ITVI20120298A1 - Apparecchio di illuminazione con autoregolazione della luminosita' e metodo di autoregolazione relativo - Google Patents

Apparecchio di illuminazione con autoregolazione della luminosita' e metodo di autoregolazione relativo Download PDF

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ITVI20120298A1
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Description

APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE CON AUTOREGOLAZIONE DELLA LUMINOSITA’ E METODO DI AUTOREGOLAZIONE RELATIVO
La presente invenzione si riferisce genericamente ad un apparecchio di illuminazione con autoregolazione della luminosità emessa e ad un metodo relativo.
Più in particolare, l’invenzione riguarda un apparecchio di illuminazione dotato di alimentatore elettronico con autoregolazione della luminosità (“autodimmer†) e funzionante secondo un algoritmo di autocalibrazione o autoregolazione del valore di riferimento (“set-point†) della luminosità.
Gli apparecchi di illuminazione con regolazione automatica della luminosità integrano una sorgente luminosa (tubo fluorescente, sorgente a LED, ecc.), un alimentatore elettronico a luminosità regolabile (cosiddetto alimentatore “dimmerabile†), un misuratore di luminosità riflessa dagli oggetti illuminati e un circuito elettronico in retroazione, che comanda l’alimentatore dimmerabile con il segnale errore risultante dalla differenza tra la luce misurata dal sensore e un set-point predefinito della luminosità. La difficoltà e l’ostacolo principale alla diffusione massiva di questi apparecchi di illuminazione à ̈ la determinazione di tale set-point di luminosità.
Alcune soluzioni prevedono di dotare l’apparecchio di illuminazione di un diaframma regolabile sul misuratore di luminosità, ma questa soluzione à ̈ di difficile impiego e, per ragioni operative, la calibrazione risulta oltremodo difficoltosa.
In altri casi può essere previsto un telecomando oppure una manopola che l’utente deve regolare, ma questa soluzione à ̈ poco proponibile in caso di installazione di un numero elevato di apparecchi di illuminazione. Scopo della presente invenzione à ̈, quindi, quello di ovviare agli inconvenienti dell’arte nota sopra menzionati e, in particolare, quello di realizzare un apparecchio di illuminazione con autoregolazione della luminosità, che consenta di effettuare una autoregolazione della luminosità (“autodimmer†) in modo efficace, nonché di effettuare una auto-calibrazione del set-point della luminosità.
Altro scopo della presente invenzione à ̈ quello di realizzare un apparecchio di illuminazione con autoregolazione della luminosità, che sia in grado di autoregolare la luce emessa in funzione della luce ambiente, mantenendo costante la luce nell’ambiente illuminato.
Altro scopo della presente invenzione à ̈ quello di realizzare un apparecchio di illuminazione con autoregolazione della luminosità, che consenta di ridurre automaticamente la luce emessa in presenza di luce ambiente di origine naturale, con il vantaggio di un evidente risparmio di energia elettrica consumata. Ulteriore scopo dell’invenzione à ̈ quello di realizzare un apparecchio di illuminazione con autoregolazione della luminosità, che risulti di facile ed economica realizzazione, senza l’impiego di tecnologie complesse e/o costose, nonché quello di realizzare un metodo di autoregolazione o auto-calibrazione relativo.
Questi ed altri scopi sono raggiunti da un apparecchio di illuminazione con autoregolazione della luminosità, secondo la rivendicazione 1 allegata, e da un metodo relativo, secondo la rivendicazione 3 allegata.
Altre caratteristiche tecniche dell’apparecchio di illuminazione e del metodo di autoregolazione, secondo la presente invenzione, sono previste nelle ulteriori rivendicazioni dipendenti.
