IT201800000812A1 - Dispositivo ausiliario di carico di una barella - Google Patents

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Ezio Menna
Michele Corradi
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Description

DESCRIZIONE
del Brevetto Italiano per Invenzione Industriale dal titolo:
“DISPOSITIVO AUSILIARIO DI CARICO DI UNA BARELLA”
CAMPO TECNICO
La presente invenzione riguarda un dispositivo ausiliario di carico di una barella su piani di carico.
Più in particolare, l’invenzione riguarda un dispositivo ausiliario di carico di una barella su piani di carico, ad esempio inclinabili, per coadiuvare le operazioni di carico della barella sul piano di carico, ad esempio posto in corrispondenza di un pianale di carico di un’ambulanza, e le operazioni di scarico della barella dal piano di carico.
TECNICA PREESISTENTE
Dispositivi noti prevedono l’impiego di un verricello azionato da un motore, di una cinghia avvolta al verricello e collegabile alla barella e di un dispositivo di azionamento del motore del verricello nei due versi di rotazione, in funzione della direzione di carico o scarico da imporre alla barella.
Un’esigenza sentita nei dispositivi noti è quella di migliorare e velocizzare le operazioni di installazione e manutenzione del verricello, in particolare delle parti soggette ad usura e manutenzione continua dello stesso, quali ad esempio la cinghia e/o il motore.
Un’ulteriore esigenza sentita nei dispositivi noti è quella di incrementarne la sicurezza, specie nelle operazioni di scarico della barella lungo il piano di carico inclinato, ovvero quando il motore del verricello opera per consentire lo svolgimento della cinghia.
Si è osservato, infatti, che se la barella, durante la sua corsa di scarico, per qualche ragione viene ad arrestare il suo moto di discesa, ad esempio a causa di un impuntamento momentaneo dovuto ad un ostacolo, il motore del verricello continua, comunque, a svolgere la cinghia.
In questa circostanza, la barella, quando l’impedimento che ha causato l’arresto accidentale della barella viene rimosso, riprende improvvisamente e senza controllo la sua corsa di discesa fino a quando tale corsa non viene ad essere bruscamente interrotta dalla reazione vincolare della cinghia che ritorna in tensione, con evidenti svantaggi sia per l’utente della barella che per il personale addetto al carico/scarico della barella. In pratica, quando l’impedimento venisse improvvisamente a mancare, la barella scenderebbe violentemente a causa del peso del paziente trasportato e, quindi, cadrebbe rovinosamente a terra senza che l’operatore possa intervenire per impedirlo.
Uno scopo della presente invenzione è quello di soddisfare queste necessità di maggiore sicurezza della tecnica nota, nell’ambito di una soluzione semplice, razionale e dal costo contenuto.
Uno scopo ancora è quello di rendere disponibile un dispositivo ausiliario di carico di una barella in cui sia reso facile, veloce e sicura la rimozione e/o sostituzione della cinghia e/o del motore in caso di necessità, ad esempio in occasione di periodici interventi di manutenzione del dispositivo per mantenere inalterate le prestazioni e il grado di sicurezza dello stesso nel tempo.
Tali scopi sono raggiunti dalle caratteristiche dell’invenzione riportate nelle rivendicazioni indipendenti. Le rivendicazioni dipendenti delineano aspetti preferiti e/o particolarmente vantaggiosi dell’invenzione.
ESPOSIZIONE DELL’INVENZIONE
L’invenzione, particolarmente, rende disponibile un dispositivo ausiliario di carico di una barella su un piano di carico, ad esempio fisso o sfilabile, in cui il dispositivo ausiliario di carico comprende un verricello dotato di:
- un telaio di supporto;
- un rocchetto sostenuto dal telaio di supporto in modo ruotabile attorno ad un asse di rotazione e dotato di una sede di alloggiamento eccentrica rispetto all’asse di rotazione del rocchetto e aperta in corrispondenza di una camicia esterna del rocchetto; e
- una cinghia di traino avvolta sul rocchetto e dotata di una prima estremità accolta nella sede di alloggiamento del rocchetto e di una seconda estremità dotata di un gancio di traino agganciabile alla barella;
in cui il rocchetto è formato da due semigusci apribili e la sede di alloggiamento è definita tra i due semigusci, in modo da risultare anch’essa apribile e chiudibile. Grazie a tale soluzione è possibile svolgere le operazioni di rimozione e/o sostituzione della cinghia di traino dal rocchetto in modo rapido, sicuro e veloce.
Preferibilmente, la sede di alloggiamento può essere configurata per passare da una configurazione chiusa, in cui trattiene la prima estremità della cinghia di traino, e una configurazione aperta, in cui libera la prima estremità della cinghia di traino.
Secondo un aspetto dell’invenzione, i due semigusci possono essere uniti tra loro mediante organi di fissaggio risolvibili, quali ad esempio bulloni o simili.
Grazie a tale soluzione, il fissaggio temporaneo e risolvibile dei semigusci è reso particolarmente affidabile e veloce.
Vantaggiosamente, i due semigusci possono essere calettati in modo risolvibile su un albero centrale sostenuto dal telaio di supporto in modo ruotabile attorno all’asse di rotazione; tra l’albero centrale e i due semigusci è definito un collegamento di tipo prismatico.
Grazie a tale soluzione è reso efficace e funzionale la trasmissione del moto ai semigusci del rocchetto.
