 5 sono costituite da due elementi distinti, e fissati rigidamente l’uno all’altro.
Questo consente, eventualmente, di realizzare i due componenti in materiali diversi, ad esempio contraddistinti da differenti proprietà di conducibilità termica, o da altre proprietà ancora, in relazione a specifiche esigenze di utilizzo.
In altre forme di attuazione dell’invenzione, la porzione di impugnatura 4 e la porzione di supporto 5 potrebbero essere realizzate in un pezzo unico.
Il secondo membro 3 comprende almeno un alloggiamento 6; nell’alloggiamento 6 è inseribile la porzione di supporto 5 del primo membro 2.
L’alloggiamento 6 definisce un volume per la crioconservazione del tessuto adiposo, adeso alla porzione di supporto 5, quando i due membri 2,3 sono accoppiati nella configurazione chiusa del dispositivo 1.
La porzione di impugnatura 4 comprende un’estremità 7 di accoppiamento alla porzione di supporto 5.
L’estremità 7 comprende, a sua volta, una sede 8; corrispondentemente, la porzione di supporto 5 comprende un codolo terminale 9 inseribile nella suddetta sede 8. La sede 8 ed il codolo terminale 9 hanno conformazione cilindrica oppure sostanzialmente cilindrica; essi potrebbero avere anche una differente geometria, per ottenere, ad esempio, un accoppiamento di forma atto a collegare la porzione di supporto 5 alla porzione di impugnatura 4 con l’orientazione desiderata, l’una rispetto all’altra.
La porzione di impugnatura 4 ha conformazione sostanzialmente prismatica, con sezione triangolare a vertici arrotondati, per una presa manuale più ergonomica. La porzione di impugnatura 4 comprende, quindi, tre facce laterali 4a,4b,4c; la tre facce laterali 4a,4b,4c sono quindi disposte secondo rispettivi piani inclinati di 120° l’uno rispetto all’altro.
Nella sua zona terminale contrapposta all’estremità 7, la porzione di impugnatura 4 comprende dei primi recessi 10 che conferiscono alla stessa una sezione trasversale sostanzialmente trilobata, che permette una presa manuale più confortevole e sicura (si veda ad esempio la sezione di figura 4C).
Inoltre, la porzione di impugnatura 4 comprende un secondo recesso 11.
Nel secondo recesso 11 (visibile anche nella sezione di figura 4D) è impegnabile/inseribile almeno un elemento identificativo 12, ad esempio per contraddistinguere in modo univoco il campione di tessuto adiposo contenuto nell’alloggiamento 6 del secondo membro 3.
L’elemento identificativo 12 può essere di qualsiasi tipologia nota ed idonea all’applicazione (ad esempio un codice a barre, un tag RFID, o altri ancora).
La porzione di supporto 5 può essere realizzata in un materiale buon conduttore termico.
Ad esempio, la porzione di supporto 5 può essere realizzata in un idoneo materiale metallico.
La porzione di supporto 5 comprende almeno un elemento allungato 13.
L’elemento allungato 13 è sostanzialmente appiattito, e possiede una certa concavità.
Inoltre, l’elemento allungato 13 ha l’estremità libera arrotondata, con ampio raggio di curvatura.
Tale concavità dell’elemento allungato 13 è ben visibile, ad esempio, nelle figure 3D,3F, oppure 4F.
Tale concavità dell’elemento allungato 13 favorisce il prelievo e/o il trattenimento/contenimento del tessuto adiposo; più in dettaglio, essa consente di trattenere/contenere una certa quantità di tessuto adiposo (quantità che è superiore rispetto ad altri dispositivi di tipo noto): ciò costituisce un notevole vantaggio per il procedimento di crioconservazione.
Secondo un aspetto dell’invenzione, l’elemento allungato 13 comprende una pluralità di fori 14.
La presenza dei fori 14 hanno lo scopo di migliorare le proprietà di conduzione termica dell’elemento allungato 13.
I fori 14 possono avere, ad esempio, sezione di forma circolare, oppure di altra forma.
I fori 14 possono essere distribuiti in modo uniforme, o sostanzialmente uniforme, sulla superficie dell’elemento allungato 13; in alternativa, i fori 14 possono essere concentrati soltanto in determinate zone dell’elemento allungato 13.