Vantaggiosamente, l’apparecchio di illuminazione secondo l’invenzione à ̈ dotato di un alimentatore elettronico con autoregolazione della luminosità (autodimmer) e autocalibrazione del set-point di luminosità ed integra in particolare:
- un sensore di luce ambiente e un circuito di regolazione automatica della luce emessa, che à ̈ in grado di autoregolarla in funzione della luce ambiente, mantenendo costante la luce nell’ambiente illuminato, in modo da ridurre automaticamente la luce emessa in presenza di luce ambiente di origine naturale, con il vantaggio conseguito di un notevole risparmio di energia elettrica consumata;
- uno speciale sistema di auto-calibrazione del sensore di luce, basato su un originale algoritmo auto-adattativo all’intensità di luce naturale presente nell’ambiente.
Ulteriori scopi e vantaggi della presente invenzione risulteranno chiari dalla descrizione che segue, che si riferisce ad un esempio di realizzazione esemplificativo e preferito, ma non limitativo, dell’apparecchio di illuminazione con autoregolazione della luminosità in questione, e dai disegni annessi, forniti anch’essi a titolo esemplificativo e preferito, ma non limitativo, nei quali:
- la figura 1 mostra uno schema a blocchi complessivo dell’apparecchio di illuminazione con autoregolazione della luminosità, secondo la presente invenzione;
- la figura 2 mostra un diagramma temporale che esemplifica il funzionamento dell’apparecchio di illuminazione con autoregolazione della luminosità, secondo la presente invenzione;
- la figura 3 mostra uno schema esemplificativo di una forma realizzativa preferita, ma non limitativa, di un circuito elettronico atto alla misura della luce ed alla autoregolazione della stessa, impiegabile nell’apparecchio di illuminazione con autoregolazione della luminosità, secondo la presente invenzione.
Con particolare riferimento alla figura 1 menzionata, l’apparecchio di illuminazione con autoregolazione della luminosità 10 comprende un dispositivo alimentatore-regolatore 11, il quale a sua volta include un alimentatore dimmerabile 12, connesso alla rete di alimentazione 15 a 230 Volt, ed un circuito misuratore-calibratore 13.
Il dispositivo alimentatore-regolatore 11 gestisce un sensore di luce o di luminosità 14, che misura la luce riflessa 16 da una superficie di riferimento, quale il pavimento, nell’ambiente e che à ̈ necessario per l’autoregolazione, e l’alimentatore dimmerabile 12 della sorgente luminosa 17 (di tipo LED oppure fluorescente) atta ad emettere luce 18.
Il dispositivo alimentatore 11, non appena installato, attiva una procedura automatica di auto-calibrazione del sensore di luce 14, che consente al sensore stesso di adattarsi alle caratteristiche luminose del contesto in cui à ̈ stato posizionato.
Il sensore 14 misura la luce 16 riflessa dal pavimento e dagli oggetti illuminati ed in base a tale misura avviene la regolazione luminosa, il cui obiettivo à ̈ mantenere costante nel tempo la quantità di luce riflessa 16, intesa come somma della luce proiettata sul pavimento dalla sorgente luminosa 17 dell’apparecchio di illuminazione 10 e della luce naturale presente nell’ambiente, proveniente per esempio da finestre e lucernari:
Lriflessa= Lapparecchio+ LambienteE’ evidente che mantenere costante la suddetta somma di luce riflessa 16 equivale a diminuire automaticamente la luce emessa dalla sorgente luminosa 17 quando aumenta la luce ambiente.
La luce riflessa 16 dipende da moltissimi fattori fisici e geometrici, quali il coefficiente di riflessione della superficie illuminata, la sua conformazione geometrica, la distanza dall’apparecchio di illuminazione 10, la presenza di oggetti vari con caratteristiche non omogenee.
E’ quindi praticamente impossibile effettuare una regolazione predefinita in fabbrica del sensore 14, misuratore di luce riflessa, che à ̈ incorporato nell’apparecchio di illuminazione 10; occorre infatti effettuarne una calibrazione in ogni diversa condizione di installazione.