Vantaggiosamente, il verricello del dispositivo ausiliario di carico secondo l’invenzione può comprendere un motore collegato al rocchetto e configurato per azionare in rotazione il rocchetto, in un primo verso di rotazione per l’avvolgimento della cinghia di traino sul rocchetto e in un opposto secondo verso di rotazione per lo svolgimento della cinghia di traino dal rocchetto.
Più in dettaglio, il suddetto motore del verricello può essere collegato all’albero centrale del rocchetto, ad esempio direttamente o mediante opportune trasmissioni o riduzioni.
Ancora un aspetto dell’invenzione prevede che il dispositivo ausiliario di carico possa inoltre comprendere:
- un gruppo sensore connesso al verricello e configurato per rilevare un valore di un parametro indicativo di una tensione di un tratto di cinghia di traino comprendente il gancio di traino e svolto dal rocchetto; e
- un’unità elettronica di controllo operativamente collegata al gruppo sensore e al motore del verricello, in cui l’unità elettronica di controllo è configurata arrestare la rotazione del rocchetto quando operato a ruotare nel secondo verso di rotazione se il valore del parametro indicativo della tensione rilevato dal gruppo sensore è minore o uguale ad un predeterminato valore di riferimento dello stesso.
Grazie a tale soluzione, nel caso in cui si verificasse un arresto accidentale della barella nella sua corsa di scarico dal piano di carico, la unità elettronica di controllo, non appena il gruppo sensore rileva un calo di tensione sul tratto di cinghia di traino svolta dal rocchetto, provvede ad arrestare immediatamente lo svolgimento della cinghia di traino, in modo da poter limitare la corsa libera della barella, quando la causa dell’arresto accidentale venisse rimossa.
In una preferita forma di realizzazione dell’invenzione, il gruppo sensore può comprendere:
un braccio connesso in modo mobile al telaio di supporto del verricello e dotato di una appendice posta a contatto con il tratto di cinghia di traino comprendente il gancio di traino e svolto dal rocchetto; e
un sensore di prossimità configurato per rilevare la posizione dell’appendice del braccio, come un parametro indicativo della tensione del tratto di cinghia di traino svolto dal rocchetto (e comprendente il gancio di traino);
la unità elettronica di controllo, in tal caso può essere configurata per arrestare la rotazione del rocchetto quando operato a ruotare nel secondo verso di rotazione sulla base della posizione dell’appendice del braccio rilevata dal sensore di prossimità.
In pratica, l’unità elettronica di controllo è configurata per determinare il valore del parametro indicativo della tensione del tratto di cinghia di traino comprendente il gancio di traino e svolto dal rocchetto sulla base della posizione dell’appendice del braccio rilevata dal sensore di prossimità, in altre parole a determinare se la tensione del tratto di cinghia di traino comprendente il gancio di traino e svolto dal rocchetto è scesa sotto al suo valore di riferimento critico (che definisce la cinghia di traino sostanzialmente scarica) in funzione della posizione assunta dall’appendice del braccio.
In questo modo la rilevazione della tensione della cinghia può essere effettuata in modo semplice, efficace ed economico.
Un ulteriore aspetto dell’invenzione può prevedere che l’appendice del braccio possa essere mobile rispetto ad un punto fisso del telaio di supporto da una posizione avvicinata al punto fisso ad una posizione allontanata dal punto fisso in contrasto ad una forza di spinta.
In particolare, il sensore di prossimità può essere fissato al punto fisso del telaio di supporto.
Ad esempio, la forza di spinta può essere una forza elastica determinata da una molla interagente tra il telaio di supporto e il braccio.
Grazie a tale soluzione, il gruppo sensore è particolarmente efficiente e sicuro. In una forma di realizzazione, l’appendice del braccio può comprendere un’asola passante entro cui è scorrevolmente inserito il tratto di cinghia di traino comprendente il gancio di traino e svolto dal rocchetto.
Ad esempio, l’asola passante può essere delimitata da due rulli girevolmente associati all’appendice del braccio attorno ad assi di rotazione paralleli ad un asse di rotazione del rocchetto.
Grazie a tale soluzione, l’appendice può copiare e seguire l’andamento della cinghia di traino in ogni sua posizione, ovvero essere abbassata dalla cinghia di traino in tensione e sollevarsi quando la cinghia di traino diviene lasca.
In una possibile forma di realizzazione, un elemento di riscontro del sensore di prossimità può essere fissato all’appendice del braccio.
Grazie a tale soluzione, il sensore di prossimità può rilevare in modo preciso e ripetibile la posizione del braccio.
Agli stessi scopi sopra esposti, un aspetto ulteriore dell’invenzione rende disponibile un sistema di carico di una barella che comprende:
- un piano di carico, ad esempio fisso o sfilabile, e
- un dispositivo ausiliario di carico come sopra descritto, in cui il telaio di supporto del verricello è fissato in prossimità di una sommità del piano di carico.
Il sistema di carico ad esempio comprende, inoltre, un’ambulanza dotata di un pianale di carico, il piano di carico essendo connesso al pianale di carico e il telaio di supporto del verricello essendo fissato ad uno tra il pianale di carico dell’ambulanza e il piano di carico.
