ITUB20152760A1 - Struttura di dente artificiale - Google Patents
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Description
STRUTTURA DI DENTE ARTIFICIALE
DESCRIZIONE
Il presente trovato ha per oggetto una struttura di dente artificiale .
Come noto, la gnatologia si divide principalmente in due grandi pensieri scientif ico-paradigmatici : la gnatologia classica e la gnatologia neuromuscolare .
Secondo la gnatologia classica le strutture rigide dell'apparato stomatognatico (condili e cavità glenoidee} sono le funzioni che determinano le funzioni articolari e solo in parte è riconosciuto il ruolo della muscolatura facciale e cranica.
La gnatologia neuromuscolare asserisce invece che sono le strutture muscolari a determinare le funzioni articolari e che le strutture rigide sono solo un mezzo a tale scopo.
Si può intuire come l'utilizzo di denti artificiali oggi in commercio, nati su concetti di gnatologia classica, possano essere solo adattati alla gnatologia neuromuscolare, con notevoli difficoltà e non sempre con risultati soddisfacenti .
La gnatologia neuromuscolare poggia i propri fondamenti su concetti di equilibrio e funzione nel rapporto tra muscolatura e occlusione, quindi il dente artificiale deve inserirsi in questo rapporto senza alterare questo equilibrio.
Nel tempo sono stati quindi proposti denti artificiali con un disegno della superficie occlusale determinato in funzione della necessità di garantire un costante equilibrio funzionale nel rapporto tra muscolatura e occlusione.
Tuttavia è anche stata sviluppata in ambito protesico una ulteriore teoria gnatologica, nota come teoria della disclusione organica sequenziale .
Oltre a considerare i fattori osseo-articolari e quelli legati all'equilibrio neuro-muscolare, tale teoria introduce lo studio della situazione radiologica della articolazione temporomandibolare, con la sua proiezione angolare, come variabile costante nella inefficienza masticatoria del paziente. Sulla base di tale presupposto, nella analisi diagnostica articolare vengono impiegati opportuni strumenti di indagine radiologici ed elettronici per la misurazione tridimensionale dei movimenti mandibolari.
In funzione della teoria organico sequenziale, sono state suggerite nuove forme dentali, con disegno occlusale predisposto secondo tale teoria. Tuttavia, i denti artificiali ad oggi elaborati non tengono conto del fattore tempo. Nel caso di protesi ricostruttive dentali fisse, rimovibili, impiantare o mobili, il materiale di cui sono costituite tende nel tempo a consumarsi, provocando una variazione del disegno occlusale del dente artificiale, parziale od anche totale, e quindi di conseguenza una diminuzione dell'efficienza masticatoria.
Inoltre, con l'aumentare dell'età del portatore di protesi dentale ricostruttiva, tessuti e legamenti che permettono la funzionalità articolare subiscono una diminuzione della propria elasticità, con conseguenti adattamenti a situazioni parafunzionali. Anche l'efficienza muscolare risulta ridotta e ne consegue che il disegno occlusale o periferico del dente deve permettere movimenti di triturazione del bolo alimentare al massimo dell'efficienza e in modo costante nel tempo.
Ancora, con l'aumento dell'età il portatore di protesi dentale ricostruttiva presenta un progressivo cambiamento della divergenza ossea tra il mandibolare inferiore ed il mascellare superiore. Nel primo si verifica un cambiamento centrifugo, nel secondo un cambiamento centripeto e questo comporta, nel caso di portesi mobili, rimovibili e avvitate su impianti, l'esecuzione di numerose modifiche all'anatomia dentale del dente artificiale , che lo indeboliscono strutturalmente . Spesso, per ovviare a tale inconveniente, occorre invertire i denti utilizzando gli inferiori al posto dei superiori e viceversa, con conseguenti inestetismi , diminuzione dell'efficienza masticatoria e velocizzazione del tempo di usura della superficie dentale artificiale.