La calibrazione di questo tipo di dispositivi à ̈ effettuata tuttora mediante una regolazione manuale del sensore 14 di luce riflessa, che viene realizzata da personale specializzato agendo su diaframmi ottici o su opportuni potenziometri e misurando contemporaneamente la luce con un apparecchio di misura specifico.
Questa modalità di calibrazione, tuttavia, presenta almeno due tipologie di svantaggi, di cui una di tipo operativo, poiché si tratta di una procedura onerosa e di non facile attuazione, ed un’altra di instabilità nel tempo, poiché basta una piccola variazione nella configurazione geometrica dell’ambiente per alterare drasticamente la calibrazione; ad esempio, se dopo aver fatto la calibrazione in presenza di un tavolo marrone il tavolo viene sostituito con un tavolo bianco, la calibrazione si altera al punto tale che la lampada di illuminazione interessata non produce quasi più luce, ritenendo (in base alla vecchia calibrazione) di avere sempre un apporto di luce esogena elevatissimo (a causa del grande aumento del coefficiente di riflessione del tavolo il cui colore, da scuro, à ̈ diventato chiaro). L’apparecchio di illuminazione 10 secondo l’invenzione incorpora, invece, una funzione di autocalibrazione continua, la quale, quindi, à ̈ auto-adattativa alle mutevoli condizioni ambientali in cui la sorgente luminosa 17 à ̈ inserita.
Tale nuova funzione consente così di rendere universale l’applicazione dell’apparecchio di illuminazione 10, consentendo la prima applicazione possibile, rispetto allo stato dell’arte, di una sorgente luminosa 17 autodimmerabile.
Il dispositivo alimentatore-regolatore 11, grazie alla calibrazione adattativa, immediatamente dopo l’installazione ha già misurato le condizioni di riflessione della luce nell’ambiente in cui à ̈ installato ed à ̈ già in grado di stimare il corretto mix di luce emessa dalla sorgente luminosa 17 e di luce naturale presente nell’ambiente, stima che con il passare delle ore diventa via via più accurata, e si adatta automaticamente alle variazioni geometriche dell’ambiente.
Il procedimento di autoregolazione della luce avviene mediante la misura della luce riflessa 16 dalla zona illuminata.
In particolare, in assenza di luce esterna (come accade di notte o in locali con finestre chiuse) e con l’apparecchio di illuminazione 10 acceso a piena potenza, la luce 16 riflessa dal pavimento à ̈, per definizione, esattamente quella desiderata dall’utente; infatti, l’impianto di illuminazione à ̈ progettato per fornire all’ambiente il corretto illuminamento in assenza di apporto di luce naturale esterna.
Quindi, la condizione di riferimento per la calibrazione à ̈ esattamente quella corrispondente alla assenza di luce naturale, con gli apparecchi di illuminazione 10 funzionanti a piena potenza.
Secondo la presente invenzione, non appena l’apparecchio di illuminazione 10 à ̈ installato, in corrispondenza della prima accensione, la sorgente luminosa 17 à ̈ pilotata alla massima intensità.
Dopo un tempo iniziale T1di stabilizzazione della luce (circa 1 minuto nel caso di sorgente luminosa 17 a LED e circa 10 minuti nel caso di sorgente luminosa 17 di tipo fluorescente), il dispositivo 11 misura la luce 16 riflessa dal pavimento tramite il sensore di luminosità 14 incorporato ed attribuisce tale valore di luminosità letto al set-point di luminosità predefinito.
Se, casualmente, ciò avviene in corrispondenza di una situazione in cui vi à ̈ assenza di luce naturale, il set-point à ̈ già quello corretto ed il dispositivo alimentatore-regolatore 11 ha individuato in modo autonomo e con una sola lettura il valore di calibrazione.
Da questo momento in poi il dispositivo 11 potrà regolare la luce in modo da mantenere costante la luce riflessa 16; quindi, in caso di aumento della luce naturale, verrà automaticamente diminuita la potenza, in modo da sottrarre il contributo di luce artificiale fornito dalla sorgente luminosa 17 per una quantità pari alla luce naturale presente.