Ancora, agli stessi scopi sopra esposti, un aspetto ulteriore dell’invenzione rende disponibile un metodo di controllo di un dispositivo ausiliario di carico di una barella su un piano di carico, in cui il dispositivo ausiliario di carico comprende un verricello comprendente: un telaio di supporto che sostiene in rotazione un rocchetto; una cinghia di traino avvolta sul rocchetto e dotata di un gancio di traino agganciabile alla barella; e un motore collegato al rocchetto e configurato per azionare in rotazione il rocchetto, in un primo verso di rotazione per l’avvolgimento della cinghia di traino sul rocchetto e in un opposto secondo verso di rotazione per lo svolgimento della cinghia di traino dal rocchetto,
in cui il metodo prevede di:
- rilevare un valore di un parametro indicativo di una tensione di un tratto di cinghia di traino comprendente il gancio di traino e svolto dal rocchetto; e - interrompere la rotazione del rocchetto durante la sua rotazione nel secondo verso di rotazione se il valore del parametro indicativo della tensione rilevato è minore di un predeterminato valore di riferimento dello stesso.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno evidenti dalla lettura della descrizione seguente fornita a titolo esemplificativo e non limitativo, con l’ausilio delle figure illustrate nelle tavole allegate.
La figura 1 è una vista schematica di un’ambulanza dotata dispositivo ausiliario di carico secondo l’invenzione.
La figura 2 è una vista assonometrica di una barella caricata su un dispositivo ausiliario di carico secondo l’invenzione.
La figura 3 è una vista assonometrica di un particolare del dispositivo ausiliario di carico secondo l’invenzione con la cinghia di traino in una configurazione di tensione.
La figura 4 è una vista assonometrica di un particolare del dispositivo ausiliario di carico secondo l’invenzione con la cinghia di traino in una configurazione lasca. La figura 5 è una vista in una prima sezione laterale di figura 3.
La figura 6 è una vista in una prima sezione laterale di figura 4.
La figura 7 è una vista di un particolare di figura 3.
La figura 8 è una vista in una seconda sezione laterale di figura 3.
La figura 9 è una vista in una seconda sezione laterale di figura 4.
La figura 10 è una vista di figura 9 in parziale esploso.
MODO MIGLIORE PER ATTUARE L’INVENZIONE
Con particolare riferimento a tali figure, si è indicato globalmente con 10 un dispositivo ausiliario di carico per barelle 20 adatto a caricare una barella 20 su un piano di carico 30 e a scaricare la barella 20 dal medesimo piano di carico 30, ad esempio coadiuvando le operazioni di carico e scarico operate da un operatore specializzato (comunque presente).
La barella 20 comprende genericamente una tavola d’appoggio, indicata globalmente con 21, la quale è atta a ricevere e sostenere un paziente in posizione sostanzialmente sdraiata.
Come illustrato nelle figure 1 e 2, detta tavola d’appoggio 21 comprende un telaio di forma sostanzialmente rettangolare in pianta, il quale comprende due stanghe longitudinali parallele 22 unite alle estremità da altrettante stanghe trasversali 24, rispettivamente posteriore (o disposta dalla parte dei piedi dell’utilizzatore della barella 20) ed anteriore (o disposta dalla parte della dell’utilizzatore della barella 20).
La stanga trasversale 24 posteriore rende disponibile un’impugnatura atta ad essere afferrata con entrambe le mani da un operatore, per spingere e guidare la barella 20 in movimento.
La tavola d’appoggio 21 è normalmente coperta da un lettino 25, il quale è disposto longitudinalmente ed è fissato sulla tavola d’appoggio 21.
In particolare, detto lettino 25 comprende tre porzioni piane reciprocamente collegate, le quali sono snodabili secondo assi di articolazione trasversali, in modo da poter modificare la loro inclinazione, al fine di accogliere più comodamente il paziente da trasportare.
Il lettino 25 è inoltre ricoperto da un soffice materassino flessibile, il quale è atto a rendere più comodo l’appoggio per il paziente.
Alla tavola d’appoggio 21 sono associate (due) gambe di supporto 26, le quali sono atte a stare a contatto con la superficie su cui la barella 20 viene appoggiata.
Dette gambe di supporto 26 sono singolarmente collegate alla tavola d’appoggio 21 in modo da potersi muovere, indipendentemente l’una dall’altra, tra una rispettiva posizione chiusa ed una rispettiva posizione aperta.
Quando entrambe le gambe di supporto 26 si trovano nella rispettiva posizione aperta, le stesse sostengono la tavola d’appoggio 21 ad una quota massima dalla superficie di appoggio (suolo); quando invece entrambe le gambe di supporto 26 si trovano nella rispettiva posizione chiusa di figure 1 e 2, le stesse sostengono la tavola d’appoggio 21 ad una quota minima dalla superficie di appoggio.
Alla estremità distale dalla tavola di appoggio 21 di ciascuna gamba di supporto 26 è girevolmente accoppiata almeno una ruota 27, ad esempio pivotante, di appoggio e rotolamento sulla superficie di appoggio della barella 20.
La barella 20 può essere di qualunque tipologia nota.
Il piano di carico 30 è, generalmente, montato a bordo di un veicolo di soccorso, nella fattispecie a bordo di un’ambulanza 31, che comprende un pianale di carico 32 disposto sul fondo di un vano di carico (posteriore), aperto posteriormente e atto ad accogliere la barella 20, per il trasporto della stessa.
