ITVR20130168A1 - Capsula per la preparazione di bevande - Google Patents

Capsula per la preparazione di bevande

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ITVR20130168A1
ITVR20130168A1 IT000168A ITVR20130168A ITVR20130168A1 IT VR20130168 A1 ITVR20130168 A1 IT VR20130168A1 IT 000168 A IT000168 A IT 000168A IT VR20130168 A ITVR20130168 A IT VR20130168A IT VR20130168 A1 ITVR20130168 A1 IT VR20130168A1
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IT
Italy
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capsule
rigid
filtering
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Prior art date
Application number
IT000168A
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English (en)
Inventor
Giovanni Accursi
Original Assignee
Caffita System Spa
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    • B65CONVEYING; PACKING; STORING; HANDLING THIN OR FILAMENTARY MATERIAL
    • B65DCONTAINERS FOR STORAGE OR TRANSPORT OF ARTICLES OR MATERIALS, e.g. BAGS, BARRELS, BOTTLES, BOXES, CANS, CARTONS, CRATES, DRUMS, JARS, TANKS, HOPPERS, FORWARDING CONTAINERS; ACCESSORIES, CLOSURES, OR FITTINGS THEREFOR; PACKAGING ELEMENTS; PACKAGES
    • B65D85/00Containers, packaging elements or packages, specially adapted for particular articles or materials
    • B65D85/70Containers, packaging elements or packages, specially adapted for particular articles or materials for materials not otherwise provided for
    • B65D85/804Disposable containers or packages with contents which are mixed, infused or dissolved in situ, i.e. without having been previously removed from the package
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  • Engineering & Computer Science (AREA)
  • Mechanical Engineering (AREA)
  • Pharmaceuticals Containing Other Organic And Inorganic Compounds (AREA)

Description

D E S C R I Z I O N E
annessa a domanda di brevetto per invenzione industriale avente per titolo:
CAPSULA PER LA PREPARAZIONE DI BEVANDE
DESCRIZIONE
La presente invenzione ha per oggetto una capsula per la preparazione di bevande. In particolare si fa riferimento a quelle capsule comprendenti un corpo esterno ed un coperchio che chiude superiormente il corpo esterno ed al cui interno à ̈ posizionata una sostanza alimentare in polvere (ad esempio polvere di caffà ̈) che può essere estratta attraverso il passaggio di acqua (eventualmente in pressione) per formare una bevanda, ad esempio caffà ̈. Più precisamente si fa riferimento a quelle capsule in cui il corpo esterno comprende una parete inferiore ed una parete laterale individuanti una camera all’interno della quale à ̈ posizionato un corpo filtrante rigido o semi-rigido.
Con ancora maggior dettaglio si fa riferimento a quelle capsule adatte ad essere utilizzate in sistemi di preparazione di bevande nei quali la capsula viene perforata in corrispondenza del coperchio, per consentire l’iniezione di acqua (eventualmente in pressione) all’interno della capsula stessa, ed in corrispondenza della parete inferiore, per consentire l’erogazione all’esterno della capsula della bevanda prodotta dall’interazione dell’acqua con la sostanza alimentare in polvere.
In tali capsule il corpo filtrante à ̈ sostanzialmente un corpo filtrante piano, generalmente a forma di disco, posizionato in prossimità della parete inferiore del corpo esterno della capsula e separa la sostanza alimentare in polvere dalla parete inferiore in modo tale che non vi sia fuoriuscita di polvere dalla capsula a seguito della penetrazione di un elemento di perforazione attraverso la parete inferiore. Il corpo filtrante infatti da un lato permette il passaggio della bevanda attraverso di esso in modo che poi la stessa bevanda possa fuoriuscire dalla capsula attraverso la parete inferiore (attraverso un foro creato dall’elemento di perforazione od attraverso un canale presente in quest’ultimo), dall’altro consente di trattenere la sostanza alimentare in polvere all’interno della capsula.
Questa tecnologia nota può presentare però alcuni inconvenienti in determinate circostanze.
In particolare con alcuni tipi e granulometrie della sostanza alimentare in polvere, ed in caso di erogazione di quantità di bevanda relativamente elevate (quali il caffà ̈ americano), le capsule note possono non consentire un’estrazione ottimale della sostanza alimentare in polvere stessa.
In primo luogo, infatti, quando la sostanza in polvere à ̈ macinata in modo non adeguato e presenta un eccessivo quantitativo di polvere al di sotto di una certa granulometria, à ̈ possibile che si verifichino delle fuoriuscite di polvere nella bevanda con un conseguente deterioramento della qualità della bevanda stessa (anche se, come à ̈ noto, la fuoriuscita di una estremamente ridotta quantità di polvere à ̈ sostanzialmente fisiologica nella preparazione di bevande di questo tipo, ed in particolare di caffà ̈).
In secondo luogo, nel caso di erogazione per singola bevanda di quantità relativamente elevate (come ad esempio nel caso di produzione di caffà ̈ americano), i tempi di erogazione possono risultare relativamente lunghi per quelle che sono le esigenze dei consumatori.
Ulteriormente, specialmente nel caso di capsule che contengano quantità relativamente elevate di polvere (destinate alla produzione di quantità relativamente elevate di bevanda), la bevanda formatasi dall’interazione tra l’acqua e la polvere localizzata in prossimità del coperchio, per poter fuoriuscire dalla capsula deve arrivare in corrispondenza del corpo filtrante e deve quindi attraversare tutta la polvere sottostante che ne può ostacolare il cammino. Infatti, una volta inumidita dall’acqua, la sostanza alimentare in polvere tende a compattarsi ostacolando il fluire dei liquidi che trovano una maggiore resistenza alla permeazione attraverso la polvere.
L’acqua iniettata nella capsula tende infatti a provocare la compattazione della sostanza alimentare in polvere proprio in corrispondenza del corpo filtrante, causando quindi un aumento della resistenza che la sostanza alimentare in polvere oppone al proprio attraversamento e provocando difficoltà di drenaggio della bevanda attraverso di essa.
Nella polvere, inoltre, durante l’iniezione di acqua all’interno della capsula si vengono a creare delle aree che presentano diversi gradi di compattazione. Le capsule note di grande dimensione, quindi, presentano l’inconveniente che la permeazione della sostanza alimentare in polvere può avvenire in maniera non uniforme, ovvero in misure drasticamente diverse a seconda della posizione della sostanza alimentare in polvere all’interno della capsula. Inoltre nelle capsule note, essendo che l’acqua tende a scorrere nelle zone della polvere che oppongono minor resistenza alla permeazione, si vengono facilmente a creare dei canali preferenziali per il passaggio dell’acqua stessa con il risultato che la sostanza alimentare in polvere non viene permeata tutta in maniera omogenea.
Una soluzione realizzativa che pone rimedio a quest’ultimo inconveniente à ̈ descritta nella domanda di brevetto italiana n. VR2012A000133 e nella corrispondente domanda di brevetto statunitense n. 13/549,904 a nome di questa stessa richiedente, il cui contenuto non à ̈ ancora stato divulgato al momento del deposito di questa domanda di brevetto.
In quel caso, il filtro discoidale à ̈ stato rimpiazzato da un filtro rigido o semirigido a forma di canestro dotato di aperture in corrispondenza della propria parete laterale, la quale à ̈ distanziata dalla parte interna della parete laterale del corpo esterno. Grazie a tale soluzione à ̈ stato praticamente possibile evitare i vari problemi di intasamento che possono invece manifestarsi con le capsule sino ad oggi note.
Anche questa soluzione non ha però permesso di superare gli altri possibili inconvenienti sopra indicati.
Sono infine note anche alcune capsule in cui al posto di un filtro piano rigido o semirigido, à ̈ presente un filtro a forma conica o troncoconica formato da uno strato di materiale flessibile. Anche queste capsule presentano però notevoli inconvenienti. In particolare, in caso di erogazioni di quantità relativamente elevate di bevanda, quale un caffà ̈ americano, la polvere bagnandosi tende a compattarsi sul fondo del filtro sostanzialmente intasandolo; l’acqua di estrazione a quel punto non riesce più a penetrare la polvere stessa e tende a bypassarla fuoriuscendo dal filtro lateralmente, al di sopra della polvere, senza dar luogo quindi ad alcuna estrazione. La bevanda che ne risulta presenta quindi una qualità scadente.
In questo contesto il compito tecnico alla base della presente invenzione à ̈ realizzare una capsula per la preparazione di bevande che ponga rimedio agli inconvenienti citati.
È in particolare compito tecnico della presente invenzione realizzare una capsula per la preparazione di bevande che consenta di ridurre al minimo il rischio di fuoriuscita di polvere con la bevanda.
È ancora compito tecnico della presente invenzione realizzare una capsula per la preparazione di bevande che consenta di ottenere l’erogazione anche di quantità di bevanda relativamente elevate in un tempo relativamente ridotto.
È anche compito tecnico della presente invenzione realizzare una capsula per la preparazione di bevande che consenta all’acqua in ingresso di permeare la sostanza alimentare in polvere in maniera più uniforme rispetto alle capsule note.