La regolazione avviene fino ad un valore minimo possibile di luminosità emessa.
Se, al contrario, in corrispondenza della prima misura di luminosità ed attribuzione del set-point effettuata dopo T1, si ha un contributo di luce naturale presente, il dispositivo 11 attribuirà comunque il set-point rilevato, ma, evidentemente, vi sarà un errato posizionamento di tale valore.
In questo caso solo un ulteriore aumento di luce naturale potrà far calare la luminosità della sorgente luminosa 17, che continuerà a emettere la massima potenza per tutti i valori di luce naturale inferiori o uguali a quello rilevato nell’istante T1.
Inoltre, ogni periodo T2di funzionamento (ad esempio T2= circa 60 minuti), il dispositivo 11 effettua una nuova calibrazione del set-point.
In particolare, per effettuare la nuova calibrazione il dispositivo 11 si porta alla massima potenza e misura la luce riflessa 16; se il valore letto à ̈ inferiore al valore di set-point memorizzato, il nuovo set-point à ̈ definito pari al valore letto, altrimenti resta valido il vecchio set-point.
Infatti, se si misura un valore più basso del vecchio set-point, sempre nelle stesse condizioni di massima potenza emessa dalla sorgente luminosa 17, ciò significa che l’apporto di luce naturale à ̈ calato rispetto alla misura precedente o che le condizioni di riflessione sono mutate; in entrambi i casi, per una corretta regolazione, si utilizza la nuova misura, che si avvicina di più al set-point ideale e quindi il vecchio valore viene sostituito dal nuovo valore.
Quindi, circa una volta ogni ora (ogni periodo T2), il dispositivo 11 effettua automaticamente questa procedura e la condizione di calibrazione risulta raggiunta quando l’istante di ricalibrazione avviene in un contesto di assenza di luce naturale.
Fra un istante di ricalibrazione ed il successivo l’apparecchio di illuminazione 10 autoregola la luminosità in base all’ultimo set-point definito; quindi, in generale, in presenza di luce naturale diminuisce la potenza della luce emessa dalla sorgente luminosa 17 di una certa quantità e, dunque, si lavora spesso in condizioni di luminosità ridotta.
In ogni istante di ricalibrazione (ogni periodo T2) la potenza deve essere ripristinata al valore massimo per consentire la corretta calibrazione; allo scopo di nascondere all’utente l’evento di ricalibrazione (in quanto sarebbe in generale fastidioso vedere improvvisamente aumentare la luminosità in modo repentino), la luminosità 18 viene lentamente aumentata dal valore corrente al valore massimo mediante una rampa lineare, a pendenza costante, di durata massima T3pari a poco più di 1 minuto, per poi ripristinare il corretto valore di autoregolazione con una seconda rampa lineare, a pendenza costante, di durata T4dopo l’avvenuta misura a piena potenza.
Il diagramma temporale della figura 2 allegata, che mostra l’andamento della potenza della luce emessa dalla sorgente luminosa 17 e le misure della luce riflessa 16, illustra tale funzionamento, in cui sono mostrati i periodi T1, T2,1, T2,2, T3, T4, la potenza massima Pmaxdella sorgente luminosa 17 ed una serie esemplificativa di ricalibrazioni effettuate negli istanti di tempo t1, t2, t3, in corrispondenza dei rispettivi valori di set-point SP1 (luminosità iniziale), SP2 (nuova misura di set-point, in quanto la misura della luce riflessa 16 al tempo t2à ̈ minore di SP1) e SP3 (SP3=SP2, in quanto la misura della luce riflessa 16 al tempo t3à ̈ maggiore di SP2); inoltre, il periodo T1costituisce il ritardo iniziale necessario per ottenere la stabilizzazione della luce, il primo periodo T2,1costituisce l’intervallo di tempo durante il quale avviene il funzionamento in autoregolazione con set-point SP1, il secondo periodo T2,2costituisce l’intervallo di tempo durante il quale avviene il funzionamento in autoregolazione con set-point SP2 ed i periodi T3e T4costituiscono i periodi durante i quali si hanno le rampe di luminosità lente, a pendenza costante, rispettivamente prima e dopo la ricalibrazione.