Il piano di carico 30, ad esempio, comprende schematicamente una base di supporto 33 fissata sul pianale di carico 32 dell’ambulanza 31, ed un piano inclinabile 34 collegato a detta base di supporto 33 tramite almeno uno snodo, che gli consentono di inclinarsi rispetto al piano definito dal pianale di carico 32 dell’ambulanza 31.
In particolare, il piano inclinabile 34 è inclinabile tra una posizione di riposo, in cui il piano inclinabile 34 è sostanzialmente orizzontale (o comunque parallelo al pianale di carico 32 dell’ambulanza 31), e un una posizione operativa (utilizzata per il caricamento su ambulanze), in cui l’estremità anteriore del piano inclinabile 34 (ovvero quella prossimale alla porzione anteriore dell’ambulanza 31) è posta ad un livello superiore rispetto alla estremità posteriore del piano inclinabile 34, ad esempio (per talune circostanze applicative indicate solo come esempio non limitativo) l’inclinazione massima del piano inclinabile 34 tra la posizione di riposo e la posizione operativa è di 16° (gradi sessagesimali).
L’inclinazione del piano inclinabile 34 è variabile ed è, ad esempio, comandata da un martinetto elettrico 35, come noto al tecnico del settore, o altro attuatore noto. Anche il piano di carico 30 può essere di qualsiasi tipologia nota, ad esempio fisso o sfilabile.
Il dispositivo ausiliario di carico 10 comprende un verricello 11, il quale comprende un telaio di supporto 110, ad esempio definito da due sponde laterali unite tra loro da traverse di sostegno; il telaio di supporto 110 è fissato, in maniera solidale, ad esempio mediante staffe imbullonate, ad almeno uno tra il pianale di carico 32 dell’ambulanza 31 e al piano di carico 30, in particolare al piano inclinabile 34, in prossimità della porzione di sommità (ovvero dell’estremità anteriore) del piano inclinabile 34.
Nell’esempio illustrato nelle figure, il telaio di supporto 110 del verricello 11 è fissato alla estremità anteriore del piano inclinabile (direttamente), ad esempio in una zona centrale della stessa.
Il telaio di supporto 110 sostiene in rotazione un rocchetto 111 disposto con asse di rotazione sostanzialmente parallelo al piano inclinabile 34 e ortogonale all’asse longitudinale dello stesso (ovvero parallelo all’assale delle ruote posteriore dell’ambulanza 31).
Il rocchetto 111 presenta due perni di estremità accoppiati rotoidalmente in rispettive sedi realizzate nelle sponde laterali del telaio di supporto 110.
Al rocchetto 111 è fissata, in modo noto, una prima estremità di una cinghia di traino 112 atta ad essere avvolta sul rocchetto 111 e svolta dal rocchetto 111 per effetto della rotazione del rocchetto 111 attorno al suo asse di rotazione.
Per cinghia di traino 112 si intende qui un qualsiasi organo flessibile, ad esempio sostanzialmente inestensibile, quale ad esempio una cinghia, una catena, una fune o simili organi flessibili.
La cinghia di traino 112 nella fattispecie è dotata di un gancio di traino 113 (si vedano figure 3 e 4), ad esempio del tipo a moschettone, il quale è posto in corrispondenza di una seconda estremità della cinghia di traino 112 (opposta alla prima estremità della stessa che è vincolata al rocchetto 111).
Il gancio di traino 113 è agganciabile, in modo risolvibile, alla barella 20 – in particolare ad una stanga trasversale 24 anteriore della stessa – per il traino della stessa.
Si precisa che nella seguente descrizione si farà riferimento al traino, in salita ed in discesa dal piano inclinabile 34, di una barella 20 (che porta o non porta il suo utilizzatore).
Secondo un aspetto dell’invenzione, il rocchetto 111 comprende un albero centrale 1110, ad esempio prismatico, nell’esempio a base quadrangolare (più in dettaglio quadrata), dalle cui contrapposte estremità sporgono i detti perni di estremità.
Nel dettaglio, l’albero centrale 1110 è calettato su un albero (cilindrico) coassiale le cui estremità longitudinali sporgenti dall’albero centrale 1110 (che definiscono i suddetti perni di estremità) si accoppiano alle sponde laterali del telaio di supporto 110, ad esempio mediante interposizione di opportuni cuscinetti.
L’asse centrale dell’albero centrale 1110 (ovvero dell’albero cilindrico coassiale) definisce l’asse di rotazione A del rocchetto 111.
Il rocchetto 111, inoltre, comprende un corpo di rivoluzione, ad esempio cilindrico, che è formato (o è costituito da) due (o più) semigusci 1111 apribili, ad esempio sostanzialmente semicilidrici, i quali sono uniti in modo risolvibile da organi di fissaggio, quali ad esempio bulloni 1112.
In alternativa o in aggiunta, gli organi di fissaggio possono essere di tipo a cerniera o altro organo di fissaggio idoneo a permettere il fissaggio temporaneo/risolvibile reciproco dei semigusci 1111.
Nell’esempio, i due semigusci 1111 presentano, una volta uniti tra loro, una camicia esterna sostanzialmente cilindrica (coassiale rispetto all’asse di rotazione A) su cui è avvolgibile la cinghia di traino 112.
La camicia esterna è, in pratica, definita dall’unione di due camicie esterne semicilindriche rispettivamente dei due semigusci 1111.