Ad esempio, i fori 14 potrebbero essere concentrati soltanto in corrispondenza dell’estremità libera dell’elemento allungato 13, dove è più probabile che aderisca il tessuto adiposo da congelare, oppure dove si trova più frequentemente adeso. Il secondo membro 3 ha conformazione sostanzialmente prismatica, con sezione triangolare a vertici arrotondati, per una presa manuale più ergonomica.
Ad esempio, il secondo membro 3 può essere realizzato con forma e dimensioni del tutto simili a quelle della porzione di impugnatura 4 del primo membro 2.
Come illustrato, ad esempio, nella figura 5, l’alloggiamento 6 previsto nel secondo membro 3 può essere realizzato sostanzialmente per tutta la lunghezza di quest’ultimo, oppure soltanto per una certa parte di esso.
L’alloggiamento 6 può essere di sezione cilindrica: questo consente di inserire manualmente l’elemento allungato 13 del primo membro 2 al suo interno secondo diverse orientazioni, per maggiore comodità.
L’alloggiamento 6 può comunque avere sezione di diversa forma, ad esempio in relazione a specifiche esigenze di utilizzo.
Secondo un aspetto dell’invenzione, il dispositivo 1 comprende dei mezzi di vincolo 15 del primo membro 2 al secondo membro 3.
In particolare, i mezzi di vincolo 15 sono di tipo selettivo, cioè consentono di bloccare il primo membro 2 rispetto al secondo membro 3 quando desiderato dall’utente, e dunque quando l’utente effettua una determinata operazione.
I mezzi di vincolo 15 sono, più in dettaglio, del tipo ad innesto a baionetta.
In questi ultimi, quindi, il bloccaggio del primo membro 2 rispetto al secondo membro 3 avviene eseguendo manualmente una rotazione relativa tra le due parti dopo l’inserimento della porzione di supporto 5 nell’alloggiamento 6.
I mezzi di vincolo 15 comprendono almeno un rilievo 16, previsto nell’estremità 7 della porzione di impugnatura 4; corrispondentemente, i mezzi di vincolo 15 comprendono almeno una sede scanalata 17, realizzata nell’apertura 18 dell’alloggiamento 6.
Il rilievo 16 è conformato grossomodo a disco, oppure a tronco di cono, con le basi non piane, ma che seguono la curvatura cilindrica dell’estremità 7 della porzione di impugnatura 4.
Come illustrato nella figura 8, la sede scanalata 17 è conformata sostanzialmente ad “L”, con una porzione terminale 19 raccordata, o arrotondata; la conformazione della sede scanalata 17 è tale per cui l’inserimento del rilievo 16 al suo interno, e la successiva rotazione del primo membro 2 rispetto al secondo membro 3, determina l’impegno del rilievo 16 stesso nella suddetta porzione terminale 19 (come mostrato nella sequenza di accoppiamento delle figure 6,7).
Si ottiene quindi, in questo modo, il bloccaggio del primo membro 2 rispetto al secondo membro 3 in direzione assiale.
La sezione della sede scanalata 17 può essere leggermente conica, nel caso in cui il rilievo 16 sia tronco-conico: l’accoppiamento tra le due parti, in tal caso, è particolarmente preciso, ermetico e privo di giochi.
Per sbloccare il primo membro 2 rispetto al secondo membro 3, si procede ruotando le stesse nel senso opposto a quello di bloccaggio.
Nella specifica forma di attuazione illustrata nelle figure, i mezzi di vincolo 15 comprendono una pluralità di rilievi 16, previsti nell’estremità 7 della porzione di impugnatura 4.
Più in dettaglio sono previsti, nell’estremità 7, tre rilievi 16; tali rilievi 16 sono posizionati angolarmente equidistanziati (120° l’uno dall’altro).
Corrispondentemente, nell’apertura 18 dell’alloggiamento 6 sono previste una pluralità di sedi scanalate 17 in cui si impegnano rispettivamente e selettivamente i suddetti rilievi 16 (in particolare, sono quindi previste, nell’apertura 18, tre sedi scanalate 17).
Secondo un altro aspetto dell’invenzione, e con particolare riferimento alle figure 10,11, il secondo membro 3 comprende almeno una valvola di sicurezza 20.
La valvola di sicurezza 20 è atta ad attivarsi nel caso in cui la differenza tra la pressione esterna e la pressione all’interno dell’alloggiamento 6 ecceda un prefissato valore.