Anche le diverse abitudini alimentari degli ultimi anni contribuiscono a danneggiare i denti artificiali. In particolare alcuni cibi e soprattutto alcune bevande possono risultare erosivi per il sistema dentale sano ed ancor più per i sistemi dentali protesici.
I denti artificiali sono tipicamente realizzati in resina di dimetilmetacrilato o in materiale composito oppure in ceramica specifica per uso dentale .
I denti in resina di dimetilmetacrilato nella loro superficie occlusale ed incisale presentano caratteristiche di adattabilità alle diverse morfologie scheletriche facciali, ma, tuttavia, la loro efficienza è limitata nel tempo perché, sottoposti alle varie fasi masticatorie, si abradono rapidamente in corrispondenza della superficie delle cuspidi occlusali, con conseguente limitazione dell'efficienza masticatoria .
I denti in materiale composito presentano un'abrasione meno rapida della superficie occlusale rispetto alla resina di dimetilmetacrilato, ma l'efficienza masticatoria risulta comunque diminuita in breve tempo, a causa del fatto che, quando si verifica l'usura del composito presente in superficie, il dente presenta delle microporosità nella sua parte più interna e, pertanto, la sua usura avanza più rapidamente .
I denti artificiali in ceramica resistono di più alle forze masticatorie, ma dopo la realizzazione del dente non sono possibili operazioni di ripresa per l'approfondimento dei solchi o l'ampliamento delle cuspidi .
In particolare, il problema dell'usura del dente artificiale risulta evidente nella variazione dell'angolo cuspidale della superficie occlusale. Un altro inconveniente dei denti artificiali di tipo noto sta nel fatto che essi presentano per i denti diatorici inclinazioni cuspidali standard, complicando il lavoro dell'odontotecnico che intenda creare una protesi massimamente individualizzata per il paziente.
Inoltre, i denti artificiali di tipo noto presentano una limitazione nell'appoggio nella fossa inferiore della cuspide palatale del molare superiore, sia nella normo occlusione che nel montaggio in cross bite. Come noto, a causa del variazioni dimensionali nel tempo dell'osso mascellare superiore, si può presentare la necessità per l'odontotecnico di effettuare delle traslazioni e rotazioni rispetto all'asse dentale riferito al centro cresta, sostanzialmente verticale rispetto al suo posizionamento nell'arcata dentale, per garantire l'appoggio della cuspide nella fossa inferiore.
Il compito del presente trovato è quello di realizzare una struttura di dente artificiale morfologicamente simile al dente naturale e il cui disegno delle super fici occlusali permetta di ridurre il calo di prestazioni del dente nel tempo .
Nell'ambito di tale compito, uno scopo del trovato è quello di proporre una struttura di dente artificiale che tenga conto dei mutamenti dinamici occlusali legati all'uso nel tempo dello stesso dente .
Questo compito, nonché questo ed altri scopi che meglio appariranno in seguito, sono raggiunti da una struttura di dente artificiale morfologicamente simile al dente naturale, con cuspidi, creste, solchi e margini ed atto ad andare in contatto con almeno un dente antagonista, detta struttura caratterizzandosi per il fatto che la cresta triangolare delle cuspidi presenta una prima superficie inclinata ed una seconda superficie inclinata in successione dall'esterno verso il centro del dente, la seconda con ripidità maggiore rispetto alla prima, formando una gola lungo i solchi di sviluppo di detto dente artificiale.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione di una forma di esecuzione preferita, ma non esclusiva, della struttura secondo il trovato, illustrata, a titolo indicativo e non limitativo, negli uniti disegni , in cui:
- la figura 1 è una vista dall'alto di un dente artificiale ;
- la figura 2 è una sezione del dente di figura 1 eseguita lungo un piano indicato con la linea II-II in figura 1;
- la figura 3 è una vista dall'alto di un dente artificiale ;
- la figura 4 è una sezione del dente di figura 3 eseguita lungo un piano indicato con la linea IV-IV;
- la figura 5 è una sezione di un altro dente artificiale, eseguita come quella di figura 4;
- la figura 6 è una sezione di un ulteriore dente artificiale, eseguita come quella di figura 4;
- la figura 7 è una vista dall'alto di un dente artificiale di tipo noto;
- la figura 8 è una vista dall'alto di un dente artificiale .