È ulteriormente compito tecnico della presente invenzione realizzare una capsula per la preparazione di bevande che consenta di limitare, rispetto alle capsule note, il rischio di formazione di zone ad elevata compattazione, nella sostanza alimentare in polvere, in grado di ostacolare il fluire della bevanda e/o di canali preferenziali di passaggio dell’acqua stessa.
Il compito tecnico e gli scopi indicati sono sostanzialmente raggiunti da una capsula per la preparazione di bevande in accordo con quanto descritto nelle unite rivendicazioni.
Ulteriori caratteristiche ed i vantaggi della presente invenzione appariranno maggiormente evidenti dalla descrizione dettagliata di alcune forme di esecuzione preferite, ma non esclusive, di una capsula per la preparazione di bevande illustrate negli uniti disegni, in cui:
- la figura 1 mostra in vista assonometrica schematica una rappresentazione in esploso di una capsula realizzata in accordo con una prima forma realizzativa della presente invenzione sezionata lungo un piano mediano verticale;
- la figura 2 mostra in vista schematica in sezione mediana verticale, una capsula realizzata secondo una seconda forma realizzativa della presente invenzione simile alla prima forma realizzativa; si noti che per maggiore chiarezza in figura 2 sono illustrati esclusivamente i dettagli visibili nel piano di sezione non quelli in secondo piano;
- la figura 3 mostra in vista schematica in sezione mediana verticale, una capsula realizzata secondo una terza forma realizzativa della presente invenzione; si noti che per maggiore chiarezza in figura 3 sono illustrati esclusivamente i dettagli visibili nel piano di sezione non quelli in secondo piano;
- la figura 4 mostra in vista schematica in sezione mediana verticale, una capsula realizzata secondo una quarta forma realizzativa della presente invenzione; si noti che anche in figura 4 sono illustrati esclusivamente i dettagli visibili nel piano di sezione non quelli in secondo piano;
- la figura 5 mostra un dettaglio della capsula di figura 3;
- le figure da 6 a 9 mostrano alcune possibili varianti del dettaglio di figura 5;
- la figura 10 mostra schematicamente in vista in sezione mediana verticale un dettaglio della capsula di figura 1 in configurazione assemblata;
- la figura 11 mostra in vista assonometrica schematica una capsula realizzata in accordo con una quinta forma realizzativa della presente invenzione, sezionata lungo un piano mediano verticale;
- la figura 12 mostra in vista assonometrica in esploso la capsula di figura 11;
- la figura 13 mostra in vista assonometrica schematica una capsula realizzata in accordo con una sesta forma realizzativa della presente invenzione, sezionata lungo un piano mediano verticale;
- la figura 14 mostra in vista assonometrica schematica una capsula realizzata in accordo con una settima forma realizzativa della presente invenzione, sezionata lungo un piano mediano verticale;
- la figura 15 mostra in vista assonometrica in esploso la capsula di figura 14;
- la figura 16 mostra in vista dall’alto non sezionata la capsula di figura 15 con alcune parti asportate per meglio evidenziarne altre;
- la figura 17 mostra in vista assonometrica schematica una variante realizzativa di un corpo filtrante utilizzabile in una delle capsule delle figure da 1 a 12, sezionato lungo un piano mediano verticale; e
- la figura 18 mostra il corpo filtrante di figura 17 in vista frontale.
Con riferimento alle figure citate à ̈ stata globalmente indicata con il numero di riferimento 1 una capsula per la produzione di bevande realizzata secondo la presente invenzione.
Come detto, la presente invenzione ha per oggetto una capsula 1 per la preparazione di bevande comprendente almeno una sostanza alimentare in polvere (non illustrata nelle unite figure) estraibile per mezzo del passaggio di acqua attraverso di essa per formare una bevanda. La sostanza alimentare in polvere, ad esempio polvere di caffà ̈, à ̈ estraibile ad esempio per infusione od à ̈ solubile per formare una bevanda come appunto caffà ̈ oppure thà ̈, infusi, zuppe, eccetera. La capsula 1 può poi eventualmente essere adatta a consentire l’estrazione della sostanza alimentare in polvere, come il caffà ̈, tramite il passaggio di acqua in pressione, per preparare ad esempio una dose di caffà ̈ espresso.
La capsula 1 comprende un corpo esterno 2 sostanzialmente a forma di tazza a propria volta comprendente una parete inferiore 3 ed una prima parete laterale 4. Nelle forme realizzative illustrate la parete inferiore 3 della capsula 1 ha sviluppo principalmente discoidale e la prima parete laterale 4 si sviluppa a partire da essa con forma in prima approssimazione troncoconica, per terminare superiormente con un bordo superiore 5 localizzato dalla parte opposta rispetto alla parete inferiore 3 stessa. Un coperchio 6 à ̈ poi fissato al corpo esterno 2 in corrispondenza del bordo superiore 5 e chiude superiormente il corpo esterno 2 stesso. Il corpo esterno 2 ed il coperchio 6 della capsula 1 possono essere ciascuno realizzati con diversi materiali; il corpo esterno 2 può ad esempio essere realizzato con un materiale plastico mentre il coperchio 6 può essere costituito da un foglio di alluminio (entrambi poi possono essere sia monostrato sia multistrato). All’interno del corpo esterno 2, tra il coperchio 6 e la superficie interna del corpo esterno 2 stesso, à ̈ individuata una camera 7 in cui, durante l’utilizzo della capsula 1, avviene la formazione della bevanda a seguito dell’interazione tra la sostanza alimentare in polvere e l’acqua. Tra un punto centrale del coperchio 6 ed un punto centrale della parete inferiore 3 à ̈ poi individuabile un asse di sviluppo 8 della capsula 1, visibile nelle figure 2, 3 e 4. In tutte le forme realizzative illustrate la capsula 1 à ̈ simmetrica rispetto all’asse di sviluppo 8.
Nelle forme realizzative illustrate, vantaggiosamente, la capsula 1 à ̈ sigillata a tenuta, ma in uso il coperchio 6 à ̈ perforabile per permettere l’iniezione di acqua all’interno della capsula 1 e la parete inferiore 3 à ̈ anch’essa perforabile per consentire la fuoriuscita della bevanda dalla capsula 1. Nel seguito si farà quindi riferimento preferenzialmente a questa forma realizzativa. Sono comunque possibili anche altre forma realizzative in cui il coperchio 6 e/o la parete inferiore 3 siano di per sé in grado di permettere il passaggio di acqua e bevanda (ad esempio in quanto preforati o permeabili).
La capsula 1 à ̈ quindi adatta ad essere utilizzata in un sistema di produzione di bevande che vantaggiosamente presenta un alloggiamento entro il quale la capsula 1 stessa può essere inserita per essere utilizzata al fine di produrre una bevanda, ad esempio caffà ̈. Un sistema adatto all’utilizzo della capsula 1 illustrata presenta, in modo sostanzialmente noto, mezzi per l’iniezione di acqua all’interno della capsula 1, associabili al coperchio 6, comprendenti un elemento di iniezione quale ad esempio un ago od una lama eventualmente definenti un canale per il passaggio dell’acqua, e presenta inoltre mezzi di estrazione della bevanda dalla capsula 1, associabili alla parete inferiore 3, a loro volta comprendenti un elemento di perforazione per perforare/penetrare la parete inferiore 3 del corpo esterno 2 della capsula 1; in questo contesto per elemento di perforazione si intende un qualsiasi elemento, sostanzialmente di tipo noto, in grado di perforare, tagliare o lacerare come ad esempio una punta od una lama, fissa o mobile (anche in questo caso eventualmente definenti un canale per il passaggio dell’acqua). L’elemento di perforazione può inoltre attraversare la parete inferiore 3 della capsula 1 centralmente oppure, preferibilmente, eccentricamente.
La capsula 1 comprende inoltre un corpo filtrante 9 posizionato nella camera 7, in grado di permettere il passaggio di bevanda attraverso di sé ed al contempo sostanzialmente trattenere la sostanza alimentare in polvere in modo tale che, durante l’utilizzo della capsula 1, la bevanda possa passare attraverso il corpo filtrante 9 per fuoriuscire poi dalla capsula 1 stessa (ad esempio attraverso un foro creato dall’elemento di perforazione nella parete inferiore 3 od attraverso un canale ricavato nell’elemento di perforazione stesso), mentre la sostanza alimentare in polvere possa rimanere sostanzialmente imprigionata all’interno.
In generale, il corpo filtrante 9 comprendente un primo scheletro 10 rigido o semi-rigido posizionato nella camera 7 che presenta un orlo 14 sostanzialmente anulare e delle aperture 13 per consentire la comunicazione di fluido attraverso di esso. L’orlo 14 à ̈ accoppiato al corpo esterno 2 in corrispondenza di una porzione di accoppiamento 15 sostanzialmente anulare della prima parete laterale 4. Il corpo filtrante 9 suddivide la camera 7 in un primo vano 16 disposto almeno tra il corpo filtrante 9 ed il coperchio 6, all’interno del quale à ̈ accolta la sostanza alimentare in polvere, ed in un secondo vano 17 disposto tra il corpo filtrante 9 e la parete inferiore 3. Nella forma realizzativa preferita l’elemento di perforazione, durante l’utilizzo, può penetrare la parete inferiore 3 ed inserirsi in corrispondenza del secondo vano 17 senza intaccare il corpo filtrante 9. Un elemento di iniezione perforante può invece attraversare il coperchio 6 ed inserirsi direttamente nel primo vano 16.