Tipicamente – ma non esclusivamente – tale differenza di pressione può essere provocata dall’espansione di goccioline di azoto liquido accidentalmente depositatesi all’interno dell’alloggiamento 6 stesso prima della chiusura del dispositivo 1, cioè prima di aver ermeticamente vincolato il primo membro 2 al secondo membro 3.
Nel caso, dunque, in cui tale differenza di pressione tra l’interno del dispositivo 1 e l’esterno sia eccessiva, l’attivazione della valvola di sicurezza 20 permette di salvare il tessuto adiposo contenuto nel dispositivo 1, ed inoltre permette di preservare la sicurezza degli operatori evitando una possibile esplosione del dispositivo 1 stesso.
Infatti, come noto l’azoto, riscaldandosi, espande di circa settecento volte il suo volume, e nel caso in cui sia compresso ciò può provocare, appunto, esplosioni o altri fenomeni non controllabili e pericolosi.
Più in particolare, la valvola di sicurezza 20 comprende almeno una porzione separabile 21 del secondo membro 3.
La porzione separabile 21 è atta a distaccarsi, parzialmente o completamente, dal corpo del secondo membro 3 nel caso in cui la differenza di pressione tra interno ed esterno ecceda un prefissato valore.
La porzione separabile 21 è prevista, più in dettaglio, in corrispondenza della base 3a del secondo membro 3; la base 3a è contrapposta all’apertura 18 di inserimento della porzione di supporto 5.
La porzione separabile 21 è delimitata da una zona fratturabile 22.
La porzione separabile 21 può essere, ad esempio, conformata sostanzialmente a disco, delimitata quindi da una zona fratturabile 22 circolare, o sostanzialmente circolare.
Come mostrato nella figura 10, la zona fratturabile 22 ha spessore inferiore a quello del secondo membro 3 dell’alloggiamento 6 (in particolare della base 3a).
In corrispondenza della zona fratturabile 22 si ottiene, cioè, una regione indebolita della base 3a, che si spezza al raggiungimento di una certa sollecitazione meccanica dovuta alla differenza di pressione tra interno ed esterno.
La zona fratturabile 22 è definita, a sua volta, da un intaglio 23, realizzato nel secondo membro 3, in particolare nella base 3a del secondo membro 3.
Nella forma di attuazione illustrata nelle figure, l’intaglio 23 è chiuso e circolare (o sostanzialmente circolare); l’intaglio 23 ha sezione, ad esempio, di forma triangolare, oppure di altra forma idonea.
In una forma di attuazione dell’invenzione, la zona fratturabile 22 può essere realizzata in un materiale diverso rispetto al secondo membro 3 ed alla porzione separabile 21; ad esempio, la zona fratturabile 22 può essere costituita da un anello in materiale collante o da un anello in materiale plastico, applicato per collegare tra loro le due parti.
Secondo un altro aspetto dell’invenzione, il secondo membro 3 comprende inoltre dei mezzi di ritenzione 24 della porzione separabile 21, una volta distaccatasi. I mezzi di ritenzione 24 impediscono alla porzione separabile 21 di disperdersi nell’ambiente in modo incontrollato, e consentono alla stessa di rimanere comunque vincolata al secondo membro 3 anche a seguito dell’eventuale rottura in corrispondenza della zona fratturabile 22.
In altre parole, a seguito dell’eventuale rottura in corrispondenza della zona fratturabile 22 viene ottenuta, nel secondo membro 3, una luce 25 attraverso la quale può scaricarsi la pressione eventualmente creatasi all’interno dell’alloggiamento 6; tuttavia, in conseguenza di tale evento, la porzione separabile 21 non viene proiettata nell’ambiente in modo accidentale, ma essa resta vincolata al secondo membro 3, cosicché le dimensioni della luce 25 sono tali da consentire la fuoriuscita dei gas ma non del tessuto adiposo, che rimane custodito all’interno dell’alloggiamento 6.
Il distaccamento della porzione separabile 21 crea dunque un foro 26 nel secondo membro 3.
La luce 25 è quindi definita tra il suddetto foro 26, e la porzione separabile 21 stessa, che rimane vincolata al secondo membro grazie ai mezzi di ritenzione 24; la luce 25 è quindi costituita, grossomodo, da una corona circolare, opportunamente dimensionata in modo da impedire la fuoriuscita del tessuto adiposo dall’alloggiamento 6.