Con riferimento alle figure citate, una serie di strutture secondo il trovato sono indicate complessivamente con il numero di riferimento 10. Esse sono realizzate in modo che i denti siano morfologicamente simili ai denti naturali, con cuspidi, creste, solchi e margini e sono atti ad andare in contatto con almeno un dente, cioè in contatto occlusale con i rispettivi antagonisti, del tipo dente a dente o dente a due denti.
In particolare, nelle figure 1 e 2 è illustrato un molare superiore di sinistra in cui sono visibili e indicate le cuspidi 11, una cuspide di lateroprotrusione e versante ponte di smalto della cuspide di mesiotrusione , ed i solchi di sviluppo 12.
Più in particolare, la linea II-II rappresenta un piano passante per il ponte di smalto ed il versante distale della cuspide di lateroprotrusione e la figura 2 rappresenta una sezione del dente di figura 1 eseguita lungo tale piano .
La profondità del solco di sviluppo 12 è tale che la cresta triangolare 13 delle cuspidi 11, indicata in figura 2, presenta una prima superficie inclinata 14 ed una seconda superficie inclinata 15 in successione dall'esterno verso il centro del dente, la seconda con rapidità maggiore rispetto alla prima, formando una gola lungo i solchi di sviluppo 12 del dente artificiale.
Questo comporta una superficie funzionale occlusale leggermente più ampia rispetto ai denti tradizionali .
In figura 2 è indicato con A l'angolo cuspidale prima dell'usura del dente, mentre con B è indicato l'angolo cuspidale dopo l'usura dello stesso dente. Risulta evidente come esso non vari nel tempo a causa dell'usura.
Le figure da 3 a 6 rappresentano una vista dall 'alto e sezioni di una struttura 10 di dente artificiale, in particolare un sesto superiore. In queste figure è evidenziato il fatto che la superficie occlusale del dente artificiale presenta inclinazione della cuspide 11 sostanzialmente compresa tra 30° e 48°. Tale cuspide 11 è quella di lateroprotrusione, ma soluzione analoga può essere applicata alla cuspide di mesiotrusione .
In particolare, nelle figure 3 e 4 per il sesto superiore la morfologia è tale per cui l'inclinazione C della cuspide 11 varia tra 30° e 33° .
La linea IV-IV disegnata in figura 3 rappresenta un piano passante per il ponte di smalto e il versante distale della cuspide di lateroprotrusione e la figura 4 rappresenta una sezione del dente di figura 3 eseguita lungo tale piano .
In figura 5 è rappresentata una sezione di un dente eseguita come in figura 4. In questo caso per il sesto superiore la morfologia è tale per cui l'inclinazione D della cuspide 11 varia tra 35° e 39°.
In figura 6 è rappresentata una sezione di un altro dente eseguita ancora come in figura 4. In questo caso per il sesto superiore la morfologia è tale per cui l'inclinazione E della cuspide 11 varia tra 40° e 48°.
L'inclinazione viene scelta in funzione della tecnica che l'operatore vuole seguire (montaggio bilanciato bilaterale, montaggio in occlusione organica, disclusione sequenziale, cross mounting, occlusione lingualizzata) e secondo la condizione del centro cresta dell'osso nella zona del dente mancante .
La figura 7 rappresenta una vista dall'alto di una struttura di dente artificiale di tipo noto, indicata complessivamente con il numero di riferimento 16.
Nella medesima figura è stata individuata, approssimativamente mediante una circonferenza indicata con il riferimento F, la superficie occlusale funzionale del dente.
La figura 8 rappresenta invece una vista dall'alto di una struttura 10 secondo il trovato. Anche in questa figura è stata individuata, approssimativamente mediante una circonferenza indicata con F', la superficie occlusale funzionale del dente.