Ciascun semiguscio 1111 può presentare una pluralità di fori (radiali) di alleggerimento.
Ciascun semiguscio 1111 comprende, in corrispondenza di una faccia interna destinata ad essere rivolta verso (e posta sostanzialmente a contatto con) l’altro semiguscio 111, un semi-alloggiamento prismatico 1113 adatto ad accogliere, sostanzialmente a misura, una rispettiva porzione dell’albero centrale 1110 e definire con esso un collegamento di tipo prismatico (o comunque di vincolo rispetto alla rotazione assiale).
In pratica, quando i semigusci 1111 sono tra loro uniti (mediante il serraggio dei bulloni 1112) abbracciano l’albero centrale 1110, in modo che i semialloggiamenti prismatici 1113 accolgano a misura e si stringano a morsa sull’albero centrale 1110 stesso.
Ciascun semiguscio 1111 comprende, in corrispondenza di una faccia interna destinata ad essere rivolta verso l’altro semiguscio 111, una semi-sede di alloggiamento 1114, ad esempio sostanzialmente semi-cilindrica e posta in posizione eccentrica rispetto all’asse di rotazione A del rocchetto 111, ovvero del rispettivo semiguscio 1111.
Ciascuna semi-sede di alloggiamento 1114 è posta in corrispondenza di una estremità della faccia interna del rispettivo semiguscio 1111 e si raccorda con un tratto estremale della rispettiva camicia esterna.
In pratica, quando i semigusci 1111 sono tra loro uniti (mediante il serraggio dei bulloni 1112), le semi-sedi di alloggiamento 1114 sono tra loro affacciate a definire complessivamente una sede di alloggiamento (sostanzialmente cilindrica) aperta in corrispondenza di una camicia esterna del rocchetto 111.
La suddetta sede di alloggiamento, definita dall’unione delle due semi-sedi di alloggiamento 1114, abbraccia un perno cilindrico (rigido) su cui è avvolta la prima estremità della cinghia di traino 112, in modo che la cinghia di traino 112 fuoriesca dall’apertura della sede di alloggiamento e il perno cilindrico rimanga saldamente al suo interno.
La sede di alloggiamento, quindi, risulta definita tra i due semigusci 1111, i quali essendo apribili/chiudibili (mediante i detti organi di fissaggio risolvibili), risulta configurata per passare da una configurazione chiusa (vd. figure 9 e 10), in cui trattiene la prima estremità (ovvero il perno cilindrico) della cinghia di traino 112 in modo stabile (impedendone lo sfilamento), e una configurazione aperta (vd. figura 10), in cui libera la prima estremità della cinghia di traino 112, ovvero ne permette lo sfilamento per la rimozione e/o sostituzione della stessa dal rocchetto 111.
Quando la sede di alloggiamento è in configurazione chiusa, infatti, l’apertura definita tra le due semi-sedi di alloggiamento 1114 presenta una larghezza (in direzione circonferenziale) minore del diametro del perno cilindrico così da impedirne lo sfilamento.
In pratica, per portare la sede di alloggiamento nella sua configurazione aperta è sufficiente allentare i bulloni 1112 e allontanare i due semigusci 1111, divaricando di fatto le due semi-sedi di alloggiamento 1114, al contrario, per portare la sede di alloggiamento nella sua configurazione chiusa è sufficiente serrare i bulloni 1112 e avvicinare i due semigusci 1111, stringendo di fatto le due semi-sedi di alloggiamento 1114 attorno al perno cilindrico della prima estremità della cinghia di traino 112.
Per sostituire o comunque rimuovere la cinghia di traino 112 dal verricello 11 è sufficiente, quindi, svolgere la cinghia di traino 112 dal rocchetto 111, portare la sede di alloggiamento (e quindi il rocchetto 111 stesso) nella sua configurazione aperta e rimuovere la prima estremità della cinghia di traino 112 dall’impegno con la sede di alloggiamento. Una volta rimossa la vecchia cinghia di traino 112, una prima estremità di una nuova cinghia di traino 112 può essere accolta e serrata nella sede di alloggiamento che può, quindi, essere riportata nella propria configurazione chiusa per rendere nuovamente operativo il rocchetto 111. Il verricello 11 comprende, inoltre, un motore 114 (elettrico) dotato di un albero motore (non illustrato) connesso in modo diretto o mediante opportuni elementi di rinvio e/o riduzione (ad esempio un riduttore), al rocchetto 111 (ovvero ad uno dei perni di estremità dello stesso).
Il motore 114 è configurato per azionare in rotazione il rocchetto 111 nei due versi di rotazione attorno al suo asse di rotazione, in particolare, l’azionamento in rotazione del rocchetto 111 in un primo verso di rotazione opera l’avvolgimento della cinghia di traino 112 sul rocchetto 111 e l’azionamento in rotazione del rocchetto 111 in un opposto secondo verso di rotazione opera lo svolgimento della cinghia di traino 112 dal rocchetto 111.
In particolare, il motore 114 (o il riduttore ad esso collegato) presenta un albero di uscita (non mostrato) che è connesso ad uno dei perni di estremità dell’albero centrale 1110 per l’azionamento in rotazione del rocchetto 111. Il motore 114 è, inoltre, sostenuto (mediante opportune bullonature) ad una sponda laterale del telaio di supporto 110.
