CH696418A5 - Protesi d'anca. - Google Patents

Description

  [0001] La presente invenzione riguarda il campo delle protesi impiegate nel settore ortopedico della chirurgia.

[0002] Più specificamente, l'invenzione riguarda una strutta di protesi di anca. Come gli specialisti del ramo sanno, tale struttura essenzialmente comprende uno stelo, da inserire nella porzione superiore del femore, che presenta sulla sommità una cavità atta ad alloggiare stabilmente l'estremità libera di una barretta sagomata, denominata "collo", sull'altra estremità della quale è applicata una testa sferica che viene accoppiata all'acetabolo dell'anca del paziente sul quale viene eseguito l'intervento.

[0003] È evidente come la stabilità dell'accoppiamento fra il collo della protesi e la detta cavità dello stelo nella quale è inserita sia di fondamentale importanza per la riuscita dell'intervento:

   i movimenti relativi fra le due parti dopo l'applicazione della protesi possono infatti generare debris tali da comportare infiammazioni, degenerazioni e fratture dei tessuti delle diverse parti della zona dell'anca, con conseguenze imprevedibili che possono compromettere seriamente la riuscita dell'intervento.

[0004] Per evitare i movimenti in questione, attualmente l'estremità libera del detto collo e la detta cavità vengono costruiti con sagome complementari e, per dare migliore affidabilità all'accoppiamento, vengono realizzati con la forma di un solido formato da due basi sostanzialmente parallele fra loro raccordate da superfici inclinate rispetto alle basi stesse e convergenti in direzione dello stelo.

[0005] Si forma cos Å un accoppiamento leggermente forzato fra piani inclinati che dovrebbero garantire la massima stabilità delle parti,

   impedendo dei movimenti relativi fra esse.

[0006] Purtroppo però, nonostante si cerchino di eseguire nel modo più preciso possibile le lavorazioni del collo e della rispettiva cavità, risulta praticamente impossibile ottenere una perfetta complementarietà delle parti, e si ottiene quasi sempre un corretto accoppiamento fra le superfici inclinate opposte perpendicolari ad uno solo dei due piani ortogonali di simmetria.

   Gli specialisti del ramo sanno che le sollecitazioni che agiscono su di una protesi d'anca raggiungono dei valori molto elevati in corrispondenza di momenti applicati su di un piano verticale perpendicolare al piano passante per entrambe le articolazioni delle anche, mentre sono molto minori per momenti applicati su quest'ultimo.

[0007] Di conseguenza, se l'accoppiamento collo/cavità consente dei movimenti nella direzione delle sopradescritte sollecitazioni di entità superiore insorgono i già menzionati problemi che possono compromettere il risultato di un intervento.

   Poiché non è possibile sapere con certezza in quale direzione l'accoppiamento sia corretto ed in quale sia difettoso, ne deriva la conseguenza che, con le attuali protesi d'anca, esiste comunque il 50% di probabilità che si verifichino dei problemi dopo l'intervento.

[0008] Tenendo conto di quanto fin qui esposto, l'inventore della struttura di protesi d'anca qui descritta ha ritenuto di ridurre notevolmente i rischi di complicazioni postume realizzando il detto collo e la detta cavità in modo da essere certi della assoluta correttezza del loro accoppiamento nella direzione descritta prima che comporta le massime sollecitazioni,

   rinunciando deliberatamente a ricercare un contemporaneo accoppiamento forzato fra le parti nella direzione ad essa perpendicolare che comporta rischi trascurabili.

[0009] A questo scopo l'inventore ha ideato una struttura di protesi d'anca nella quale la detta estremità libera del collo ha la forma di due metà di tronco di cono disposte specularmente e delimitate trasversalmente da due basi sostanzialmente piane e parallele,

   con le due metà di tronco di cono fra loro raccordate da due superfici che formano due leggeri incavi che risultano interni rispetto ai due piani tangenti alle metà di tronco di cono stesse da parti opposte rispetto al piano che contiene i loro assi.

[0010] La detta cavità ha peraltro una forma complementare rispetto al solido formato dalle due dette metà di tronco di cono e dai due detti piani ad esse tangenti.

[0011] Si ottiene cos Å che la tenuta dell'accoppiamento abbia luogo esclusivamente tramite le due metà di tronco di cono.

   Posizionandole in modo che tale tenuta contrasti le sollecitazioni di entità più elevate si ottiene il risultato ricercato, mentre le rimanenti parti dei profili del collo e della cavità risultano semplicemente accostate.

[0012] L'oggetto della presente invenzione è infatti costituito da una struttura di protesi d'anca come descritto nella allegata rivendicazione 1.

[0013] Verrà ora descritta una sua preferita realizzazione, facendo anche riferimento alla figura allegata, che rappresenta una vista prospettica in esploso ed in parziale trasparenza dell'estremità libera di un collo (l'altra estremità 4d sulla quale è applicata una testa sferica non è disegnata, ma solo accentuata con linee tratteggiate) e di uno stelo con cavità realizzati secondo l'invenzione.

   Nella figura si scorge come, in una struttura di protesi d'anca 1 secondo l'invenzione, la parte terminale del detto collo 4 abbia come anticipato la forma di due metà di tronco di cono 5, 6, disposte specularmente e delimitate trasversalmente da due basi 7, 7 ¾ sostanzialmente piane e parallele.

   Le dette due metà di tronco di cono 5, 6 sono fra loro raccordate da due superfici 8, 9 che formano due leggeri incavi 10, 11 (accentuati per chiarezza nel disegno) che risultano interni rispetto ai piani beta , beta  ¾ tangenti alle due metà di tronco di cono 5, 6 stesse da parti opposte rispetto al piano gamma  che contiene i loro assi L-L, M-M.

[0014] La detta cavità 3 dello stelo 2 ha invece una forma complementare rispetto al solido 12 formato dalle due metà di tronco di cono 5, 6 e dai due detti piani beta , beta  ¾ ad esse tangenti.

[0015] Si ottiene cos Å il risultato ricercato, ovvero che la tenuta dell'accoppiamento sia certa in corrispondenza delle sole due metà di tronco di cono 5, 6, ovvero nella direzione secondo la quale si verificano le sollecitazioni più elevate, e quindi più rischiose.

[0016] Va fatto notare che i sopradescritti incavi 10,

   11 sono in realtà delle leggerissime depressioni, sufficienti soltanto ad eliminare la possibilità di interferenze con le parti interne della cavità ad essi affacciate.

Claims (1)

1. Struttura di protesi d'anca (1) comprendente uno stelo (2) da inserire nella porzione superiore del femore, tale stelo (2) presentando sulla sommità una cavità (3) atta ad alloggiare stabilmente l'estremità libera (4e) di una barretta sagomata o collo (4) che reca sull'altra estremità (4d) una testa sferica da accoppiare all'acetabolo dell'anca, caratterizzata dal fatto che la detta estremità libera (4e) del detto collo (4) ha la forma di due metà di tronco di cono (5, 6) disposte specularmente e delimitate trasversalmente da due basi (7, 7 ¾) sostanzialmente piane e parallele, che sono fra loro raccordate da due superf Åci (8, 9) che formano due incavi (10, 11) interni rispetto ai piani (beta , beta ¾) tangenti alle due dette metà di tronco di cono (5, 6) da parti opposte rispetto al piano (gamma ) che contiene i loro assi (L-L, M-M), la detta cavità (3)

avendo una forma complementare rispetto al solido (12) formato dalle dette due metà di tronco di cono (5, 6) e dai due detti piani (beta , beta ¾) ad esse tangenti.