Questo accorgimento è estremamente importante in quanto consente, come accennato in precedenza, sia di preservare il tessuto adiposo impedendo che vada disperso, che di proteggere gli operatori da eventuali rischi connessi con l’eventuale esplosione del dispositivo 1.
La sezione triangolare dell’intaglio 23 favorisce la creazione di un foro 26 svasato verso l’esterno, e quindi di una luce 25 di superficie opportuna.
I mezzi di ritenzione 24 sono atti a realizzare un sottosquadro tra la porzione separabile 21 ed il foro 26 del secondo membro 3, in modo da impedire la separazione tra le due parti.
Più in particolare, i mezzi di ritenzione 24 comprendono almeno un’appendice 27 della porzione separabile 21.
Tale appendice 27 è conformata in modo da riscontrare sulla superficie interna 6a dell’alloggiamento 6, in particolare in modo da riscontrare sulla periferia interna del foro 26; si ottiene così un sottosquadro che impedisce il completo distacco della porzione separabile 21 dal secondo membro 3.
L’appendice 27 ha conformazione sostanzialmente divergente, con divergenza che procede dalla zona di connessione 27a con la porzione separabile 21 verso l’estremità libera 27b.
L’appendice 27, quando osservata in sezione, può anche avere una certa curvatura -procedendo nel senso della divergenza - in modo da aumentare la distanza dell’estremità libera 27b dal centro della porzione separabile 21; questo permette di incrementare ulteriormente l’entità del sottosquadro dei mezzi di ritenzione 24. La porzione separabile 21 e l’appendice 27 possono essere realizzate in un unico pezzo, oppure in parti separate tra loro collegate.
Nella forma di attuazione illustrata nelle figure, i mezzi di ritenzione 24 comprendono, più specificamente, una pluralità di appendici 27 del tipo in precedenza descritto.
Le appendici 27 sono angolarmente distanziate l’una dall’altra rispetto al centro della porzione separabile 21, oppure disposte in altro modo ritenuto conveniente. Ad esempio, potrebbero essere previsto un numero di appendici 27 da due a sei, o anche superiore.
Le dimensioni delle appendici 27 ed il loro numero possono essere opportunamente modificati in modo tale da ottenere la luce 25 di ampiezza desiderata.
Come si può ben comprendere osservando la figura 11 (che mostra in dettaglio il secondo membro 3 con la porzione separabile 21 distaccata), un incremento delle dimensioni della luce 25 agevola lo scarico dei gas in pressione eventualmente formatisi all’interno dell’alloggiamento 6; nello stesso tempo, un incremento delle dimensioni della luce 25 potrebbe aumentare il rischio di fuoriuscita anche di parti del tessuto adiposo, oltre ai gas.
È quindi necessario giungere ad un giusto equilibrio tra le due opposte esigenze. Secondo un altro aspetto dell’invenzione, il secondo membro 3 del dispositivo 1 comprende almeno una porzione di accoppiamento 28 ad almeno un supporto 29,30 previsto nel contenitore 31 dell’azoto liquido, in cui il dispositivo 1 è destinato ad essere immerso per ottenere la crioconservazione del tessuto adiposo in esso custodito.
La porzione di accoppiamento 28 può comprendere, ad esempio, almeno una scanalatura 29 perimetrale, in cui può impegnarsi una corrispondente zona del supporto 29,30.
Il fondo della scanalatura 29 perimetrale è costituito da una superficie cilindrica. Nella figura 12 sono illustrati schematicamente una pluralità di dispositivi 1 secondo l’invenzione, immersi in un contenitore 31 di azoto liquido.
Le figure 13,14 mostrano invece dei dettagli costruttivi dello stesso contenitore 31; in particolare, tali figure mostrano due diversi supporti 29,30 (cioè in particolare un primo supporto 29 ed un secondo supporto 30), associabili al contenitore 31, per custodire una pluralità di dispositivi 1 immersi nell’azoto liquido.
La forma e le dimensioni del contenitore 31 possono essere qualsiasi, in relazione alle specifiche esigenze di applicazione.
In una versione dell’invenzione, potrebbe essere previsto un unico supporto 29,30 associato al contenitore 31.