Con sorgenti luminose 17 di tipo LED i tempi caratteristici di tali periodi sono T1=1 minuto, T2,1=T2,2=1 ora, T3=T4≤80 secondi.
L’algoritmo di calibrazione adattativa, realizzato secondo la presente invenzione, prevede inoltre alcuni altri meccanismi di correzione utili ad evitare condizioni singolari nel normale funzionamento, eventualmente causate da condizioni spurie.
Se, ad esempio, in un istante t1, t2, t3di ricalibrazione à ̈ stato posto sotto il sensore 14 della luce riflessa 16, per un istante transitorio, un oggetto di area estesa e molto scuro, il nuovo valore di set-point calerebbe a un valore molto basso, a causa di una condizione transitoria erronea, e, di conseguenza, l’apparecchio di illuminazione 10 potrebbe tendere a funzionare, dopo che l’oggetto perturbante à ̈ stato rimosso, con potenza emessa bassa anche in condizioni in cui occorrerebbe invece la piena potenza per illuminare correttamente l’ambiente.
Per ovviare a tale inconveniente, dopo 5 calibrazioni consecutive (corrispondenti a poco più di 5 ore di funzionamento ininterrotto) il cui valore sia sempre superiore al minimo valore trovato, il nuovo set-point SPNviene calcolato nel modo seguente:
SPN=SPN-1+(SPN-1-SPmin)/8,
cioà ̈ al set-point viene aggiunto, ad ogni calibrazione successiva, un ottavo della differenza tra il valore attuale SPN-1ed il valore minimo SPminregistrato nei 5 passi precedenti; in tal modo si riporta il valore di set-point a tendere più in alto, esercitando così una correzione che compensa eventuali errori fonti possibili di disservizio.
Inoltre, come ulteriore correzione, in caso di funzionamento ininterrotto per più di 12 ore, si ristabilisce comunque che il valore minimo registrato nelle 12 ore à ̈ il nuovo set-point; infatti, in tal caso, à ̈ molto alta la probabilità di avere attraversato delle ore notturne in cui l’apporto di luce naturale à ̈ trascurabile.
In una forma di realizzazione esemplificativa e preferita, ma non limitativa, della presente invenzione, il dispositivo misuratore-calibratore 13 Ã ̈ realizzato tramite il circuito elettronico di misura della luce e di autoregolazione illustrato in dettaglio nella figura 3 allegata.
Il suddetto circuito à ̈ realizzato con componenti a bassissimo costo ed à ̈ basato su di un microcontrollore 20 a 8 bit.
La luce riflessa 16 à ̈ misurata da un fototransistor 21 (che costituisce il sensore misuratore 14) del tipo integrante una lente di correzione della luce secondo la curva λ (“lambda†) pesata sulla sensibilità dell’occhio umano.
Il fototransistor 21 fornisce una corrente elettrica proporzionale all’intensità della luce riflessa 16 e l’intensità di corrente à ̈ variabile da pochi pA a qualche µA.
Il circuito di misura deve essere quindi caratterizzato da un grande “range†dinamico per potersi adattare automaticamente alle più svariate condizioni ambientali senza il rischio di fenomeni di saturazione.
Per realizzare questo obiettivo, evitando di utilizzare costosi e complessi amplificatori “multirange†, il microcontrollore 20 realizza una conversione analogicodigitale a singola rampa.
Infatti, in una opportuna sequenza temporale che si ripete periodicamente, il microcontrollore 20 accende il transistor 22, resettando il condensatore 23, poi spegne il transistor 22 e misura il tempo dopo il quale l’uscita del comparatore 24 si porta a 0; tale tempo à ̈ proporzionale all’intensità della luce riflessa 16.