Il passaggio del rocchetto 111 dalla configurazione chiusa alla configurazione aperta permette, inoltre, un agevole montaggio/smontaggio del motore dal telaio di supporto 110, ad esempio permette l’agevole accesso alle suddette bullonature, che invece rimangono almeno parzialmente nascoste durante il normale utilizzo del verricello 11.
Il motore 114 può essere alimentato elettricamente da una batteria (non visibile) posta a bordo del motore stesso o da una batteria dell’ambulanza 31, ad esempio mediante opportuni cablaggi (non illustrati) o tramite un motore idraulico azionato da una pompa idraulica.
Il dispositivo ausiliario di carico 10 comprende particolarmente un gruppo sensore 12 connesso al verricello 11 e configurato per rilevare un valore di un parametro indicativo di una tensione di un tratto di cinghia di traino 112 comprendente il gancio di traino 113 e svolto dal rocchetto 111.
Per tensione del tratto cinghia di traino 112 comprendente il gancio di traino 113 e svolto dal rocchetto 111 si intende qui la forza di trazione esercitata da un grave (solitamente la barella 20) nella direzione che tende a svolgere la cinghia di traino 112 dal rocchetto 111.
Nella fattispecie, il gruppo sensore 12 comprende un braccio 120 connesso in modo mobile al telaio di supporto 110 del verricello 11, ad esempio ad una delle sponde laterali dello stesso.
Il braccio 120, nell’esempio illustrato, è accoppiato in modo oscillante al telaio di supporto 110 rispetto ad un asse di oscillazione parallelo all’asse di rotazione del rocchetto 111 e, ad esempio, eccentrico (ed inferiore) rispetto ad esso, disposto preferibilmente in prossimità di una estremità (inferiore) del braccio 120 stesso. Il braccio 120 è, inoltre, dotato di un’appendice 121 definente, ad esempio, la estremità del braccio 120 contrapposta a quella vincolata al telaio di supporto 110, la quale si protende in direzione parallela all’asse del rocchetto 111 dal braccio 120.
La appendice 121, in pratica, è atta ad essere posta a contatto con il tratto di cinghia di traino 112 comprendente il gancio di traino 113 e svolto dal rocchetto 111. Più in dettaglio, l’appendice 121 del braccio 120 comprende un’asola passante 122 entro cui è scorrevolmente inserito il tratto di cinghia di traino 112 comprendente il gancio di traino 113 e svolto dal rocchetto 111.
L’asola passante 122 è dimensionata in modo che attraverso di essa non possa passare il gancio di traino 113, ovvero possa definire un elemento di fine corsa (in avvolgimento) per la cinghia di traino 112.
Nell’esempio, l’asola passante 122 è delimitata da due rulli 123 girevolmente associati all’appendice 121 del braccio 120 attorno ad assi di rotazione paralleli all’asse di rotazione del rocchetto 111.
L’appendice 121 del braccio 120 è mobile (in oscillazione) rispetto ad un punto fisso (superiore) del telaio di supporto 110, il quale è posto sull’arco di oscillazione dell’appendice stessa, tra una posizione avvicinata al punto fisso (vd. figure 4 e 6) ed una posizione allontanata dallo stesso (vd. figure 3 e 5).
Nella posizione avvicinata al punto fisso, l’appendice 121 è, ad esempio, sostanzialmente a contatto con una porzione di fine corsa definita dal telaio di supporto 110.
In particolare, l’appendice 121 del braccio 120, ovvero il braccio stesso, è mobile (in oscillazione) dalla posizione avvicinata al punto fisso del telaio di supporto 110 verso la posizione allontanata dal punto fisso stesso in contrasto ad una predeterminata forza di spinta, ad esempio elastica (o magnetica o altro).
Nell’esempio illustrato la forza di spinta è esercitata da una molla 124 interagente tra il telaio di supporto 110 e il braccio 120.
Più in dettaglio, la molla 124 è una molla di torsione, definita ad esempio da una lamina elastica avvolta su una o più spire calzate coassialmente sull’asse di oscillazione del braccio 120 e dotata di contrapposte estremità atte ad essere compresse circonferenzialmente tra due perni di riscontro, di cui un perno mobile, fissato al braccio 120 in posizione eccentrica rispetto all’asse di oscillazione dello stesso, e un perno fisso, fissato al telaio di supporto 110, ovvero alla sponda laterale dello stesso a cui è connesso il braccio 120.
Non si esclude che la molla 124 possa essere, in alternativa o in aggiunta, una molla di compressione o una molla di flessione a seconda delle esigenze costruttive.
La molla 124, in pratica, spinge forzatamente il braccio 120 (e quindi la sua appendice 122) verso la posizione avvicinata, la quale è – dunque – in una posizione di equilibrio stabile in tale posizione avvicinata.
Il gruppo sensore 12, inoltre, comprende un sensore di prossimità 125 configurato per rilevare la posizione dell’appendice 121 del braccio 120, ad esempio fissato al telaio di supporto 110, ovvero alla sponda laterale a cui è connesso il braccio 120, preferibilmente in prossimità/corrispondenza del punto fisso suddetto. In pratica, la posizione della appendice 121, che è sempre a contatto con un tratto di cinghia di traino 112, è un parametro indicativo della tensione del tratto di cinghia di traino 112 stesso.