La forma del primo scheletro 10 rigido o semirigido può essere qualsiasi a seconda delle esigenze. A titolo esemplificativo, nelle unite figure ne sono rappresentate tre varianti, una in cui il primo scheletro 10 rigido o semirigido ha forma di canestro, e due in cui ha una forma più tradizionale. Nel seguito verrà prima descritta la prima tipologia ed a seguire le altre. Quanto descritto in relazione ad una forma realizzativa deve comunque intendersi applicabile anche alle altre se compatibile.
In accordo con la prima tipologia illustrata nelle figure 1-12, il primo scheletro 10 rigido o semi-rigido à ̈ a forma di canestro, contiene la sostanza alimentare in polvere, e a propria volta presenta una seconda parete laterale 11 ed una porzione di fondo 12. Quest’ultima può comunque anche essere costituita esclusivamente da un bordo inferiore della seconda parete laterale 11. Vantaggiosamente, poi, le aperture 13 sono ricavate almeno attraverso la seconda parete laterale 11; a seconda delle forme realizzative poi, possono essere ricavate anche attraverso la porzione di fondo 12 (come nei casi illustrati nelle unite figure) o meno.
La seconda parete laterale 11 presenta un proprio orlo superiore sostanzialmente anulare ed à ̈ collegata inferiormente alla porzione di fondo 12. In queste forme realizzative, l’orlo superiore della parete laterale 11 coincide con il già definito orlo 14 del primo scheletro 10 rigido o semirigido. Nel seguito, quindi l’orlo 14 e l’orlo superiore verranno identificati con il medesimo numero di riferimento 14.
Nella capsula 1 assemblata, l’orlo superiore 14 à ̈ disposto in prossimità del coperchio 6 della capsula 1 (a contatto o meno) ed à ̈ accoppiato al corpo esterno 2 in corrispondenza della porzione di accoppiamento 15 della prima parete laterale 4, la quale a propria volta à ̈ localizzata in prossimità del bordo superiore 5 della prima parete laterale 4 stessa. Vantaggiosamente quindi l’orlo superiore 14 del corpo filtrante 9 ha anch’esso sviluppo sostanzialmente anulare attorno all’asse di sviluppo 8. L’accoppiamento tra corpo filtrante 9 e corpo esterno 2 della capsula 1 verrà comunque ulteriormente descritto successivamente.
La porzione di fondo 12 à ̈ invece disposta in prossimità della parete inferiore 3 del corpo esterno 2, anche se à ̈ possibile che tra le due sussista una certa distanza, per le ragioni spiegate nel seguito.
Come visibile nelle unite figure da 1 a 11, vantaggiosamente, l’orlo superiore 14 del corpo filtrante 9 delimita sostanzialmente un varco di accesso al primo vano 16 che nelle forme realizzative illustrate à ̈ sostanzialmente circolare. Il corpo filtrante 9 à ̈ quindi vantaggiosamente aperto superiormente, ovvero dalla parte rivolta verso il coperchio 6. Durante la produzione della capsula 1, quando il coperchio 6 à ̈ disassociato dal corpo esterno 2, la sostanza alimentare in polvere può quindi essere inserita nel primo vano 16 semplicemente versandola in esso (attraverso il varco di accesso nella forma realizzativa delle figure da 1 a 12).
Le figure da 13 a 15 mostrano invece due diverse possibili forme realizzative per quanto riguarda il primo scheletro 10 rigido o semirigido (di per sé note quindi non descritte nel dettaglio).
Nel caso della figura 14 la forma à ̈ sostanzialmente discoidale, mentre nel caso della figura 13 presenta una forma a bacinella con una spalla laterale anulare di raccordo e di altezza ridotta.
Nel primo vano 16 avviene l’interazione tra la sostanza alimentare in polvere e l’acqua iniettata nella capsula 1 per formare la bevanda. Il secondo vano 17 à ̈ invece destinato, durante l’utilizzo, ad accogliere la bevanda formatasi all’interno del primo vano 16 e che fuoriesce dallo stesso attraverso il corpo filtrante 9.
In generale poi, il primo vano 16 à ̈ delimitato almeno tra il corpo filtrante 9 ed il coperchio 6; tuttavia in molte forme realizzative preferite, il primo vano 16 può essere delimitato anche da una porzione anulare di prima parete laterale 4 localizzata tra il bordo superiore 5 della prima parete laterale 4 stessa e la porzione di accoppiamento 15 (la quale, come detto, à ̈ ad esempio prossima al bordo superiore 5 nelle forme realizzative delle figure da 1 a 12, ma distante da esso nelle forme realizzative delle figure da 13 a 15).
Nelle forme realizzative delle figure da 1 a 12, il primo vano 16 à ̈ quindi almeno principalmente delimitato dal corpo filtrante 9, e vantaggiosamente si estende per la maggior parte del volume della camera 7. In accordo con la presente invenzione, poi, sempre in tali forme realizzative, la seconda parete laterale 11 à ̈ almeno in parte distanziata dalla prima parete laterale 4 (alla quale à ̈ affiancata ed affacciata) per permettere tra esse lo scorrimento della bevanda verso la parete inferiore 3; vantaggiosamente, le aperture 13 attraverso la seconda parete laterale 11 sono ricavate almeno in corrispondenza della parte della seconda parete laterale 11 stessa che à ̈ distanziata dalla prima parete laterale 4. In questo modo tali aperture 13 permettono di ridurre, rispetto alle capsule prive di elemento filtrante 9 a forma di canestro, la distanza media che l’acqua deve percorrere attraverso la sostanza alimentare in polvere per poter fuoriuscire dal corpo filtrante 9 sotto forma di bevanda, con il vantaggio che l’acqua trova una minore resistenza all’attraversamento della sostanza stessa. Conseguentemente, in particolare nel caso di capsule contenenti quantità relativamente elevate di sostanza in polvere, il corpo filtrante 9 a canestro consente una migliore filtrazione della bevanda, una minore tendenza della sostanza alimentare in polvere a compattarsi in maniera disomogenea e quindi una più uniforme permeazione della sostanza alimentare in polvere da parte dell’acqua iniettata nella capsula 1.
Per quanto riguarda il secondo vano 17, in generale esso à ̈ delimitato tra il corpo filtrante 9, la parete inferiore 3 e la porzione di prima parete laterale 4 compresa tra la parete inferiore 3 e la porzione di accoppiamento 15.
Nelle forme realizzative delle figure da 1 a 12, inoltre, il secondo vano 17 in parte si sviluppa tra la prima parete laterale 4 e la seconda parete laterale 11. In altri termini, il secondo vano 17 circonda almeno una parte del corpo filtrante 9. In particolare il secondo vano 17 si estende lungo la prima parete laterale 4 almeno per la maggior parte della distanza, misurata parallelamente all’asse di sviluppo 8, tra la porzione di accoppiamento 15 e la parete inferiore 3, e circonda quindi il corpo filtrante 9 per la maggior parte della sua estensione valutata parallelamente all’asse di sviluppo 8. Ancor più vantaggiosamente poi, come nelle forme realizzative illustrate nelle unite figure da 1 a 12, il secondo vano 17 si estende lungo la prima parete laterale 4 fino in corrispondenza della porzione di accoppiamento 15. Dato che il corpo filtrante 9 à ̈ accoppiato alla porzione di accoppiamento 15 in corrispondenza dell’orlo superiore 14, la sostanziale totalità del corpo filtrante 9 à ̈ circondata dal secondo vano 17. Vantaggiosamente, poi, le aperture 13 sono distribuite su tutta la parte del corpo filtrante 9 circondata dal secondo vano 17, ed in particolare su tutta la parte della seconda parete laterale 11 che si trova affacciata al secondo vano 17. In tali forme realizzative, vantaggiosamente, le aperture 13 sono distribuite uniformemente attorno al corpo filtrante 9 raggruppate in gruppi a loro volta distribuiti sostanzialmente in maniera uniforme lungo lo sviluppo della seconda parete laterale 11 tra l’orlo superiore 14 e la porzione di fondo 12. Vantaggiosamente, comunque, tutte le aperture 13 ricavate nella seconda parete laterale 11 sono poste ad una quota inferiore rispetto alla quota massima raggiunta dalla sostanza in polvere all’interno del primo vano 16 (dove la quota à ̈ misurata rispetto alla parete inferiore 3), in modo tale da evitare che l’acqua possa raggiungere le aperture 13 senza dover attraversare la sostanza in polvere.
Come detto precedentemente, il corpo filtrante 9 à ̈ accoppiato alla prima parete laterale 4 in corrispondenza della porzione di accoppiamento 15. L’accoppiamento può avvenire in diversi modi.
Nel caso delle figure 2, 3 e 4 l’accoppiamento à ̈ illustrato solo schematicamente con l’orlo superiore 14 posizionato sostanzialmente adiacente al coperchio 6.