La misura può richiedere fino a diversi secondi, in caso di intensità della luce molto bassa, ma il tempo à ̈ perfettamente compatibile con l’applicazione.
L’evidente integrazione della foto-corrente operata dal circuito offre anche il vantaggio di una maggiore insensibilità a brevi disturbi dovuti al rumore elettrico ed a lampi di luce spuri.
Il circuito così realizzato consente di effettuare la misura della luce riflessa con elevata precisione, elevatissima dinamica e bassissimo costo.
Il microcontrollore 20 implementa inoltre l’algoritmo di autoregolazione e genera direttamente, su una sua uscita 25, con tecnica PWM, il segnale di pilotaggio del dimmer 26 dell’alimentatore 12, che pilota, a sua volta, la sorgente luminosa 17 di tipo a LED o a tubo fluorescente.
Dalla descrizione effettuata risultano chiare le caratteristiche dell’apparecchio di illuminazione con autoregolazione della luminosità, che à ̈ oggetto della invenzione, così come chiari ne risultano i vantaggi. E’ chiaro infine che numerose altre varianti possono essere apportate all’apparecchio di illuminazione autoregolabile in questione, senza per questo uscire dai principi di novità dell’idea inventiva, così come à ̈ chiaro che, nella pratica attuazione dell’invenzione, i materiali, le forme e le dimensioni dei dettagli illustrati possono essere qualsiasi a seconda delle esigenze e gli stessi possono essere sostituiti con altri tecnicamente equivalenti.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Apparecchio di illuminazione (10) con autoregolazione della luminosità comprendente un alimentatore-regolatore elettronico (11), che include un sensore (14) atto alla misurazione della luce o luminosità (16) di un ambiente riflessa da almeno una superficie di riferimento, quale il pavimento, detta luce riflessa (16) essendo pari alla somma della luce proiettata da almeno una sorgente luminosa (17) a LED o fluorescente dell’apparecchio di illuminazione (10) e della luce naturale presente nell’ambiente, caratterizzato dal fatto che detto apparecchio di illuminazione (10) comprende altresì un circuito di regolazione (13) della luce o luminosità emessa (18) da detta almeno una sorgente luminosa (17), in grado di regolare automaticamente detta luce emessa (18) in funzione della luce ambiente, in modo da ridurre automaticamente detta luce emessa (18) in presenza di un aumento di luce ambiente di origine naturale, detto sensore (14) di misurazione della luce ambiente riflessa (16) essendo calibrato, mediante un algoritmo auto-adattativo, all’intensità di luce naturale presente nell’ambiente, al fine di mantenere costante nel tempo la quantità di luce riflessa (16).
  2. 2. Apparecchio di illuminazione (10) come alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto circuito di regolazione (13) comprende un fototransistor (21), che integra una lente di correzione della luce e che misura detta luce ambiente riflessa (16) fornendo una corrente elettrica proporzionale all’intensità della luce riflessa (16), ed un microcontrollore (20), che realizza una conversione analogico-digitale a singola rampa e che, periodicamente, accende e spegne almeno un transistor (22) e misura un intervallo di tempo dopo il quale l’uscita di un comparatore (24) à ̈ pari a zero, detto intervallo di tempo essendo proporzionale all’intensità di detta luce riflessa (16), detto microcontrollore (20) essendo atto ad implementare un algoritmo di autoregolazione in grado di generare in uscita (25) un segnale di pilotaggio di un dimmer (26) di un alimentatore (12) di pilotaggio di detta almeno una sorgente luminosa (17).