Il sensore di prossimità 125 è atto rilevare una distanza della appendice 121, ovvero di un elemento di riscontro 126 (ovvero una piastrina metallica) del sensore di prossimità 125 che è fissato all’appendice 121 del braccio 120, in pratica rilevando se l’appendice 121 si trova nella sua posizione avvicinata o in una posizione allontanata.
In pratica, il sensore di prossimità è atto ad emettere un primo segnale, quando l’appendice 121 si trova nella sua posizione avvicinata, e un differente secondo segnale, quando l’appendice 121 si trova nella sua posizione allontanata.
Il sensore di prossimità 125 può essere alimentato elettricamente dalla stessa batteria che alimenta elettricamente il motore 114.
Il dispositivo ausiliario di carico 10 comprende, poi, un’unità elettronica di controllo 100, la quale è operativamente collegata al gruppo sensore 12, in particolare al sensore di prossimità 125, e al motore 114 del verricello 11 per comandare il motore 114 sulla base delle rilevazioni effettuate dal gruppo sensore 12.
La unità elettronica di controllo 100 può essere disposta a bordo del verricello 11 e/o dell’ambulanza 31 e connessa, in modalità wireless o cablata, al motore 114 e/o al gruppo sensore 12.
In particolare, l’unità elettronica di controllo 100 è configurata arrestare la rotazione del rocchetto 111 quando questa è comandata dal motore 114 nel secondo verso di rotazione (di svolgimento della cinghia di traino 112) se la tensione nel tratto di cinghia di traino 112 comprendente il gancio di traino 113 e svolto dal rocchetto 111 è minore o uguale ad un suo predeterminato valore di riferimento, ad esempio è pari o prossimo a zero.
In pratica, la unità elettronica di controllo 100 è operativamente collegata al motore 114 (o motoriduttore), in modo che il motore 114 possa essere selettivamente azionato, per azionare in rotazione il rocchetto 111, tramite il comando dell’alimentazione di energia elettrica (o idraulica o altro tipo di energia) allo stesso e arrestato, per arrestare la rotazione del rocchetto 111, tramite la interruzione dell’alimentazione di energia dell’energia elettrica (o idraulica o altro tipo di energia).
Più in particolare, la unità elettronica di controllo 100 è configurata per determinare o stimare il valore della tensione del tratto di cinghia di traino 112 comprendente il gancio di traino 113 e svolto dal rocchetto 111 sulla base della posizione dell’appendice 121, ovvero dell’elemento di riscontro 126, del braccio 120 rilevata dal sensore di prossimità 125.
In pratica, la unità elettronica di controllo 100 è impostata per assumere il valore di riferimento della tensione pari a 0 quando il sensore di prossimità 125 identifica la posizione avvicinata (o una predeterminata posizione che si approssima alla posizione avvicinata) della appendice 121 del braccio 12, ovvero quando il sensore di prossimità emette il primo segnale suddetto.
In pratica, la unità elettronica di controllo 100 è configurata per:
- consentire l’azionamento del motore 114 nel secondo verso di rotazione (di svolgimento della cinghia di traino 112) quando l’appendice 121 si trova in una posizione allontanata (o in un intorno di essa), ovvero quando il sensore di prossimità emette il secondo segnale suddetto, tale posizione della appendice è infatti indicativa del fatto che il tratto di cinghia di traino 112 comprendente il gancio di traino 113 e svolto dal rocchetto 111 è in uno stato di sufficiente tensione; è
- interrompere la rotazione impartita dal motore 114 al rocchetto 111 quando operato in tale secondo verso di rotazione, quando l’appendice 121 si venisse a trovare nella sua posizione avvicinata o in un intorno predeterminabile di essa, indicativa del fatto che il tratto di cinghia di traino 112 comprendente il gancio di traino 113 e svolto dal rocchetto 111 è in uno stato di insufficiente o inesistente tensione.
Alla luce di quanto sopra descritto, il funzionamento del dispositivo ausiliario di carico 10 è il seguente.
Quando si procede alle operazioni di carico della barella 20 sul piano inclinabile 34 è sufficiente agganciare il gancio di traino 13 della cinghia di traino 12, preventivamente svolta dal rocchetto 111 del verricello 11, alla stanga trasversale 24 anteriore della barella 20 e azionare, ad esempio mediante una pulsantiera di comando del motore 114, la rotazione del rocchetto 111 nel primo verso di rotazione dello stesso, in modo da provocare l’avvolgimento della cinghia di traino 112 attorno al rocchetto 11 e, quindi, il traino in salita della barella 20 lungo il piano inclinabile 34.
Per procedere, invece, alle operazioni di scarico della barella 20 si procede azionando, ad esempio sempre mediante la pulsantiera di comando del motore 114, la rotazione del rocchetto 111 nell’opposto secondo verso di rotazione dello stesso in modo da provocare lo svolgimento della cinghia di traino 112 rispetto al rocchetto 11 e, quindi, il traino controllato in discesa della barella 20 lungo il piano inclinabile 34, ovvero mantenendo la cinghia di traino 112 in tensione in modo che essa possa agire da guida/limitazione della spinta gravitazionale agente sulla barella 20 lungo la discesa sul piano inclinabile 34.
Qualora, per qualsiasi motivo accidentale, un ostacolo interrompesse la discesa della barella 20 lungo il piano inclinabile 34 nelle operazioni di scarico suddette, allora il gruppo sensore 12, unitamente alla unità elettronica di controllo 100, interverrebbe come di seguito descritto.