Una forma realizzativa preferita nel caso di primo scheletro 10 rigido o semirigido a forma di canestro, à ̈ invece illustrata nel dettaglio in figura 10, dove il primo scheletro 10 rigido o semi-rigido del corpo filtrante 9 presenta una spalla 18, in prossimità dell’orlo superiore 14, avente uno sviluppo sostanzialmente anulare attorno all’asse di sviluppo 8 e che sporge radialmente rispetto al resto del corpo filtrante 9 stesso (sempre con riferimento all’asse di sviluppo 8). In altri termini, osservato in un piano di sezione passante per l’asse di sviluppo 8, Il primo scheletro 10 rigido o semi-rigido presenta esternamente un gradino rovesciato in prossimità dell’orlo superiore 14. Il corpo filtrante 9 poi à ̈ vantaggiosamente appoggiato alla porzione di accoppiamento 15 tramite la spalla 18. Nella forma realizzativa preferita ed illustrata, infatti, la porzione di accoppiamento 15 presenta una contro-spalla 19 che ha anch’essa sviluppo sostanzialmente anulare attorno all’asse di sviluppo 8 e che sporge radialmente, con riferimento all’asse di sviluppo 8, rispetto alla porzione di prima parete laterale 4 ad essa adiacente e che si trova dal lato della parete inferiore 3. Come visibile in figura 10, quindi, la spalla 18 à ̈ appoggiata sulla controspalla 19. Nella forma realizzativa preferita ed illustrata poi, l’orlo superiore 14 à ̈ accoppiato ad una regione anulare 20 della porzione di accoppiamento 15 che à ̈ localizzata tra la contro-spalla 19 ed il bordo superiore 5 della prima parete laterale 4 al quale à ̈ fissato il coperchio 6. Vantaggiosamente quindi, nella forma realizzativa preferita, il corpo filtrante 9 a forma di canestro à ̈ in contatto con il corpo esterno 2 della capsula 1, ed in particolare con la porzione di accoppiamento 15, sostanzialmente in corrispondenza di due porzioni anulari del primo scheletro 10 rigido o semirigido, una corrispondente all’orlo superiore 14 ed un’altra corrispondente alla spalla 18. In particolare il contatto tra spalla 18 e contro-spalla 19 permette al corpo filtrante 9, una volta inserito nel corpo esterno 2 della capsula 1, di arrestarsi in corrispondenza della contro-spalla 19. In altri termini la contro-spalla 19 funge da riscontro che impedisce al corpo filtrante 9 di subire spostamenti ulteriori verso la parete inferiore 3 della capsula 1; ciò si rivela particolarmente utile per mantenere il corpo filtrante 9 in una posizione prefissata, come meglio evidente nel seguito.
Nel caso delle forme realizzative delle figure da 13 a 15, invece, l’accoppiamento tra corpo filtrante 9 e porzione di accoppiamento 15 avviene mediante una cooperazione tra l’orlo 14 e una porzione della parete laterale 4 sagomata, in sezione radiale, a “C†o ad “S†. Anche in questo caso si tratta di una modalità di aggancio di per sé nota che non verrà quindi descritta nel dettaglio.
Comunque sia realizzato l’accoppiamento tra corpo filtrante 9 e porzione di accoppiamento 15, il corpo filtrante 9 può essere vantaggiosamente accoppiato alla porzione di accoppiamento 15 per interferenza meccanica, ed, in aggiunta od in alternativa, realizzando con essa un contatto a tenuta, dove per “contatto a tenuta†in questo contesto si intende vantaggiosamente un contatto che sia a tenuta idraulica. Peraltro il contatto a tenuta può essere utile anche nella fase di produzione della capsula 1. Infatti, durante l’inserimento della sostanza alimentare in polvere nel primo vano 16, un contatto a tenuta (in corrispondenza della porzione di accoppiamento 15) permette di garantire che la polvere non possa accidentalmente essere versata all’interno del secondo vano 17 (cosa che comprometterebbe l’utilizzo della capsula 1 per la preparazione della bevanda).
L’accoppiamento per interferenza meccanica e/o a tenuta può essere realizzato in diversi modi.
Nella forma realizzativa illustrata nel dettaglio in figura 10, l’accoppiamento per interferenza meccanica avviene tra l’orlo superiore 14 del corpo filtrante 9 e la citata regione anulare 20 della porzione di accoppiamento 15. Per evidenziare l’interferenza meccanica, in figura 10 l’orlo superiore 14 à ̈ disegnato parzialmente sovrapposto alla regione anulare 20; in particolare tale rappresentazione implica che il contatto per interferenza che avviene tra l’orlo superiore 14 e la regione anulare 20 nella realtà richiede, vantaggiosamente, che almeno uno di questi sia in uno stato di deformazione (vantaggiosamente elastica). L’interferenza meccanica può infatti preferibilmente avvenire in ragione della deformabilità elastica dell’orlo superiore 14 e/o della regione anulare 20, l’elasticità essendo vantaggiosamente conferita dal materiale con cui sono realizzati e/o dalla loro forma. Nella forma realizzativa illustrata la regione anulare 20, ovvero la regione della porzione di accoppiamento 15 localizzata tra la controspalla 19 ed il bordo superiore 5, à ̈ vantaggiosamente in grado di flettersi. In particolare la regione anulare 20 preme contro l’orlo superiore 14 del corpo filtrante 9 in virtù della deformazione elastica a cui à ̈ sottoposta. Come visibile in figura 10 la regione anulare 20, vista in sezione assiale, presenta inoltre uno sviluppo inclinato rispetto all’asse di sviluppo 8: in particolare procedendo dal bordo superiore 5 verso la parete inferiore 3 la regione anulare 20 si allontana dall’asse di sviluppo 8. Inoltre la porzione di accoppiamento 15 in corrispondenza del bordo superiore 5 od in corrispondenza della parte della regione anulare 20 limitrofa al bordo superiore 5, delimita una sezione, perpendicolarmente all’asse di sviluppo 8, che à ̈ vantaggiosamente minore dell’area delimitata dall’orlo superiore 14 sempre nel piano perpendicolare all’asse di sviluppo 8. Vantaggiosamente, per tale motivo, durante la produzione della capsula 1 la porzione di accoppiamento 15, ed in particolare nella forma realizzativa preferita la sua regione anulare 20, oppone resistenza in propria corrispondenza al passaggio dell’orlo superiore 14 durante la fase terminale dell’inserimento del corpo filtrante 9 all’interno della camera 7. L’inserimento del corpo filtrante 9 nella camera 7 richiede quindi l’esercizio di una pressione sul corpo filtrante 9 stesso, rivolta verso la parete inferiore 3, almeno durante il passaggio dell’orlo superiore 14 in corrispondenza della regione anulare 20. Nella forma realizzativa preferita ed illustrata, vantaggiosamente, la pressione sul corpo filtrante 9 viene esercitata fino a portare la spalla 18 in appoggio contro la contro-spalla 19, realizzando così un inserimento a scatto. Tale particolare conformazione della porzione di accoppiamento 15 e la sua interazione con il corpo filtrante 9, ed in particolare con l’orlo superiore 14, impedisce vantaggiosamente la rimozione del corpo filtrante 9 stesso dall’interno del corpo esterno 2 della capsula 1, per esempio a seguito di una spinta esercitata sulla porzione di fondo 12 del corpo filtrante 9 rivolta verso il coperchio 6.
Nel caso delle forme realizzative delle figure da 13 a 15, invece, l’aggancio a tenuta può essere ottenuto dimensionando il diametro del primo scheletro 10 rigido o semirigido di poco superiore a quello della regione anulare 20 della porzione di accoppiamento sagomata a “C†od ad “S†e forzando l’accoppiamento mediante una leggera deformazione della parete laterale 4, in modo tale da innestare l’orlo 14 o all’interno della regione anulare 20 o al di sotto di essa.
Vantaggiosamente quindi, anche il contatto a tenuta avviene tra l’orlo 14 del corpo filtrante 9 e la regione anulare 20 della porzione di accoppiamento 15. Nelle forme realizzative illustrate, in particolare, l’orlo 14 e la regione anulare 20 sono realizzati in modo tale che tra essi vi sia una continuità di contatto, e la tenuta à ̈ garantita dall’interferenza meccanica.
Come anticipato, al fine di evitare il contatto con l’elemento di perforazione durante la sua penetrazione all’interno del secondo vano 17 (qualora sia previsto che la parete inferiore 3 sia perforabile), il corpo filtrante 9 avrà vantaggiosamente una forma tale da consentire l’ingresso dell’elemento di perforazione evitando al contempo il contatto con esso, considerate le sue dimensioni, la relativa corsa ed il suo posizionamento.
Vantaggiosamente, nelle forme realizzative preferite illustrate, ciò à ̈ ottenuto grazie al fatto che del corpo filtrante 9 (o la sua porzione di fondo 12 se presente) à ̈ discostato dalla parete inferiore 3 per permettere, durante l’utilizzo della capsula 1 in un sistema adatto ad utilizzarla, l’inserimento dell’elemento di perforazione all’interno della capsula 1, attraverso la parete inferiore 3, senza che il corpo filtrante 9 venga intaccato. Inoltre, se presente, la porzione di fondo 12 del corpo filtrante 9, preferibilmente, à ̈ principalmente costituita da un disco sostanzialmente piano.