Ciascun supporto 29,30 è costituito da una piastra, o disco, (ad esempio in materiale metallico, ma non necessariamente) e comprende una pluralità di prime, seconde aperture sagomate 32,33, nelle quali sono inseribili rispettivi dispositivi 1. Le prime aperture sagomate 32 e le seconde aperture sagomate 33 sono disposte esattamente nello stesso modo sia nel primo supporto 29 che nel secondo supporto 30.
Nella versione illustrata in figura 13, le prime aperture sagomate 32 previste nel primo supporto 29 hanno la medesima forma che ha la sezione trasversale del secondo membro 3 del dispositivo 1, in modo da consentire un agevole inserimento di questi ultimi.
Come mostrato nella figura 12, i vari dispositivi 1 vengono quindi custoditi nel contenitore 31 in modo ordinato, ottimizzando lo sfruttamento del volume disponibile all’interno dello stesso.
I bordi delle prime aperture sagomate 32 possono quindi impegnarsi nelle scanalature 29 dei rispettivi dispositivi 1.
In questo modo, ruotando il dispositivo 1 stesso, dopo l’inserimento in una rispettiva prima apertura sagomata 32, si può portare il bordo di quest’ultima ad impegnarsi nella scanalatura 29 perimetrale del rispettivo dispositivo 1, in modo da ottenere un appoggio sospeso dello stesso, ed in modo quindi da impedire che il dispositivo 1 vada a contatto con il fondo del contenitore 31 (così da evitare ponti termici nel contatto tra le due parti).
Le seconde aperture sagomate 33 del secondo supporto 30 hanno invece forma trilobata, che permette la rotazione di ciascun dispositivo 1 attorno al proprio asse longitudinale per impegnare, come detto, il bordo della corrispondente prima apertura sagomata 32 nella rispettiva scanalatura 29.
Nelle figure 15,16 è mostrata una versione semplificata del dispositivo secondo l’invenzione, che differisce dalla precedente per il fatto che la porzione di impugnatura 4 del primo membro 3 è priva di elementi identificativi 12.
Il modo di impiego del dispositivo 1 secondo l’invenzione è, alla luce di quanto descritto, del tutto intuitivo.
Il tessuto adiposo da congelare viene depositato sulla porzione di supporto 5 del primo membro 2, e quest’ultima viene inserita all’interno dell’alloggiamento 6 del secondo membro 3.
Utilizzando i mezzi di vincolo 15, del tipo ad innesto a baionetta, il primo membro 2 ed il secondo membro 3 vengono uniti e bloccati l’uno rispetto all’altro, ottenendo una configurazione chiusa del dispositivo 1.
Il dispositivo 1 può quindi essere immerso nel contenitore 31, eventualmente utilizzando i supporti 29,30 per un posizionamento stabile ed ordinato.
Nel caso in cui eventuali gocce di azoto liquido, accidentalmente penetrate all’interno dell’alloggiamento 6, dovessero espandersi in modo incontrollato, la presenza della valvola di sicurezza 20 – grazie al distaccamento della porzione separabile 21 – consente, da un lato, di consentire la fuoriuscita all’esterno dei gas attraverso la luce 25, proteggendo così gli operatori; dall’altro lato, la valvola di sicurezza 20 – grazie alla presenza dei mezzi di ritenzione 24 – trattiene comunque il tessuto adiposo all’interno dell’alloggiamento 6, evitando che si disperda.
Si è così visto come l’invenzione raggiunge gli scopi proposti.
Il dispositivo 1 secondo l’invenzione consente di utilizzare la tecnica dell’immersione diretta in azoto liquido anche per la crioconservazione di tessuto adiposo, con numerosi vantaggi da vari punti di vista.
Inoltre, il dispositivo 1 è di utilizzo affidabile e sicuro soprattutto dal punto di vista dell’eliminazione di rischi da contaminazione o perdita del tessuto prelevato, e dal punto di vista della sicurezza degli operatori.
Il dispositivo, grazie alle dimensioni della porzione di supporto 5, consente di conservare quantitativi relativamente elevati di tessuto adiposo, risultato che non può essere ottenuto utilizzando altri dispositivi di tipo noto; inoltre, il film di tessuto adiposo congela rapidamente, grazie alla particolare forma della porzione di supporto 5 ed alla presenza dei fori 14 nella stessa.
I mezzi di vincolo 15 del tipo ad innesto a baionetta consentono, in modo semplice e pratico, di chiudere ermeticamente il dispositivo 1, e ciò è particolarmente importante in considerazione del fatto che esso viene immerso in azoto liquido. Non da ultimo, il dispositivo 1 è costruttivamente molto semplice ed economico, realizzato con poche parti agevolmente assemblabili.