In particolare, il gruppo sensore 12, rilevando immediatamente un calo (o azzeramento) della tensione sul tratto di cinghia di traino 112 comprendente il gancio di traino 113 e svolto dal rocchetto 111 (ovvero interposto assialmente tra la barella 20 e il rocchetto 111), segnala alla unità elettronica di controllo 100 tale calo ed essa provvede ad interrompere immediatamente, mediante l’arresto del motore 114, la rotazione del rocchetto 111, ovvero lo svolgimento della cinghia di traino 112.
In particolare, il sensore di prossimità 125 rileva infatti una movimentazione (istantanea) della appendice 121 del braccio 120 (ovvero dell’elemento di riscontro 126) dalla posizione allontanata alla posizione avvicinata (per effetto della forza di spinta dalla molla 124) e, quindi, l’unità elettronica di controllo 100 comanda l’arresto del motore 114, ovvero la rotazione del rocchetto 111 nel secondo verso di rotazione, e quindi l’ulteriore svolgimento della cinghia di traino 112, quando la posizione dell’appendice 121 è prossima o arriva alla posizione avvicinata.
Eventualmente, la unità elettronica di controllo 100 può essere configurata in modo che, quando il motore 114 viene arrestato come sopra descritto, possa comandare un ri-avvolgimento di una predeterminata quantità di cinghia di traino 112 (ad esempio azionando la rotazione del rocchetto 111 nel primo verso di rotazione), in modo da recuperare una quantità di trazione sul tratto di cinghia di traino 112 precedentemente reso lasco dall’interruzione della discesa della barella 20.
La corsa di discesa della barella 20 può essere continuata solo se un operatore, avendo preventivamente rimosso la causa dell’ostacolo, dà un esplicito consenso, ad esempio mediante la pulsantiera di comando, alla unità elettronica di controllo 100 che, quindi, comanda nuovamente l’azionamento del motore 114 nel secondo verso di rotazione dello stesso.
L’invenzione così concepita è suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo.
Inoltre tutti i dettagli sono sostituibili da altri elementi tecnicamente equivalenti. In pratica i materiali impiegati, nonché le forme e le dimensioni contingenti, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze senza per questo uscire dall’ambito di protezione delle seguenti rivendicazioni.

Claims (8)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un dispositivo ausiliario di carico (10) di una barella (20) su un piano di carico (30), in cui il dispositivo ausiliario di carico (10) comprende un verricello (11) dotato di: - un telaio di supporto (110); - un rocchetto (111) sostenuto dal telaio di supporto (110) in modo ruotabile attorno ad un asse di rotazione (A) e dotato di una sede di alloggiamento (1114) eccentrica rispetto all’asse di rotazione del rocchetto (111) e aperta in corrispondenza di una camicia esterna del rocchetto (111); e - una cinghia di traino (112) avvolta sul rocchetto (111) e dotata di una prima estremità accolta nella sede di alloggiamento (1114) del rocchetto (111) e di una seconda estremità dotata di un gancio di traino (113) agganciabile alla barella (20); in cui il rocchetto (111) è formato da due semigusci (1111) apribili e la sede di alloggiamento (1114) è definita tra i due semigusci (1111).
  2. 2. Il dispositivo ausiliario di carico (10) secondo la rivendicazione 1, in cui la sede di alloggiamento (1114) è configurata per passare da una configurazione chiusa, in cui trattiene la prima estremità della cinghia di traino (112), e una configurazione aperta, in cui libera la prima estremità della cinghia di traino (112).
  3. 3. Il dispositivo ausiliario di carico (10) secondo la rivendicazione 1, in cui i due semigusci (1111) sono uniti tra loro mediante organi di fissaggio (1112) risolvibili.
  4. 4. Il dispositivo ausiliario di carico (10) secondo la rivendicazione 1, in cui i due semigusci (1111) sono calettati in modo risolvibile su un albero centrale (1110) sostenuto dal telaio di supporto (110) in modo ruotabile attorno all’asse di rotazione (A), tra l’albero centrale (1110) e i due semigusci (1111) essendo definito un collegamento di tipo prismatico.
  5. 5. Il dispositivo ausiliario di carico (10) secondo la rivendicazione 1, in cui il verricello (11) comprende un motore (114) collegato al rocchetto (111) e configurato per azionare in rotazione il rocchetto (111), in un primo verso di rotazione per l’avvolgimento della cinghia di traino (112) sul rocchetto (111) e in un opposto secondo verso di rotazione per lo svolgimento della cinghia di traino (112) dal rocchetto (111).
  6. 6. Il dispositivo ausiliario di carico (10) secondo le rivendicazioni 4 e 5, in cui il motore (114) è collegato all’albero centrale (1110) del rocchetto (111).
  7. 7. Un sistema di carico di una barella (20) che comprende: - un piano di carico (30) e - un dispositivo ausiliario di carico (10) secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui il telaio di supporto (110) del verricello (11) è fissato in prossimità di una sommità del piano di carico (30).
  8. 8. Il sistema di carico secondo la rivendicazione 7, che comprende, inoltre, un’ambulanza (31) dotata di un pianale di carico (32), il piano di carico (30) essendo connesso al pianale di carico (32) dell’ambulanza (31) e il telaio di supporto (110) del verricello (10) essendo fissato ad uno tra il pianale di carico (32) dell’ambulanza (31) e il piano di carico (30).
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