Nella forma realizzativa illustrata in figura 1 e 10, la posizione della controspalla 19 sulla porzione di accoppiamento 15 e la posizione della spalla 18 sul corpo filtrante 9, sono stabilite per determinare una distanza tra la parete inferiore 3 del corpo esterno 2 e la porzione di fondo 12 del corpo filtrante 9 che sia superiore alla distanza tra la punta dell’elemento di perforazione e la parete inferiore 3 quando l’elemento di perforazione stesso à ̈ inserito all’interno della capsula 1.
In alternativa, la porzione di fondo 12 può presentare un recesso 21 verso il coperchio 6 all’interno del quale può inserirsi l’elemento di perforazione, recesso 21 le cui dimensioni saranno debitamente commisurate a quelle dell’elemento di perforazione ed alla relativa corsa che esso percorre all’interno della capsula 1 (la distanza tra la parete inferiore 3 e la punta dell’elemento di perforazione, quando questo à ̈ inserito all’interno della capsula 1). In base al fatto che l’elemento di perforazione attraversi la parete inferiore 3 centralmente od eccentricamente, il recesso 21 sarà localizzato rispettivamente centralmente oppure eccentricamente rispetto all’asse di sviluppo 8 presentando, in quest’ultimo caso, uno sviluppo vantaggiosamente anulare attorno ad esso. Questa configurazione à ̈ illustrata in figura 4 dove la porzione di fondo 12 comprende una zona anulare esterna 22 ed una zona interna 23; la zona anulare esterna 22 à ̈ discostata dalla parete inferiore 3, mentre la zona interna 23 à ̈ invece ravvicinata alla parete inferiore 3.
In alternativa alla presenza di un recesso 21 anulare (quando quindi l’elemento di perforazione à ̈ eccentrico rispetto all’asse di sviluppo 8), il corpo filtrante 9 potrà avere forma sostanzialmente conica con conicità tale da evitare il contatto con l’elemento di perforazione anche quando esso à ̈ completamente inserito (considerata la sua massima corsa) all’interno del secondo vano 17.
Sempre con riferimento alla forma del corpo filtrante 9, nelle forme realizzative delle figure da 1 a 12 esso à ̈, come detto, superiormente in contatto con la prima parete laterale 4 in corrispondenza della porzione di accoppiamento 15; inferiormente il corpo filtrante 9 à ̈ invece discostato dalla prima parete laterale 4, ovvero tra la prima parete laterale 4 del corpo esterno 2 e la seconda parete laterale 11 del corpo filtrante 9 à ̈ presente uno spazio vuoto che corrisponde alla parte del secondo vano 17 disposta tra la prima parete laterale 4 ed il corpo filtrante 9. Vantaggiosamente la distanza tra il corpo filtrante 9 e la prima parete laterale 4 in corrispondenza del secondo vano 17 aumenta procedendo verso la porzione di fondo 12. Ad esempio, se la prima parete laterale 4 ha sviluppo sostanzialmente conico con riferimento all’asse di sviluppo 8, procedendo dal coperchio 6 verso la parete inferiore 3, la seconda parete laterale 11 del corpo filtrante 9 può avere uno sviluppo analogo ma con conicità più accentuata (figura 1).
Nelle forme realizzative illustrate nelle figure da 1 a 12, inoltre, la seconda parete laterale 11 del corpo filtrante 9 à ̈ strutturata ad anelli 24 sovrapposti, concentrici attorno all’asse di sviluppo 8 e collegati tra loro. Ciascun anello 24, procedendo dall’orlo superiore 14 verso la porzione di fondo 12 del corpo filtrante 9, delimita una relativa sezione del primo vano 16, in un piano sostanzialmente perpendicolare all’asse di sviluppo 8, avente area maggiore di quella delimitata dall’anello 24 successivo. Vantaggiosamente poi, nella forma realizzativa illustrata in figura 1, uno stesso anello 24 delimita diverse sezioni di primo vano 16 (perpendicolari all’asse di sviluppo 8) le quali hanno aree decrescenti procedendo nella direzione che va dall’orlo superiore 14 verso la porzione di fondo 12; in altri termini ciascun anello 24, procedendo dall’orlo superiore 14 verso la porzione di fondo 12, converge verso l’asse di sviluppo 8. Nella forma realizzativa preferita ed illustrata nelle figure da 1 a 12 poi, ciascuna sezione delimitata da un anello 24 à ̈ sostanzialmente circolare ed ha il proprio centro individuato dall’intersezione con l’asse di sviluppo 8.
Tale struttura della seconda parete laterale 11 del primo scheletro 10 rigido o semi-rigido gli conferisce rigidità e ne facilita la produzione che può vantaggiosamente avvenire per stampaggio ad iniezione.
La seconda parete laterale 11, vista in sezione radiale rispetto all’asse di sviluppo 8, presenta quindi, dalla parte rivolta verso il primo vano 16, un profilo sostanzialmente a gradini ciascuno dei quali corrispondente ad uno degli anelli 24. Vantaggiosamente anche dalla parte rivolta verso la prima parete laterale 4 la seconda parete laterale 11 del corpo filtrante 9 presenta un profilo a gradini ciascuno dei quali rientra radialmente, con riferimento all’asse di sviluppo 8, rispetto al gradino adiacente posizionato tra esso e l’orlo superiore 14. In altri termini la seconda parete laterale 11 del corpo filtrante 9 conformato a canestro presenta dei gradini interni, definiti dagli anelli 24, e dei gradini esterni, rivolti verso la prima parete laterale 4. Come visibile in figura 1, i gradini interni ed i gradini esterni possono essere disallineati tra loro. In particolare nella prima forma realizzativa ciascun gradino esterno si sviluppa sostanzialmente a partire da circa la metà dell’altezza, misurata parallelamente all’asse di sviluppo 8, di ciascun anello 24. In altre forme realizzative, tuttavia, sono possibili altre configurazioni e strutture della seconda parete laterale 11, quali quelle schematicamente illustrate nelle figure 2, 3 e 4.
Nella prima forma realizzativa il corpo filtrante 9 comprende inoltre delle nervature 25 per il suo irrigidimento che, vantaggiosamente, sono localizzate almeno sulla seconda parete laterale 11 del primo scheletro 10 rigido o semi-rigido. Come illustrato in figura 1, vantaggiosamente, le nervature 25 della seconda parete laterale 11 si sviluppano longitudinalmente dall’orlo superiore 14 almeno fino alla porzione di fondo 12 e giacciono sostanzialmente in piani passanti per l’asse di sviluppo 8. Preferibilmente poi, le nervature 25 si estendono anche sulla porzione di fondo 12. Nella prima forma realizzativa illustrata, più precisamente, alcune nervature 25 si estendono per tratti radiali (con riferimento all’asse di sviluppo 8) sulla porzione di fondo 12 mentre altre nervature 25 si estendono per tratti anulari attorno all’asse di sviluppo 8. Le nervature 25 a sviluppo anulare ed a sviluppo radiale possono incontrarsi tra loro come ben evidenziato in figura 1. Alcune nervature 25 della porzione di fondo 12 che si estendono radialmente possono inoltre estendersi a partire dalle nervature 25 della seconda parete laterale 11.
Nella forma realizzativa illustrata poi, le nervature 25 della seconda parete laterale 11 si estendono sugli anelli 24 e sui gradini esterni in cui à ̈ strutturata la seconda parete laterale 11 e sporgono radialmente rispetto a questi ultimi individuando globalmente un ingombro complessivo troncoconico: in altri termini ciascuna nervatura 25 à ̈ inclinata in modo tale che, procedendo dall’orlo superiore 14 verso la porzione di fondo 12 del corpo filtrante 9, la distanza tra la sua superficie esterna e l’asse di sviluppo 8 della capsula 1 diminuisca.
Nella forma realizzativa preferita le nervature 25 non entrano in contatto con il corpo esterno 2 della capsula 1, se non in corrispondenza della porzione di accoppiamento 15. Tuttavia in generale il corpo filtrante 9 può essere in contatto con il corpo esterno 2 della capsula 1 anche in corrispondenza di punti diversi dalla porzione di accoppiamento 15, quali appunto le superfici esterne delle nervature 25, a patto che non venga impedita la comunicazione di fluido sia attraverso il corpo filtrante 9 stesso sia con la zona di uscita della bevanda attraverso la parete inferiore 3. In alcune forme realizzative, quindi, una o più delle nervature 25 presenti sulla seconda parete laterale 11 e/o sulla porzione di fondo 12 possono essere in contatto con il corpo esterno 2 della capsula 1: ad esempio le nervature 25 longitudinali presenti sulla seconda parete laterale 11 potrebbero essere in contatto in uno o più punti con la prima parete laterale 4, mentre tra una nervatura 25 e l’altra il corpo filtrante 9 à ̈ distanziato dalla prima parete laterale 4.