Dal confronto tra le due immagini si può notare come la struttura 10 è caratterizzata da una morfologia del dente presentante una superficie occlusale funzionale F' roto-traslata attorno ad un asse, sostanzialmente verticale rispetto al posizionamento del dente nell'arcata dentale, rispetto alla superficie occlusale funzionale F della struttura 16.
Ne consegue una fossa centrale allargata rispetto a quella di un dente di tipo noto.
È da notare come la morfologia della cresta triangolare, presentando una gola lungo il solco di sviluppo 12, consente una funzione occlusale masticatoria anche in condizioni di forte usura delle altre parti della superficie occlusale, permettendo di mantenere costante nel tempo l'inclinazione dell'angolo cuspidale.
È anche da notare che la struttura 10, presentando superfici occlusali con inclinazione variabile delle cuspidi 11, consente all'odontotecnico di realizzare protesi dentarie individuali e, seguendo qualsiasi concetto gnatologico, può realizzare protesi mobili o protesi implantosupportate .
Ancora, con la struttura 10 secondo il trovato, è è possibile superare il problema dell'appoggio della cuspide palatale del molare superiore nella fossa del corrispondente molare inferiore, grazie al fatto che, mediante la roto-traslazione della superficie occlusale funzionale, la fossa inferiore risulta ampliata.
Si è in pratica constatato come il trovato raggiunga il compito e gli scopi preposti realizzando una struttura di dente artificiale in grado di garantire una durata ed una efficienza masticatoria del dente maggiori rispetto a quelli dei denti di tipo noto.
Il trovato, così concepito, è suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell'ambito del concetto inventivo; inoltre, tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti.
In pratica, i materiali impiegati, purché compatibili con l'uso specifico, nonché le dimensioni e le forme contingenti, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze e dello stato della tecnica.
Ove le caratteristiche e le tecniche menzionate in qualsiasi rivendicazione siano seguite da segni di riferimento, tali segni sono stati apposti al solo scopo di aumentare l'intelligibilità delle rivendicazioni e di conseguenza tali segni di riferimento non hanno alcun effetto limitante sull'interpretazione di ciascun elemento identificato a titolo di esempio da tali segni di riferimento ,
Claims (1)
- RIVENDICAZIONI 1) Struttura di dente artificiale morfologicamente simile al dente naturale, con cuspidi, creste, solchi e margini ed atto ad andare in contatto con almeno un dente antagonista, detta struttura (10} caratterizzandosi per il fatto che la cresta triangolare (13) delle cuspidi (11) presenta una prima superficie inclinata (14) ed una seconda superficie inclinata (15} in successione dall'esterno verso il centro del dente, la seconda con ripidità maggiore rispetto alla prima, formando una gola lungo i solchi di sviluppo (12) di detto dente artificiale. 2} Struttura, secondo la rivendicazione 1, che si caratterizza per il fatto che la superficie occlusale del dente artificiale presenta inclinazione di almeno una cuspide (11) sostanzialmente compresa tra 30° e 48°. 3} Struttura, secondo la rivendicazione 1, che si caratterizza per il fatto che la morfologia di detto dente artificiale presenta una superficie occlusale funzionale (F'} roto-traslata attorno ad un asse, sostanzialmente verticale rispetto al posizionamento del dente nell'arcata dentale. 4} Struttura, secondo la rivendicazione 2, che si caratterizza per il fatto che per il sesto superiore la morfologia è tale per cui l'inclinazione (C} di una detta cuspide (11) varia tra 30° e 33°. 5} Struttura, secondo la rivendicazione 2, che si caratterizza per il fatto che per il sesto superiore la morfologia è tale per cui l'inclinazione (D} di una detta cuspide (11} varia tra 35° e 39°. 6} Struttura, secondo la rivendicazione 2, che si caratterizza per il fatto che per il sesto superiore la morfologia è tale per cui 1'inclinazione (E} di una detta cuspide (11} varia tra 40° e 48°.
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