La presente invenzione è stata descritta secondo forme preferite di realizzazione, ma varianti equivalenti possono essere concepite senza uscire dall'ambito di protezione offerto dalle rivendicazioni che seguono.

Claims (15)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo (1) per il congelamento di tessuto adiposo, comprendente un primo membro (2) ed un secondo membro (3) reciprocamente accoppiabili in modo da ottenere almeno una configurazione chiusa di crioconservazione del tessuto adiposo, detto primo membro (2) comprendendo almeno una porzione di impugnatura (4) manuale ed almeno una porzione di supporto (5) a cui aderisce il tessuto adiposo, detto secondo membro (3) comprendendo almeno un alloggiamento (6) in cui è inseribile almeno detta porzione di supporto (5) di detto primo membro (2), caratterizzato dal fatto che detto secondo membro (3) comprende almeno una valvola di sicurezza (20), atta ad attivarsi nel caso in cui la differenza tra la pressione esterna e la pressione all’interno di detto alloggiamento (6) ecceda un prefissato valore.
  2. 2. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, in cui detta valvola di sicurezza (20) comprende almeno una porzione separabile (21) di detto secondo membro (3), atta a distaccarsi, parzialmente o completamente, dal corpo di detto secondo membro (3) nel caso in cui la differenza di pressione tra interno ed esterno ecceda un prefissato valore.
  3. 3. Dispositivo secondo la rivendicazione 2, in cui detta porzione separabile (21) è delimitata da una zona fratturabile (22).
  4. 4. Dispositivo secondo la rivendicazione 3, in cui detta zona fratturabile (22) è definita da un intaglio (23) realizzato in detto secondo membro (3), così da ottenere una regione indebolita che si spezza al raggiungimento di una certa sollecitazione meccanica dovuta alla differenza di pressione tra interno ed esterno.
  5. 5. Dispositivo secondo la rivendicazione 4, in cui detto intaglio (23) è circolare, o sostanzialmente circolare, ed è realizzato nella base (3a) di detto secondo membro (3).
  6. 6. Dispositivo secondo la rivendicazione 4 o 5, in cui detto intaglio (23) ha sezione triangolare.
  7. 7. Dispositivo secondo una delle rivendicazioni 2-6, in cui detto secondo membro (3) comprende dei mezzi di ritenzione (24) di detta porzione separabile (21), una volta distaccatasi.
  8. 8. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, in cui il distaccamento di detta porzione separabile (21) determina la creazione di un foro (26) in detto secondo membro (3), tra detto foro (26) e detta porzione separabile (21), trattenuta da detti mezzi di ritenzione (24), essendo definita una luce (25) di scarico dei gas contenuti all’interno di detto alloggiamento (6).
  9. 9. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, in cui detti mezzi di ritenzione (24) sono atti a realizzare un sottosquadro tra detta porzione separabile (21) e detto foro (26), in modo da impedire la separazione tra le due parti.
  10. 10. Dispositivo secondo la rivendicazione 9, in cui detti mezzi di ritenzione (24) comprendono almeno un’appendice (27) di detta porzione separabile (21), conformata in modo da riscontrare sulla superficie interna (6a) di detto alloggiamento (6).
  11. 11. Dispositivo secondo la rivendicazione 10, in cui detta appendice (27) ha conformazione sostanzialmente divergente, con divergenza che procede dalla zona di connessione (27a) con detta porzione separabile (21) verso l’estremità libera (27b).
  12. 12. Dispositivo secondo la rivendicazione 10 o 11, in cui detti mezzi di ritenzione (24) comprendono una pluralità di dette appendici (27), disposte angolarmente distanziate l’una dall’altra rispetto al centro di detta porzione separabile (21).
  13. 13. Dispositivo secondo una delle rivendicazioni precedenti, comprendente dei mezzi di vincolo (15) del tipo ad innesto a baionetta di detto primo membro (2) a detto secondo membro (3).
  14. 14. Dispositivo secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detta porzione di supporto (5) comprende almeno un elemento allungato (13), sostanzialmente appiattito, dotato di una certa concavità.
  15. 15. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, in cui detto elemento allungato (13) comprende una pluralità di fori (14) atti a migliorarne le proprietà di conduzione termica.
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