Come già detto, il primo scheletro 10 rigido o semi-rigido, presenta delle aperture 13 che permettono la comunicazione di fluido, cioà ̈ che permettono il passaggio della bevanda dal primo vano 16 verso il secondo vano 17. Nelle forme realizzative delle figure da 1 a 12, le aperture 13 sono come detto localizzate almeno sulla seconda parete laterale 11. Inoltre, su ciascuno degli anelli 24 del primo scheletro 10 rigido o semi-rigido sono localizzate alcune delle aperture 13. Nelle forme realizzative illustrate, in particolare, le aperture 13 ricavate nella seconda parete laterale 11 sono definite da fessure a sviluppo principalmente parallelo all’asse di sviluppo 8, disposte l’una in fianco all’altra. Come visibile nelle unite figure da 2 a 4 le fessure si estendono sostanzialmente per l’intera altezza di ciascun anello 24 (e quindi di ciascun gradino interno). Nel caso invece della prima e seconda forma realizzativa ciascuna fessura passante che si estende solo su una porzione di ciascun anello 24.
Le aperture 13, come detto, sono vantaggiosamente ricavate anche sulla porzione di fondo 12 (la quale à ̈ principalmente a forma di disco piano). Nelle forme realizzative illustrate tali aperture 13 si configurano come delle asole allungate che si sviluppano sulla porzione di fondo 12 lungo direzioni radiali con riferimento all’asse di sviluppo 8.
Più in generale comunque, qualunque sia la forma del corpo filtrante 9 ed ovunque siano disposte le aperture 13, esse possono presentare forma, orientamento, disposizione e dimensioni diverse, ad esempio possono essere dei fori circolari, oppure a forma di croce, delle fessure allungate, curve ecc. Inoltre uno stesso primo scheletro 10 rigido o semi-rigido può presentare aperture 13 diverse tra loro.
In accordo con l’aspetto innovativo principale della presente invenzione, infine, il corpo filtrante comprende inoltre almeno un elemento filtrante supplementare 26 disposto nella camera 7 tra il corpo filtrante 9 e la parete inferiore 3 per intercettare tutta la bevanda che fuoriesce dal corpo filtrante 9 e fluisce verso la parete inferiore 3. L'elemento filtrante supplementare 26 à ̈ accoppiato alla parte interna del corpo esterno 2, vantaggiosamente alla prima parete laterale 4.
L'elemento filtrante supplementare 26 in generale comprende almeno uno strato 27 di materiale filtrante flessibile ma può comprenderne anche più di uno. Tale materiale flessibile filtrante può essere ad esempio tessuto non tessuto, tessuto, carta, ecc….
Nella forma realizzativa più semplice (figure 1 e 2) l’elemento filtrante supplementare 26 à ̈ costituito solo dall’uno o più strati 27 di materiale flessibile filtrante che sono direttamente fissati alla propria periferia al corpo esterno 2 (come illustrato 27 ad esempio in figura 2). Tale fissaggio può essere vantaggiosamente ottenuto per saldatura o incollaggio.
Gli uno più strati 27 di materiale flessibile filtrante sono poi saldati o incollati alla parte interna del corpo esterno 2 lungo un percorso anulare che si sviluppa attorno all’asse di sviluppo 8. Vantaggiosamente poi, gli uno più strati 27 di materiale flessibile filtrante sono saldati o incollati lungo la propria periferia e/o alla prima parete laterale 4.
A seconda delle esigenze, inoltre, gli uno o più strati 27 di materiale flessibile filtrante possono essere saldati o incollati lungo il percorso anulare, o in modo continuo ed a tenuta (come nelle figure da 1 a 10), o in modo discontinuo (figure 12-16). In questo secondo caso, lungo il percorso anulare si alternano zone 34 di saldatura o incollaggio e zone 35 di semplice contatto tra l’elemento filtrante supplementare 26 e la parte interna del corpo esterno 2, come ben visibile in figura 16.
Si noti infatti che, per certe granulometrie e per quantità relativamente elevate di sostanza, si à ̈ constatato che una saldatura od un incollaggio discontinuo dell’elemento filtrante supplementare 26 permette di ridurre i tempi di erogazione pur garantendo una filtrazione ottimale.
Le dimensioni delle zone 34 di saldatura o incollaggio e delle zone 35 di semplice contatto possono essere qualsiasi a seconda delle esigenze. Tuttavia, nelle forme realizzative preferite, con riferimento all’asse di sviluppo 8, la somma degli angoli sottesi dalle zone 35 di semplice contatto e la somma degli angoli sottesi dalle zone 34 di saldatura o incollaggio, stanno in una proporzione reciproca compresa tra 1:20 e 20:1.
In alcuni esempi realizzativi preferiti, inoltre, ciascuna zona 35 di semplice contatto ha una lunghezza non superiore a 10-15 mm (vantaggiosamente con ciò si intende la lunghezza massima misurata lungo una retta da un suo punto di inizio ad un suo punto finale).
Vantaggiosamente, inoltre, le zone 34, 35 di un medesimo tipo hanno tutte pari lunghezza e sono uniformemente distribuite lungo il percorso anulare. Nella forma realizzativa preferita, inoltre, l’elemento filtrante supplementare 26 presenta una faccia radiale esterna 36 definita dallo spessore degli uno più strati 27 di materiale flessibile filtrante che lo costituiscono, la quale, almeno in corrispondenza delle zone 35 di semplice contatto, à ̈ affacciata a, ed in appoggio su, la superficie interna del corpo esterno 2. Ancor più vantaggiosamente, la superficie interna del corpo esterno 2 comprime l’elemento filtrante supplementare 26 in corrispondenza della faccia radiale esterna 36 determinandone una configurazione bombata. Ciò può essere ad esempio ottenuto dimensionando l’elemento filtrante supplementare 26 un po’ più grande della sezione trasversale che presenta il corpo esterno 2 in corrispondenza dell’elemento filtrante supplementare 26 e forzando quest’ultimo in posizione.
In altre forme realizzative, invece, l’elemento filtrante supplementare 26 comprende un secondo scheletro 28 rigido o semirigido definente uno o più passaggi 29 per la bevanda attraverso di sé. In questo caso, uno o più strati 27 di materiale filtrante flessibile sono applicati in corrispondenza dell’uno o più passaggi 29 per chiuderli ed intercettare quindi la bevanda che li attraversa.
In queste forme realizzative, à ̈ vantaggiosamente il secondo scheletro 28 rigido o semi-rigido ad essere vincolato al corpo esterno 2 e, più in particolare, alla prima parete laterale 4. Vantaggiosamente, il fissaggio del secondo scheletro 28 rigido o semi-rigido alla prima parete laterale 4 può essere ottenuto per incollaggio, saldatura o interferenza meccanica (soluzione particolarmente preferita – figura 3).
Le figure da 5 a 9 mostrano diverse possibili forme realizzative del secondo scheletro 28 rigido o semi-rigido. In figura 5 si tratta esclusivamente di elemento anulare 30 con sezione ad L che definisce un unico passaggio 29, ed il materiale flessibile filtrante à ̈ fissato al di sopra di esso. In figura 6, invece oltre all’elemento anulare 30 il secondo scheletro 28 rigido o semirigido comprende degli elementi trasversali 33 collegati all’elemento anulare 30 (con il quale vantaggiosamente costituiscono un pezzo unico) che suddividono il passaggio 29 delimitato dall’elemento anulare 30 in passaggi 29 più piccoli. Anche in questo caso il materiale flessibile filtrante à ̈ fissato al di sopra dell’elemento anulare 30 e degli elementi trasversali 33.
Nelle figure 7 e 8, invece, il secondo scheletro 28 à ̈ analogo rispettivamente a quello delle figure 5 e 6, ma il materiale flessibile filtrante à ̈ fissato al di sotto di esso.
In figura 9, infine, si tratta di una soluzione analoga a quella di figura 5 ma con l’elemento anulare 30 costituito solo da una fascia di materiale non a forma di L.
Analogamente a quanto previsto per il corpo filtrante 9, anche l’elemento filtrante supplementare 26 à ̈ discostato dalla parete inferiore 3 per permettere, durante l’utilizzo della capsula 1 in un sistema adatto ad utilizzarla, l’inserimento dell’elemento di perforazione all’interno della capsula 1, attraverso la parete inferiore 3, senza che esso venga danneggiato. Di conseguenza, quanto il corpo filtrante 26 à ̈ distanziato dalla parete inferiore vantaggiosamente lo sarà anche l’elemento filtrante supplementare, mentre quando la porzione di fondo 21 del corpo filtrante 9 presenta un recesso 21, può essere vantaggiosamente previsto che l’elemento filtrante supplementare 26 (dotato o meno del secondo scheletro 28 rigido o semi-rigido) sia sagomato in modo simile alla porzione di fondo 12 come illustrato 27 in figura 4; in questo modo, durante l’utilizzo, l’inserimento di un elemento di perforazione all’interno della capsula 1, attraverso la parete inferiore, può avvenire senza che l’elemento filtrante supplementare 26 venga intaccato.
In altre forme realizzative può invece essere previsto che l’elemento di perforazione possa anche entrare in contatto con il corpo filtrante supplementare 26 a seguito della foratura della parete inferiore ( addirittura anche deformandolo/spostandolo verso la porzione inferiore 21), a condizione che ciò non comporti un danneggiamento dell’elemento filtrante supplementare 26.