  3. 3. Metodo di autoregolazione della luminosità per un apparecchio di illuminazione (10) come alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di prevedere almeno le seguenti fasi: - misurazione, dopo un primo intervallo di tempo prefissato (T1), di detta luce o luminosità riflessa (16) nell’ambiente, da parte di detto sensore (14), in assenza di luce naturale e con detta sorgente luminosa (17) funzionante alla massima potenza; - attribuzione del valore di detta luminosità riflessa (16), misurato da detto sensore (14), ad un primo valore di luminosità predefinito, detto primo valore di luminosità predefinito essendo corrispondente ad un valore esatto di calibrazione nel caso in cui detta misurazione avvenga in assenza di luce naturale; - regolazione della luminosità di detta sorgente luminosa (17), in modo da mantenere costante detta luminosità riflessa (16), diminuendo la potenza della sorgente luminosa (17) in caso di aumento della luce naturale e viceversa, fino ad un valore minimo di luminosità emessa da detta sorgente luminosa (17).
  4. 4. Metodo di autoregolazione come alla rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che detto primo valore di luminosità predefinito à ̈ corrispondente ad un valore iniziale e presunto di calibrazione nel caso in cui detta misurazione avvenga in presenza di luce naturale, detta sorgente luminosa (17) mantenendo in tal caso la massima potenza per tutti i valori di luce naturale inferiori o uguali a quello rilevato dopo detto primo intervallo di tempo predefinito (T1).
  5. 5. Metodo di autoregolazione come alla rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto di prevedere almeno le ulteriori seguenti fasi: - ulteriore calibrazione di luminosità per ciascun secondo intervallo di tempo predefinito (T2), tramite impostazione della massima potenza di detta sorgente luminosa (17) e misurazione di luce riflessa (16); - attribuzione di un valore esatto di calibrazione pari ad un valore misurato di detta luce riflessa (16), nel caso in cui detto valore misurato sia inferiore a detto valore iniziale e presunto di calibrazione, ed attribuzione di un valore esatto di calibrazione pari a detto valore iniziale e presunto di calibrazione, nel caso in cui detto valore misurato sia superiore a detto valore iniziale e presunto di calibrazione.
  6. 6. Metodo di autoregolazione come alla rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detto apparecchio di illuminazione (10) regola detta luminosità in modo automatico in base all’ultimo valore di calibrazione definito tra due istanti successivi di ulteriore calibrazione.
  7. 7. Metodo di autoregolazione come alla rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detto apparecchio di illuminazione (10) ripristina la potenza luminosa ad un valore massimo in corrispondenza di ciascun istante in cui viene effettuata una ulteriore calibrazione e, quindi, ogni volta che à ̈ trascorso detto secondo intervallo di tempo predefinito (T2).
  8. 8. Metodo di autoregolazione come alla rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che, ad ogni ulteriore calibrazione, detta luminosità emessa (18) dalla sorgente luminosa (17) à ̈ aumentata da un valore corrente ad un valore massimo secondo una prima rampa lineare, a pendenza costante, avente una prima durata predefinita (T3), e quindi à ̈ nuovamente diminuita da detto valore massimo a detto valore corrente secondo una ulteriore rampa lineare, a pendenza costante, avente una seconda durata predefinita pari a detta prima durata predefinita.
  9. 9. Metodo di autoregolazione come ad almeno una delle rivendicazioni da 3 a 8, caratterizzato dal fatto che, dopo almeno cinque calibrazioni consecutive secondo cui detto valore misurato sia superiore a detto valore iniziale e presunto di calibrazione, detto valore esatto di calibrazione à ̈ calcolato, ad ogni calibrazione successiva, aggiungendo a detto valore iniziale e presunto di calibrazione un ottavo della differenza tra detto valore iniziale e presunto di calibrazione ed un valore minimo di calibrazione registrato nelle almeno cinque calibrazioni precedenti.
  10. 10. Metodo di autoregolazione come ad almeno una delle rivendicazioni da 3 a 9, caratterizzato dal fatto che detto valore minimo di calibrazione registrato à ̈ posto come valore esatto di calibrazione, in caso di funzionamento ininterrotto della sorgente luminosa (17) di detto apparecchio di illuminazione (10) per più di 12 ore.
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