Va inoltre notato che, in alcune forme realizzative può anche essere previsto che il primo scheletro 10 rigido o semi-rigido ed il secondo scheletro 28 rigido o semirigido siano rigidamente collegati a formare un pezzo unico.
In tutte le forme realizzative illustrate, il materiale filtrante flessibile à ̈ applicato al secondo scheletro 28 rigido o semi-rigido in un unico pezzo. In altre forme realizzative non illustrate, tuttavia, può essere previsto che il materiale flessibile sia invece utilizzato in una pluralità di pezzi più piccoli ciascuno fissato al secondo scheletro 28 rigido o semi-rigido in corrispondenza di uno o più passaggi 29.
Per quanto riguarda il fissaggio del materiale flessibile filtrante al secondo scheletro 28 rigido o semi-rigido, esso può essere vantaggiosamente ottenuto in qualsiasi modalità adatta allo scopo, ad esempio per saldatura, incollaggio, o stampaggio del secondo scheletro 28 rigido o semi-rigido direttamente sullo strato 27 di materiale.
In generale, comunque, vantaggiosamente il fissaggio del materiale filtrante flessibile al secondo scheletro 28 rigido o semi-rigido avviene per ciascun pezzo lungo una linea che circondi uno o più passaggi 29. In generale, il fissaggio degli uno o più strati 27 di materiale filtrante flessibile al secondo scheletro 28 rigido o semirigido può avvenire in modo del tutto analogo a quello sopra descritto in relazione al fissaggio direttamente al corpo esterno 2. Pertanto, lungo ciascuna linea il fissaggio può essere continuo in modo tale da evitare la formazione di vie che possano permettere alla bevanda di passare dalle aperture 13 alla parete inferiore 3 senza attraversare l’almeno uno strato 27 di materiale flessibile filtrante, o discontinuo con alternanza di zone di incollaggio o saldatura e zone 35 di semplice contatto.
In generale, poi, per permettere un più agevole posizionamento dell’elemento filtrante supplementare 26, la prima parete laterale 4 presenta, in prossimità della parete inferiore 3 ma distanziato da essa, un ripiegamento 31 che definisce nella camera 7 una superficie anulare 32 rientrante verso l’asse di sviluppo 8; l’elemento filtrante supplementare 26 à ̈ posizionato/fissato su tale superficie anulare 32.
Sebbene in virtù della presenza dell’elemento filtrante supplementare 26 si potrebbe teoricamente prevedere che le aperture 13 abbiano forma e/o dimensione tale da permettere il passaggio 29 della sostanza alimentare in polvere attraverso di esse (ma a quel punto non sia avrebbe più un corpo filtrante), nelle forme realizzative preferite ciò non à ̈ invece previsto e tutte le aperture 13 hanno dimensione tale da agire da filtro per la sostanza alimentare in polvere per trattenerla almeno quando essa à ̈ al di sopra di una certa granulometria (dimensione di solito scelta inferiore a quella nominale della sostanza in polvere).
A seconda delle esigenze può poi essere previsto che, nella capsula 1 assemblata, il corpo filtrante 9 sia o meno a contatto con l’elemento filtrante supplementare 26. Nel caso in cui i due siano a contatto, preferibilmente il corpo filtrante 9 presenta una porzione di appoggio costituita da una pluralità di denti sporgenti 37 alternati a zone non sporgenti, come illustrato nelle figure 17 e 18 in relazione ad un corpo filtrante 9 conformato a canestro. In questo modo à ̈ infatti possibile ottenere un contatto non continuo tra i due e garantire quindi che il flusso di bevanda che fuoriesce dalle aperture 13 ricavate nella seconda parete laterale 11 possa raggiungere qualsiasi parte dell’elemento filtrante supplementare 26 sfruttandone appieno le potenzialità.
Come detto, la capsula 1 à ̈ adatta ad essere utilizzata in un sistema di produzione bevande basato su capsule che comprenda mezzi di iniezione di acqua associabili al coperchio 6 della capsula 1 e mezzi di estrazione della bevanda associabili alla parete inferiore 3 della capsula 1. In particolare nella forma realizzativa preferita, tramite un elemento di iniezione che perfora il coperchio 6, l’acqua viene iniettata all’interno del primo vano 16 entro il quale à ̈ contenuta la sostanza alimentare in polvere. L’acqua interagisce con la sostanza alimentare in polvere formando così la bevanda la quale, sospinta dal flusso dell’acqua (eventualmente in pressione), attraversa la polvere percorrendone dei tratti fino a raggiungere le aperture 13 presenti sul corpo filtrante 9. Mentre la sostanza alimentare in polvere rimane almeno principalmente confinata nel primo vano 16, la bevanda attraversa le aperture 13 passando dal primo vano 16 al secondo vano 17, dove può fuoriuscire dalla capsula 1 a seguito dell’azione dell’elemento di perforazione che penetra la parete inferiore 3: a seconda del tipo di sistema di produzione di bevande, la bevanda può fuoriuscire attraverso il foro lasciato dall’elemento di perforazione od attraverso un canale presente nello stesso.
Gli eventuali granuli di polvere che dovessero invece riuscire ad oltrepassare le aperture 13, vengono poi intercettati e trattenuti dall’elemento filtrante supplementare 26. A differenza comunque di quanto accade nelle capsule note dotate di filtri di materiale flessibile filtrante, nella forma realizzativa preferita in cui tali aperture 13 hanno dimensione tale da agire esse stesse da filtro per la sostanza alimentare in polvere per trattenerla almeno al di sopra di una certa granulometria, à ̈ possibile evitare qualsiasi intasamento dell’elemento filtrante supplementare 26 stesso dato che la maggior parte della sostanza in polvere viene trattenuta direttamente dal primo scheletro 10 rigido o semi-rigido.
La presente invenzione consegue importanti vantaggi.
In primo luogo, l’utilizzo di un elemento filtrante supplementare dotato di uno o più strati di materiale flessibile filtrante permette di diminuire, se non eliminare, la fuoriuscita di microgranuli di polvere con la bevanda anche qualora una certa quantità riuscisse a superare il corpo filtrante.
In secondo luogo, l’incollaggio o la saldatura discontinua dell’elemento filtrante supplementare permettono di limitare il tempo richiesto per l’erogazione della bevanda anche nel caso di capsule contenenti quantità di sostanza in polvere relativamente elevate.
Ulteriormente, la forma a canestro dell’elemento filtrante e la presenza delle aperture sulla seconda parete laterale, consentono inoltre di diminuire la distanza media che l’acqua deve percorrere attraverso la sostanza alimentare in polvere per poter fuoriuscire dal corpo filtrante. La bevanda ad esempio formatasi in prossimità del coperchio non à ̈ costretta ad attraversare la sostanziale totalità della sostanza alimentare in polvere per poter fuoriuscire attraverso la porzione di fondo del corpo filtrante ma può fuoriuscire attraverso le suddette aperture ad essa più vicine. In tal modo la bevanda incontra meno resistenza durante il suo cammino. Inoltre in tal modo si riduce il rischio di formazione di aree ad elevata compattazione legate allo scorrimento sostanzialmente unidirezionale dell’acqua e della bevanda. La sostanza alimentare in polvere durante la produzione della bevanda mantiene in questo modo una compattezza sostanzialmente uniforme diminuendo conseguentemente il rischio di formazione di canali di scorrimento preferenziale dell’acqua, la quale può quindi permeare la sostanza alimentare stessa in maniera più uniforme ed omogenea con un conseguente aumento della qualità della bevanda prodotta.
A ciò si aggiunge il fatto che il corpo filtrante a canestro, grazie alla sua forma ed alla presenza delle precedentemente citate aperture, presenta una superficie filtrante superiore a quella di un comune corpo filtrante piano (a parità di dimensioni della capsula), pur mantenendo sostanzialmente inalterata la quantità di sostanza alimentare in polvere in essa contenuta. Ciò consente una migliore filtrazione della bevanda.
Va infine rilevato che la presente invenzione risulta di relativamente facile realizzazione e che anche il costo connesso alla sua attuazione non risulta molto elevato.
L’invenzione così concepita à ̈ suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo che la caratterizza.
Tutti i dettagli sono rimpiazzabili da altri tecnicamente equivalenti ed i materiali impiegati, nonché le forme e le dimensioni dei vari componenti, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze.

Claims (19)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Capsula per la preparazione di bevande comprendente almeno una sostanza alimentare in polvere estraibile per mezzo del passaggio di acqua attraverso di essa per formare una bevanda, comprendente: un corpo esterno (2) sostanzialmente a forma di tazza a propria volta comprendente una parete inferiore (3) ed una prima parete laterale (4); un coperchio (6) fissato al corpo esterno (2) in corrispondenza di un bordo superiore (5) della prima parete laterale (4) localizzato dalla parte opposta rispetto alla parete inferiore (3), tra detto coperchio (6) e la superficie interna del corpo esterno (2) essendo inoltre individuata una camera (7) e tra un punto centrale del coperchio (6) ed un punto centrale della parete inferiore (3) essendo individuato un asse di sviluppo (8) della capsula; un corpo filtrante (9) comprendente un primo scheletro (10) rigido o semi-rigido posizionato nella camera (7) e presentante un orlo (14) sostanzialmente anulare ; detto primo scheletro (10) rigido o semi-rigido presentando aperture (13) per consentire la comunicazione di fluido attraverso di esso; l’orlo (14) essendo accoppiato al corpo esterno (2) in corrispondenza di una porzione di accoppiamento (15) della prima parete laterale (4), sostanzialmente anulare ed il corpo filtrante (9) suddividendo la camera (7) in un primo vano (16) disposto almeno tra il corpo filtrante (9) ed il coperchio (6), all’interno del quale à ̈ accolta la sostanza alimentare in polvere, ed in un secondo vano (17) disposto almeno tra il corpo filtrante (9) e la parete inferiore (3); la capsula comprendendo inoltre un elemento filtrante supplementare (26) disposto nella camera (7) tra il corpo filtrante (9) e la parete inferiore (3) per intercettare in uso la bevanda che fuoriesce dal corpo filtrante (9) e fluisce verso la parete inferiore (3), l’elemento filtrante supplementare (26) comprendendo almeno uno strato (27) di materiale filtrante flessibile ed essendo accoppiato alla parte interna del corpo esterno (2).
  2. 2) Capsula secondo la rivendicazione precedente in cui l’elemento filtrante supplementare (26) à ̈ costituito da uno più strati (27) di materiale flessibile filtrante saldati o incollati alla parte interna del corpo esterno (2).
  3. 3) Capsula secondo la rivendicazione 1 in cui l’elemento filtrante supplementare (26) comprende un secondo scheletro (28) rigido o semirigido definente uno o più passaggi (29) per la bevanda attraverso di sé in corrispondenza dei quali sono fissati uno o più strati (27) di materiale filtrante flessibile, detto secondo scheletro (28) rigido o semi-rigido essendo vincolato alla prima parete laterale (4).
  4. 4) Capsula secondo rispettivamente la rivendicazione 2 o 3 in cui gli uno più strati (27) di materiale flessibile filtrante sono saldati o incollati in modo continuo rispettivamente alla parte interna del corpo esterno (2) lungo un percorso anulare che si sviluppa attorno all’asse di sviluppo (8) o al secondo scheletro (28) rigido o semirigido lungo una o più linee che circondano gli uno o più passaggi (29).
  5. 5) Capsula secondo rispettivamente la rivendicazione 2 o 3 in cui gli uno più strati (27) di materiale flessibile filtrante sono saldati o incollati in modo discontinuo rispettivamente alla parte interna del corpo esterno (2) od al secondo scheletro (28) rigido o semirigido, e rispettivamente lungo un percorso anulare che si sviluppa attorno all’asse di sviluppo (8) o lungo una o più linee che circondano gli uno o più passaggi (29), lungo rispettivamente il percorso anulare o le una o più linee alternandosi zone (34) di saldatura o incollaggio e zone (35) di semplice contatto tra l’elemento filtrante supplementare (26) e, rispettivamente, la parte interna del corpo esterno (2), od il secondo scheletro (28) rigido o semirigido.
  6. 6) Capsula secondo la rivendicazione 5 in cui con riferimento rispettivamente all’asse di sviluppo (8) o ad un asse centrale rispetto agli uno o più passaggi (29), la somma degli angoli sottesi dalle zone (35) di semplice contatto e la somma degli angoli sottesi dalle zone (34) di saldatura o incollaggio stanno in una proporzione reciproca compresa tra 1:20 e 20:1.
  7. 7) Capsula secondo la rivendicazione 5 o 6 in cui ciascuna zona (35) di semplice contatto ha una lunghezza, misurata lungo una retta, non superiore a 10-15 mm.
  8. 8) Capsula secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 2 a 7 in cui l’elemento filtrante supplementare (26) presenta una faccia radiale esterna (36) definita dallo spessore degli uno più strati (27) di materiale flessibile filtrante, la quale, almeno in corrispondenza delle zone (35) di semplice contatto, à ̈ affacciata a, ed in appoggio su, rispettivamente, la superficie interna del corpo esterno (2) o il secondo scheletro (28) rigido o semirigido.
  9. 9) Capsula secondo la rivendicazione 8 quando dipende dalla 2 in cui la superficie interna del corpo esterno (2) comprime l’elemento filtrante supplementare (26) in corrispondenza della faccia radiale esterna 36 determinandone una configurazione bombata.
  10. 10) Capsula secondo la rivendicazione 2 o una qualsiasi delle rivendicazioni da 4 a 9 quando dipendono dalla 2, in cui gli uno più strati (27) di materiale flessibile filtrante sono saldati o incollati perifericamente e/o alla prima parete laterale (4).
  11. 11) Capsula secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti in cui la prima parete laterale (4) presenta, in prossimità della parete inferiore (3) ma distanziato da essa, un ripiegamento (31) che definisce in detta camera (7) una superficie anulare (32) rientrante verso l’asse di sviluppo (8), sulla quale à ̈ posizionato l’elemento filtrante supplementare (26).
  12. 12) Capsula secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti in cui le aperture (13) hanno dimensione tale da agire da filtro per la sostanza alimentare in polvere e sostanzialmente trattenerla lasciando passare la bevanda.
  13. 13) Capsula secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti in cui il corpo filtrante (9) Ã ̈ accoppiato alla porzione di accoppiamento (15) per interferenza meccanica e/o realizza con essa un contatto a tenuta.
  14. 14) Capsula secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti in cui il corpo filtrante (9) e l’elemento filtrante supplementare (26) sono almeno in parte discostati dalla parete inferiore (3) per permettere, durante l’utilizzo, l’inserimento di un elemento di perforazione all’interno della capsula (1), attraverso la parete inferiore (3), senza che il corpo filtrante (9) e l’elemento filtrante supplementare (26) vengano intaccati.
  15. 15) Capsula secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti in cui la parete inferiore (3) à ̈ perforabile durante l’utilizzo per consentire la fuoriuscita della bevanda dalla capsula, e dal fatto che, durante l’utilizzo, tra l'elemento filtrante supplementare (26) ed il corpo esterno (2) può inserirsi un elemento di perforazione, senza intaccare l'elemento filtrante supplementare (26), a seguito della penetrazione attraverso la parete inferiore (3).
  16. 16) Capsula secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti in cui: il primo scheletro (10) rigido o semi-rigido ha forma di canestro, contiene la sostanza alimentare in polvere, e presenta una seconda parete laterale (11) collegata inferiormente ad una porzione di fondo (12), detto orlo (14) essendo un orlo (14) superiore della seconda parete laterale (11); l’orlo (14) superiore à ̈ disposto in prossimità del coperchio (6) della capsula; la porzione di accoppiamento (15) à ̈ localizzata in prossimità del bordo superiore (5) della prima parete laterale (4); la porzione di fondo (12) à ̈ disposta in prossimità della parete inferiore (3) del corpo esterno (2). la seconda parete laterale (11) à ̈ almeno in parte distanziata dalla prima parete laterale (4) per permettere lo scorrimento della bevanda verso la parete inferiore (3); e le aperture (13) attraverso la seconda parete laterale (11) sono ricavate almeno in corrispondenza della parte della seconda parete laterale (11) stessa che à ̈ distanziata dalla prima parete laterale (4).
  17. 17) Capsula secondo la rivendicazione precedente in cui la seconda parete laterale (11) à ̈ distanziata dalla prima parete laterale (4) almeno per la maggior parte del proprio sviluppo e/o in cui la distanza tra la seconda parete laterale (11) e la prima parete laterale (4) aumenta procedendo dall’orlo (14) superiore verso la porzione di fondo (12).
  18. 18) Capsula secondo la rivendicazione 16 o 17 precedenti in cui il corpo filtrante (9) in prossimità dell’orlo (14) superiore presenta una spalla (18) che à ̈ sostanzialmente anulare attorno all’asse di sviluppo (8) e che sporge radialmente rispetto al resto del corpo filtrante (9) stesso con riferimento all’asse di sviluppo (8), e dal fatto che la porzione di accoppiamento (15) presenta una contro-spalla (19) sostanzialmente anulare attorno all’asse di sviluppo (8) ed anch’essa sporgente radialmente, con riferimento all’asse di sviluppo (8), rispetto alla porzione di prima parete laterale (4) ad essa adiacente dal lato della parete inferiore (3), detta spalla (18) essendo appoggiata sulla contro-spalla (19) e detto orlo (14) superiore essendo accoppiato ad una regione anulare (20) della porzione di accoppiamento (15) localizzata tra la contro-spalla (19) ed il bordo superiore (5).
  19. 19) Capsula secondo la rivendicazione 14 ed una qualsiasi da 16 a 18 in cui la porzione di fondo (12) comprende una zona anulare esterna (22) ed una zona interna (23), la zona anulare esterna (22) essendo discostata dalla parete inferiore (3) per permettere, durante l’utilizzo, l’inserimento di un elemento di perforazione all’interno della capsula, attraverso la parete inferiore (3), senza che la porzione di fondo (12) del corpo filtrante (9) venga intaccata, la zona interna (23) essendo invece ravvicinata alla parete inferiore (3), ed in cui l’elemento filtrante supplementare (26) à ̈ sagomato in modo simile alla porzione di fondo (12).
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